Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Come avevo anticipato invece prima, adesso passiamo alla trattazione degli ordini del giorno e delle proposte di mozione. Iniziamo, quindi, con il punto n. 10, l’ordine del giorno n. mecc. 202002058/002, presentato dalla Consigliera Carlevaris e altri Consiglieri, che ha come oggetto: “Sostegno all’approvazione della proposta di Legge: ‘Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere’” SICARI Francesco (Presidente) È stato presentato un emendamento dalla Consigliera Grippo. Lascio ora la parola alla proponente, la Consigliera Carlevaris, per l’illustrazione, prego. CARLEVARIS Cinzia Grazie, Presidente. Quest’ordine del giorno è frutto di un lavoro congiunto di un gruppo interno della rete RE.A.DY, di cui Torino è Segreteria nazionale, e che è la rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e l’identità di genere. Questo ordine del giorno è stato condiviso e discusso con le realtà aderenti al Tavolo nazionale LGBT che recentemente è istituito presso l’UNAR e supporta l’adozione del testo unificato adottato dalla Commissione Giustizia della Camera il 14 luglio scorso, la cosiddetta legge Zan, che a sua volta sintetizza 5 disegni di legge: quello Boldrini, Zan, Scalfarotto, Bartolozzi e Perantoni - il testo Perantoni riprende lo stesso testo depositato al Senato dalla Senatrice Maiorino - e questo testo unificato che è un testo di sintesi che è stato calendarizzato per la prossima settima - Covid permettendo - alla Camera è proprio quello sostenuto dalla rete RE.A.DY con questa azione di advocacy nei confronti delle Istituzioni nazionali. Lo scopo della proposta di legge Zan è la prevenzione dei fenomeni omolesbobitransfobici. Da una parte tramite l’estensione dei reati d’odio anche all’orientamento sessuale, identità di genere e genere e dall’altra tramite una serie di proposte attive che educhino e sensibilizzino al rispetto verso tutte e tutti. Per sviluppare questi obiettivi il testo è composto da due parti principali: la prima parte, che ha la funzione deterrente verso i crimini omolesbobitransfobici, introducendo l’orientamento sessuale e l’identità di genere negli articoli del Codice Penale che puniscono l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione riconoscendo, inoltre, la condizione di particolare vulnerabilità alle vittime - quindi la proposta va a modificare la cosiddetta “Legge Mancino” - il quale prevede una specifica aggravante per chi in qualsiasi modo incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; l’estensione comprenderebbe quindi anche i reati di violenza fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere. La seconda parte si concentra sulla prevenzione positiva dei fenomeni omolesbobitransfobici al fine di promuovere la cultura del rispetto, dell’inclusione, contrastare i pregiudizi, le discriminazioni, le violenze motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere e questo attraverso quattro azioni: l’istituzione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia il 17 maggio; una strategia triennale di prevenzione dell’omolesbobitransfobia; 4 milioni di euro di fondi aggiuntivi al fondo per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio e, infine, l’elaborazione di statistiche sulle discriminazioni e sulla violenza solo per avere contezza del fenomeno. Questa legge non limita la libertà di opinione, bensì gli atti discriminatori, ossia chiunque potrà continuare a esprimere il proprio dissenso nei confronti del matrimonio omosessuale o dell’estensione dell’adozione alle coppie omogenitoriali, per esempio, sarà invece vietato istigare alla violenza o commettere atti di violenza contro le persone in ragione del loro orientamento sessuale o della loro entità di genere. Per tutelare categorie particolarmente discriminate non servono leggi specifiche; la “Legge Mancino”, ad esempio, tutela già in modo particolare chi subisce atti discriminatori per motivi razziali, etnici, religiosi, cioè oggi è già vietato discriminare, ad esempio, chi è cattolico e da domani sarà vietato discriminare una persona solo perché è lesbica, gay, bisessuale o trans. La tutela ad atti discriminatori non è un privilegio è un diritto e, a differenza di molti Paesi europei, in Italia oggi non esiste una legge ad hoc che punisca le discriminazioni e i discorsi di odio contro le persone LGBT. Il primo tentativo di introdurre una legge contro l’omofobia risale al 1996 quando l’allora Deputato di Rifondazione Comunista, Nichi Vendola, presentò una proposta che però non fu approvata, e da allora si sono susseguite diverse proposte che però non sono mai riuscite ad essere approvate, sono passati ormai quasi 25 anni e una legge