Interventi |
GRIPPO Maria Grazia Grazie, Presidente. Intanto ringrazio le colleghe e i colleghi per la pazienza. Cercherò di essere brevissima. Mi corre l’obbligo di rivolgere un ringraziamento alle colleghe e ai colleghi che prima di noi nella passata legislatura hanno preparato il terreno e fatto la maggior parte del lavoro, che oggi ci consente di adeguare il nostro Statuto a un linguaggio non discriminante dal punto di vista del genere. Bene ha fatto la Consigliera Carlevaris, che ringrazio, a riprendere in mano quel lavoro, aggiornarlo con l’aiuto prezioso degli Uffici e metterci nelle condizioni di concluderlo, nel segno non soltanto di una, talvolta indispensabile, continuità amministrativa, ma anche di una identità di visione su temi che mai, come questi, io credo dovrebbero dividerci. Oggi si agisce su uno degli atti normativi fondanti del Comune: l’atto che rappresenta il potere di auto-organizzazione dell’Ente. Sono modifiche che gli scettici definiscono solamente formali, un cambiamento solo formale e, se anche fosse, è nostro dovere riconoscere anche formalmente che la realtà nella quale viviamo si è modificata e si sta modificando. Ma se è vero che la lingua rispecchia la cultura di una società, allora l’ambizione può essere ben altra e riguarda, nella sostanza, la nostra capacità di partecipazione al cambiamento per contribuire a realizzarlo. Perciò, per come la vedo io, con il voto di oggi non soltanto scegliamo le parole, ma scegliamo un modello di società verso la quale tendere, una società - come diceva la collega Carlevaris - sempre più inclusiva, dove le Istituzioni per prime si prendono l’impegno di operare per il superamento delle disuguaglianze, disuguaglianze, mi si permetta di dire, non soltanto di genere. Chiudo con un pensiero, invece, per i critici, che, come ricordava la collega Carlevaris, non sono mancati anche nel nostro giro, nelle Circoscrizioni, critici verso i quali nutro l’adeguato rispetto, nonostante siamo stati accusati di barattare le parole con i fatti, addirittura di inventare le parole o buttare il tempo in fatiche inutili, ecco io penso che poter dare valore alle parole, in un tempo in cui si lanciano le parole come i coriandoli, sia un’occasione straordinaria e a loro dico: “Non sprechiamola”. Grazie. |