Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Non avevo altri iscritti in merito all’accorpamento che stavamo discutendo e quindi possiamo, adesso, procedere con la votazione dall’accorpamento, che racchiude gli emendamenti dal numero 294 al numero 299. Chiedo sempre a lei Segretario di procedere con l’appello nominale. Stiamo votando, ripeto, con il parere contrario della Giunta, l’accorpamento. Prego. FERRARI Giuseppe (Segretario Generale) (Votazione per appello nominale). Presidente, 3 favorevoli, 22 contrari e 3 astenuti. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Per il verbale, con 28 Consiglieri votanti, 22 voti contrari, 3 favorevoli e 3 astenuti, il Consiglio respinge gli emendamenti. SICARI Francesco (Presidente) Procediamo, adesso, con la discussione dall’accorpamento che racchiude gli emendamenti dal numero 300 al numero 458 e si è già segnato il Vicepresidente Lavolta, prego, ne ha facoltà per sei minuti. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Grazie, Presidente. Questi emendamenti, alcuni ostruzionistici e alcuni meno, servivano ad evidenziare la contrarietà rispetto alla dismissione delle quote ancora nelle mani, per pochi minuti, del Comune di Torino; quote residue che consentivano, a dispetto di quello che è stato detto oggi, comunque, la possibilità di esercitare un indirizzo pubblico, poi, se si è capaci a farlo, lo si esercita, se non si è capaci, ci si rassegna. Il Collega Mensio, che vola sempre alto e, non a caso, ha citato Alitalia, io lo invito a tornare con i piedi per terra e lo invito a riflettere su alcuni passaggi delicati di questa Amministrazione, di cui non voglio evidenziarne la contraddizione, ma voglio evidenziarne, invece, la coerenza. Quando lui, ad esempio, diceva che TRM aveva l’80% in mano privata, io lo ribattevo dicendo: “Guarda che il socio lì è IREN che è un socio pubblico”, non avevo mai capito, l’ho capito solo dopo, quando lui, con un voto esplicito, ha ceduto quella quota che ha fatto scendere sotto il 50% la partecipazione pubblica all’interno di IREN, che, in realtà, fosse già prefigurato quello scenario e che, quindi, la decisione di far diventare privata… - fortunatamente per poche ore perché poi il Comune di Genova ha riacquisito quelle quote -, però la decisione di far diventare privata anche IREN, in realtà, era una decisione premeditata. Perché dico grazie a Genova? Perché non è vero, come diceva qualcuno prima che alcuni Comuni non possono recuperare quote o comprare specchietti o gomme nell’esercizio retorico nel quale si è esercitato il Collega Curatella o la Collega Artesio, perché abbiamo dei Comuni che, invece, l’hanno fatto. Allora, io che, invece, penso che il faro ispiratore debba essere la garanzia del piede dentro e cioè della partecipazione comunque pubblica e che l’altra gamba del ragionamento sia l’esercizio di un indirizzo politico, mi trovo assolutamente spiazzato nel momento in cui trovo una distanza siderale tra quella retorica che io ho definito di sinistra, per semplificare il concetto, e l’iniziativa che, poi, si traduce in un voto, che viene sempre da questa Maggioranza ormai espresso con la mano destra: quindi si parla, diciamo, pensando a sinistra e si vota con la mano destra. Perché lo dico? Perché si insedia l’Amministrazione e la prima cosa che si fa è chiedere l’accesso al fondo di riserva SMAT per conquistare gli utili, un minuto dopo, dopo aver fatto, insomma, per settimane un battage pubblicitario, non lo chiamo elettorale, pubblicitario, di avversità al “cancro-valorizzatore”, si aumenta la quota di rifiuti da incenerire e si passa da 420 a 500 mila tonnellate. Si dice in Consiglio Comunale e si urla all’esterno che si vuole difendere l’acqua pubblica e non si difende SMAT, che è già pubblica, ma si privatizza IREN, perché tanto IREN gestisce il servizio idrico integrato in altri Comuni e non a Torino, quindi se il servizio idrico è a casa nostra, noi dovremmo trasformarla in una società consortile, se il servizio pubblico, ancorché condizionato dal nostro voto, è in Liguria piuttosto che in Emilia Romagna, noi possiamo decidere di dismettere quote societarie e privatizzare quella società, che, comunque, gestisce il servizio idrico integrato, cioè comunque deve garantire quantità, qualità e continuità del servizio. Allora, questa che è, in realtà, solo apparentemente schizofrenia, oggi, trova sintesi in una rappresentazione molto chiara e cioè che si parla in un modo e si agisce in un altro, proprio perché - forse è per quello che il Collega Versaci ha insistito nell’elencare il numero di persone che stavano seguendo il Consiglio Comunale online, forse guardando il contatore su Facebook -, proprio perché, tanto la partecipazione ai Consigli Comunali e la lettura reale di quello che è il dibattito in Consiglio Comunale, è ascoltato da pochi. Lui si chiedeva chi sono i cittadini, allora, io, che non sono particolarmente appassionato a classifiche, mi sono chiesto stamattina, leggendo il giornale, se i cittadini torinesi - i torinesi di cui tutti si riempiono la bocca, ci diceva lui - sono quelli che hanno votato il gradimento di questa Amministrazione; io non lo so, non mi piacciono quelle classifiche perché sono sempre… dipende sempre da chi le commissiona, da chi le condiziona, da chi le orienta, da chi le chiede, quindi non mi appassionavo prima, non mi appassiono certo adesso, però la domanda me la faccio e forse se la deve fare anche il Collega Versaci, se tra quelli interpellati in quel sondaggio ci sono solo elettori detrattori di questa Amministrazione. È probabile anche che ci siano dei cittadini che magari non seguono il Consiglio Comunale, però che si sono accorti di questa schizofrenia e di questa incomprensibile trasgressione, perché di questo si parla, è una trasgressione a dei valori o comunque a dei principi che, retoricamente, sono stati ben interpretati, ma che poi non sono atterrati nella realtà fattuale dell’attività consiliare. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio, Vicepresidente Lavolta. Adesso, possiamo procedere con i quattro minuti del Capogruppo Lo Russo, prego ne ha facoltà. LO RUSSO Stefano La ringrazio davvero moltissimo, Presidente Sicari, dei quattro minuti che lei gentilmente, attraverso il Regolamento, mi concede. La ringrazio perché, effettivamente, la discussione, come diceva il Collega Lavolta, si è elevata e l’esempio che ha fatto il Consigliere Mensio - che poi è quell’esempio che mi ha stimolato alla richiesta di verifica del numero legale, perché volevo veramente capire se, come dire, il Consiglio era attento e pronto a rispondere alle sollecitazioni e alle citazioni, anche dotte, alquanto alate, ecco, che ha fatto il Consigliere Mensio parlando di addirittura di Alitalia - ci induce in una riflessione di carattere generale che era quella che faceva, appunto, il Collega Enzo Lavolta. Perché, ha ragione lui, effettivamente, anch’io, onestamente, non avevo capito subito quanto era stato sottile e quanto era stato, in qualche modo, davvero machiavellico