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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 26 Ottobre 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 11
INTERPELLANZA 2020-02272
"GESTIONE REGIONALE DELLA PANDEMIA DI COVID-19 MEDIANTE ANALISI DI POSITIVIT? (TAMPONI) E TRACCIABILIT? DEI CONTATTI NELLA CITT? DI TORINO" PRESENTATA IN DATA 23 OTTOBRE 2020 - PRIMO FIRMATARIO CHESSA.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo allora adesso con la successiva interpellanza, mi riferisco all’interpellanza
generale consiliare, la n. mecc. 202002272/002, presentata dal Consigliere Chessa e
sottoscritta da altri Consiglieri, e ha come oggetto:

“Gestione regionale della pandemia di Covid-19 mediante analisi di positività
(tamponi) e tracciabilità dei contatti nella città di Torino”

SICARI Francesco (Presidente)
Lascio adesso la parola al Consigliere che ha presentato questa interpellanza per
l’illustrazione e ne avrà facoltà per tre minuti, e poi si può comunque intervenire
all’interno della discussione con i tempi dell’interpellanza generale, quindi cinque
minuti. Prego, Consigliere Chessa.

CHESSA Marco
Grazie, Presidente e buon pomeriggio a tutti. Ho ritenuto opportuno portare in Consiglio
Comunale una situazione che sta coinvolgendo tanti cittadini torinesi in questo
momento che sono alle prese con la situazione Covid, che purtroppo tutti noi
conosciamo; una situazione che stanno vivendo, e io ho vissuto personalmente fino a
qualche giorno fa, e che anche altri Consiglieri e Consigliere, ai quali va il mio più caro
augurio, stanno affrontando come tanti cittadini torinesi. Una situazione che in questo
momento vede una grandissima incertezza e soprattutto poche risposte da parte di chi
dovrebbe garantire un servizio rapido ai cittadini torinesi, anche ai contribuenti torinesi.
Una situazione che, a parte il vissuto personale, ma anche quello di altri cittadini che
contattano giornalmente qualsiasi Consigliere Comunale, vede segnalazioni di medici di
base in totale difficoltà nel gestire le richieste e le segnalazioni dei cittadini che
mostrano sintomi o entrano a contatto con soggetti positivi, i tempi di attesa per i
tamponi, il primo tampone, per i tamponi di controllo, per avere un esito, e soprattutto il
pensiero va a chi ha un’attività individuale o commerciale e a come possa gestire
momenti di grandissima attesa per avere delle risposte. In più, c’è il problema del
tracciamento dei contatti dei soggetti positivi che molto spesso vengono rintracciati
dopo più di 10 giorni in cui vengono a contatto con un soggetto positivo al Covid-19; in
tutto questo, le risposte che riescono a dare le Aziende Sanitarie Locali in questo
momento sono inefficienti e inefficaci per scarsità di disponibilità varia, impossibilità di
raggiungimento dei call center, e a volte anche la qualità di informazioni che non sono
coerenti tra un operatore e l’altro, che generano ulteriore confusione. Il problema delle
code agli hotspot che stanno... ancora sulle testate quotidiane di oggi vengono segnalate.
Tutto questo porterebbe a pensare che sarebbe ora, ma credo che sia già abbastanza
tardi, di potenziare la struttura per affrontare questa emergenza, vediamo cambi in corsa
sia nella modalità della gestione e sia nelle modalità di chi deve gestire
quest’emergenza; probabilmente abbiamo pagato una scarsa programmazione da parte
di chi doveva occuparsene nei mesi precedenti e quindi troviamo una grandissima
difficoltà che sta coinvolgendo tantissimi cittadini torinesi.
In più, i giornali anche di questa mattina segnalano una situazione nelle RSA che
raggiunge di nuovo i livelli di guardia, ne abbiamo anche dibattuto in un Consiglio
aperto, spero che non si verifichino più le situazioni che hanno coinvolto queste
strutture all’inizio dell’anno e vorrei anche segnalare il fatto che in questo momento
vengono sospese le visite mediche per soggetti che magari potrebbero averne bisogno.
Quindi, volevo… l’intento di questa interpellanza generale era di portare in Consiglio
Comunale… - mi scuso se non l’ho sottoposta ai Capigruppo di Minoranza, ma i tempi
erano stretti e speravo che se ne potesse parlare qui oggi e così è stato -, per capire cosa
possiamo fare come Consiglio Comunale o quali indirizzi poter dare alla Giunta per
affrontare questa tendenza che purtroppo sta prendendo una piega sempre più critica e
negativa. In questo momento ci sono tanti cittadini che si sentono abbandonati a loro
stessi, a loro va la mia più grande vicinanza e spero che noi come Consiglio riusciamo a
porre delle azioni efficaci e di supporto ai nostri concittadini. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliere Chessa. Adesso iniziamo con gli interventi da parte dei
Consiglieri, la prima segnata è la Consigliera Grippo, ne ha facoltà per cinque minuti,
prego.

GRIPPO Maria Grazia
Sì, grazie Presidente. Io vorrei ringraziare il Consigliere Chessa per aver posto
l’attenzione su una vicenda che purtroppo ci vede accomunati da una stessa condizione.
Personalmente, io sto ancora aspettando, nella mia condizione di Covid positiva, di
essere contattata dall’ASL. Purtroppo, il mio stesso medico di base mi ha detto che
sarebbe stato complicato avere una risposta in tempi brevi. Il fatto che io abbia la
capacità personale e anche le opportunità di avere informazioni e strumenti per poter
creare in modo però del tutto artigianale e autoprodotto una rete di protezione nei
confronti delle persone con le quali eventualmente posso essere venuta in contatto, non
significa che questa condizione sia una condizione, come diceva bene prima il Collega
Chessa, condivisa anche dalle altre cittadine e cittadini. Aggiungo che, tutto sommato,
nel momento di difficoltà - e assicuro che, voglio dire, l’ho provato sulla pelle, ma non
c’era bisogno perché era ben chiara quale fosse la situazione - è più difficile radunare le
idee e auto-organizzarsi per fare tutto e tutto nel migliore dei modi. È quello che
certamente è mancato nei mesi in cui la pandemia ha dato un pochino di tregua, che
sono i mesi dell’estate, è mancato un investimento in termini organizzativi e non
soltanto economici, affinché si arrivasse all’appuntamento dell’autunno - che era un
appuntamento atteso - con le modalità necessarie per farsi carico delle persone che si
sarebbero trovate, e sono sempre di più, in questa situazione, invece doveva essere il
primo pensiero. Con esso, c’è il tema degli ospedali e di quelle che erano le aspettative
che si sono create nel corso dei mesi in termini di assunzioni di personale, in termini di
organizzazione di carattere generale, che purtroppo non sono state coltivate così come ci
era stato promesso.
Quindi, mi associo nella buona volontà espressa da parte del Collega Chessa; credo di
poterlo fare a nome del mio Gruppo per poterci mettere nelle condizioni, Presidente -
anche se, in termini di competenze sul piano sanitario, il Comune di Torino esprime una
parte compendiante e non diretta -, affinché, intanto, venga fatta luce sulle difficoltà che
ha il sistema a rispondere alle esigenze dei cittadini, ma soprattutto metterci nelle
condizioni di poter intervenire su…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

