Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Possiamo procedere con la prossima interpellanza, verifico solo la presenza della Capogruppo Artesio. ARTESIO Eleonora Artesio, presente. SICARI Francesco (Presidente) Perfetto. Allora, procediamo con la n. mecc. 202001367/002, presentata dalla Capogruppo Artesio, che ha come oggetto: “Funzioni di monitoraggio e di tutela del Comune di Torino a favore delle persone non autosufficienti ricoverate in RSA” SICARI Francesco (Presidente) Risponde la Vicesindaca Schellino, ne ha facoltà per cinque minuti. Prego. SCHELLINO Sonia (Vicesindaca) Grazie. I posti letto RSA a Torino il 31 dicembre 2019 risultavano essere 4.338 in totale con ospiti sia in regime di convenzione, che ricoverati in proprio. A partire dal febbraio 2019 è stato costituito presso il Servizio Anziani della Divisione Servizi Sociali il Gruppo lungo-assistenza con il compito di prendere in carico situazioni di anziani disabili ultracinquantenni con una situazione già definita, ricoverati in RSA e con provvedimenti dell’Autorità giudiziaria. Nel corso del 2019 sono stati gestiti 428 casi, prevalentemente di anziani non autosufficienti e residualmente persone disabili e anziani autosufficienti con provvedimenti di Autorità giudiziaria, precedentemente in carico ai Servizi Territoriali e trasferiti a livello centrale. Le collocazioni residenziali dei casi trasferiti erano molto frammentate, gravitando su oltre 90 strutture, di cui 30 site in Torino. In relazione all’implementazione di posti letto, a seguito di apertura di nuove RSA, il Gruppo ha iniziato a pianificare il trasferimento di alcuni ospiti a Torino nell’intento di razionalizzare le prese in carico e migliorare il monitoraggio delle situazioni, superando progressivamente la dispersione degli inserimenti, laddove anche la volontà dell’interessato fosse naturalmente favorevole ad un avvicinamento. Rispetto ai casi nuovi si è cercato di privilegiare, fin da subito, una collocazione in Torino o nella prima cintura. Per quanto riguarda il punto 2), poiché le modalità di ricovero in RSA sono differenziate, noi possiamo dar conto delle persone che, autorizzate al ricovero in convenzione da parte delle ASL, si rivolgono al Comune per richiedere l’integrazione della retta alberghiera. Nel corso del 2019 hanno richiesto questo intervento 1.139 anziani; di questi, 752 avevano i requisiti previsti dalla deliberazione di Consiglio Comunale del giugno 2012 per accedere all’integrazione della retta. La spesa annuale complessiva in capo alla Città per l’integrazione delle rette risulta essere di circa 3.450.000 euro, prevalentemente sostenuta con fondi comunali. Sul punto 3), nella riorganizzazione, per facilitare e semplificare le interlocuzioni con i presidi, sono state individuate delle referenze, identificando uno o più operatori a cui fanno capo i singoli presidi, nell’intento di creare interfaccia stabili con la Direzione Sanitaria e i responsabili di struttura, rivelatosi poi molto utile questo nel periodo Covid e in genere apprezzato per la semplificazione nelle comunicazioni. Per dare dei dati relativi del corso del 2019, sulla scorta delle modalità in atto per rappresentare le attività del personale in servizio, sono state effettuate circa 180 trasferte fuori Torino per visite presso strutture o nuovi inserimenti e circa 1.100 servizi esterni in città per visite presso le strutture, accompagnamenti e vendite (incomprensibile), disbrigo di pratiche per il tutelato, (incomprensibile), rapporti con i vari Enti, eccetera. Per quanto riguarda i monitoraggi degli anziani nella struttura avvengono con frequenze diverse in relazione alla vicinanza della struttura a Torino e al numero di persone inserite, nonché a particolari esigenze di complessità dei casi. In media nelle strutture cittadine il monitoraggio avviene con visite a cadenza mensile, fuori città con cadenze, in genere, bimestrali, salvo emergenze o salvo necessità particolari dell’ospite, segnalate dal presidio. L’intento di avvicinare, per quanto possibile, i casi in carico a Torino va nella direzione di contribuire a migliorare l’azione di monitoraggio, concentrando le situazioni in un numero minore di presidi, instaurando collaborazioni ancora più proficue a supporto della gestione. Per il quarto punto: a partire dal febbraio 2019, come ho detto prima, è stato costituito presso il Servizio Anziani della Divisione Servizi Sociali il Gruppo di lungo-assistenza. All’esito di un bando di mobilità interno, possiamo dire che questo Gruppo è governato da una posizione organizzativa a scavalco, quattro educatori professionali esperti, in quanto già dedicati al lavoro sulle tutele nei territori di provenienza, un assistente sociale, due istruttori assistenziali, tre operatori sociosanitari con collaborazioni a scavalco di personale amministrativo ancorché dedicato ad altre funzioni. Resta mantenuta la funzione centrale dell’Ufficio d’Igiene, che opera in rappresentanza del tutore e cura tutti i necessari raccordi con lo stesso e l’Autorità giudiziaria nelle diverse fasi del procedimento che riguardano tutte le persone in carico, beneficiari della misura di protezione, e che, fin dall’avvio, ha collaborato, attraverso la funzione di PO dedicato e tutto il personale, ad accompagnare il passaggio dei casi dal territorio al nuovo Gruppo individuato, mantenendo, invece, il coordinamento degli Educatori alle Tutele a livello territoriale, le cui competenze, a seguito della riorganizzazione, riguardano i casi di tutelati o ASO che vivono nel loro domicilio. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Adesso ne ha facoltà la Capogruppo Artesio per cinque minuti. Prego. ARTESIO Eleonora Grazie. Due premesse: la prima, l’acquisizione in forma scritta della risposta fornita dall’Assessora Schellino; la seconda: la necessità, che formalizzerò, di continuare ad approfondire l’argomento in Commissione Consiliare dedicata. Mi permetto, al momento, soltanto due osservazioni: già da questo particolare osservatorio, che è quello dell’attività di vigilanza, noi rileviamo una delle problematiche che avremmo potuto, in modo più programmatico, analizzare e sulle quali fare delle proiezioni, relativamente alle modalità di ricovero in RSA da parte della popolazione torinese, e riguarda la dislocazione dell’offerta e la necessità della implementazione dell’offerta nella città di Torino, cosa che viene fatta normalmente attraverso le ultime manifestazioni di interesse in ragione di Varianti Urbanistiche o di concessioni patrimoniali perché risulta essere questa una delle funzioni più appetibili e garantite dal punto di vista degli investimenti, ma che, come molti in Consiglio Comunale hanno sottolineato, dovrebbe essere accompagnata da un’adeguata preoccupazione di qualificazione delle caratteristiche organizzative di queste residenze sociosanitarie. La seconda questione, che mi pare emerga in modo rilevante, è quella riferita alle modalità con le quali viene effettuata la vigilanza, che mi pare vadano distinte, dalla risposta che ho ascoltato, su due canali: uno, riguarda la gestione delle condizioni di tutela, che ha un nucleo professionale dedicato e che può variare dalla tutela dei minori, alla tutela delle persone incapaci, alla tutela delle condizioni di non autosufficienza; l’altro, è quello riferito alle vigilanze che devono essere effettuate rispetto alla qualità delle condizioni di trattamento delle persone che vengono ricoverate in RSA, che qui mi viene detto: “Anche a seguito dei provvedimenti di riorganizzazione, viene effettuata con cadenza mensile”. Ora, tutti noi, quando abbiamo discusso in seno al Consiglio straordinario aperto delle condizioni delle persone non autosufficienti e disabili gravissime ricoverate in RSA durante il periodo del Covid e delle problematiche, nonché delle preoccupazioni, nonché delle esposizioni al rischio che tutti abbiamo commentato, abbiamo anche sottolineato, accanto a delle questioni di debolezza strutturale della qualità sociosanitaria e alla necessità di riformarla, attraverso la revisione di delibere regionali, la necessità di un diverso, più intenso, controllo sociale, relativamente alla qualità della vita di queste persone all’interno delle strutture stesse. Ora, mi pare che la risposta che qui ci è stata data - ma da questo punto di vista assumo che si tratta di una risposta che era stata formulata guardando ad un’attività svolta in condizioni ordinarie che non poteva ancora tenere conto di tutte le debolezze e di tutti gli aspetti da chiarire e da migliorare, che sono stati resi evidenti durante la condizione dell’emergenza -, l’attività di vigilanza, dicevo, ha una caratteristica periodica forse non frequente come dovrebbe essere; certo, la scadenza mensile può essere giudicata ragionevole dal punto di vista del governo di una situazione ampia e complessa come quella dei numerosi casi del Comune di Torino, ma non abbiamo ragionato in merito alla qualificazione di questa vigilanza mensile. Vale a dire: cosa andiamo a verificare? Le condizioni dell’ospite in merito allo stato di salute, i parametri di funzionamento dei rapporti di organico in rapporto al numero delle persone ospitate. Quali sono gli elementi sensibili, sensibili per le persone, perché, ovviamente, il nostro compito come Amministrazione pubblica è quello della qualità della vita delle persone, quindi quali sono le condizioni sensibili che dovremmo misurare, riferire, monitorare? Sempre di più, mentre mi avventuro in questa situazione, mi rendo conto sarebbe necessaria quella famosa Commissione di approfondimento che in alcuni Consiglieri abbiamo ritenuto di dover insistere per insediare e far agire. Quindi, da questo punto di vista, credo che le Unità di Vigilanza abbiano bisogno di essere integrate con altri componenti, con le componenti sociali, magari professionali, ma designate dalle componenti sociali che consentono a tutti noi di prenderci cura di quella fascia sensibile di popolazione. Ho finito, grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Capogruppo Artesio. Diamo per discussa quindi l’interpellanza. |