non c’è ancora. L’ultima ricerca dell’Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali sulle persone LGBT in Italia evidenzia che il 62% delle persone evita di prendere in mano, per mano in pubblico la persona amata, il 30% non frequenta alcuni luoghi per paura di subire aggressioni, il 23% dichiara di aver subìto discriminazioni sul lavoro, il 32% di aver subìto almeno un episodio di molestia nell’ultimo anno, l’8% dichiara un episodio di aggressione fisica negli ultimi cinque anni e solo 1 persona su 6 ha denunciato questi episodi anche proprio in ragione del fatto che oggi una legge non esiste ancora. La novità di questa legge riguarda anche i crimini di odio per motivi di genere, il che significa che questo è uno strumento per arginare anche il sessismo e la misoginia perché sappiamo bene che oggi le donne sono tra le più colpite dai crimini d’odio, come ci spiegava - ne abbiamo parlato in Commissione qualche giorno fa - proprio la Commissione Jo Cox che era stata istituita alla Camera, Commissione intolleranza e razzismo, aveva evidenziato proprio come in Italia esiste una vera e propria piramide dell’odio di cui le donne sono le prime vittime: stereotipi, sessismo, aggressioni verbali, minacce sessuali sono tra le più diffuse forme di violenza che continuano a colpire le donne nel nostro Paese. L’odiatore oggi ha sempre più il petto in fuori, rivendica la ribalta non si sente più solo, ma legittimato e si tratta quindi di un cambiamento radicale anche preoccupante delle hate speech, quindi per contrastare questo sentimento di legittimazione e per tutte le ragioni precedenti, io vi invito a sostenere questa legge a lungo attesa e ad approvare questo ordine del giorno. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliera Carlevaris. Iniziamo adesso con gli interventi da parte dei Consiglieri, la prima segnata è la Consigliera Grippo, alla quale lascio la parola. Prego. GRIPPO Maria Grazia Grazie, Presidente. Parlerò dell’emendamento perché la collega Carlevaris, che ringrazio, ha già ben spiegato le ragioni che oggi ci portano a discutere della legge Zan. Abbiamo svolto, in termini di istruttoria del testo, anche una interessante Commissione qualche giorno fa che ha visto come ospiti l’Onorevole Boldrini e l’Onorevole Maiorino che ci hanno consentito di andare a fondo delle questioni che sono proprie di questa legge che si attendeva da decenni e di cui l’Italia, evidentemente, ha un particolare bisogno. Poiché la relazione con gli stakeholder - che sono anche quelli con cui si interfaccia abitualmente rete RE.A.DY - è qualcosa che appartiene all’attività quotidiana di noi Consigliere e Consiglieri del Comune di Torino ho pensato che fosse interessante arricchire il testo base che è stato proposto in tutte le 140 realtà che afferiscono a rete RE.A.DY, ho cercato di arricchire quindi di personalizzare il testo che sarebbe partito dalla Città di Torino facendo riferimento ad una questione alla quale, dicevo appunto gli stakeholder, quindi le associazioni prevalentemente che si occupano di tutelare gli interessi legittimi della comunità LGBT, hanno rimarcato. Il tema è quello dell’esigenza di mettere espressamente al bando, così com’è accaduto in altre Paesi d’Europa, le cosiddette terapie riparative o di conversione, pratiche che sono tutt’altro che scientifiche e che mirano a cambiare l’orientamento sessuale delle persone LGBT. Io non troverei nessun’altro termine per definirle, se non delle mostruosità, che non sono ancora cessate peraltro nel nostro Paese, pur mascherandosi sotto le più svariate vesti, c’è quindi l’esigenza che il legislatore prenda una posizione netta, non soltanto sull’effettuazione di queste terapie, ma sulla loro promozione; Paesi come la Germania l’hanno già fatto da tempo, il Parlamento italiano ha cercato di farlo l’ultima volta nel 2016 con una proposta di legge sottoscritta da 17 Senatori che però, purtroppo, non ha trovato un suo compimento. Questa mi sembrava l’occasione giusta dal momento che si parla in senso generico di andare a legiferare perché vengano messi dei paletti chiari e indiscutibili contro tutti i reati legati all’omotransfobia e insieme politiche attive perché questa venga prevenuta, mi sembrava l’occasione giusta per proporre un richiamo di questo genere che si trova nel dispositivo dell’ordine del giorno a prima firma Carlevaris e che appunto sollecita il legislatore a vietare le cosiddette terapie riparative e la loro approvazione com’è già accaduto in altri Paesi d’Europa. Mi piace ricordare che delle 46 realtà Istituzionali che hanno dato la loro adesione, a far data 15 ottobre, così come ci è stato riportato dall’Assessore, la Città Metropolitana di Torino ha già non soltanto votato il testo base, ma votato favorevolmente anche un identico emendamento, che io stessa ho depositato, e che ha ottenuto una larghissima maggioranza rappresentata da tutte le forza politiche presenti in Città Metropolitana. Quindi, l’auspicio è che anche qui nella Sala Rossa, quindi, che l’assemblea del Comune capoluogo possa dar seguito a questa esperienza e che quindi l’intero territorio possa esprimersi in questa direzione. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliera Grippo. Adesso l’intervento della Vicecapogruppo Foglietta. Prego, ne ha facoltà. FOGLIETTA Chiara Sì, grazie Presidente. Io ringrazio le colleghe che sono intervenute prima di me. La proposta di modifica agli articoli 604 bis e 604 ter del Codice Penale, che alle cronache è nota come la proposta di legge Zan, è sicuramente una legge avanzata, una legge in cui in una prima parte vengono contrastati i crimini di odio e la violenza contro le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer e intersex e una seconda parte è legata alla violenza contro le donne. Vengono, nello stesso dispositivo, istituite delle politiche positive volte a sostenere le vittime di violenza, quindi a dare loro assistenza legale, psicologica, ma anche politiche di mediazione sociale. A me fa sempre piacere anche e mi dà anche un moto di orgoglio ricordare le tante ragazze, i tanti ragazzi che vengono cacciati di casa dai genitori quando ad esempio fanno coming out e non sanno dove andare; proprio nella nostra Torino, ricordo a tutti che c’è una casa di accoglienza che è “To Housing” che è stata creata dall’associazione “Quore”, che è una casa di accoglienza per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali che vengono appunto, come prima ho detto, cacciate di casa semplicemente perché esprimono loro stessi e il loro orientamento sessuale. Sappiamo tutti che l’Italia ha ancora una forte cultura patriarcale che tende a contrastare la libertà delle persone, ecco perché una legge di questo tipo porterebbe - anche esattamente come fece la legge sulle unioni civili - una cultura oltre a portare degli effetti positivi alla società stessa. La grande innovazione che porta questa proposta di legge Zan è sicuramente legata alla violenza contro le donne, al femminicidio. La lista dei femminicidi in Italia, vado a memoria, ma solo in quest’anno dove comunque ci sono stati anche tre mesi di lockdown, consta, fino a fine settembre, di circa 52 vittime, quindi io spero che tutti i colleghi e le colleghe oggi presenti vogliano non tanto dare un voto positivo a questo atto che è sicuramente un atto importante, e ringrazio ancora la collega Carlevaris per averlo proposto e la collega Grippo per averlo arricchito con un emendamento che mi trova concorde, ma che si facciano promotori e promotrici verso i loro omologhi seduti alla Camera e al Senato per non girarsi dall’altra parte e non tirare un ulteriore schiaffo a quelle 52 vittime che poco fa, Presidente, ho ricordato come donne vittime di violenza, morte per mano di una persona che non le riteneva degne di continuare a vivere la vita. Quindi, chiedo a tutti i colleghi di votare questo atto e appunto di continuare la cultura del rispetto di tutte e di tutti. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliera Foglietta. Prima di procedere ho una richiesta di intervento da parte di un Marco, ma non ho un cognome, presumo sia l’Assessore Giusta. GIUSTA Marco (Assessore) Sì, Presidente, sono io. SICARI Francesco (Presidente) Perfetto. Prego, Assessore. GIUSTA Marco (Assessore) Guardi, Presidente, velocemente, perché ci tenevo a ringraziare appunto tutte le Consigliere che sono intervenute prima di me che hanno già in qualche modo inquadrato la gestione e la situazione di questo ordine del giorno. Ci tengo, appunto, a ricordare che questa nasce appunto come un’azione di advocacy della rete RE.A.DY che raduna dal 2006, quando è nata a seguito del Pride Nazionale qua a Torino, mettendo insieme tra la Città di Roma e la Città di Torino, appunto, questa rete che ha proprio come obiettivo quello del contrasto ad ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale e identità di genere. All’interno di questa iniziativa che si è sviluppata durante il corso dell’estate, come ha detto la Consigliera Carlevaris, abbiamo messo insieme tantissimi Enti e tantissime realtà per sostenere e far sentire la nostra voce come amministratori locali nei confronti del Parlamento proprio per chiedere l’urgenza e l’importanza di questa legge, senza fare passi indietro, perché questa legge deve essere approvata così com’è, può essere solo migliorata e non può essere in alcun modo interrotta o modificata ulteriormente. Al momento, ci