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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 20 Luglio 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 12
INTERPELLANZA 2020-01367
"FUNZIONI DI MONITORAGGIO E DI TUTELA DEL COMUNE DI TORINO A FAVORE DELLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI RICOVERATE IN RSA" PRESENTATA IN DATA 18 GIUGNO 2020 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Possiamo procedere con la prossima interpellanza, verifico solo la presenza della
Capogruppo Artesio.

ARTESIO Eleonora
Artesio, presente.

SICARI Francesco (Presidente)
Perfetto. Allora, procediamo con la n. mecc. 202001367/002, presentata dalla
Capogruppo Artesio, che ha come oggetto:

“Funzioni di monitoraggio e di tutela del Comune di Torino a favore delle persone
non autosufficienti ricoverate in RSA”

SICARI Francesco (Presidente)
Risponde la Vicesindaca Schellino, ne ha facoltà per cinque minuti. Prego.

SCHELLINO Sonia (Vicesindaca)
Grazie. I posti letto RSA a Torino il 31 dicembre 2019 risultavano essere 4.338 in totale
con ospiti sia in regime di convenzione, che ricoverati in proprio. A partire dal febbraio
2019 è stato costituito presso il Servizio Anziani della Divisione Servizi Sociali il
Gruppo lungo-assistenza con il compito di prendere in carico situazioni di anziani
disabili ultracinquantenni con una situazione già definita, ricoverati in RSA e con
provvedimenti dell’Autorità giudiziaria. Nel corso del 2019 sono stati gestiti 428 casi,
prevalentemente di anziani non autosufficienti e residualmente persone disabili e
anziani autosufficienti con provvedimenti di Autorità giudiziaria, precedentemente in
carico ai Servizi Territoriali e trasferiti a livello centrale. Le collocazioni residenziali dei
casi trasferiti erano molto frammentate, gravitando su oltre 90 strutture, di cui 30 site in
Torino. In relazione all’implementazione di posti letto, a seguito di apertura di nuove
RSA, il Gruppo ha iniziato a pianificare il trasferimento di alcuni ospiti a Torino
nell’intento di razionalizzare le prese in carico e migliorare il monitoraggio delle
situazioni, superando progressivamente la dispersione degli inserimenti, laddove anche
la volontà dell’interessato fosse naturalmente favorevole ad un avvicinamento. Rispetto
ai casi nuovi si è cercato di privilegiare, fin da subito, una collocazione in Torino o nella
prima cintura. Per quanto riguarda il punto 2), poiché le modalità di ricovero in RSA
sono differenziate, noi possiamo dar conto delle persone che, autorizzate al ricovero in
convenzione da parte delle ASL, si rivolgono al Comune per richiedere l’integrazione
della retta alberghiera. Nel corso del 2019 hanno richiesto questo intervento 1.139
anziani; di questi, 752 avevano i requisiti previsti dalla deliberazione di Consiglio
Comunale del giugno 2012 per accedere all’integrazione della retta. La spesa annuale
complessiva in capo alla Città per l’integrazione delle rette risulta essere di circa
3.450.000 euro, prevalentemente sostenuta con fondi comunali. Sul punto 3), nella
riorganizzazione, per facilitare e semplificare le interlocuzioni con i presidi, sono state
individuate delle referenze, identificando uno o più operatori a cui fanno capo i singoli
presidi, nell’intento di creare interfaccia stabili con la Direzione Sanitaria e i
responsabili di struttura, rivelatosi poi molto utile questo nel periodo Covid e in genere
apprezzato per la semplificazione nelle comunicazioni. Per dare dei dati relativi del
corso del 2019, sulla scorta delle modalità in atto per rappresentare le attività del
personale in servizio, sono state effettuate circa 180 trasferte fuori Torino per visite
presso strutture o nuovi inserimenti e circa 1.100 servizi esterni in città per visite presso
le strutture, accompagnamenti e vendite (incomprensibile), disbrigo di pratiche per il
tutelato, (incomprensibile), rapporti con i vari Enti, eccetera. Per quanto riguarda i
monitoraggi degli anziani nella struttura avvengono con frequenze diverse in relazione
alla vicinanza della struttura a Torino e al numero di persone inserite, nonché a
particolari esigenze di complessità dei casi. In media nelle strutture cittadine il
monitoraggio avviene con visite a cadenza mensile, fuori città con cadenze, in genere,
bimestrali, salvo emergenze o salvo necessità particolari dell’ospite, segnalate dal
presidio. L’intento di avvicinare, per quanto possibile, i casi in carico a Torino va nella
direzione di contribuire a migliorare l’azione di monitoraggio, concentrando le
situazioni in un numero minore di presidi, instaurando collaborazioni ancora più
proficue a supporto della gestione. Per il quarto punto: a partire dal febbraio 2019, come
ho detto prima, è stato costituito presso il Servizio Anziani della Divisione Servizi
Sociali il Gruppo di lungo-assistenza. All’esito di un bando di mobilità interno,
possiamo dire che questo Gruppo è governato da una posizione organizzativa a
scavalco, quattro educatori professionali esperti, in quanto già dedicati al lavoro sulle
tutele nei territori di provenienza, un assistente sociale, due istruttori assistenziali, tre
operatori sociosanitari con collaborazioni a scavalco di personale amministrativo
ancorché dedicato ad altre funzioni. Resta mantenuta la funzione centrale dell’Ufficio
d’Igiene, che opera in rappresentanza del tutore e cura tutti i necessari raccordi con lo
stesso e l’Autorità giudiziaria nelle diverse fasi del procedimento che riguardano tutte le
persone in carico, beneficiari della misura di protezione, e che, fin dall’avvio, ha
collaborato, attraverso la funzione di PO dedicato e tutto il personale, ad accompagnare
il passaggio dei casi dal territorio al nuovo Gruppo individuato, mantenendo, invece, il
coordinamento degli Educatori alle Tutele a livello territoriale, le cui competenze, a
seguito della riorganizzazione, riguardano i casi di tutelati o ASO che vivono nel loro
domicilio. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Adesso ne ha facoltà la Capogruppo Artesio per cinque minuti. Prego.

