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LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Ma ne userò meno e lascerò al mio Capogruppo i minuti rimanenti. A me dispiace che l'Assessore Rolando non abbia nulla da dire… LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Questo non lo possiamo sapere. Ad ogni modo mi dispiace che l'Assessore Rolando non abbia nulla da dire, non ha nulla da dire a noi, non ha nulla da dire ai lavoratori che il 13 giugno gli avevano chiesto un incontro, evidentemente, non ha avuto il tempo, perché preso da altre priorità, ma questo sicuramente rappresenta una grandissima differenza rispetto all'approccio che questa Amministrazione ha sempre avuto in casi come questo e può piacere, a me non piace, ma questa differenza di approccio è stato uno degli elementi che ha condizionato anche la nostra postura, la mia personale rispetto a questo provvedimento. In secondo luogo mi dispiace che non abbia nulla da dire, rispetto alle tante domande che abbiamo fatto dopo due Commissioni Consiliari e un dibattito in Consiglio Comunale, ancora nessuno è stato in grado di dirci, se è così come a valle della ricognizione e non potrebbe essere altrimenti questa deliberazione deriva da una ricognizione, quindi da una lettura politica delle società partecipate dal perimetro della Città di Torino ai sensi del Testo Unico delle società partecipate o se come alcuni colleghi Consiglieri ci hanno più volte spiegato, questa è una scelta per fare cassa. Nel primo caso è sbagliato, perché ci sono degli elementi esimenti che sfilano alla ricognizione le società d’interesse generale, soprattutto quelle che garantiscono dei servizi pubblici, se il tema è fare cassa, ne prendo atto, dico soltanto che ci sono altri modi per fare cassa e che nel momento storico che stiamo vivendo c'eravamo tutti quanti sforzati di chiedere al Governo un intervento straordinario e siccome questo intervento straordinario ci sarà, motivo in più per trovare altri modi per recuperare risorse. Mi dispiace che l’Assessore Rolando non abbia nulla da dire rispetto all’aggiornamento al valore reale, oggi come diceva la collega Grippo, come ha riportato la collega Patriarca, il collega Lo Russo, si è superata l'asticella, è un'asticella grossa, per questo che io la chiamerei la barra, si è superata la barra e questa barra e questa delibera barra in qualche modo, produce, inevitabilmente, il fatto che non si possa più tornare indietro. La collega lo ha detto pochi minuti fa, la differenza rispetto al passato, lo sappiano i colleghi che stanno per votare con la mano destra questa delibera, che questo processo è irreversibile, mentre avrebbe potuto, un'Amministrazione, soprattutto se è caratterizzata da una visione strategica, da una caratterizzazione utile in termini di visione della gestione delle società partecipate, avrebbe potuto comportarsi in tanti altri modi non c'è uno straccio di pianificazione, di strategia, di definizione di priorità, non c'è nessun aggancio valoriale, non c'è nulla nell’approcciare il tema società partecipate. Sono considerate nel modo più bocconiano del termine, delle società, sono…, non sono strumenti considerati strumenti o articolazioni della Pubblica Amministrazione, non sono degne, queste nostre società partecipate di un indirizzo politico, chiaro, riconoscibile. Le pulsioni alle privatizzazioni sono un topos, un luogo comune della Pubblica Amministrazione, con il collega Lo Russo e gli altri, in più di una circostanza abbiamo assunto posizioni, certo scomode alla politica, ma soprattutto scomode a chi spingeva per privatizzare, non lo sanno i colleghi presenti in Consiglio Comunale, ma vi fu un momento storico in cui si voleva privatizzare GTT e fu proprio un posizionamento politico, non ho bisogno di rivendicare appartenenze, fu un posizionamento politico ad evitare quella privatizzazione, perché si riconosceva il valore dell'interesse pubblico di quel servizio e oggi noi ribadiamo il valore pubblico dello stesso, lo stesso valore pubblico per un altro servizio. Lo ripeto, ci piacerebbe