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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 27 Luglio 2020 ore 12,00
Paragrafo n. 24
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2020-01227
RENDICONTO DELLA GESTIONE PER L'ESERCIZIO 2019.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Adesso, possiamo proseguire i nostri lavori con il punto n. 12, la deliberazione n. mecc.
202001227/024, presentata dall’Assessore Rolando, che ha come oggetto:

“Rendiconto della Gestione per l’esercizio 2019”

SICARI Francesco (Presidente)
Sono stati presentati cinque emendamenti dalla Giunta, lascio la parola all’Assessore
Rolando per l’illustrazione. Prego, Assessore.

ROLANDO Sergio (Assessore)
Allora, il Rendiconto 2019, di questo stiamo parlando - anche se sembra passato, come
ho già detto anche in Commissione, più che un anno, un lustro, con le vicende che
hanno caratterizzato il 2020 -… ne discutiamo soltanto nel mese di luglio, e ciò è stato
anche consentito dalla Legislazione emergenziale Covid, anche se l’anno 2019
rappresenta, per l’aspetto tecnico-contabile, uno degli ultimi momenti rilevanti della
revisione ex Legge 118 della contabilità finanziaria degli Enti Locali. Il Rendiconto
Finanziario tiene conto, soprattutto di due notevoli novità rispetto agli altri anni: la
prima è la determinazione del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità con il metodo
ordinario, che veniva utilizzato soltanto nella predisposizione del Bilancio d’Esercizio,
non nella predisposizione dei Rendiconti; e la seconda, di una recente sentenza della
Corte Costituzionale, che riguarda, come è noto - e innova completamente nei risultati -
il Fondo anticipazione liquidità, secondo quanto previsto, tutti gli accorgimenti contabili
da effettuare per tutti gli Enti che hanno ricorso all’anticipazione straordinaria di
Tesoreria dovuta al Decreto 35. La scrittura formale e il numero di allegati di questo
Rendiconto, che sono 11 documenti e che spaziano, a parte la delibera, dal quadro del
Rendiconto a una relazione cospicua… che, tra l’altro, dà anche motivo di conoscere
diversi accadimenti, e che, peraltro, ha consentito anche ad altri Assessori di illustrare
nelle apposite Commissioni, non tanto - come si fa per altri momenti del programma -
quello che si farà, ma quello che si è fatto, ne è significativa, dà una significativa
rilevanza. Ci sono altre novità che riguardano i documenti più complessi, soprattutto la
novità, tra l’altro, che fa parte di uno degli emendamenti, che è il Referto del Controllo
di Gestione sullo stesso documento, e poi la relazione del Collegio dei Revisori. C’è da
dire che, durante il Covid, è emersa, anche, da parte della Corte dei Conti, una relazione
in Camera di Consiglio del 21 maggio, che, nell’attesa di avere questo documento,
comunque, ha dato conto di tutte le attività svolte sia sul Piano degli interventi che sui
documenti finanziari prodotti fino a quel momento: mi riferisco al Rendiconto 2018, al
Bilancio 2019 e all’assestamento che era l’ultimo dato del 2019.
Allora, il tema... sì, direi che la relazione e la delibera illustrano pienamente i risultati
dal punto di vista economico-finanziario. Ho detto prima che i due fatti rilevanti sono il
Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, che ha prodotto, comunque, un disavanzo da
ammortizzare in 15 anni, se non ricordo male, di circa 150 milioni, e il Fondo
anticipazione di liquidità che, applicato a quanto utilizzato nell’anticipazione negli anni
2012, ’13 e ’14, ha provocato, anche questo, un disavanzo ammortizzabile, come il
precedente, in 30 anni. Tutti e due non hanno effetti sul Bilancio in corso, perché
l’accantonamento al Fondo valutazione anticipazione liquidità era già una posta inserita
nel Bilancio e quindi non dà adito a queste differenze.
Ringrazio tutto il lavoro fatto in Commissione, ringrazio anche gli Uffici che hanno
fatto un lavoro rilevante, tenuto anche conto delle altre emergenze e, se posso, illustrerei
anche gli emendamenti che sono tutti di natura squisitamente tecnica; non sono
numerati, ma è facile percorrerli. Il primo inizia con una modifica a pagina 14 della
narrativa che corregge…, che prevede l’acquisizione del parere del Collegio dei
Revisori; a pagina 11 della narrativa c’è l’integrazione del Collegio dei Revisori dovuto
ad una correzione di errori materiali commessi nel Parere dei Revisori: delle tabelle, con
il copia e incolla, che non erano quelle giuste; il terzo emendamento che, a pagina 11 dà
conto del parere favorevole del Collegio agli emendamenti depositati in data 13 luglio; a
pagina 16, il nuovo dispositivo dove, all’interno dell’elenco numerato n. 10, viene
inserito un allegato che c’era, ma che non veniva citato, che è il Referto del Controllo di
Gestione; infine, l’ultimo emendamento che correggeva, nel corpo dei vari documenti,
gli errori materiali che immancabilmente, in una documentazione, che mi pare che
superi ampiamente le 3.000 pagine…, poteva incorrere l’attività degli Uffici in qualche
piccolo doppione o dimenticanza che sono messi a posto dai numeri 1, 2, 3 e 4.
Sul Rendiconto, ripeto quello che dice…, attendendo questo esito - che, peraltro, questo
esito è la notifica sul MEF - e più l’invio di questo documento alla Corte dei Conti, ciò
consentirà di riprendere pienamente tutto il programma delle assunzioni, sia quello,
magari, di piccola movimentazione, che ha delle inferenze con diverse aree, sia quelle
importanti dei tre concorsi di cui la prima prova scritta mi pare si manifesterà a giorni,
tra tre o quattro giorni, se non ricordo male... (INTERVENTO FUORI MICROFONO).
…Domani? Perfetto. E quindi l’invio alla Corte dei Conti e al Ministero consentirà
questa ripresa di attività che sono state bloccate non tanto..., avevamo un programma
già iniziato a fine anno, che, però, si è interrotto brutalmente nel mese di marzo; in più,
questo è un tema che sarà importante per il prossimo referto della Corte dei Conti come
ho già detto, perché, se dovesse essere in linea con quelle che sono le cose che abbiamo
detto fino ad oggi, fino al 2019 avremmo rispettato il 70% del Piano di interventi e
quindi, molto probabilmente, recuperato il 75% del disavanzo che la Corte dei Conti
aveva imputato precedentemente.
Io non avrei altro da aggiungere, se ci sono delle cose da chiedere... Ripeto, i documenti
sono abbastanza esplicativi. Ringrazio tutti per il lavoro fatto e soprattutto gli Uffici
che, in questo periodo, hanno avuto tante attività da svolgere e, nonostante il lavoro
agile - che è stato, da una parte, una cosa positiva per certi aspetti e per altri una cosa
che ha creato qualche problema -, ci hanno consentito di arrivare a oggi. Grazie, buona
giornata.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Assessore. Ho iscritta la Consigliera Grippo. Prego, ne ha facoltà.

