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ARTESIO Eleonora Cercherò di distinguere la riflessione in ordine al Consuntivo 2019 suddividendola nell’ambito di tre capitoli: un capitolo riguarda accertamenti, incassi e radiazioni; un altro capitolo riguarda l’andamento della spesa corrente e un ultimo capitolo riguarda l’andamento delle perdite sui derivati. Comincerò dal primo: intanto, ci sono alcune osservazioni di merito e alcune conseguenze di carattere finanziario, la prima osservazione di merito riguarda i trasferimenti correnti provenienti da Stato, Regione, ASL, Unione Europea, Fondazioni bancarie. Quello che mi sembra importante rilevare, è che noi abbiamo un andamento ovviamente variabile di questi trasferimenti, ma è un andamento variabile che vede l’anno 2019 meno felice del precedente Consuntivo del 2018, in questo raffronto, infatti, abbiamo una riduzione dei finanziamenti statali, e immagino che il quadro nel quale siamo immersi - che ci porterà poi a esaminare invece l’andamento del 2020, anche per le ragioni che abbiamo descritto, parlando precedentemente dell’assestamento - vedrà una relazione qualitativamente diversa tra trasferimenti nazionali e capacità locali di spesa e di investimento; tuttavia, il quadro a cui ci riferiamo, parlando di Rendiconto è un quadro dato da trasferimenti che hanno anche delle motivazioni di recupero di crediti residui che il Comune di Torino vanta nei confronti dei rispettivi Ministeri e delle rispettive competenze statali. Cito potenzialmente due ambiti di facile comprensione: uno riguarda tutti i rapporti con il Ministero di Giustizia, relativamente alla questione del Palazzo di Giustizia e l’altro riguarda la questione dei rimborsi che sono dovuti, non soltanto al Comune di Torino ma a tutti gli Enti Locali, in relazione ai servizi funzionali all’attività professionale del personale docente statale, come quello della refezione scolastica, e i rimborsi per i pasti della ristorazione. Quindi, a fronte di una rinegoziazione di questi andamenti, avvenuta nel 2018, l’anno che si è concluso non vede un’eguale capacità di riscossione da parte del Comune nei confronti dello Stato e una riduzione di queste quote-parte; io ne ho citate evidentemente due, non potendo fare un ragionamento complessivo sulle politiche Stato-Regioni-Comuni e sulle relative compensazioni e relativi trasferimenti. L’altro elemento, che mi pare interessante sottolineare, è la riduzione del trasferimento regionale parzialmente compensato - se lo vogliamo assimilare ad un’origine regionale - da un trasferimento dell’ASL che è salito da 10,5, a Consuntivo dell’anno precedente 2018, a 13,8, del Consuntivo dell’anno 2019, volendo sottolineare, in questa particolare voce, il fatto che l’incremento recepito dall’ASL riguarda gli interventi assistenziali non area minori, quindi, presumibilmente, area disabilità e area anziani. L’altro, riferito invece in termini di aumento, riguarda la Città Metropolitana, in termini di stabilità, le Fondazioni bancarie e, in termini di finanziamenti della Comunità Europea, una riduzione da 3,3 a 1,55. Quindi, che cosa stiamo a concludere con una riflessione di questa natura? Che ci sono dei rapporti istituzionali, quelli con gli Enti da cui derivano politiche e fondi vincolati, come possono essere quelli regionali, che hanno segnato un passo nei confronti del Comune di Torino e, da questo punto di vista, evidentemente gli elementi legati alla riformulazione degli indirizzi legislativi regionali di settore e alla capacità di negoziazione del Comune in quella direzione, mi paiono rilevanti, così come anche la questione relativa ai finanziamenti della Comunità Europea, la cui flessibilità, in ordine alla capacità di collocarsi in graduatoria utile nei vari finanziamenti e nelle varie progettualità, vede, sull’anno che si è concluso, dal punto di vista finanziario, una difficoltà e una riduzione del Comune di Torino. Per quanto riguarda, invece, l’andamento delle entrate tributarie e delle entrate extratributarie, l’elemento che mi sembra di particolare interesse sottolineare, perché è un elemento e un tratto comune in tutti questi capitoli, è quello relativo alle radiazioni. Noi abbiamo rilevato - e comprendo anche che i giudizi sul comportamento possono essere diversi, a seconda dell’approccio che viene adottato - che, per quello che riguarda i residui delle entrate tributarie, quindi stiamo parlando di IMU, di addizionale IRPEF, di imposta di soggiorno, di TARI, di CIMP, di Fondo di Solidarietà Comunale e di affissioni, abbiamo rilevato quasi raddoppio delle radiazioni nel 2019 rispetto alle radiazioni nel 2018, che cosa si intende? I Colleghi ovviamente lo sanno, ma lo ricordo a me stessa per una coerenza e continuità di ragionamento, si intende la cancellazione di quelle entrate che, pur accertate e quindi ritenute dovute, si immagina di non poter egualmente incassare, anche in ragione del tempo intercorso tra il momento dell’accertamento e il momento