Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Procediamo adesso con il punto 10 del nostro Ordine dei Lavori, l’ordine del giorno meccanografico n. 202001424/002, presentato dalla Capogruppo Sganga e sottoscritto da altri Consiglieri, che ha come oggetto: “No all’annessione della Cisgiordania” SICARI Francesco (Presidente) È stato presentato un emendamento dalla Consigliera Pollicino, anticipo già la richiesta di capire se si potrà poi mettere in votazione eventualmente un testo coordinato. Lascio la parola al proponente, la Capogruppo Sganga. Prego, ne ha facoltà. SGANGA Valentina Grazie, Presidente. Non è la prima volta in questo mandato che il Consiglio Comunale si esprime su questioni di politica estera e in particolare sul conflitto israelo-palestinese. Oggi discutiamo un ordine del giorno che nasce accogliendo un appello delle tante associazioni (incomprensibile) che si sono mobilitate... SICARI Francesco (Presidente) Capogruppo, un attimo. Mi spegnete il microfono del Capogruppo Ricca? Prego, Capogruppo Sganga. SGANGA Valentina Dicevo che quest’ordine del giorno nasce raccogliendo l'appello delle tante associazioni e organizzazioni (incomprensibile). Non ce la faccio, Presidente, continuano ad accendere i microfoni. SICARI Francesco (Presidente) Per favore, spegnete tutti i microfoni, tranne quello della Capogruppo. Prego, Capogruppo Sganga, proceda. Capogruppo Sganga, può procedere, attivando il microfono. SGANGA Valentina Mi sente, Presidente? SICARI Francesco (Presidente) Sì, la sento. SGANGA Valentina Riprendo. Dicevo, appunto, che è un atto che nasce, su spinta, per raccogliere quello che è l’appello delle tante associazioni che si sono mobilitate per il rispetto dei diritti umani in Palestina e soprattutto affinché si scongiuri l’annessione di circa il 30% della Cisgiordania al territorio israeliano. (Incomprensibile) doveva partire il primo luglio, motivo per cui questo ordine del giorno è stato mandato in Aula con richiesta di articolo 93, un’annessione che almeno in quella data è stata scongiurata, ma se perfezionata andrebbe a ridurre il territorio palestinese a delle piccole enclave circoscritte dal sistema di checkpoint e dal muro di separazione, lasciando di fatto quelle terre senza alcun legame territoriale con il mondo esterno. Quindi quest’atto si rivolge principalmente al Governo italiano, chiedendo delle misure concrete e delle iniziative coraggiose (incomprensibile). Abbiamo già avuto delle prese di posizione e dei richiami al rispetto del diritto internazionale da parte del Governo italiano, penso soprattutto al Ministro Di Maio, ma anche da parte dei vertici europei e del Segretario Generale dell'ONU. Quello che servirà in futuro è evidentemente un passo in più rispetto ai soli ammonimenti e non assistere più attoniti e inermi ad una storia che in quei territori si ripete e si ripete sempre uguale ed è una storia spesso di oppressioni, è una storia di violazione dei diritti umani. Allora vorrei leggervi una parte della dichiarazione che è stata rilasciata dai 47 esperti della Commissione dei Diritti Umani dell’ONU il 16 giugno scorso, proprio relativamente a quest’annessione e quello che ci dicevano è che l’annessione dei territori occupati è una grave violazione della Carta delle Nazioni Unite e della Convenzione di Ginevra ed è contraria alle norme fondamentali più volte affermate dal Consiglio di Sicurezza e dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Per queste ragioni mi auguro che il Consiglio Comunale approvi questo atto e che il nostro Governo e la comunità internazionale si muovano davvero per porre immediatamente fine ai piani di annessione e affinché appunto si guardi tutti insieme ad un Mondo più giusto, più civile, per continuare a credere che le vite, tutte le vite, devono essere salvate. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Capogruppo Sganga. Adesso procediamo con gli interventi. Ho prima la Vicecapogruppo Pollicino. Prego, ne ha facoltà. POLLICINO Marina Grazie, Presidente. Il Ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, incontrando a Gerusalemme il suo omologo israeliano Gabi Ashkenazi ha ribadito con chiarezza: “noi continuiamo a sostenere la soluzione dei due Stati”. Tale posizione è condivisa anche dalla maggioranza del Parlamento europeo. L’Alto Commissario ONU per i diritti umani, Michelle Bachelet, definendo il progetto israeliano illegale totalmente ha evidenziato che le onde d’urto del piano annessioni dureranno per decenni. L’infinita questione medio orientale sembra dimostrare che fare la guerra è facile, mentre è molto più difficile fare la pace, vale a dire la pace come esito consapevole e condiviso di una volontà comune tra due parti che smettono di affrontarsi, ma cominciano a confrontarsi. Ora, il piano israeliano - statunitense, diretto più che da Trump, dal genero di Trump, conferma che una pace imposta e soprattutto asimmetrica non ha futuro. D'altronde il 10 giugno di quest'anno lo stesso pronunciamento della Corte Suprema di Israele ha annullato come incostituzionale la Legge del 2017 che avrebbe legalizzato gli insediamenti ebraici in Cisgiordania, costruiti su terra privata palestinese e sempre perseguita dal Governo Netanyahu. Occorre peraltro evitare di definire la bulimia territoriale di Israele come un atto di razzismo, per quanto non vi sia dubbio che un’azione unilaterale possa creare vere forme di apartheid in quei territori. L’astenersi da simili definizioni conviene proprio per non limitare la capacità democratica interna allo Stato di Israele di contestare e criticare determinate scelte governative e al tempo stesso per non offrire al mondo arabo, non democratico, di utilizzare la questione palestinese in modo strumentale e antisionista, perché per riprendere un proverbio arabo che tanto piace ad un grande cronista de La Stampa di Torino, Igor Man: “Se bastoni sempre il cammello prima o poi ti morde”. Da queste considerazioni è scaturito l’emendamento da me presentato all’oggetto dell’ordine del giorno. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Vicecapogruppo Pollicino, adesso ho con ordine il Capogruppo Napoli. Prego, ne ha facoltà. NAPOLI Osvaldo Presidente, io non voglio deludere la Consigliera Pollicino, come gli altri Consiglieri, ma io ritengo che siano argomenti che non competono al Comune di Torino, come non competono a nessun altro Comune. SICARI Francesco (Presidente) La sento molto male, Capogruppo, si sente molto male. NAPOLI Osvaldo Mi sente? SICARI Francesco (Presidente) Ora meglio. Prego. NAPOLI Osvaldo Le dicevo che sono argomenti che non compete al Comune di Torino, come non compete a nessun altro Comune. Io preferirei parlare dei problemi di Torino, come si è sempre parlato, ci mancherebbe, sono profondamente rispettoso, ma quando sento i Comuni che si mettono a parlare di Trump o si mettono a parlare di Israele o si mettono a parlare di tutto e di più in politica estera, io lascerei a chi deve fare la politica estera ed è competente in politica estera, a decidere nel bene o nel male chi ha ragione, chi ha torto, oppure per dare un giudizio. Abbiamo un Ministro che, in alcuni casi, si sta muovendo, direi, in maniera più che mai corretta a livello mondiale: visite in Libia, visite in altro, e compete al Governo decidere qual è la linea più appropriata. Sarà poi l’Opposizione all’interno del Parlamento a dare un giudizio, ed io credo che siano argomenti, mi permetta, con profondo rispetto e buona educazione, che non hanno nulla a che fare con le vicende di Torino. Torino, tra parentesi, mi pare che si sia gemellata con qualche città israeliana, ma ripeto io non entro in merito a chi ha ragione e chi ha torto, dico soltanto che l'argomento è inappropriato rispetto alle problematiche del Consiglio Comunale. Io faccio parte e ho sempre fatto parte più o meno nei miei 20 anni di Parlamentare della Commissione Esteri della Camera, come lo faccio in questo momento, ecco quindi io dico soltanto che, ripeto, non è appropriata una discussione di questo genere. Lasciamo queste discussioni a chi compete. Io credo che il cittadino torinese abbia piacere di sentire dibattere i problemi di Torino nel bene e nel male, ma che questi grandi obiettivi a livello mondiale, ripeto, di parlare della più grande politica estera con nomi altisonanti non sia corretto che li faccia il Comune di Torino, come un altro Comune. Quindi, io direi di rimanere coi piedi per terra e di parlare dei nostri problemi senza entrare nei problemi di massima altezza, che competono ad altri. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Capogruppo Napoli. Ora il Capogruppo Ricca, prego ne ha facoltà. RICCA Fabrizio Grazie, Presidente. Beh, come non dare ragione al Consigliere Capogruppo Napoli anche perché mi permetto di dire che è davvero sorprendente come in un breve atto così si possono sommare così tante inesattezze frutto di un misto di non conoscenza e violenza ideologica. Cominciamo da un breve ripasso di storia che credo non faccia male. I territori oggetti del Piano di pace di Trump non sono territori palestinesi, erano territori occupati dalla Giordania a seguito della guerra del 1948, che conquistati da Israele a seguito della vittoria nella guerra di difesa del 1967. Al contrario di quello che succede storicamente in tutte le guerre, Israele non ha annesso questi territori, ma li ha mantenuti oggetto di trattativa infatti da un punto di vista diplomatico sono chiamati i territori contesi, nessun trattato internazionale ha mai definito quei territori come palestinesi. A questo punto, chiarito primo errore alla base dell’inesatta e falsata ricostruzione della proposta della collega, passiamo al Piano Trump il quale intendo Presidente Trump rappresentava l'unico vero motivo della pioggia di critiche al Piano stesso, perché se guardiamo i contenuti dovrebbe essere chiamato Piano Rabin. Il Piano Trump ricalca infatti quasi perfettamente il disegno di Rabin per i territori e la valle del Giordano, i territori sono stati suddivisi in 3 zone: a) sotto l'autorità palestinese e vi si trovano tutte le città; b) sotto il controllo congiunto di Israele e ANP; c) sotto il controllo israeliano; questa suddivisione è stata firmata da Arafat. Nella zona c ci sono degli insediamenti israeliani circa 450.000 persone che i palestinesi hanno già dichiarato che non ammetteranno mai come loro possibili cittadini e su questo qualche discussione potremmo anche farla. Questi insediamenti sono perfettamente legali al contrario di quelli che sostiene la collega, proprio perché rispettano gli accordi di Oslo. Per quanto riguarda i trasferimenti forzati di popolazione verrebbe da sorridere se non ci fosse da piangere perché l'unico trasferimento forzato di massa è stato quello effettuato da Sharon nei confronti degli israeliani che vivevano nella Striscia di Gaza con gli effetti che tutti oggi noi ben conosciamo. Gaza è diventato una centrale del terrorismo in mano a una banda criminale legato ai Fratelli Musulmani Hamas. Detto questo precedente nessun Piano potrà né prevedere un trasferimento di massa degli israeliani che vivono nella zona c, infatti non lo prevede nessuna bozza di accordo che sia stata mai discussa. Israele quindi passerebbe dall'amministrazione civile e non militare come oggi e solo il 50% di quella zona c, insieme alla valle del Giordano una specie di autostrada contro eventuali invasioni arabe si arriva al 30% del territorio. Il 70% dei territori contesi viene destinato dal Piano americano al futuro Stato palestinese con finanziamenti di 50 miliardi di dollari e SOP territoriali che li vadano a compensare, in quattro anni dovranno (incomprensibile) sulla strada dei diritti umani e della democrazia. Di fronte quindi alla mora di menzogne riversate su questo Piano qual è l'accusa? Il Piano bloccherebbe il dialogo e il processo di pace che porti due Stati per due popoli? Forse questa critica andrebbe rivolta alla leadership palestinese che da tempo ha optato solo per quella macchina della propaganda estremamente redditizia per il ristretto gruppo di comando, molto meno per la popolazione palestinese mi verrebbe da dire che da anni non parlano con Israele, il Piano invece prevede proprio due Stati per due popoli e ripeto nessuna posizione di territorio che non si è già stata sancita dagli accordi di Oslo. Chi è che