Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Procediamo con il punto 16, che è la seconda modifica di Statuto e anche in questo caso è necessaria la... okay, allora siamo al punto 16, n. mecc. 202000558/002, proposta di deliberazione di iniziativa consiliare della Consigliera Carlevaris e sottoscritta da altri Consiglieri, che ha come oggetto: “Statuto della Città di Torino- Adeguamento ad un linguaggio non discriminante dal punto di vista di genere” SICARI Francesco (Presidente) Sono stati anche presentati due emendamenti dalla Consigliera Carlevaris, alla quale lascio ora la parola per l’illustrazione. Prego, Consigliera Carlevaris. Microfono, grazie. CARLEVARIS Cinzia Allora, Grazie, Presidente. L’uso di un linguaggio rispettoso delle differenze di genere, in sintonia con gli orientamenti... le indicazioni europee e nazionali, risponde all’esigenza che i cambiamenti della società e l’affermazione della parità di genere trovino riconoscimento e supporto nelle parole, perché le parole che usiamo possono da un lato veicolare asimmetrie, preconcetti, iniquità, oppure possono esprimere l’affermazione di diritti e articolare concetti anche complessi, quali l’esigenza di promuovere la parità nel rispetto delle differenze. Nel nostro Statuto, che è l’atto normativo fondamentale della Città, è usato esclusivamente un linguaggio androcentrico: si parla solo del Consigliere, del Presidente, del Sindaco, dell’Assessore, del Dirigente e del cittadino e, poiché è di primaria importanza, nel contesto che si vuole aperto e inclusivo della nostra Città, non trascurare la forza simbolica della discriminazione attuata attraverso le parole, e quindi abbiamo ritenuto necessario adottare un uso corretto della lingua, che accolga le differenze e che consenta ai differenti generi di essere rappresentati e valorizzati in modo autonomo. Questa delibera in realtà si colloca nella scia di quelle azioni che l’Amministrazione Comunale di Torino porta avanti dal 2015, quando, in seguito al Decreto 473 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che aveva istituito un gruppo di esperti e di esperte con il compito di elaborare una proposta operativa volta a promuovere presso la Pubblica Amministrazione... SICARI Francesco (Presidente) Per favore, può avvicinare il microfono? Perché si sente proprio basso, grazie. CARLEVARIS Cinzia ...un corretto uso della lingua italiana, con rispetto del genere, anche in riferimento agli atti normativi amministrativi, per cui quest’Amministrazione a partire dal 2015 aveva inviato un gruppo di lavoro sull’uso del linguaggio di genere, partecipato anche da soggetti pubblici esterni all’Amministrazione, e questo gruppo di lavoro aveva operato un primo momento di formazione, in collaborazione col Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, e aveva elaborato il testo della Carta di Intenti “Io parlo e non discrimino”, i cui Enti promotori e poi sottoscrittori erano, appunto, la Città di Torino, la Regione Piemonte, il Consiglio Regionale del Piemonte, Città Metropolitana, l’Università degli Studi e il Politecnico. Sempre questo Consiglio Comunale nel 2015 aveva approvato la mozione n. 49, avente ad oggetto: “Uso del linguaggio di genere negli atti della Città di Torino”, con la quale aveva impegnato l’Amministrazione ad adeguare, nel rispetto della lingua italiana, tutta la modulistica e la comunicazione proprie evidenziando entrambi i generi, e aveva dato mandato all’Ufficio di Presidenza di presentare un testo dello Statuto della Città aggiornato al linguaggio di genere, per cui già nella scorsa consiliatura era partita tutta una fase di elaborazione del testo statutario, sempre con un gruppo di lavoro interno di personale formato e in collaborazione con il Dipartimento di Culture, ed era stato prodotto un testo rivisto dello Statuto, che era stato allegato a una delibera, che era andata in Aula a inizio 2016 e che però non aveva mai visto la luce perché, causa fine consiliatura, non era mai stato votato, quindi è decaduto. Per cui abbiamo ripreso una nuova delibera, abbiamo scritto una nuova modifica, il nuovo allegato, perché nel frattempo, in questi cinque anni lo Statuto è stato modificato in vari articoli, per cui il nuovo allegato andava coordinato con il testo vigente; con l’aiuto di Carola Barboni, che aveva già seguito prima, che colgo l’occasione per ringraziare, abbiamo redatto un nuovo allegato e i metodi utilizzati per rivedere il linguaggio sono stati essenzialmente due: in prima battuta si è cercato di neutralizzare il genere, ossia utilizzando, per esempio, sostantivi neutri. Esempio: laddove c’era scritto: “i cittadini”, abbiamo messo: “la cittadinanza”, che include i cittadini, le cittadine e tutti coloro che non si riconoscono nei primi due generi. Un altro criterio per neutralizzare il genere è stato quello di utilizzare pronomi relativi e indefiniti, per esempio: “chi”, “eletto”, oppure “ogni persona” e un altro metodo è stato quello di utilizzare gli epiceni, ossia quei sostantivi che senza l’articolo valgono sia per il maschile che per il femminile, ad esempio: dove c’era: “I Presidenti e i Vicepresidenti”, è diventato: “Presidenti e Vicepresidenti”, che vale per tutti. Dove non è stato possibile neutralizzare