Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Procediamo allora adesso con la successiva interpellanza, mi riferisco all’interpellanza generale consiliare, la n. mecc. 202002272/002, presentata dal Consigliere Chessa e sottoscritta da altri Consiglieri, e ha come oggetto: “Gestione regionale della pandemia di Covid-19 mediante analisi di positività (tamponi) e tracciabilità dei contatti nella città di Torino” SICARI Francesco (Presidente) Lascio adesso la parola al Consigliere che ha presentato questa interpellanza per l’illustrazione e ne avrà facoltà per tre minuti, e poi si può comunque intervenire all’interno della discussione con i tempi dell’interpellanza generale, quindi cinque minuti. Prego, Consigliere Chessa. CHESSA Marco Grazie, Presidente e buon pomeriggio a tutti. Ho ritenuto opportuno portare in Consiglio Comunale una situazione che sta coinvolgendo tanti cittadini torinesi in questo momento che sono alle prese con la situazione Covid, che purtroppo tutti noi conosciamo; una situazione che stanno vivendo, e io ho vissuto personalmente fino a qualche giorno fa, e che anche altri Consiglieri e Consigliere, ai quali va il mio più caro augurio, stanno affrontando come tanti cittadini torinesi. Una situazione che in questo momento vede una grandissima incertezza e soprattutto poche risposte da parte di chi dovrebbe garantire un servizio rapido ai cittadini torinesi, anche ai contribuenti torinesi. Una situazione che, a parte il vissuto personale, ma anche quello di altri cittadini che contattano giornalmente qualsiasi Consigliere Comunale, vede segnalazioni di medici di base in totale difficoltà nel gestire le richieste e le segnalazioni dei cittadini che mostrano sintomi o entrano a contatto con soggetti positivi, i tempi di attesa per i tamponi, il primo tampone, per i tamponi di controllo, per avere un esito, e soprattutto il pensiero va a chi ha un’attività individuale o commerciale e a come possa gestire momenti di grandissima attesa per avere delle risposte. In più, c’è il problema del tracciamento dei contatti dei soggetti positivi che molto spesso vengono rintracciati dopo più di 10 giorni in cui vengono a contatto con un soggetto positivo al Covid-19; in tutto questo, le risposte che riescono a dare le Aziende Sanitarie Locali in questo momento sono inefficienti e inefficaci per scarsità di disponibilità varia, impossibilità di raggiungimento dei call center, e a volte anche la qualità di informazioni che non sono coerenti tra un operatore e l’altro, che generano ulteriore confusione. Il problema delle code agli hotspot che stanno... ancora sulle testate quotidiane di oggi vengono segnalate. Tutto questo porterebbe a pensare che sarebbe ora, ma credo che sia già abbastanza tardi, di potenziare la struttura per affrontare questa emergenza, vediamo cambi in corsa sia nella modalità della gestione e sia nelle modalità di chi deve gestire quest’emergenza; probabilmente abbiamo pagato una scarsa programmazione da parte di chi doveva occuparsene nei mesi precedenti e quindi troviamo una grandissima difficoltà che sta coinvolgendo tantissimi cittadini torinesi. In più, i giornali anche di questa mattina segnalano una situazione nelle RSA che raggiunge di nuovo i livelli di guardia, ne abbiamo anche dibattuto in un Consiglio aperto, spero che non si verifichino più le situazioni che hanno coinvolto queste strutture all’inizio dell’anno e vorrei anche segnalare il fatto che in questo momento vengono sospese le visite mediche per soggetti che magari potrebbero averne bisogno. Quindi, volevo… l’intento di questa interpellanza generale era di portare in Consiglio Comunale… - mi scuso se non l’ho sottoposta ai Capigruppo di Minoranza, ma i tempi erano stretti e speravo che se ne potesse parlare qui oggi e così è stato -, per capire cosa possiamo fare come Consiglio Comunale o quali indirizzi poter dare alla Giunta per affrontare questa tendenza che purtroppo sta prendendo una piega sempre più critica e negativa. In questo momento ci sono tanti cittadini che si sentono abbandonati a loro stessi, a loro va la mia più grande vicinanza e spero che noi come Consiglio riusciamo a porre delle azioni efficaci e di supporto ai nostri concittadini. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliere Chessa. Adesso iniziamo con gli interventi da parte dei Consiglieri, la prima segnata è la Consigliera Grippo, ne ha facoltà per cinque minuti, prego. GRIPPO Maria Grazia Sì, grazie Presidente. Io vorrei ringraziare il Consigliere Chessa per aver posto l’attenzione su una vicenda che purtroppo ci vede accomunati da una stessa condizione. Personalmente, io sto ancora aspettando, nella mia condizione di Covid positiva, di essere contattata dall’ASL. Purtroppo, il mio stesso medico di base mi ha detto che sarebbe stato complicato avere una risposta in tempi brevi. Il fatto che io abbia la capacità personale e anche le opportunità di avere informazioni e strumenti per poter creare in modo però del tutto artigianale e autoprodotto una rete di protezione nei confronti delle persone con le quali eventualmente posso essere venuta in contatto, non significa che questa condizione sia una condizione, come diceva bene prima il Collega Chessa, condivisa anche dalle altre cittadine e cittadini. Aggiungo che, tutto sommato, nel momento di difficoltà - e assicuro che, voglio dire, l’ho provato sulla pelle, ma non c’era bisogno perché era ben chiara quale fosse la situazione - è più difficile radunare le idee e auto-organizzarsi per fare tutto e tutto nel migliore dei modi. È quello che certamente è mancato nei mesi in cui la pandemia ha dato un pochino di tregua, che sono i mesi dell’estate, è mancato un investimento in termini organizzativi e non soltanto economici, affinché si arrivasse all’appuntamento dell’autunno - che era un appuntamento atteso - con le modalità necessarie per farsi carico delle persone che si sarebbero trovate, e sono sempre di più, in questa situazione, invece doveva essere il primo pensiero. Con esso, c’è il tema degli ospedali e di quelle che erano le aspettative che si sono create nel corso dei mesi in termini di assunzioni di personale, in termini di organizzazione di carattere generale, che purtroppo non sono state coltivate così come ci era stato promesso. Quindi, mi associo nella buona volontà espressa da parte del Collega Chessa; credo di poterlo fare a nome del mio Gruppo per poterci mettere nelle condizioni, Presidente - anche se, in termini di competenze sul piano sanitario, il Comune di Torino esprime una parte compendiante e non diretta -, affinché, intanto, venga fatta luce sulle difficoltà che ha il sistema a rispondere alle esigenze dei cittadini, ma soprattutto metterci nelle condizioni di poter intervenire su… SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. GRIPPO Maria Grazia Sì, certo Presidente… poter intervenire su quelli che sono i punti di caduta per andare verso le prossime settimane, che saranno sicuramente peggio di quelle che abbiamo vissuto. La ringrazio. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliera Grippo. Adesso ho il Consigliere Mensio, ne ha facoltà per cinque minuti, prego. MENSIO Federico Grazie, Presidente. Mah, grazie al Consigliere Chessa, ci siamo anche confrontati su questo atto. Devo dire che, come lui e come anche la Consigliera, che ha parlato prima di me e altri, la situazione che sta vivendo il Piemonte, e in particolare la nostra città, rispetto alla gestione di questa emergenza pandemica, ha dei connotati di una storia che potrebbe diventare benissimo un giallo, un thriller ma anche sfortunatamente un po’ un libro comico. Non sono, normalmente, chi mi conosce, uso addentrarmi in discussioni di cui non ho la piena contezza, men che meno se si tratta di questioni come la salute, ma, in questo caso, avendo vissuto in prima persona la gestione del Covid in Piemonte e in città - tra l’altro vicenda che mi sono permesso di raccontare su diversi canali e da alcuni definita tra incredibile, aberrante, surreale e kafkiana - mi vorrei esprimere. Ecco, con la mia famiglia abbiamo vissuto direttamente sulla nostra pelle - anche se devo dire fortunati, un quadro clinico senza nessun sintomo - la totale incapacità da parte degli organi deputati - e, come ha detto la Consigliera prima, la Città di Torino in questo ha una residualissima competenza -, proprio di dare informazioni chiare, precise, puntuali e io mi sarei anche augurato tempestive, soprattutto quando si tratta di evitare di diffondere un virus come quello della SARS-CoV-2. Sono anche certo però che le persone che sono in prima linea, come anche il Collega Russi, per aiutare i cittadini e i malati, siano persone serie, scrupolose e preparate, ma è evidente che - come coloro che, proprio questi, dovrebbero aiutare e assistere, cioè i cittadini -, sono lasciate a se stesse e con la sola propria buona volontà di risolvere i problemi. Ad esempio, iniziamo dal fatto che nei mesi successivi alla cosiddetta “prima ondata” non si siano previsti tutti gli scenari possibili a cui si andava incontro e le eventuali misure o contromisure per ridurre il diffondersi del contagio. Questo si può anche evincere dal fatto che nei giorni festivi e il sabato il centralino dell’ASL di Torino non risponda al pomeriggio; è come se al pomeriggio non ci fossero problemi, poi negli altri giorni devo dire che anche nelle otto ore in cui è aperto prendere la telefonata, la linea è come se si cercasse di partecipare ad un quiz televisivo in diretta degli anni ‘90, e comunque, anche quando rispondono, le risposte non sono sempre esaustive e complete. Devo poi dire che inviare le ordinanze di quarantena, utilizzando la posta elettronica tradizionale e non gli strumenti deputati per legge alle notifiche di atti pubblici, potrebbe diventare, e in qualche caso è diventato, un problema. È vero, in caso di emergenza, cioè qualche mese fa, potevo anche comprenderlo, ma in questo caso si sarebbe almeno dovuto definire e comunicarlo in modo un po’ più formale. Altre comunicazioni arrivavano poi da un indirizzo di posta elettronica di una società privata, senza una firma, un’indicazione del mittente, rischiando anche da parte mia di essere confuse con mail indesiderate o pericolose oppure di essere perse, grazie ai sistemi di verifiche di sicurezza delle varie caselle di posta. Ho scritto al passato proprio perché, su questo almeno so di parlare con certezza, mettendomi in contatto con i responsabili per gli strumenti informatici delle ASL di Torino, i quali, probabilmente, come ho detto prima, hanno agito in modo assolutamente professionale e immediato, forse anche dietro mia segnalazione, e hanno posto soluzione al problema; e ritorno al fatto che proprio hanno agito in modo professionale perché sono persone che ritengo consapevoli della delicatezza del ruolo che ricoprono in questo momento e hanno, secondo me, agito con vero spirito di servizio nei confronti dei cittadini. Non finisce qui, io ad esempio sono ancora in attesa da 14 giorni di un qualsiasi documento che attesti la mia quarantena. Di mia sponte ho portato mia figlia più grande ad eseguire il tampone di verifica risultato poi fortunatamente negativo per evitare che perdesse ulteriori giorni di scuola perché non è mai stata chiamata; peraltro, a mia figlia più piccola…, per la prima volta in vita mia ho visto un’ordinanza di quarantena retroattiva, è stata protocollata l’8 di ottobre, ma a far data dal 2 di ottobre; peccato che persino noi l’abbiamo saputo da una telefonata del Dirigente scolastico il 4 dello stesso mese. E qui vorrei individuare le prime responsabilità sulle corrette informazioni di cosa è isolamento, quarantena, quanti giorni, se il tampone va fatto o meno, dopo quanto tempo. Ebbene, dalle ultime indicazioni del Ministero credo che sia chiaro a pochi, veramente pochi, forse solo quasi chi le ha scritte, certamente non ai cittadini comuni che, come detto, in assenza di informazioni precise e puntuali non sono in grado di interpretare tali indicazioni, e quando le cose non sono chiare rischiano di generare sia confusione e soprattutto di non raggiungere lo scopo previsto, cioè di evitare ulteriori contatti. Che dire, tra l’altro, dello schema che gira nei social o sui mezzi di stampa in questi giorni della Protezione Civile? Uno schema che potrebbe anche essere annoverato tra i rebus di Giancarlo Brighenti della Settimana Enigmistica. Ebbene, in tutto ciò, dal momento in cui mia figlia, cioè circa 21 giorni, è dovuta stare in isolamento, i numeri in provincia di Torino - di Torino non ci sono, solo della città - dei nuovi positivi sono i seguenti: da +68 di 21 giorni fa a +1.281 rispetto al giorno prima di positivi ogni giorno, quindi con punte appunto di 1.281, passando per 700, 500 e via dicendo. Se poi vado a vedere la percentuale dei positivi… SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. MENSIO Federico Sì, ho finito… siamo quasi al 20%, ben oltre il 3% indicato come soglia, perché ci sia un efficace tracciamento. Non esiste più alcun sistema di tracciamento minimamente in grado di assolvere il problema. Bene, io non sono sorpreso di questi numeri perché, tra mancanza di informazioni, tra mancata (incomprensibile) di contatti, tra annunci di tamponi rapidi ancora prima di firmare delibere e non sappiamo neanche - notizia di oggi - se arriveranno nelle farmacie e quando, non ci possiamo sorprendere. C’era il tempo e c’era il dovere di prepararsi a tutto ciò, mettendo in campo persone, mezzi e tecnologie, ma si è preferito sperare in altro. Bene, detto ciò, io ringrazio le persone che se ne stanno occupando, ci sono delle responsabilità precise in tutto ciò, non sono da ricercare negli operatori della Sanità, nei cittadini, nei medici di base o in chi gestisce il sistema informativo, ma più in alto, perché il vecchio adagio per me è sempre valido: il pesce puzza dalla testa. SICARI Francesco (Presidente) Procediamo adesso con l’intervento della Consigliera Azzarà, ne ha facoltà per cinque minuti, prego. AZZARÀ Barbara Grazie, Presidente. Intanto, io vorrei riprendere il discorso del Consigliere Mensio, in particolare approfondire la questione scuola: era mercoledì 2 settembre quando i giornali titolavano: “La Regione Piemonte punta a creare una corsia preferenziale senza prenotazione per fare i tamponi agli studenti. Lo ha detto il Governatore Cirio all’inaugurazione del nuovo laboratorio analisi di La Loggia; il Piemonte è pronto”. Poi inizia la scuola e in realtà inizia il caos. Intanto, il numero per chiamare l’ASL di Torino è unico, quindi non hanno i Dirigenti scolastici nessun numero riservato, se provate a chiamare durante l’orario in cui è attivo vi dice che è sovraccarico, non mette neanche in attesa e vi scollega. Per chi non lo sapesse, negli hotspot scolastici, dopo i primi giorni in cui effettivamente si poteva andare senza prenotazione è iniziato il caos, code di chilometri che hanno posto un limite e quindi ci vuole adesso la prenotazione che deve partire o dall’ASL o dal medico curante; e allora che si fa? Beh, intanto una famiglia che ha un figlio risultato positivo di solito correttamente informa la scuola, ma la scuola deve attendere comunicazione ufficiale dall’ASL, però spesso non arriva e allora si inizia a cercare di mettersi in contatto con l’ASL, ma non ci si riesce. Allora, si prova ad usare il buonsenso e magari in via cautelare si mette in quarantena la classe nelle more di, cioè in attesa di, o magari anche no. Ricordiamo che i Dirigenti scolastici non sono autorità sanitarie, non sono medici, intanto passa il tempo. E le famiglie? Le famiglie vengono a scoprire magari della positività nelle chat, vanno in ansia, si inizia a tenere i figli a casa perché si ha paura oppure si fa il tampone per proprio conto, a proprie spese, e magari si scopre - come è successo pochi giorni fa in una scuola media proprio della città - che altri quattro compagni di classe erano positivi; e poi arriva l’ASL che si fa sentire e dice che non devono essere messi in quarantena, però, strano, quattro erano positivi. Il problema è che non tutte le volte le disposizioni sono uguali delle ASL, e voi direte: “Certo, dipende da caso e caso”, sono d’accordo, però è strano perché in alcuni casi, nella stessa classe e soprattutto nelle scuole superiori, dove gli studenti provengono anche da altri paesi e altri Comuni, ebbene, appartenendo ad ASL differenti, la stessa situazione viene gestita in maniera diversa dalle diverse ASL, e poi magari la scuola appartiene ancora a un’altra ASL e quindi arriviamo a cinque ASL differenti in una stessa classe, che danno tutte disposizioni differenti per uno stesso caso. Quindi, ci sono ASL che non considerano i compagni di tutta la classe contatti stretti, ma solo quelli vicini di banco; ci sono ASL che non mettono in quarantena tutta la classe perché ormai è passato troppo tempo, e in effetti, da quando si ha la comunicazione al fatto che è stato complicatissimo rintracciare le ASL stesse, si va avanti per giorni e quindi alé, continuiamo come se nulla fosse. Inoltre, i protocolli cambiano perché da inizio scuola, prima, con un caso di positività si faceva il tampone a tutti gli studenti della classe, oltre che la quarantena, e poi prima di farli tornare anche un tampone di controllo; ad oggi solo isolamento, se gli studenti non hanno sintomi, niente tamponi. Mi chiedo perché, cioè si è scoperto qualcosa di nuovo? Ci sono indicazioni diverse da parte dell’Istituto Superiore di Sanità o semplicemente le code degli hotspot sono troppo lunghe e si è deciso quindi di non tracciare più gli asintomatici? No, perché il problema è che, secondo quello che viene scritto sui giornali, proprio i bambini e i ragazzi in larga scala sono quasi tutti asintomatici, ma sono anche portatori silenti del virus, quindi una quarantena senza tampone vuol dire che la trasmissione può avvenire tranquillamente in famiglia. I ritardi nelle comunicazioni dell’ASL alle scuole può comportare quindi che gli studenti, non testati dalle famiglie a loro spese, diffondano in modo capillare il virus anche tra le loro conoscenze extrascolastiche, per non parlare degli insegnanti: alcuni vengono messi in quarantena senza tampone, tanto si sa, loro hanno la mascherina; altri con la stessa motivazione vengono mandati a scuola direttamente il giorno dopo, magari con la stessa classe in quarantena e quindi loro vanno nelle altre classi, oltretutto la mascherina in dotazione è quella chirurgica, non è un DPI; inoltre, anche se uno rispetta scrupolosamente tutte quelle che sono le indicazioni, ricordiamo che si passano dalle cinque alle otto ore nelle classi anche con 25 o 26 persone in ambienti chiusi, dove l’insegnante è l’unico con la mascherina e gli studenti a distanza di un metro, se seduti, la possono togliere. Altri insegnanti vengono sottoposti al tampone, se negativi rispediti a