GRIPPO Maria Grazia
Sì, grazie, Presidente. Ho rinunciato, e male ho fatto, ad intervenire prima e quindi farò
un discorso che tiene conto anche dei ragionamenti che abbiamo sentito, in particolare,
dalla Sindaca sull’assestamento generale. Si è cercato di... come dire, di farci sentire un
po’ in colpa perché non percepivamo quale interesse fosse stato mostrato dalla Giunta
nei confronti di alcuni ambiti, che siano quello legato alle difficoltà del Comparto Casa,
e quindi di tutte le persone che vivono sulla propria pelle l’emergenza casa, piuttosto
che le difficoltà delle famiglie che, in un modo o nell’altro, sono andate a contatto con i
nostri Servizi Sociali piuttosto che quelli Educativi. Faccio presente che ci troviamo di
fronte ad un Rendiconto che vede una riduzione da un anno all’altro, quindi nel ’19
rispetto al ’18, di 2.387.000 euro di risorse, proprio sul capitolo delle politiche sociali.
Riduzioni che sono da imputarsi in parte, ma non la gran parte, per la mancata
attivazione di servizi in compartecipazione con l’Azienda Sanitaria e quindi da
imputarsi al modo estremamente sbagliato con cui certi servizi vengono organizzati in
favore di malati che sono malati cronici che non vengono riconosciuti come detentori di
diritti, ma, in gran parte, questi risparmi sono stati ottenuti con l’avvento del Reddito di
Cittadinanza che, invece di essere stato utilizzato da questa Amministrazione come
un’occasione per allargare la platea dei beneficiari dei servizi alla persona, è stata
esclusivamente un’occasione di risparmio. Ora, quello che pensavo del Reddito di
Cittadinanza l’ho sempre detto dall’inizio della Legislatura e non solo non ho cambiato
idea con l’avvento del Governo giallo-rosso, ma ho rafforzato la mia convinzione: il
Reddito di Cittadinanza è la risposta sbagliata ad una domanda giusta; ma che adesso
qui a Torino lo si utilizzi esclusivamente per continuare a contrarre la spesa storica sulle
politiche sociali, nonostante il Reddito di Cittadinanza sia stato persino l’occasione di
un inedito rimpasto di deleghe all’interno della Giunta e al Reddito di Cittadinanza sia
stata data una centralità straordinaria, senza contare quanto siamo stati intrattenuti da
esponenti della Maggioranza sui benefici che avrebbe portato alla cittadinanza tutta, dal
pagamento degli affitti a quanto altro…, è servito semplicemente ad aiutarci ad
aggiustare un pochino i conti e a mettere nelle condizioni chi verrà, chiunque sia, dalla
prossima volta, di ripartire da una spesa storica fortemente penalizzata e che, qualora
non dovesse più esserci quello strumento per come è stato pensato, ben difficile sarà
andare a recuperare terreno.
Un errore è stato accettare passivamente che ci fosse una riduzione sugli aiuti che
localmente vengono dati - e venivano dati nel passato - alle persone maggiormente in
difficoltà, quindi il Regolamento sull’economico. Sono state fatte soltanto politiche di
togli da una parte per mettere dall’altra e ora se gli altri esponenti della Minoranza, in
particolare il Capogruppo di Forza Italia, si aspetta che prendiamo una posizione netta,
sarà sul Rendiconto che, volentieri, prenderemo una posizione netta, perché la
differenza tra la misura precedente e questa…, mentre sulla misura precedente, pur non
essendo d’accordo sulla modalità con cui alcune poste sono state individuate,
personalmente perlomeno, abbiamo dovuto riconoscere che c’è stato un impegno - ed è
vero quello che diceva il Collega Fornari -, c’è stato un impegno dal Governo che, in
larga parte, è stato esaudito e si è concretizzato nei fatti. Nonostante io debba
riconoscere che, comunque, gli ambiti di intervento individuati nella precedente misura
siano quelli che riflettono l’interesse del dibattito che c’è stato all’interno di quest’Aula,
lo vedremo poi nella declinazione se la risposta sarà all’altezza delle aspettative e dei
bisogni che sono stati espressi, ed è la ragione per cui - e lo spiego a chi ci dice che c’è
un countdown sulla non partecipazione al voto - la non partecipazione al voto
semplicemente, Collega, riguarda il fatto che si tratta di andare a dare un giudizio
laddove il giudizio si può esplicare con chiarezza, e, per le ragioni che spero di averle
illustrato, nel caso precedente ciò non era possibile. Mentre invece, qui è molto chiaro
qual è il giudizio nei confronti del Rendiconto e di come sono state organizzate le
risposte per quelle fasce deboli, che ci tornano utili soltanto in determinati momenti
storici - come quello che abbiamo vissuto prima dalla Sindaca che, purtroppo, lascia
l’Aula mentre sto finendo di parlare -; mentre invece, le fasce deboli diventano,
semplicemente, una voce in più o in meno quando ci troviamo ad affrontare la questione
del Rendiconto.
Per cui, io mi rammarico davvero che, nonostante io tutti gli anni abbia fatto più o meno
un intervento di questo genere, rispetto al discorso delle politiche sociali, perché tutti gli
anni - e questo, per fortuna dei miei detrattori, è l’ultimo anno in cui avrò l’occasione di
dirlo - la spesa storica si è ridotta…, non si è fatto un piacere a nessuno, non si è fatto
un piacere alla cittadinanza in maggiore difficoltà, utilizzando le risorse in questa
maniera, non si è fatto un piacere a chi verrà, che si troverà, comunque, un domani a
dover, in un qualche modo, dipendere da una misura che gli stessi promotori si stanno
rendendo conto aver avuto successo solamente per far atterrare un pezzetto in più di
assistenzialismo che poi dovrà trovare sistematicamente copertura e che, sono certa, non
ritroveremo così nemmeno l’anno prossimo. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Ci sono altri interventi da parte dei Consiglieri? Prego, Capogruppo
Artesio.