il genere, si sono sdoppiati i generi, quindi “i Consiglieri e le Consigliere”, “i Dirigenti e le Dirigenti” e tant’è. A questa delibera ci sono due emendamenti, ho presentato: il primo recepisce semplicemente il parere delle Circoscrizioni - e ringrazio la Consigliera Grippo che è venuta nelle Circoscrizioni a illustrare e perorare la bontà della deliberazione -, hanno espresso il loro parere le Circoscrizioni 1, 5, 6 e 7, le prime tre han dato parere favorevole, la Circoscrizione 7 ha dato parere favorevole condizionato all’accoglimento di un emendamento, emendamento che chiedeva la modifica di una parola dell’allegato, all’articolo 24, dove noi abbiamo indicato: “Il difensore e la difensora civica”, chiedono di sostituire: “difensora” con: “difenditrice”; noi abbiamo esaminato questa proposta di emendamento in Commissione, con anche l’aiuto della Professoressa Rachele Raus del Dipartimento di Culture, Politica e Società, che era la linguista che aveva già supervisionato tutto l’iter della scorsa consiliatura, e all’unanimità abbiamo valutato di non accogliere questo emendamento, perché, benché sia formalmente corretto e quindi la richiesta sia legittima, sia “difenditrice” che “difensora” sono due termini considerati corretti sia dall’Accademia della Crusca che dal vocabolario Treccani, però “difensora” è il termine più popolare, quello già più utilizzato ed è anche quello più facilmente comprensibile, se non altro per assonanza col più diffuso “difensore”. Quindi abbiamo deciso, insomma, di non accogliere questo emendamento. Il secondo emendamento allegato alla delibera, invece, semplicemente stralcia tutta la parte sul Titolo V, perché è appena stata votata la modifica del Titolo V del Decentramento e chiaramente, se noi votassimo la nostra parte del Titolo V qui, andremmo a inficiare tutte le modifiche appena apportate. Ho finito, grazie. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Consigliera Grippo. GRIPPO Maria Grazia Grazie, Presidente. Intanto ringrazio le colleghe e i colleghi per la pazienza. Cercherò di essere brevissima. Mi corre l’obbligo di rivolgere un ringraziamento alle colleghe e ai colleghi che prima di noi nella passata legislatura hanno preparato il terreno e fatto la maggior parte del lavoro, che oggi ci consente di adeguare il nostro Statuto a un linguaggio non discriminante dal punto di vista del genere. Bene ha fatto la Consigliera Carlevaris, che ringrazio, a riprendere in mano quel lavoro, aggiornarlo con l’aiuto prezioso degli Uffici e metterci nelle condizioni di concluderlo, nel segno non soltanto di una, talvolta indispensabile, continuità amministrativa, ma anche di una identità di visione su temi che mai, come questi, io credo dovrebbero dividerci. Oggi si agisce su uno degli atti normativi fondanti del Comune: l’atto che rappresenta il potere di auto-organizzazione dell’Ente. Sono modifiche che gli scettici definiscono solamente formali, un cambiamento solo formale e, se anche fosse, è nostro dovere riconoscere anche formalmente che la realtà nella quale viviamo si è modificata e si sta modificando. Ma se è vero che la lingua rispecchia la cultura di una società, allora l’ambizione può essere ben altra e riguarda, nella sostanza, la nostra capacità di partecipazione al cambiamento per contribuire a realizzarlo. Perciò, per come la vedo io, con il voto di oggi non soltanto scegliamo le parole, ma scegliamo un modello di società verso la quale tendere, una società - come diceva la collega Carlevaris - sempre più inclusiva, dove le Istituzioni per prime si prendono l’impegno di operare per il superamento delle disuguaglianze, disuguaglianze, mi si permetta di dire, non soltanto di genere. Chiudo con un pensiero, invece, per i critici, che, come ricordava la collega Carlevaris, non sono mancati anche nel nostro giro, nelle Circoscrizioni, critici verso i quali nutro l’adeguato rispetto, nonostante siamo stati accusati di barattare le parole con i fatti, addirittura di inventare le parole o buttare il tempo in fatiche inutili, ecco io penso che poter dare valore alle parole, in un tempo in cui si lanciano le parole come i coriandoli, sia un’occasione straordinaria e a loro dico: “Non sprechiamola”. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Ci sono altri interventi? Allora, se non ci sono interventi, possiamo procedere con la votazione dei due emendamenti. SICARI Francesco (Presidente) Iniziamo con la votazione dell’emendamento n. 1, presentato dalla Consigliera Carlevaris. Prego, Consiglieri, votate. Tutti i Consiglieri e le Consigliere hanno votato? Chiudo la votazione. Favorevoli 32 più 1, 33, contrari 0, astenuti 1. SICARI Francesco (Presidente) Darei lo stesso esito per l’emendamento n. 2, presentato dalla Consigliera Carlevaris. SICARI Francesco (Presidente) E allora adesso possiamo... ci sono dichiarazioni di voto? Non ci sono dichiarazioni di voto. Allora possiamo procedere con la votazione della deliberazione così come emendata. Ricordo che, anche in questo caso, è necessaria in prima votazione la maggioranza qualificata. Prego, Consiglieri, votate. Tutti i Consiglieri e le Consigliere hanno votato? Chiudo allora la votazione. Favorevoli 35 più 1, quindi 36, contrari 0 e astenuti 0. Il Consiglio approva. |