scuola senza aspettare ovviamente il termine della quarantena, ma possono solo andare a scuola e a casa, si chiama “isolamento fiduciario attivo”, e questo vale anche per il personale ATA, quindi non si capisce a cosa serva la quarantena, (incomprensibile) il tampone subito a questo punto. E allora se poi il virus si sviluppa dopo? Intanto, si è liberi di contagiare perlomeno la famiglia e le altre classi e non si capisce davvero, io non la capisco la ratio di un simile provvedimento. L’ultima questione è quella dei dati ufficiali dei contagi in ambiente scolastico. Io non sono riuscita a trovare questi dati della Città di Torino, eppure sono a conoscenza che vengono fatti dei monitoraggi nelle scuole dalle ASL, quindi mi chiedo perché non siano presenti... SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. AZZARÀ Barbara Sì, ho terminato. Mi chiedo come mai non siano presenti questi dati e come mai, diciamo, non vengano dati. Io chiedo come Consiglio Comunale della Città di Torino di poter venire a conoscenza di questi dati dei monitoraggi nelle scuole; questo è quello che si chiede, affinché si possa davvero essere sicuri quando si va a scuola e quando si sta in famiglia. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Adesso ho l’intervento del Consigliere Russi, ne ha facoltà per cinque minuti, prego. RUSSI Andrea Mi sente, Presidente? SICARI Francesco (Presidente) Sì, la sento. Prego. RUSSI Andrea Grazie, Presidente. Intanto, ringrazio il Collega Chessa per aver presentato questa interpellanza al Consiglio perché finalmente è l’occasione per parlare di una questione che affligge davvero tutti... moltissimi, in questo periodo, cittadini torinesi, ma tantissimi anche piemontesi perché la situazione è veramente disastrosa. Nella prima fase abbiamo avuto davvero tutti modo di cogliere le carenze di questa Giunta Regionale; io le ho vissute anche da operatore sanitario e ho visto che la prima ondata di contagi è stata veramente disastrosa, ho vissuto sul campo tutte le innumerevoli difficoltà a reperire proprio i più elementari dispositivi di protezione individuale, dalle mascherine filtranti ai camici idrorepellenti, dopo che nel frattempo il Piemonte stava diventando la seconda regione d’Italia per numero di contagi. Professionisti sanitari, medici e infermieri si sono ammalati e alcuni sono addirittura morti; ho anche dei colleghi che sono morti a causa della mancanza di adeguati strumenti di protezione negli ospedali, dopo, tra l’altro, non aver ricevuto tamponi promessi e io stesso farò il secondo tampone dall’inizio della pandemia soltanto mercoledì prossimo e anche questa è veramente una questione da affrontare, purtroppo non in questa sede ma... questa è la sede giusta anche per parlarne. Poi, come dimenticare scelte scellerate come l’autorizzazione al trasferimento di pazienti positivi all’interno delle residenze per anziani o il pasticcio delle segnalazioni dei medici di base andate perdute con centinaia di casi sospetti che svanirono nel nulla. Era una gestione in seguito alla quale anche qui a Torino avevamo chiesto il commissariamento della Sanità piemontese e si sperava dunque che ci fosse stato tutto il temo per prepararsi a gestire una seconda ondata, che era ben nota a tutti, sia a chi lavorava nel settore che anche a chi seguiva la questione dall’esterno che questa seconda ondata sarebbe arrivata soltanto nell’autunno. E invece dopo il disastro - perché è stato un disastro - di marzo e aprile ci troviamo di fronte, di nuovo, ad una gestione della seconda ondata per certi versi ancora peggiore, soprattutto perché era preannunciata da molto tempo e perché il tempo per correggere il tiro ci sarebbe stato. L’inefficienza di questa gestione tocca i diversi punti e sono già stati anche citati dai colleghi, però le code chilometriche per i tamponi negli hotspot le stiamo vedendo tutti, le persone recluse in casa in attesa degli esiti degli esami per il Covid, l’aumento costante e vertiginoso dei contagi e il maggior numero dei decessi rispetto ad altre regioni, fatta eccezione per la Lombardia, o la dotazione di posti letto ogni 100.000 abitanti più carente d’Italia. È assente un piano sugli ospedali da destinare all’emergenza Covid e il tessuto economico produttivo della nostra regione è in ginocchio. I posti letto per i pazienti Covid semplicemente sono creati sottraendoli ad altri reparti, succede anche nell’ospedale dove lavoro io, con centinaia di persone che potrebbero avere bisogno di cure che vengono lasciate a casa, con tutte le conseguenze del caso e ovviamente le gravi ripercussioni per esami e visite di routine. È una situazione che andrà inevitabilmente ad allungare ancora di più i tempi delle liste di attesa delle ASL piemontesi, ancora una volta abbandonate a se stesse in quanto non esiste al momento alcuna indicazione chiara nel piano pandemico. Questa volta però non parlo solo da operatore sanitario perché ho avuto la terribile sventura di assistere a queste inefficienze anche dall’altra parte della barricata in quanto ho i miei genitori che sono appunto malati di Covid con 39 di febbre da giorni e hanno dovuto attendere per il tampone dopo essersi recati due volte negli hotspot piemontesi, due, e una volta sono stati mandati indietro perché appunto c’era troppa gente in coda e sono dovuti tornare due giorni dopo; immaginate una persona di 65 anni distesa in macchina con vari problemi a dover aspettare quattro ore in coda per un tampone; e ho mia zia che dopo aver atteso per giorni un tampone domestico in quanto non può spostarsi, non ha la patente, non ha la possibilità di farlo, è stata portata via da casa con l’ambulanza e io mi auguro che nei prossimi vada migliorando, però, insomma, questa è veramente una gestione delinquenziale della Sanità pubblica. Nulla è cambiato dunque dalla prima ondata dei contagi, la Regione Piemonte era impreparata allora e lo è anche adesso con la seconda impennata dei casi; e se a marzo scorso la Giunta poteva avere qualche giustificazione plausibile parlando magari di ciò che aveva ricevuto in eredità, adesso non c’è alcun tipo di giustificazione. Io davvero non riesco ancora a capire cosa debba ancora fare questo Assessore, l’Assessore alla Sanità regionale, per farsi sfiduciare; non riesco a capire se stia venendo difeso per un braccio di ferro politico o perché davvero viene ritenuto meritevole di ricoprire quel ruolo, però qui si sta parlando di vite umane, bisogna mettere davvero al primo posto l’interesse e la salute dei piemontesi agli interessi di Partito. Serve davvero un Assessore alla Sanità che possa risolvere i problemi attuali eh, il problema non sono davvero, come ho sentito, i sei giorni di luna di miele in piena emergenza sanitaria, il problema è che pare che l’Assessore alla Sanità regionale sia in vacanza da quando è stato eletto. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliere Russi. Adesso ho l’intervento della Consigliera Patriarca. Ne ha facoltà per cinque minuti, prego. PATRIARCA Lorenza Grazie, Presidente. Io ho un osservatorio particolare, visto che appunto dirigo una grande scuola del centro città e ho avuto contatti con decine e decine di persone che si sono misurate col problema, oltre a doverlo fronteggiare regolarmente con la diligenza del buon padre di famiglia perché effettivamente lo scenario che è stato descritto dalla Consigliera Azzarà è effettivamente quello, al di là del grandissimo impegno e lavoro indefesso di decine e decine di operatori e di chi fa i tracciamenti. È, chiaramente, un problema organizzativo, il problema è sicuramente complesso, nessuno lo nega, ma questa Giunta avrebbe avuto tempo di prepararsi, no? Lo dicevamo nella scorsa primavera: il sistema, il problema e la soluzione probabilmente era quella di un sistema di sorveglianza attiva ed efficace per bloccare sul nascere i focolai; il problema di questo virus è che è un virus che, nella maggior parte dei casi, si manifesta in modo asintomatico per cui le persone vanno a spasso, sono malate e non lo sanno e quindi contagiano gli altri; quindi era necessario, appunto, lavorando sullo scenario ipotizzabile, incrementare la capacità di effettuare i tamponi moltiplicando i laboratori fissi e mobili, per poter mantenere il livello di contagio ad un livello basso e quindi permettere un livello di vita accettabile, senza dover chiudere, insomma, tutte le attività produttive, culturali, eccetera. Le modalità attuali di tracciamento sono laboriose, facilmente saturabili, infatti siamo arrivati al punto di decidere di non tracciare più i positivi, come avviene attualmente nella scuola; ognuno, però, è immerso nella rete di relazione e quindi, se non si va a cercare in questa rete di relazione l’origine dei contagi e si bloccano quindi... o si tenta di bloccare il più possibile la rete di trasmissione, c’è una crescita esponenziale dei positivi che ci ha portato ad oggi ad arrivare a misure restrittive molto importanti e con un fortissimo impatto sulle attività produttive e culturali e sulla qualità della vita delle persone. Quindi, io ritengo che si debba tener conto di che cosa si è fatto, di dove si è sbagliato e chi ha sbagliato deve, in qualche modo, render conto, ma soprattutto dobbiamo chiedere alla Regione che si cambi rotta prima che sia tardi, insomma. Siamo alla seconda ondata di restrizioni, non possiamo pensare di procedere come regione a singhiozzo. Quindi, io credo che come Comune dobbiamo provare, appunto, a chiedere all’Organo istituzionale più in alto e che è responsabile della gestione della Sanità regionale che cosa ha intenzione di fare prima che sia tardi, eh? Io dico che, ultimamente, in questo momento, la misura della reazione dipende da come riusciamo a fronteggiare questa emergenza sul piano sanitario. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, adesso ho come intervento il Capogruppo Petrarulo per cinque minuti. Ne ha facoltà. Prego. PETRARULO Raffaele Grazie, Presidente. Torniamo su un argomento che il Collega Chessa ha vissuto in prima persona, io l’ho vissuto in più riprese da marzo in avanti, ma non personalmente, ma con casi proprio... quindi eclatanti, con casi in cui ho testimonianza diretta. Faccio l’esempio di marzo per far capire, dove una donna, un soggetto, aveva febbre, ossa rotte, mancanza di gusto e olfatto, furono date e fatte tre mail di sollecito agli allora che dovevano fare i controlli, il tampone non fu fatto, lei restò a casa; per fortuna ebbe l’intelligenza, dopo oltre tre settimane, di andare, siccome stava ancora male naturalmente, senza gusto e olfatto, all’ospedale San Giovanni Bosco intasando il Pronto Soccorso, purtroppo è così, però permettetemi, se uno non va a casa..., dove poi vedendo la situazione fecero il tampone, arrivò a casa e fu negativo dopo un mese. Questo è un caso. Arrivo all’ultimo, purtroppo: il medico curante di mia mamma, vedendo quindi quest’infezione polmonare che aveva, quindi parliamo di fine settembre, aveva fatto un sollecito di una persona di 89 anni, quindi pensate questo, chiedendo quindi che venisse fatto un tampone personale a casa, perché mia mamma non voleva andare in ospedale, dando come riferimento il mio numero di cellulare che è sempre acceso e sempre presente. Nessuna telefonata ad oggi, dopo che mia mamma è mancata il 17 ottobre, non per Covid per fortuna, però, purtroppo, per altre cose, ma faccio una parentesi, facciamo... si parla tanto male della Sanità, ma la Sanità dell’ospedale Molinette è stata eccellente, in prima battuta dagli OSS, agli infermieri, ai medici, quindi dalla Medicina d’urgenza al Pronto Soccorso, alla Medicina del Professor Scaglione, quindi su questo bisogna dire che è giusto criticare, naturalmente, ci mancherebbe, ma un’eccellenza di quel tipo, una correttezza delle cure è stata di… di poco. Io penso che papà il 20 maggio sul Maria Vittoria… ho altre cose sul Maria Vittoria, ma lì c’è un discorso a parte; il controllo della cartella clinica poi lo vedremo in altra sede, ma perché ho alcuni dubbi che, non essendo medico, poi andrò a sviluppare (incomprensibile) diversamente. Però queste sono cose che esulano dal discorso; perché faccio questo paragone? Perché un’altra persona anche, come diceva il Consigliere Chessa, anche lei soggetta a questo, ha inoltrato la mail direttamente a chi di dovere, naturalmente ai servizi, all’ASL e tutto quanto, non ha fatto neanche lei il tampone in casa, poi passa il tempo e naturalmente le cose vanno avanti. Oggi, noi abbiamo un servizio in cui i tamponi sono moltissimi, tantissimi, quindi non si può dire che - e non voglio difendere il