ARTESIO Eleonora
Grazie. Due premesse: la prima, l’acquisizione in forma scritta della risposta fornita
dall’Assessora Schellino; la seconda: la necessità, che formalizzerò, di continuare ad
approfondire l’argomento in Commissione Consiliare dedicata. Mi permetto, al
momento, soltanto due osservazioni: già da questo particolare osservatorio, che è quello
dell’attività di vigilanza, noi rileviamo una delle problematiche che avremmo potuto, in
modo più programmatico, analizzare e sulle quali fare delle proiezioni, relativamente
alle modalità di ricovero in RSA da parte della popolazione torinese, e riguarda la
dislocazione dell’offerta e la necessità della implementazione dell’offerta nella città di
Torino, cosa che viene fatta normalmente attraverso le ultime manifestazioni di
interesse in ragione di Varianti Urbanistiche o di concessioni patrimoniali perché risulta
essere questa una delle funzioni più appetibili e garantite dal punto di vista degli
investimenti, ma che, come molti in Consiglio Comunale hanno sottolineato, dovrebbe
essere accompagnata da un’adeguata preoccupazione di qualificazione delle
caratteristiche organizzative di queste residenze sociosanitarie. La seconda questione,
che mi pare emerga in modo rilevante, è quella riferita alle modalità con le quali viene
effettuata la vigilanza, che mi pare vadano distinte, dalla risposta che ho ascoltato, su
due canali: uno, riguarda la gestione delle condizioni di tutela, che ha un nucleo
professionale dedicato e che può variare dalla tutela dei minori, alla tutela delle persone
incapaci, alla tutela delle condizioni di non autosufficienza; l’altro, è quello riferito alle
vigilanze che devono essere effettuate rispetto alla qualità delle condizioni di
trattamento delle persone che vengono ricoverate in RSA, che qui mi viene detto:
“Anche a seguito dei provvedimenti di riorganizzazione, viene effettuata con cadenza
mensile”. Ora, tutti noi, quando abbiamo discusso in seno al Consiglio straordinario
aperto delle condizioni delle persone non autosufficienti e disabili gravissime ricoverate
in RSA durante il periodo del Covid e delle problematiche, nonché delle
preoccupazioni, nonché delle esposizioni al rischio che tutti abbiamo commentato,
abbiamo anche sottolineato, accanto a delle questioni di debolezza strutturale della
qualità sociosanitaria e alla necessità di riformarla, attraverso la revisione di delibere
regionali, la necessità di un diverso, più intenso, controllo sociale, relativamente alla
qualità della vita di queste persone all’interno delle strutture stesse. Ora, mi pare che la
risposta che qui ci è stata data - ma da questo punto di vista assumo che si tratta di una
risposta che era stata formulata guardando ad un’attività svolta in condizioni ordinarie
che non poteva ancora tenere conto di tutte le debolezze e di tutti gli aspetti da chiarire e
da migliorare, che sono stati resi evidenti durante la condizione dell’emergenza -,
l’attività di vigilanza, dicevo, ha una caratteristica periodica forse non frequente come
dovrebbe essere; certo, la scadenza mensile può essere giudicata ragionevole dal punto
di vista del governo di una situazione ampia e complessa come quella dei numerosi casi
del Comune di Torino, ma non abbiamo ragionato in merito alla qualificazione di questa
vigilanza mensile. Vale a dire: cosa andiamo a verificare? Le condizioni dell’ospite in
merito allo stato di salute, i parametri di funzionamento dei rapporti di organico in
rapporto al numero delle persone ospitate. Quali sono gli elementi sensibili, sensibili per
le persone, perché, ovviamente, il nostro compito come Amministrazione pubblica è
quello della qualità della vita delle persone, quindi quali sono le condizioni sensibili che
dovremmo misurare, riferire, monitorare? Sempre di più, mentre mi avventuro in questa
situazione, mi rendo conto sarebbe necessaria quella famosa Commissione di
approfondimento che in alcuni Consiglieri abbiamo ritenuto di dover insistere per
insediare e far agire. Quindi, da questo punto di vista, credo che le Unità di Vigilanza
abbiano bisogno di essere integrate con altri componenti, con le componenti sociali,
magari professionali, ma designate dalle componenti sociali che consentono a tutti noi
di prenderci cura di quella fascia sensibile di popolazione. Ho finito, grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Capogruppo Artesio. Diamo per discussa quindi l’interpellanza.
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