il ragionamento indotto durante la discussione che riguardava IREN, perché, quando il Movimento 5 Stelle, che nel frattempo era diventato 4 stelle e mezzo, si scagliava sul tema della privatizzazione dell’acqua pubblica e fondamentalmente, contemporaneamente, con la mano destra votava in Aula il fatto che avremmo potuto scendere nella compagine societaria di IREN SpA che, ha ricordato lei Consigliere Enzo Lavolta, gestisce il servizio idrico integrato non nel nostro ambito territoriale ottimale, ma in un ambito territoriale ottimale dove esistono dei cittadini che hanno tutti i diritti di avere l’acqua pubblica, nella loro accezione, perlomeno nell’accezione che dà il Movimento 5 Stelle, effettivamente il Consigliere Mensio, da questo punto di vista, ci aveva visto lungo, perché lui, noi non l’avevamo capito subito, Consigliere Lavolta, invece è stato veramente sottile. Quando, fondamentalmente, ha prodotto le elaborazioni che poi l’hanno indotto a votare favorevolmente aveva, in realtà, un disegno molto, molto più articolato e cioè usare la SMAT come specchietto per le allodole per, ovviamente, i cantori, in una sorta di pifferaio di Hamelin che, suonando il piffero, attira dietro di sé per buttare dentro un fosso, anzi dentro un fiume, i poveri, insomma, che seguono questo pifferaio e, contemporaneamente, con la mano destra, privatizzare selvaggiamente…, tra l’altro in maniera che noi, chi si ricorda bene le cronache dell’epoca, contestammo perché si potevano fare “n” cose, cose che, peraltro, ha fatto con grande astuzia, usando una debolezza del Comune Torino, il Sindaco Bucci di Genova, Genova, non propriamente un Comune in super salubrità finanziaria, quindi… Allora, da questo punto di vista, siccome come lei, anch’io ricordo piuttosto distintamente i comitati montati dal Movimento 5 Stelle, ricordo bene sul termovalorizzatore, no? Che veniva essere definito come la peggiore delle specie, ricordo benissimo il passaggio che facemmo in Consiglio Comunale, quando fu deciso di alienare l’80% delle quote di TRM e ricordo piuttosto nitidamente come erano collocate le posizioni politiche e, in questi termini, credo davvero che bene facemmo all’epoca a mantenere una quota, ancorché di minoranza, ma che garantiva, contemporaneamente, il presidio, almeno, come dire, all’interno del Consiglio di Amministrazione di un esponente della Città di Torino, ma, soprattutto, un indirizzo politico a un soggetto che, invece, proprio per la delicatezza del settore di cui si occupa - che, appunto, è il ciclo integrato dei rifiuti -, aveva, per tutto quello che riguardava le politiche ambientali della Città. Siccome anch’io mi ero illuso, onestamente, che dietro le parole di tutela ambientale, di riduzione della compagine dei rifiuti, del fatto che la frontiera non erano i termovalorizzatori e poi, effettivamente, l’ha ricordato lei, Consigliere Lavolta, è stato proprio il Consigliere Mensio nelle sue vesti di Presidente di Commissione Ambiente a… SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. LO RUSSO Stefano … come dire, ad autorizzare o comunque spingere per un incremento (incomprensibile) e quindi io, onestamente, come lei, purtroppo, non mi stupisco se oggi autorizzano l’ulteriore cessione del rimanente 20% di TRM ai privati. SICARI Francesco (Presidente) Procediamo con il Consigliere Curatella, che ne ha facoltà per sei minuti, prego. CURATELLA Cataldo Sì, grazie Presidente. Allora, come è stato più volte ricordato, noi stiamo discutendo della dismissione delle restanti quote del Comune di Torino, 20%, ad accezione di quell’1% che dovrebbe rimanere in quota alla Città, a valle della deliberazione n. mecc. 201405110 che fu discussa il 12 novembre 2014, che era la delibera, nella precedente Amministrazione, che ha ridotto dal 51% all’attuale 20% la parte, diciamo, di competenza della Città di Torino, ed è interessante notare un paio di aspetti: un primo aspetto è che, almeno, all’epoca, quella delibera precedette la gara, infatti si chiamava già nel titolo “indirizzi di gara” e il bando venne emesso solo dopo l’approvazione del Consiglio Comunale avvenuta il 12 novembre 2014, ma è interessante andare a leggere gli interventi che ci furono in Consiglio Comunale in quel periodo da parte di quello che era all’epoca uno dei rappresentati del Movimento 5 Stelle in Consiglio Comunale e che, attualmente, diciamo, sale all’onore delle classifiche nazionali, che abbiano valore o meno, sul fatto che all’epoca ci fu anche una Commissione con quello che sarebbe potuto (incomprensibile) con il socio privato e, durante la Commissione, ci fu un primo, diciamo, scontro tra quello che è l’intento privato e quello che… cioè, di quello che è l’interesse privato e quello che è l’interesse pubblico, ovvero che l’interesse pubblico era di mantenere la funzione sociale rappresentata dalle Farmacie e quindi era il motivo per cui restava questa quota del 20%, ma l’interesse privato era, da una parte, fare utili, che non è una cosa negativa, bisogna soltanto vedere, come dice la nostra Costituzione, che l’interesse privato, gli imprenditori agiscano anche con fini sociali, ma, soprattutto, già all’epoca, si parlava, già a valle di questa vendita, di fare dei potenziali tagli al personale e quindi mi riallaccio a quello che ho detto in precedenza e già all’epoca, quel 12 novembre 2014, sempre il Consigliere del Movimento 5 Stelle, che all’epoca fece ostruzionismo alla delibera che portò alla riduzione dal 51 al 20%, fece un ostruzionismo, come lo dichiarò in sede di Consiglio Comunale, lo chiamò ostruzionismo costruttivo, andando un po’ a leggere tutta la discussione, fece presente che già con il 51% la Città aveva difficoltà a far valere il Contratto di Servizio, con il 20% si andava ulteriormente a ridurre le possibilità della Città di Torino di far valere l’interesse pubblico verso il socio privato. Quindi, mi chiedo adesso con l’1% cosa possa fare la Città di Torino, non resta più niente, sono soltanto favole quelle che, comunque, il Contratto di Servizio permetterà alla società di sfruttare al massimo la funzione sociale, permettere di far avere forza alla Città di Torino. Quindi, stiamo arrivando da un punto in cui, nel 2014, ormai sei anni fa quasi - tra quattro mesi sono sei anni -, si discuteva quanto fosse importante la funzione delle Farmacie, quanto era importante andare verso un aumento della quota (incomprensibile) evitare di avere ulteriore perdita, con la difficoltà, che già all’epoca si vedeva con la riduzione al 20% delle quote societarie in mano alla Città di Torino e quindi che non bisognava andare verso una riduzione, adesso andiamo a svendere completamente. Capisco, tiriamo i remi in barca e lasciamo che la barca vada, anzi non li mettiamo in barca i remi, i remi sono stati già venduti quando sono (incomprensibile) il 31%, adesso diamo via la barca e ci teniamo, che ne so, giusto il sedile, così ci ricordiamo com’era andare in barca sul Po e quindi va bene, ben venga, però mi fa piacere notare e leggere quello che… tutto quello…, la discussione come è avvenuta il 12 novembre 2014 e come sta avvenendo oggi e anche le differenze, i parallelismi tra la loro delibera, la discussione che ci fu all’epoca con la discussione che stiamo avendo oggi, è molto interessante perché fa capire come, alla fine, ora mi è chiaro il discorso “per fare politica bisogna governare”, perché così si può svendere e dare al privato e abbandoniamo ogni tipo di funzione sociale che la Città dovrebbe avere, alla faccia dei beni comuni, alla faccia dell’acqua pubblica che, quindi, lasciamo come prima stella, lasciamo come slogan, ma poi, alla fine, negli atti reali svendiamo. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Adesso abbiamo la Consigliera Patriarca che ne ha facoltà per quattro minuti, prego. PATRIARCA Lorenza Si parlerò meno, Presidente. Volevo solo ritornare sul rigore logico delle argomentazioni dei miei colleghi. Maggioranza, appunto dove quando dicono: “Eh, vabbè abbiamo più solo il 20 % tanto oramai non si può fare più nulla, il controllo non c’è”, sembra un po' come quelle…, come il falegname, che dopo essersi tagliato una mano dice: “Vabbè, tanto ormai lavorerò male e allora proviamo a tagliare…, faccio che tagliarmi anche la seconda”. Mi pare che l’intervento più corretto sarebbe quello invece di operarsi massimamente per vedere che cosa si può fare e, ripeto, la costruzione dello Statuto e i contrappesi che erano stati creati e la tenuta della gestione espressa con la Presidenza e l'Amministratore Delegato delle farmacie, garantivano di fatto comunque un buon funzionamento, per cui quel falegname avrebbe comunque potuto lavorare e sta… comunque potuto lavorare serenamente, se ben guidato e con gli ausili corretti. Quindi, io chiedo di nuovo di ritornare sul ragionamento e di provare a dare coerenza alle proprie posizioni, anziché, seguire un po' pedestremente le indicazioni che vengono, probabilmente, dalla Capogruppo o da chi altri non lo so chi è che fa la politica del Gruppo, chiedo di riflettere su cosa si sta facendo e per l'ennesima volta richiamo la necessità di un cambiamento di rotta. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliera Patriarca. Avrei il fatto personale del Consigliere Lavolta, ma credo voglia aiutarmi anche in questo caso, vero? LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Si, è un chiarimento rispetto alle sollecitazioni reiterate del Capogruppo Lo Russo, ma le posso fare anche dopo, c'è ancora un accorpamento, vero? SICARI Francesco (Presidente) Assolutamente sì. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) E allora mi riservo di farlo successivamente, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Quindi io non ho altri iscritti a parlare. Allora, possiamo procedere con la votazione mediante appello nominale dell'accorpamento degli emendamenti dal numero 300 al numero 458 con il parere contrario della Giunta. Prego, Vicesegretario. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale) NAPOLI Osvaldo Chiedo scusa, sono Osvaldo Napoli, non ho sentito il mio cognome. Voto (parola incomprensibile). SICARI Francesco (Presidente) Quindi 22. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) Presidente, 7 favorevoli, 22 contrari e 3 astenuti. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Quindi, per il verbale, con 32 Consiglieri votanti, 22 voti contrari, 7 voti favorevoli, 3 voti astenuti, il Consiglio respinge gli emendamenti. SICARI Francesco (Presidente) Siamo adesso all'ultimo accorpamento degli emendamenti: dal numero 459 al numero 467. Prego, Vicepresidente Lavolta, ne ha facoltà per sei minuti. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Ma il voto favorevole del collega Napoli letto, combinato e disposto, direbbe qualcuno, con la cronaca di queste ore che vedrebbe come candidato Sindaco una persona che, tra l'altro stimo personalmente, rispetto per Enzo Ghigo, mi fa intravedere sullo sfondo una restaurazione che fa il paio, diciamo, con la volontà di garantire che il Sistema Torino, così veniva citato da qualcuno, in qualche modo stia già riprendendo nuova forma e da questo punto di vista, ci tengo a contrapporre a questa restaurazione, un'idea che non mi convince fino in fondo, però mi piacerebbe che facesse parte della riflessione politica anche nel nostro territorio che riguarda il tema della partecip…, un tema attualissimo, tra l'altro, che riguarda il tema del sostegno statale attraverso diversi istituti vecchi e nuovi nell'ambito della partecipazione anche di soggetti ad oggi privati e faccio riferimento naturalmente a, lo dico anche in modo strumentale un po', alla nazionalizzazione di molte attività economiche di vendita in Francia, abbiamo letto che la Francia sta nazionalizzando 10 mila negozi per salvare i centri cittadini dall’e- commerce, perché dico che è attuale come discussione. Perché credo che, come abbiamo avuto modo di apprezzare tutti quanti per la prima volta dalla seconda guerra ad oggi, assisteremo nelle prossime settimane, nei prossimi mesi alla definizione di un piano che è molte volte superiore al famoso piano Marshall, un'iniezione di liquidità straordinaria che, come ho detto in premessa, rispetto alle discussioni di questa delibera credo che caratterizzerà positivamente anche le casse comunali. Allora, se volessimo per un attimo essere un po' onesti e attuali e non giocare solo alla contrapposizione, chi c’era prima, chi c'è adesso forse dovremmo avere anche l'ardire di capire la fase storica che stiamo vivendo e la fase storica che stiamo vivendo sarà caratterizzata da una fase economica, sicuramente difficile per molte famiglie, ma che potrà laddove questo Governo ci riuscirà, essere compensata da… e magari affrontata con un imponente intervento dello Stato in favore del sistema finanziario. E questo è un dato che di per sé positivo, anche se mi piacerebbe ci fosse poi e ci sarà spero un dettaglio di verse misure e la capacità di queste misure di essere realmente efficaci da atterrare laddove veramente ce n’è bisogno. È un finanziamento statale a fondo perduto garantito in termini compensativi da una partecipazione non è una cosa da comunisti, è una cosa che viene periziato anche dal sistema finanziario, anche dal settore bancario, l'Amministratore delegato di Unicredit ha parlato nel corso di queste settimane più volte della necessità di aiuti a fondo perduto e l'iniezione diretta di capitale. Bene, ma queste iniezioni dirette così vengono definite, di capitale, nel momento in cui vedono il beneficiare delle aziende private possono vedere lo stato azionista? Eh, beh questo è un dibattito interessante che forse supera anche i miei (parola incomprensibile) ideologici, se si avesse anche solo la pazienza per un attimo di affrontare la contemporaneità e di comprendere che cosa sta per capitare, non solo nel nostro Paese, ma più in generale nel nostro continente. Allora, se io leggo questa fase che stiamo vivendo e sulla quale si sta impegnando il nostro Governo, quello che sosteniamo a maggioranza, credo, del Consiglio Comunale e mi fermo un attimo, mi giro verso la delibera che l'Assessore Rolando ci porta in Consiglio Comunale oggi, non solo vede una distanza siderale, ma vedo un’assoluta sincronia tra quelli che sono i tempi che stiamo vivendo e un'idea che, probabilmente oggi lo capisco meglio, fa più riferimento a quella restaurazione, a quella visione che appartiene ad una generazione che, evidentemente, continua a caratterizzare le scelte politiche di questo territorio che è trasversale, intendiamoci, perché la generazione di Enzo Ghigo è una generazione, diciamo, che ha trovato il favor anche coscritti di altre forze politiche e quindi non vorrei che in realtà più che leggere la contemporaneità noi si stia in qualche modo tutti quanti accompagnando la restaurazione. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Prego, Capogruppo Lo Russo ha facoltà per quattro minuti, di intervenire. LO RUSSO Stefano Cercando di individuare e dando anche… provando a nobilitare un po' la discussione che stiamo cercando di fare, a me pare che il collega Lavolta, centri il punto, per quanto riguarda una mancata elaborazione culturale che anche all'interno delle forze politiche che, ahimè, transitoriamente sostengono questo Governo, di fatto viene a mancare e questo è stato reso esponenzialmente evidente dall'esplosione del Covid. Anche la discussione di questa sera, collega Lavolta, dimostra con chiarezza che la parte politica che abbiamo dall'altra parte e cioè del Movimento 5 Stelle, è di fatto lacerata tra una visione, diciamo così, ascrivibile ad Adam Smith nel turbo liberismo addirittura di impostazione settecentesca e un ircocervo culturalmente poco definito tra socialismo, comunismo e un po' di economia Keynesiana, che tendenzialmente a seconda dell'interlocutore che ci troviamo davanti, emerge in tutta la sua franchezza. Ora, è evidente che questo è un tema molto complesso, rapporto tra Stato-mercato e welfare state e mi pare di poter dire che molte delle considerazioni che sono state anche qui espresse in maniera estremamente autorevole, penso all'intervento del Consigliere Napolitano, penso all'intervento del Consigliere Versaci, che hanno pienamente evidenziato, se vogliamo, anche in termini culturalmente elevati questo tipo di discussione, dimostra in maniera estremamente chiara, caro collega Lavolta, che ci troviamo di fronte a un contraddizione di fondo, cioè l'incertezza che ha la forza politica che governa la Città e ahinoi anche il Paese, rispetto a questi tipi di problematiche che, ovviamente, sono storicizzate e storicizzabili che devono essere in qualche modo definite e configurare quello che è il profilo culturale che teoricamente dovrebbe essere ancora precedente a quello politico, è, ovviamente quello politico e poi quello che diventa il contenitore politico, cioè la forma partito. A me pare che questa discussione che abbiamo fatto questa sera su TRM, sulle farmacie, denoti con chiarezza che del Movimento 5 Stelle dentro questa Maggioranza e per certi versi io riconosco l’onestà intellettuale alla Sindaca, lei è assolutamente più vicino alle teorie di Adam Smith che a quelle comuniste e socialiste di una parte della sua Maggioranza, è evidente che vi siano quegli elementi contraddistinti che rendono contraddittoria l'azione politica. Noi oggi l’abbiamo fatto in maniera forse talvolta un po' velenosa, talvolta un po' ironica, abbiamo messo in evidenza che forse c'è un nodo cruciale di fondo che è quello che di fatto impedisce anche ragionamenti prospettici a questa forza politica, che ha acquisito un consenso elettorale oggettivamente basato sull'odio verso qualcuno, un’invidia sociale, un rancore sociale e che ha coltivato quest'odio, questo rancore sociale che poi una volta chiamata l'onere del Governo, alla prova il Governo mette in evidenza tutti i limiti strutturali di una mancata elaborazione da questo punto di vista e, ovviamente, c'è dentro tutto il contrario di tutto, abbiamo posizioni da statalizzazione massiccia e posizioni turbo liberiste che, ovviamente, si scontrano tra di loro e di fatto quello che producono è casino, è blocco, è mancata risposta a quelle che sono le esigenze della società contemporanea, che invece richiederebbe, ed è questa l'impostazione che certamente nella nostra discussione interna noi stiamo facendo, ma che sicuramente è un tema che coinvolge anche molti altri partiti e che correttamente ricordava il collega Napoli, separa nettamente le forze europeiste dalle forze sovraniste e dentro il Movimento 5 Stelle anche rispetto alla collocazione internazionale, rispetto a questo tipo di impostazione, c’è tutto il contrario di tutto è evidente che poi quando si trovano all’onere del Governo è normale che finiscano in 97° posizione, in 104° posizione a livello locale e che ovviamente poi a livello nazionale piantino i casini che piantano, pensiamo ad esempio alla Azzolina come sta gestendo la partita delle scuole, cito questo come (parola incomprensibile) ne avrei tanti altri. Quindi, purtroppo noi ci troviamo… SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. LO RUSSO Stefano … Ci troviamo di fronte a questa contraddizione. Loro voteranno, concludo Presidente, la loro delibera, noi manterremo questi dubbi, il vero dramma è che questa Città, ahinoi, ha perso quattro anni e purtroppo per noi, siccome, ce li dobbiamo tenere fino al prossimo anno, ne perderà ancora uno. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Consigliera Grippo, quattro minuti. GRIPPO Maria Grazia Sì, grazie Presidente. Ma, ho a lungo riflettuto se fare un intervento o meno dopo aver seguito, le assicuro attentamente, e volevo anche certificare ancora la mia presenza in vita in questo Consiglio nonostante il dibattito a tratti estenuante, ma certamente è molto, molto produttivo dal punto di vista della conoscenza e della presa di coscienza. Io di conoscenza ho principalmente quella dei miei limiti e so per certo che nulla ho da insegnare alla maggior parte delle colleghe e dei colleghi che sono intervenuti prima di me, però ho cercato, davvero, di pormi all'ascolto delle ragioni che spingono la Maggioranza a sostenere il provvedimento che sta per andare in votazione, sapendo che è fin dai tempi di SAGAT e anche prima, la mia è un'impostazione completamente diversa. Completamente diversa, ad esempio, nel ritenere e qui è già stato ricordato dal mio Capogruppo in precedenza che l'avere partecipazioni minoritarie in società pubbliche non è affatto inutile, dipende come questo, come questo si declina e però debbo dire, Presidente, ho apprezzato di più che chi si è detto convinto che questa partecipazione minoritaria sia del tutto inutile, mi è spiaciuto che non abbia conseguentemente denunciato un’incapacità nel gestire qualche cosa che, peraltro, era noto, era noto alla partenza, più invece mi ha spaventato chi e non sono stati pochi, degli esponenti della Maggioranza ha detto di voler agire, di dover agire di nuovo per un male necessario. Perché oggettivamente non è stato questo il modo di presentarsi all'avvento della legislatura, mai