finanziario in esame. Il tema delle radiazioni ricorre significativamente, come comportamento costante, da parte dell’Amministrazione Comunale, su tutti i titoli di entrate, sia le entrate tributarie sia le entrate extratributarie, quindi, da questo punto di vista, è interessante sottolineare che, da un lato, viene fotografata una situazione da un punto di vista più puntuale, relativamente alla credibilità e alla fattibilità dei recuperi che l’Ente Locale può realizzare, dall’altro lato viene sempre più evidente l’andamento di una situazione per la quale la riduzione dei residui attivi - che è conseguente all’operazione di riordino dei crediti a questo momento non più esigibili - ci porta ad individuare un andamento che è da sottolineare prima che sull’aspetto finanziario, sull’aspetto dell’attendibilità delle politiche pubbliche, quelle che prevedono elementi di compartecipazione e le relazioni/reazioni della popolazione verso le quali sono rivolte, cioè noi, ragionevolmente, siamo consapevoli di procedere con delle politiche di carattere tariffario - o di carattere sanzionatorio, se parliamo delle multe stradali - che prevedono, evidentemente, un accertamento, il che comporta un dispiegamento di carattere organizzativo, procedurale, di verifica e di controllo, quindi un costo a carico dell’Amministrazione, accertamenti rispetto ai quali la possibilità di incassare il dovuto, produce uno stanziamento nelle spese relative, quindi si prevede di poter spendere in ragione di entrate credibili, ma, progressivamente, nell’arco degli anni, si è costretti a radiare i mancati pagamenti. Questa è una spirale che consente, certamente, la sostenibilità dei bilanci e degli equilibri di bilancio, ma ci dice anche che quando costruiamo delle politiche tariffarie o delle politiche sanzionatorie, dobbiamo tener conto del contesto sociale sul quale queste politiche tariffarie e sanzionatorie precipitano e quindi della possibilità o indisponibilità delle persone a corrispondere alle richieste che, in modo dovuto, il Comune pratica, applicando le proprie delibere di politica tariffaria. Quindi, quando i vari Gruppi Consiliari ragionano in ordine alle articolazioni delle politiche tariffarie perché credibilmente possano raggiungere la possibilità di compartecipazione da parte degli utenti, non lo fanno soltanto per praticare condizioni di maggior favore o di tutela nei confronti di questa o di quella categoria, ma lo fanno anche in ragione della stessa credibilità dell’assetto finanziario, perché un assetto finanziario che introduca aspettative di entrate impraticabili rispetto alla possibilità di compartecipazione di alcune fasce sociali, evidentemente produce il gap che negli anni successivi porta alle radiazioni. Ora, da questo punto di vista, è anche dal mio modo di vedere un elemento di un certo interesse valutare che non si può pensare di risolvere questo problema soltanto con la recrudescenza delle verifiche e dei controlli, o con l’aumento della capacità di costruzione delle entrate, inventando, di volta in volta, strumenti sempre più raffinati per riuscire a raggiungere l’interlocutore contribuente; quindi non sto facendo una critica agli Uffici dedicati, alla task force che è stata individuata, alle agenzie di riscossione come SORIS che sono state incaricate, sto dicendo che l’elemento della tecnicalità non è di sé sufficiente per affrontare una situazione che vede alcuni livelli di compartecipazione particolarmente rispettati e frequentati, penso a tutto il tema, ad esempio, della ristorazione scolastica in cui abbiamo un’alta adesione della popolazione pagante, rispetto ad altre situazioni nelle quali, evidentemente, la non partecipazione e non corrispondenza del costo significa che esiste un problema reale, a prescindere dalla capacità di accertamento o di recupero del credito. Questo per quello che riguarda l’elemento più generale sulla questione degli accertamenti, gli incassi e le radiazioni. Vengo invece all’elemento della spesa corrente, che è già stato affrontato nel precedente intervento della Collega Grippo. Noi vediamo che la spesa corrente impegnata è passata da 1.032.000.000 nel 2017 a 1.136.000.000 nel 2018, per tornare nel 2019 a 1.055.000.000. Quindi, siamo in un andamento decrescente della spesa corrente, un andamento decrescente della spesa corrente che tutti noi, anche soltanto nella discussione di 15 minuti fa, abbiamo ritenuto essere invece una condizione essenziale per mantenere una tenuta sociale ed economica di un territorio quando non per immaginarne un rilancio come tutti quanti auspichiamo. Se andiamo alla lettura della composizione interna della spesa corrente impegnata, anche qui torna un argomento già affrontato precedentemente: quali sono i riparti nel 2019 delle principali voci di spesa che compongono la spesa corrente del Comune di Torino? La prima, che occupa il 21% nel 2019, è quella della tutela territorio e ambiente, una spesa, questa, che è in crescita di tre punti