Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Iniziamo con la fase di trattazione interpellanze. Iniziamo con la n. mecc. 202001773/002, presentata dal Capogruppo Magliano, avente come oggetto: “Nuovi dehors, nuove regole e nuovi problemi” SICARI Francesco (Presidente) Risponde l’Assessore Sacco, al quale lascio la parola. Prego. SACCO Alberto (Assessore) Buongiorno a tutti. Allora, rispondo a un’interpellanza del Consigliere Magliano, che segnala alcune problematiche nella presentazione delle domande per i dehors. Solo come inquadramento generale, ci sono attualmente due modi per presentare la domanda del dehors: l’occupazione straordinaria, chiamiamola così, di questo periodo così difficile, che dà 60 metri ed è un’autocertificazione con un vademecum, una domanda molto molto semplice; poi c’è la possibilità di chiedere comunque la costruzione di un dehors con il Regolamento che abbiamo approvato l’anno scorso. Il Consigliere Magliano fa presente che c’è qualche problema nella presentazione delle domande, nell’applicazione del Regolamento, forse più nella comprensione del Regolamento, quindi è importante dare il quadro concreto anche dei numeri delle pratiche che stanno seguendo gli Uffici. Allora, 388 dehors, modalità D1 e D2, hanno iniziato ad arrivare a fine febbraio 2020; chiaramente poi sono diminuite a causa del Covid e a causa di quello che abbiamo fatto, l’occupazione temporanea con autocertificazione. Allora, in questo caso cosa è successo? Che i professionisti dicono che le domande sono state bloccate per un problema relativo a una certificazione, che è un aspetto evidenziato dal Regolamento, la certificazione delle coperture. Gli Uffici mi dicono che in realtà... mi hanno fatto un dettagliato elenco e, come dicevo prima al Consigliere, ho avuto anche il piacere - perché è giusto - di incontrare dei professionisti per comprendere in concreto quali fossero le difficoltà, e gli Uffici mi dicono che in realtà ci sono tanti problemi che fanno sì che le domande siano bloccate, non problemi, fatemi dire, da parte del Comune, ma problemi legati al fatto che magari il professionista non conosce ancora bene il Regolamento e allora commette delle inesattezze. Mi hanno segnalato i più comuni, che sono mancanza di elementi grafici essenziali nel dehors, quali descrizioni materiali e colori, mancato rispetto delle distanze dagli incroci stradali, mancata evidenza della cartellonistica da apporre ai dehors, occultamento con le coperture della segnaletica stradale, presentazione di relazioni tecniche incomplete e non rispondenti al progetto, mancanza di documenti di riconoscimento e sottoscrizione sugli elaborati, quindi addirittura mancanza della firma in alcuni casi, occupazione della sede stradale sugli stalli di sosta in misura eccessiva rispetto a quella consentita dalla norma in vigore. Vi spiego, spiego, Consigliere, come funziona, sicuramente lo sa, ma per chi non lo sapesse: tu presenti una domanda, ti viene data una risposta dove c’è scritto: “Guarda, manca al punto 1) manca questo, al punto 2) manca questo, al punto 3) manca questo, al punto 4) devi mettere a posto questo” e solo a quel punto viene poi fatto l’eventuale “blocco”, chiamiamolo così, viene respinta la domanda. Io ho visto, ho incontrato alcuni professionisti, perché girando molto, parlando molto con le persone, sento un po’ le lamentele e ho voluto vedere alcune domande; effettivamente, faccio l’esempio di quello della scorsa settimana, il problema lì era proprio che c’erano cinque punti, due punti li aveva messi a posto e uno, per dire, doveva modificare la planimetria che aveva presentato, mettendo - come secondo me è sensato - una planimetria con dentro, non lo so, indicati i tombini, i pali eventualmente e gli attacchi della luce, perché se uno monta il dehors, poi il Comune deve sapere comunque dove sono questi attacchi e questo professionista non aveva allegato quella planimetria, non l’aveva modifica, ma giusto per fare un esempio, era stata sicuramente una svista. Quindi, si sottolinea inoltre che, tra tutte le istanze che hanno avuto esito favorevole, condizionato e negativo, per il quale è possibile produrre delle integrazioni e contraddizioni, solo sette pratiche, addirittura, sono state integrate o riscontrate; quindi, tante domande presentate, ma soltanto a sette sono state fatte integrazioni o riscontri. Per quanto riguarda il problema degli ombrelloni sollevato da alcuni professionisti, alcuni professionisti hanno fatto richiesta ai produttori di ombrelloni di fornire quanto richiesto ai sensi del penultimo capoverso del capitolo 2.3 dell’allegato A del Regolamento 388, che è bene ricordare cosa recita: “Le coperture utilizzate dovranno essere dotate di certificazioni di legge e di relative schede tecniche che indichino le condizioni di corretto utilizzo anche in caso di eventi atmosferici”. Infatti, seppure sporadicamente, in alcune stanze sono presenti le schede di utilizzo e le certificazioni dei tessuti. L’Ufficio