ARTESIO Eleonora
Cercherò di distinguere la riflessione in ordine al Consuntivo 2019 suddividendola
nell’ambito di tre capitoli: un capitolo riguarda accertamenti, incassi e radiazioni; un
altro capitolo riguarda l’andamento della spesa corrente e un ultimo capitolo riguarda
l’andamento delle perdite sui derivati. Comincerò dal primo: intanto, ci sono alcune
osservazioni di merito e alcune conseguenze di carattere finanziario, la prima
osservazione di merito riguarda i trasferimenti correnti provenienti da Stato, Regione,
ASL, Unione Europea, Fondazioni bancarie. Quello che mi sembra importante rilevare,
è che noi abbiamo un andamento ovviamente variabile di questi trasferimenti, ma è un
andamento variabile che vede l’anno 2019 meno felice del precedente Consuntivo del
2018, in questo raffronto, infatti, abbiamo una riduzione dei finanziamenti statali, e
immagino che il quadro nel quale siamo immersi - che ci porterà poi a esaminare invece
l’andamento del 2020, anche per le ragioni che abbiamo descritto, parlando
precedentemente dell’assestamento - vedrà una relazione qualitativamente diversa tra
trasferimenti nazionali e capacità locali di spesa e di investimento; tuttavia, il quadro a
cui ci riferiamo, parlando di Rendiconto è un quadro dato da trasferimenti che hanno
anche delle motivazioni di recupero di crediti residui che il Comune di Torino vanta nei
confronti dei rispettivi Ministeri e delle rispettive competenze statali. Cito
potenzialmente due ambiti di facile comprensione: uno riguarda tutti i rapporti con il
Ministero di Giustizia, relativamente alla questione del Palazzo di Giustizia e l’altro
riguarda la questione dei rimborsi che sono dovuti, non soltanto al Comune di Torino
ma a tutti gli Enti Locali, in relazione ai servizi funzionali all’attività professionale del
personale docente statale, come quello della refezione scolastica, e i rimborsi per i pasti
della ristorazione. Quindi, a fronte di una rinegoziazione di questi andamenti, avvenuta
nel 2018, l’anno che si è concluso non vede un’eguale capacità di riscossione da parte
del Comune nei confronti dello Stato e una riduzione di queste quote-parte; io ne ho
citate evidentemente due, non potendo fare un ragionamento complessivo sulle politiche
Stato-Regioni-Comuni e sulle relative compensazioni e relativi trasferimenti.
L’altro elemento, che mi pare interessante sottolineare, è la riduzione del trasferimento
regionale parzialmente compensato - se lo vogliamo assimilare ad un’origine regionale -
da un trasferimento dell’ASL che è salito da 10,5, a Consuntivo dell’anno precedente
2018, a 13,8, del Consuntivo dell’anno 2019, volendo sottolineare, in questa particolare
voce, il fatto che l’incremento recepito dall’ASL riguarda gli interventi assistenziali non
area minori, quindi, presumibilmente, area disabilità e area anziani. L’altro, riferito
invece in termini di aumento, riguarda la Città Metropolitana, in termini di stabilità, le
Fondazioni bancarie e, in termini di finanziamenti della Comunità Europea, una
riduzione da 3,3 a 1,55. Quindi, che cosa stiamo a concludere con una riflessione di
questa natura? Che ci sono dei rapporti istituzionali, quelli con gli Enti da cui derivano
politiche e fondi vincolati, come possono essere quelli regionali, che hanno segnato un
passo nei confronti del Comune di Torino e, da questo punto di vista, evidentemente gli
elementi legati alla riformulazione degli indirizzi legislativi regionali di settore e alla
capacità di negoziazione del Comune in quella direzione, mi paiono rilevanti, così come
anche la questione relativa ai finanziamenti della Comunità Europea, la cui flessibilità,
in ordine alla capacità di collocarsi in graduatoria utile nei vari finanziamenti e nelle
varie progettualità, vede, sull’anno che si è concluso, dal punto di vista finanziario, una
difficoltà e una riduzione del Comune di Torino.
Per quanto riguarda, invece, l’andamento delle entrate tributarie e delle entrate
extratributarie, l’elemento che mi sembra di particolare interesse sottolineare, perché è
un elemento e un tratto comune in tutti questi capitoli, è quello relativo alle radiazioni.
Noi abbiamo rilevato - e comprendo anche che i giudizi sul comportamento possono
essere diversi, a seconda dell’approccio che viene adottato - che, per quello che riguarda
i residui delle entrate tributarie, quindi stiamo parlando di IMU, di addizionale IRPEF,
di imposta di soggiorno, di TARI, di CIMP, di Fondo di Solidarietà Comunale e di
affissioni, abbiamo rilevato quasi raddoppio delle radiazioni nel 2019 rispetto alle
radiazioni nel 2018, che cosa si intende? I Colleghi ovviamente lo sanno, ma lo ricordo
a me stessa per una coerenza e continuità di ragionamento, si intende la cancellazione di
quelle entrate che, pur accertate e quindi ritenute dovute, si immagina di non poter
egualmente incassare, anche in ragione del tempo intercorso tra il momento
dell’accertamento e il momento finanziario in esame. Il tema delle radiazioni ricorre
significativamente, come comportamento costante, da parte dell’Amministrazione
Comunale, su tutti i titoli di entrate, sia le entrate tributarie sia le entrate extratributarie,
quindi, da questo punto di vista, è interessante sottolineare che, da un lato, viene
fotografata una situazione da un punto di vista più puntuale, relativamente alla
credibilità e alla fattibilità dei recuperi che l’Ente Locale può realizzare, dall’altro lato
viene sempre più evidente l’andamento di una situazione per la quale la riduzione dei
residui attivi - che è conseguente all’operazione di riordino dei crediti a questo
momento non più esigibili - ci porta ad individuare un andamento che è da sottolineare
prima che sull’aspetto finanziario, sull’aspetto dell’attendibilità delle politiche
pubbliche, quelle che prevedono elementi di compartecipazione e le relazioni/reazioni
della popolazione verso le quali sono rivolte, cioè noi, ragionevolmente, siamo
consapevoli di procedere con delle politiche di carattere tariffario - o di carattere
sanzionatorio, se parliamo delle multe stradali - che prevedono, evidentemente, un
accertamento, il che comporta un dispiegamento di carattere organizzativo, procedurale,
di verifica e di controllo, quindi un costo a carico dell’Amministrazione, accertamenti
rispetto ai quali la possibilità di incassare il dovuto, produce uno stanziamento nelle
spese relative, quindi si prevede di poter spendere in ragione di entrate credibili, ma,
progressivamente, nell’arco degli anni, si è costretti a radiare i mancati pagamenti.
Questa è una spirale che consente, certamente, la sostenibilità dei bilanci e degli
equilibri di bilancio, ma ci dice anche che quando costruiamo delle politiche tariffarie o
delle politiche sanzionatorie, dobbiamo tener conto del contesto sociale sul quale queste
politiche tariffarie e sanzionatorie precipitano e quindi della possibilità o indisponibilità
delle persone a corrispondere alle richieste che, in modo dovuto, il Comune pratica,
applicando le proprie delibere di politica tariffaria.
Quindi, quando i vari Gruppi Consiliari ragionano in ordine alle articolazioni delle
politiche tariffarie perché credibilmente possano raggiungere la possibilità di
compartecipazione da parte degli utenti, non lo fanno soltanto per praticare condizioni
di maggior favore o di tutela nei confronti di questa o di quella categoria, ma lo fanno
anche in ragione della stessa credibilità dell’assetto finanziario, perché un assetto
finanziario che introduca aspettative di entrate impraticabili rispetto alla possibilità di
compartecipazione di alcune fasce sociali, evidentemente produce il gap che negli anni
successivi porta alle radiazioni. Ora, da questo punto di vista, è anche dal mio modo di
vedere un elemento di un certo interesse valutare che non si può pensare di risolvere
questo problema soltanto con la recrudescenza delle verifiche e dei controlli, o con
l’aumento della capacità di costruzione delle entrate, inventando, di volta in volta,
strumenti sempre più raffinati per riuscire a raggiungere l’interlocutore contribuente;
quindi non sto facendo una critica agli Uffici dedicati, alla task force che è stata
individuata, alle agenzie di riscossione come SORIS che sono state incaricate, sto
dicendo che l’elemento della tecnicalità non è di sé sufficiente per affrontare una
situazione che vede alcuni livelli di compartecipazione particolarmente rispettati e
frequentati, penso a tutto il tema, ad esempio, della ristorazione scolastica in cui
abbiamo un’alta adesione della popolazione pagante, rispetto ad altre situazioni nelle
quali, evidentemente, la non partecipazione e non corrispondenza del costo significa che
esiste un problema reale, a prescindere dalla capacità di accertamento o di recupero del
credito.
Questo per quello che riguarda l’elemento più generale sulla questione degli
accertamenti, gli incassi e le radiazioni.
Vengo invece all’elemento della spesa corrente, che è già stato affrontato nel precedente
intervento della Collega Grippo. Noi vediamo che la spesa corrente impegnata è passata
da 1.032.000.000 nel 2017 a 1.136.000.000 nel 2018, per tornare nel 2019 a
1.055.000.000. Quindi, siamo in un andamento decrescente della spesa corrente, un
andamento decrescente della spesa corrente che tutti noi, anche soltanto nella
discussione di 15 minuti fa, abbiamo ritenuto essere invece una condizione essenziale
per mantenere una tenuta sociale ed economica di un territorio quando non per
immaginarne un rilancio come tutti quanti auspichiamo. Se andiamo alla lettura della
composizione interna della spesa corrente impegnata, anche qui torna un argomento già
affrontato precedentemente: quali sono i riparti nel 2019 delle principali voci di spesa
che compongono la spesa corrente del Comune di Torino? La prima, che occupa il 21%
nel 2019, è quella della tutela territorio e ambiente, una spesa, questa, che è in crescita
di tre punti percentuali rispetto al Consuntivo del 2018; per la verità, è una spesa in
crescita nel raffronto col 2018, ma è sempre una spesa inferiore a quella sostenuta nel
Consuntivo 2015, ultimo anno consuntivato dell’Amministrazione precedente, quindi si
cresce, ma si cresce ancora in misura disallineata rispetto a quello che era ritenuto -
forse più insufficiente, per le critiche ricevute in quest’Aula e fuori da quest’Aula -
l’impegno economico della Giunta precedente. Ciò che rileva, però, è il passaggio al
18% di spesa percentuale nel 2019 delle politiche diritti, politiche sociali e famiglie che
ancora nel Consuntivo 2018 occupavano il 20% della spesa; questo va a suffragare le
osservazioni che la Collega svolgeva precedentemente. Noi abbiamo una spesa sociale
che, contrariamente alle dichiarazioni di principio, anziché crescere per accompagnare
le modificate condizioni economiche, sociali e i rischi di dispersione e i rischi di
diseguaglianza, in realtà diminuisce e diminuisce facendo conto dell’eccezionalità di
quei trasferimenti o di carattere regionale o di carattere nazionale, che vanno sotto il
nome, appunto, di “Reddito di Cittadinanza” o di altri trasferimenti finalizzati che da
parte regionale o da parte nazionale provengono. Ora, è evidente a tutti che non si può
costruire una stabilità delle politiche in ambiti quali quelli delle politiche rivolte alle
persone, vale per l’educazione, vale per la cultura, vale per le politiche sociali, senza
costruire un tessuto e un terreno solido e permanente continuativo nel tempo, anche
perché nella premessa del primo capitolo, illustrando e sottolineando la prima
composizione di argomenti, ho fatto notare quanto fluttuanti siano nel tempo i
trasferimenti da terzi, ci auguriamo non debbano esserlo quelli della relazione Stato-
Autonomie Locali, soprattutto grazie al lavoro che, nella consapevolezza di questi
ultimi mesi, l’Associazione Nazionale dei Comuni sta facendo, ma sempre fluttuanti
sono stati; e così come spiace rilevare che il Comparto Istruzione occupa solo il 12%
della spesa del Comune di Torino ed è anch’esso percentualmente, e in consistenza
complessiva, inferiore a quello dell’ultimo Consolidato della Giunta precedente.
Quindi, siamo in una situazione in cui sembrerebbe sussistere una dicotomia - volevo
usare un altro termine, ma mi limito a questo - tra le dichiarazioni di principio, l’enfasi
anche condivisibile degli impianti sulla volontà, delle dichiarazioni di volontà e poi la
distribuzione oggettiva, e, dato che sto parlando di distribuzione interna, non vale il
ragionamento della colpa che deve essere ricondotta agli anni precedenti, perché sto
parlando di una distribuzione interna delle spese, cioè di come si sono orientate le scelte
e i sostegni economici alle stesse nel corso dell’ultimo anno, perfino in decrescita
rispetto agli anni precedenti della stessa Amministrazione. Quindi, qui non vale il
ragionamento, appunto, del trascinamento delle colpe altrui, ma un ragionamento - se lo
si vuole fare -, una riflessione rispetto a come io credo debba essere invertita questa
fotografia del 2019.
L’ultima questione sulla quale mi soffermo, prima di parlare del servizio al debito, è
quella relativa alla situazione delle anticipazioni di Tesoreria; tutti abbiamo seguito gli
atti deliberativi con i quali è stata avviata la ricerca del soggetto di credito incaricato,
relativamente alla questione della cassa, e noi abbiamo nel 2019 l’aumento
dell’anticipazione non restituita. L’anno scorso, quando avevamo discusso il
Rendiconto, ricordo molto bene che uno dei meriti che erano stati auto-rivendicati da
parte della Giunta era stato, appunto, quello di essere riusciti ad introdurre una
diminuzione rispetto alle anticipazioni di cassa non restituite, cosa che però, invece,
rivediamo salire nel Consuntivo del 2019. L’ultimo atto, che motiva anche una
riflessione che avevo svolto precedentemente, riguarda l’andamento delle perdite sui
derivati. Ora, è nota la posizione - non di ora, non di questo giudizio su questa delibera,
ma praticato attraverso molti atti di indirizzo - su come io ritenga il Comune di Torino
sia stato politicamente debole nella questione della vicenda dei derivati, sia per porla
come problema politico di tutti gli Enti Locali, sia per individuare, come in alcuni casi -
e li ho suggeriti -, altre Amministrazioni Comunali hanno provato a fare anche con
ricorsi…, come sia stata debole, dicevo, nel provare a rimettere in discussione questo
tipo di situazione che è particolarmente gravosa per il Comune di Torino. Anche il 2019
si è chiuso con una perdita record di 16,1 milioni di euro sui titoli derivati...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