GRIPPO Maria Grazia
Sì, certo Presidente… poter intervenire su quelli che sono i punti di caduta per andare
verso le prossime settimane, che saranno sicuramente peggio di quelle che abbiamo
vissuto. La ringrazio.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliera Grippo. Adesso ho il Consigliere Mensio, ne ha facoltà per
cinque minuti, prego.

MENSIO Federico
Grazie, Presidente. Mah, grazie al Consigliere Chessa, ci siamo anche confrontati su
questo atto. Devo dire che, come lui e come anche la Consigliera, che ha parlato prima
di me e altri, la situazione che sta vivendo il Piemonte, e in particolare la nostra città,
rispetto alla gestione di questa emergenza pandemica, ha dei connotati di una storia che
potrebbe diventare benissimo un giallo, un thriller ma anche sfortunatamente un po’ un
libro comico. Non sono, normalmente, chi mi conosce, uso addentrarmi in discussioni
di cui non ho la piena contezza, men che meno se si tratta di questioni come la salute,
ma, in questo caso, avendo vissuto in prima persona la gestione del Covid in Piemonte e
in città - tra l’altro vicenda che mi sono permesso di raccontare su diversi canali e da
alcuni definita tra incredibile, aberrante, surreale e kafkiana - mi vorrei esprimere. Ecco,
con la mia famiglia abbiamo vissuto direttamente sulla nostra pelle - anche se devo dire
fortunati, un quadro clinico senza nessun sintomo - la totale incapacità da parte degli
organi deputati - e, come ha detto la Consigliera prima, la Città di Torino in questo ha
una residualissima competenza -, proprio di dare informazioni chiare, precise, puntuali e
io mi sarei anche augurato tempestive, soprattutto quando si tratta di evitare di
diffondere un virus come quello della SARS-CoV-2.
Sono anche certo però che le persone che sono in prima linea, come anche il Collega
Russi, per aiutare i cittadini e i malati, siano persone serie, scrupolose e preparate, ma è
evidente che - come coloro che, proprio questi, dovrebbero aiutare e assistere, cioè i
cittadini -, sono lasciate a se stesse e con la sola propria buona volontà di risolvere i
problemi. Ad esempio, iniziamo dal fatto che nei mesi successivi alla cosiddetta “prima
ondata” non si siano previsti tutti gli scenari possibili a cui si andava incontro e le
eventuali misure o contromisure per ridurre il diffondersi del contagio. Questo si può
anche evincere dal fatto che nei giorni festivi e il sabato il centralino dell’ASL di Torino
non risponda al pomeriggio; è come se al pomeriggio non ci fossero problemi, poi negli
altri giorni devo dire che anche nelle otto ore in cui è aperto prendere la telefonata, la
linea è come se si cercasse di partecipare ad un quiz televisivo in diretta degli anni ‘90,
e comunque, anche quando rispondono, le risposte non sono sempre esaustive e
complete.
Devo poi dire che inviare le ordinanze di quarantena, utilizzando la posta elettronica
tradizionale e non gli strumenti deputati per legge alle notifiche di atti pubblici,
potrebbe diventare, e in qualche caso è diventato, un problema. È vero, in caso di
emergenza, cioè qualche mese fa, potevo anche comprenderlo, ma in questo caso si
sarebbe almeno dovuto definire e comunicarlo in modo un po’ più formale. Altre
comunicazioni arrivavano poi da un indirizzo di posta elettronica di una società privata,
senza una firma, un’indicazione del mittente, rischiando anche da parte mia di essere
confuse con mail indesiderate o pericolose oppure di essere perse, grazie ai sistemi di
verifiche di sicurezza delle varie caselle di posta. Ho scritto al passato proprio perché,
su questo almeno so di parlare con certezza, mettendomi in contatto con i responsabili
per gli strumenti informatici delle ASL di Torino, i quali, probabilmente, come ho detto
prima, hanno agito in modo assolutamente professionale e immediato, forse anche
dietro mia segnalazione, e hanno posto soluzione al problema; e ritorno al fatto che
proprio hanno agito in modo professionale perché sono persone che ritengo consapevoli
della delicatezza del ruolo che ricoprono in questo momento e hanno, secondo me, agito
con vero spirito di servizio nei confronti dei cittadini.
Non finisce qui, io ad esempio sono ancora in attesa da 14 giorni di un qualsiasi
documento che attesti la mia quarantena. Di mia sponte ho portato mia figlia più grande
ad eseguire il tampone di verifica risultato poi fortunatamente negativo per evitare che
perdesse ulteriori giorni di scuola perché non è mai stata chiamata; peraltro, a mia figlia
più piccola…, per la prima volta in vita mia ho visto un’ordinanza di quarantena
retroattiva, è stata protocollata l’8 di ottobre, ma a far data dal 2 di ottobre; peccato che
persino noi l’abbiamo saputo da una telefonata del Dirigente scolastico il 4 dello stesso
mese. E qui vorrei individuare le prime responsabilità sulle corrette informazioni di cosa
è isolamento, quarantena, quanti giorni, se il tampone va fatto o meno, dopo quanto
tempo. Ebbene, dalle ultime indicazioni del Ministero credo che sia chiaro a pochi,
veramente pochi, forse solo quasi chi le ha scritte, certamente non ai cittadini comuni
che, come detto, in assenza di informazioni precise e puntuali non sono in grado di
interpretare tali indicazioni, e quando le cose non sono chiare rischiano di generare sia
confusione e soprattutto di non raggiungere lo scopo previsto, cioè di evitare ulteriori
contatti.
Che dire, tra l’altro, dello schema che gira nei social o sui mezzi di stampa in questi
giorni della Protezione Civile? Uno schema che potrebbe anche essere annoverato tra i
rebus di Giancarlo Brighenti della Settimana Enigmistica. Ebbene, in tutto ciò, dal
momento in cui mia figlia, cioè circa 21 giorni, è dovuta stare in isolamento, i numeri in
provincia di Torino - di Torino non ci sono, solo della città - dei nuovi positivi sono i
seguenti: da +68 di 21 giorni fa a +1.281 rispetto al giorno prima di positivi ogni giorno,
quindi con punte appunto di 1.281, passando per 700, 500 e via dicendo. Se poi vado a
vedere la percentuale dei positivi…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