tecnico non ha mai evidenziato - mi dicono i miei Uffici - non ha mai evidenziato nei suoi referti la mancanza della certificazione CE, ma ha indicato la carenza dei documenti prescritti all’articolo sopra. Quindi, non è che l’Ufficio ha detto: “Manca la certificazione CE”, ma ha detto: “Manca questa cosa”. Questo, però - non me l’hanno scritto, ma parlo da avvocato -, fa riferimento... ogni prodotto che tu vai a comprare, deve rispettare quello che dice la Direttiva Europea sui prodotti e che cosa dice il Codice del Consumo, quindi tutto quello che è commercializzato deve contenere le istruzioni con le avvertenze delle più comuni condizioni di pericolosità. Quindi, più che il simbolo CE, che serve per determinate cose, ma non è che è chiesto specificamente dal Regolamento, è una regola generale: quando tu compri un prodotto, lo vedete tutti, c’è scritto: “Questo prodotto ha queste caratteristiche, va montato così, deve mettere un certo contrappeso e non si deve ribaltare”. Mi hanno poi fatto un elenco delle domande presentate, che sono state 174, come dicevo, ma in realtà sono state tutte, come dire, bloccate per ragioni diverse da quelle del motivo CE, tendenzialmente si tratta di integrazioni, cioè qualcuno fa..., ripeto, probabilmente è un problema che non riescono ancora a comprendere bene tutti i documenti che devono depositare, perché sono cambiate le regole, però siamo a disposizione. Per risolvere e rispondere alla domanda, come ho detto anche sui giornali, stiamo ragionando con la dottoressa Virano, la dottoressa Vitrotti e il dottor Mangiardi, di fare una modifica che agevoli la presentazione della domanda. La modifica dovrebbe consistere nell’evitare tutti questi documenti, ma per semplificare il professionista, per avere..., dovrebbe presentare la domanda, ovviamente con la documentazione fotografica e con un’autocertificazione dove il professionista fa una relazione e dice: “Okay, io ho rispettato tutto quello previsto nel Regolamento”. È chiaro che poi il Comune fa le verifiche dopo e, se il professionista non ha rispettato tutto quello che è, si prendono gli opportuni provvedimenti. Invece, sul discorso del prolungamento del Regolamento, sì, ci stiamo ragionando, ha ragione il Consigliere Magliano, da subito abbiamo... da qualche tempo, insomma, pensiamo di volerlo prolungare, come abbiamo detto, rispettando ovviamente le competenze del Consiglio, della Giunta e di quant’altro; l’idea era di iniziare a portarlo quantomeno a fine settembre - chiaramente questo sarà poi oggetto di discussione in futuro - e di ragionare ovviamente su che effettivamente siano utilizzati, con tutte le accortezze, perché c’è qualcuno che chiede il permesso, occupa il dehors in maniera magari non troppo corretta, ne abbiamo visti in diversi casi. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Magliano. MAGLIANO Silvio Sì, grazie, Presidente. Io chiedo all’Assessore, se fosse possibile, di avere il cartaceo di quello che ha poc’anzi detto, perché ha esaminato i punti in modo preciso e puntuale e io lo ringrazio per l’attenzione che ha voluto dare a questa interpellanza, così da poter leggere con attenzione cosa mi ha risposto e quindi poter trasmettere quanto da lui detto a chi mi ha sollecitato il problema. Vede, Assessore, io prendo atto di queste due ultime sue affermazioni, la prima del proporre il prolungamento, e sono assolutamente d’accordo con lei che è una misura assolutamente sensata, a patto che si controlli che chi chiusa questi 60 metri quadri in più non li usi solo per occupare suolo pubblico e non faccia tutti i giorni il servizio, cioè, se quello è un dehors in più, se sono metri quadri in più, deve comunque lavorare come un dehors, perché se ti do l’opportunità, la usi fino in fondo. Io, girando per la città, ho visto delle situazioni bellissime, cioè con un’invettiva e un ingegno decisamente interessanti e... un’inventiva, mi scusi, l’invettiva la faccio poi dopo, alla fine dell’interpellanza sulle cose che ha detto all’inizio, però ce l’avevo lì pronta per cui ho fatto un errore di lessico e mi scuso, però invece ho visto anche roba... copertoni per terra, tavoli di legno costruiti alla bell’e meglio e il tipico ombrellone dato come promozione da qualche marca di gelati, piuttosto che di birra, così... quello non è facilitare lo sfruttamento di quel suolo pubblico. Per cui, bene questo vostro intendimento, se dovrà passare in Aula avrà il mio voto favorevole, a patto che ci sia un controllo; come, rispetto a quello che lei ha detto proprio verso la fine, se la Città..., ma questo è un problema di avere la capacità dei controlli, perché il nostro Paese è un Paese che mette delle regole all’ingresso per fare qualsiasi cosa mastodontica proprio perché ha una enorme incapacità poi di controllare e monitorare come viene utilizzata questa opportunità, quindi la soglia all’ingresso è molto alta, il livello di controllo è sempre basso. Se noi invertissimo questo trend tipico dei Paesi liberali e tipico dei Pasi