Interventi |
LO RUSSO Stefano Grazie, Presidente. L’illustrazione oggi della deliberazione fatta dall’Assessore Iaria, ma soprattutto la replica della Sindaca Appendino ci conforta pienamente nell'orientamento annunciato in sede di discussione della non partecipazione al voto. Provo ad argomentare ulteriormente la ragione per cui riteniamo che sia corretto quest’impostazione. Ascoltando sia l’intervento dell’Assessore Iaria, ma soprattutto ribadiscono l’intervento della Sindaca Appendino appare palese, a un qualunque minimo conoscitore della materia urbanistica, la totale misconoscenza del ruolo che ha un Piano Regolatore nella identificazione della visione di Città che noi non ci stancheremo di dire essere l'elemento mancante di questa Amministrazione e mi viene da dire che mi piacerebbe anche capire se qualcuno i piani strategici che sono stati evocati li ha mai letti, ma questo sarebbe una polemica che non voglio certamente portare qui in questa sede. Il Piano Regolatore per sua stessa definizione regola lo sviluppo di una città, lo sviluppo di una città e non a caso si chiama Piano Regolatore, quindi le affermazioni fatte dalla Sindaca Appendino in questa Aula che sostanzialmente sostiene che il Piano Regolatore è un tassello di una strategia di sviluppo della Città denotano, ribadisco, la misconoscenza del ruolo che ha lo strumento urbanistico, perché è vero che è lo strumento che si occupa dello sviluppo fisico e infrastrutturale della Città, è vero che è un elenco di norme che sostanzialmente definiscono (incomprensibile) all'interno delle singole categorie urbanistiche le destinazioni ammesse e quelle non ammesse, ma ridurre questo elemento tecnico a, come dire, l'elemento essenziale intorno a cui fare una riflessione ci pare, come dire, sbagliato, sbagliato nella sua impostazione metodologica. Il Piano Regolatore è la fotografia della visione di Torino, se Torino è quella che oggi, se Torino è quella che è oggi è perché è stato approvato un primo piano strategico, ribadisco e invito tutti quelli che non l'hanno fatto eleggere che cosa era il primo piano strategico, ma soprattutto a nel ’95 definitivamente approvato al Piano Regolatore di Gregotti e Cagnardi che ha definito in maniera che oggi tra l'altro mi fa un po' sorridere che venga definito in maniera non dico dispregiativa però con sufficienza in un progetto di città quella che poi sarebbe stata la grande riconversione degli spazi della nostra Città in fase di dismissione del grande comparto industriale. La Spina, il Passante, l'Alta Velocità, la riconversione di tutte quelle che sono state le grandi riconversioni delle aree industriali sono tutti sì elementi tecnici contenuti nelle norme di attuazione del Piano, ma perché quel Piano è figlio di una visione, di una visione di città e basterebbe leggerlo per capirlo, basterebbe leggere dei 3 assi, basterebbe, principali della Spina, dell’asse di corso Marche e dell’asse del Po, basterebbe comprendere che cosa vuol dire asse del (incomprensibile) e come la progettualità che è stata messa in campo e poi stoppato da questa Amministrazione. Penso ad esempio a Torino Esposizioni si inserisce una previsione urbanistica e invece questo, io mi rendo conto purtroppo, ci rendiamo conto purtroppo che e anche con un po' di delusione perché dopo quattro anni penso che uno si attenderebbe che ci fosse questa capacità di lettura della guida amministrativa e anche in qualche modo della guida politica della Città, poi certo la Variante normativa, perché di questo stiamo parlando di una Variante normativa, tocchiamo le sole norme di attuazione del Piano Regolatore, l’accorpiamo, accorpiamo categorie, ma questo stiamo facendo. Noi non stiamo ripensando nulla è oggettivamente una buona operazione, nessuno nega che sia una buona operazione, ma non l’abbiamo in qualche modo detto noi che da questo punto di vista questo era un nuovo Piano Regolatore. Allora, forse Sindaca Appendino un pochino meno enfasi mediatica, un pochino meno ansia da prestazione e un pochino più di realismo avrebbe anche come dire aiutato a raccontare correttamente quello che il Consiglio Comunale, la Maggioranza 5 Stelle si appresta a votare e cioè una revisione del Piano Regolatore, delle norme di attuazione del Piano Regolatore che sicuramente andrà anche nell'ottica di aggiustare delle cose ci manca ancora, nel ’95 non si parlava di cohousing, non si parlava di cimiteri per animali di affezione, non si parlava di un sacco di cose, ma ci manca ancora e ci manca ancora che questa cosa qua non intervenga in un progetto di questo tipo, ma quello che lamentiamo e non è certamente stata la fretta perché quattro anni non è che sono proprio quattro giorni o quattro mesi, sono quattro anni di lavoro e esattamente l'assenza di comprensione di quelle che erano le potenzialità enormi che c'erano nell’attuazione di una nuova visione di Città, una visione di Città che anche in termini dialogici con la Città stessa, con le Minoranze consiliari poteva eventualmente mettere in discussione quelle che erano le previsioni del Piano Regolatore del ’95, pensiamo ad esempio al mancato sviluppo dell'asse di corso Marche, pensiamo ruolo più e più volte criticato da parte anche dell’Assessore La Pietra il ruolo viabilistico esercitato dalla Spina centrale, tutto l'intervento di sistemazione che c'è stato che è stato uno dei grandissimi interventi credeteci studiati da tutti gli urbanisti del Mondo, Torino è stato un esempio ed è un