Presidente Cirio - non è stato fatto nulla da parte della Regione, anzi il numero è imponente di tamponi a confronto di quello che era prima. Secondo me è stato fatto un errore a monte che è quello che ha fatto la Regione Piemonte come tante altre regioni: quando abbiamo approvato, grazie anche a molti Consiglieri del Consiglio Comunale e quindi tutti quelli che l’hanno votato, ci mancherebbe…, io feci un ordine del giorno in cui chiedevo di riaprire l’ospedale Maria Adelaide, se vi ricordate, prima delle vacanze, come ospedale Covid di 1° e 2° livello, naturalmente. Perché noi oggi abbiamo tutti gli ospedali che fanno tutto, le Molinette vengono intasate e quindi vengono fra virgolette “contaminate”, fra virgolette “contaminate”. Non mi venga a dire… Russi lo sa meglio di me che ci sono le TAC sotto, al Pronto Soccorso, alcune fanno solamente Covid e altre non fanno tutto Covid, ma poi quelle che non sono Covid diventano poi anche quindi soggette a chi entra dopo in altre maniere, quindi qualcosa un po’ ho capito anch’io; e naturalmente noi abbiamo ospedali che adesso hanno bloccato le visite, stanno bloccando le visite, naturalmente non quelle urgenti, stanno bloccando le cose programmatiche, quando era una cosa semplice, ma lo dice Petrarulo che fa il commercialista e non fa il medico, ci mancherebbe, anche se l’esperienza purtroppo di vita di questi ultimi mesi mi ha toccato non poco e potrei non dico fare diagnosi, ma sapere come funziona la Sanità in tutti i campi, ci mancherebbe, dal campo ortopedico, al campo cardiologico, pneumologico e via discorrendo. Che significa questo? Che bastava e basterebbe dedicare… abbiamo tanti ospedali a Torino, no? Alcuni ospedali specifici anche di nuovo livello, non so, faccio un esempio stupido: il Maria Vittoria fa solamente tutto il Covid, le Molinette fa tutto quello che non riguarda il Covid, quindi tutti i pazienti vanno in un ospedale in cui c’è a 360 gradi (incomprensibile) che significa questo? Non perderemmo e non avremmo morti di gente che potrebbe avere infarti, tumori e via discorrendo e avremmo gente che col Covid potrebbe essere curata e guardata all’interno di quello che è il discorso ospedaliero. Quello che riguarda gli USCA anche, ad esempio… sono settori molto importanti, però voi capite benissimo che c’è un discorso molto semplice: il medico curante manda una mail dopo sette, otto, dieci giorni, cinque, sei, quello che sia, se viene - o forse viene, non lo so, perché non li conosco tutti, conosco il mio medico curante solo -, molte volte non viene, molte volte la persona che era quindi in quella maniera peggiora, altre volte sono giovani, e migliorano. Quindi però... siccome io da un medico, quando ti saluta, non accetto mai “auguri”, ma accetto la diagnosi, io gli auguri li faccio per Natale, li faccio per Pasqua, da un medico aspetto una diagnosi. Da chi fa questo mestiere aspetto delle risposte certe, che siano… SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. PETRARULO Raffaele ...che sia il Comune, ci mancherebbe, sto concludendo, e però, a questo punto, chiedo anche una cosa molto importante: questo sistema di allargamento dei contagi o dei non contagi o di quelli non mappati o di quelli non controllati, sicuramente ci porterà ad un sold out che arriverà a breve; non è possibile, quindi è difficile andare a controllare. Siamo ancora in tempo coi test rapidi, siamo ancora in tempo nell’andare a riaprire alcuni ospedali, il Maria Adelaide per esempio è uno tra questi, ma l’Oftalmico con 20 letti fa ridere, è importante ma fa ridere. Siamo un milione di abitanti in provincia di Torino. Chiudo chiedendo questo, naturalmente: innanzitutto, ripresenterò la possibilità di riaprire l’ospedale Maria Adelaide perché la mozione del Consiglio Comunale chiedeva questo e quindi va riaperto in tempi brevi, in modo che disimpegniamo altri ospedali e che si continui nelle cure normali e importanti come tumori, infarti, cardiologia e via… negli ospedali di eccellenza, quindi col Comune in prima linea che naturalmente dia non dico gli indirizzi, ma dia suggerimenti. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Adesso ho il Capogruppo Tresso. Prego, ne ha facoltà. TRESSO Francesco Sì, grazie Presidente. Anche io mi unisco ai ringraziamenti, al Collega Chessa, per aver presentato un’interpellanza che ci riporta a discutere di questo argomento. Gli elementi di preoccupazione sono molti e sono stati espressi anche a livello personale da molti interventi che mi hanno preceduto; sappiamo che ci sono state anche a livello nazionale delle promesse che sono state disattese, erano state indicate quasi... un notevole numero di unità intensive in più che viceversa... circa 1.600 posti di unità intensive quando ne erano state promesse più di 4.000, quindi questo si ripercuote poi in maniera evidente anche a livello locale. Sicuramente ci sono delle responsabilità non solo a livello governativo, ma anche a livello regionale, gravi; sono già state evidenziate e non abbiamo avuto l’accortezza di accelerare una serie di processi quali quello per esempio di poter essere attrezzati a livello di tamponi per poter tracciare meglio e soprattutto in maniera celere i contagi, non abbiamo attivato le USCA perché, ad oggi, sono state attivate meno della metà di quelle che la normativa prevede, ugualmente abbiamo avuto dei problemi a livello di Servizio Sanitario Locale e quindi anche il SISP continua ad avere delle lacune che si riflettono sul servizio dei medici di base, che spesso sono lasciati anche senza avere degli indirizzi precisi. Mi duole però rammentare un aspetto, che tutti questi temi, che sono stati dettagliati a livello dell’interpellanza, quindi mi riferisco all’attivazione delle USCA, a continuare, diciamo, ad insistere sul discorso dei test diagnostici, a predisporre delle strutture ospedaliere dedicate ai pazienti Covid in modo da non andare ad intasare le altre - non solo le unità intensive e sub intensive, ma anche tutta la medicina ordinaria -, il predisporre un piano urgente di approvvigionamento e distribuzione dei DPI, provvedere a una riorganizzazione funzionale del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, se vogliamo anche continuare ad assicurare l’assistenza specialistica territoriale, erano tutti i punti - in