ARTESIO Eleonora
...ancora in possesso della Città di Torino. Ora, noi siamo in una situazione, quindi, in
cui la perdita complessiva sui derivati ha maturato 121,5 milioni di euro, calcolando
l’andamento degli anni da cui si è stipulato fino al 2019 e questo, certamente, merita un
approfondimento e un’iniziativa di carattere politico.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio, Capogruppo Artesio. Ci sono altri interventi da parte dei Consiglieri sulla
discussione? Allora, possiamo passare quindi adesso agli emendamenti. Ci sono
interventi sugli emendamenti?

SICARI Francesco (Presidente)
Se non ci sono interventi, procediamo con la votazione del primo emendamento
presentato dalla Giunta. Prego.
Tutti i Consiglieri hanno votato? Chiudo la votazione.
Favorevoli 21, contrari 0, astenuti 1.

SICARI Francesco (Presidente)
Darei adesso lo stesso esito per l’emendamento n. 2.

SICARI Francesco (Presidente)
Stesso esito all’emendamento n. 3

SICARI Francesco (Presidente)
Stesso esito all’emendamento n. 4.

SICARI Francesco (Presidente)
Stesso esito all’emendamento n. 5.

SICARI Francesco (Presidente)
Siamo, adesso, eventualmente alla replica da parte della Giunta, qualora... Non replica?
Allora, passiamo alle dichiarazioni di voto da parte dei Gruppi Consiliari.
Prego, Capogruppo Lo Russo, ne ha facoltà per dieci minuti.