MENSIO Federico
Sì, ho finito… siamo quasi al 20%, ben oltre il 3% indicato come soglia, perché ci sia
un efficace tracciamento. Non esiste più alcun sistema di tracciamento minimamente in
grado di assolvere il problema.
Bene, io non sono sorpreso di questi numeri perché, tra mancanza di informazioni, tra
mancata (incomprensibile) di contatti, tra annunci di tamponi rapidi ancora prima di
firmare delibere e non sappiamo neanche - notizia di oggi - se arriveranno nelle
farmacie e quando, non ci possiamo sorprendere. C’era il tempo e c’era il dovere di
prepararsi a tutto ciò, mettendo in campo persone, mezzi e tecnologie, ma si è preferito
sperare in altro. Bene, detto ciò, io ringrazio le persone che se ne stanno occupando, ci
sono delle responsabilità precise in tutto ciò, non sono da ricercare negli operatori della
Sanità, nei cittadini, nei medici di base o in chi gestisce il sistema informativo, ma più
in alto, perché il vecchio adagio per me è sempre valido: il pesce puzza dalla testa.

SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo adesso con l’intervento della Consigliera Azzarà, ne ha facoltà per cinque
minuti, prego.

AZZARÀ Barbara
Grazie, Presidente. Intanto, io vorrei riprendere il discorso del Consigliere Mensio, in
particolare approfondire la questione scuola: era mercoledì 2 settembre quando i
giornali titolavano: “La Regione Piemonte punta a creare una corsia preferenziale senza
prenotazione per fare i tamponi agli studenti. Lo ha detto il Governatore Cirio
all’inaugurazione del nuovo laboratorio analisi di La Loggia; il Piemonte è pronto”. Poi
inizia la scuola e in realtà inizia il caos. Intanto, il numero per chiamare l’ASL di Torino
è unico, quindi non hanno i Dirigenti scolastici nessun numero riservato, se provate a
chiamare durante l’orario in cui è attivo vi dice che è sovraccarico, non mette neanche
in attesa e vi scollega. Per chi non lo sapesse, negli hotspot scolastici, dopo i primi
giorni in cui effettivamente si poteva andare senza prenotazione è iniziato il caos, code
di chilometri che hanno posto un limite e quindi ci vuole adesso la prenotazione che
deve partire o dall’ASL o dal medico curante; e allora che si fa? Beh, intanto una
famiglia che ha un figlio risultato positivo di solito correttamente informa la scuola, ma
la scuola deve attendere comunicazione ufficiale dall’ASL, però spesso non arriva e
allora si inizia a cercare di mettersi in contatto con l’ASL, ma non ci si riesce. Allora, si
prova ad usare il buonsenso e magari in via cautelare si mette in quarantena la classe
nelle more di, cioè in attesa di, o magari anche no. Ricordiamo che i Dirigenti scolastici
non sono autorità sanitarie, non sono medici, intanto passa il tempo. E le famiglie? Le
famiglie vengono a scoprire magari della positività nelle chat, vanno in ansia, si inizia a
tenere i figli a casa perché si ha paura oppure si fa il tampone per proprio conto, a
proprie spese, e magari si scopre - come è successo pochi giorni fa in una scuola media
proprio della città - che altri quattro compagni di classe erano positivi; e poi arriva
l’ASL che si fa sentire e dice che non devono essere messi in quarantena, però, strano,
quattro erano positivi.
Il problema è che non tutte le volte le disposizioni sono uguali delle ASL, e voi direte:
“Certo, dipende da caso e caso”, sono d’accordo, però è strano perché in alcuni casi,
nella stessa classe e soprattutto nelle scuole superiori, dove gli studenti provengono
anche da altri paesi e altri Comuni, ebbene, appartenendo ad ASL differenti, la stessa
situazione viene gestita in maniera diversa dalle diverse ASL, e poi magari la scuola
appartiene ancora a un’altra ASL e quindi arriviamo a cinque ASL differenti in una
stessa classe, che danno tutte disposizioni differenti per uno stesso caso. Quindi, ci sono
ASL che non considerano i compagni di tutta la classe contatti stretti, ma solo quelli
vicini di banco; ci sono ASL che non mettono in quarantena tutta la classe perché ormai
è passato troppo tempo, e in effetti, da quando si ha la comunicazione al fatto che è stato
complicatissimo rintracciare le ASL stesse, si va avanti per giorni e quindi alé,
continuiamo come se nulla fosse. Inoltre, i protocolli cambiano perché da inizio scuola,
prima, con un caso di positività si faceva il tampone a tutti gli studenti della classe, oltre
che la quarantena, e poi prima di farli tornare anche un tampone di controllo; ad oggi
solo isolamento, se gli studenti non hanno sintomi, niente tamponi. Mi chiedo perché,
cioè si è scoperto qualcosa di nuovo? Ci sono indicazioni diverse da parte dell’Istituto
Superiore di Sanità o semplicemente le code degli hotspot sono troppo lunghe e si è
deciso quindi di non tracciare più gli asintomatici? No, perché il problema è che,
secondo quello che viene scritto sui giornali, proprio i bambini e i ragazzi in larga scala
sono quasi tutti asintomatici, ma sono anche portatori silenti del virus, quindi una
quarantena senza tampone vuol dire che la trasmissione può avvenire tranquillamente in
famiglia. I ritardi nelle comunicazioni dell’ASL alle scuole può comportare quindi che
gli studenti, non testati dalle famiglie a loro spese, diffondano in modo capillare il virus
anche tra le loro conoscenze extrascolastiche, per non parlare degli insegnanti: alcuni
vengono messi in quarantena senza tampone, tanto si sa, loro hanno la mascherina; altri
con la stessa motivazione vengono mandati a scuola direttamente il giorno dopo, magari
con la stessa classe in quarantena e quindi loro vanno nelle altre classi, oltretutto la
mascherina in dotazione è quella chirurgica, non è un DPI; inoltre, anche se uno rispetta
scrupolosamente tutte quelle che sono le indicazioni, ricordiamo che si passano dalle
cinque alle otto ore nelle classi anche con 25 o 26 persone in ambienti chiusi, dove
l’insegnante è l’unico con la mascherina e gli studenti a distanza di un metro, se seduti,
la possono togliere. Altri insegnanti vengono sottoposti al tampone, se negativi rispediti
a scuola senza aspettare ovviamente il termine della quarantena, ma possono solo
andare a scuola e a casa, si chiama “isolamento fiduciario attivo”, e questo vale anche
per il personale ATA, quindi non si capisce a cosa serva la quarantena,
(incomprensibile) il tampone subito a questo punto. E allora se poi il virus si sviluppa
dopo? Intanto, si è liberi di contagiare perlomeno la famiglia e le altre classi e non si
capisce davvero, io non la capisco la ratio di un simile provvedimento.
L’ultima questione è quella dei dati ufficiali dei contagi in ambiente scolastico. Io non
sono riuscita a trovare questi dati della Città di Torino, eppure sono a conoscenza che
vengono fatti dei monitoraggi nelle scuole dalle ASL, quindi mi chiedo perché non
siano presenti...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

