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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 7 Settembre 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 11
INTERPELLANZA 2020-01799
"NESSUNO PI? SI SIEDE AL TAVOLO (ROM). QUALE STRATEGIA PER IL SUPERAMENTO DELLE BARACCOPOLI ROM?" PRESENTATA IN DATA 20 AGOSTO 2020 - PRIMO FIRMATARIO TRESSO.
Interventi


SICARI Francesco (Presidente)

Procediamo adesso con le Interpellanze Generali.

Iniziamo dall'interpellanza meccanografico n. 202001799/002 presentata dal Capogruppo Tresso e sottoscritta da altri Capigruppo e Consiglieri, che ha come oggetto:



"Nessuno più si siede al tavolo (rom). Quale strategia

per il superamento delle baraccopoli rom?"

SICARI Francesco (Presidente)

Ricordo, come anche comunicato nella Capigruppo, che su un tema simile erano state presentate due richieste di comunicazioni che sono state ritirate in quanto si farà una discussione all'interno dell'Interpellanza Generale. Lascio ora..., solo un attimo, la parola alla Vicesindaca Schellino. Okay, prego, Vicesindaca.

SCHELLINO Sonia (Vicesindaca)

Grazie, buongiorno a tutti. Come anticipato, approfittiamo di questa interpellanza per dare un quadro un po' più ampio sul progetto speciale, su quello che è avvenuto a proposito di Germagnano, partendo un po' dalla visione generale, della quale spesso ci viene detto che non è chiara quale sia questa visione. Il progetto speciale per il superamento dei campi rom vede come azioni preliminari di questa Amministrazione un'attenta analisi e valutazione di quanto fatto dalle precedenti Amministrazioni, con particolare riferimento al progetto "Città possibile", che durò dal dicembre 2013 al dicembre 2015 e che si occupò del superamento definitivo di un insediamento abusivo di Lungo Stura Lazio con collocazione abitativa o rimpatrio assistito di 648 persone che si dichiaravano rom, regolari cittadini rumeni o senza residenza a Torino. Nella convinzione che alla base di ogni intervento ci debba essere una valutazione obiettiva e scevra da pregiudizi delle azioni già intraprese nei confronti della comunità oggetto di intervento si è partiti dalla raccolta di tutte le informazioni disponibili sulle ricadute, conseguenze, punti di forza e di debolezza del progetto di inclusione sociale appena concluso quando si insediò l'attuale Giunta e che fu realizzato grazie alle risorse professionali e materiali, come pure un importante investimento finanziario. Si trattava allora di progetti di collocazione in civili abitazioni del libero mercato e tirocini lavorativi a Torino o in alternativa di rimpatri assistiti in Romania, avvalendosi della collaborazione di associazioni locali. L'obiettivo sul breve periodo fu raggiunto, un'intera vasta baraccopoli non esiste più e dal punto di vista del metodo ci sono state importanti lezioni apprese, quali ad esempio la necessità di stipulare un patto con le famiglie, ritenuto fondamentale nel progetto speciale attuale, la necessità di collaborazione in Romania, o come minimo con il Consolato, e l'importanza di un lavoro condiviso tra Assessorati e direzioni diversi. Da qui l'idea di un progetto speciale interassessorile fin dalla fase di progettazione del nuovo intervento. Sul lungo periodo l'esito in termini di inclusione sociale dei nuclei di "Città possibile" non è stato quello sperato: l'80% dei nuclei, anche quelli che l'hanno dopo avevano avuto il contributo della Città è stato sfrattato per morosità. La locazione e le spese di riscaldamento, anche se basse, interferivo con le rimesse pattuite con la rete familiare rimasta in Romania. I nuclei che hanno aderito al rimpatrio con sostegno sono poi spesso emigrati in Germania o in altri Paesi europei, o sono tornati in Italia, qualcuno anche a Torino e anche a Germagnano abusivo, 13 nuclei censiti in occasione dell'intervento di agosto erano proprio fra questi. Questo non significa assolutamente voler dichiarare un fallimento perché comunque anche un piccolo numero di famiglie integrate con reciproca soddisfazione loro e dell'Amministrazione è un risultato degno di apprezzamento e dimostra la ricaduta positiva di un attento e paziente lavoro sia degli operatori pubblici, sia del privato sociale che da anni segue con attenzione e passione la comunità rom. Bisogna però riconoscere che per un numero non irrilevante degli abitanti degli insediamenti informali il legame con il Paese d'origine e l'interesse a inviare a casa il più possibile di denaro, anche a costo di vivere in Italia in condizioni che per il nostro modo di ragionare si possono definire degradate, è più forte e più importante del desiderio di integrazione. In sintesi, a seguito di "Città possibile", sono proseguite solo una piccola parte delle collocazioni abitative in Torino, i rom rumeni hanno rifiutato fin dall'inizio le collocazioni in prima e seconda cintura e solo due nuclei su 80 all'epoca sono usciti da Torino. Anche dal punto di vista lavorativo la familiarità, la competenza nelle attività legali e non di economia informale sono risultati nella loro prospettiva più vantaggiosa di percorsi occupazionali regolari sia per la loro rete, sia per la possibilità di mantenere alta la mobilità mensile con la Romania. Anche la residenza è stato un obiettivo perseguito da pochi per la ritrosia a fornire all'anagrafe i documenti sanitari ed economici previsti dalla normativa per i cittadini comunitari. Dall'avvio di questa Consiliatura con l'approvazione delle delibere 201701055 e le successive 201803210, 201800539 la Città decide di modificare il regolamento per le aree di sosta autorizzate e approva delle linee guida spese di un progressivo superamento dei campi nomadi autorizzati e la costruzione di politiche e strategie che portino alla diminuzione delle macro aggregazioni spontanee e abusive. In questo contesto si inserisce il progetto speciale "Campi Nomadi", che dall'ottobre del 2018 ha al suo fianco il servizio di accompagnamento tecnico effettuato dall'ATI composta della Cooperativa "Liberi tutti", dalla fondazione "Contrada Torino" e da Brainscapital. L'obiettivo generale dell'accompagnamento tecnico è il supporto alla Città di Torino nel tendere al superamento delle aree sosta autorizzate e spontanee. Le azioni svolte sono individuate e strutturate al fine di promuovere, favorire e supportare l'inclusione sociale dei destinatari, accompagnando le azioni fisiche e la loro progettazione con l'ascolto e il coinvolgimento dei destinatari e della comunità cittadina, connettendole con interventi e possibilità esistenti o attivabili per la tutela dei diritti, l'attivazione di risorse e di attori pubblici e privati. Le associazioni hanno avuto un ruolo anche nell'attività di fundraising, di relazione con il privato sociale, che ha contribuito alla realizzazione del progetto. Il progetto speciale "Campi Nomadi" ha nel mese di dicembre 2010 chiuso definitivamente la prima area di sosta autorizzata di via Germagnano 10, individuando alcuni percorsi di inclusione abitativa alternativi alla permanenza nell'area di sosta di via Germagnano, anche in base ai bisogni e alle potenzialità espresse dalle famiglie. Passiamo adesso al tema della popolazione di Germagnano spontaneo ad agosto, che abitavano ad agosto 2020. Chi c'era quindi a Germagnano abusivo? Visto che hanno detto un po' tutti la loro, adesso raccontiamo anche la nostra versione, avendola vissuta, confortati dai dati e dalle osservazioni anche sociologiche di anni di documentazione e di ricerca degli uffici della Città e del lavoro sul campo. A Torino dimorano almeno quattro comunità diverse di rom a forte impronta nazionale, oltre a quelli italiani, ci sono i bosniaci, serbi croati e bosniaci e i rumeni, i balcanici, scusate, i balcanici, che sono serbi, croati e bosniaci, e poi i rumeni. L'insediamento di Germagnano spontaneo è stato fin dalla sua nascita abitato dalla comunità rom rumena. La presenza di poche famiglie balcaniche è sempre stata temporanea da parte di persone provenienti da altre città per i più diversi motivi, in genere conflitti interni nelle comunità. I rom rumeni a Torino sono regolari cittadini rumeni con documenti validi. Si ricorda che per i cittadini comunitari la residenza si ottiene presentando i documenti di riconoscimento validi, documentazione probatoria di poter provvedere al proprio mantenimento e a quello dei familiari conviventi, ad esempio un contratto di lavoro, un deposito in conto corrente, ovvero di disporre di risorse per sé e per i propri familiari sufficienti a non gravare sul sistema di assistenza pubblica, una polizza di assicurazione sanitaria, ovvero un altro titolo idoneo a coprire tutti i rischi sul territorio nazionale. Nella comunità rumena di Germagnano risultavano tre nuclei residenti in civile abitazione, due persone residenti in via Casa Comunale e poi altre sette persone che hanno perso gli ultimi cinque anni di iscrizione anagrafica per irreperibilità. Proprio dei loro documenti d'identità rumena risulta una residenza che per la normativa nel loro Paese prevede l'esistenza di una casa di proprietà personale o della famiglia d'origine, o acquistata, o in locazione. Queste persone hanno quindi sempre un'abitazione di affettivo riferimento in Romania, spesso nei villaggi, qualche volta in città di piccola e media grandezza. I rom rumeni di Torino si caratterizzano per alta mobilità, da settimanale a mensile, da e verso loro Paese con un efficiente sistema di trasporti. Tutti i nuclei posseggono o hanno accesso a un'auto, furgone, un pulmino di proprietà o in prestito allo scopo. I rom rumeni si dividono in: rumenizzati, la maggioranza di quelli presenti a Germagnano, e tradizionali presenti, ma il numero minore. I primi parlano rumeno con normali inflessioni dialettali e non si distinguono fisicamente né come abbigliamento dai romeni e ne condividono molte abitudini e valori. I secondi sono una comunità chiusa, vestono costumi tradizionali, parlano la lingua dei rom, oltre al rumeno, e si difendono dallo stile di vita italiano e dal contatto con gli italiani. Le baracche rom rumene sono in mezzo a discariche di rifiuti prodotte dagli abitanti, sono solide, calde e pulite dentro, adulti e bambini hanno vestiti puliti e sono ordinati. Le baraccopoli sono sempre gestite da leader riconosciuti, non sempre dalla vita limpida, che garantiscono l'invisibilità e lo spazio per l'illegale in caso di necessità. I rom rumeni vivono di economia informale, recupero dei cassonetti, riciclo, mercatini dell'usato, accattonaggio fidelizzato, rari sono i lavori regolari, che consente guadagni cash, ovvero contanti non tracciabili, nonché una rete consolidata di rapporti e di aiuti dal volontariato, ma anche da privati cittadini. Inoltre sono attività che tutti i membri della famiglia possono svolgere, sostituendo gli assenti che tornano nel paese d'origine per un breve o un lungo periodo. Un lavoro regolare a tempo indeterminato non solo è difficile da reperire o comporta un vero e proprio progetto di investire affettivamente ed economicamente in Italia o a Torino, ma non risulta spesso compatibile con la loro continua mobilità verso il Paese di origine. Sono prevalentemente migranti che hanno come primario obiettivo mensile le rimesse concordate con chi è rimasto a casa. Le rimesse sono tradizionalmente destinate nel Paese d'origine alla ristrutturazione o alla costruzione delle case, alle spese scolastiche di figli e nipoti, a spese mediche, alimentari e all'acquisto di beni per la famiglia. La baracca è una sistemazione abitativa scelta perché funzionale al risparmio necessario per garantire le rimesse almeno mensili verso la Romania. I rom rumeni mandano i bambini a scuola perché credono nell'istruzione, preferiscono la scuola rumena, ma in qualsiasi Paese vivano garantiscono la frequenza, pur mettendo in conto la mobilità verso scuole di altri Paesi in caso di necessità di spostamenti o rientri in patria. A Germagnano spontaneo i minori di età scolare rom rumeni sono fortemente diminuiti negli ultimi anni, la maggioranza risulta tornata presso familiari in Romania. Nei campi spontanei e anche a Germagnano abusivo non vivevano solo rom rumeni, ma anche temporaneamente rumeni in difficoltà economica grave o dediti ad attività informali. Passiamo quindi all'intervento di agosto: tutti gli interventi del progetto speciale sono stati realizzati nel solco di quanto tracciato dal Regolamento comunale 379, Regolamento delle aree sosta attrezzate per rom e sinti approvato con deliberazione del Consiglio Comunale in data 4 aprile 2018, approvato nell'ambito del progetto speciale "Campi Nomadi" in coerenza con le strategie nazionali di inclusione dei rom, dei sinti e dei camminanti 2012-2020 attuativa della comunicazione della Commissione Europea 137/2011. All'interno del progetto speciale "Campi Nomadi" si inserisce l'intervento di agosto volto a recuperare e riqualificare l'area adiacente a via Germagnano, che qui ricordiamo è oggetto di un decreto di sequestro preventivo da parte della Procura di Torino per invasione di terreni e disastro ambientale a seguito dei rilievi dell'ARPA, che ha rilevato elevati livelli di inquinamento nel terreno da zinco, stagno e piombo. L'organizzazione riguardante il superamento dell'insediamento spontaneo di via Germagnano è stata strutturata in questo modo: presenti la Polizia Municipale, il gruppo il nucleo RIME, assistenti sociali ed educatori dell'ufficio Minoranze Etniche, una mediatrice rumena e gli altri operatori della Cooperativa "Liberi tutti". Il nucleo della Polizia Municipale aveva il compito di effettuare verifiche delle presenze e identità tramite ripetuti accertamenti ed eventualmente garantire la sicurezza del contesto. Come detto, nella comunità rumena che gravitava sul Germagnano risultavano tre nuclei residenti in civili abitazioni, due persone residenti in via Casa Comunale e altri sette che hanno perso l'iscrizione anagrafica, come dicevamo prima. Gli operatori sociali presenti nel mese di agosto invece hanno accolto le famiglie per la sottoscrizione degli impegni di uscita volontaria dal sito ed è stato anche distribuito in modo bilingue e completo di tutte le informazioni. Per facilitare l'accesso della popolazione a questa procedura si è utilizzato un camper come ufficio mobile ai margini dell'insediamento e con due turni di lavoro giornalieri. Presso il camper potevano presentarsi liberamente le famiglie a cui veniva spiegato sia in rumeno, sia in italiano, le ragioni del superamento, la possibilità di sottoscrivere un accordo per lasciare l'area e ricevere un incentivo economico per una locazione a Torino o un rientro in Romania. Dopo aver firmato l'impegno la famiglia si recava su appuntamento presso gli uffici del RIME per la consegna dell'assegno circolare, contestualmente al volontario abbandono della baracca e quindi alla possibilità di incasso presso una filiale di zona. La baracca vuota veniva in seguito abbattuta, posta sotto sequestro il perimetro e le macerie gradualmente eliminate. All'interno del percorso di riqualifica il piano di sostegno di facilitazione del percorso di fuoriuscita dall'insediamento spontaneo delle persone ivi dimoranti ha avuto due modalità per quanto riguarda i cittadini rumeni: la prima opzione comportava un incentivo economico sui rientri in Romania fino a 1.000,00 euro a nucleo familiare, cifra che corrisponde a due stipendi medi in Romania. La normativa rumena prevede che la residenza corrisponda alla disponibilità di un'abitazione, come detto, l'incentivo previsto copre anche le spese di viaggio, che variano dai 120 ai 200 euro, a seconda del mezzo utilizzato. Nell'insediamento informale di Germagnano erano presenti 13 nuclei ex "Città possibile" sul 73 censiti, per un totale di 29 persone, 11 delle quali hanno aderito al patto di uscita da Germagnano spontaneo, due famiglie non si sono fatte trovare, al momento della chiusura del sito, invece. Quelli che hanno aderito hanno ricevuto un assegno di 400,00 euro anziché di 1.000,00 euro proprio in considerazione dei molti progetti di cui sono già stati beneficiari in passato senza esito alcuno. La seconda possibilità, sempre per i rumeni, era un sostegno all'inserimento in civili abitazioni, con un incentivo economico su ingresso in abitazione autonoma per Torino e provincia, anche qui indicativamente si quantifica al pari della misura precedente fino a 1.000,00 euro l'importo per caparra e spese di entrata. Il percorso d'uscita previsto per i nuclei appartenenti alla comunità rom balcanica invece è partito dalla verifica della regolarità della presenza sul territorio. Nello specifico si è proceduto con una verifica dei requisiti inseriti nel regolamento comunale sopracitato e la conseguente costruzione di un percorso di inclusione sociale. In particolare in collaborazione con la Questura, Ufficio Immigrazione, si sono verificati i documenti di soggiorno, primo requisito di accesso. Rispetto ad eventuali situazioni di specifica documentata fragilità anche in questo caso sono stati valutati percorsi dedicati e consoni alla natura della fragilità, compresa eventualmente l'accoglienza in alloggio, disposizione della Città di Torino e dedicati all'emergenza abitativa. Ai nuclei in possesso dei requisiti è stata offerta la possibilità di avere un'autorizzazione alla sosta temporanea nel campo autorizzato di strada Aeroporto, come opzione ulteriore, e per una famiglia ci sarebbe stata anche la possibilità di un inserimento in un alloggio del privato sociale in provincia di Torino. Riguarda alle sole famiglie rom balcaniche, una serba e una bosniaca, che erano arrivate nel sito in tempi recenti, quindi non con una storia lunga di Germagnano, entrambi non residenti a Torino, ma da 40 anni nel nostro Paese con scelte consolidate di marginalità e motivazione all'inclusione abitativa ancora da approfondire, una è temporaneamente ospitata in un terreno di proprietà di parenti e l'altra ha acquistato un secondo camper e ha deciso di sostare in un parcheggio apposito in attesa di collocazione abitativa presso una figlia che è già inserita con il suo numeroso nucleo in un nostro progetto di inclusione con la prospettiva di una casa extra urbana in fase di completamento. Si evidenzia che, come facilmente è intuibile, il percorso effettuato per essere efficace non poteva essere oggetto di annunci preliminari, anche per evitare di provocare nuovi arrivi, come già verificatosi in altre occasioni. A fronte dell'obiezione di queste settimane nessuno aveva mai fatto nulla per la loro integrazione, riteniamo utile raccontare brevemente la storia di un paio di questi nuclei, dalla quale risulterà chiaro il perché della scelta di erogare un contributo per il trasloco da Germagnano utile solo a favorire la ricollocazione autonoma in alcuni casi. Allora, il primo nucleo inserito in Piemonte con "Città possibile", il nucleo venne inserito nel maggio del 2014 con il progetto "Città possibile" in accoglienza in una grande casa presso un ente religioso in provincia di Torino, formato da sette persone, questo nucleo, a inizio progetto, poi sono diventate otto. La spesa sostenuta fino a fine progetto nel dicembre 2015 è modesta, ammontava a 2.046,00 euro e poi è stato attivato il lavoro accessorio per il capofamiglia interrotto dopo 74 ore. Inoltre gli operatori hanno cercato di assecondare un'attività in proprio di questa famiglia, ma il nucleo non manifestava interesse per la regolarizzazione della propria attività di strada. Questo nucleo è rimasto nella collocazione anche dopo la fine del progetto, praticamente a titolo gratuito, seguito da una realtà religiosa, ma purtroppo le continue richieste di denaro e religiose ai parrocchiani, le spese non chiare e la mancata cura dell'ambiente domestico con un conseguente deterioramento dell'abitazione, determinarono il loro allontanamento da quel contesto. Un altro caso, sempre solo per esemplificare, un nucleo beneficiario di un rimpatrio assistito, sempre con progetto "Città possibile", inserito in un percorso di rimpatrio volontario assistito, avendo casa di proprietà in Romania con un terreno adiacente, a carico del progetto con il tutoraggio in loco di associazioni rumene vennero terminati i lavori di ristrutturazione dell'abitazione e acquistati una piccola mandria di maiali per l'allevamento e scorte di legname per il riscaldamento. Venne inoltre fornita una consulenza per accedere a un progetto europeo per lo sviluppo delle aree agricole. Però anche questo nucleo appunto è tornato in Germagnano abusivo. Come detto, il progetto speciale iniziato nel 2018 ha censito e monitorato le presenze a Germagnano abusivo per oltre un anno, confermando le dinamiche di mobilità da quel territorio descritte più sopra e individuando i nuclei stabilmente gravanti su quel territorio. Inoltre è anche stato chiesto alle principali associazioni del privato sociale che lavoravano a progetti di integrazione, cito a titolo d'esempio, perché forse lo conoscete, il progetto di Slow Food, di segnalarci eventuali persone includibili, nel caso fosse sfuggito qualche caso ai nostri operatori. Nel mese di agosto i nuclei sono stati contattati per proporre i percorsi di inclusione in base a quanto vi ho raccontato e chi ne avesse titolo e volontà per offrire il contributo alla relocation e a coloro che risultavano avere possibilità di sistemazione in Italia o nel Paese d'origine, stante la proprietà di immobili e la possibilità di trovare collocazione. Naturalmente si è tenuto conto degli aiuti già ricevuti, come abbiamo già detto, e del rifiuto, rinuncio all'integrazione già sperimentati. Nell'ottica di riconoscimento dell'autodeterminazione del diritto a promuovere in modo attivo la propria inclusione nel tessuto cittadino o nel Paese di origine, le persone quindi sono state libere di scegliere. Ci preme sottolineare come in presenza di casi con fragilità sia stato garantito un aiuto indipendentemente dagli aiuti già erogati ai nuclei in questione, anche in caso di mancata adesione a progetti negli anni scorsi da parte delle famiglie. Anche qui a titolo di esempio nel caso di un nucleo presente sul territorio da anni per un'operazione chirurgica a un minore e già accolto in luoghi appropriati nelle fasi post intervento, nonostante abbiano una casa in proprietà in Romania e avessero abbandonato collocazioni precedenti, il nucleo comunque è stato inserito in un'abitazione civile idonea alla disabilità del minore, messa a disposizione dal Terzo settore nell'ambito della coprogettazione con un impegno da parte della famiglia a contribuire alle spese. Tra le altre offerte, sempre a titolo di esempio, un fabbricato fuori Torino offerto a una famiglia e rifiutato; l'offerta di un sostegno all'affitto per una signora, in quanto una delle poche residenti in via Casa Comunale; l'offerta di un posto in dormitorio con il sostegno naturalmente alla necessaria procedura di accertamento Covid per un uomo, anche questa rifiutata. Riassumendo i dati relativi agli insediamenti abusivi di via Germagnano nel febbraio 2019 le presenze erano di circa 650 persone, man mano sono scemate volontariamente sino al 7 luglio 2020 quando si contavano ancora 212 dimoranti, di cui 41 minorenni per un totale di 73 famiglie. In data 24 agosto veniva completamente liberata l'area di via Germagnano, portando a termine il sequestro preventivo di tutta l'area come disposto dalla Procura della Repubblica. I dimoranti lasciavano l'insediamento dopo aver sottoscritto una dichiarazione di impegno all'uscita dallo stesso e aver ricevuto l'incentivo pattuito o accettato le misure di sostegno alternative. Di tutte le persone allontanatesi dall'area di Germagnano le 24 persone che hanno beneficiato dell'incentivo economico si sono abusivamente insediate in via Reiss Romoli 160 su un terreno privato, unendosi ad altri rumeni già presenti nel sito, per un totale di 45. Formalizzata la querela da parte del proprietario, la Polizia Municipale sta procedendo alle conseguenti denunce per l'occupazione abusiva, effettuando contestualmente monitoraggi quotidiani. In comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica si adotteranno le decisioni relative allo sgombero dell'area. Altri rom rumeni e famiglie balcaniche si sono accampate in piazza d'Armi, più precisamente cinque adulti, di cui tre beneficiari dell'incentivo economico, una piccola comunità slava di 22 persone, anche se alcuni di loro non erano stabilmente dimoranti a Germagnano e appartenenti comunque a due famiglie. Nell'area di piazza d'Armi sono stati effettuati tre interventi da parte della Polizia Municipale con l'ausilio, con l'assistenza dei Servizi Sociali e dei tecnici del Verde Pubblico, oltre ad AMIAT, che hanno permesso naturalmente di rimuovere tutte le tende e i bivacchi abusivi. Sono rimaste due tende, per i cui occupanti sono in corso di approfondimenti di natura socio-assistenziale. I camper e roulotte invece che storicamente occupano quella che è l'unica area ciò abita in città non possono naturalmente essere rimossi. Per quanto riguarda la domanda sui criteri che verranno applicati per verificare che gli obiettivi del progetto speciale siano raggiunti, gli indicatori per misurare l'esito delle operazioni a Germagnano riguardano nell'immediato e nel breve periodo la riappropriazione da parte della Città dei terreni liberi da costruzioni abusive e rifiuti dopo circa vent'anni. Tali terreni potranno ora essere oggetto di progetti per il verde e il tempo libero rivolti a tutti i cittadini, la scomparsa di un crocevia di illegalità e degli incendi nocivi che per anni hanno funestato il quartiere limitrofo. Nel medio periodo l'obiettivo è la scomparsa definitiva delle baraccopoli di medie e grandi dimensioni a Torino. Riguardo al tema degli incendi e fumi tossici che si producono nei campi nomadi, soprattutto in strada dell'Aeroporto, sul quale però meglio dire l'Assessore Unia, si può certo dire che con la chiusura dell'area autorizzata di Germagnano 10 e del sito spontaneo di Germagnano rimane a rischio in tal senso solo l'area autorizzata di Aeroporto, le due aree autorizzate Sinti non sono mai state implicate in questi eventi. In tale insediamento in cui vivono sia la comunità rom serbo-croata, che quella bosniaca, risulta quest'ultima coinvolta negli incendi di rifiuti, i suoi membri sono stati denunciati e processati per questi reati. Inoltre per conflitti interni la maggior parte dei nuclei bosniaci ha lasciato l'area e attualmente sono presenti non più di quattro nuclei e RIME assicura un costante monitoraggio ai fini preventivi. Con la prospettiva di superamento dei campi nomadi anche in base alle richieste, alle indicazioni dell'Unione Europea, anche questo criticità verrà prima o poi superata. Si ritiene si sia sicuramente ottemperato a quanto disposto nella mozione 52 prima con la chiusura dell'area autorizzata nel dicembre 2019 e ora con il superamento dell'area spontanea. Lascerei la parola all'Assessore Unia per la parte ambientale, se è possibile.

