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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 19 Ottobre 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 17
INTERPELLANZA 2020-01306
"A TORINO SI LIMITA LA LIBERT? DI STAMPA CAUSA COVID-19?" PRESENTATA IN DATA 11 GIUGNO 2020 - PRIMO FIRMATARIO CURATELLA.
Interventi
APPENDINO Chiara (Sindaca)
Sì, Presidente.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Ringrazio l’interpellante. Quest’interpellanza è in realtà, come dire,
datata, ma rispondo punto per punto. Allora, per quanto riguarda il punto 1), dopo il
periodo del lockdown e le conseguenti necessarie misure sanitarie, che limitavano la
possibilità di organizzare incontri stampa in presenza, l’Ufficio Stampa della Città, a
partire dallo scorso 16 giugno, all’aperto in piazza Palazzo di Città e all’interno di
Palazzo Civico dal 17 luglio, è tornato a convocare conferenze stampa in presenza e non
solo in video. Ricordo comunque che si potevano fare domande anche in
videoconferenza, con la sola richiesta di presentarsi quando non si compariva in video.
L’obiettivo perseguito dall’Ufficio Stampa è stato dunque quello di tornare il prima
possibile ad una situazione di normalità, con incontri faccia a faccia, ma che potessero
svolgersi in piena sicurezza e con la garanzia che nessun giornalista venisse escluso a
causa dell’obbligata ridotta capienza delle sale, obiettivo raggiunto lo scorso 17 luglio
con la possibilità di ospitare incontri stampa in Sala delle Colonne, con la presenza
massima di 31 persone, con tutti gli accorgimenti previsti dalle disposizioni relative al
contenimento del contagio da Coronavirus.
Per quanto riguarda il punto 2), negli ultimi mesi tale circostanza non si è mai verificata,
se non in un’occasione per un errore di comunicazione. Il riferimento è ad una serie di
risposte in serata attraverso il video a domande poste da alcuni media nel corso della
giornata sull’occupazione di piazza Palazzo di Città da parte dei senza dimora.
Comunque, anche in quell’occasione, la comunicazione raggiunse le agenzie di stampa
e venne così garantita la piena copertura mediatica. Detto ciò, non mi risultano
esclusioni e trattamenti preferenziali verso alcuni media a danno o vantaggio di altri. A
tal proposito, al fine di effettuare le opportune verifiche, il Capo Ufficio Stampa della
Città aveva chiesto all’Associazione Stampa Subalpina di fornire elementi utili a capire
se e quando si sarebbe verificato un comportamento dannoso nei confronti di qualcuno.
Per quanto riguarda il punto 3), non si è mai verificata la selezione di domande nel
corso di incontri video con la stampa organizzati nel periodo di lockdown, solo in un
caso, in una videoconferenza relativa alla presentazione di un Protocollo d’intesa tra la
Città di Torino ed FCA, per la presenza di 70 giornalisti, tra locali e nazionali, collegati,
è stato chiesto, per ragioni organizzative, di prenotarsi mandando nome e cognome
prima di fare la domanda e qualcuno aveva anche scritto la domanda che per semplicità
è stata letta dal moderatore. In quell’occasione, dopo una dozzina di domande, per
ragioni di impegni dei relatori, in particolare della sottoscritta, la videoconferenza
terminò con l’impegno a rispondere in forma scritta ad eventuali domande successive.
Aggiungo anche altre considerazioni, che non sono strettamente collegate
all’interpellanza, ma che avrei il piacere di fare, e cioè, per quanto riguarda la
commemorazione del 3 giugno, questa si è svolta con i familiari delle vittime in forma
privata all’interno del Palazzo di Città, e per questo non sono stati invitati i fotografi,
ma diffusi gli scatti del fotografo interno dipendente della Città di Torino, ricevute da
tutti gli organi di informazione. Un’ulteriore considerazione la faccio soprattutto alla
luce delle prossime settimane o del periodo, come dire, che stiamo vivendo, anche alla
luce delle nuove indicazioni del DPCM: non si può dimenticare che abbiamo vissuto e
stiamo tutt’oggi vivendo un periodo difficile sicuramente a causa dell’emergenza
sanitaria, economica e sociale, che ci ha travolto negli ultimi mesi, ma non lo si può
ignorare, anche e soprattutto per la crisi più generale del mondo dell’editoria, che incide
sul lavoro di tanti operatori dei media, e i primi a pagare il prezzo di questa crisi sono i
freelance, i giornalisti non contrattualizzati con rapporto di lavoro a tempo
indeterminato. È quindi comprensibile anche che in un tale contesto, durante il
lockdown e le relative limitazioni, sia risultata penalizzante la mia impossibilità di avere
un rapporto diretto in presenza con coloro che sono fonte importante di informazione
per la redazione di pezzi o servizi, video o fotografie da proporre alle diverse testate. È
tutto comprensibile, ma - ci tengo a ribadire - noi avevamo la responsabilità di rispettare
e fare rispettare le disposizioni sul contenimento del contagio dal Coronavirus. Gli
incontri in presenza con i giornalisti all’interno di Palazzo di Città sono dunque ripresi
appena è stato possibile, con l’autorizzazione dal competente responsabile per la
sicurezza di Palazzo di Città. Grazie, Presidente.

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