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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 27 Luglio 2020 ore 12,00
Paragrafo n. 24
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2020-01227
RENDICONTO DELLA GESTIONE PER L'ESERCIZIO 2019.
Interventi
LO RUSSO Stefano
Grazie, Presidente. Per le ragioni esposte in sede di discussione dalla Collega Grippo, il
Gruppo del Partito Democratico voterà contro la deliberazione, così tranquillizziamo
anche il buon Collega Napoli che si interroga sul capire qual è il comportamento del
PD: il Gruppo del PD quando condivide le delibere vota a favore, e oggi la stupiremo
anche in questo senso, quando non le condivide vota contro e quando ritiene che ci
siano elementi in un senso o nell’altro, come abbiamo fatto prima, talvolta non partecipa
al voto, talaltra si astiene; si chiama “democrazia rappresentativa”, so che... come dire,
talvolta è complesso da intuire e capire ma, sotto questo profilo, ci sembra piuttosto
coerente.
Le ragioni per cui votiamo contro questo provvedimento sono da ascrivere alla non
condivisione generale dell’impostazione di politiche di bilancio portate avanti da questa
Amministrazione. Sarebbero moltissime le cose da dire, molte sono anche citate nella
relazione dei Revisori dei Conti, che ringrazio per la precisione con cui evidenziano
quali sono i disequilibri complessivi di questa partita contabile; ricordiamo che qui
stiamo discutendo di bilanci che non hanno nulla a che vedere con l’attuale situazione
Covid, ma si riferiscono più generalmente, appunto, al 2019, anno in cui il pieno delle
politiche e delle strategie di bilancio dell’Amministrazione Appendino e dell’Assessore
Rolando potevano trovare lo slancio vitale verso cui proiettare le sorti progressive di
questa Città.
Io completo il ragionamento fatto dalla Collega Grippo, introducendo alcuni altri
elementi di riflessione, che riguardano, sostanzialmente, una certa difficoltà
nell’individuare, oltre alle cose relative al welfare - in cui c’è stato questo principio di
sostituzione, di fatto, dei fondi del Reddito di Cittadinanza, cioè dei fondi stanziati
ordinariamente dalla Città con il Reddito di Cittadinanza, che, in questo senso, ha fatto
comodo -… su un ulteriore elemento che è il tema delle politiche attive, relativamente
alle politiche di sviluppo. Ci sembra che, nel suo complesso, il Bilancio 2019,
esattamente come quelli precedenti, abbia, sostanzialmente, abdicato a un ruolo, per
quanto possibile, di costruzione di politiche di sviluppo, penso, ad esempio, al tema
infrastrutturale, facendo anche delle scelte politiche nette e chiare, basta consultare la
pagina Facebook della nostra Sindaca, che non perde una riasfaltatura di una strada
manco a pagarla e, come dire, ci sembra davvero avere un sacco di tempo per potersi
girare tutti i cantieri dove riasfaltano le strade: il “Torino Riparte” consiste nel sistemare
i tombini. Questo, in realtà, è un paradigma di un’impostazione che, per certi versi, è
anche rivendicata, eh - io non voglio, assolutamente, togliere a Cesare quel che è di
Cesare -, che era quella della cosiddetta “agopuntura urbana” di Montanari, piuttosto
che di tutti quelli che erano gli interventi di carattere, se vogliamo, manutentivo che, in
qualche modo, venivano ad essere indicati come, se vogliamo, la vera grande mancanza
di questa Città. Certamente, il tema delle manutenzioni è un tema importante, però una
Città che si riduce a fare le manutenzioni e che è completamente sprovvista di una
dimensione strategica, anche infrastrutturale, è una Città che, progressivamente, regge
finché le condizioni di contorno lo consentono e poi collassa su se stessa, dal punto di
vista economico e prospettico, nel momento in cui le condizioni di contorno vengono a
cambiare. Purtroppo, queste condizioni di contorno sono venute a cambiare per ragioni
assolutamente indipendenti dalla volontà di questa Amministrazione che, di fatto, ha, in
qualche modo, subito, esattamente come tutta la città, la questione della pandemia del
Covid. È chiaro che, però, diventa difficile individuare qual è stata e qual è la traiettoria
strategica di sviluppo della Città; ci sembra che molti degli interventi che sono stati
portati avanti rispondono più a logiche di rappresentanza di gruppi e gruppetti, piuttosto
che a una logica unitaria della Città, e, sotto questo profilo, noi crediamo, invece, che
sia, in qualche modo, un errore. Si è voluto abdicare a qualunque dimensione strategica
di potenziamento, diciamo così, di operazioni significative, pensiamo ad esempio alla
scelta, da noi mai condivisa, relativamente a quella che è stata la Revisione del Piano
