Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie, Presidente. Intendo innanzitutto rassicurare l’Assessore Rolando che, al di là della mia conoscenza sulla distinzione dei ruoli, qualunque Consigliere Comunale, a una settimana di distanza dall’attività in Consiglio, conosce esattamente il fatto per cui, quando si avvia una procedura amministrativa, questo avviene per un atto amministrativo. Infatti l’Assessore Rolando avrà avuto il garbo di leggere, nella mia interpellanza, il fatto che io ho parlato di procedimento avviato dagli Uffici dei Servizi Educativi e ho chiesto informazioni relativamente alle eventuali iniziative dell’Assessorato all’Istruzione. Quindi, dal punto di vista della definizione del campo, la rassicuro: so di che cosa sto parlando. La questione, però, che le voglio porre è un’altra: se lei mi dice che tutto ciò che accade, in termini di contestazione di addebiti, per funzioni, dichiarazioni, compiti svolti durante l’esercizio dell’attività professionale o in orario extra-lavorativo, muove da segnalazioni autonome degli uffici amministrativi, devo dedurre che esistono uffici amministrativi deputati a seguire costantemente le comunicazioni esterne dell’Amministrazione Comunale, segnalare le dichiarazioni ricevute da coloro che non le condividono, sia attraverso le conversazioni Facebook, sia a mezzo stampa, sia in altro modo, e autonomamente per esercizio di ruolo professionale verificare se i soggetti, che magari non si qualificano come dipendenti, ma come cittadini nel dibattito, siano o non siano dipendenti comunali, attraverso una ricerca specifica, e successivamente attivare le contestazioni. Se questo succede, Assessore, perché io questo deduco dalla sua risposta, allora abbiamo un problema, abbiamo un problema serio: 1) abbiamo un ufficio che esercita un controllo sui comportamenti dei nostri dipendenti; 2) nella difficoltà degli organici di questo Comune, il Comune si permette di dedicare un ufficio a questa funzione. Quindi, io adesso voglio capire se questo esiste, ed è la ragione per cui comincio a dire che chiedo l’approfondimento di questa interpellanza. La seconda questione è questa: lei, Assessore, nella sua autorevolezza disciplinare, ha dimenticato di citare il Codice di Comportamento. Ma guardi che lo so anch’io che ogni Ente si dota di un Codice di Comportamento, compreso il Comune di Torino, e che questo Codice di Comportamento del Comune di Torino discende dal Codice di Comportamento del pubblico impiego con Decreto del Presidente della Repubblica del 2013, lo sono anch’io, sa. Ed è proprio esattamente sul mero recepimento, perché il Comune di Torino ha integralmente tradotto il Decreto del Presidente della Repubblica, sul mero recepimento, laddove si dice che anche fuori dall’orario di servizio ci si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell’Amministrazione, sta l’oggetto del nostro dibattito, perché, sa, se fossimo così nell’alveo delle certezze e potessimo dividere con l’accetta i comportamenti corretti e scorretti, allora non succederebbe, come ha detto il nostro Segretario Generale, che ci sono pochi casi l’anno e molto spesso si concludono con un nulla di fatto perché gli avvocati delle parti dimostrano che quel modo di intervenire non era sleale e non era al di fuori delle prerogative di un Consigliere Comunale. Quindi, stando alla sua ricostruzione, noi avremmo un ufficio che è deputato a verificare eventuali comportamenti così bene, che poi, quando fa le segnalazioni e le contestazioni, queste si risolvono con il riconoscimento del corretto comportamento del dipendente. Abbiamo due problemi: quello di aver istituito, se è stata istituita, quella specifica funzione, e di avere una funzione evidentemente inefficace, se non nel creare delle emozioni e delle reazioni nelle persone che sono soggette a questo tipo di comportamenti. La terza e ultima questione è politica, eccome se è politica! Eccome se è politica, perché un’Amministrazione, che, come molte altre, ritiene di dover usare i social, è un’Amministrazione che si espone ad un giudizio generale, con la forma della trasparenza che questa Maggioranza e questa Giunta tante volte invocano e forse, a seconda dei giudizi di ciascuno, non sempre praticano. E allora in quella trasparenza sta anche la capacità di reagire con le argomentazioni alle argomentazioni di senso contrario che vengono prodotte. Ma qui è stata toccata la figura, in termini di competenze, di un Assessore e il Segretario Generale risponde: “Per noi pari sono. L’Amministrazione è un unicum...”... ARTESIO Eleonora ...“...che comprende gli uffici, che comprende la parte politica”, la pregherei di spiegare la distinzione, allora, tra ruolo politico e ruolo amministrativo anche al Segretario Generale, perché, se l’Amministrazione è un unicum, non vale solo quando ci si muove in relazione a una contestazione fatta all’Assessore, e poi i Consiglieri nel merito non possono intervenire sulla questione di principio e di procedura, non sul singolo caso, che lascio agli avvocati delle parti, perché sarà molto interessante, forse sarà persino un argomento piacevole, leggere in quale modo un pubblico dipendente sia stato sleale nel momento in cui ha sottolineato che anche coloro che si dedicano volontariamente alla cura e all’accudimento dei minori, come le nonne, forse sanno di pedagogia, forse più di quanto fosse stato espresso in quella conversazione. Concludo dicendo: la risposta è stata assolutamente insufficiente, peraltro espressa con un piglio che francamente mi sarei risparmiata al posto dell’Assessore, e io chiedo su questo l’approfondimento in Commissione Controllo di Gestione. Le spiego perché: perché vorrei avere conto di qual è stato l’avvio, non della procedura come foglio scritto firmato dal dirigente, ma chi segnala le eventuali difformità di comportamento di un dipendente, se esiste qualcuno preposto a questa indagine, a questa ricerca - e ne parleremo - o se viceversa, come penso, invece dipenda un po’ di più dalla sensibilità di chi partecipa a questi dibattiti pubblici e vi viene evidentemente giudicato. Grazie. |