protesta in Israele? Guarda caso sono proprio i detti coloni che sostengono che questo Piano li lascerà isolati e in pericolo, insomma, proprio quell’estrema destra che secondo la male informata collega sarebbe al Governo in Israele, forse bisognerebbe capire come sono andate le ultime elezioni. Ovviamente tutti i soggetti ormai rilevanti ed esclusi da tempo dalle trattative serie per i numerosi scandali che hanno colpiti: Unione europea e ONU hanno protestato cercando così di ottenere visibilità, la realtà è solo una come già nelle passate e nelle prese di posizione dell'ONU e delle sue agenzie negare qualsiasi legittimità della storia ebraica in Israele. La leadership palestinese fonda il suo ostentato finanziamento su quelle bugie e per questo hanno rifiutato qualsiasi proposta di pace avanzata che fosse da Rabin, Peres, Barak, Olmert e Netanyahu. Io mi permetto di dire che c’è un nome per questo, si chiama antisemitismo e come ci ricorda anche l'ex Presidente della Repubblica Napolitano potete anche travestirlo antisionismo per dare una parvenza di legittimità politica al vostro odio, ma sempre antisemitismo rimane. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Consigliera Albano. Ne ha facoltà. ALBANO Daniela Grazie, Presidente. Io brevemente soltanto per ringraziare invece la Capogruppo Sganga della presentazione di questo atto che io condivido, credo che noi come Consiglieri Comunali, ma anche come cittadini comunque impegnati in politica abbiamo il diritto, ma anche il dovere credo di leggere i fatti del nostro tempo e di interpretarli e di schierarci anche da una parte piuttosto che dall'altra. Credo che in politica sia sempre giusto comunque prendere una posizione e fare finta che le cose non accadano e non avvengono non è sicuramente un qualcosa che mi appartiene insomma, quindi io ringrazio ancora per quello che è stato fatto per l’atto presentato da Sganga e voterò a favore ovviamente. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Prego, Consigliere Versaci. VERSACI Fabio Grazie, Presidente. No, intervengo perché questo è un argomento che soprattutto in Italia non si può mai toccare nel senso che quando qualcuno si permette di criticare delle scelte che prende lo Stato di Israele viene subito bollato come antisemita questo è il classi… e il vecchio gioco che si fa, che fanno che fa una parte dalla comunità anche ebraica purtroppo, però io scindo le due cose. Non c'entra assolutamente nulla l’antisemitismo, anzi antisemitismo è una cosa non c'entra niente con criticare delle scelte politiche di uno Stato che è in questi, in questi anni diciamo negli ultimi quaranta, cinquant’anni secondo me ha fatto sempre delle scelte per me sbagliate. È facile bollare il popolo palestinese come terrorista anche se poi fa sorridere perché se mettiamo a paragone i due popoli e mettiamo la forza sia economica che anche sotto il profilo militare dire che quelli son terroristi mentre gli altri sono i buoni fa abbastanza sorridere. Poi ovviamente in Italia purtroppo, ripeto, c’è questa cattiva abitudine in questi anni abbiamo votato diversi atti presentati anche da alcuni colleghi, mi ricordo un atto della collega Artesio che il giorno dopo subito ha scatenato l'ira della comunità ebraica, che faccio veramente fatica a comprendere le motivazioni perché fino a prova contraria io mi sento in diritto e anche in dovere di criticare delle scelte che fanno dei Governi e non per una questione religiosa, ma sulla questione puramente politica, esattamente come chi critica il Governo italiano su alcune scelte io mi permetto di criticare alcune scellerate decisioni che il Governo israeliano in questi anni ha preso e continua a prendere andando in barba a tutte le regole, meno male che c'è l'ONU che lo dice non sono quattro diciamo fanatici grillini o anarchici insurrezionalisti. Per fortuna, ripeto, c’è la comunità internazionale che si sta muovendo speriamo, speriamo che forse possa cambiare in quel pezzo di terra qualcosa perché è evidente che Israele è sempre stato… il Governo di Israele è sempre stato tutelato anche quando ha fatto scorrettezze incredibili anche a livello militare, quindi questo è un atto che si vota lo dico al Capogruppo Napoli purtroppo ogni tanto bisogna prendere anche delle posizioni politiche anche se non sono di diretto interesse della Città, la Città può prendere delle posizioni è una vecchia discussione che si fa se è giusto o meno discutere di cose che esulano di fatto dalle competenze del Consiglio Comunale. Ci sono gli ordini del giorno che prevedono questo quindi ogni tanto può succedere di discutere questi, io ovviamente voterò convintamente a favore dell’atto. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Artesio. Capogruppo Artesio ne ha facoltà. ARTESIO Eleonora Mi sente ora? SICARI Francesco (Presidente) Ora sì, la sento. ARTESIO Eleonora Grazie. Dicevo, stiamo attraversando un momento nel quale ciascuno, nelle esperienze individuali e nell'esperienza di comunità ed i Paesi, ha compreso la reciproca interdipendenza e quindi credo che ci sentiamo tutti più coinvolti e più responsabili delle questioni che riguardano anche altre parti del Mondo. Sono per altro profondamente consapevole del fatto che stiamo parlando di una questione che anche nel nostro dibattito ha radicalizzato dei posizionamenti e io credo che proprio in funzione della responsabilità da cui partivo dobbiamo dire ciascuno la propria parte di valutazione di queste situazioni. Intanto si diceva lasciate adottare i giudizi di politica estera a chi ne ha la competenza, cioè ai Parlamenti e questo ordine del giorno ovviamente si rivolge al nostro Parlamento, io voglio però dire che è un ordine del giorno che nei contenuti ha trovato già delle espressioni importanti di quei livelli parlamentari penso all’espressione del Parlamento belga, penso all’espressione dei deputati europei, ma non è sulle relazioni tra Stati che io mi vorrei soffermare, ma è sulle relazioni tra comunità dei diversi territori e su quello che comporta nella vita di queste comunità una decisione di annessione, quale quella richiamata e paventa nell'ordine del giorno e le modalità in termini di conseguenze che potrà produrre. Non lo dico con le parole di una Consigliera Comunale che potrebbe essere incompetente, lo dico con le parole di quei numerosissimi docenti di studi ebraici e di numerosissimi giuristi che hanno evidenziato come le condizioni che deriveranno costituiranno veri e propri regimi giuridici differenti: uno per gli ebrei, uno per gli arabi. Due diversi regimi giuridici che non attengono a due diverse modalità statuali per due differenti popoli, ma tengono, all'interno di una stessa identità statale, a modalità di trattamento diverso per quello che riguarda l'accesso e le risorse territoriali a cominciare da quelle idriche e a quello che concernerà un trattamento de jure, di diritto estremamente differenziato, che oltre ad essere iniquo per chi lo subisce introduce anche una polarizzazione tra comunità, cioè esattamente quando si rimprovera laddove chi solleva questi temi di collocarsi in una logica di schieramento e quindi in una logica di conflittualità è invece la preoccupazione alla base di chi presenta ordini del giorno come questi. Quella della previsione di annessione della Cisgiordania oltre ad essere un elemento, dal mio punto di vista criticabili sul piano della politica di una nazione, lo è dal punto di vista del diritto generale e delle conseguenze relative al clima sociale che altri hanno richiamato già come elementi di preoccupazione. Credo che questa sensibilità intima, perché docenti di studi ebraici quindi persone appartenenti profondamente all'evoluzione storica di quella realtà, ma nello stesso tempo così sensibile e così responsabile e così rigorosa nel segnalare la violazione di una condizione di diritto primario che è quello dei diritti umani, debba tutti quanti farci riflettere e debba farci trovare tutti nella condizione di dover prendere la parola. Hanno preso parola in modo molto più forte e devo dire esponendosi molto di più di quanto facciamo noi Consiglieri Comunali di una città con un ordine del giorno a quegli stessi relatori, quegli stessi studiosi che hanno chiesto di