Regolatore, cioè quella di limitare l’orizzonte di riferimento ad una modifica delle
norme di attuazione, quando invece c’erano tutte le condizioni, sia politiche che anche
numeriche, per fare un’operazione più coraggiosa. Quindi, di fatto, anche i bilanci che,
in qualche modo, sono stati votati, hanno questa caratteristica: piccolo cabotaggio,
assenza di prospettiva, assenza di visione o, meglio, presenza di una visione minimale
che è quella che, in termini generali e astratti, funziona quando una Città ha nelle sue
corde fattori di sviluppo importanti e potenti, ma che, evidentemente, evidenziano, non
appena questi fattori di sviluppo tendono ad andare in crisi, la criticità strutturale che
porta Torino ad essere la capitale della povertà nel Nord Italia - e non capiamo se questa
cosa viene rivendicata con orgoglio o con una sorta di vergogna -, che porta questa città
ad essere, in qualche modo, il fanalino di coda, relativamente ai temi dell’innovazione,
dello sviluppo, del lavoro, che porta questa città ad avere il record assoluto di
disoccupazione giovanile nelle città del Nord e nelle Città Metropolitane; tutti dati che
sono - purtroppo per noi, lo diciamo con franchezza -, sotto il mandato Appendino,
incrementati e non ridotti. Se a questo tipo di riflessione aggiungiamo il sostanziale
smantellamento che c’è stato in questi anni di tutta una serie di iniziative, che, pur con
tutti i loro limiti, attenzione bene… - anche perché se fosse stato tutto bello, le
condizioni politiche nel 2016 avrebbero detto altro -, quindi, sicuramente, ci sono state,
ci sono e ci sono state criticità anche piuttosto rilevanti; ecco, diciamo così: che
l’alternativa che si immaginava di..., probabilmente, molti torinesi immaginavano di
poter percorrere è stata peggio di cosa c’era prima e che, sostanzialmente, non è un caso
che anche il calo di fiducia, rispetto all’ansia e alla giusta tensione al cambiamento - che
aveva premiato il programma politico del Movimento 5 Stelle e che aveva fatto del
programma politico del Movimento 5 Stelle una corretta impostazione di critica al
sistema -, di fatto, si è risolto nel distruggere moltissime cose, nel non costruirne
nessuna e, in qualche modo, di, progressivamente, continuare ad impoverire questa città.
Se a questo sommiamo, come dire, l’assenza completa di dialogo politico e istituzionale
che è avvenuta in questi anni… quando abbiamo posto delle questioni di merito siamo
stati tacciati di strumentalità, non ultimo la Collega Sganga, nell’ultima Conferenza dei
Capigruppo, quando io ho posto la questione della svista del povero Consigliere
Malanca, relativamente alla deliberazione sulla Linea 2 della Metropolitana, invece che
fare ammenda, ha continuato in una legittimissima, Collega Sganga, azione di
attribuzione di responsabilità e di strumentalità al Gruppo del PD - a me, nella
fattispecie perché ero lì, ma in generale a noi -; e questo è stato tutto un leitmotiv che ha
condotto ogni tipo di discussione di merito in quest’Aula. Prima citavamo - cito questo
come esempio, ma per tradurlo - il tema, ad esempio, dell’esenzione IMU dei canoni…
l’esenzione IMU degli alloggi dati in comodato ai parenti in linea diretta di 1° grado,
oggetto di una discussione di bilancio, di una delibera tariffaria che facemmo qui, che è
stata ripristinata dal Governo e che, di fatto, è stata uno dei tanti oggetti in cui ci siamo
permessi di formulare alcune considerazioni, ribadisco, anche lì, sbeffeggiati e accusati
di strumentalità della nostra azione di suggerimento, puntualizzazione che è quello che,
in una dialettica democratica - mi rendo conto, a cui voi siete molto poco abituati -,
compete alle Forze di Minoranza. Menomale che c’è Bono, il leader regionale dei 5
Stelle che, almeno, ha riconosciuto all’azione di Opposizione un’aggettivazione,
giustamente, nella sua intervista; l’ho apprezzato perché insomma... evidentemente, non
tutto il Movimento 5 Stelle si relaziona, rispetto alla Minoranza, come fa il Movimento
5 Stelle della Sala Rossa. Quindi, menomale che qualcuno che vede, forse, da fuori,
almeno attribuisce, in qualche modo, alla nostra azione questo tipo di considerazione.
Per queste ragioni - siccome sul Rendiconto e sulle politiche di bilancio si misura, nel
suo complesso, l’azione amministrativa della Giunta e della Maggioranza del
Movimento 5 Stelle -, per queste corpose ragioni, che per ragioni di sintesi, ho dovuto,
in qualche modo, qui riassumere in estrema, appunto, sintesi, il Gruppo del Partito
Democratico - per la gioia, credo, del Consigliere Napoli che, finalmente, vedrà un
pallino rosso su quel video - voterà contrariamente alla deliberazione.

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