abbiamo sentito parlare e lo dico rappresentando anche solo una torinese, cioè io, però ci sarà qualcun altro che la pensa come me. Quindi la necessità di un dubbio, di sentirsi dire: “guardate che nella più parte delle decisioni che prenderemo, sceglieremo come opzione prioritaria quella del male necessario”, perché a suon di male necessario si può, al massimo passare la nottata e il problema, se ne vogliamo fare una questione di eredità è la preoccupazione che deve attanagliare chiunque sarà, coloro che verranno domani, perché? Perché come ha già spiegato la collega Patriarca, ottimamente il collega Lavolta e altrettanto il Capogruppo Lo Russo, questa è una decisione che non è più reversibile, sono decisioni che non sono più reversibili e nel momento in cui si sarà presa una decisione, effettivamente, irreversibile, davvero chi erediterà l'Amministrazione nell'ormai prossimo futuro, si troverà con una gatta da pelare che non sarà più di impostazione, ma di male necessario, quindi. Non ho mai sperato nella possibilità che ci fosse un'inversione di rotta, ho sperato che cadessero gli alibi e che ci fosse una capacità di auto valutarsi… impossibilitati… forse devo concludere Presidente, concludo vedo che si è… le chiedo scusa… come impossibilitati o incapaci di fare il meglio di così, perché in questo caso e concludo davvero, Presidente, ci sarebbe stata l'opportunità da parte nostra comunque di fornire una fattiva collaborazione che invece è impossibile oggi. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Consigliera Patriarca anche lei ha quattro minuti. PATRIARCA Lorenza Faccio un ultimo tentativo per… sperando in un ravvedimento, magari tardivo, ma comunque che ci sia. È evidente che la situazione non… appunto, mi ricorda, appunto, che in una Commissione, durante una V Commissione avevo ricordato, come proprio dai proventi delle farmacie comunali venissero molti degli investimenti, che quel Comune, gestito dal centrosinistra faceva sull’istruzione, avevo ricordato, come sempre facciamo in quella Commissione quando si parla di scuola l’importanza di investire su questo settore, un investimento che io non ho visto purtroppo, in questa Amministrazione non so se e prima ci fosse e non ero coinvolta direttamente, è evidente che però, la ragione per cui sono qua in Consiglio Comunale era proprio quello e l’ho detto quando mi sono presentata per difendere le ragioni dei più piccoli. Ora, mi è stato ricordato che così non era a Torino e non poteva essere, ma, ripeto, quando mi sono presentata ho parlato di etica della responsabilità, etica della responsabilità significa sicuramente far politica… come, diciamo, centro dell'agire politico significa agire concretamente, ma mossi da dei valori, da dei valori riconosciuti e condivisi e mettendo al centro la persona. Allora, mi pare che questa decisione, cioè questa decisione di lasciare andare, sapendo come hanno ricordato i miei colleghi in precedenza che il quadro dei finanziamenti, insomma, oramai sembra certo, dovrebbe essere molto positivo nel prossimo futuro e che probabilmente non ci sarà bisogno nell'immediato di questa iniezione di liquidità che dovrebbe derivare dalla vendita dell'ultimo pezzo e dalla rinuncia del controllo alle farmacie comunali. Quindi, io mi chiedo è possibile che si ritorni a ragionare sui valori, sui sogni, sulle prospettive anziché su altro? Ecco, allora io credo che questa scelta di abbandono della propria seconda mano, riprendendo la parabola del falegname che ho evocato prima, sia un po' un abbandono di quello che è un sogno che per qualche verso poteva essere utile. Quindi, io richiamo la necessità, sicuramente, di fare delle scelte di investimenti diversi, per quanto mi riguarda sicuramente molto di più di quanto venga fatto sul nulla che viene fatto ora per le fasce dei più piccoli e sicuramente per le fasce deboli e ripeto, rispetto alla presenza delle farmacie comunali ne avrebbero sicuramente un giovamento. Quindi, spero, spero e faccio un ultimo appello ai colleghi, perché si rifletta su questo aspetto, sulla necessità di non lasciar perdere. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Io al momento non ho altri iscritti. Possiamo allora procedere con la votazione dell'accorpamento degli emendamenti dal numero 459 al numero 467, parere contrario della Giunta. Prego, Segretario Generale possiamo procedere con l'appello nominale. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). Presidente, 4 favorevoli, 21 contrari e 2 astenuti. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Quindi, con 27 Consiglieri votanti, 21 voti contrari, 4 voti favorevoli e 2 voti astenuti, il Consiglio non approva gli emendamenti. Abbiamo finito quelli che sono tutti gli accorpamenti. SICARI Francesco (Presidente) E siamo adesso, nel caso volesse, al momento della replica da parte della Giunta. ROLANDO Sergio Niente da dire, grazie Presidente. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio, Assessore Rolando. Passiamo quindi alle dichiarazioni di voto da parte dei Gruppi Consiliari e ho già iscritto il Vicepresidente Lavolta, che può intervenire per un tempo di dieci minuti, prego. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Ma ne userò meno e lascerò al mio Capogruppo i minuti rimanenti. A me dispiace che l'Assessore Rolando non abbia nulla da dire… SICARI Francesco (Presidente) La interrompo subito, a meno che non siano dichiarazioni differenti, la dichiarazione di voto è unica. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Questo non lo possiamo sapere. Ad ogni modo mi dispiace che l'Assessore Rolando non abbia nulla da dire, non ha nulla da dire a noi, non ha nulla da dire ai lavoratori che il 13 giugno gli avevano chiesto un incontro, evidentemente, non ha avuto il tempo, perché preso da altre priorità, ma questo sicuramente rappresenta una grandissima differenza rispetto all'approccio che questa Amministrazione ha sempre avuto in casi come questo e può piacere, a me non piace, ma questa differenza di approccio è stato uno degli elementi che ha condizionato anche la nostra postura, la mia personale rispetto a questo provvedimento. In secondo luogo mi dispiace che non abbia nulla da dire, rispetto alle tante domande che abbiamo fatto dopo due Commissioni Consiliari e un dibattito in Consiglio Comunale, ancora nessuno è stato in grado di dirci, se è così come a valle della ricognizione e non potrebbe essere altrimenti questa deliberazione deriva da una ricognizione, quindi da una lettura politica delle società partecipate dal perimetro della Città di Torino ai sensi del Testo Unico delle società partecipate o se come alcuni colleghi Consiglieri ci hanno più volte spiegato, questa è una scelta per fare cassa. Nel primo caso è sbagliato, perché ci sono degli elementi esimenti che sfilano alla ricognizione le società d’interesse generale, soprattutto quelle che garantiscono dei servizi pubblici, se il tema è fare cassa, ne prendo atto, dico soltanto che ci sono altri modi per fare cassa e che nel momento storico