Città di Torino

Consiglio Comunale

Città di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 23 Settembre 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 22
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2020-01703
BILANCIO DI PREVISIONE FINANZIARIO 2020/2022. VARIAZIONI. IX PROVVEDIMENTO.
Interventi
PAOLI Maura
Grazie, Presidente. Ma, io farò un intervento leggermente diverso da quelli che mi
hanno preceduto, che si sono concentrati più sull’investimento che la Città vuole fare
sulle telecamere per l’accesso alla ZTL che legittimamente non condividono e non
hanno mai condiviso. Io personalmente, invece, credo in questo progetto e penso che
per raggiungere certi obiettivi si debba lavorare sia in senso costruttivo come si sta
facendo e io ringrazio l’Assessora Lapietra per quello che ha fatto in questi anni, ma
credo che si debba anche prevedere degli investimenti di questo tipo che sono stati
chiamati punitivi, ma in realtà se le regole si rispettano nessuno viene punito, perciò io
sono contraria all’emendamento Lo Russo e favorevole a questa spesa che ritengo
necessaria. Quello che invece mi trova contraria è la spesa che è vero che è anche
un’entrata del Ministero, ma è pur sempre una spesa di soldi pubblici, dei 700.000,00
euro del Progetto ARGO e perché? Perché ho dei fortissimi dubbi sull’utilità della
videosorveglianza per rendere sicura la Città, forse sarebbe stato necessario un dibattito
più approfondito su questo tema, forse avremmo dovuto chiederci davvero che cosa
vogliamo ottenere con questa spesa perché da diverse ricerche internazionali cito ora
(incomprensibile) o il Forum europeo per la sicurezza urbana hanno rilevato che le
videocamere espletano più proficuamente una funzione di detection, ovvero di
riconoscimento post-crimine piuttosto che un’azione di deterrenza quindi una capacità
preventiva, ma più proficuamente significa ad esempio che secondo i dati riportati da
Scotland Yard nonostante la Polizia abbia a disposizione ben 60.000 telecamere nella
sola capitale inglese, solo il 3% dei reati di strada vengono risolti a Londra grazie
all’ausilio delle telecamere. Un altro esempio è stato rilevato da una ricerca francese
effettuata a Saint-Étienne in cui non più del 2% dei fatti criminosi che avvengono negli
spazi pubblici vengono risolti grazie all’uso delle immagini di videosorveglianza, quindi
mi chiedo che cosa ci fa pensare che questi soldi siano un grande investimento. Una
seconda domanda che mi pongo è quali siano i costi effettivi perché sappiamo qual è
l’investimento iniziale, ma quanto costerà mantenere queste telecamere, chi lo farà?
Saint-Étienne ad esempio che è una cittadina di quasi 180.000 abitanti con 67
videocamere presenti ha un costo annuale di 1,3 milioni di euro considerando il costo
dell’impianto, i costi di manutenzione e la retribuzione dei 28 agenti incaricati di
controllare le immagini ricevute. Le medie annuali ci dicono che le videocamere
permettono alla città di avviare circa 130 procedimenti giudiziari contro gli autori dei
reati videoregistrati a fronte di circa 10.000 reati accertati dalla Polizia nazionale. A
Lione, analogamente, a fronte di un costo annuale che si aggira tra 2,7 e i 3 milioni di
euro, i sistemi di videosorveglianza permettono di trattare circa l’1,6% dei fatti
criminosi annuali, un costo che è esorbitante, che grava sui cittadini in cambio di
risultati molto deboli. Una terza domanda che mi sarei fatta è la Sindaca Appendino ha
detto in conferenza stampa che la percezione della sicurezza e il sentirsi sicuri nella
propria Città è un diritto di ogni cittadino al pari della sicurezza reale, ma quali sono gli
effetti della videosorveglianza sulla percezione della sicurezza? Alcuni studi sociologici
ci spiegano che i sistemi di videosorveglianza non sembrano esercitare significativi
effetti positivi sulla valutazione personale del rischio di vittimizzazione, anzi non di