tenevo a dirlo, perché continuano ad arrivare adesioni a questa iniziativa che vede tutti questi Enti, a partire dal 1° ottobre, depositare e poi andare in approvazione nei vari Consigli o nelle Giunte questo stesso ordine del giorno facendo appunto una grande opera trasversale in tutto il Paese. Sono già 46 gli Enti in tutt’Italia che hanno aderito a questa azione della rete RE.A.DY, molti di loro hanno già iniziato ad approvare, come ad esempio è successo alla Città Metropolitana di Torino, ma anche alla Città di Bergamo, Bologna, Fiumicino, Lucca, Milano, la Provincia di Modena, Monte San Savino, la Provincia di Prato e altre, Empoli questa sera l’approverà, hanno già approvato questo ordine del giorno. Io ci tengo a ricordare che questo tema per noi è assolutamente importante - e metto anche ovviamente un tema di carattere personale - sono anche assolutamente contento e soddisfatto che questo ordine del giorno venga discusso nella sede dei Consigli Comunali perché sono appunto spazi di democrazia che riportano a dibattito anche all’interno di una sede corretta dove in qualche maniera abbiamo una maggiore conoscenza di quello che succede. Questa democrazia si è vista anche sabato quando il Coordinamento Torino Pride ha portato le persone in piazza per organizzare appunto un incontro e una manifestazione, ma così come è successo in oltre 60 piazze in tutt’Italia, anche per rispondere a chi correttamente, giustamente, ovviamente prende la parola sulle colonne dei giornali lamentando la possibilità di vedere sminuita la possibilità da parte loro di esprimere un’opinione; sappiamo che questo non è assolutamente vero, sappiamo che questa è una polemica assolutamente strumentale di chi non vuole in nessun modo vedere riconosciuti non solo dei diritti, ma la possibilità delle persone di essere se stessi e di esprimere se stessi. Certo spiace anche vedere soprattutto chi utilizza la religione per giustificare questa posizione, fornendo, mi dispiace dirlo, una giustificazione morale a chi vuol continuare a discriminare, insultare le persone LGBT, e le donne. Questa legge non vuole mettere le catene a qualcuno, ma vuole togliere le catene, liberare le persone e dare la possibilità di vivere e di potersi esprimere e di poter seguire quella domanda fondamentale: “Chi sono e che cosa voglio fare nella mia vita”. Gli Enti Locali, in quanto enti più vicini a cittadini e a cittadine, conoscono bene il loro territorio e sanno bene quanto l’omofobia e la lesbofobia, la bifobia, la transfobia insieme alla misoginia sono purtroppo presenti nella nostra comunità, per questo è importante che da noi arrivi un messaggio al legislatore, al Governo, abbiamo bisogno di questa legge e ne abbiamo bisogno adesso. Lo dobbiamo a Stefano, a Gaetano, a Daniela, Antonio, Bruno, Daniela, Cristina, Mattia, Marco, Stefano e Leonardo, questi sono solo alcuni dei nomi delle persone - nomi reali - delle persone che nella nostra città hanno subito atti di omofobia, lesbofobia o transfobia negli ultimi quattro anni; hanno ricevuto minacce, insulti, lettere minatorie, sono stati aggrediti e picchiati. Sono nomi che conosciamo perché si sono fatti forza e hanno denunciato e hanno trovato ascolto, alcuni nelle Forze dell’Ordine, altri in To Housing, come ha citato prima la Consigliera Foglietta, altri dalle altre associazioni del territorio. Tutti loro hanno trovato supporto e vicinanza nella nostra Amministrazione, ma sappiamo, come diceva prima la Consigliera Carlevaris, che oltre il 60% di chi subisce discriminazione, insulti o violenze omolesbobitransofobiche non denuncia perché non si fida ancora delle Istituzioni o pensa che qualcuno non l’ascolterà. Queste storie, quindi, ci riportano alla necessità del cambiamento culturale che questa legge porta con sé soprattutto nell’iniziativa propositiva, il sostegno alla case rifugio, l’incarico all’UNAR, la raccolta dei dati affidati all’ISTAT, le azioni nelle scuole e sono convintamente, sono proprio convinto che questo ordine del giorno lancia un segnale forte al Parlamento condividendo appunto, come dicevo prima, con le 60 piazze e con le altre 46 realtà italiane che oggi hanno deciso di far sentire la propria voce e io non posso fare altro che (incomprensibile) come ha fatto già la Consigliera Foglietta prima, invitare tutte le forze presenti nel Consiglio Comunale a votare a favore di questo ordine del giorno perché costruire una cultura istituzionale politica di contrasto alle discriminazioni è una precisa responsabilità di ogni rappresentate istituzionale. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Assessore Giusta. Do ora la parola alla Capogruppo Artesio. Prego, ne ha facoltà. ARTESIO Eleonora Grazie. Sosterrò con il voto favorevole con grande convinzione sia l’emendamento presentato dalla Consigliera Grippo, sia l’ordine del giorno depositato, dopo approfondita discussione nella Commissione di Diritti e Pari Opportunità, dalla Presidente Carlevaris. Accanto alla convinzione posso soltanto aggiungere una preoccupazione che spero possa essere sfatata nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Noi sappiamo che il DDL sarebbe dovuto arrivare in Aula il 20 e si sarebbe dovuto concludere il lungo percorso di dibattito parlamentare e di audizione con le organizzazioni di rappresentanza e con le diverse forme associative e i diversi interpreti della nostra realtà sociale, cosa che è attualmente a rischio. Mi auguro, com’è stato rassicurato dalle forze di Governo, che il rallentamento dell’invio in Aula sia motivato da condizionamenti oggettivi generali e non sia invece una questione collegata alle relazioni tra le forze politiche e a eventuali timidezze nella necessità di procedere nella direzione dei principi e delle determinazioni contemplate in quella proposta, perché dicendolo con il nome e la forza di tutte le piazze che pochi giorni fa si sono riuniti intorno alla volontà di affermare nel nostro Parlamento quelle condizioni necessarie, non si può fare e non si deve fare un passo indietro. Mi auguro, quindi, che per la quota di responsabilità che il nostro Consiglio Comunale e ciascuna/ciascuno di noi esercita, il nostro contributo nella direzione dell’approvazione rapida e ferma possa essere importante e necessario. La seconda osservazione riguarda quello che è stato già richiamato in alcuni degli interventi precedenti relativamente alle politiche attive. Come sempre tutto ciò che riguarda la piena affermazione della dignità della persona riguarda anche l’insieme delle politiche che si muovono intorno al riconoscimento della persona, dalle politiche educative e formative, alle politiche abitative, alle politiche riguardanti la pubblica comunicazione e l’uso del linguaggio, alle politiche che intervengono sulle sfere di relazione promuovendo il rispetto della persona. Quindi, è necessario che ad esempio quanto è stato fatto, legato alle condizioni dell’accoglienza in emergenza, penso al tema delle case rifugio per le donne maltrattate, penso alle questioni delle Case Arcobaleno per l’ospitalità, ai fini di costruire una determinazione e anche un autodeterminazione da parte di quei giovani che si sono dovuti allontanare dal nucleo familiare perché lì non riuscivano a realizzare pienamente la loro identità e la loro affermazione di sé, nonché le loro determinazioni sul futuro, penso che tutto questo non debba essere affidato a modalità provvisorie di investimenti e di finanziamenti, ma che questo tipo di politiche debbano trovare, appunto, nella dimensione di una cornice legislativa che promuove politiche attive, sia sostanza economica, sia continuità nel futuro. Quindi, per quanto siano state lodevoli le iniziative precedenti dei diversi Ministeri, dei diversi bandi europei, le diverse attivazioni degli Enti Locali ciò che è un principio sostanziale, come quello che stiamo affermando, deve essere perseguito in modo strutturale, quindi dal mio punto di vista è molto importante l’approvazione di questa legge a cui, per quel che mi riguarda nella parte dell’ordine del giorno del Comune, esprimo il mio totale sostegno. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Capogruppo Artesio. Io non ho altre richieste di intervento in merito a questo ordine del giorno, attendo solo un attimo. Non vedo altre richieste, allora possiamo procedere con la votazione del testo coordinato. Ho sentito la Consigliera Carlevaris che accoglie l’emendamento presentato dalla Consigliera Grippo e quindi possiamo procedere mediante appello nominale alla votazione del testo coordinato. Quindi, lascio la parola al Vicesegretario Generale, prego. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). Lo Russo e Russi li ho visti. SICARI Francesco (Presidente) Anche Lavolta. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) Sì, abbiamo visto. Lorusso e Russi favorevole. SICARI Francesco (Presidente) Anche Lavolta. Lavolta ha scritto in chat favorevole. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) L’avevo sentito Lavolta. SICARI Francesco (Presidente) Ah, okay, perfetto. Io no, grazie. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) 32 e 4 astenuti, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Sì. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) 32 favorevoli e 4 astenuti. SICARI Francesco (Presidente) Con 36 Consiglieri votanti, 32 voti a favore e 4 voti astenuti, il Consiglio Comunale approva l’ordine del giorno. |