AZZARÀ Barbara
Sì, ho terminato. Mi chiedo come mai non siano presenti questi dati e come mai,
diciamo, non vengano dati. Io chiedo come Consiglio Comunale della Città di Torino di
poter venire a conoscenza di questi dati dei monitoraggi nelle scuole; questo è quello
che si chiede, affinché si possa davvero essere sicuri quando si va a scuola e quando si
sta in famiglia. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Adesso ho l’intervento del Consigliere Russi, ne ha facoltà per cinque
minuti, prego.

RUSSI Andrea
Mi sente, Presidente?

SICARI Francesco (Presidente)
Sì, la sento. Prego.

RUSSI Andrea
Grazie, Presidente. Intanto, ringrazio il Collega Chessa per aver presentato questa
interpellanza al Consiglio perché finalmente è l’occasione per parlare di una questione
che affligge davvero tutti... moltissimi, in questo periodo, cittadini torinesi, ma
tantissimi anche piemontesi perché la situazione è veramente disastrosa. Nella prima
fase abbiamo avuto davvero tutti modo di cogliere le carenze di questa Giunta
Regionale; io le ho vissute anche da operatore sanitario e ho visto che la prima ondata di
contagi è stata veramente disastrosa, ho vissuto sul campo tutte le innumerevoli
difficoltà a reperire proprio i più elementari dispositivi di protezione individuale, dalle
mascherine filtranti ai camici idrorepellenti, dopo che nel frattempo il Piemonte stava
diventando la seconda regione d’Italia per numero di contagi. Professionisti sanitari,
medici e infermieri si sono ammalati e alcuni sono addirittura morti; ho anche dei
colleghi che sono morti a causa della mancanza di adeguati strumenti di protezione
negli ospedali, dopo, tra l’altro, non aver ricevuto tamponi promessi e io stesso farò il
secondo tampone dall’inizio della pandemia soltanto mercoledì prossimo e anche questa
è veramente una questione da affrontare, purtroppo non in questa sede ma... questa è la
sede giusta anche per parlarne.
Poi, come dimenticare scelte scellerate come l’autorizzazione al trasferimento di
pazienti positivi all’interno delle residenze per anziani o il pasticcio delle segnalazioni
dei medici di base andate perdute con centinaia di casi sospetti che svanirono nel nulla.
Era una gestione in seguito alla quale anche qui a Torino avevamo chiesto il
commissariamento della Sanità piemontese e si sperava dunque che ci fosse stato tutto il
temo per prepararsi a gestire una seconda ondata, che era ben nota a tutti, sia a chi
lavorava nel settore che anche a chi seguiva la questione dall’esterno che questa
seconda ondata sarebbe arrivata soltanto nell’autunno. E invece dopo il disastro - perché
è stato un disastro - di marzo e aprile ci troviamo di fronte, di nuovo, ad una gestione
della seconda ondata per certi versi ancora peggiore, soprattutto perché era
preannunciata da molto tempo e perché il tempo per correggere il tiro ci sarebbe stato.
L’inefficienza di questa gestione tocca i diversi punti e sono già stati anche citati dai
colleghi, però le code chilometriche per i tamponi negli hotspot le stiamo vedendo tutti,
le persone recluse in casa in attesa degli esiti degli esami per il Covid, l’aumento
costante e vertiginoso dei contagi e il maggior numero dei decessi rispetto ad altre
regioni, fatta eccezione per la Lombardia, o la dotazione di posti letto ogni 100.000
abitanti più carente d’Italia. È assente un piano sugli ospedali da destinare
all’emergenza Covid e il tessuto economico produttivo della nostra regione è in
ginocchio. I posti letto per i pazienti Covid semplicemente sono creati sottraendoli ad
altri reparti, succede anche nell’ospedale dove lavoro io, con centinaia di persone che
potrebbero avere bisogno di cure che vengono lasciate a casa, con tutte le conseguenze
del caso e ovviamente le gravi ripercussioni per esami e visite di routine. È una
situazione che andrà inevitabilmente ad allungare ancora di più i tempi delle liste di
attesa delle ASL piemontesi, ancora una volta abbandonate a se stesse in quanto non
esiste al momento alcuna indicazione chiara nel piano pandemico.
Questa volta però non parlo solo da operatore sanitario perché ho avuto la terribile
sventura di assistere a queste inefficienze anche dall’altra parte della barricata in quanto
ho i miei genitori che sono appunto malati di Covid con 39 di febbre da giorni e hanno
dovuto attendere per il tampone dopo essersi recati due volte negli hotspot piemontesi,
due, e una volta sono stati mandati indietro perché appunto c’era troppa gente in coda e
sono dovuti tornare due giorni dopo; immaginate una persona di 65 anni distesa in
macchina con vari problemi a dover aspettare quattro ore in coda per un tampone; e ho
mia zia che dopo aver atteso per giorni un tampone domestico in quanto non può
spostarsi, non ha la patente, non ha la possibilità di farlo, è stata portata via da casa con
l’ambulanza e io mi auguro che nei prossimi vada migliorando, però, insomma, questa è
veramente una gestione delinquenziale della Sanità pubblica.
Nulla è cambiato dunque dalla prima ondata dei contagi, la Regione Piemonte era
impreparata allora e lo è anche adesso con la seconda impennata dei casi; e se a marzo
scorso la Giunta poteva avere qualche giustificazione plausibile parlando magari di ciò
che aveva ricevuto in eredità, adesso non c’è alcun tipo di giustificazione. Io davvero
non riesco ancora a capire cosa debba ancora fare questo Assessore, l’Assessore alla
Sanità regionale, per farsi sfiduciare; non riesco a capire se stia venendo difeso per un
braccio di ferro politico o perché davvero viene ritenuto meritevole di ricoprire quel
ruolo, però qui si sta parlando di vite umane, bisogna mettere davvero al primo posto
l’interesse e la salute dei piemontesi agli interessi di Partito. Serve davvero un
Assessore alla Sanità che possa risolvere i problemi attuali eh, il problema non sono
davvero, come ho sentito, i sei giorni di luna di miele in piena emergenza sanitaria, il
problema è che pare che l’Assessore alla Sanità regionale sia in vacanza da quando è
stato eletto. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliere Russi. Adesso ho l’intervento della Consigliera Patriarca. Ne
ha facoltà per cinque minuti, prego.