UNIA Alberto (Assessore)

Grazie, Presidente, grazie al Consiglio Comunale. Aggiungo solo due dati, giusto per essere un po' più specifico sulla questione del bruciamento dei rifiuti. All'interno dei campi, sia strada Aeroporto, che Germagnano e anche Tazzoli, erano stipati dei rifiuti di due generi: uno era quello praticamente che veniva dalla risulta diciamo del lavoro informale dei rom per il recupero sempre informale dei rifiuti; dall'altro invece il campo inteso come discarica abusiva ad alcuni imprenditori poco attenti all'ambiente che portavano all'interno dei campi risulte dei loro lavori. Tutto questo faceva sì che appunto sovente capitassero questi roghi e adesso vi darò alcuni dati, roghi tossici che non erano l'unico problema, perché d'inverno il problema era anche quello del riscaldamento, tantissime stufe di fortuna creavano sicuramente per gli abitanti del luogo e della zona Pietralta e corso Vercelli, via Scotellaro, tutta quell'area lì, grossi problemi anche soltanto a stare con le finestre aperte e a vivere il territorio. Sinceramente per oltre una ventina d'anni in quel territorio si respirava veramente male. Abbiamo fatto diversi interventi di rimozione di altri rifiuti e altri ne faremo, però volevo darvi più o meno i dati degli interventi che sono stati fatti finora. Allora, per quanto riguarda il campo autorizzato, quindi la prima parte che è stata risistemata del campo autorizzato di Germagnano sono stati fatti interventi, ovviamente mettendo insieme..., metto tutto insieme per non darvi il proprio lo split dei dati, che però posso darvi in separata sede, tutti gli interventi tra rimozione dei rifiuti e demolizione delle baracche, eccetera, l'intervento è stato per circa 357.000,00 euro. Per quanto riguarda invece Germagnano spontaneo il primo lotto, quello dove ci stavano gli slavi era di 249.000,00. Per quanto riguarda gli altri due lotti, Germagnano ponte e Germagnano AMIAT, definiti così, 308.000,00 euro per un totale di Germagnano di 558.440,00 euro. E poi questo si va a sommare agli interventi fatti sempre in Germagnano ponte di demolizione, eccetera, insomma il totale di via Germagnano è di circa 1.274.000,00 Quindi capite che ogni volta questi interventi sono stati veramente una spesa molto importante per la Città, per la cittadinanza. Il fatto che ci fosse un'aggregazione di attività di un certo tipo faceva sì che da un lato si creasse questo grande deposito di rifiuti, e dall'altro questi abbruciamenti che avevano sovente durante la notte, ma non solo. Tantissimi gli interventi, mi sono anche fatto dare, per renderci conto degli interventi, i dati dal 2015 al 2020 degli interventi dei Vigili del Fuoco, ho fatto che fare la somma adesso per non splittare i tre campi, comunque nel 2015 sono stati fatti 151 interventi dei Vigili del Fuoco, nel 2016, 109; nel 2017, 118; nel 2018, 22; nel 2019, 7; nel 2020, 5, di cui appunto per citare gli ultimi 2 in Germagnano e 3 in Aeroporto. Quindi capite che è il trend a scendere, è stato molto importante anche per i rom stessi che abitavano all'interno del campo perché non scordiamoci che erano i primi a respirare i fumi di magari i loro vicini di casa che generavano questo problema. Quindi credo che dal punto di vista ambientale il risultato si sia ottenuto.

SICARI Francesco (Presidente)

Iniziano adesso con gli interventi da parte dei Consiglieri. Prego, Capogruppo Tresso, ne ha facoltà per cinque minuti.

TRESSO Francesco

Sì, grazie, Presidente. Io ringrazio gli Assessori che hanno..., in particolare l'Assessore Schellino che ci ha fatto un'illustrazione molto ampia, fornendoci un quadro socio-demografico di tutto quello che è la situazione che caratterizza i rom, i camminanti e le popolazioni che hanno caratterizzato gli insediamenti di cui si parla nell'ambito dell'Interpellanza Generale che abbiamo presentato. Quello che devo dire anche che è stato riconosciuto dall'Assessore, dall'Assessore Schellino, una valenza metodologica dell'approccio seguito dal progetto della "Città possibile", no, mi sembra che abbia obiettivamente ammesso che sono stati raggiunti dei risultati, anche se poi nel tempo non tutti sono stati così diciamo risolutivi come si sperava, e che comunque l'approccio di cercare un percorso di accompagnamento era quello effettivamente poi ripreso anche dal progetto speciale successivamente. Chi parla peraltro ha un minimo di conoscenza del fatto che la situazione dei campi rom è assolutamente complessa e di ben difficile risoluzione in termini di conflitto che va a creare. Io ho fatto un servizio civile, per cui ho vissuto 20 mesi della mia vita in situazioni di..., insomma lavorando nei campi, quindi so abbastanza bene cosa comporta anche in termini di impatto sulla realtà in cui si contestualizza questa situazione. È proprio per questo che rimango un poco scettico e sconcertato da un certo tipo di operazioni che vengono declamate con una certa enfasi anche a livello di media, a livello di social, mostrando le foto dei campi risanati e quindi della situazione anche ribonificata, anche con dei costi importanti come ci ha segnalato l'Assessore Unia, devo dire che altrettanto non è stato fatto dall'Assessore Schellino nel darci contezza di quali siano state le risorse impegnate nel facilitare questi percorsi, ovvero nel fornire delle somme a chi aderiva a questa progettualità, né tantomeno da che origine sono state tratte queste somme a disposizione. Quindi questo sarebbe un elemento che credo in un consesso come quello in cui oggi andiamo a discutere di Consiglio Comunale sarebbe stato opportuno e corretto fornire. C'è stato detto che..., almeno se così ho ben interpretato, tra l'altro ne approfitto per chiedere, Presidente, se gli Assessori che adesso spero stiano sentendo, non vedo, possono fornire le risposte scritte, credo sarebbe molto gradito perché sono state esaustive e ricche di documentazione, è stato detto dall'Assessore Schellino che non si è ritenuto utile fare degli annunci preliminari proprio per non andare a condizionare magari dei comportamenti che avrebbero potuto in qualche modo inficiare la bontà di un percorso. Io quello che ho sottolineato con una certa veemenza nell'ambito dell'atto presentato è la non rispondenza a quello che era stato tutto un percorso che il Consiglio Comunale aveva adottato nell'istituzione del tavolo rom. Allora su questo mi sembra si sia mancato di nuovo di una concertazione e di una condivisione di questi metodi, questi approcci, che viceversa in un problema, come dicevo, così complesso, così di difficile ricerca di mediazioni, devono proprio trovare nella possibilità di trovare un consenso anche tra mediare posizioni diverse, perché io capisco bene la posizione dei residenti che giustamente hanno diritto a una qualità di vita, ricordiamo appunto il diritto al respiro che era stato discusso anche nell'ambito delle nostre sedute, delle nostre Commissioni, così come la necessità di capire come risolvere problema di queste persone che di fatto in molti casi sono di fatto cittadini, almeno parlo per i Sinti, italiani e comunque da molto tempo risiedono sul nostro territorio. Il fatto di avere quindi provveduto a queste risorse e poi peraltro l'Assessore Schellino ci ha detto di come tutta una serie di realtà si sono solamente traslate da iniziare dai campi dell'Aeroporto, di via Reiss Romoli, di piazza d'Armi, mi risulta anche Villaretto, altre situazioni in cui comunque di fatto abbiamo spostato un po' il problema. Poi, per carità, c'è stata una fetta di popolazione rom che ha ben fruito di questa possibilità per ritornare nel Paese di origine anche perché eravamo in prossimità del periodo estivo e credo molti abbiano approfittato anche di poter andare a trovare le famiglie in Romania o dove, però chiediamoci poi se esiste adesso un controllo, un monitoraggio dei flussi di rientro, che peraltro in un periodo come quello che stiamo vivendo apre tutta una..., come dire, sottolinea dei problemi oggettivi anche sotto il profilo sanitario, perché attenzione che con i costi che sono stati evidenziati, sì, uno riesce a comprarsi probabilmente, facilmente un biglietto d'aereo, un biglietto di pullman a prezzi piuttosto contenuti, probabilmente riesce anche a valutare la possibilità di un affitto per un mese o due, ma certo non è quella diciamo la soluzione che possa incentivare a ricostruirsi una soluzione abitativa, una situazione di vita nel Paese di origine.

