Interventi |
CURATELLA Cataldo Grazie, Assessora. Come prima, le chiedo se può darmi la nota che ha letto. Allora, qui ci sono alcune tematiche associate a questo: allora 1) dal punto di vista della comunicazione, fino al 15 settembre, a parte uno scarno comunicato comparso ad agosto tra le notizie del sito GTT, mancava ogni informazione e molti cittadini mi hanno contattato perché non sapevano cosa stava succedendo, dovevano scrivere su Facebook, via WhatsApp, via mail a GTT, e a volte non ricevevano nessun tipo di risposta, e quindi fino al 15 settembre c’è stato un problema legato alla comunicazione; adesso, finalmente è stata creata una sezione, anche semplice da ritrovare partendo dalla homepage, quindi c’è stato un primo problema legato alla comunicazione sul “Quando ci sarebbero arrivati i rimborsi, in che modo?” e via dicendo. Secondo aspetto: io voglio ricordare che comunque in Italia, partendo anche dalla normativa europea, c’è il diritto dei passeggeri a ottenere il rimborso sotto forma di denaro, sotto forma di voucher nel momento in cui per cause non legate a se stessi, quindi per cause di forza maggiore, vi è un impedimento oggettivo all’utilizzo dei mezzi pubblici e ci sono dei disservizi, e quindi mi chiedo come mai dobbiamo aspettare che nasca un provvedimento a livello nazionale, ma soprattutto che tale provvedimento sia soltanto sotto l’aspetto del voucher. Perché, cosa succede se un lavoratore che era a tempo determinato, aveva preso l’abbonamento per poter andare sul luogo di lavoro, ad esempio un negozio di abbigliamento, lockdown, attività chiusa, non deve più andare a lavorare, l’effetto del lockdown è anche che perde il lavoro perché magari l’attività chiude o il gestore decide di ridimensionare il numero di risorse; questa persona ha diritto o non ha diritto al rimborso? Perché nella procedura presente non si capisce se il lavoratore nelle indicazioni che deve riportare - poi arriviamo anche a che cosa deve riportare - sono relative a: dove lavorava, a cosa fa adesso, se era studente e adesso lo è ancora o non lo è più, se era lavoratore e ora non lo è più, se ha cambiato figura, perché questo aspetto non è chiaro. Cosa succede se ha lasciato Torino, perché magari ha trovato lavoro in un’altra regione? Riceve il rimborso in denaro? Cosa succede se non riesce ad usufruire del voucher nel periodo di 12 mesi che sono stati previsti? Riceve il rimborso in denaro? Perché il diritto del passeggero, normativa italiana, prevede che se a valle del periodo di utilizzo del voucher non è stato possibile usufruirne, deve essere dato il rimborso in denaro, questo aspetto c’è o non c’è? Questo aspetto non l’ho visto considerato. Numero uno. Numero due, molti cittadini, giustamente secondo me, si sono lamentati della procedura da fare sul sito della GTT, e io ho cercato di capire cosa hanno fatto altre Amministrazioni, altri gestori del servizio pubblico a Milano, a Firenze, a Genova, a Roma; GTT chiede al lavoratore, ad esempio, che vuole fare la richiesta di rimborso di fornire il codice ATECO della sua azienda, dell’azienda dove lavora. Sfido a chiedere a qualunque lavoratore, ma anche all’imprenditore, se conosce il codice ATECO della propria attività, lo conoscono normalmente i commercialisti perché è una cosa che si utilizza solo in fase di certificazione dei redditi; molti lavoratori, molti imprenditori, molti gestori di imprese non conoscono il proprio codice ATECO. Io sono andato a vedere su Milano, su Firenze, su Roma, nessun altro chiede il codice ATECO. ATAF non lo chiede, ATAC non lo chiede, ATM a Milano non lo chiede, chiedono il nome dell’azienda e dove si trova l’azienda, punto. Perché chiediamo il codice ATECO, che vuol dire aggiungere problematiche su problematiche? Altro aspetto, la documentazione: tutti i gestori - tranne GTT - si limitano a chiedere il numero seriale, il codice della propria tessera di abbonamento e il tipo di abbonamento, punto, facendo anche sul loro sito la verifica istantanea se quel codice tessera è associato a quella persona che si è iscritta. No, a Torino siamo diversi, dobbiamo fare i primi della classe. Si inserisce il codice seriale della tessera, tipo di abbonamento, tutti i propri dati, dopodiché bisogna fornire: scansione del documento di identità fronte, poi documento di identità retro, poi scansione della carta bip e poi la scansione dello scontrino che magari in questi mesi essendo uno scontrino stampato su carta termica si è perso, non si riesce a leggere più. GTT è l’unica in tutta Italia che richiede questi quattro documenti. Qualcuno, tipo in Emilia-Romagna, chiede la carta di identità, la foto della carta di identità, punto. Nessuno richiede di avere fronte retro, nessuno richiede la scansione della propria tessera di abbonamento; se io metto un codice che prendo dalla mia tessera, Milano addirittura mette un fac-simile della tessera per far capire qual è il codice, molti cittadini non sanno neanche qual è il codice della propria tessera, perché non c’è scritto da nessuna parte dove andarlo a trovare, bisogna informarsi per capirlo; a Milano hanno fatto un’immagine per dire: “Questo è il codice che mi devi inserire”, ma nel momento in cui l’ho inserito e ho verificato che è valido, siccome nei database di GTT io so: quale abbonamento aveva, se non l’ha usato, dove l’ha usato, perché devo ulteriormente complicarmi per certificare che veramente ha in mano quel codice? È a nome mio, GTT lo sa. Stiamo inutilmente complicando una procedura che altre Amministrazioni... io chiedo di andare a vedere il modulo di richiesta di Genova, quello di Firenze, sono semplici perché è un’autocertificazione con il codice di verifica, con il codice verificato dell’abbonamento. Cioè, stiamo complicando la vita a persone che sono state in un periodo di crisi, che hanno bisogno di quel... CURATELLA Cataldo ... di quel rimborso, e che poi magari sono state costrette a comprare l’abbonamento quando non c’erano ancora notizie sul rimborso, tipo sui Formula, sugli studenti. Cioè, stiamo veramente complicando la vita, ma perché facciamo questo? Perché ci vogliamo del male? Anzi, perché vogliamo del male ai cittadini? Solo GTT sta facendo questo, ha preparato una procedura così pesante senza tener conto che comunque i dati ce li ha tutti GTT, perché non seguire l’esempio di altre Amministrazioni? Milano, Firenze, Roma, Genova, scegliete l’Amministrazione che più vi piace, ma almeno evitiamo inutilmente... CURATELLA Cataldo Concludo Presidente, Inutilmente di tartassare i cittadini con delle procedure burocraticamente (incomprensibile), forse piace la burocrazia ma cerchiamo di snellirla, snelliamola. Grazie. |