PATRIARCA Lorenza
Grazie, Presidente. Io ho un osservatorio particolare, visto che appunto dirigo una
grande scuola del centro città e ho avuto contatti con decine e decine di persone che si
sono misurate col problema, oltre a doverlo fronteggiare regolarmente con la diligenza
del buon padre di famiglia perché effettivamente lo scenario che è stato descritto dalla
Consigliera Azzarà è effettivamente quello, al di là del grandissimo impegno e lavoro
indefesso di decine e decine di operatori e di chi fa i tracciamenti. È, chiaramente, un
problema organizzativo, il problema è sicuramente complesso, nessuno lo nega, ma
questa Giunta avrebbe avuto tempo di prepararsi, no? Lo dicevamo nella scorsa
primavera: il sistema, il problema e la soluzione probabilmente era quella di un sistema
di sorveglianza attiva ed efficace per bloccare sul nascere i focolai; il problema di
questo virus è che è un virus che, nella maggior parte dei casi, si manifesta in modo
asintomatico per cui le persone vanno a spasso, sono malate e non lo sanno e quindi
contagiano gli altri; quindi era necessario, appunto, lavorando sullo scenario
ipotizzabile, incrementare la capacità di effettuare i tamponi moltiplicando i laboratori
fissi e mobili, per poter mantenere il livello di contagio ad un livello basso e quindi
permettere un livello di vita accettabile, senza dover chiudere, insomma, tutte le attività
produttive, culturali, eccetera.
Le modalità attuali di tracciamento sono laboriose, facilmente saturabili, infatti siamo
arrivati al punto di decidere di non tracciare più i positivi, come avviene attualmente
nella scuola; ognuno, però, è immerso nella rete di relazione e quindi, se non si va a
cercare in questa rete di relazione l’origine dei contagi e si bloccano quindi... o si tenta
di bloccare il più possibile la rete di trasmissione, c’è una crescita esponenziale dei
positivi che ci ha portato ad oggi ad arrivare a misure restrittive molto importanti e con
un fortissimo impatto sulle attività produttive e culturali e sulla qualità della vita delle
persone.
Quindi, io ritengo che si debba tener conto di che cosa si è fatto, di dove si è sbagliato e
chi ha sbagliato deve, in qualche modo, render conto, ma soprattutto dobbiamo chiedere
alla Regione che si cambi rotta prima che sia tardi, insomma. Siamo alla seconda ondata
di restrizioni, non possiamo pensare di procedere come regione a singhiozzo. Quindi, io
credo che come Comune dobbiamo provare, appunto, a chiedere all’Organo
istituzionale più in alto e che è responsabile della gestione della Sanità regionale che
cosa ha intenzione di fare prima che sia tardi, eh? Io dico che, ultimamente, in questo
momento, la misura della reazione dipende da come riusciamo a fronteggiare questa
emergenza sul piano sanitario. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, adesso ho come intervento il Capogruppo Petrarulo per cinque minuti. Ne
ha facoltà. Prego.