esempio assoluto di riconversione di una città post-industriale. Allora veder derubricare tutti questi ragionamenti a, come dire, come è stato fatto oggi in sede di dibattito, ma soprattutto di replica oggettivamente lascia un po' sconcertati, a noi non stupisce perché sinceramente non è che ci saremmo attesi questo scatto di reni in chiusura di mandato, ci spiace solo che sia stata persa davvero una grande, una grande occasione per questa Città sicuramente è stata fata una manutenzione all'attuale Piano Regolatore, ribadiamo, che noi come dire continuiamo a credere che questa Città abbia bisogno di un nuovo vero Piano Regolatore che faccia invece le cose che dicevamo in sede di dibattito, cioè provi ad integrare la visione urbanistica con la visione viabilistica anche alla luce di quelli che sono state le evoluzioni dei Comuni confinanti con Torino penso a Nichelino, Moncalieri, Beinasco, Rivoli, Settimo, San Mauro lo citava anche il collega Lubatti pensiamo a quale ruolo dei Comuni dell'area Nord nella progettazione della Linea 2, argomento che è stato bypassato in maniera clamorosa. Pensiamo a tutto il tema dell’offerta sanitaria, sorrido un po' pensando alla replica di Iaria che dice: “Non abbiamo tolto le aree ospedaliere del Piano Regolatore”, ma ci manca ancora che si tolgano le aree ospedaliere dal Piano Regolatore, ma cioè, ma ragazzi, ma il punto non è questo il punto è qual è il pensiero che si ha? Qual è la visione che si ha dietro la revisione di un Piano Regolatore? È questo l'elemento mancante, ma la cosa ancora più grave e chiudo è che a fronte di queste osservazioni che, peraltro sono state fatte non solo qui, ma in sede di Commissione e noi ritenevamo di presentare emendamenti perché è l’impostazione che non ci convince non è stata neanche colta in fase di replica e questo oggettivamente è un pochino disarmante. Ci dispiace davvero perché è stata come dire persa un'occasione importante di modifica vera dello strumento urbanistico della Città di Torino, noi nutriamo analoghe speranze rispetto a quelle che sono state enunciate quest’oggi relativamente al ruolo che avrà questa modifica normativa nella ripartenza del Settore edilizio, ci permettiamo di suggerire anche di occuparsi dell'ordinaria andamento degli uffici e dell’ordinario andamento delle pratiche che in molti casi sono la vera causa di molti ritardi nella esecuzione di opere edilizie, continuiamo a ripeterlo da un po' di tempo inascoltati speriamo che almeno in questa discussione ve ne possiate rendere conto che non basta cambiare la norma di un Piano Regolatore se poi non si toccano strutturalmente i processi decisionali dentro la macchina comunale temiamo che sarà questa, come dire, la panacea dei nostri mali, dei nostri dolori. Siamo contenti, ovviamente, che non sono stati messi in discussione tutte le varianti, gli accordi di programma che sono stati messi in campo precedentemente pensiamo al Parco della Salute e della Scienza, pensiamo all’area di TNE, pensiamo all’area di corso Marche, cioè tutti quei distretti che anche la Sindaca nella sua replica ha voluto evocare che oggettivamente sono lì esattamente intonsi di come erano stati lasciati a dimostrazione che forse come dire anche una riflessione se vogliamo anche critica di potenziamento, di ulteriore potenziamento di revisione critica, insomma non c'è stata la riflessione che ci saremmo attesi. Per queste ragioni e anche come dire un pochino perplessi rispetto alle modalità con cui c’è stata questa forzatura procedurale e di tempistica nella discussione in Commissione e nell'arrivo della deliberazione oggi in Aula e un pochino perplessi sulla scelta dei tempi che si sono concessi per la presentazione di osservazioni formali, cioè nel pieno del mese di agosto che oggettivamente dà un po' la sensazione come dire di più un adempimento formale che un auspicio sostanziale, come abbiamo annunciato in sede di discussione generale ribadisco che il Gruppo del Partito Democratico non parteciperà alla votazione della deliberazione con l'auspicio che ovviamente l'esito delle consultazioni, l'esito delle osservazioni e in qualche modo anche l'esito di un confronto che speriamo come dire difficilmente potrà svilupparsi compiutamente da qui alla fine del mandato, ma che sicuramente costituirà una delle basi centrali credo anche di chi si occuperà di proporre alla città una visione diversa e alternativa autenticamente alternativa alla Città rispetto a quella che è uscente che ovviamente io capisco anche i Consiglieri e la stessa Sindaca che difendono a spada tratta tutto quello che hanno fatto e ci mancherebbe ancora, commettono un errore che già stato commesso dei loro predecessori me per primo, quindi io rivedo il film esattamente svolgersi nello stesso identico modo, ma ovviamente questo della trasformazione urbana del nuovo Piano Regolatore sarà uno degli oggetti essenziali di chi credo spero si confronterà non tanto su sigle politiche, su accordi più o meno postici, ma proprio sul merito di che tipo di Torino immaginiamo per il nostro futuro, qual è in qualche modo la Torino che vogliamo e intorno a questo tema far diventare questa discussione, nella strutturazione di nuovo Piano Regolatore, l'obiettivo di un orizzonte di mandato del prossimo mandato. Era l’orizzonte di mandato di questo mandato, diciamo che il prodotto non è di particolare rilevanza, almeno però va dato atto a questa Amministrazione di non aver devastato che cosa è stato trovato. |