che l'Amministrazione valutasse quanti farmaci equivalenti si sono venduti nelle nostre farmacie al posto di quelli di marca, quante volte è stato consigliato ed è consigliato ai clienti di non eccedere con l'abuso dei farmaci, quante volte è stata misurata gratuitamente la pressione alle persone anziane, ci piacerebbe che si riflettesse sulla localizzazione, perché la scelta di quelle… della localizzazione delle farmacie comunali non era una scelta caratterizzata da un indirizzo economico finanziario, ma era una scelta utile a soddisfare i principi di prossimità, di capillarità e di distribuzione omogenea sul territorio. Domani, da domani qualunque nuova apertura o qualunque chiusura sarà condizionata solo ed esclusivamente dai criteri di redditività, la redditività con la delibera barra di oggi diventa il principio ispiratore della Pubblica Amministrazione a Torino, della Città di Torino. Con questa delibera dismettendo la residua quota del 20% non si esercita nessun indirizzo politico, ma di fatto si avvia un processo irreversibile al quale non si potrà, dal quale non si potrà retrocedere. Mi dispiace, che se ne macchino, diciamo, di questa scelta alcuni colleghi, la cui stima, ovviamente, nei confronti dei quali rimane immutata, ma che perdono sicuramente di credibilità nel momento in cui fanno esattamente quello che io non avrei mai pensato facesse un'Amministrazione del genere, basata su presupposti che erano tutt'altri all'inizio di questo mandato e ancor prima nella retorica preelettorale. Sono particolarmente dispiaciuto del fatto che le farmacie comunali non avranno da adesso in poi la possibilità di aiutare i meno abbienti, perché non ci sarà, se non calati dall'alto e non per una scelta di marketing studiata a tavolino, non ci sarà nessuna scelta orientata in questo senso, mi dispiace che il Consiglio Comunale non avrà più nessun ruolo nell’orientare o condizionare o interpellare i farmacisti della Società Farmacie Comunali di Torino e se lo farà, lo farà con maggior difficoltà rispetto a quella che ha già incontrato, già palesato un Consigliere di Maggioranza durante la giornata di oggi nell'occasione di una Commissione Consiliare, capisco il suo imbarazzo, sappia che il suo imbarazzo sarà ancora maggiore nel prossimo futuro dopo questo voto. Qualunque scelta di riduzione della quota pubblica è sempre stata accompagnata da un'innovazione che garantisse comunque un equilibrio, che tendesse comunque a garantire uno sforzo utile finalizzato al controllo pubblico, la carta di qualità dei servizi nacque in un dibattito con queste caratteristiche. La necessità di dotarsi della 231 nacque nel 2008 durante un dibattito di questa…, con le stesse caratteristiche di oggi, il piano di sorveglianza sanitaria fu presupposto per riflettere sulla gestione di TRM e su tutto quello che avrebbe potuto essere in relazione alla società, con la società IREN o a tutti gli altri che avrebbero potuto manifestare un proprio interesse. Da tutti i dibattiti che hanno sempre visto, ripeto, il coinvolgimento almeno dei lavoratori e laddove si è potuto anche un dibattito più pubblico, è nato qualcosa, dal dibattito di oggi non è nato nulla. È nata, perché si è riproposta con la stessa strumentalità una contrapposizione sterile, inutile che di certo non ha fatto fare dei passi in avanti a questa Amministrazione. Non possiamo quindi che dispiacerci del fatto che la tutela generale della salute, l'interesse pubblico perdono ulteriore valore all'interno della nostra Amministrazione e io ci tengo che rimanga a verbale, che questa scelta irreversibile con questa delibera barra, con questa delibera asticella in qualche modo segna e segnerà profondamente, io credo, il futuro e la percezione di questa Amministrazione, soprattutto per chi ci osserva, forse un po’ incuriosito, forse un po’ stupefatto o forse anche un po’ scocciato, in un dibattito che è vero, è stato surreale, ma perlomeno in alcuni tratti abbiamo cercato di qualificare con argomentazioni che potessero essere, spero, comprensibili e intellegibili ai più. Grazie. |