PETRARULO Raffaele
Grazie, Presidente. Torniamo su un argomento che il Collega Chessa ha vissuto in
prima persona, io l’ho vissuto in più riprese da marzo in avanti, ma non personalmente,
ma con casi proprio... quindi eclatanti, con casi in cui ho testimonianza diretta. Faccio
l’esempio di marzo per far capire, dove una donna, un soggetto, aveva febbre, ossa
rotte, mancanza di gusto e olfatto, furono date e fatte tre mail di sollecito agli allora che
dovevano fare i controlli, il tampone non fu fatto, lei restò a casa; per fortuna ebbe
l’intelligenza, dopo oltre tre settimane, di andare, siccome stava ancora male
naturalmente, senza gusto e olfatto, all’ospedale San Giovanni Bosco intasando il
Pronto Soccorso, purtroppo è così, però permettetemi, se uno non va a casa..., dove poi
vedendo la situazione fecero il tampone, arrivò a casa e fu negativo dopo un mese.
Questo è un caso. Arrivo all’ultimo, purtroppo: il medico curante di mia mamma,
vedendo quindi quest’infezione polmonare che aveva, quindi parliamo di fine settembre,
aveva fatto un sollecito di una persona di 89 anni, quindi pensate questo, chiedendo
quindi che venisse fatto un tampone personale a casa, perché mia mamma non voleva
andare in ospedale, dando come riferimento il mio numero di cellulare che è sempre
acceso e sempre presente. Nessuna telefonata ad oggi, dopo che mia mamma è mancata
il 17 ottobre, non per Covid per fortuna, però, purtroppo, per altre cose, ma faccio una
parentesi, facciamo... si parla tanto male della Sanità, ma la Sanità dell’ospedale
Molinette è stata eccellente, in prima battuta dagli OSS, agli infermieri, ai medici,
quindi dalla Medicina d’urgenza al Pronto Soccorso, alla Medicina del Professor
Scaglione, quindi su questo bisogna dire che è giusto criticare, naturalmente, ci
mancherebbe, ma un’eccellenza di quel tipo, una correttezza delle cure è stata di… di
poco. Io penso che papà il 20 maggio sul Maria Vittoria… ho altre cose sul Maria
Vittoria, ma lì c’è un discorso a parte; il controllo della cartella clinica poi lo vedremo
in altra sede, ma perché ho alcuni dubbi che, non essendo medico, poi andrò a
sviluppare (incomprensibile) diversamente. Però queste sono cose che esulano dal
discorso; perché faccio questo paragone? Perché un’altra persona anche, come diceva il
Consigliere Chessa, anche lei soggetta a questo, ha inoltrato la mail direttamente a chi
di dovere, naturalmente ai servizi, all’ASL e tutto quanto, non ha fatto neanche lei il
tampone in casa, poi passa il tempo e naturalmente le cose vanno avanti.
Oggi, noi abbiamo un servizio in cui i tamponi sono moltissimi, tantissimi, quindi non si
può dire che - e non voglio difendere il Presidente Cirio - non è stato fatto nulla da parte
della Regione, anzi il numero è imponente di tamponi a confronto di quello che era
prima. Secondo me è stato fatto un errore a monte che è quello che ha fatto la Regione
Piemonte come tante altre regioni: quando abbiamo approvato, grazie anche a molti
Consiglieri del Consiglio Comunale e quindi tutti quelli che l’hanno votato, ci
mancherebbe…, io feci un ordine del giorno in cui chiedevo di riaprire l’ospedale Maria
Adelaide, se vi ricordate, prima delle vacanze, come ospedale Covid di 1° e 2° livello,
naturalmente. Perché noi oggi abbiamo tutti gli ospedali che fanno tutto, le Molinette
vengono intasate e quindi vengono fra virgolette “contaminate”, fra virgolette
“contaminate”. Non mi venga a dire… Russi lo sa meglio di me che ci sono le TAC
sotto, al Pronto Soccorso, alcune fanno solamente Covid e altre non fanno tutto Covid,
ma poi quelle che non sono Covid diventano poi anche quindi soggette a chi entra dopo
in altre maniere, quindi qualcosa un po’ ho capito anch’io; e naturalmente noi abbiamo
ospedali che adesso hanno bloccato le visite, stanno bloccando le visite, naturalmente
non quelle urgenti, stanno bloccando le cose programmatiche, quando era una cosa
semplice, ma lo dice Petrarulo che fa il commercialista e non fa il medico, ci
mancherebbe, anche se l’esperienza purtroppo di vita di questi ultimi mesi mi ha toccato
non poco e potrei non dico fare diagnosi, ma sapere come funziona la Sanità in tutti i
campi, ci mancherebbe, dal campo ortopedico, al campo cardiologico, pneumologico e
via discorrendo.
Che significa questo? Che bastava e basterebbe dedicare… abbiamo tanti ospedali a
Torino, no? Alcuni ospedali specifici anche di nuovo livello, non so, faccio un esempio
stupido: il Maria Vittoria fa solamente tutto il Covid, le Molinette fa tutto quello che
non riguarda il Covid, quindi tutti i pazienti vanno in un ospedale in cui c’è a 360 gradi
(incomprensibile) che significa questo? Non perderemmo e non avremmo morti di gente
che potrebbe avere infarti, tumori e via discorrendo e avremmo gente che col Covid
potrebbe essere curata e guardata all’interno di quello che è il discorso ospedaliero.
Quello che riguarda gli USCA anche, ad esempio… sono settori molto importanti, però
voi capite benissimo che c’è un discorso molto semplice: il medico curante manda una
mail dopo sette, otto, dieci giorni, cinque, sei, quello che sia, se viene - o forse viene,
non lo so, perché non li conosco tutti, conosco il mio medico curante solo -, molte volte
non viene, molte volte la persona che era quindi in quella maniera peggiora, altre volte
sono giovani, e migliorano. Quindi però... siccome io da un medico, quando ti saluta,
non accetto mai “auguri”, ma accetto la diagnosi, io gli auguri li faccio per Natale, li
faccio per Pasqua, da un medico aspetto una diagnosi. Da chi fa questo mestiere aspetto
delle risposte certe, che siano…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

PETRARULO Raffaele
...che sia il Comune, ci mancherebbe, sto concludendo, e però, a questo punto, chiedo
anche una cosa molto importante: questo sistema di allargamento dei contagi o dei non
contagi o di quelli non mappati o di quelli non controllati, sicuramente ci porterà ad un
sold out che arriverà a breve; non è possibile, quindi è difficile andare a controllare.
Siamo ancora in tempo coi test rapidi, siamo ancora in tempo nell’andare a riaprire
alcuni ospedali, il Maria Adelaide per esempio è uno tra questi, ma l’Oftalmico con
20 letti fa ridere, è importante ma fa ridere. Siamo un milione di abitanti in provincia di
Torino.
Chiudo chiedendo questo, naturalmente: innanzitutto, ripresenterò la possibilità di
riaprire l’ospedale Maria Adelaide perché la mozione del Consiglio Comunale chiedeva
questo e quindi va riaperto in tempi brevi, in modo che disimpegniamo altri ospedali e
che si continui nelle cure normali e importanti come tumori, infarti, cardiologia e via…
negli ospedali di eccellenza, quindi col Comune in prima linea che naturalmente dia non
dico gli indirizzi, ma dia suggerimenti. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Adesso ho il Capogruppo Tresso. Prego, ne ha facoltà.

