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SACCO Alberto (Assessore) Buongiorno a tutti. Allora, rispondo a un’interpellanza del Consigliere Magliano, che segnala alcune problematiche nella presentazione delle domande per i dehors. Solo come inquadramento generale, ci sono attualmente due modi per presentare la domanda del dehors: l’occupazione straordinaria, chiamiamola così, di questo periodo così difficile, che dà 60 metri ed è un’autocertificazione con un vademecum, una domanda molto molto semplice; poi c’è la possibilità di chiedere comunque la costruzione di un dehors con il Regolamento che abbiamo approvato l’anno scorso. Il Consigliere Magliano fa presente che c’è qualche problema nella presentazione delle domande, nell’applicazione del Regolamento, forse più nella comprensione del Regolamento, quindi è importante dare il quadro concreto anche dei numeri delle pratiche che stanno seguendo gli Uffici. Allora, 388 dehors, modalità D1 e D2, hanno iniziato ad arrivare a fine febbraio 2020; chiaramente poi sono diminuite a causa del Covid e a causa di quello che abbiamo fatto, l’occupazione temporanea con autocertificazione. Allora, in questo caso cosa è successo? Che i professionisti dicono che le domande sono state bloccate per un problema relativo a una certificazione, che è un aspetto evidenziato dal Regolamento, la certificazione delle coperture. Gli Uffici mi dicono che in realtà... mi hanno fatto un dettagliato elenco e, come dicevo prima al Consigliere, ho avuto anche il piacere - perché è giusto - di incontrare dei professionisti per comprendere in concreto quali fossero le difficoltà, e gli Uffici mi dicono che in realtà ci sono tanti problemi che fanno sì che le domande siano bloccate, non problemi, fatemi dire, da parte del Comune, ma problemi legati al fatto che magari il professionista non conosce ancora bene il Regolamento e allora commette delle inesattezze. Mi hanno segnalato i più comuni, che sono mancanza di elementi grafici essenziali nel dehors, quali descrizioni materiali e colori, mancato rispetto delle distanze dagli incroci stradali, mancata evidenza della cartellonistica da apporre ai dehors, occultamento con le coperture della segnaletica stradale, presentazione di relazioni tecniche incomplete e non rispondenti al progetto, mancanza di documenti di riconoscimento e sottoscrizione sugli elaborati, quindi addirittura mancanza della firma in alcuni casi, occupazione della sede stradale sugli stalli di sosta in misura eccessiva rispetto a quella consentita dalla norma in vigore. Vi spiego, spiego, Consigliere, come funziona, sicuramente lo sa, ma per chi non lo sapesse: tu presenti una domanda, ti viene data una risposta dove c’è scritto: “Guarda, manca al punto 1) manca questo, al punto 2) manca questo, al punto 3) manca questo, al punto 4) devi mettere a posto questo” e solo a quel punto viene poi fatto l’eventuale “blocco”, chiamiamolo così, viene respinta la domanda. Io ho visto, ho incontrato alcuni professionisti, perché girando molto, parlando molto con le persone, sento un po’ le lamentele e ho voluto vedere alcune domande; effettivamente, faccio l’esempio di quello della scorsa settimana, il problema lì era proprio che c’erano cinque punti, due punti li aveva messi a posto e uno, per dire, doveva modificare la planimetria che aveva presentato, mettendo - come secondo me è sensato - una planimetria con dentro, non lo so, indicati i tombini, i pali eventualmente e gli attacchi della luce, perché se uno monta il dehors, poi il Comune deve sapere comunque dove sono questi attacchi e questo professionista non aveva allegato quella planimetria, non l’aveva modifica, ma giusto per fare un esempio, era stata sicuramente una svista. Quindi, si sottolinea inoltre che, tra tutte le istanze che hanno avuto esito favorevole, condizionato e negativo, per il quale è possibile produrre delle integrazioni e contraddizioni, solo sette pratiche, addirittura, sono state integrate o riscontrate; quindi, tante domande presentate, ma soltanto a sette sono state fatte integrazioni o riscontri. Per quanto riguarda il problema degli ombrelloni sollevato da alcuni professionisti, alcuni professionisti hanno fatto richiesta ai produttori di ombrelloni di fornire quanto richiesto ai sensi del penultimo capoverso del capitolo 2.3 dell’allegato A del Regolamento 388, che è bene ricordare cosa recita: “Le coperture utilizzate dovranno essere dotate di certificazioni di legge e di relative schede tecniche che indichino le condizioni di corretto utilizzo anche in caso di eventi atmosferici”. Infatti, seppure sporadicamente, in alcune stanze sono presenti le schede di utilizzo e le certificazioni dei tessuti. L’Ufficio tecnico non ha mai evidenziato - mi dicono i miei Uffici - non ha mai evidenziato nei suoi referti la mancanza della certificazione CE, ma ha indicato la carenza dei documenti prescritti all’articolo sopra. Quindi, non è che l’Ufficio ha detto: “Manca la certificazione CE”, ma ha detto: “Manca questa cosa”. Questo, però - non me l’hanno scritto, ma parlo da avvocato -, fa riferimento... ogni prodotto che tu vai a comprare, deve rispettare quello che dice la Direttiva Europea sui prodotti e che cosa dice il Codice del Consumo, quindi tutto quello che è commercializzato deve contenere le istruzioni con le avvertenze delle più comuni condizioni di pericolosità. Quindi, più che il simbolo CE, che serve per determinate cose, ma non è che è chiesto specificamente dal Regolamento, è una regola generale: quando tu compri un prodotto, lo vedete tutti, c’è scritto: “Questo prodotto ha queste caratteristiche, va montato così, deve mettere un certo contrappeso e non si deve ribaltare”. Mi hanno poi fatto un elenco delle domande presentate, che sono state 174, come dicevo, ma in realtà sono state tutte, come dire, bloccate per ragioni diverse da quelle del motivo CE, tendenzialmente si tratta di integrazioni, cioè qualcuno fa..., ripeto, probabilmente è un problema che non riescono ancora a comprendere bene tutti i documenti che devono depositare, perché sono cambiate le regole, però siamo a disposizione. Per risolvere e rispondere alla domanda, come ho detto anche sui giornali, stiamo ragionando con la dottoressa Virano, la dottoressa Vitrotti e il dottor Mangiardi, di fare una modifica che agevoli la presentazione della domanda. La modifica dovrebbe consistere nell’evitare tutti questi documenti, ma per semplificare il professionista, per avere..., dovrebbe presentare la domanda, ovviamente con la documentazione fotografica e con un’autocertificazione dove il professionista fa una relazione e dice: “Okay, io ho rispettato tutto quello previsto nel Regolamento”. È chiaro che poi il Comune fa le verifiche dopo e, se il professionista non ha rispettato tutto quello che è, si prendono gli opportuni provvedimenti. Invece, sul discorso del prolungamento del Regolamento, sì, ci stiamo ragionando, ha ragione il Consigliere Magliano, da subito abbiamo... da qualche tempo, insomma, pensiamo di volerlo prolungare, come abbiamo detto, rispettando ovviamente le competenze del Consiglio, della Giunta e di quant’altro; l’idea era di iniziare a portarlo quantomeno a fine settembre - chiaramente questo sarà poi oggetto di discussione in futuro - e di ragionare ovviamente su che effettivamente siano utilizzati, con tutte le accortezze, perché c’è qualcuno che chiede il permesso, occupa il dehors in maniera magari non troppo corretta, ne abbiamo visti in diversi casi. Grazie. |