SICARI Francesco (Presidente)

La invito a concludere.

TRESSO Francesco

Quindi mi sembra che..., cerco di andare alla conclusione velocemente, questo tipo di misure non hanno fatto altro che traslare nel tempo e, ahimè, un po' nello spazio la problematicità. Quindi io ravviso da un altro la mancanza di quello che tra l'altro erano intendimenti anche di istanze presentate anche dalla Maggioranza sulla volontà di dare vita a questo tavolo per concertare e mi sembra invece che siano state prese le posizioni in autarchia da parte dell'Amministrazione, misure che risultano comunque valide e a livello temporaneo, forse anche per riuscire ad evidenziare un poco la soluzioni a problemi che in realtà si ripercuoteranno e questo nondimeno presenta anche delle responsabilità che questa Amministrazione si porterà in capo perché dà adito poi a incentivare misure securitarie che invece altre forze politiche possono proporre in maniera più forte. Chiudo dicendo che forse si è persa ancora una volta l'occasione in un percorso che comunque era così articolato e così sedimentato nel tempo, di valutare una soluzione un pochino più concreta e pragmatica di dire: provvediamo ad un censimento, definiamo qual è un numero di persone che possono effettivamente essere inserite con un programma di inserimento lavorativo, di inserimento scolastico per i ragazzi e su questo si fa un discorso molto chiaro, però per chi accetta questo tipo di programma cerchiamo delle soluzioni fattive, non dei tamponi messi in questa maniera con elargizione di somme che di fatto non consentono un vero e proprio progetto di ricostituzione di una vita in maniera diversa, ma quantomeno serviranno o per pagarsi un biglietto d'aereo per poi rientrare o forse per comprarsi una roulotte per poi continuare di nuovo ad avere una situazione che andrà a gravare su altre parti della città. Non mi sembra questo un modo corretto, serio, proficuo di procedere. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)

Prego, Consigliera Tisi.

TISI Elide

Sì, grazie, Presidente. Anch'io ringrazio gli Assessori per questa ampia illustrazione e anche per questa retrospettiva, che in particolare la Vicesindaca ha voluto dare. Vorrei però a questo proposito ricordare, in parte emergeva già dall'analisi che lei ha fatto, che il progetto "Città possibile" in realtà non è stato soltanto un progetto che era finalizzato alla chiusura di lungo Stura Lazio. Certamente questa è stata una delle azioni più evidenti e anche più note, ma il progetto "Città possibile" è intervenuto su cinque campi con 1.300 beneficiari e vorrei anche ricordare che ad esempio la riduzione significativa di corso Tazzoli effettuata proprio attraverso il progetto "Città possibile" ha visto poi la possibilità del superamento proprio grazie a dei numeri che erano stati già contenuti in modo significativo. L'altro aspetto che mi pare essere stato, come dire, preso un po' a riferimento è il patto di emersione, il patto con le famiglie che anche nel racconto dei due esempi che ci ha fatto la Vicesindaca hanno rappresentato anche la complessità di un lavoro che ha visto vari soggetti entrare in azione, ma soprattutto partire da delle strade davvero possibili di durata nel tempo. Allora se questo è l'assunto, io pongo due domande, la prima è: progetto "Città possibile" si è concluso all'inizio del 2016, sostanzialmente, con quali strumenti e misure si è mantenuto il monitoraggio e si è dato continuità a quelle azioni? Perché io credo che, come diceva anche il collega Tresso, siamo di fronte a dei fenomeni complessi, che non hanno soluzioni semplici. Allora o entriamo in una dinamica di complessità e proviamo davvero a dare delle soluzioni che impegnino anche nel tempo e non soltanto per la durata della sottoscrizione di un accordo che, consentitemi di dire, rischia di lasciare un po' il tempo che trova, diversamente, non soltanto rischiamo di non considerare il problema per quello che è, ma anche di venire meno a quelle che sono le indicazioni e gli impegni che questo Consiglio Comunale ha indicato come traccia di lavoro per la Giunta, ma non solo, ma che l'Unione Europea ci dà come indicazioni per il superamento, che sicuramente passano attraverso un lavoro paziente, faticoso, non semplice, non sempre popolare, che non viene spesso, come dire, portato agli onori delle cronache perché è un lavoro molto attento, ma che è l'unico io credo che possa davvero produrre dei risultati nel tempo. Allora la mia domanda all'Amministrazione è: come si è continuato a seguire le famiglie che avevano un inserimento avviato e quali prospettive ci sono per queste persone alle quali è stato sì proposto un accordo di cui io non conosco gli obiettivi e i termini perché sinceramente non ho visto il documento che è stato fatto sottoscrivere, ma che rischia davvero di essere poco efficace. Io avevo in realtà chiesto una comunicazione in Aula proprio sul superamento, sulla chiusura di Germagnano perché non passa giorno che mi vengano segnalati qua e là dei piccoli insediamenti. Naturalmente è tutto da verificare ed approfondire se sono persone che vengono di lì oppure no. Certo è che il rischio, ma lo dico perché l'hanno già vissuto molte altre città italiane che hanno cercato queste strade, bisogna davvero in questo fare tesoro delle esperienze che già ci sono e che ci sono state in passato, ma il rischio di una polverizzazione dei campi è un rischio reale, certo superare dei campi, come diceva l'Assessore, medi e grandi, è un risultato, tutti noi vogliamo andare in quella direzione, ma certamente non moltiplicare dei micro campi in città perché credo che non sia questo l'obiettivo che si vuole raggiungere. Allora attenzione, questo è un rischio che se non tengono quei patti che vengono sottoscritti è molto concreto e molto reale. L'altro aspetto lo evidenziava già il collega Tresso, il periodo dell'anno. Certamente tutti noi sappiamo, quantomeno chi conosce e a approfondito il fenomeno, che il periodo estivo è per molti rom un periodo di rientro nei paesi di origine, quindi dovremmo fare estremamente attenzione nella stagione autunnale per capire come svilupperà questa situazione e quanti saranno i ritorni. In ultimo, e chiudo, io vorrei davvero richiamare il tema della partecipazione, il tavolo che era stato costituito nel 2012, che è stato ripreso, tra l'altro anche richiamato nell'accordo stipulato con la Prefettura, con la Regione, con la Diocesi, nel quale sono presenti le Circoscrizioni, i comitati dei cittadini e dalla delibera di iniziativa popolare anche i sottoscrittori presentatori della delibera di iniziativa popolare, non è un esercizio amministrativo, burocratico, è un modo per rendere partecipe il territorio e tutti gli attori che in qualche modo possono davvero dare un contributo alla soluzione di questo problema, quindi non è stato più convocato da ottobre. Questo credo che sia grave in considerazione di un'azione, di più azioni che sono state fatte senza un coinvolgimento anche di questi attori così preziosi.

SICARI Francesco (Presidente)

Prego, Capogruppo Lo Russo.

LO RUSSO Stefano

Grazie. A differenza dei colleghi che hanno personali esperienze professionali per quello che riguarda la tematica, io non ne ho e quindi osservo la questione da un punto di vista amministrativo, forse in maniera un po' più laica relativamente agli effetti di questa azione, che, al di là delle reazioni isteriche che ha avuto la comunicazione ufficiale della Sindaca e della Giunta relativamente a come i giornali, questi maledetti giornali che complottano tutti i giorni contro l'Amministrazione, hanno raccontato la notizia dello sgombero di via Germagnano, ha dei dati oggettivi di fatto. I dati oggettivi di fatto sono stati proprio velocemente, en passant, accennati nella lunghissima e anche interessante relazione sociologica sulle etnie rom rivolta alla Sala Rossa dalla Vicesindaca Schellino e sono dati di fatto relativi al fatto che appunto lo sgombero di via Germagnano piaccia o non piaccia alla Sindaca Appendino, piaccia o non piaccia a chi, come dire, nella dialettica politica è anche legittimo, sbandiera di aver risolto un problema, perché questo è stato, le affermazioni che sono state usate sono state che questa Amministrazione ha risolto il problema. Di fatto apprendiamo, l'ha detto la stessa Vicesindaca Schellino, che almeno 40 dei nuclei si sono trasferiti in una zona di un privato e di fatto hanno, peraltro anche sbeffeggiando in qualche modo purtroppo il contributo economico utilizzando le risorse economiche per acquistare materiale per ricostruire le baracche. Noi siamo contenti che adesso ci siano i Vigili che sono andati a censirli e che denunceranno queste occupazioni abusive di sito privato. Ci permettiamo di fare levare che forse, come dire, un pochino meno di propaganda e un pochino più di attenzione nella fase progettuale relativamente a questo tipo di fenomeno penso avrebbe fatto piacere non solo al proprietario del terreno di via Reiss Romoli, ma a tutti quelli che hanno visto nei giorni con una stucchevole peraltro polemica di quante erano le roulotte in piazza d'Armi, sono 20, sono 10, sono alte, sono basse, di fatto lo raccontava la collega Tisi, quello che è capitato è stato che lo sgombero di via Germagnano ha sparpagliato per la città molti degli occupanti della via Germagnano stessa. Sta arrivando l'autunno e come correttamente faceva rilevare la Consigliera Tisi molte delle famiglie che erano in via Germagnano, che non erano lì all'atto dello sgombero rientreranno. Allora la perplessità, Sindaca Appendino, riguarda un po' la prudenza che vogliamo avere e relativa a che cosa avete in mente, perché nessuno nega la problematica, figurarsi se la neghiamo noi, però il problema non è che si risolve chiudendo un campo e lasciando andare in giro gli occupanti per la città, corso Tazzoli, corso Cosenza, piazza d'Armi, cito la zona sud, ma se andiamo nella zona nord, ne troviamo tanti altri perché se questo è lo schema va detto per com'è. Oh, attenzione bene, è uno schema, cioè non è che, come dire, di per sé sia giusto o sbagliato, è un'impostazione, tolgo i grandi campi e i campi medi e faccio andare i rom che vengono espulsi da quel campo in giro per la città e dove si trovano si trovano, poi mando i Vigili, li identificano. Ecco, penso a quando c'è stato il problema ad esempio in via Passo Buole, ai Giardini, eccetera, eccetera, eccetera. Quindi il meccanismo è: arrivano, si piazzano, i cittadini si arrabbiano, mando i Vigili, li faccio spostare. Si piazzano, mando i Vigili, li faccio spostare. È una politica di gestione. Noi, diciamo così, forse non è proprio quella che risolve il problema, forse non è proprio quella che immaginavano tutti quelli che sono stati allettati dalle sirene propagandistiche di quando avevate spiegato che avreste risolto il problema in città, perché è un problema che oggettivamente è molto difficile da risolvere. Allora il piccolo suggerimento che ci riserviamo, oltre a quello magari di far funzionare le cose che vengono create, pensiamo al tavolo rom, ma pensiamo anche a tutto quello che è la partecipazione con gli organi istituzionali, con le Circoscrizioni, che sono state completamente tagliate fuori da questa operazione, di avere un approccio un po' cauto, un po' prudente, perché la sensazione che state dando in termini generali è quella di avere un'ansia da prestazione comunicativa, no? Noi ci rendiamo conto che siamo pochi mesi dalla fine del mandato, diciamo così, non avete brillato per efficacia ed efficienza, quindi ogni cosa deve diventare in qualche modo un veicolo di propaganda, dell'asfaltatura di un marciapiede a qualunque altra cosa viene in qualche modo rilanciata come la grande innovazione. Questi sono temi un po' delicati. Allora da questo punto di vista, siccome noi non vorremmo iscriverci al partito di quelli che, come dire, a Destra utilizzano e cavalcano questo tipo di politica per di fatto fare propaganda in alcuni casi anche razzista, ma ci piacerebbe dare un contributo di carattere positivo relativamente a un problema che comunque c'è, un problema di convivenza, un problema storicizzato, un problema che Torino certamente non ha solo adesso, ce l'ha e l'ha sempre avuto, raccomandiamo, ovviamente non chiediamo di essere coinvolti, Sindaca Appendino, lei è quattro anni e mezzo che non coinvolge le Minoranze su niente, quindi non è che ci aspettiamo questo guizzo finale, quindi noi siamo quelli brutti e cattivi, non bisogna mai ascoltare cosa dice il PD, non bisogna mai ascoltare cosa dicono gli amministratori di Circoscrizione del PD, i Presidenti di..., però forse allora, visto che questo è l'andazzo e visto che questa è la linea politica che lei e la sua Maggioranza ha di fatto deciso di impostare, ci permettiamo, proprio per non avere, un effetto, come dire, rebound dal punto di vista comunicativo..., concludo, Presidente, di prenderla un po' più bassa. Il problema di via Germagnano probabilmente è stato risolto, ci piacerebbe capire dove sono state prese le risorse economiche per dare questi contributi, ma questo lo verificheremo con atti specifici, ne abbiamo creati degli altri, e questo è un dato di fatto, può piacere o non piacere, possono essere 5-10 le roulotte di piazza d'Armi o zero, di fatto quello che è capitato è sotto gli occhi dei cittadini. Quindi forse almeno dal punto di vista, come dire, comunicativo, ci permettiamo questo suggerimento, forse se la pigliaste un po' più bassa, aiutereste anche a rasserenare un po' il clima su un tema che da sempre è piuttosto divisivo nella nostra Città.