TRESSO Francesco
Sì, grazie Presidente. Anche io mi unisco ai ringraziamenti, al Collega Chessa, per aver
presentato un’interpellanza che ci riporta a discutere di questo argomento. Gli elementi
di preoccupazione sono molti e sono stati espressi anche a livello personale da molti
interventi che mi hanno preceduto; sappiamo che ci sono state anche a livello nazionale
delle promesse che sono state disattese, erano state indicate quasi... un notevole numero
di unità intensive in più che viceversa... circa 1.600 posti di unità intensive quando ne
erano state promesse più di 4.000, quindi questo si ripercuote poi in maniera evidente
anche a livello locale. Sicuramente ci sono delle responsabilità non solo a livello
governativo, ma anche a livello regionale, gravi; sono già state evidenziate e non
abbiamo avuto l’accortezza di accelerare una serie di processi quali quello per esempio
di poter essere attrezzati a livello di tamponi per poter tracciare meglio e soprattutto in
maniera celere i contagi, non abbiamo attivato le USCA perché, ad oggi, sono state
attivate meno della metà di quelle che la normativa prevede, ugualmente abbiamo avuto
dei problemi a livello di Servizio Sanitario Locale e quindi anche il SISP continua ad
avere delle lacune che si riflettono sul servizio dei medici di base, che spesso sono
lasciati anche senza avere degli indirizzi precisi. Mi duole però rammentare un aspetto,
che tutti questi temi, che sono stati dettagliati a livello dell’interpellanza, quindi mi
riferisco all’attivazione delle USCA, a continuare, diciamo, ad insistere sul discorso dei
test diagnostici, a predisporre delle strutture ospedaliere dedicate ai pazienti Covid in
modo da non andare ad intasare le altre - non solo le unità intensive e sub intensive, ma
anche tutta la medicina ordinaria -, il predisporre un piano urgente di
approvvigionamento e distribuzione dei DPI, provvedere a una riorganizzazione
funzionale del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, se vogliamo anche continuare ad
assicurare l’assistenza specialistica territoriale, erano tutti i punti - in particolare, io ne
avevo segnati sette - presenti in un ordine del giorno che io presentai e fu votato
all’unanimità dal Consiglio Comunale del 20 aprile di quest’anno, quindi eravamo in
fase di... insomma, di decrescita del contagio e si iniziava ad avere qualche elemento di
speranza, ma, insomma, si sapeva che c’erano ancora delle grossissime criticità e si
chiedeva, appunto, di mettere mano, in maniera più perentoria, a livello regionale, a
queste criticità. Nulla è stato fatto. Adesso, non credo che ci sia... non vedo in linea in
Consiglio la Sindaca, però io, Presidente, lei me ne è testimone, credo poi di essermi
sfiancato perché le ho fatto decine di mail, ho chiesto a lei, alla Sindaca, al Gabinetto
per sapere se almeno era stata prodotta una mail a seguito di quell’ordine del giorno nei
confronti del Presidente Cirio e dell’Assessore Icardi.
Allora, non possiamo neanche poi sempre limitarci a lamentare che ci sono dei
disservizi a livello di organi sovraordinati, quando poi non siamo in grado noi stessi di
farle, secondo il livello istituzionale che ci è consono…, a non farcene parte e andare a
chiedere risposte adeguate, perché che noi stiamo oggi in 40 a discutere di questo tema
all’interno del consesso del Consiglio Comunale va molto bene, questo sicuramente
riporta l’attenzione e alza il livello di sensibilità e tutti noi abbiamo casi, ahimè
purtroppo anche tragici, personali da raccontare, però poi siamo un’istituzione che come
istituzione deve sapersi muovere e quindi saper interloquire a quei livelli in cui si
chiedono delle garanzie per i propri cittadini. Questo in fondo chiedeva l’ordine del
giorno e, lei me ne è testimone, nulla è stato fatto in questi mesi dal punto di vista di
chiedere, anche perché c’era una funzione che era proprio stata avocata e richiesta dal
Consiglio Comunale di poter prendere una posizione.
Allora, questo mi spiace parecchio perché, se oggi siamo qui a dire che non sono state
fatte tutta una serie di iniziative che avrebbero potuto far sì che oggi non fossimo in una
situazione così drammatica e che ahimè implica poi tutta una serie di aspetti sulla vita
quotidiana che sono molto molto gravi - abbiamo visto il tema delle scuole, pensiamo
appunto a quanto può invece avere di riflessi sull’economia spiccia e locale di tutti i
cittadini -, però tutto questo andava rappresentato con maggiore veemenza a livello
proprio di rapporti istituzionali. Quindi questo, ribadisco, io credo di averlo provato a
sollecitare in tutte le maniere; non sapevo più cosa fare, se non andare direttamente a
legarmi davanti all’ufficio della Sindaca, ma se mai è stata data risposta, tra l’altro
anche, come dire, con un atto di poca sensibilità e poco rispetto di quello che è il
Consiglio Comunale che vota un atto a cui poi non viene dato nessun riscontro.
Quindi, ribadisco e vado a chiudere. Sicuramente, è molto importante riprendere questi
discorsi, non abbassare assolutamente la guardia, anzi chiedere con maggior forza che
queste misure vengano messe in atto, anche se ormai siamo…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

TRESSO Francesco
... che è molto tardiva, proprio per questo andavano forse evidenziate anche da parte
nostra con maggiore tempestività, come d’altronde avevamo deciso di fare. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
A lei. Ho la Vicepresidente Ferrero, prego ne ha facoltà per cinque minuti.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Grazie, Presidente. Io vorrei apporre la firma, perché non sono riuscita a farlo da casa,
sull’interpellanza del Consigliere Chessa che ringrazio; ritengo che un’eventuale
chiusura o lockdown o comunque anche queste manovre del coprifuoco, delle chiusure
del comparto culturale molto pericolose, in un momento in cui era già un comparto
molto in difficoltà, siano un fatto conclusivo di un processo non adeguato di mappatura,
di isolamento, di cura, di presa in carico delle persone contagiate, delle persone che
siano risultate positive, perché vale sempre il detto che “prevenire è meglio che curare”
e non possiamo delegare, come Politica e Forze - io credo unite - di Maggioranza e
Minoranza, una situazione che, di fatto, pare scappata di mano.
Ci sono casi misti, ora in ospedale non si va per paura e, se si arriva... e si arriva anche
noi stessi a trascurare delle patologie da parte dei cittadini, perché, comunque, è tutto
insieme e non ci sono percorsi separati; non… possiamo evidenziare anche quelle che
sono state le asimmetrie, le mascherine che non servivano, che non venivano addirittura
indossate in certi reparti dal personale sanitario e che ora, invece, giustamente,
dobbiamo indossare tutto il giorno. I test sierologici che non dovevano essere analizzati
nei laboratori privati, io e il Vicepresidente Lavolta scrivemmo, proprio, un atto nei
confronti dell’Amministrazione Cirio, i tamponi che sono di vario tipo, questi tamponi
veloci che dovrebbero arrivare. Esiste una moltitudine di situazioni che vanno,
comunque, messe nella situazione di chiarezza, di fare chiarezza. Siamo troppo pieni di
paura e la paura è data da questa incertezza, abbiamo migliaia di ragazzi che devono
poter fruire della scuola, perché è un momento educativo e devono essere anche messi
nella condizione di essere sicuri, e abbiamo, più che altro bisogno, appunto, di fare
chiarezza su questo... sul tracciamento e sulla presa in carico dell’ASL, sulle migliaia di
soluzioni che vengono, appunto, i tipi di tampone, i tipi di sierologico, anche io che
sono in Politica, che cerco di essere estremamente informata, pur non essendo un
medico, pur non avendo contratto il virus, cerco di essere informata, mi trovo ogni
giorno ad avere troppe informazioni e troppo variopinte. Abbiamo visto mettere in
campo molte... abbiamo gli strumenti e li abbiamo visti mettere in campo nel primo
lockdown, io non posso non ricordare l’allestimento delle OGR, la brigata cubana,
quello che ha fatto l’Esercito, io credo che gli strumenti, a questo punto, ci siano, ma
vadano in qualche modo raccordati e che ci sia assolutamente la necessità della regia
che, purtroppo, non può fare per competenza al Comune, il Comune può solo reclamare
ad alta voce e lo stiamo facendo, credo, con questa interpellanza, che ci sia una regia più
precisa, che ci siano dei trattamenti adeguati e non bisogna che la Regione faccia
comunicazioni e ci sia assolutamente necessità che la Regione faccia comunicazioni e
chiarezza sui numeri. Perché un cittadino spaventato e smarrito non è il cittadino che
vorremmo, perché c’è ancora tempo per riordinare, ma è sempre troppo tardi se non si
parte come riorganizzazione. Io credo che, noi avevamo chiesto, quando ci fu la
richiesta della variante urbanistica sul Parco della Salute, avevamo chiesto le case della
salute, che ci sarebbero state fortemente utili in questo momento, dopo quello che sarà
un anno, non potremmo più chiamarla emergenza, ma se è una situazione che, appunto,
come abbiamo visto, perdura e riparte, va trattata come una questione che va
organizzata e mantenuta nell’organizzazione, come dico, che non può essere comunale
per competenza, ma che deve essere, assolutamente regionale. Quindi la Regione si
faccia carico e prenda in carico questa situazione, dandoci dati precisi, dandoci
informazioni precise e mettendo, soprattutto, i ragazzi nella condizione di poter vivere
la loro scuola e la loro, anche... non è solo offerta, socialità.