che stiamo vivendo c'eravamo tutti quanti sforzati di chiedere al Governo un intervento straordinario e siccome questo intervento straordinario ci sarà, motivo in più per trovare altri modi per recuperare risorse. Mi dispiace che l’Assessore Rolando non abbia nulla da dire rispetto all’aggiornamento al valore reale, oggi come diceva la collega Grippo, come ha riportato la collega Patriarca, il collega Lo Russo, si è superata l'asticella, è un'asticella grossa, per questo che io la chiamerei la barra, si è superata la barra e questa barra e questa delibera barra in qualche modo, produce, inevitabilmente, il fatto che non si possa più tornare indietro. La collega lo ha detto pochi minuti fa, la differenza rispetto al passato, lo sappiano i colleghi che stanno per votare con la mano destra questa delibera, che questo processo è irreversibile, mentre avrebbe potuto, un'Amministrazione, soprattutto se è caratterizzata da una visione strategica, da una caratterizzazione utile in termini di visione della gestione delle società partecipate, avrebbe potuto comportarsi in tanti altri modi non c'è uno straccio di pianificazione, di strategia, di definizione di priorità, non c'è nessun aggancio valoriale, non c'è nulla nell’approcciare il tema società partecipate. Sono considerate nel modo più bocconiano del termine, delle società, sono…, non sono strumenti considerati strumenti o articolazioni della Pubblica Amministrazione, non sono degne, queste nostre società partecipate di un indirizzo politico, chiaro, riconoscibile. Le pulsioni alle privatizzazioni sono un topos, un luogo comune della Pubblica Amministrazione, con il collega Lo Russo e gli altri, in più di una circostanza abbiamo assunto posizioni, certo scomode alla politica, ma soprattutto scomode a chi spingeva per privatizzare, non lo sanno i colleghi presenti in Consiglio Comunale, ma vi fu un momento storico in cui si voleva privatizzare GTT e fu proprio un posizionamento politico, non ho bisogno di rivendicare appartenenze, fu un posizionamento politico ad evitare quella privatizzazione, perché si riconosceva il valore dell'interesse pubblico di quel servizio e oggi noi ribadiamo il valore pubblico dello stesso, lo stesso valore pubblico per un altro servizio. Lo ripeto, ci piacerebbe che l'Amministrazione valutasse quanti farmaci equivalenti si sono venduti nelle nostre farmacie al posto di quelli di marca, quante volte è stato consigliato ed è consigliato ai clienti di non eccedere con l'abuso dei farmaci, quante volte è stata misurata gratuitamente la pressione alle persone anziane, ci piacerebbe che si riflettesse sulla localizzazione, perché la scelta di quelle… della localizzazione delle farmacie comunali non era una scelta caratterizzata da un indirizzo economico finanziario, ma era una scelta utile a soddisfare i principi di prossimità, di capillarità e di distribuzione omogenea sul territorio. Domani, da domani qualunque nuova apertura o qualunque chiusura sarà condizionata solo ed esclusivamente dai criteri di redditività, la redditività con la delibera barra di oggi diventa il principio ispiratore della Pubblica Amministrazione a Torino, della Città di Torino. Con questa delibera dismettendo la residua quota del 20% non si esercita nessun indirizzo politico, ma di fatto si avvia un processo irreversibile al quale non si potrà, dal quale non si potrà retrocedere. Mi dispiace, che se ne macchino, diciamo, di questa scelta alcuni colleghi, la cui stima, ovviamente, nei confronti dei quali rimane immutata, ma che perdono sicuramente di credibilità nel momento in cui fanno esattamente quello che io non avrei mai pensato facesse un'Amministrazione del genere, basata su presupposti che erano tutt'altri all'inizio di questo mandato e ancor prima nella retorica preelettorale. Sono particolarmente dispiaciuto del fatto che le farmacie comunali non avranno da adesso in poi la possibilità di aiutare i meno abbienti, perché non ci sarà, se non calati dall'alto e non per una scelta di marketing studiata a tavolino, non ci sarà nessuna scelta orientata in questo senso, mi dispiace che il Consiglio Comunale non avrà più nessun ruolo nell’orientare o condizionare o interpellare i farmacisti della Società Farmacie Comunali di Torino e se lo farà, lo farà con maggior difficoltà rispetto a quella che ha già incontrato, già palesato un Consigliere di Maggioranza durante la giornata di oggi nell'occasione di una Commissione Consiliare, capisco il suo imbarazzo, sappia che il suo imbarazzo sarà ancora maggiore nel prossimo futuro dopo questo voto. Qualunque scelta di riduzione della quota pubblica è sempre stata accompagnata da un'innovazione che garantisse comunque un equilibrio, che tendesse comunque a garantire uno sforzo utile finalizzato al controllo pubblico, la carta di qualità dei servizi nacque in un dibattito con queste caratteristiche. La necessità di dotarsi della 231 nacque nel 2008 durante un dibattito di questa…, con le stesse caratteristiche di oggi, il piano di sorveglianza sanitaria fu presupposto per riflettere sulla gestione di TRM e su tutto quello che avrebbe potuto essere in relazione alla società, con la società IREN o a tutti gli altri che avrebbero potuto manifestare un proprio interesse. Da tutti i dibattiti che hanno sempre visto, ripeto, il coinvolgimento almeno dei lavoratori e laddove si è potuto anche un dibattito più pubblico, è nato qualcosa, dal dibattito di oggi non è nato nulla. È nata, perché si è riproposta con la stessa strumentalità una contrapposizione sterile, inutile che di certo non ha fatto fare dei passi in avanti a questa Amministrazione. Non possiamo quindi che dispiacerci del fatto che la tutela generale della salute, l'interesse pubblico perdono ulteriore valore all'interno della nostra Amministrazione e io ci tengo che rimanga a verbale, che questa scelta irreversibile con questa delibera barra, con questa delibera asticella in qualche modo segna e segnerà profondamente, io credo, il futuro e la percezione di questa Amministrazione, soprattutto per chi ci osserva, forse un po’ incuriosito, forse un po’ stupefatto o forse anche un po’ scocciato, in un dibattito che è vero, è stato surreale, ma perlomeno in alcuni tratti abbiamo cercato di qualificare con argomentazioni che potessero essere, spero, comprensibili e intellegibili ai più. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Adesso ho il Capogruppo Artesio, prego ne ha facoltà. ARTESIO Eleonora Grazie. Proprio per accompagnare e motivare gli interventi che ho realizzato in questa discussione in Aula e in Commissione, ho cercato di ripercorrere tutti gli atti di questo Consiglio Comunale, in modo particolare dal momento in cui il Comune di Torino decise di mantenere la prevalenza del capitale pubblico nel 51%, ma di consentire la possibilità attraverso una gara ad evidenza pubblica una partecipazione del privato, sia pure in quota minoritaria. In quella discussione, ho potuto verificare che una delibera della Giunta presentata a febbraio del 2008 è arrivata all'approvazione del Consiglio a luglio dello stesso anno, forse qualcuno potrà sorridere e magari imputare alla Maggioranza di allora il fatto di non essere così autorevole o se ritenete autoritaria da riuscire a condurre e governare la discussione. In realtà quella pure all'interno di una società a maggioranza pubblica fu una acuta, attenta, accesa partecipata discussione e collaborazione da parte di tutti i Consiglieri, per arrivare a determinare in una maniera più puntuale tutti gli elementi di relazione tra il soggetto pubblico e il soggetto privato, in nome di quella che veniva chiamata coesione sociale, affinché gli interessi generali diventassero elemento prevalente cui concorrere nella differenza delle partecipazioni e dei ruoli, ma soprattutto venissero tutelate il più possibile le garanzie della popolazione di riferimento e anche le funzioni del Comune che, come non mi sono stancata di ripetere in questa settimana e mezzo, perché a questo si è ridotta la nostra discussione, continua a essere una prerogativa che è solo del Comune. Quindi, io riprendo alcuni degli argomenti che già in allora qualche collega, colleghi che in Maggioranza si astennero, avevano espresso con una lucidità e anche con una onestà intellettuale, che io giudico ammirevole e che francamente mi piacerebbe riuscire nel mio comportamento a mantenere e ritrovare nella discussione che svolgiamo. Intanto, il primo argomento è questo: questa vicenda di totale cessione della partecipazione pubblica è un’operazione politicamente arretrata. È un’operazione politicamente arretrata, perché siamo in un contesto, come ho detto in premessa, nel quale non stiamo valutando quali siano i competitor che riescono a fornire le migliori garanzie in un quadro nel quale il pubblico si limiterà a determinare gli obiettivi e a garantire il perseguimento di quegli obiettivi di interesse generale. Qui siamo in un contesto nel quale il pubblico, che era l'unica alternativa di gestione alla gestione privata, rinuncia alla propria facoltà. Quindi anche in una logica meramente liberale, anche in un… meramente dal mio punto di vista, per carità non è una sottovalutazione della cultura politica, anche in una logica liberale, questa operazione è un'operazione di carattere arretrato. In una logica, quale quella di tutela dei beni comuni, di valorizzazione della funzione pubblica, di modalità di compartecipazione agli interessi generali, lo è per ragioni ovvie che non sto più qui a ripetere. Questa operazione è, oltre che arretrata, non necessariamente vantaggiosa, perché è un’operazione che avendo in campo da parte dell'Amministrazione Comunale alcuni elementi certi di valorizzazione del proprio ruolo, a cominciare da quello del canone di concessione per 99 anni, non ci consente oggi, nel momento in cui votiamo, come Consigliere Comunale, la comprensione di quali saranno le garanzie di mantenimento nel tempo e quali modalità rispetto a un interesse temporaneo, quello della possibilità di un’entrata in relazione all'acquisto delle quote a seguito della gara, avrà rilevanza rispetto ad un'entrata costante che nel tempo abbiamo potuto ricevere, in funzione dell’essere titolari della procedura di concessione. È un’operazione, quindi arretrata, non necessariamente vantaggiosa certamente rinunciataria, devo dire che non mi era mai ancora accaduto, di vedere invertito e chiedo scusa della banalità con la quale cercherò di spiegare la mia valutazione, quello che è un ragionamento come dire, di grandissima ovvietà, quasi lapalissiano: “piuttosto che niente, meglio piuttosto”, qui ci siamo sentiti teorizzare anziché “piuttosto” “meglio niente”. Che noi qui ci siamo sentiti dire che poiché comunque i patti parasociali comportano una fortissima negoziazione con i soggetti privati che nel tempo hanno acquisito la maggioranza per le operazioni che avevo richiamato, poiché comunque la funzione operativa e quindi i ruoli dell'amministratore delegato sono prevalenti, in ogni caso, serenamente si può rinunciare alla nomina del Presidente, perché comunque non avremmo l'autorevolezza di orientare nelle direzioni desiderabili per l'Ente Pubblico, comunque, comunque, comunque, comunque rinunciamo. Quindi dal mio punto di vista, questa operazione non è giustificabile nemmeno abbandonando l'approccio che io invece considero fondamentale e necessario, quando si parla di questo tipo di servizi che continuo a ribadire, sono dei presidi, perché lo dice la legge, non perché lo dice la Consigliera di Torino in Comune, perché lo dice la legge, sono presidi di tutela della salute e l'Ente Pubblico ha delle puntuali responsabilità sulla tutela della salute. Dal punto di vista della evoluzione di questa deliberazione che ha come oggetto, è vero la modifica dello Statuto, necessaria ad avviare la procedura di dismissione del 20% ancora detenuto dal Comune, io devo dire che mi interrogo, se a fronte dello scarso dibattito con il quale abbiamo accompagnato la deliberazione dalle Commissioni al Consiglio, scarso perché ci voleva l’approfondimento che ho cercato di richiedere con gli emendamenti, al di là di numero di ore che abbiamo dedicato oggi e che probabilmente hanno pesato e hanno infastidito, quegli approfondimenti sarebbero stati necessari, avremo anche un eguale scarso dibattito relativamente ad alcune clausole e passaggi che nella deliberazione sono richiamati, perché, purché, “purché”, dice la di deliberazione vengano concordate e si arrivi a determinazione su tutti gli strumenti di concessione”. Allora io voglio vedere, voglio sapere come pubblicamente il Comune di Torino ci racconterà, attraverso la voce della Giunta e attraverso la voce della Maggioranza, quali evoluzioni avverranno nella concessione del servizio, quali evoluzioni avverranno nel contratto di servizio, perché non ci si potrà più accontentare del fatto che, se oggi è difficile da socio di minoranza, domani sarà impossibile, visto che ci avete spiegato per tutto il corso della giornata che le tutele di carattere generale non verranno comunque meno. Quindi, io non posso che rammaricarmi profondamente della modalità con la quale si è arrivati a questa determinazione e questa volta, devo dire, sarà molto difficile raccontare la parabola che ho nominato ripercorrendo la storia di questi ultimi vent'anni, quando da una gestione diretta si è passati da una società tutta pubblica, poi a una società a maggioranza pubblica, poi a una società minoranza pubblica e adesso ad una società senza pubblico. Quindi, da questo punto di vista, mi sembra che l’operazione sia severamente criticabile e certamente il mio voto è convintamente contrario. SICARI Francesco (Presidente) Adesso ho la Vicecapogruppo Pollicino. Prego ne ha facoltà. POLLICINO Marina Grazie, Presidente. Nel dibattito tenutosi finora, è stato citato continuamente, quasi fino allo sfinime… allo svenimento, il PD, evidenziando il fatto che in passato avesse avviato un processo di dismissioni che però, ora arriva al suo esito finale, ma ciò che a noi adesso importa è che una Giunta accettata più che indicata da una forza monocolore, abbia fatto un'inversione a “u” su alcuni temi identitari, appiattendosi su una linea liberista, anzi come l’ho definita più volte cripto-liberista, perché celata, che in precedenza, a parole era avversata e lo dimostra proprio il voto, forse poco convinto, dell’attuale Sindaca, nella precedente consiliatura, quando il no era di moda, noi non abbiamo cambiato idea e ci opponiamo nettamente a quest'atto. Quanto poi al prosaico, “me ne frego” che è più volte risuonato in streaming sui fatali colli torinesi, mi sa che qualche esponente affetto da labirintite politica e non intimamente insidiato da una cultura raffinata, l’avrà derivato da qualche filastrocca orecchiata dalla Regione subalpina. Il Gruppo Misto, i Consiglieri Curatella, Montalbano e Pollicino, ribadisce il suo voto contrario e di ciò me ne fregio. Ci tengo a specificare che la Consigliera Scanderebech ha già espresso la sua intenzione di votare in dissenso al Gruppo. