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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 23 Settembre 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 4
INTERPELLANZA 2020-01349
"CHI VALUTA IL MARK TO MARKET DEI DERIVATI OVVERO LA PENALE A CARICO DEL BILANCIO DELLA CITT??" PRESENTATA IN DATA 17 GIUGNO 2020 - PRIMO FIRMATARIO CURATELLA.
Interventi
CURATELLA Cataldo
Grazie, Presidente. Allora, io ho presentato questa interpellanza insieme a quella che
abbiamo discusso la settimana scorsa e chiederei anche su questa di poter avere il testo
che ha letto l’Assessore, perché comunque il tema dei derivati è un tema centrale per la
Città di Torino. All’ultimo Bilancio approvato, quindi a fine dicembre, cubano circa 520
milioni di euro, almeno questo è l’ammontare relativo ai derivati, di cui la parte stimata
di mark to market negativa è circa 112 milioni, poco più di 112 milioni. E parliamo di
una cosa: è vero, è un qualcosa di potenziale, ma il fatto che sia negativo vuol dire che
la Città sarebbe in perdita di 112 milioni, infatti a Bilancio, nel caso in cui il derivato
dovesse essere venduto o comunque dovesse essere chiesto l’annullamento, e infatti a
Bilancio è previsto... c’è un fondo apposito di accantonamento che nel prossimo
triennio, nella parte delle stime dell’ultimo Bilancio, cuba per quasi due milioni e mezzo
su tre anni. Noi, quindi, arriviamo in una situazione in cui non solo la Città ha tutta una
serie di problematiche dovute a debiti pregressi, c’è tutto il tema dei derivati, c’è il tema
del Covid che ha creato ulteriori squilibri dal punto di vista finanziario e ho presentato
questa interpellanza perché non è chiaro, e infatti anche nella risposta viene rimandato a
questa società, la Finance Active, ma quali sono i criteri di valutazione base che
vengono adottati? Ad esempio, mi si veniva a dire che i dati di mercato utilizzati sono
quelli comunicati dalle banche e poi fa un raffronto. Ma di questi dati all’interno del
mark to market sono comprese o no le commissioni bancarie che normalmente le
banche nascondono all’interno della valutazione del mark to market? È stata fatta una
valutazione di questo genere? E infatti è il motivo per cui io chiedevo: chi se ne occupa?
Sulla base di quali dati? Quali sono i criteri che vengono utilizzati? E soprattutto le
fonti, non basta... capisco la banca, la London Stock Exchange; abbiamo garanzia,
anche tenendo in conto tutte le leggi dello Stato di cui parlava l’Assessore, che non ci
sia nessun conflitto di interesse, nessun legame, ad esempio, con (incomprensibile) di
Londra o con altri sistemi? Noi sulla base di che cosa, diciamo...? È sufficiente che uno
dica: “Okay, è considerata indipendente”? Quindi, ci sono alcune informazioni che
secondo me andrebbero approfondite, anche perché il tema dei derivati doveva essere
un tema centrale in questa Amministrazione, però, come già detto anche la settimana
scorsa - e ho letto poi la risposta che l’Assessore mi aveva girato -, siamo lenti, non
abbiamo ancora fatto nulla, dopo quattro anni ci troviamo ancora con una situazione che
per fortuna è arrivata questa sentenza della Cassazione, che almeno dà un po’ di
margine di possibilità all’Amministrazione di agire, ma non si riesce a comprendere,
anche dalla risposta di oggi, se facciamo semplicemente i passacarte, okay, ci dice la
Finance Active, così, facciamo così, o se cerchiamo di approfondire e di andare anche in
un’ottica innovativa su questo tema.
Quindi non mi reputo soddisfatto della risposta. Come avevo già fatto per la settimana
scorsa sull’altra interpellanza, chiederò in Commissione di avere un approfondimento.
Grazie, Presidente.

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