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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 6 Luglio 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 24
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2020-01258
MISURE DI ATTUAZIONE DELLE DECISIONI ASSUNTE IN MATERIA DI ALIENAZIONE DI PARTECIPAZIONI COMUNALI. AUTORIZZAZIONE ALLE MODIFICHE STATUTARIE NECESSARIE DELLE SOCIET? "TRM S.P.A." E "FARMACIE COMUNALI TORINO S.P.A.".
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Non avevo altri iscritti in merito all’accorpamento che stavamo discutendo e quindi
possiamo, adesso, procedere con la votazione dall’accorpamento, che racchiude gli
emendamenti dal numero 294 al numero 299. Chiedo sempre a lei Segretario di
procedere con l’appello nominale. Stiamo votando, ripeto, con il parere contrario della
Giunta, l’accorpamento. Prego.

FERRARI Giuseppe (Segretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
Presidente, 3 favorevoli, 22 contrari e 3 astenuti.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Per il verbale, con 28 Consiglieri votanti, 22 voti contrari, 3 favorevoli e
3 astenuti, il Consiglio respinge gli emendamenti.

SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo, adesso, con la discussione dall’accorpamento che racchiude gli
emendamenti dal numero 300 al numero 458 e si è già segnato il Vicepresidente
Lavolta, prego, ne ha facoltà per sei minuti.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie, Presidente. Questi emendamenti, alcuni ostruzionistici e alcuni meno, servivano
ad evidenziare la contrarietà rispetto alla dismissione delle quote ancora nelle mani, per
pochi minuti, del Comune di Torino; quote residue che consentivano, a dispetto di
quello che è stato detto oggi, comunque, la possibilità di esercitare un indirizzo
pubblico, poi, se si è capaci a farlo, lo si esercita, se non si è capaci, ci si rassegna. Il
Collega Mensio, che vola sempre alto e, non a caso, ha citato Alitalia, io lo invito a
tornare con i piedi per terra e lo invito a riflettere su alcuni passaggi delicati di questa
Amministrazione, di cui non voglio evidenziarne la contraddizione, ma voglio
evidenziarne, invece, la coerenza. Quando lui, ad esempio, diceva che TRM aveva
l’80% in mano privata, io lo ribattevo dicendo: “Guarda che il socio lì è IREN che è un
socio pubblico”, non avevo mai capito, l’ho capito solo dopo, quando lui, con un voto
esplicito, ha ceduto quella quota che ha fatto scendere sotto il 50% la partecipazione
pubblica all’interno di IREN, che, in realtà, fosse già prefigurato quello scenario e che,
quindi, la decisione di far diventare privata… - fortunatamente per poche ore perché poi
il Comune di Genova ha riacquisito quelle quote -, però la decisione di far diventare
privata anche IREN, in realtà, era una decisione premeditata. Perché dico grazie a
Genova? Perché non è vero, come diceva qualcuno prima che alcuni Comuni non
possono recuperare quote o comprare specchietti o gomme nell’esercizio retorico nel
quale si è esercitato il Collega Curatella o la Collega Artesio, perché abbiamo dei
Comuni che, invece, l’hanno fatto. Allora, io che, invece, penso che il faro ispiratore
debba essere la garanzia del piede dentro e cioè della partecipazione comunque pubblica
e che l’altra gamba del ragionamento sia l’esercizio di un indirizzo politico, mi trovo
assolutamente spiazzato nel momento in cui trovo una distanza siderale tra quella
retorica che io ho definito di sinistra, per semplificare il concetto, e l’iniziativa che, poi,
si traduce in un voto, che viene sempre da questa Maggioranza ormai espresso con la
mano destra: quindi si parla, diciamo, pensando a sinistra e si vota con la mano destra.
Perché lo dico? Perché si insedia l’Amministrazione e la prima cosa che si fa è chiedere
l’accesso al fondo di riserva SMAT per conquistare gli utili, un minuto dopo, dopo aver
fatto, insomma, per settimane un battage pubblicitario, non lo chiamo elettorale,
pubblicitario, di avversità al “cancro-valorizzatore”, si aumenta la quota di rifiuti da
incenerire e si passa da 420 a 500 mila tonnellate. Si dice in Consiglio Comunale e si
urla all’esterno che si vuole difendere l’acqua pubblica e non si difende SMAT, che è
già pubblica, ma si privatizza IREN, perché tanto IREN gestisce il servizio idrico
integrato in altri Comuni e non a Torino, quindi se il servizio idrico è a casa nostra, noi
dovremmo trasformarla in una società consortile, se il servizio pubblico, ancorché
condizionato dal nostro voto, è in Liguria piuttosto che in Emilia Romagna, noi
possiamo decidere di dismettere quote societarie e privatizzare quella società, che,
comunque, gestisce il servizio idrico integrato, cioè comunque deve garantire quantità,
qualità e continuità del servizio. Allora, questa che è, in realtà, solo apparentemente
schizofrenia, oggi, trova sintesi in una rappresentazione molto chiara e cioè che si parla
in un modo e si agisce in un altro, proprio perché - forse è per quello che il Collega
Versaci ha insistito nell’elencare il numero di persone che stavano seguendo il
Consiglio Comunale online, forse guardando il contatore su Facebook -, proprio perché,
tanto la partecipazione ai Consigli Comunali e la lettura reale di quello che è il dibattito
in Consiglio Comunale, è ascoltato da pochi. Lui si chiedeva chi sono i cittadini, allora,
io, che non sono particolarmente appassionato a classifiche, mi sono chiesto stamattina,
leggendo il giornale, se i cittadini torinesi - i torinesi di cui tutti si riempiono la bocca, ci
diceva lui - sono quelli che hanno votato il gradimento di questa Amministrazione; io
non lo so, non mi piacciono quelle classifiche perché sono sempre… dipende sempre da
chi le commissiona, da chi le condiziona, da chi le orienta, da chi le chiede, quindi non
mi appassionavo prima, non mi appassiono certo adesso, però la domanda me la faccio
e forse se la deve fare anche il Collega Versaci, se tra quelli interpellati in quel
sondaggio ci sono solo elettori detrattori di questa Amministrazione. È probabile anche
che ci siano dei cittadini che magari non seguono il Consiglio Comunale, però che si
sono accorti di questa schizofrenia e di questa incomprensibile trasgressione, perché di
questo si parla, è una trasgressione a dei valori o comunque a dei principi che,
retoricamente, sono stati ben interpretati, ma che poi non sono atterrati nella realtà
fattuale dell’attività consiliare.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio, Vicepresidente Lavolta. Adesso, possiamo procedere con i quattro minuti
del Capogruppo Lo Russo, prego ne ha facoltà.