rado l’introduzione delle telecamere viene interpretata come una riprova della maggiore
pericolosità del territorio, generalmente, invece, il miglioramento dei sentimenti di
sicurezza si accompagna piuttosto alla riqualificazione materiale e immateriale da punti
luce e da eventi, da iniziative delle comunità nello spazio pubblico che sono cose che si
fanno certo, ma allora perché non investire tutto il possibile su quella strada che i dati ci
dicono essere quella giusta, perché sprecare 700.000,00 euro? Una quarta domanda è
sulle conseguenze sociali dell’uso della videosorveglianza, mi chiedo se sia stato fatto
un ragionamento in tal senso. La videosorveglianza viene definito un mezzo
sociotecnico perché comporta effetti sulla privacy dei cittadini e incide su un potenziale
discriminazione dei gruppi sociali già stigmatizzati. Certe categorie di persone ad
esempio i rom, gli arabi, i neri infatti sono più soggetti ad operazioni di controllo e
sorveglianza di altre categorie di persone anche da parte dei sistemi di sorveglianza
automatizzati come quelli degli aeroporti e delle banche. Il professor Calenda del
gruppo italiano di studi sulla videosorveglianza ci spiega che l’automazione del
controllo segue delle regole e queste regole sono degli algoritmi di rischio elaborati da
esseri umani la coazione e soggetta a interessi, a valori, a pregiudizi ben precisi. Inoltre,
la videosorveglianza appartiene alla società della paura, del sospetto, cioè si allea con il
suo nemico, alimenta proprio ciò che vorrebbe combattere, la Giunta ha riflettuto su
questo paradosso e sul potenziale impatto a livello sociale della videosorveglianza? Io
ho riflettuto. Una quinta domanda che mi sarei posta è: perché in tutt’Europa si sta
abbandonando la videosorveglianza? Nel Regno Unito, ad esempio dopo vent’anni di
espansione si sta assistendo a un progressivo abbandono; in Galles la marcia indietro è
stata voluta dalla Polizia stessa che mediate uno studio ha sostenuto che i tagli al
sistema di videosorveglianza non comporterebbero un aumento significativo della
criminalità e dei comportamenti antisociali e che non vi sia nulla che provi che la
presenza di sistemi a circuito chiuso funga da deterrente rispetto ai lati comuni. Un
esempio di inutilità è quello rilevato nel 2017 con l’attentatore di Nizza che è stato
ripreso nei giorni precedenti ai fatti per ben 11 volte nei luoghi della strage a bordo del
suo camion. Quello di Nizza è il sistema più grande e costoso dell’intera Francia e
possiamo ricordare le dichiarazioni del Sindaco della città che bacchettava quello
parigino dopo i fatti nella sede di Charlie Hebdo, in quanto, se Parigi possedesse un
sistema di videosorveglianza come il nostro, i terroristi non avrebbero oltrepassato tre
incroci senza essere neutralizzati e arrestati, ma anche per i fatti di microcriminalità il
risultato non cambia. Le telecamere registrano l’evento per consentire l’arresto dei ladri,
ma non aiutano la prevenzione e non assicurano la cattura soprattutto se i ladri sono
professionisti e con banali accorgimenti possono evitare di farsi identificare, bastano dei
passamontagna, un’auto rubata per rendere inutile il filmato registrato. A Venezia il
collettivo Anopticon ha analizzato le mozioni del Consiglio Comunale riguardanti la
sicurezza e la videosorveglianza e lo studio ha fatto emergere che nelle aree di interesse
si verificano problemi di sicurezza nonostante le telecamere di videosorveglianza.
Considerazione finale: considerando dunque che non esistono certezze sull’efficacia di
questi dispositivi e che quindi le ragioni di questi interventi sono tutte e per tutte
politiche e non c’è stata una discussione politica su questo tema mai, dunque io non
potrò votare questa delibera che purtroppo mischia argomenti che avrebbero dovuto
essere affrontati in modo diverso e per questo annuncio la mia astensione a questo
provvedimento.

Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)