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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 26 Ottobre 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 11
INTERPELLANZA 2020-02272
"GESTIONE REGIONALE DELLA PANDEMIA DI COVID-19 MEDIANTE ANALISI DI POSITIVIT? (TAMPONI) E TRACCIABILIT? DEI CONTATTI NELLA CITT? DI TORINO" PRESENTATA IN DATA 23 OTTOBRE 2020 - PRIMO FIRMATARIO CHESSA.
Interventi
AZZARÀ Barbara
Grazie, Presidente. Intanto, io vorrei riprendere il discorso del Consigliere Mensio, in
particolare approfondire la questione scuola: era mercoledì 2 settembre quando i
giornali titolavano: “La Regione Piemonte punta a creare una corsia preferenziale senza
prenotazione per fare i tamponi agli studenti. Lo ha detto il Governatore Cirio
all’inaugurazione del nuovo laboratorio analisi di La Loggia; il Piemonte è pronto”. Poi
inizia la scuola e in realtà inizia il caos. Intanto, il numero per chiamare l’ASL di Torino
è unico, quindi non hanno i Dirigenti scolastici nessun numero riservato, se provate a
chiamare durante l’orario in cui è attivo vi dice che è sovraccarico, non mette neanche
in attesa e vi scollega. Per chi non lo sapesse, negli hotspot scolastici, dopo i primi
giorni in cui effettivamente si poteva andare senza prenotazione è iniziato il caos, code
di chilometri che hanno posto un limite e quindi ci vuole adesso la prenotazione che
deve partire o dall’ASL o dal medico curante; e allora che si fa? Beh, intanto una
famiglia che ha un figlio risultato positivo di solito correttamente informa la scuola, ma
la scuola deve attendere comunicazione ufficiale dall’ASL, però spesso non arriva e
allora si inizia a cercare di mettersi in contatto con l’ASL, ma non ci si riesce. Allora, si
prova ad usare il buonsenso e magari in via cautelare si mette in quarantena la classe
nelle more di, cioè in attesa di, o magari anche no. Ricordiamo che i Dirigenti scolastici
non sono autorità sanitarie, non sono medici, intanto passa il tempo. E le famiglie? Le
famiglie vengono a scoprire magari della positività nelle chat, vanno in ansia, si inizia a
tenere i figli a casa perché si ha paura oppure si fa il tampone per proprio conto, a
proprie spese, e magari si scopre - come è successo pochi giorni fa in una scuola media
proprio della città - che altri quattro compagni di classe erano positivi; e poi arriva
l’ASL che si fa sentire e dice che non devono essere messi in quarantena, però, strano,
quattro erano positivi.
Il problema è che non tutte le volte le disposizioni sono uguali delle ASL, e voi direte:
“Certo, dipende da caso e caso”, sono d’accordo, però è strano perché in alcuni casi,
nella stessa classe e soprattutto nelle scuole superiori, dove gli studenti provengono
anche da altri paesi e altri Comuni, ebbene, appartenendo ad ASL differenti, la stessa
situazione viene gestita in maniera diversa dalle diverse ASL, e poi magari la scuola
appartiene ancora a un’altra ASL e quindi arriviamo a cinque ASL differenti in una
stessa classe, che danno tutte disposizioni differenti per uno stesso caso. Quindi, ci sono
ASL che non considerano i compagni di tutta la classe contatti stretti, ma solo quelli
vicini di banco; ci sono ASL che non mettono in quarantena tutta la classe perché ormai
è passato troppo tempo, e in effetti, da quando si ha la comunicazione al fatto che è stato
complicatissimo rintracciare le ASL stesse, si va avanti per giorni e quindi alé,
continuiamo come se nulla fosse. Inoltre, i protocolli cambiano perché da inizio scuola,
prima, con un caso di positività si faceva il tampone a tutti gli studenti della classe, oltre
che la quarantena, e poi prima di farli tornare anche un tampone di controllo; ad oggi
solo isolamento, se gli studenti non hanno sintomi, niente tamponi. Mi chiedo perché,
cioè si è scoperto qualcosa di nuovo? Ci sono indicazioni diverse da parte dell’Istituto
Superiore di Sanità o semplicemente le code degli hotspot sono troppo lunghe e si è
deciso quindi di non tracciare più gli asintomatici? No, perché il problema è che,
secondo quello che viene scritto sui giornali, proprio i bambini e i ragazzi in larga scala
sono quasi tutti asintomatici, ma sono anche portatori silenti del virus, quindi una
quarantena senza tampone vuol dire che la trasmissione può avvenire tranquillamente in
famiglia. I ritardi nelle comunicazioni dell’ASL alle scuole può comportare quindi che
gli studenti, non testati dalle famiglie a loro spese, diffondano in modo capillare il virus
anche tra le loro conoscenze extrascolastiche, per non parlare degli insegnanti: alcuni
vengono messi in quarantena senza tampone, tanto si sa, loro hanno la mascherina; altri
con la stessa motivazione vengono mandati a scuola direttamente il giorno dopo, magari
con la stessa classe in quarantena e quindi loro vanno nelle altre classi, oltretutto la
mascherina in dotazione è quella chirurgica, non è un DPI; inoltre, anche se uno rispetta
scrupolosamente tutte quelle che sono le indicazioni, ricordiamo che si passano dalle
cinque alle otto ore nelle classi anche con 25 o 26 persone in ambienti chiusi, dove
l’insegnante è l’unico con la mascherina e gli studenti a distanza di un metro, se seduti,
la possono togliere. Altri insegnanti vengono sottoposti al tampone, se negativi rispediti
a scuola senza aspettare ovviamente il termine della quarantena, ma possono solo
andare a scuola e a casa, si chiama “isolamento fiduciario attivo”, e questo vale anche
per il personale ATA, quindi non si capisce a cosa serva la quarantena,
(incomprensibile) il tampone subito a questo punto. E allora se poi il virus si sviluppa
dopo? Intanto, si è liberi di contagiare perlomeno la famiglia e le altre classi e non si
capisce davvero, io non la capisco la ratio di un simile provvedimento.
L’ultima questione è quella dei dati ufficiali dei contagi in ambiente scolastico. Io non
sono riuscita a trovare questi dati della Città di Torino, eppure sono a conoscenza che
vengono fatti dei monitoraggi nelle scuole dalle ASL, quindi mi chiedo perché non
siano presenti...

AZZARÀ Barbara
Sì, ho terminato. Mi chiedo come mai non siano presenti questi dati e come mai,
diciamo, non vengano dati. Io chiedo come Consiglio Comunale della Città di Torino di
poter venire a conoscenza di questi dati dei monitoraggi nelle scuole; questo è quello
che si chiede, affinché si possa davvero essere sicuri quando si va a scuola e quando si
sta in famiglia. Grazie.

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