LO RUSSO Stefano
La ringrazio davvero moltissimo, Presidente Sicari, dei quattro minuti che lei
gentilmente, attraverso il Regolamento, mi concede. La ringrazio perché,
effettivamente, la discussione, come diceva il Collega Lavolta, si è elevata e l’esempio
che ha fatto il Consigliere Mensio - che poi è quell’esempio che mi ha stimolato alla
richiesta di verifica del numero legale, perché volevo veramente capire se, come dire, il
Consiglio era attento e pronto a rispondere alle sollecitazioni e alle citazioni, anche
dotte, alquanto alate, ecco, che ha fatto il Consigliere Mensio parlando di addirittura di
Alitalia - ci induce in una riflessione di carattere generale che era quella che faceva,
appunto, il Collega Enzo Lavolta. Perché, ha ragione lui, effettivamente, anch’io,
onestamente, non avevo capito subito quanto era stato sottile e quanto era stato, in
qualche modo, davvero machiavellico il ragionamento indotto durante la discussione
che riguardava IREN, perché, quando il Movimento 5 Stelle, che nel frattempo era
diventato 4 stelle e mezzo, si scagliava sul tema della privatizzazione dell’acqua
pubblica e fondamentalmente, contemporaneamente, con la mano destra votava in Aula
il fatto che avremmo potuto scendere nella compagine societaria di IREN SpA che, ha
ricordato lei Consigliere Enzo Lavolta, gestisce il servizio idrico integrato non nel
nostro ambito territoriale ottimale, ma in un ambito territoriale ottimale dove esistono
dei cittadini che hanno tutti i diritti di avere l’acqua pubblica, nella loro accezione,
perlomeno nell’accezione che dà il Movimento 5 Stelle, effettivamente il Consigliere
Mensio, da questo punto di vista, ci aveva visto lungo, perché lui, noi non l’avevamo
capito subito, Consigliere Lavolta, invece è stato veramente sottile. Quando,
fondamentalmente, ha prodotto le elaborazioni che poi l’hanno indotto a votare
favorevolmente aveva, in realtà, un disegno molto, molto più articolato e cioè usare la
SMAT come specchietto per le allodole per, ovviamente, i cantori, in una sorta di
pifferaio di Hamelin che, suonando il piffero, attira dietro di sé per buttare dentro un
fosso, anzi dentro un fiume, i poveri, insomma, che seguono questo pifferaio e,
contemporaneamente, con la mano destra, privatizzare selvaggiamente…, tra l’altro in
maniera che noi, chi si ricorda bene le cronache dell’epoca, contestammo perché si
potevano fare “n” cose, cose che, peraltro, ha fatto con grande astuzia, usando una
debolezza del Comune Torino, il Sindaco Bucci di Genova, Genova, non propriamente
un Comune in super salubrità finanziaria, quindi… Allora, da questo punto di vista,
siccome come lei, anch’io ricordo piuttosto distintamente i comitati montati dal
Movimento 5 Stelle, ricordo bene sul termovalorizzatore, no? Che veniva essere
definito come la peggiore delle specie, ricordo benissimo il passaggio che facemmo in
Consiglio Comunale, quando fu deciso di alienare l’80% delle quote di TRM e ricordo
piuttosto nitidamente come erano collocate le posizioni politiche e, in questi termini,
credo davvero che bene facemmo all’epoca a mantenere una quota, ancorché di
minoranza, ma che garantiva, contemporaneamente, il presidio, almeno, come dire,
all’interno del Consiglio di Amministrazione di un esponente della Città di Torino, ma,
soprattutto, un indirizzo politico a un soggetto che, invece, proprio per la delicatezza del
settore di cui si occupa - che, appunto, è il ciclo integrato dei rifiuti -, aveva, per tutto
quello che riguardava le politiche ambientali della Città. Siccome anch’io mi ero illuso,
onestamente, che dietro le parole di tutela ambientale, di riduzione della compagine dei
rifiuti, del fatto che la frontiera non erano i termovalorizzatori e poi, effettivamente, l’ha
ricordato lei, Consigliere Lavolta, è stato proprio il Consigliere Mensio nelle sue vesti di
Presidente di Commissione Ambiente a…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