SICARI Francesco (Presidente)

Prego, Consigliera Grippo, ha cinque minuti.

GRIPPO Maria Grazia

Sì, grazie, Presidente. Ma intanto volevo reiterare l'invito alla Vicesindaca Schellino di avere la corposa relazione che ci ha letto in Aula. Mi dispiace che abbia scelto di restare, di fermarsi non per la sua persona l'Assessore Unia, ma avrei preferito che la Vicesindaca fosse qui insieme a noi, è poco lontano, perlomeno me ne sincero, Assessore, in modo tale che sapesse che la scelta... Grazie, grazie, Assessore, grazie. La scelta di venire in Aula con una relazione che adesso la maggior parte delle colleghe e dei colleghi sono giovani, quindi probabilmente dirò una cosa da Paleolitico televisivo, però una relazione che assomiglia più a una puntata del dipartimento scuola educazione che non ad una relazione puntuale su domande che mi sembravano abbastanza chiare nell'interpellanza, ha fatto perdere un pochino il focus di quello che era l'intenzione dei proponenti e quindi sono rimaste in sospeso delle questioni che non sono affatto secondarie. Innanzitutto non si è compreso perché il cerchio non si è chiuso, questo continuo rimando al progetto "Città possibile", se non evidentemente per esprimere delle critiche di efficacia da parte di questa Amministrazione, che forse dovevano essere una giustificazione per il fallimento delle misure attuali, per cui se dite che non ci siamo riusciti noi, così vi sentite meglio, a non esserci riusciti neanche voi. Non lo so perché questa parte della relazione non chiudeva. Quello che invece proprio non è stato detto è che cosa si intende fare di un tavolo rom che è stata una scelta specifica di questa Amministrazione, alla quale io avevo già posto delle domande il 23 di marzo scorso, dove l'Assessora mi rassicurava che era di lì a venire un momento di confronto e di convocazione, ho ancora di fronte la risposta, lì si dava la colpa sostanzialmente al Covid-19, però è dal 3 ottobre dell'anno scorso che non si convoca, quindi Covid-19 è storia più recente della nostra quotidianità amministrativa, ad oggi noi non sappiamo ancora che intenzioni si abbiano rispetto a quella realtà che avrebbe..., faccio un esempio, un esempio su tutti, ad esempio messo nelle condizioni la Circoscrizione 2 di non dover riattivare gli stessi meccanismi rivendicativi che invece stiamo vivendo in questi giorni durante i quali sta girando una petizione che riguarda appunto l'insediamento di piazza d'Armi... Chiedo scusa, sul lato di corso Montelungo, perché la relazione che si era tentata nei mesi scorsi e che ci vedeva molto favorevoli, lo abbiamo sentito anche negli interventi della collega Tisi e del collega Tresso, la relazione che era stata inviata nei mesi scorsi, appena è cominciata, come diceva la canzone, è già finita. Allo stesso modo sarebbe stata quella l'occasione, quella del tavolo rom, per parlare di riqualificazione e andare a riprendere gli atti che sono maturati sui territori e che ci avrebbero messo nelle condizioni tutti, anche l'Amministrazione, di non andare a semplificare, come si diceva, la difficoltà di problemi che non possono essere evidentemente risolti con la singola buona volontà dell'amministratore locale di turno, piuttosto che del funzionario, ma che pretendono un insieme di attori come il tavolo rom doveva essere e che invece non sta lavorando. Molto grave a mio avviso che in una giornata come questa con un'interpellanza così precisa e così puntuale ci venga detto che molti di coloro che hanno lasciato Germagnano spontaneo con in tasca un contributo di cui non è difficile dirci da dove vengono i soldi, ditecelo, ditecelo adesso. Adesso io vedo che i colleghi rimandano a ulteriori approfondimenti, e bene fanno, però secondo me con tutte le parole che sono state spese si potevano spendere quelle due parole per dirci da dove vengono i soldi e con che criterio sono stati assegnati, ma soprattutto che ne sarà di quelli che si sono messi i soldi in tasca per poi andare ad occupare abusivamente delle altre aree. È molto importante perché siccome quando è stato presentato il regolamento, lo dico a titolo esemplificativo, dei campi autorizzati, c'era la velleità da parte di questa Amministrazione di mettere delle regole che fossero delle regole stringenti di reciproca convivenza con una capacità comunque di far pagare chi doveva pagare, di far pagare il giusto e chi non rispetta le regole se ne va e allora poi dobbiamo dire ai cittadini dove prendiamo i soldi, come spendiamo i loro soldi, a chi li diamo e soprattutto se ce li ridanno indietro. Ma credo che questo meccanismo di andata e di ritorno sia legittimo e qualunque vicino di casa al quale potete suonare alla porta se gli fate un ragionamento del genere non lo troverà strano. Perciò, siccome ho la ragionevole certezza che la Vicesindaca abbia avuto la bontà di ascoltare il mio intervento, ricordando appunto che c'è un movimento di nuovo rivendicativo da parte delle Circoscrizioni, in particolare della Circoscrizione 2, che ha in un qualche modo rotto una positiva relazione che invece era stata inviata, io spero che le domande che ho di nuovo posto, Presidente, e qui concludo, sì, certo, e qui concludo, la Vicesindaca voglia rispondere adesso per poi portarci in un secondo momento nelle Commissioni competenti anche a fare degli approfondimenti, ma non perdiamo l'occasione che ci siamo dati oggi. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)

Prego, Consigliere Versaci.

VERSACI Fabio

Grazie Presidente, ringrazio gli Assessori intervenuti, in particolare la Vicesindaca Schellino per aver spiegato, anche se a qualcuno ha dato fastidio la lezioncina però effettivamente affrontare queste problematiche, questi discorsi in cinque minuti di intervento è complicato, come chi ha parlato prima di me che sa di cosa sta parlando e infatti ha fatto un intervento sul tema, mi rivolgo soprattutto alla collega Tisi e al collega Tresso che hanno fatto un intervento rimanendo sul tema e non appigliandosi alla comunicazione della Sindaca o al testo scritto dagli Assessori, non so quale sia l'attinenza nel dibattito, che importanza ha, però vabbè, lo capisco che quando si hanno pochi argomenti o non si conosce il tema evidentemente ci si attacca a queste piccolezze. Faccio un piccolo... perché qualcuno diceva "Come mai la Vicesindaca ha paragonato, ha citato Città possibile?", ma semplicemente perché il progetto Città possibile è stato fatto pochi anni fa, ha avuto un'importanza nella Città, è stato un progetto che tra l'altro non vorrei dire stupidaggini ma era stato finanziato con 5 milioni di euro da parte dei... con i fondi europei anche da parte del Governo, l'Assessora Schellino aveva spiegato, come ha detto anche la collega Tisi prima, che non ci sono facili soluzioni per questo problema, quindi si è cercato di fare un paragone, e da questi paragoni si capisce soprattutto quando qualcuno si meraviglia che ci siano delle persone che magari sottoscrivono un patto, che non ha nessuna valenza tra l'altro, e poi dopo magari due giorni occupano un altro spazio, se qualcuno si meraviglia io mi meraviglio del fatto che le persone sono libere di fare quello che vogliono, rispondono delle azioni che fanno. Se qualcuno si illude o crede che un'Amministrazione possa controllare tutte quante le persone che hanno deciso di pattuire un patto con la Città o che hanno avuto delle risorse economiche, che magari hanno deciso di tornare al loro paese, magari fra sei mesi torneranno qui, se qualcuno pensa che un'Amministrazione possa controllare questa cosa, io gli auguro di farlo quando riuscirà ad amministrare questa Città, se riuscirà a farlo, perché per me è impossibile, cioè nel senso che ci saranno sicuramente delle persone che magari non torneranno più in questa città, che hanno intrapreso dei percorsi e ci saranno altre persone che, come hanno fatto alcuni che la Vicesindaca l'ha detto in maniera molto trasparente, che hanno occupato uno spazio privato e infatti c'è già una denuncia e ci saranno gli interventi che verranno fatti. Io dico solamente una cosa: non è che spesso si fanno le cose per propaganda, perché guardate, come ha detto prima la Vicesindaca Schellino, non è che si poteva annunciare una settimana prima "Andiamo lì a sgomberare" perché ci sono sempre... qualcuno... leggevo anche i commenti no, sui social, sui giornali, che qualcuno pensa che un'operazione così ci si sveglia il giorno prima e dicono: "Ma sì, domani mattina andiamo a sgomberare il campo rom di via Germagnano", andiamo lì, vanno lì quattro Vigili Urbani, due Poliziotti e tre assistenti sociali, vanno lì e sgomberano un campo, no? Cioè, proprio anche la banalità dei discorsi che vengono fatti, c'è un lavoro dietro, c'è un lavoro, c'è un nucleo della Polizia Municipale che se ne occupa, ci sono i Servizi Sociali che se ne occupano da anni, ma non con questa Amministrazione, mi meraviglia che chi è in questo Consiglio Comunale da 15 anni lo sa però ovviamente gioca, si fa il giochino; come si sa, si sapeva che qualcuna di queste famiglie sarebbe andata in qualche altro spazio, avrebbero occupato uno spazio come è successo in piazza D'Armi, dove tra l'altro anche in piazza D'Armi ci sono anche delle persone che non vogliono essere aiutate, non si può aiutare tutti, c'è qualcuno che non desidera essere aiutato e fa delle proprie scelte. C'è una cosa da dire, che il campo di via Germagnano era diventato un problema, come l'Assessore Unia spiegava soprattutto sulla questione dei roghi, ma anche a livello sanitario perché era invivibile, siamo andati a visitarlo anche in questo mandato più di una volta come Consiglio Comunale, bisognava dare anche dei segnali, i segnali sono anche importanti perché non è accettabile che in una città ci possa essere uno spazio così abbandonato a se stesso, dove vengono commessi reati ambientali, eccetera, eccetera, come ha ricordato la Vicesindaca, il sotto sequestro preventivo della Procura di quel terreno lì, non poteva più rimanere lì. Quindi poi se vogliamo discutere seriamente del tema senza usare la Sala Rossa per fare un po' di propaganda perché la propaganda non è che viene fatta solamente da un lato, viene fatta da entrambi i lati se si vuole parlare di propaganda, approfondiremo anche il tema e la questione più in generale anche in IV Commissione che io ho l'onore di presiedere, e approfondiremo il tema e proveremo a trovare delle soluzioni. Quindi in questo momento era importante dare un segnale, sì era importante dare un segnale, ovviamente ci sono delle problematiche che devono essere risolte e monitorate, però davvero non si può pensare che ci possa essere un monitoraggio costante e continuo per sempre di nuclei familiari che domani mattina decidono di prendere e tornarsene al loro paese, se torneranno qui - potrà succedere - verrà monitorata la situazione però dal dire che allora è stato un fallimento perché quattro famiglie, 40 persone che prima ho sentito qualcuno che ha detto "40 nuclei", l'Assessore ha detto 40 persone che sono meno di 40 nuclei familiari, hanno occupato un altro spazio e allora è tutto un fallimento, non va bene, non c'è stato il lavoro dietro e non è stato fatto nulla. Mi sembra veramente sbagliato dire questo e lo trovo inutile soprattutto al dibattito. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)

