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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 12 Ottobre 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 29
DELIBERAZIONE DI INIZIATIVA CONSILIARE 2020-00558
STATUTO DELLA CITT? DI TORINO - ADEGUAMENTO AD UN LINGUAGGIO NON DISCRIMINANTE DAL PUNTO DI VISTA DI GENERE.
Interventi
GRIPPO Maria Grazia
Grazie, Presidente. Intanto ringrazio le colleghe e i colleghi per la pazienza. Cercherò di
essere brevissima. Mi corre l’obbligo di rivolgere un ringraziamento alle colleghe e ai
colleghi che prima di noi nella passata legislatura hanno preparato il terreno e fatto la
maggior parte del lavoro, che oggi ci consente di adeguare il nostro Statuto a un
linguaggio non discriminante dal punto di vista del genere. Bene ha fatto la Consigliera
Carlevaris, che ringrazio, a riprendere in mano quel lavoro, aggiornarlo con l’aiuto
prezioso degli Uffici e metterci nelle condizioni di concluderlo, nel segno non soltanto
di una, talvolta indispensabile, continuità amministrativa, ma anche di una identità di
visione su temi che mai, come questi, io credo dovrebbero dividerci.
Oggi si agisce su uno degli atti normativi fondanti del Comune: l’atto che rappresenta il
potere di auto-organizzazione dell’Ente. Sono modifiche che gli scettici definiscono
solamente formali, un cambiamento solo formale e, se anche fosse, è nostro dovere
riconoscere anche formalmente che la realtà nella quale viviamo si è modificata e si sta
modificando. Ma se è vero che la lingua rispecchia la cultura di una società, allora
l’ambizione può essere ben altra e riguarda, nella sostanza, la nostra capacità di
partecipazione al cambiamento per contribuire a realizzarlo. Perciò, per come la vedo
io, con il voto di oggi non soltanto scegliamo le parole, ma scegliamo un modello di
società verso la quale tendere, una società - come diceva la collega Carlevaris - sempre
più inclusiva, dove le Istituzioni per prime si prendono l’impegno di operare per il
superamento delle disuguaglianze, disuguaglianze, mi si permetta di dire, non soltanto
di genere. Chiudo con un pensiero, invece, per i critici, che, come ricordava la collega
Carlevaris, non sono mancati anche nel nostro giro, nelle Circoscrizioni, critici verso i
quali nutro l’adeguato rispetto, nonostante siamo stati accusati di barattare le parole con
i fatti, addirittura di inventare le parole o buttare il tempo in fatiche inutili, ecco io penso
che poter dare valore alle parole, in un tempo in cui si lanciano le parole come i
coriandoli, sia un’occasione straordinaria e a loro dico: “Non sprechiamola”. Grazie.

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