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Prego Capogruppo Tresso, ha dieci minuti. TRESSO Francesco Sì, grazie Presidente. Io ribadisco quanto avevo già espresso nel mio precedente intervento, cioè sul fatto che oggi votiamo una delibera, che di fatto conferma un’assenza di una politica e di una strategia sulle partecipate. Ne prendiamo atto, di un percorso che era già stato ampiamente intuito nel corso di questi anni, ma che man mano ha continuato a stupire per la mancanza di una visione di regia, di gestione su quello che è il discorso delle partecipate. Di fatto prevale e questo la dice lunga, la mentalità del ragioniere, cioè di quello che deve cedere, vendere un pezzettino alla volta per riuscire poi a far quadrare il Bilancio. Alcuni che mi hanno preceduto hanno parlato di altre fasi della vita politica di questa Città in cui i dibattiti sono stati (parola incomprensibile) molto più ampi, molto più articolati in cui sono state prese in considerazione delle scelte anche più drastiche, quali per esempio la vendita di GTT, di una società che quindi gestisce un servizio essenziale, un servizio pubblico, ma io avessi visto almeno un coraggio di fare delle scelte nette, che andassero in una direzione, magari per sanare alcune partecipate e cederne completamente altre, ma almeno ci sarebbe stata una scelta politica alla base di questo nel dire: “Questo è un servizio che vogliamo presidiare, questo è servizio che possiamo esternalizzare”. Qui invece la regia è completamente stocastica, lasciata al caso e vista la funzione di volta in volta di quello che serve per riuscire a chiudere il ragionamento del momento, riuscire a chiudere il Bilancio del momento. Anche sul Bilancio di un anno come questo, peraltro potranno essere fatti dei ragionamenti un pochino più di respiro, di orizzonte, cercare di capire qual era la situazione reale, invece, si va a cedere ancora una volta un pezzettino senza che ci sia una votazione sensata su quello che è il vero significato di alcune partecipate per la Città. (incomprensibile) contesto che queste (incomprensibile) rivestono per la Città stessa. Mi sembra che anche gli argomenti che oggi sono stati riportati dal Gruppo di Maggioranza, non hanno supportato delle scelte alla base, tantomeno l'Amministrazione, la Sindaca Appendino non si è espressa, eppure lei ha la delega alle partecipate, l’Assessore Rolando ci ha fatto un ragionamento molto attento, ma di fatto non ha dato alcun elemento di tipo politico e questa è proprio un po’ la mancanza, no, la carenza che oggi riscontriamo, la mancanza di una politica alla base. Non aggiungo molto altro, perché è già stato detto tanto e ahimè forse anche troppo, perché di poco si è parlato sui contenuti mentre, invece, molto è stato detto dal punto di vista delle scelte e delle contrapposizioni partitiche. Ribadisco, a me spiace che si perdano delle occasioni, che non ci sia da parte della Maggioranza anche la volontà di approfondire debitamente dei temi che sono comunque importati. Io ho una visione concettualmente proprio diversa da quello che dice o un… cioè un Governo della società, quindi è interamente pubblica ed è a maggioranza pubblica, oppure non ha senso (parola incomprensibile) la partecipazione pubblico-privato, io penso che sia un discorso, tra l’altro obsoleto, anacronistico, non è più questa la visione, oggi bisogna, invece, riuscire a creare delle condizioni di Governo misto, ma in cui il pubblico ha una parte fondamentale nella partecipazione, proprio perché deve esprimere quella che è una volontà politica dell’Amministrazione, di un ente locale e bisogna necessariamente far conto con questo tipo di modalità, che invece non vuole essere affrontata, evidentemente, viene alienata con una facilità che è anche un po' impressionante, perché anche questa compattezza di visione da parte di tutti i Consigliere della Maggioranza stupisce un poco, perché dà poi, ovviamente… io sono convinto che ognuno vota secondo la propria buona fede e avrà fatto dei propri personali approfondimenti, però mi stupisce che ci sia (parola incomprensibile) con una simile rapidità di giudizio e che forse nessuno si ponga almeno il problema di voler approfondire in maniera un pochino più esaustiva, quelle che sono le problematiche (parola incomprensibile). Penso che si sia abbastanza compreso che per tutte le ragioni che ho espresso il mio voto sarà negativo. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio, Capogruppo Tresso. Io non ho altre richieste di intervento in merito alle dichiarazioni di voto. Considerato che nessuno ha chiesto l’intervento direi che allora possiamo procedere alla votazione della deliberazione. Chiedo al Segretario di procedere con la votazione tramite appello nominale. Grazie. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). SICARI Francesco (Presidente) Segretario, il Capogruppo Magliano comunica in chat il proprio voto contrario. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) Visto. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) Allora, 22 favorevoli, 12 contrari e 2 astenuti. SICARI Francesco (Presidente) Okay. Quindi, con 36 Consiglieri votanti, 12 voti contrari, 22 voti favorevoli e 2 voti astenuti, il Consiglio Comunale approva la deliberazione. SICARI Francesco (Presidente) Darei lo stesso esito per l'immediata eseguibilità dell'atto a meno di contrari palesate. LO RUSSO Stefano Il contrario è Lo Russo. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Perfetto. Allora, mettiamo in votazione l’immediata eseguibilità dell’atto. Possiamo procedere in tal senso con l’appello nominale. Prego, Vicesegretario. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). Presidente, Magliano è di nuovo contrario? SICARI Francesco (Presidente) Sì, ha scritto nuovamente contrario. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) 21 favorevoli, 12 contrari e 2 astenuti. SICARI Francesco (Presidente) Per il verbale, con 35 Consiglieri votanti, 12 voti contrari, 2 voti astenuti e 21 voti a favore, il Consiglio concede l'immediata eseguibilità. |