Grazie a lei. Prego, Consigliera Tevere.

TEVERE Carlotta

Grazie Presidente e grazie anche agli Assessori intervenuti per la risposta all'interpellanza generale presentata dalle Minoranze. Prima di entrare nel merito, voglio ringraziare tutti coloro che hanno permesso di realizzare ciò che i residenti della zona attigua a via Germagnano e la cittadinanza tutta chiedevano ed attendevano da troppi anni, ovvero la liberazione di quell'enorme area dagli insediamenti rom autorizzati e spontanei, come peraltro chiesto anche dall'Unione Europea, sappiamo bene. Il tema del superamento dei campi rom è da tempo una criticità non solo per le grandi città italiane - Roma e Firenze, solo per fare due esempi, stanno portando avanti iniziative analoghe e sono governate da Forze Politiche diverse - ma anche di altri Paesi europei, tra i quali la vicina Francia. La complessità del tema è stata confermata anche nell'ultima relazione del Senato della Repubblica sull'effettiva applicazione del principio di parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica e sull'efficacia dei meccanismi di tutela del 2018. L'Italia, con la strategia nazionale per l'inclusione delle comunità rom, sinti e camminanti, 2012-2020, nate in attuazione della comunicazione 173/2011 della Commissione Europea, ha posto l'esigenza di un superamento irreversibile nell'ottica dei campi rom intesi come luoghi di isolamento e degrado fisico e relazionale, per uno sforzo di avanzamento verso modalità abitative non mono etniche e fondate sulla dislocazione abitativa delle famiglie elaborate sulla base di nuovi patti di concertazione territoriale e di dialogo tra i diversi attori sociali interessati dalla problematica e con la partecipazione diretta degli stessi beneficiari delle azioni, e su questa ottica si è mossa anche questa Amministrazione comunale, la quale già nel programma elettorale aveva esplicitato quale fosse la posizione sui campi ritenuti appunto un sistema abitativo segregante su base etnica, e ha sempre sostenuto che l'isolamento spaziale ha ricadute negative sui percorsi scolastici e lavorativi e per tale motivo andasse superato. L'impresa non è certamente facile, la stessa Commissione Europea nella comunicazione 133 ha affermato che l'integrazione sociale ed economica dei rom richiede un cambiamento di mentalità sia da parte della maggioranza della popolazione che da parte dei membri delle comunità rom e dei loro capi. Sicuramente c'è ancora del lavoro da fare, non è finita qui, chiaramente, per ottemperare interamente alle prescrizioni europee, e ringrazio i Consiglieri delle Minoranze che ci dicono di monitorare; certo, non pensavamo che con la chiusura o il recintare la zona di via Germagnano sia il RIME che gli uffici delle Politiche Sociali abbiano smesso di occuparsi del tema, quindi grazie per questo, riferiremo anche agli uffici che ringraziano e mi riferisco non solo a questo ma anche al superamento dell'altro insediamento autorizzato che sappiamo esserci, c'è ancora in strada dell'Aeroporto, però nel frattempo, come ha detto prima di me il collega Versaci, quell'area di via Germagnano viene bonificata e restituita finalmente dopo tanti anni alla Città. È noto a tutti, e anche le Minoranze l'hanno ammesso oggi in Aula criticando diciamo non tanto l'intervento quanto le modalità dell'intervento, ne sono perfettamente a conoscenza, in particolar modo appunto i colleghi del PD che per anni hanno amministrato la nostra Città lasciando che il campo di via Germagnano vedesse i primi insediamenti a partire dagli anni '90 e crescesse dal 2007, anno in cui ha iniziato a popolarsi fino a raggiungere i numeri che noi tutti abbiamo conosciuto. È noto a loro a maggior ragione visto che in passato sono stati proprio loro ad intraprendere azioni già descritte dall'Assessora Schellino, dalla risposta all'interpellanza, e fissare obiettivi che solo in parte sono stati raggiunti; tra l'altro, questo lo ha accennato anche il collega Versaci prima di me, grazie alla comunicazione 173/2011 che dettava il quadro dell'Unione Europea per le strategie nazionali di integrazione dei rom fino al 2020 appunto, in quegli anni per l'applicazione e il successo di queste strategie nazionali di integrazione l'Europa stanziò a favore degli Stati membri 26,5 miliardi di euro e l'Amministrazione dell'epoca, a guida PD, ebbe a disposizione ben 5 milioni di euro per applicare strategie, realizzare progetti, risultati che però, come abbiamo appena sentito, non sempre... o comunque non sono stati completamente efficaci, e infatti con 5 milioni di euro non sono riusciti a superare il campo di via Germagnano. Quindi, dicevo è noto a tutti che non fosse certamente un quadro di facile o immediata soluzione, ma personalmente ritengo che le questioni bisogna intanto decidere di affrontarle seriamente e questa Amministrazione, la Sindaca e la Maggioranza che la sostiene hanno deciso di affrontarla per risolverla non per fare finta di risolverla; una volta preso l'impegno, ovviamente non solo elettorale ma quello di risolvere un'annosa questione, è necessario occuparsene senza fare propaganda o slogan. È stato necessario studiare e valutare con attenzione, nel rispetto e al fine di tutelare le persone che per anni hanno vissuto nell'area tenendo bene conto delle loro esigenze, tutte le azioni, gli interventi e gli strumenti a disposizione per arrivare al superamento dei campi in quella zona, e soprattutto è stato necessario avere la forza e il coraggio di arrivare alla fine, altrimenti tutto il lavoro fatto sarebbe stato vano. Il tutto come, è stato meglio spiegato...

SICARI Francesco (Presidente)

La invito a concludere.

TEVERE Carlotta

Sì, velocissima, è stato fatto proponendo a ciascun nucleo una soluzione che tenesse conto anche dei progetti ai quali avevano precedentemente partecipato senza concludere il percorso offerto e qualcuno, come già detto, ha deciso di non accettare l'aiuto. Il giorno successivo alla conferenza stampa abbiamo visto che i giornali hanno pubblicato foto e video di nuovi insediamenti, non hanno però specificato che l'Amministrazione fosse bene a conoscenza, attraverso il reparto informativo minoranze etniche, delle situazioni monitorate da tempo. Sono stati specificati i numeri e le circostanze che si sono formate appunto in piazza D'Armi e in via Reiss Romoli e sono state riassunte tutte le tappe. Questo a dimostrazione che le cose vanno seguite, ci si lavora, non si fa propaganda elettorale sventolando non meglio precisati interventi, vedasi le cosiddette ruspe. Il risultato è stato raggiunto con la mediazione, il dialogo, il confronto e la volontà di entrambe le parti di trovare una soluzione, altrimenti è chiaro che sarebbe diventata azione di forza che mai questa Amministrazione ha manifestato la volontà di attuare. Un risultato ottenuto grazie al prezioso lavoro delle professionalità di cui questo Comune dispone, nel caso di specie gli uffici coinvolti sono quelli delle Politiche Sociali e il Reparto Informativo Minoranze Etniche della Polizia Municipale, persone dotate di profonda competenza e sensibilità, tali da giungere alla fine del percorso senza che vi sia stata tensione alcuna e approfitto di questo spazio per ringraziare tutti pubblicamente. Oggi diamo atto di uno dei tanti risultati portati a termine da questa Amministrazione 5 Stelle...

SICARI Francesco (Presidente)

La invito a concludere.

TEVERE Carlotta

... MOI, solo per citare un altro che si protraeva da anni praticamente abbandonato a se stesso, a beneficio di tutta la Città e della sua cittadinanza. Non finisce qui ovviamente, continuiamo a lavorare, poche parole, niente slogan, solo fatti. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)

Prego, Capogruppo Sganga.

