Interventi |
ARTESIO Eleonora Artesio, presente. ARTESIO Eleonora Grazie. Due premesse: la prima, l’acquisizione in forma scritta della risposta fornita dall’Assessora Schellino; la seconda: la necessità, che formalizzerò, di continuare ad approfondire l’argomento in Commissione Consiliare dedicata. Mi permetto, al momento, soltanto due osservazioni: già da questo particolare osservatorio, che è quello dell’attività di vigilanza, noi rileviamo una delle problematiche che avremmo potuto, in modo più programmatico, analizzare e sulle quali fare delle proiezioni, relativamente alle modalità di ricovero in RSA da parte della popolazione torinese, e riguarda la dislocazione dell’offerta e la necessità della implementazione dell’offerta nella città di Torino, cosa che viene fatta normalmente attraverso le ultime manifestazioni di interesse in ragione di Varianti Urbanistiche o di concessioni patrimoniali perché risulta essere questa una delle funzioni più appetibili e garantite dal punto di vista degli investimenti, ma che, come molti in Consiglio Comunale hanno sottolineato, dovrebbe essere accompagnata da un’adeguata preoccupazione di qualificazione delle caratteristiche organizzative di queste residenze sociosanitarie. La seconda questione, che mi pare emerga in modo rilevante, è quella riferita alle modalità con le quali viene effettuata la vigilanza, che mi pare vadano distinte, dalla risposta che ho ascoltato, su due canali: uno, riguarda la gestione delle condizioni di tutela, che ha un nucleo professionale dedicato e che può variare dalla tutela dei minori, alla tutela delle persone incapaci, alla tutela delle condizioni di non autosufficienza; l’altro, è quello riferito alle vigilanze che devono essere effettuate rispetto alla qualità delle condizioni di trattamento delle persone che vengono ricoverate in RSA, che qui mi viene detto: “Anche a seguito dei provvedimenti di riorganizzazione, viene effettuata con cadenza mensile”. Ora, tutti noi, quando abbiamo discusso in seno al Consiglio straordinario aperto delle condizioni delle persone non autosufficienti e disabili gravissime ricoverate in RSA durante il periodo del Covid e delle problematiche, nonché delle preoccupazioni, nonché delle esposizioni al rischio che tutti abbiamo commentato, abbiamo anche sottolineato, accanto a delle questioni di debolezza strutturale della qualità sociosanitaria e alla necessità di riformarla, attraverso la revisione di delibere regionali, la necessità di un diverso, più intenso, controllo sociale, relativamente alla qualità della vita di queste persone all’interno delle strutture stesse. Ora, mi pare che la risposta che qui ci è stata data - ma da questo punto di vista assumo che si tratta di una risposta che era stata formulata guardando ad un’attività svolta in condizioni ordinarie che non poteva ancora tenere conto di tutte le debolezze e di tutti gli aspetti da chiarire e da migliorare, che sono stati resi evidenti durante la condizione dell’emergenza -, l’attività di vigilanza, dicevo, ha una caratteristica periodica forse non frequente come dovrebbe essere; certo, la scadenza mensile può essere giudicata ragionevole dal punto di vista del governo di una situazione ampia e complessa come quella dei numerosi casi del Comune di Torino, ma non abbiamo ragionato in merito alla qualificazione di questa vigilanza mensile. Vale a dire: cosa andiamo a verificare? Le condizioni dell’ospite in merito allo stato di salute, i parametri di funzionamento dei rapporti di organico in rapporto al numero delle persone ospitate. Quali sono gli elementi sensibili, sensibili per le persone, perché, ovviamente, il nostro compito come Amministrazione pubblica è quello della qualità della vita delle persone, quindi quali sono le condizioni sensibili che dovremmo misurare, riferire, monitorare? Sempre di più, mentre mi avventuro in questa situazione, mi rendo conto sarebbe necessaria quella famosa Commissione di approfondimento che in alcuni Consiglieri abbiamo ritenuto di dover insistere per insediare e far agire. Quindi, da questo punto di vista, credo che le Unità di Vigilanza abbiano bisogno di essere integrate con altri componenti, con le componenti sociali, magari professionali, ma designate dalle componenti sociali che consentono a tutti noi di prenderci cura di quella fascia sensibile di popolazione. Ho finito, grazie. |