Interventi |
AZZARÀ Barbara Grazie, Presidente. Intanto, io vorrei riprendere il discorso del Consigliere Mensio, in particolare approfondire la questione scuola: era mercoledì 2 settembre quando i giornali titolavano: “La Regione Piemonte punta a creare una corsia preferenziale senza prenotazione per fare i tamponi agli studenti. Lo ha detto il Governatore Cirio all’inaugurazione del nuovo laboratorio analisi di La Loggia; il Piemonte è pronto”. Poi inizia la scuola e in realtà inizia il caos. Intanto, il numero per chiamare l’ASL di Torino è unico, quindi non hanno i Dirigenti scolastici nessun numero riservato, se provate a chiamare durante l’orario in cui è attivo vi dice che è sovraccarico, non mette neanche in attesa e vi scollega. Per chi non lo sapesse, negli hotspot scolastici, dopo i primi giorni in cui effettivamente si poteva andare senza prenotazione è iniziato il caos, code di chilometri che hanno posto un limite e quindi ci vuole adesso la prenotazione che deve partire o dall’ASL o dal medico curante; e allora che si fa? Beh, intanto una famiglia che ha un figlio risultato positivo di solito correttamente informa la scuola, ma la scuola deve attendere comunicazione ufficiale dall’ASL, però spesso non arriva e allora si inizia a cercare di mettersi in contatto con l’ASL, ma non ci si riesce. Allora, si prova ad usare il buonsenso e magari in via cautelare si mette in quarantena la classe nelle more di, cioè in attesa di, o magari anche no. Ricordiamo che i Dirigenti scolastici non sono autorità sanitarie, non sono medici, intanto passa il tempo. E le famiglie? Le famiglie vengono a scoprire magari della positività nelle chat, vanno in ansia, si inizia a tenere i figli a casa perché si ha paura oppure si fa il tampone per proprio conto, a proprie spese, e magari si scopre - come è successo pochi giorni fa in una scuola media proprio della città - che altri quattro compagni di classe erano positivi; e poi arriva l’ASL che si fa sentire e dice che non devono essere messi in quarantena, però, strano, quattro erano positivi. Il problema è che non tutte le volte le disposizioni sono uguali delle ASL, e voi direte: “Certo, dipende da caso e caso”, sono d’accordo, però è strano perché in alcuni casi, nella stessa classe e soprattutto nelle scuole superiori, dove gli studenti provengono anche da altri paesi e altri Comuni, ebbene, appartenendo ad ASL differenti, la stessa situazione viene gestita in maniera diversa dalle diverse ASL, e poi magari la scuola appartiene ancora a un’altra ASL e quindi arriviamo a cinque ASL differenti in una stessa classe, che danno tutte disposizioni differenti per uno stesso caso. Quindi, ci sono ASL che non considerano i compagni di tutta la classe contatti stretti, ma solo quelli vicini di banco; ci sono ASL che non mettono in quarantena tutta la classe perché ormai è passato troppo tempo, e in effetti, da quando si ha la comunicazione al fatto che è stato complicatissimo rintracciare le ASL stesse, si va avanti per giorni e quindi alé, continuiamo come se nulla fosse. Inoltre, i protocolli cambiano perché da inizio scuola, prima, con un caso di positività si faceva il tampone a tutti gli studenti della classe, oltre che la quarantena, e poi prima di farli tornare anche un tampone di controllo; ad oggi solo isolamento, se gli studenti non hanno sintomi, niente tamponi. Mi chiedo perché, cioè si è scoperto qualcosa di nuovo? Ci sono indicazioni diverse da parte dell’Istituto Superiore di Sanità o semplicemente le code degli hotspot sono troppo lunghe e si è deciso quindi di non tracciare più gli asintomatici? No, perché il problema è che, secondo quello che viene scritto sui giornali, proprio i bambini e i ragazzi in larga scala sono quasi tutti asintomatici, ma sono anche portatori silenti del virus, quindi una quarantena senza tampone vuol dire che la trasmissione può avvenire tranquillamente in famiglia. I ritardi nelle comunicazioni dell’ASL alle scuole può comportare quindi che gli studenti, non testati dalle famiglie a loro spese, diffondano in modo capillare il virus anche tra le loro conoscenze extrascolastiche, per non parlare degli insegnanti: alcuni vengono messi in quarantena senza tampone, tanto si sa, loro hanno la mascherina; altri con la stessa motivazione vengono mandati a scuola direttamente il giorno dopo, magari con la stessa classe in quarantena e quindi loro vanno nelle altre classi, oltretutto la mascherina in dotazione è quella chirurgica, non è un DPI; inoltre, anche se uno rispetta scrupolosamente tutte quelle che sono le indicazioni, ricordiamo che si passano dalle cinque alle otto ore nelle classi anche con 25 o 26 persone in ambienti chiusi, dove l’insegnante è l’unico con la mascherina e gli studenti a distanza di un metro, se seduti, la possono togliere. Altri insegnanti vengono sottoposti al tampone, se negativi rispediti a scuola senza aspettare ovviamente il termine della quarantena, ma possono solo andare a scuola e a casa, si chiama “isolamento fiduciario attivo”, e questo vale anche per il personale ATA, quindi non si capisce a cosa serva la quarantena, (incomprensibile) il tampone subito a questo punto. E allora se poi il virus si sviluppa dopo? Intanto, si è liberi di contagiare perlomeno la famiglia e le altre classi e non si capisce davvero, io non la capisco la ratio di un simile provvedimento. L’ultima questione è quella dei dati ufficiali dei contagi in ambiente scolastico. Io non sono riuscita a trovare questi dati della Città di Torino, eppure sono a conoscenza che vengono fatti dei monitoraggi nelle scuole dalle ASL, quindi mi chiedo perché non siano presenti... AZZARÀ Barbara Sì, ho terminato. Mi chiedo come mai non siano presenti questi dati e come mai, diciamo, non vengano dati. Io chiedo come Consiglio Comunale della Città di Torino di poter venire a conoscenza di questi dati dei monitoraggi nelle scuole; questo è quello che si chiede, affinché si possa davvero essere sicuri quando si va a scuola e quando si sta in famiglia. Grazie. |