LO RUSSO Stefano
Grazie, Presidente. Per le ragioni esposte in sede di discussione dalla Collega Grippo, il
Gruppo del Partito Democratico voterà contro la deliberazione, così tranquillizziamo
anche il buon Collega Napoli che si interroga sul capire qual è il comportamento del
PD: il Gruppo del PD quando condivide le delibere vota a favore, e oggi la stupiremo
anche in questo senso, quando non le condivide vota contro e quando ritiene che ci
siano elementi in un senso o nell’altro, come abbiamo fatto prima, talvolta non partecipa
al voto, talaltra si astiene; si chiama “democrazia rappresentativa”, so che... come dire,
talvolta è complesso da intuire e capire ma, sotto questo profilo, ci sembra piuttosto
coerente.
Le ragioni per cui votiamo contro questo provvedimento sono da ascrivere alla non
condivisione generale dell’impostazione di politiche di bilancio portate avanti da questa
Amministrazione. Sarebbero moltissime le cose da dire, molte sono anche citate nella
relazione dei Revisori dei Conti, che ringrazio per la precisione con cui evidenziano
quali sono i disequilibri complessivi di questa partita contabile; ricordiamo che qui
stiamo discutendo di bilanci che non hanno nulla a che vedere con l’attuale situazione
Covid, ma si riferiscono più generalmente, appunto, al 2019, anno in cui il pieno delle
politiche e delle strategie di bilancio dell’Amministrazione Appendino e dell’Assessore
Rolando potevano trovare lo slancio vitale verso cui proiettare le sorti progressive di
questa Città.
Io completo il ragionamento fatto dalla Collega Grippo, introducendo alcuni altri
elementi di riflessione, che riguardano, sostanzialmente, una certa difficoltà
nell’individuare, oltre alle cose relative al welfare - in cui c’è stato questo principio di
sostituzione, di fatto, dei fondi del Reddito di Cittadinanza, cioè dei fondi stanziati
ordinariamente dalla Città con il Reddito di Cittadinanza, che, in questo senso, ha fatto
comodo -… su un ulteriore elemento che è il tema delle politiche attive, relativamente
alle politiche di sviluppo. Ci sembra che, nel suo complesso, il Bilancio 2019,
esattamente come quelli precedenti, abbia, sostanzialmente, abdicato a un ruolo, per
quanto possibile, di costruzione di politiche di sviluppo, penso, ad esempio, al tema
infrastrutturale, facendo anche delle scelte politiche nette e chiare, basta consultare la
pagina Facebook della nostra Sindaca, che non perde una riasfaltatura di una strada
manco a pagarla e, come dire, ci sembra davvero avere un sacco di tempo per potersi
girare tutti i cantieri dove riasfaltano le strade: il “Torino Riparte” consiste nel sistemare
i tombini. Questo, in realtà, è un paradigma di un’impostazione che, per certi versi, è
anche rivendicata, eh - io non voglio, assolutamente, togliere a Cesare quel che è di
Cesare -, che era quella della cosiddetta “agopuntura urbana” di Montanari, piuttosto
che di tutti quelli che erano gli interventi di carattere, se vogliamo, manutentivo che, in
qualche modo, venivano ad essere indicati come, se vogliamo, la vera grande mancanza
di questa Città. Certamente, il tema delle manutenzioni è un tema importante, però una
Città che si riduce a fare le manutenzioni e che è completamente sprovvista di una
dimensione strategica, anche infrastrutturale, è una Città che, progressivamente, regge
finché le condizioni di contorno lo consentono e poi collassa su se stessa, dal punto di
vista economico e prospettico, nel momento in cui le condizioni di contorno vengono a
cambiare. Purtroppo, queste condizioni di contorno sono venute a cambiare per ragioni
assolutamente indipendenti dalla volontà di questa Amministrazione che, di fatto, ha, in
qualche modo, subito, esattamente come tutta la città, la questione della pandemia del
Covid. È chiaro che, però, diventa difficile individuare qual è stata e qual è la traiettoria
strategica di sviluppo della Città; ci sembra che molti degli interventi che sono stati
portati avanti rispondono più a logiche di rappresentanza di gruppi e gruppetti, piuttosto
che a una logica unitaria della Città, e, sotto questo profilo, noi crediamo, invece, che
sia, in qualche modo, un errore. Si è voluto abdicare a qualunque dimensione strategica
di potenziamento, diciamo così, di operazioni significative, pensiamo ad esempio alla
scelta, da noi mai condivisa, relativamente a quella che è stata la Revisione del Piano
Regolatore, cioè quella di limitare l’orizzonte di riferimento ad una modifica delle
norme di attuazione, quando invece c’erano tutte le condizioni, sia politiche che anche
numeriche, per fare un’operazione più coraggiosa. Quindi, di fatto, anche i bilanci che,
in qualche modo, sono stati votati, hanno questa caratteristica: piccolo cabotaggio,
assenza di prospettiva, assenza di visione o, meglio, presenza di una visione minimale
che è quella che, in termini generali e astratti, funziona quando una Città ha nelle sue
corde fattori di sviluppo importanti e potenti, ma che, evidentemente, evidenziano, non
appena questi fattori di sviluppo tendono ad andare in crisi, la criticità strutturale che
porta Torino ad essere la capitale della povertà nel Nord Italia - e non capiamo se questa
cosa viene rivendicata con orgoglio o con una sorta di vergogna -, che porta questa città
ad essere, in qualche modo, il fanalino di coda, relativamente ai temi dell’innovazione,
dello sviluppo, del lavoro, che porta questa città ad avere il record assoluto di
disoccupazione giovanile nelle città del Nord e nelle Città Metropolitane; tutti dati che
sono - purtroppo per noi, lo diciamo con franchezza -, sotto il mandato Appendino,
incrementati e non ridotti. Se a questo tipo di riflessione aggiungiamo il sostanziale
smantellamento che c’è stato in questi anni di tutta una serie di iniziative, che, pur con
tutti i loro limiti, attenzione bene… - anche perché se fosse stato tutto bello, le
condizioni politiche nel 2016 avrebbero detto altro -, quindi, sicuramente, ci sono state,
ci sono e ci sono state criticità anche piuttosto rilevanti; ecco, diciamo così: che
l’alternativa che si immaginava di..., probabilmente, molti torinesi immaginavano di
poter percorrere è stata peggio di cosa c’era prima e che, sostanzialmente, non è un caso
che anche il calo di fiducia, rispetto all’ansia e alla giusta tensione al cambiamento - che
aveva premiato il programma politico del Movimento 5 Stelle e che aveva fatto del
programma politico del Movimento 5 Stelle una corretta impostazione di critica al
sistema -, di fatto, si è risolto nel distruggere moltissime cose, nel non costruirne
nessuna e, in qualche modo, di, progressivamente, continuare ad impoverire questa città.
Se a questo sommiamo, come dire, l’assenza completa di dialogo politico e istituzionale
che è avvenuta in questi anni… quando abbiamo posto delle questioni di merito siamo
stati tacciati di strumentalità, non ultimo la Collega Sganga, nell’ultima Conferenza dei
Capigruppo, quando io ho posto la questione della svista del povero Consigliere
Malanca, relativamente alla deliberazione sulla Linea 2 della Metropolitana, invece che
fare ammenda, ha continuato in una legittimissima, Collega Sganga, azione di
attribuzione di responsabilità e di strumentalità al Gruppo del PD - a me, nella
fattispecie perché ero lì, ma in generale a noi -; e questo è stato tutto un leitmotiv che ha
condotto ogni tipo di discussione di merito in quest’Aula. Prima citavamo - cito questo
come esempio, ma per tradurlo - il tema, ad esempio, dell’esenzione IMU dei canoni…
l’esenzione IMU degli alloggi dati in comodato ai parenti in linea diretta di 1° grado,
oggetto di una discussione di bilancio, di una delibera tariffaria che facemmo qui, che è
stata ripristinata dal Governo e che, di fatto, è stata uno dei tanti oggetti in cui ci siamo
permessi di formulare alcune considerazioni, ribadisco, anche lì, sbeffeggiati e accusati
di strumentalità della nostra azione di suggerimento, puntualizzazione che è quello che,
in una dialettica democratica - mi rendo conto, a cui voi siete molto poco abituati -,
compete alle Forze di Minoranza. Menomale che c’è Bono, il leader regionale dei 5
Stelle che, almeno, ha riconosciuto all’azione di Opposizione un’aggettivazione,
giustamente, nella sua intervista; l’ho apprezzato perché insomma... evidentemente, non
tutto il Movimento 5 Stelle si relaziona, rispetto alla Minoranza, come fa il Movimento
5 Stelle della Sala Rossa. Quindi, menomale che qualcuno che vede, forse, da fuori,
almeno attribuisce, in qualche modo, alla nostra azione questo tipo di considerazione.
Per queste ragioni - siccome sul Rendiconto e sulle politiche di bilancio si misura, nel
suo complesso, l’azione amministrativa della Giunta e della Maggioranza del
Movimento 5 Stelle -, per queste corpose ragioni, che per ragioni di sintesi, ho dovuto,
in qualche modo, qui riassumere in estrema, appunto, sintesi, il Gruppo del Partito
Democratico - per la gioia, credo, del Consigliere Napoli che, finalmente, vedrà un
pallino rosso su quel video - voterà contrariamente alla deliberazione.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Adesso ho il Consigliere Versaci, ne ha facoltà per 10 minuti. Prego.