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Ho concluso, grazie. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Ho iscritta ora la Consigliere Tisi. Ne ha facoltà per cinque minuti, prego.

TISI Elide
Sì, grazie Presidente. Io cercherò di essere molto rapida, anche perché molte cose sono
già state dette. Intanto, anche io ringrazio il collega Chessa per aver sollevato questa
tematica, naturalmente, io non farò riferimenti di carattere personale o familiare, ma
credo ci siano alcuni elementi di contesto che, probabilmente, è bene richiamare.
Intanto, sicuramente, in questo momento i numeri dei ricoveri in terapia intensiva sono,
diciamo, relativamente contenuti, rispetto ai dati che avevamo nella primavera. Quello
che, a mio parere, risulta essere estremamente preoccupante e che rischia di andare
verso la saturazione, sono, diciamo, le… comunque i ricoveri nei posti letto in
subintensiva o in posti letto ordinari ospedalieri. Perché richiamo questi dati, diciamo
così, queste preoccupazioni di contesto? Perché stiamo andando verso un periodo
dell’anno in cui, notoriamente, il bisogno di ricoveri, in particolare, da parte di
popolazione anziana, è stato da sempre in aumento, in particolare e in coincidenza con
la stagione invernale, ha sempre visto un aumento di richiesta di posti letto non… sto
parlando di fabbisogno, diciamo così, ordinario. Allora, io credo che, questa seconda
ondata di contagi, ci debba preoccupare, anche perché la volta scorsa si andava verso la
stagione estiva, adesso andiamo verso una stagione che ha delle peculiarità, comunque
di richiesta di bisogno di salute e di ricoveri che, sicuramente, necessita di risposte
(incomprensibile). Allora, io mi domando se all’interno del confronto e all’interno della
conferenza cittadina sanitaria e sociosanitaria, ci siano degli elementi, appunto, di
confronto tra la Città e l’Azienda Sanitaria, su questo punto specifico e su come potrà
essere affrontata una stagione invernale, che rischia, davvero, di far saltare tutti i livelli
di programmazione ospedaliera, in assenza di una struttura, diciamo, dedicata in
particolare ai positivi, anche quelli che vengono rilevati all’interno delle RSA. Perché
abbiamo notizia anche in questi giorni, purtroppo, dei nuovi focolai anche all’interno
delle RSA. Questo è uno dei punti su cui vorrei richiamare l’attenzione, ma su cui vorrei
anche capire che tipo di interlocuzione ha la Città all’interno dei luoghi
istituzionalmente dedicati, su questa tematica. Parimenti, io credo che un’attenzione
particolare vada posta a tutte quelle che sono le attività domiciliari, dal funzionamento
degli USCA nella nostra città fino all’attività, diciamo, tradizionale di cura
sociosanitaria a domicilio che, naturalmente, in questo momento non può essere ridotta,
ma, anzi, dovrebbe essere potenziata se si vuole evitare, anche qui, una moltiplicazione
delle richieste di ricovero. Naturalmente, per farlo, questo necessita... per poterlo fare è
necessario che ci sia un’attenzione particolare (incomprensibile) alle persone che
lavorano in questo comparto, con, ad esempio, dei meccanismi di tamponamento, poi
sappiamo, abbiamo anche notizia che sono arrivati in Regione questi tamponi,
cosiddetti, “rapidi” e che quindi possono dare un risultato anche molto veloce, credo che
non possa riguardare soltanto coloro i quali operano all’interno delle strutture, ma
sicuramente tutto il personale, sia pubblico che del privato sociale che lavora a
domicilio, e se questo non viene fatto possono diventare dei veicoli di contagio, che,
come dire, rischiano di moltiplicare le problematiche. Io penso che, il periodo invernale
richiami anche la necessità di porre attenzione ad ulteriori attività, penso, ad esempio, a
tutta la problematica dei senza dimora, su cui è evidente che ci debba essere una
interazione strettissima, tra le scelte e le attività che, come Città decideremo di mettere
in campo, presumo a breve, perché oramai siamo prossimi all’abbassamento delle
temperature, soprattutto, nelle ore notturne, ma anche in stretta sinergia col sistema
sanitario, perché questa è un'altra delle grandi criticità di persone che, molto spesso, non
hanno, poi, un luogo durante il giorno dove ripararsi e che dunque necessitano di essere
costantemente monitorate, e con loro gli operatori che se ne occupano. Io, chiudo,
ricordando, appunto, la necessità, sicuramente, di un potenziamento del lavoro di
programmazione anche all’interno, e chiudo, della nostra conferenza cittadina
(incomprensibile) sociosanitaria dove, ovviamente, le strategie, almeno su tutto l’ambito
sociosanitario che però riguarda una fascia molto ampia di popolazione fragile, tra le
quali, quella degli anziani…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

TISI Elide
... deve essere assolutamente messa in atto. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliera. Io non ho altre richieste di intervento in merito
all’interpellanza generale. Aspetto solo un attimo, magari qualcuno non è ancora
riuscito a segnarsi. Non vedo richieste di intervento. Allora possiamo dare come
conclusa la trattazione dell’interpellanza generale consiliare.
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