particolare, io ne avevo segnati sette - presenti in un ordine del giorno che io presentai e fu votato all’unanimità dal Consiglio Comunale del 20 aprile di quest’anno, quindi eravamo in fase di... insomma, di decrescita del contagio e si iniziava ad avere qualche elemento di speranza, ma, insomma, si sapeva che c’erano ancora delle grossissime criticità e si chiedeva, appunto, di mettere mano, in maniera più perentoria, a livello regionale, a queste criticità. Nulla è stato fatto. Adesso, non credo che ci sia... non vedo in linea in Consiglio la Sindaca, però io, Presidente, lei me ne è testimone, credo poi di essermi sfiancato perché le ho fatto decine di mail, ho chiesto a lei, alla Sindaca, al Gabinetto per sapere se almeno era stata prodotta una mail a seguito di quell’ordine del giorno nei confronti del Presidente Cirio e dell’Assessore Icardi. Allora, non possiamo neanche poi sempre limitarci a lamentare che ci sono dei disservizi a livello di organi sovraordinati, quando poi non siamo in grado noi stessi di farle, secondo il livello istituzionale che ci è consono…, a non farcene parte e andare a chiedere risposte adeguate, perché che noi stiamo oggi in 40 a discutere di questo tema all’interno del consesso del Consiglio Comunale va molto bene, questo sicuramente riporta l’attenzione e alza il livello di sensibilità e tutti noi abbiamo casi, ahimè purtroppo anche tragici, personali da raccontare, però poi siamo un’istituzione che come istituzione deve sapersi muovere e quindi saper interloquire a quei livelli in cui si chiedono delle garanzie per i propri cittadini. Questo in fondo chiedeva l’ordine del giorno e, lei me ne è testimone, nulla è stato fatto in questi mesi dal punto di vista di chiedere, anche perché c’era una funzione che era proprio stata avocata e richiesta dal Consiglio Comunale di poter prendere una posizione. Allora, questo mi spiace parecchio perché, se oggi siamo qui a dire che non sono state fatte tutta una serie di iniziative che avrebbero potuto far sì che oggi non fossimo in una situazione così drammatica e che ahimè implica poi tutta una serie di aspetti sulla vita quotidiana che sono molto molto gravi - abbiamo visto il tema delle scuole, pensiamo appunto a quanto può invece avere di riflessi sull’economia spiccia e locale di tutti i cittadini -, però tutto questo andava rappresentato con maggiore veemenza a livello proprio di rapporti istituzionali. Quindi questo, ribadisco, io credo di averlo provato a sollecitare in tutte le maniere; non sapevo più cosa fare, se non andare direttamente a legarmi davanti all’ufficio della Sindaca, ma se mai è stata data risposta, tra l’altro anche, come dire, con un atto di poca sensibilità e poco rispetto di quello che è il Consiglio Comunale che vota un atto a cui poi non viene dato nessun riscontro. Quindi, ribadisco e vado a chiudere. Sicuramente, è molto importante riprendere questi discorsi, non abbassare assolutamente la guardia, anzi chiedere con maggior forza che queste misure vengano messe in atto, anche se ormai siamo… SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. TRESSO Francesco ... che è molto tardiva, proprio per questo andavano forse evidenziate anche da parte nostra con maggiore tempestività, come d’altronde avevamo deciso di fare. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) A lei. Ho la Vicepresidente Ferrero, prego ne ha facoltà per cinque minuti. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Grazie, Presidente. Io vorrei apporre la firma, perché non sono riuscita a farlo da casa, sull’interpellanza del Consigliere Chessa che ringrazio; ritengo che un’eventuale chiusura o lockdown o comunque anche queste manovre del coprifuoco, delle chiusure del comparto culturale molto pericolose, in un momento in cui era già un comparto molto in difficoltà, siano un fatto conclusivo di un processo non adeguato di mappatura, di isolamento, di cura, di presa in carico delle persone contagiate, delle persone che siano risultate positive, perché vale sempre il detto che “prevenire è meglio che curare” e non possiamo delegare, come Politica e Forze - io credo unite - di Maggioranza e Minoranza, una situazione che, di fatto, pare scappata di mano. Ci sono casi misti, ora in ospedale non si va per paura e, se si arriva... e si arriva anche noi stessi a trascurare delle patologie da parte dei cittadini, perché, comunque, è tutto insieme e non ci sono percorsi separati; non… possiamo evidenziare anche quelle che sono state le asimmetrie, le mascherine che non servivano, che non venivano addirittura indossate in certi reparti dal personale sanitario e che ora, invece, giustamente, dobbiamo indossare tutto il giorno. I test sierologici che non dovevano essere analizzati nei laboratori privati, io e il Vicepresidente Lavolta scrivemmo, proprio, un atto nei confronti dell’Amministrazione Cirio, i tamponi che sono di vario tipo, questi tamponi veloci che dovrebbero arrivare. Esiste una moltitudine di situazioni che vanno, comunque, messe nella situazione di chiarezza, di fare chiarezza. Siamo troppo pieni di paura e la paura è data da questa incertezza, abbiamo migliaia di ragazzi che devono poter fruire della scuola, perché è un momento educativo e devono essere anche messi nella condizione di essere sicuri, e abbiamo, più che altro bisogno, appunto, di fare chiarezza su questo... sul tracciamento e sulla presa in carico dell’ASL, sulle migliaia di soluzioni che vengono, appunto, i tipi di tampone, i tipi di sierologico, anche io che sono in Politica, che cerco di essere estremamente informata, pur non essendo un medico, pur non avendo contratto il virus, cerco di essere informata, mi trovo ogni giorno ad avere troppe informazioni e troppo variopinte. Abbiamo visto mettere in campo molte... abbiamo gli strumenti e li abbiamo visti mettere in campo nel primo lockdown, io non posso non ricordare l’allestimento delle OGR, la brigata cubana, quello che ha fatto l’Esercito, io credo che gli strumenti, a questo punto, ci siano, ma vadano in qualche modo raccordati e che ci sia assolutamente la necessità della regia che, purtroppo, non può fare per competenza al Comune, il Comune può solo reclamare ad alta voce e lo stiamo facendo, credo, con questa interpellanza, che ci sia una regia più precisa, che ci siano dei