VERSACI Fabio
Grazie, Presidente. Ammetto che sono molto contento che il Partito Democratico, visti i
grandi discorsi fatti oggi in quest’Aula, soprattutto negli ultimi interventi…, sono molto
felice che votino contrariamente a questo atto, anche perché ho fatto veramente fatica a
capire i collegamenti che sono... si è citato di tutto: Bono, addirittura... dopo, lo chiamo
il mio caro amico Bono e gli dico che il Consigliere Lo Russo gli ha fatto un
complimento, sarà estasiato da questa cosa. Si è citato Bono, le elezioni amministrative,
le aspettative della città, si è parlato di tutto e di più, oltre l’intemerata contro il Reddito
di Cittadinanza, che, per me, è un capolavoro politico. Io, infatti, sono assolutamente
felice che il Partito Democratico che è in Parlamento, che governa questo Paese insieme
al Movimento 5 Stelle, non ha le stesse idee del Partito Democratico torinese, che, per
fortuna, non amministra questa città, e ne sono molto contento, Presidente, perché, dopo
i discorsi che ho sentito fare oggi, sono preoccupato che alcuni partiti politici potessero
governare, però, per fortuna, sono cose diverse. Quindi, sono molto felice e rilassato
soprattutto che votino contrariamente, soprattutto, Presidente, perché sono entrato in
quest’Aula, oggi, dopo tanti mesi, e ho sentito gli interventi fatti sul Rendiconto 2019
del Bilancio, mi è sembrato quasi che non stessimo parlando della Città di Torino; no.
Stavamo parlando di un’altra Città, no? Ma è il Bilancio della Città... no, perché sembra
che siano arrivati gli Unni qui a distruggere tutto, perché prima c’era questa grande
visione, però peccato che si dimenticano sempre di citare il fatto che noi siamo arrivati
qui, ci siamo trovati in una situazione assurda, abbiamo dovuto fare un Piano degli
interventi per risanare i conti e poi veniamo qui sentendo i Colleghi, perché
obiettivamente... poi anche con la serietà con cui lo dicono, tu ascolti e dici:
“Effettivamente, hanno ragione loro”, il Capogruppo del Partito Democratico ci ha
appena detto che, per colpa nostra, abbiamo distrutto tutto, cioè io (incomprensibile),
tutto, abbiamo rovinato tutto; c’erano grandi progetti, la visione… ho sentito dire delle
cose allucinanti, però, non si dice che abbiamo ridotto il debito - questo
dimentichiamocelo -, che i fornitori vengono pagati per tempo, eh; ci dimentichiamo
delle piccole cose. Quindi, siamo qui a fare questo gioco di dialettica politica, senza mai
entrare veramente nel merito delle cose obiettivamente, no? Poi, cosa si fa? Cosa si fa?
Si cerca in tutti i modi… e, anzi, cosa succede? Quando un Collega dell’Opposizione fa
un intervento dove dice: “Ma io, su questa cosa qui, metto da parte le questioni politiche
e voto così”, lo si attacca, gli si dice: “Ah, state salvando Appendino”, lo si prende in
giro, no? Prima, la Capogruppo Artesio ha votato e Napoli pure, sono stati... “Ah, voi li
avete salvati…”, sempre questi giochini, perché la grande battaglia politica, Presidente,
in questo Consiglio Comunale è far cadere il numero legale, cioè questa è la battaglia
politica. Io sono... ormai, da lunedì a lunedì, soprattutto quando eravamo in conferenza,
l’obiettivo era far cadere il numero legale, che poi, anche lì - no, io dico -: ma il numero
legale è giusto farlo cadere, ma almeno ci fossero delle motivazioni politiche, ma qual è
la motivazione politica? Che, oggi, Versaci sbaglia a votare, cade il numero legale e si
va a raccontare: “Abbiamo fatto cadere il numero legale”, “Ammàzzate, oh! Su cosa?”,
“Ma no, ma niente, sull’assestamento di bilancio”, “Ah sì, e quindi?”, “No, niente di
che, sono solamente milioni che...”, poi, milioni che non servono a niente in questa
città, servono a nulla.
Quindi, veramente..., io sono contento, soddisfatto di questo... - soprattutto del
Rendiconto e ringrazio l’Assessore Rolando - soddisfatto perché, viste le intemerate che
sono state fatte oggi, sono soddisfatto ancora doppiamente. L’intemerata contro il
Reddito di Cittadinanza, per me, è stato un capolavoro assoluto, un capolavoro
assoluto... assoluto. Quindi, me lo risentirò prima di andare a dormire questa sera.
Sono veramente felice e ringrazio l’Assessore Rolando per il lavoro che fa - che
nessuno tanto le riconosce -, ma tanto in quest’Aula il lavoro non verrà mai riconosciuto
a nessuno, quindi aspettiamoci questo; però, oggi, è stato veramente entusiasmante,
oggi, veramente è stato entusiasmante ritornare in Sala Rossa - perché c’era questa
fregola di tornare in Sala Rossa - per sentirsi dire queste cose, no? E, quindi, ringrazio
veramente, per lo spessore, soprattutto, e per le grandi proposte politiche che sono state
fatte, eh, proposte politiche..., si accusa sempre la Maggioranza… che è la Maggioranza
che non ha il rispetto delle Opposizioni, invece le Opposizioni che hanno il rispetto
della Maggioranza ce lo si dimentica sempre, no? Cioè è sempre questo giochino
fantastico, fantastico. Ci vuole il rispetto e tutti i lunedì veniamo qui con la speranza che
uno si dimentichi di votare per far cadere il numero legale e dire: “Avete visto?
Appendino non ha più la Maggioranza”, sono quattro anni che sperano di fare questa
cosa, però, purtroppo, la Maggioranza c’è ancora, fino a quando ci saremo, resteremo
qui, Presidente; mi dispiace comunicarlo a lei che lo dovrà comunicare ai Colleghi
dell’Opposizione che sono quattro anni che ripetono… questo continuo ripetere
all’infinito, convincendosi che la Maggioranza non c’è più perché questo è fanta... la
Maggioranza non c’è più, quindi bisogna rivolgersi ai Colleghi del... non a tutti i
Colleghi dell’Opposizione, perché poi quando qualche Collega vota... eh, quello è
brutto e cattivo, però, per altre cose, bisogna coinvolgere i Colleghi del Partito
Democratico, che non hanno ancora accettato questa cosa che le elezioni le hanno perse,
ma io ripeto, siccome sono già convinti di aver vinto nel 2021, aspettino ancora qualche
mese e poi si ritornerà.
Noi voteremo, ovviamente, a favore, Presidente, per le motivazioni che abbiamo detto
in questi anni sul Bilancio, ché qualcuno cerca sempre di dimenticare il passato, ma noi
il passato non lo dimentichiamo. Voteremo a favore e quindi, Presidente, per fortuna
siamo tornati in Sala Rossa, almeno ci possiamo vedere tutti in faccia e almeno quando
uno vede e sente dire queste cose dal vivo, effettivamente, sono meglio. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Capogruppo Napoli, ne ha facoltà per dieci minuti.

NAPOLI Osvaldo
Grazie, Presidente. Io devo dire al Consigliere Collega ed amico Lo Russo che si è
ravveduto sulla strada di Damasco. Io condivido pienamente. Lei ha detto: noi votiamo
in base alla condivisione, oppure se siamo contrari. È esattamente quello che faccio io,
c’è forse qualcosa di diverso? Oppure, quando lo fate voi è bello e quando lo faccio io è
cattivo? C’è qualcosa che non quadra. Io sono di quelli che parla estremamente chiaro.
Quindi, e ripeto, credetemi, lo dico di cuore, ho estrema stima del Consigliere Lo Russo,
perché ha una preparazione sopra la media, sotto l’aspetto amministrativo, ma credo
anche nella sua professione. Quindi, voglio dire, avete seguito esattamente quello che
ho sempre fatto io, ma che faccio da quattro anni, non faccio soltanto in fase finale.
Quindi, la sua posizione…, tenendo altresì presente che la democrazia rappresentativa è
reciproca, non può essere soltanto da una parte, anche da parte mia o da parte di altri è
la democrazia rappresentativa. Quindi, credo che il suo intervento sia da me
completamente approvato, ma ci mancherebbe; anzi, adesso, mi aspetto presto che voi
voterete a favore, su qualcosa voterete a favore, sarebbe strabiliante, ne sarei
estremamente felice, perché, adesso, stravolgo io, guardate, in maniera tale che se
qualcuno di voi sbaglia, state tranquilli, io questo non lo voto, non partecipo al voto.
Bravi, avete visto? L’ho fatto in maniera scientifica. Vede, Consigliere Lo Russo, l’ho
fatto - lo dico ai suoi Colleghi -, l’ho fatto in maniera scientifica, perché adesso do a
voi, siete voi che adesso votate. Allora, cosa dovranno dire, domani, i giornali che non
votate questo tipo…, dando l’opportunità, se per caso qualcuno di loro si sbaglia, com’è
avvenuto prima? Perché i 21 c’erano... Perché, se per caso qualcuno di voi si sbaglia,
voi mantenete in piedi l’Amministrazione. Ma, guarda caso, sempre due pesi, due
misure. E, vedete, perché poi, alla fine, attenzione, dico anche questo, nell’occasione del
voto, finiva poi che questa seduta veniva rinviata a domani, non è che c’era chissà che
cosa di diverso, di fenomenale, di tanto importante: seduta rinviata a domani. Ho detto
prima che - e su questo do ragione a Versaci - una volta, due volte, tre volte, quattro
volte va bene, ma, alla fine, quello di mancare il numero legale, senza una discussione,
invece, vera e propria, convinti di votare contro o a favore…, io credo che ci debba
essere. Ebbene, io ho detto prima, io non voterò; però, io sono orgoglioso di avere
votato, ripeto, su una parte di quello che hanno presentato, è inutile che mi ripeta:
l’ANCI, la scuola, le fasce deboli, tutto quello che volete. Aggiungo e finisco - e lo dico
sempre al Collega Lo Russo, che ha fatto l’intervento di prima -. Beh, conoscendo però
le dichiarazioni e la vita politica - per quello che leggo, non lo conosco personalmente -
del Consigliere Bono, anche lui si è ravveduto sulla via di Damasco perché per quattro
anni, cinque anni ne ha dette di tutti i colori, quindi sentire oggi l’elogio da parte sua,
Consigliere Lo Russo, nei confronti di Bono, è una trasformazione, quindi mi dovrei
mettere a dire: “Ah, qui c’è una prospettiva politica nuova, perché il fatto che il
Consigliere Lo Russo abbia parlato bene di Bono… cosa c’è dietro? Il perché?
Politicamente... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ascolti, la cosa mi piace
perché parlo con il senso politico, ma liberamente; quindi, io non vedo niente di niente
dietro e, ripeto, vedo soltanto il buon senso: il condividere e l’essere contrario. Finisco.
Consigliere Versaci, io credo, e lo dico qui, profondamente, molto serio, la
Maggioranza fa la sua parte, l’Opposizione fa il controllo, lo stimolo, tutto quello che
deve fare, il lavoro fatto da voi, anche di Maggioranza, anche se diversamente da me
che sono in Minoranza, è da parte mia - ma io credo da molti di loro, in tutti i casi,
dentro di sé, non possono esprimerlo - estremamente riconosciuto perché chi fa il
Consigliere Comunale, chi fa l’Assessore, chi fa il Sindaco, si prende a carico una
responsabilità che, al di là dei colori politici è da elogiare, perché è un sacrificio
continuo nel ricevere, quasi sempre, delle critiche e poco, invece, dei ringraziamenti.
Allora, io... da parte mia, ma io credo da parte di tutti, siete da elogiare. La mia storia mi
dice che chi fa il Consigliere Comunale - il Consigliere, qualsiasi tipo di carica pubblica
- che lo fa in maniera corretta, anche se di diversità di idee, è da elogiare. Quindi, chi
non lo fa sbaglia e lo dico per quella poca esperienza che posso avere io negli anni.
Quindi, da parte mia, l’apprezzamento non sui provvedimenti, al limite, che voi avete
fatto, ma sulla vita che tutti giorni trovate: il cittadino vi ferma per strada e che vi critica
e che vi chiede questo e quest’altro. La gente non capisce il sacrificio che il Consigliere
Comunale, specialmente dei centri piccoli, fa, e il rapporto umano con la gente deve
essere continuo per capire le esigenze della gente stessa. Quindi, io credo che sia da
apprezzare, chi non lo fa, Consigliere Versaci, sbaglia, da parte mia, anche nella
diversità di idee fra me voi, è apprezzato e continuate ad apprezzarlo e ho sempre detto
che è un onore poter dire di essere stati in questa Sala, nel bene o nel male, nella
sconfitta o nella vittoria. Quindi, io mi auguro che voi facciate la vostra parte e
continuiate a farla, secondo le vostre idee e per gli interessi della Città; se poi gli
interessi della Città saranno diversi e il voto che dirà lei, fra un anno non vi premierà,
vuol dire che, come è avvenuto cinque anni fa, sarà la stessa cosa per voi, però, in tutti i
casi, io apprezzo, al di là del colore, l’attività di un Consigliere Comunale. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Consigliera Montalbano.