percentuali rispetto al Consuntivo del 2018; per la verità, è una spesa in crescita nel raffronto col 2018, ma è sempre una spesa inferiore a quella sostenuta nel Consuntivo 2015, ultimo anno consuntivato dell’Amministrazione precedente, quindi si cresce, ma si cresce ancora in misura disallineata rispetto a quello che era ritenuto - forse più insufficiente, per le critiche ricevute in quest’Aula e fuori da quest’Aula - l’impegno economico della Giunta precedente. Ciò che rileva, però, è il passaggio al 18% di spesa percentuale nel 2019 delle politiche diritti, politiche sociali e famiglie che ancora nel Consuntivo 2018 occupavano il 20% della spesa; questo va a suffragare le osservazioni che la Collega svolgeva precedentemente. Noi abbiamo una spesa sociale che, contrariamente alle dichiarazioni di principio, anziché crescere per accompagnare le modificate condizioni economiche, sociali e i rischi di dispersione e i rischi di diseguaglianza, in realtà diminuisce e diminuisce facendo conto dell’eccezionalità di quei trasferimenti o di carattere regionale o di carattere nazionale, che vanno sotto il nome, appunto, di “Reddito di Cittadinanza” o di altri trasferimenti finalizzati che da parte regionale o da parte nazionale provengono. Ora, è evidente a tutti che non si può costruire una stabilità delle politiche in ambiti quali quelli delle politiche rivolte alle persone, vale per l’educazione, vale per la cultura, vale per le politiche sociali, senza costruire un tessuto e un terreno solido e permanente continuativo nel tempo, anche perché nella premessa del primo capitolo, illustrando e sottolineando la prima composizione di argomenti, ho fatto notare quanto fluttuanti siano nel tempo i trasferimenti da terzi, ci auguriamo non debbano esserlo quelli della relazione Stato- Autonomie Locali, soprattutto grazie al lavoro che, nella consapevolezza di questi ultimi mesi, l’Associazione Nazionale dei Comuni sta facendo, ma sempre fluttuanti sono stati; e così come spiace rilevare che il Comparto Istruzione occupa solo il 12% della spesa del Comune di Torino ed è anch’esso percentualmente, e in consistenza complessiva, inferiore a quello dell’ultimo Consolidato della Giunta precedente. Quindi, siamo in una situazione in cui sembrerebbe sussistere una dicotomia - volevo usare un altro termine, ma mi limito a questo - tra le dichiarazioni di principio, l’enfasi anche condivisibile degli impianti sulla volontà, delle dichiarazioni di volontà e poi la distribuzione oggettiva, e, dato che sto parlando di distribuzione interna, non vale il ragionamento della colpa che deve essere ricondotta agli anni precedenti, perché sto parlando di una distribuzione interna delle spese, cioè di come si sono orientate le scelte e i sostegni economici alle stesse nel corso dell’ultimo anno, perfino in decrescita rispetto agli anni precedenti della stessa Amministrazione. Quindi, qui non vale il ragionamento, appunto, del trascinamento delle colpe altrui, ma un ragionamento - se lo si vuole fare -, una riflessione rispetto a come io credo debba essere invertita questa fotografia del 2019. L’ultima questione sulla quale mi soffermo, prima di parlare del servizio al debito, è quella relativa alla situazione delle anticipazioni di Tesoreria; tutti abbiamo seguito gli atti deliberativi con i quali è stata avviata la ricerca del soggetto di credito incaricato, relativamente alla questione della cassa, e noi abbiamo nel 2019 l’aumento dell’anticipazione non restituita. L’anno scorso, quando avevamo discusso il Rendiconto, ricordo molto bene che uno dei meriti che erano stati auto-rivendicati da parte della Giunta era stato, appunto, quello di essere riusciti ad introdurre una diminuzione rispetto alle anticipazioni di cassa non restituite, cosa che però, invece, rivediamo salire nel Consuntivo del 2019. L’ultimo atto, che motiva anche una riflessione che avevo svolto precedentemente, riguarda l’andamento delle perdite sui derivati. Ora, è nota la posizione - non di ora, non di questo giudizio su questa delibera, ma praticato attraverso molti atti di indirizzo - su come io ritenga il Comune di Torino sia stato politicamente debole nella questione della vicenda dei derivati, sia per porla come problema politico di tutti gli Enti Locali, sia per individuare, come in alcuni casi - e li ho suggeriti -, altre Amministrazioni Comunali hanno provato a fare anche con ricorsi…, come sia stata debole, dicevo, nel provare a rimettere in discussione questo tipo di situazione che è particolarmente gravosa per il Comune di Torino. Anche il 2019 si è chiuso con una perdita record di 16,1 milioni di euro sui titoli derivati... ARTESIO Eleonora ...ancora in possesso della Città di Torino. Ora, noi siamo in una situazione, quindi, in cui la perdita complessiva sui derivati ha maturato 121,5 milioni di euro, calcolando l’andamento degli anni da cui si è stipulato fino al 2019 e questo, certamente, merita un approfondimento e un’iniziativa di carattere politico. |