non trovarsi nella posizione, in quanto comunità ebraica, di dichiarare un'identità culturale distinta da quella di Israele quando vedono Israele praticare le politiche che noi qui chiediamo e speriamo possano essere sventate e sulle quali chiediamo un intervento del Governo italiano. Quindi, proprio partendo da un clima che dovrebbe unirci che è appunto quello del rispetto dei diritti delle persone e della possibilità di influenzare gli Stati e le politiche e in quella direzione credo che dovremmo fare tutti lo sforzo di superare i radicamenti delle appartenenze delle proprie formazioni e comprendere la sostanza profonda e rischiosa di questa situazione, quindi io voterò a favore dell'ordine del giorno. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Prego, Vicepresidente Ferrero. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Sì, grazie Presidente. Anche io nel volere dare contezza del mio voto che sarà assolutamente favorevole credo che il Consiglio Comunale abbia svolto un percorso di consapevolezza su questa questione. È una questione che ci riguarda perché ci riguarda la pace di questi luoghi e il superamento dei conflitti è una costruzione che porta attraverso anche l'opinione di un piccolo che neanche tanto piccolo Comune come Torino. Sappiamo che sottesi a differenze di orientamento religioso in realtà esista un conflitto sulle risorse, sul controllo per esempio dell’acqua che è una risorsa che sarà nel prossimo futuro e come è già stata definita più volte “l'oro blu”, sappiamo che vanno difesi i diritti umani la difesa di coloro che hanno meno voce e quindi la possibilità di creare. Io credo che ci sia una liaison forte con la mozione della Consigliera Artesio credo fosse di due anni fa, una liaison forte sulla creazione appunto di corridoi umanitari che sono anche di opinione e abbiamo bisogno di dare dell'opinione… la comunità europea deve dare delle opinioni su questa vicenda perché probabilmente gli attori, che in questo momento sono in conflitto, hanno radicato in modo esponenziale il loro proprio confitto e non sono in grado probabilmente di riuscire a trovare delle soluzioni. Ecco, forse è un impegno, anzi io credo che non è forse, è un assoluto impegno a volere dare risalto a e dare un'opinione sulla vicenda che ha bisogno di essere risolta, ma la risoluzione non passa attraverso azioni muscolari, non passa attraverso azioni di inasprimento di conflitto, ma passa attraverso una serie, l'ha detto bene devo dire la Consigliera Artesio, di posizioni politiche che devono assumere le due parti. Io credo quindi che se opportuno, assolutamente opportuno questo atto, io ringrazio la mia Capogruppo di averlo svolto sono firmataria anche io di questo atto e credo che l'intento sia sostanzialmente quello di voler trovare e aiutare una soluzione pacifica perché è un'area che purtroppo lo sappiamo c’è troppa sofferenza e troppo rancore perché le parti riescono a trovare da sole una soluzione. C'è bisogno di una mediazione internazionale, c'è bisogno veramente di opinione pubblica che si esprima e quindi l’argomento andava trattato e soprattutto in questa situazione, diciamo, nuova andava ribadita una posizione dell’interno Comune di Torino. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Io non ho altri interventi al momento da parte dei Consiglieri. SICARI Francesco (Presidente) Procederei allora con la votazione, metterei in votazione il testo coordinato, chiedo al Segretario di procedere con l’appello nominale per la votazione. Grazie. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) Stiamo votando? SICARI Francesco (Presidente) Stiamo votando l’ordine del giorno… FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) L’ordine del giorno del razzismo, giusto? SICARI Francesco (Presidente) Sì. Sull’annessione… (audio disturbato). FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). 24 favorevoli e 2 contrari, compresa la Consigliera Ferrero. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio, quindi con 26 Consiglieri votanti, 24 voti a favore e 2 voti contro, il Consiglio Comunale approva l'ordine del giorno. |