MONTALBANO Deborah
Grazie, Presidente. Io ritornerei sulla questione che stiamo discutendo e quindi sul
Rendiconto, così rientriamo un po’ sul merito di ciò che stavamo affrontando in
Consiglio Comunale. Siamo all’ultimo Rendiconto, quindi credo che occorra anche un
po’ tirare le somme e io lo faccio partendo proprio da ciò che fu questa esperienza in
Consiglio Comunale. Io ricordo molto bene, io ero la referente del GdL-sociale per il
Movimento 5 Stelle sulla Città di Torino, ho partecipato alla scrittura del programma,
direi anche in maniera molto importante e, anche sulla scrittura della prima versione del
Reddito di Cittadinanza in Parlamento, avevo dato il mio contributo e quindi chi, più di
me, forse, in questo momento, può tirare un po’ le somme. Io ricordo molto bene
quando eravamo ancora al di fuori delle Istituzioni; allora, l’Assessora preposta alle
politiche sociali era quella che, oggi, attualmente, è la Consigliera Tisi e io mi ricordo le
guerre che facevamo insieme ai Comitati, le realtà sociali e tutto il territorio, comprese
anche le periferie, alla, all’epoca, Vicesindaca e Assessora Tisi. Ecco, allora, in quegli
anni, il Comparto del sociale, e quindi politiche sociali a bilancio, complessivamente era
intorno ai 40.000.000 di euro e noi facevamo - io qui dico noi, anche se, fortunatamente,
una delle grandi decisioni prese nella mia vita, non è più un noi, ma è un voi e io di qua
-, ma, detto questo…, allora, erano 40.000.000 complessivi e noi facevamo una guerra
immensa, denunciando i mancati strumenti di contrasto alla povertà, denunciando il
fatto che la povertà aumentasse giorno dopo giorno, denunciando la divisione di due
città: se la ricorda la campagna elettorale, cara Sindaca Appendino, di quanto c’erano
due città che non si parlavano e una di queste due città era completamente abbandonata
a se stessa? Bene, arriviamo ad oggi, siamo nel 2020, e quando qualcuno della
Minoranza vi dice che c’è stata un’operazione di sostituzione, ha perfettamente ragione,
ma non è che è avvenuta su questo Rendiconto e quest’anno, perché se, ad oggi,
complessivamente, il Comparto sociale del Comune di Torino si muove,
complessivamente, intorno ai 32.600.000, vuol dire che dal 2016, quindi, da quando
coloro che avrebbero dovuto rappresentare quella parte di città sono entrati nelle
Istituzioni, utilizzando i trasferimenti nazionali e non investendo sul Comparto
sociale…, ha, sostanzialmente, effettuato una riduzione strutturale delle risorse di quel
Comparto stesso e lo ha fatto, venendo, ogni anno, ad ogni Bilancio…, dicendo che non
aveva tagliato sul Comparto sociale e che aveva mantenuto la spesa in essere. Non era
vero, non era vero. Dal 2017 e dal 2018 io denunciai questa situazione e lo feci in tutte
le maniere e tutte le volte venivo beffeggiata di raccontare, diciamo così, e dare una
testimonianza non veritiera. Però, poi, arriva la matematica e, fortunatamente, la
matematica non è contestabile e da 40 è scesa a 32 e 6, signori miei, questa volta come
facciamo a dire che non era come diceva la Consigliera Montalbano e anche altre
Colleghe di Minoranza? La risposta la lascio a voi. Ora, i trasferimenti nazionali, per
quanto possono avere anche dato una mano a questo Comparto, partiamo dal Reddito di
Cittadinanza - e io ero favorevole al Reddito di Cittadinanza, pensavo che lo strumento
dovesse essere migliorativo rispetto a quelli che c’erano già in essere: parliamo del REI,
parliamo della social card e quindi quelli che avevano sostituito, in teoria, la nostra
proposta, mentre eravamo all’Opposizione, di questo strumento di supporto alle
famiglie -… e diciamocelo, avere una posizione politica, dire: “Dobbiamo migliorare
questi tipi di strumenti”, ma da questo a dire che avremmo risolto la povertà con il
Reddito di Cittadinanza, signori miei, attenzione. Ora, dai PON di inclusione sociale,
che sono stati rinnovati per il Comune di Torino il 20 giugno - quindi l’ultimo
trasferimento e l’ultima approvazione del progetto risale a un mese fa -…, quegli
strumenti nazionali, rispetto poi alla concretezza di utilizzo, si muovono già su una serie
di bisogni strutturali, perché voi, con quei finanziamenti, andate ad assumere, a tempo
determinato, gli assistenti sociali e gli educatori, andate a lavorare sui progetti di
formazione, quindi è una piccola parte anche di quegli stessi finanziamenti che va poi a
incidere direttamente sul bisogno dei cittadini ed è per questo che, a maggior ragione,
avallati e con la fortuna di avere trasferimenti importanti che arrivavano a livello
nazionale, ma anche a livello europeo - pensiamo ai PON, che però non sono strutturali:
oggi ci sono, per un anno ci sono, per due anni ci sono, tra tre anni magari non ci sono
più -… e come li assumete poi gli assistenti sociali e gli educatori? Come rinnovate
anche i contratti a tempo determinato? Allora, quelle risorse se invece le aveste
mantenute, e mi rivolgo a lei cara Sindaca, e le aveste utilizzate per ampliare, non la
platea dei ricettori di Reddito di Cittadinanza - quelli li coprite con i fondi nazionali -,
ma per costruire nuovi strumenti di contrasto alla povertà… Abbiamo intere aree sulla
Città che non hanno neanche i classici Punti di ascolto. Ci sono Consiglieri Comunali
che, sulle realtà di periferia, devono andare loro a compilare i moduli per fare
semplicemente la documentazione di ospitalità in ATC, oppure per fare le domande
all’INPS per l’emergenza… per il Reddito di Cittadinanza, oppure supportare il
cittadino in tutta la prassi per poter accedere agli strumenti. Potevate aprire dei Punti di
ascolto - ve la metto anche lì, vi do anche alcune cose che potevate fare -, potevate
migliorare i corsi di formazione, potevate, non lo so - veramente ce ne potrebbero essere
milioni di cose che si potevano fare con quei soldi a bilancio -, potevate assumere e
rafforzare tutte le sedi decentrate dei Servizi Sociali, proprio perché avevate una
copertura di fondi nazionali e questo non l’avete fatto. Allora, è inutile, adesso, dirsi
siamo contenti che alcune forze di Minoranza non votano questo Rendiconto oppure chi
lo vota o chi no, io quello che chiedo a voi è come fate voi a votarlo, voi che dovevate
rappresentare le periferie e gli ultimi, voi che eravate quelli del nessuno rimanga
indietro, voi che state elemosinando un’alleanza col Partito Democratico per continuare
a esistere. Cioè, voi come fate a votare questi atti, non agli altri come fanno a
criticarveli. Ho concluso, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Capogruppo Tresso, ne ha facoltà per dieci minuti.