SGANGA Valentina

Sì, grazie Presidente. Io cercherò di essere brevissima, intervengo relativamente ad alcune cose che ho sentito nel corso di questo dibattito. Guardi, oggi sono qui che faccio un intervento con una mascherina addosso e ripensavo al fatto che la prima volta nella mia vita in cui io ho indossato una mascherina è stata una sera fornitami dalla nostra Polizia Municipale in cui con l'Assessore Alberto Unia e tanti altri colleghi della Maggioranza, tra cui anche lei tra l'altro, ci siamo recati in via Germagnano ad assistere a quelle che erano le operazione di spegnimento di uno dei roghi, e quella volta è stata una delle tante volte in cui ci recavamo lì come Forza Politica e come Amministrazione, sia di sera per la questione dei roghi e sia di giorno a visitar la baraccopoli, a parlare con le famiglie che abitavano all'interno del campo, a cercare di capire quali soluzioni mettere in campo, e anche a bere quel caffè dolcissimo che gentilmente ci veniva offerto. Dico tutto ciò, che potrebbe sembrare superfluo, perché? Perché quando ho sentito in questo dibattito ma ho letto anche in rete e sui giornali vari commenti al superamento di Germagnano, quando ho sentito che qualcuno ha detto: "Ah, questa è un'operazione spot dell'Amministrazione 5 Stelle, insomma cercano di levare un problema, cercano di nascondere una problematica sotto il tappeto superando la questione di via Germagnano", ecco io credo non ci sia nulla di più falso, questa Maggioranza e questa Amministrazione ha creduto fortemente all'idea di voler superare i campi, e quindi io volevo ribadire questa cosa e ribadire il fatto che questo è un risultato a cui siamo pervenuti perché c'è stata un'operazione di concertazione con quelle famiglie, con gli abitanti dei quartieri. Cos'altro? Un ultimo punto con cui chiedere è questo: io credo che la differenza sia in questo campo quella di non cadere, appunto come anche giustamente prima veniva detto, in trovare soluzioni semplici a problemi complessi, noi su questo siamo sempre stati onesti, abbiamo sempre detto chiaramente che le persone non scompaiono, non c'è però allo stesso tempo la possibilità di mettere in campo dei percorsi inclusivi per tutti, ma l'Amministrazione c'è, c'è laddove nei quartieri ci sono delle problematiche di integrazione e c'è per quelle famiglie che hanno voglia di imboccare seriamente dei percorsi inclusivi. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)

Grazie a lei, prego Consigliera Imbesi.

IMBESI Serena

Grazie, Presidente. Quando sediamo in questo Consiglio, più generalmente quando ci candidiamo, cerchiamo di fare gli interessi di una Città intera, di tutta la Città, questo è il faro che ci deve in qualche modo illuminare in tutta la Consiliatura, ma io credo più o meno anche in tutta la vita rispetto ai valori di ognuno di noi; io, come molti sanno, risiedo dalla parte opposta rispetto a via Germagnano, nella zona sud, quando c'è stato questo intervento, molto aspettato dalla zona nord, molti cittadini e molte cittadine hanno iniziato ad essere fomentati sia dai social che da alcune persone all'interno del territorio perché ci stavano spostando i rom in piazza D'Armi. Ho dovuto spiegare, mi sono presa la responsabilità di spiegare che neanche io conoscevo fino a qualche anno fa la situazione della zona nord, una situazione nella quale le persone dovevano stare chiuse in casa d'estate e d'inverno con le finestre chiuse, perché? Per via dei fumi, fumi tossici, ognuno di loro ha dei figli, dei nipoti, ma loro stessi avrebbero voluto vivere come noi nella zona sud con le finestre aperte quando era il caso ed era necessario; ho dovuto spiegarlo, mi sono presa la responsabilità di dire a delle persone che magari venivano anche a dirmi: "Noi vi abbiamo votato e ci avete portato qui i rom", quali sono le condizioni nelle quali viveva un'altra porzione della città. Bene, questa è la responsabilità che io credo che debba avere tutto il territorio, tutti gli amministratori pubblici, compresi quelli delle Circoscrizioni; adesso una collega precedentemente ci ha detto che abbiamo messo nelle condizioni la Circoscrizione 2 di attuare alcuni meccanismi rivendicativi, e per me è molto preoccupante questa cosa, perché non avete spiegato alla Circoscrizione 2, io dico Circoscrizione 2 perché ho scritto quanto è stato detto nell'intervento, che cosa succede nella zona nord della città, che cosa succedeva nella zona nord della Città? Come mai è stato necessario fare quel tipo di intervento? Perché invece questa petizione che tutti hanno letto su Facebook, da chi arriva? Chiedo, arriva dal territorio? Ci è stato detto "Circoscrizione 2", è il territorio della Circoscrizione 2? È un ente? È la Circoscrizione 2 come ente? È una parte del Consiglio? Perché ovviamente non possiamo nascondere che il primo firmatario, uno dei primi firmatari è un Consigliere del PD della Circoscrizione 2. Allora neanche io mi voglio iscrivere al Partito di quelli che fanno la propaganda razzista, però io leggo: "Area occupata abusivamente da alcuni mesi da varie etnie, negli ultimi giorni si sono aggiunti i rom provenienti da via Germagnano creando preoccupazioni in termini di sicurezza, di ambiente in tutto il quartiere". Allora, per me certi post sono imbarazzanti, io spero che anche il Partito Democratico sia imbarazzato, perché poi le risposte a questi post sono: "No, a piazza D'Armi no, piazza D'Armi non si tocca, vergogna, vergognosi! Vergogna, bisogna smetterla, perché nessuno li vuole e ce li dobbiamo tenere noi. Lo trovo vergognoso. Ora neanche piazza D'Armi potrà essere un posto tranquillo, o puntiamo a civilizzarli o via", e ometto le parolacce perché in questo consesso è meglio omettere le parolacce e utilizzare un tono civile, ma questi sono i toni che sono sotto i post di chi propaganda e annuncia la petizione e poi quello che ci ritroviamo è un quartiere veramente preoccupato; io sono stata fermata insieme a degli altri colleghi ieri da una persona vicino ad una bocciofila vicino all'area di piazza D'Armi che ci ha detto che effettivamente le persone che stanno lì non fanno niente perché non danno problemi, però bisogna intervenire e bisogna intervenire subito, e quando abbiamo provato a spiegare le motivazioni ci è stato detto: "Ah, allora voi state dalla loro parte". Quindi per me questo è un problema, vuol dire che il quartiere in qualche modo è stato aizzato, secondo me, a provare a farsi una sorta di giustizia con dei metodi ovviamente democratici come una petizione, ma non è stata in grado di spiegare politicamente, ed è lì che secondo me la Politica perde, come mai il Comune ha dovuto fare questo intervento perché la città è solo una, è solo una, non è divisa in due, non è Torino sud e non è Torino nord. Quindi secondo me il dovere della Politica è anche spiegarlo, è il dovere anche dei Consiglieri Comunali probabilmente spiegare ai Consiglieri della Circoscrizione 2 come mai è stato necessario fare questo intervento, era necessario fare questo intervento. Io esprimo ancora la mia preoccupazione perché sono gli stessi commenti quelli che vi ho letto che leggo sui post di chi magari accosta i topi ai rom, altri politici che lo fanno, che fanno questi post diciamo ormai di professione, ma che non sono in qualche modo collegati né al Movimento 5 Stelle né alla Sinistra.

SICARI Francesco (Presidente)

Prego, Capogruppo Petrarulo.

PETRARULO Raffaele

Certe volte io non so se sedendomi qua forse con un po' di esperienza di politico locale assisto a discorsi che vengono ripresi solamente perché l'ha scritto qualcuno su Facebook o qualcuno per strada o via discorrendo; ma senza fare il professore a nessuno perché sono qui per imparare anche io naturalmente, però cioè... qualcuno si stupisce ancora che qualcuno sui post scrive o fanno petizioni, non ci stupiamo che oggi di fronte al Referendum che sta avvenendo, dove tutti i Partiti di Destra e Sinistra dicevano di votare "sì" oggi sono tutti per il "no" per avere la "cadrega", ma quindi certe volte bisogna anche essere un pochettino scevri e capirlo. Se di fronte ad un voto nazionale come quello del Referendum che riguardava anche tutti i Partiti, quindi Lega, Fratelli d'Italia, 5 Stelle, PD e via discorrendo, hanno deciso di votare "sì" perché c'è (incomprensibile) parlamentari, oggi su Facebook invece vediamo proprio questi stessi, molti di questi stessi soggetti che hanno tessera, sono militanti, sono tutti quanti Lista Civica (incomprensibile) nessuno, quindi che vogliono votare "no" per che cosa? Quindi dov'è la discrasia in quello che lei chiede e quello che lei dice, che lei dice giustamente, la discrasia sta dove sta, sta che il sottoscritto quando nel 2001 fu Consigliere di Circoscrizione, nella 6ª Circoscrizione, venne eletto con la lista Di Pietro, iniziò a vedere quella che era via Germagnano, quello che era lungo Stura Lazio, una Babele unica, una cosa impossibile a vedersi. Chi governava? Il Parlamento, la Città di Torino, chi lo governava? Non c'era il Presidente Artesio, ma già allora fummo investiti. Oggi, 2020, io che debbo dire? Se debbo essere scevro dalle simpatie o antipatie, dico "Brava Appendino", ma non "Brava Appendino" perché oggi è uscita sul giornale, perché "Brava Appendino", oggi lei, che poi qui dopo tutti possono cantare vittoria, ha sgombrato il campo di via Germagnano. L'avevo fatto prima io, l'ha detto Petrarulo con le manifestazioni, sì ci mancherebbe, è agli atti, chi era lì a sgombrare? Chi ha dato i numeri che ha dato poc'anzi l'Assessore Unia, dove nel 2018, e questo me lo ricordo benissimo perché so, 115 interventi dei Vigili Fuoco, 108 nel '18 e '19 e '20 vanno a scemare, perché? Sono dati incontrovertibili, andiamo sui dati e non sulle suggestioni, sulle petizioni o su quello che si vuole farvi leggere o quello che si mette la bandana di Destra o di Sinistra. Occorre capire una cosa: il problema dei rom adesso però non va cavalcato, va gestito perché quelli che erano lì in via Germagnano, io ho fatto un'interpellanza dove il Comandante dei Vigili Urbani ha detto che in piazza Crispi non c'erano 4 o 5 campi che poi si sono andati a dislocare, fotografati naturalmente come è mia prassi, occorre che non vadano a spostarsi in tutta quella che è Torino, che non sia una cosa momentanea perché, e non me ne voglia Torino sud, ma avere 5-6 campi in piazza D'Armi è una pacchia in confronti alle centinaia di migliaia che erano in via Germagnano e lungo Stura Lazio, cioè chi (incomprensibile) da quelle parti quando era... che passava si spaventava solo a passare, ma non per l'etnia dei rom attenzione, per quello che succedeva intorno, per i topi, per i fumi tossici, perché quello faceva paura, non il colore bianco o nero, rom o non rom e tutto quanto, io dico sempre tutto, chi ruba deve andare in galera punto e basta. Chi ha fatto i pestaggi e viene preso deve andare in galera punto e basta, ma (incomprensibile), va applicata la legge. Non ci devono essere i furbi che possono fare tutto perché hanno la parvenza di avere un'etnia, non è così.

Ecco perché penso e chiedo, perché la Politica molte volte dice ma poi tutti quanti parliamo. Io mi ricordo per esempio per citare la Scanderebech, quando lei ha fatto la proposta di fare quella benedetta Commissione di indagine sulle RSA, tutti che si strappavano i capelli per fare (incomprensibile), 5 firme. Siamo 40 Consiglieri, 5 firme? E non sono venute dal PD e neanche dai 5 Stelle, neanche dalla Lega e neanche Forza Italia. Quindi tutti ci strappiamo i capelli ma poi alla fine siamo tutti qua poi a darcele. Quindi come avviene su quella Commissione di indagine che è lì che langue sul discorso dell'affare, non possiamo (incomprensibile) quello dei rom, quindi abbiamo le stesse identiche cose, le stesse identiche cose. Adesso quello che chiedo naturalmente, ma poi sarà oggetto di approfondimento, Sindaca Appendino, è che venga gestita, che la Vicesindaco Schellino l'ha detto ma io ho qualche dubbio che si possa gestire perché non è tanto il premio perché tanto possono entrare lo stesso, ma va naturalmente, visto che ho anche letto sui giornali oggi che abbiamo gli ausiliari del traffico che vanno a fare le multe, oltre che a fare le multe che vengano naturalmente allontanati quelli che ci sono. Ci sono le leggi comunali che lo consentono, in altri Stati e in altre città d'Italia questo avviene, Torino non può essere fanalino di coda su questo, sennò poi dopo si fa una grande immagine, una grande operazione che naturalmente vale, ci mancherebbe, quindi in Torino nord l'area era irrespirabile e ancora oggi non è poi tanto meglio, però oggi possiamo dire che lì non c'è, va bonificata. Io mi ricordo quando andai con Striscia la Notizia nel campo rom di via Germagnano, le pietre che avevo preso io, (incomprensibile) e altri, senza che fossimo visti, quindi non era così tranquilla la situazione in quel posto lì, non era così felice, era una situazione in cui occorre naturalmente prenderla e poter andare avanti.