trattamenti adeguati e non bisogna che la Regione faccia comunicazioni e ci sia assolutamente necessità che la Regione faccia comunicazioni e chiarezza sui numeri. Perché un cittadino spaventato e smarrito non è il cittadino che vorremmo, perché c’è ancora tempo per riordinare, ma è sempre troppo tardi se non si parte come riorganizzazione. Io credo che, noi avevamo chiesto, quando ci fu la richiesta della variante urbanistica sul Parco della Salute, avevamo chiesto le case della salute, che ci sarebbero state fortemente utili in questo momento, dopo quello che sarà un anno, non potremmo più chiamarla emergenza, ma se è una situazione che, appunto, come abbiamo visto, perdura e riparte, va trattata come una questione che va organizzata e mantenuta nell’organizzazione, come dico, che non può essere comunale per competenza, ma che deve essere, assolutamente regionale. Quindi la Regione si faccia carico e prenda in carico questa situazione, dandoci dati precisi, dandoci informazioni precise e mettendo, soprattutto, i ragazzi nella condizione di poter vivere la loro scuola e la loro, anche... non è solo offerta, socialità. SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Ho concluso, grazie. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Ho iscritta ora la Consigliere Tisi. Ne ha facoltà per cinque minuti, prego. TISI Elide Sì, grazie Presidente. Io cercherò di essere molto rapida, anche perché molte cose sono già state dette. Intanto, anche io ringrazio il collega Chessa per aver sollevato questa tematica, naturalmente, io non farò riferimenti di carattere personale o familiare, ma credo ci siano alcuni elementi di contesto che, probabilmente, è bene richiamare. Intanto, sicuramente, in questo momento i numeri dei ricoveri in terapia intensiva sono, diciamo, relativamente contenuti, rispetto ai dati che avevamo nella primavera. Quello che, a mio parere, risulta essere estremamente preoccupante e che rischia di andare verso la saturazione, sono, diciamo, le… comunque i ricoveri nei posti letto in subintensiva o in posti letto ordinari ospedalieri. Perché richiamo questi dati, diciamo così, queste preoccupazioni di contesto? Perché stiamo andando verso un periodo dell’anno in cui, notoriamente, il bisogno di ricoveri, in particolare, da parte di popolazione anziana, è stato da sempre in aumento, in particolare e in coincidenza con la stagione invernale, ha sempre visto un aumento di richiesta di posti letto non… sto parlando di fabbisogno, diciamo così, ordinario. Allora, io credo che, questa seconda ondata di contagi, ci debba preoccupare, anche perché la volta scorsa si andava verso la stagione estiva, adesso andiamo verso una stagione che ha delle peculiarità, comunque di richiesta di bisogno di salute e di ricoveri che, sicuramente, necessita di risposte (incomprensibile). Allora, io mi domando se all’interno del confronto e all’interno della conferenza cittadina sanitaria e sociosanitaria, ci siano degli elementi, appunto, di confronto tra la Città e l’Azienda Sanitaria, su questo punto specifico e su come potrà essere affrontata una stagione invernale, che rischia, davvero, di far saltare tutti i livelli di programmazione ospedaliera, in assenza di una struttura, diciamo, dedicata in particolare ai positivi, anche quelli che vengono rilevati all’interno delle RSA. Perché abbiamo notizia anche in questi giorni, purtroppo, dei nuovi focolai anche all’interno delle RSA. Questo è uno dei punti su cui vorrei richiamare l’attenzione, ma su cui vorrei anche capire che tipo di interlocuzione ha la Città all’interno dei luoghi istituzionalmente dedicati, su questa tematica. Parimenti, io credo che un’attenzione particolare vada posta a tutte quelle che sono le attività domiciliari, dal funzionamento degli USCA nella nostra città fino all’attività, diciamo, tradizionale di cura sociosanitaria a domicilio che, naturalmente, in questo momento non può essere ridotta, ma, anzi, dovrebbe essere potenziata se si vuole evitare, anche qui, una moltiplicazione delle richieste di ricovero. Naturalmente, per farlo, questo necessita... per poterlo fare è necessario che ci sia un’attenzione particolare (incomprensibile) alle persone che lavorano in questo comparto, con, ad esempio, dei meccanismi di tamponamento, poi sappiamo, abbiamo anche notizia che sono arrivati in Regione questi tamponi, cosiddetti, “rapidi” e che quindi possono dare un risultato anche molto veloce, credo che non possa riguardare soltanto coloro i quali operano all’interno delle strutture, ma sicuramente tutto il personale, sia pubblico che del privato sociale che lavora a domicilio, e se questo non viene fatto possono diventare dei veicoli di contagio, che, come dire, rischiano di moltiplicare le problematiche. Io penso che, il periodo invernale richiami anche la necessità di porre attenzione ad ulteriori attività, penso, ad esempio, a tutta la problematica dei senza dimora, su cui è evidente che ci debba essere una interazione strettissima, tra le scelte e le attività che, come Città decideremo di mettere in campo, presumo a breve, perché oramai siamo prossimi all’abbassamento delle temperature, soprattutto, nelle ore notturne, ma anche in stretta sinergia col sistema sanitario, perché questa è un'altra delle grandi criticità di persone che, molto spesso, non hanno, poi, un luogo durante il giorno dove ripararsi e che dunque necessitano di essere costantemente monitorate, e con loro gli operatori che se ne occupano. Io, chiudo, ricordando, appunto, la necessità, sicuramente, di un potenziamento del lavoro di programmazione anche all’interno, e chiudo, della nostra conferenza cittadina (incomprensibile) sociosanitaria dove, ovviamente, le strategie, almeno su tutto l’ambito sociosanitario che però riguarda una fascia molto ampia di popolazione fragile, tra le quali, quella degli anziani… SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. TISI Elide ... deve essere assolutamente messa in atto. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliera. Io non ho altre richieste di intervento in merito all’interpellanza generale. Aspetto solo un attimo, magari qualcuno non è ancora riuscito a segnarsi. Non vedo richieste di intervento. Allora possiamo dare come conclusa la trattazione dell’interpellanza generale consiliare. |