TRESSO Francesco
Grazie, Presidente. Io intervengo anche sulla dichiarazione di voto, in quanto mi sembra
che questo Bilancio…, il Consuntivo del 2019 potesse segnare un anno importante, in
quanto avveniva dopo un periodo consistente di governo di quest’Amministrazione. In
fondo, eravamo oltre la metà del mandato, era finalmente l’anno in cui ci si poteva
scrollare di dosso questa “sindrome dell’eredità”, era l’anno in cui si poteva vedere
quale fosse veramente l’intenzione di poter dare un indirizzo chiaro, una linea di
investimenti. Questo, al netto della politica che sembra aver incentrato tutta la linea di
indirizzo della Giunta, che era quella del Piano di rientro e che però non poteva essere
un elemento giustificativo bastante, per supportare una mancanza di approcci e anche di
investimento, nell’ottica di uno sviluppo, di uno sviluppo di una Città che non fosse
solo a ridurre, solo una Città in contrazione, solo una Città che era in diminuzione. Si
noti bene che quando parlo di diminuzione, non intendo solamente degli indici
demografici o degli indici di sviluppo urbanistico, c’è uno sviluppo che, comunque, è
immateriale, che, invece, deve essere segnatamente riconosciuto e deve dare delle
occasioni concrete di lavoro innanzitutto, perché sappiamo che dal lavoro poi si genera
welfare; trovo che, viceversa, su molti aspetti, non emerga... Questo, di fatto, lo
vediamo anche da quello che è il Rendiconto che, di fatto, si avvalora di alcune misure -
è già stato detto - sul sociale, come la possibilità di alcune misure temporanee, abbia, di
fatto, contratto delle spese, questo segnando una mancata attenzione, invece, a certe
realtà. Il fatto che, per la prima volta, le spese sociali sono in contrazione nella storia
della Città di Torino, è un elemento di riflessione importante, perché, in ogni caso, da lì
poi si riparte, quindi da una contrazione e, come sempre - mi sembra che sia stato anche,
in parte, detto, dall’intervento che mi ha preceduto -, quando si fa conto su misure
temporanee, proprio in virtù della loro temporaneità, nel momento in cui venissero a
cessare, si riparte ulteriormente arretrati. Questo è un elemento politico importante, un
elemento che ci deve far riflettere, al di là del fatto di quello che sia poi un giudizio su
misure come il Reddito di Cittadinanza e la possibilità di valutarle poi in termini di
impatto effettivo sulla forza lavorativa, sulla possibilità di creare occasioni di lavoro, su
cui ancora non abbiamo questi elementi. Però, il discorso di aver ridotto la spesa… e
notate bene che, quando si parla di attenzione alle fragilità, così come è stato
riconosciuto in alcuni aspetti che io potevo anche condividere nell’assestamento di
bilancio, però non si riconosce questo tipo di attenzione poi fattuale e concreta in quello
che è stato il Bilancio dello scorso anno - in cui gli stanziamenti sono al lordo, per
esempio, degli introiti delle valorizzazioni IPAB, che ben sappiamo essere state oggetto
anche di una mozione che avevamo votato all’unanimità nel 2017, ma di cui si continua
a non tener conto -, allora, mi sembra che, di fatto, quest’attenzione all’investimento, sul
recuperare quelle che sono delle diseguaglianze ed il contrastare questi fenomeni di
differenziazione… io non voglio più parlare di periferie, perché mi sembra sia, ormai,
un termine che, veramente, inizia ad essere stucchevole, però parliamo di grosse
diversità, all’interno delle realtà dei quartieri della Città di Torino, che rappresentano, in
effetti, delle situazioni molto diversificate in termini di erogazione di servizi, in termini
di possibilità anche di riuscire a mantenere delle condizioni di vita e di impegno
sufficienti; allora, su questo bisognava investire con una maggiore attenzione, diciamo,
al territorio con una maggiore attenzione ai servizi diffusi e, invece, questo non è stato,
anzi si attesta, si riconosce una riduzione; come dico, questo è un cambio di rotta
importante in quelle che sono politiche decennali della Città e che, ahimè, può segnare
una pericolosa deriva che a me preoccupa sostanzialmente. Però, mi sembra che…,
ribadisco ancora questa mancanza poi di una visione di possibilità di investimenti, che
si può declinare su molti aspetti; alcuni sono stati richiamati, ma, sostanzialmente, direi
proprio l’anno passato è quello che è stato maggiormente evidente sul tentennamento di
alcune scelte. Se pensiamo anche a quello che è stato l’iter di alcune importanti scelte o,
meglio…, indirizzi che poi l’Amministrazione ha dovuto prendere, che vanno dalla
ZTL, su cui c’è stata una diversità, poi, di atteggiamenti, poi, di fatto, oggi, ancora…
per carità c’è stato di mezzo anche un evento che non era prevedibile, ma, ancora, ci
troviamo a ritornare su posizioni ancora completamente diverse. Pensiamo a quella che
è stata anche la linea sulla Metropolitana e di come procedere, come attuare, se sul
partenariato e poi andando su scelte diverse. Pensiamo ad una Variante Urbanistica, che
abbiamo avuto modo di discutere ancora ultimamente - lo richiamava anche il
Capogruppo Lo Russo - e che comunque, non ha prodotto una capacità di impattare
realmente sulle politiche poi di sviluppo della Città. Sicuramente, si fa una buona azione
di Regolamento Edilizio, di semplificazione anche, e questo può essere importante, ma
non si incide, concretamente, su quelle che sono delle politiche di attrattività, anche in
termini di potenzialità di attrarre risorse, di attrarre capitali, di attrarre menti. Ancora -
non so -, mi viene in mente, l’anno scorso, quello che è stato l’esito della Cavallerizza:
dopo quattro anni di tentennamenti, poi, alla fine, la Città rinuncia ad avere una sua
personale perimetrazione dell’idea almeno, nel senso di dire, almeno, quali sono le idee
da mettere sullo sviluppo di quel quadrante, ma deve poi essere costretta, proprio in
virtù dell’incapacità di aver avuto un’elaborazione, a raccogliere elaborazioni proposte
da altri, senza capacità di incidere; così pure Torino Esposizioni, in cui è mancata la
volontà di andare ad individuare soluzioni e altri se ne potrebbero trovare. Quindi, mi
sembra che, in sostanza, sia stata fatta, ancora una volta, un’operazione di bilancio
molto… di gestione, riuscendo anche a trovare qualche escamotage che va, per esempio,
da quello che è stata la riduzione delle spese per il personale in virtù di quota 100, che
comunque ha ridotto fortemente le spese di 400 esuberi che ci sono stati e quindi questo
ha permesso di fare cassa, ma di nuovo è un fare cassa con una mentalità un pochino più
da ragioniere, più che non di riuscire a vedere quali siano, davvero, delle possibilità di
investire anche in termini di…, anche sul discorso delle risorse interne, insomma, dei
dipendenti e quindi potenziare quelli che sono i settori che si ritiene veramente
strategici. Per tutti questi motivi, che, sostanzialmente, riassumo, appunto, in una
mancanza di una strategia e una capacità, in un anno che era importante di uscire, sì è
vero mi si dice: “Abbiamo ridotto in qualche misura il debito, ma era un trend che già
era avviato e forse è mancata, invece, una capacità di dare un indirizzo chiaro di un
investimento che nonostante il piano di rientro era necessario. Per questi motivi
annuncio il voto contrario alla delibera in oggetto.

SICARI Francesco (Presidente)
Ci sono altri interventi da parte dei Consiglieri? Se non ci sono interventi, allora
possiamo procedere con la votazione. Metto quindi in votazione la deliberazione, così
come emendata. Prego, Consiglieri, votate.
Tutti i Consiglieri hanno votato? Chiudo la votazione.
Favorevoli 21, contrari 10, astenuti 0. Il Consiglio approva.

SICARI Francesco (Presidente)
Darei lo stesso esito per l’immediata eseguibilità dell’atto.
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