Quindi io chiedo naturalmente, e poi chiudo anche se (incomprensibile) tavoli, troppi tavoli, certe volte si va solo a fare delle grandi abbuffate perché se sul tavolo dei rom siamo arrivati a questo punto, mi sembra di insistere Presidente, poi ne parliamo in un'altra assise, Sindaca Appendino, sul tavolo della sicurezza tutti parliamo di telecamere, parliamo di zone e poi andiamo a mettere due telecamere in zone diverse da quelle che sono quelle che sono state dette sui tavoli della Circoscrizione; quindi come vede molte volte i tavoli sono apparecchiati per mangiare (voci sovrapposte).

SICARI Francesco (Presidente)

La invito a concludere.

PETRARULO Raffaele

Chiudo, no non ho mangiato ancora e quindi chiudo non per il caffè, ma chiudo naturalmente sapendo che abbiamo una cosa da fare: i tavoli se ci sono servono ma poi vanno anche ascoltati, perché se i tavoli dicono qualcosa sia sui rom che sulla sicurezza e poi al tavolo non c'entra niente, io dico quei tavoli è meglio chiuderli, non apparecchiarli e stare forse a fare un po'di dieta, fa bene anche alla salute.

SICARI Francesco (Presidente)

La ringrazio. Ci sono altri interventi da parte dei Consiglieri? Se non ci sono interventi, lascio allora adesso la replica alla Giunta, interviene la Sindaca Appendino, prego.

APPENDINO Chiara (Sindaca)

Grazie Presidente, ringrazio i Consiglieri e le Consigliere che sono intervenuti. In realtà, io intervengo per dare una risposta rispetto alla questione economica e in realtà per mettere a verbale un qualcosa a cui questa Amministrazione ha lavorato dal primo giorno in cui si è insediata, cioè noi possiamo discutere anche a lungo e credo che la Vicesindaca, correttamente, abbia anche, come dire, spiegato la complessità del lavoro che è stato operato, però rimane un fatto, rimane il fatto che dopo decenni di roghi, di manifestazioni, di sfilate, di fiaccolate, di tensione sociale di difficile gestione quel campo non c'è più, e quel campo non c'è più non solo nella sua parte autorizzata perché io ricordo che il primo intervento l'abbiamo fatto su Germagnano autorizzato e qui tutti dissero, giustamente, "Ah, ma vi fermate lì?" e noi abbiamo detto: "No, continueremo". Quindi lontano in realtà dalle telecamere, lontano da... come dire, comunicati stampa perché questo lavoro si fa così, in questi quattro anni abbiamo lavorato partendo da un progetto interassessorile che vedeva gli uffici che ringrazio in modo sentito, io ringrazio il Vicesindaco Schellino, l'Assessore Unia, il Comandante Bezzon, l'Assessore Finardi che aveva la delega prima di me e ha iniziato lui questo lavoro e io ho continuato, e tutti gli uffici coinvolti, perché se nel 2018 abbiamo istituito appunto questo progetto speciale, è stata istituita una cordata che - per rispondere alla Consigliera Grippo - credo fosse... ha fatto sì da supporto tecnico in tutto questo periodo, credo che li abbiate auditi anche in più occasioni in seguito appunto al Progetto Speciale Campi nomadi, ma ha fatto anche da fundraising, ha raccolto risorse che sono servite per tutti gli interventi che abbiamo fatto per il superamento dei campi; in questo, in quest'azione la cordata ha chiesto e ottenuto una serie di fondi tra cui una parte arriva da Compagnia di San Paolo che è stata utilizzata, ci tengo a dire, per tutta una serie di interventi in questi anni che riguardano il superamento dei campi. Ma al di là di questo, che possiamo discuterne secondo me anche a lungo, potrete fare accesso agli atti, avere queste informazioni su cui non abbiamo nulla da nascondere, il tema è, dal mio punto di vista, che quel territorio, e credo che questo lo condividiamo tutti, aveva il legittimo diritto di aspettarsi un intervento che poteva portare anche eventualmente risorse aggiuntive nostre, del Comune proprie, cioè perché un'Amministrazione non avrebbe dovuto stanziare, cosa che faremo ad esempio sulle bonifiche, delle risorse per risolvere un problema che tediava quel territorio da 20 anni? Allora, io credo che qui il tema sia innanzitutto che si è data..., si è risolto, perché se voi andate lì non ci sono più le baracche, quindi noi possiamo discutere ma le baracche non ci sono, e se le baracche non ci sono è perché in questi quattro anni nucleo familiare per nucleo familiare, grazie ai Servizi Sociali, e la cordata che si è data da fare, abbiamo costruito un rapporto tale da arrivare a fare degli interventi. Qualcuno si è scandalizzato, ho letto, e poi non ho sentito tutti gli interventi in Aula e mi scuso, del fatto che io abbia detto in conferenza stampa che non ero stupita del fatto che qualche nucleo familiare potesse non rispettare il patto. Ma voglio dire, nel momento in cui tu chiedi di siglare un patto, il tema è una piccola minoranza eh, perché una piccola minoranza non lo rispetta, il tema non è il fatto che di per sé sia successo, il tema è, come giustamente è stato ricordato da qualcuno, che va monitorato, noi abbiamo gli strumenti per intervenire, cosa che stiamo facendo e continueremo a fare. Questo vale per tutto quello che si fa, quando si fa un intervento così difficile, poi per carità eh, potevamo chiudere gli occhi e lasciarli lì perché lì forse era più semplice da gestire, erano tutti ghettizzati in uno spazio, davano fastidio solo a Torino nord e il resto della città non lo vedeva e se ne fregava; ma nel momento in cui tu fai un intervento di quel tipo, così complesso e abbiamo citato esperienze precedenti perché è complesso affrontarlo e non è un'operazione fatta ad agosto in tre giorni, è un'operazione costruita in quattro anni, può succedere che un nucleo familiare che sottoscrive un patto poi non lo rispetta, come può succedere in generale che qualcuno si prende un impegno e poi quell'impegno non lo rispetta, certo che avremmo preferito che il 100% avesse rispettato; ma giustamente il sollecito che deve arrivare dal Consiglio e che io condivido, l'ho detto sin da subito, peraltro ho anche la delega, è che la Città si impegna e si sta impegnando e continuerà ad impegnarsi a monitorare il rispetto di quel patto e intervenire nel caso in cui non venga rispettato, perché è evidente che non è neanche una questione (incomprensibile) nei confronti invece di chi quel patto l'ha attuato, il non rispettarlo.

Allora, io chiudo dicendo: io spero che la Commissione consiliare, e sono certa che lo farà, continuerà anche perché guardate che ci sono ancora altri interventi da fare, ricordiamoci che c'è ancora strada dell'Aeroporto ad esempio, ma 1) non confondiamo autorizzato da non autorizzato, il regolamento nasceva per gestire i campi autorizzati e intervenire sugli autorizzati, prima cosa; 2) per quanto riguarda il non autorizzato che abbiamo appunto superato, perché di questo stiamo parlando, è chiaro che l'azione non è finita, abbiamo due grandi azioni di intervento che dobbiamo attuare, il primo è il monitoraggio come Polizia Municipale e l'intervento in primis perché chi sottoscrive l'impegno, ha il dovere ovviamente di rispettare quell'impegno e l'Amministrazione ha il dovere di far sì che quell'impegno venga attuato, quindi agiremo in tutti i modi possibili affinché quell'impegno venga attuato; il secondo, che è quello che credo sia di interesse maggiore in questo momento, soprattutto per dare una risposta a Torino nord, è il futuro di quell'area, dove giustamente qualcuno ha posto la questione delle bonifiche, credo che l'Assessore sia anche intervenuto in tal senso, comunque le risorse sono già anche stanziate a bilancio quindi stiamo già iniziando e inizieremo, è chiaro che dovremo fare i carotaggi, lo sapete benissimo come funziona, quindi ci sono delle procedure ma le risorse ci sono e partiamo, e poi lavorare sulla pianificazione di quell'area. Da parte nostra, e qua parlo come Polizia Municipale con la delega che ho, è evidente che, insieme anche al Comitato per l'Ordine Pubblico e la Sicurezza, stiamo monitorando, interverremo ove c'è da intervenire, tra una settimana, tra un mese, tre mesi, quattro mesi, tutto quello che ci vorrà, noi continueremo a monitorare e ad intervenire, e penso però che, come dire, quest'operazione... ma anche per una questione di onestà intellettuale con me stessa e per chi conosce soprattutto le difficoltà e la complessità dell'operare in questo campo, non si può costruire in un giorno, ed è il lavoro di quattro anni, e io spero sinceramente che, come dire, al di là di che cosa succederà nei prossimi mesi e nei prossimi anni, l'attività che è iniziata possa essere continuata e quindi il lavoro che si è fatto sulla questione rom che non si esaurisce evidentemente nella sua complessità con un intervento in Consiglio comunale e neanche con un percorso di cinque anni che era peraltro già iniziato negli anni precedenti, possa essere continuato al di là di quella che è la Forza politica a cui apparteniamo, i campi vanno superati, quello spazio lì - e chiudo davvero - era indegno, era indegno per chi ci viveva, era indegno per la nostra città, ed era indegno per chi viveva attorno a quel quartiere, era un simbolo di un qualcosa che non deve esistere in una città, e su questo credo che siamo tutti d'accordo.

Ecco, allora siccome quella cosa non deve esistere, non doveva esistere e non dovrà esistere, io penso che dall'esperienza maturata, dai nostri uffici mi sento di dire, dalla cordata, dai tecnici, chi ci lavora, possiamo imparare per evitare che ci si possa ritrovare in quella situazione. Quindi ho dato la nostra piena disponibilità e chiudo davvero ringraziando gli uffici, la Polizia Municipale, il Verde, i Servizi Sociali, tutta la cordata perché poter dire che oggi Germagnano non c'è più, guardate non è una medaglia di una Amministrazione, sono anni e anni di famiglie che hanno respirato schifezze e che hanno chiesto giustamente il diritto di poter respirare un'aria salubre, e dall'altra parte sono persone che hanno vissuto in condizioni indecenti in mezzo all'immondizia, in mezzo alle schifezze e in mezzo ai topi per anni, e non si chiudono gli occhi su questo, siamo d'accordo tutti, si cercano soluzioni, possono essere giustamente criticate, possono essere migliorate, ma di certo non si può dire che il fatto che la Città abbia superato Germagnano non sia un grande risultato, non per Appendino, ma per la Città stessa. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)

Grazie a lei. Diamo per discussa quindi la prima interpellanza generale.
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