liberali in cui i cittadini amano rispettare le regole, invece che ingegnarsi per non rispettarle, invece sarebbe interessante autocertificazione, modelli molto leggeri e poi un controllo mirato e a quel punto, però, la corresponsabilità - questo lo dico da subito - dovrebbe essere presa anche dal professionista e non solo dal commerciante o dal barista, che spesso si affida a un professionista e poi, quando c’è da pagare la sanzione, la paga l’esercente e non il professionista. Su questo bisognerebbe lavorare e se andate in questa direzione avrete ulteriormente l’appoggio del mio Gruppo. Per quanto riguarda il resto, io a questo punto dovrò dire a coloro che ho incontrato che sono dei pessimi professionisti, che non sono in grado di leggere i regolamenti e, anzi, forse hanno buttato gli anni migliori della loro vita studiando cose che poi non riescono a comprendere, perché, a quanto lei dice, questi regolamenti sono abbastanza semplici. Io tendenzialmente immagino, ormai, dopo questi otto anni e mezzo, nove anni in Consiglio Comunale, sono abituato a immaginare che la verità stia un po’ sempre nel mezzo: la struttura si difende e il professionista magari ogni tanto non è molto preciso. E questa è una verità che mi piacerebbe sentire anche da chi governa e non solo da chi fa l’Opposizione. Quando c’è stata la polemica sui giornali, io ho colto - e, devo dire, la ringrazio - una grande apertura da parte sua, dicendo: “Sì, ci sono dei problemi, li metteremo a posto”; nella sua risposta è emerso che sono i professionisti che fondamentalmente non si sono adeguati, non sono in grado, non hanno capito, una marea di... un fracco di documenti mancanti, e invece la Città di Torino fa tutto per filo e per segno. Io questo lo posso accettare quando interviene un dirigente che deve difendere la struttura in Commissione, non da un Assessore che comunque ha la possibilità di dire: “Forse dobbiamo migliorare, forse dobbiamo fare qualcosa di più, forse dovremmo staffare un po’ di più l’ufficio che si occupa di questo” me lo sarei aspettato, anche perché, se io fossi uno dei professionisti che ha parlato con me, o degli altri professionisti che provano a costruire il progetto per questa tipologia di dehors, mi sentirei un po’ sminuito o quantomeno un po’ insultato, cioè: “Non siete buoni a fare il vostro e scaricate le responsabilità sul Comune”. In alcuni casi potrebbe essere così, potrebbe essere anche così, che gente, che ne fa un tanto al chilo di queste pratiche, non le segue con la dovuta attenzione, allora è importante che chi gli ha dato l’incarico lo sappia. Dall’altra parte, però, le assicuro che le segnalazioni che hanno fatto a me sono anche legate a una iper, iper, iper, iper scrupolosità nella gestione di queste pratiche, che a volte è sintomo del non volerle mandare avanti con celerità, e se noi non mandiamo avanti le pratiche con celerità, in questo caso no, Assessore, perché grazie a voi fino al 30 novembre - e vado alla conclusione - c’era questa opportunità di autocertificazione veloce e se la prolungate non servirà, ma prima o poi il nuovo Regolamento dehors dovrà essere applicato in questa città; adesso, in base alla vostra ipotesi, dal 1° ottobre 2021. Però che ci sia una corresponsabilità e un modo di rendere le cose più semplici, questo è l’obiettivo, perché la Città di Torino sarà anche una Città che ha una classe dirigente, tra i funzionari, i dipendenti e i collaboratori, di altissimo livello, però io non penso che i professionisti che vengono a segnalare i problemi ai Consiglieri Comunali abbiano piacere di raccontarci una serie di fandonie inaudite. Detto ciò, io mi ritengo soddisfatto della risposta, Presidente, perché devo dire che l’Assessore ha esaminato tutti i quattro punti; rimango un po’ dispiaciuto, perché io preferisco difendere le partite IVA, perché sono quelle che poi, alla fine della fiera, stanno cercando di tenere in piedi questo Paese; prendo atto che i nostri Uffici non sbagliano un colpo. Sarà mia cura condividere questa sua risposta anche con chi mi ha fatto questa segnalazione e magari dire anche con nettezza quello che lei mi ha detto, cioè che i professionisti devono fare bene il loro lavoro, se pretendono che l’Amministrazione faccia bene il suo, dopodiché valuteremo in Aula che cosa porterete rispetto al futuro. C’è solo un tema che rimane ancora in sospeso: è capire se il nuovo Regolamento dehors, che a questo punto applicheremo nel 2021, potrebbe subire modifiche alla luce di quello che è capitato in questi mesi, che in alcuni casi è stato anche molto virtuoso. Certo è - e concludo veramente - che, se noi gli facessimo pagare quei 60 metri quadri in più, evidentemente non tutti quelli che lo stanno utilizzando lo utilizzerebbero ancora, anche perché l’abbiamo permesso anche a quelli che avevano morosità, questa è un’altra cosa che non potremo più fare. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Possiamo dare come discussa, quindi, l’interpellanza appena trattata. |