LO RUSSO Stefano
… come dire, ad autorizzare o comunque spingere per un incremento (incomprensibile)
e quindi io, onestamente, come lei, purtroppo, non mi stupisco se oggi autorizzano
l’ulteriore cessione del rimanente 20% di TRM ai privati.

SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo con il Consigliere Curatella, che ne ha facoltà per sei minuti, prego.

CURATELLA Cataldo
Sì, grazie Presidente. Allora, come è stato più volte ricordato, noi stiamo discutendo
della dismissione delle restanti quote del Comune di Torino, 20%, ad accezione di
quell’1% che dovrebbe rimanere in quota alla Città, a valle della deliberazione n. mecc.
201405110 che fu discussa il 12 novembre 2014, che era la delibera, nella precedente
Amministrazione, che ha ridotto dal 51% all’attuale 20% la parte, diciamo, di
competenza della Città di Torino, ed è interessante notare un paio di aspetti: un primo
aspetto è che, almeno, all’epoca, quella delibera precedette la gara, infatti si chiamava
già nel titolo “indirizzi di gara” e il bando venne emesso solo dopo l’approvazione del
Consiglio Comunale avvenuta il 12 novembre 2014, ma è interessante andare a leggere
gli interventi che ci furono in Consiglio Comunale in quel periodo da parte di quello che
era all’epoca uno dei rappresentati del Movimento 5 Stelle in Consiglio Comunale e
che, attualmente, diciamo, sale all’onore delle classifiche nazionali, che abbiano valore
o meno, sul fatto che all’epoca ci fu anche una Commissione con quello che sarebbe
potuto (incomprensibile) con il socio privato e, durante la Commissione, ci fu un primo,
diciamo, scontro tra quello che è l’intento privato e quello che… cioè, di quello che è
l’interesse privato e quello che è l’interesse pubblico, ovvero che l’interesse pubblico
era di mantenere la funzione sociale rappresentata dalle Farmacie e quindi era il motivo
per cui restava questa quota del 20%, ma l’interesse privato era, da una parte, fare utili,
che non è una cosa negativa, bisogna soltanto vedere, come dice la nostra Costituzione,
che l’interesse privato, gli imprenditori agiscano anche con fini sociali, ma, soprattutto,
già all’epoca, si parlava, già a valle di questa vendita, di fare dei potenziali tagli al
personale e quindi mi riallaccio a quello che ho detto in precedenza e già all’epoca, quel
12 novembre 2014, sempre il Consigliere del Movimento 5 Stelle, che all’epoca fece
ostruzionismo alla delibera che portò alla riduzione dal 51 al 20%, fece un
ostruzionismo, come lo dichiarò in sede di Consiglio Comunale, lo chiamò
ostruzionismo costruttivo, andando un po’ a leggere tutta la discussione, fece presente
che già con il 51% la Città aveva difficoltà a far valere il Contratto di Servizio, con il
20% si andava ulteriormente a ridurre le possibilità della Città di Torino di far valere
l’interesse pubblico verso il socio privato. Quindi, mi chiedo adesso con l’1% cosa
possa fare la Città di Torino, non resta più niente, sono soltanto favole quelle che,
comunque, il Contratto di Servizio permetterà alla società di sfruttare al massimo la
funzione sociale, permettere di far avere forza alla Città di Torino. Quindi, stiamo
arrivando da un punto in cui, nel 2014, ormai sei anni fa quasi - tra quattro mesi sono
sei anni -, si discuteva quanto fosse importante la funzione delle Farmacie, quanto era
importante andare verso un aumento della quota (incomprensibile) evitare di avere
ulteriore perdita, con la difficoltà, che già all’epoca si vedeva con la riduzione al 20%
delle quote societarie in mano alla Città di Torino e quindi che non bisognava andare
verso una riduzione, adesso andiamo a svendere completamente. Capisco, tiriamo i remi
in barca e lasciamo che la barca vada, anzi non li mettiamo in barca i remi, i remi sono
stati già venduti quando sono (incomprensibile) il 31%, adesso diamo via la barca e ci
teniamo, che ne so, giusto il sedile, così ci ricordiamo com’era andare in barca sul Po e
quindi va bene, ben venga, però mi fa piacere notare e leggere quello che… tutto
quello…, la discussione come è avvenuta il 12 novembre 2014 e come sta avvenendo
oggi e anche le differenze, i parallelismi tra la loro delibera, la discussione che ci fu
all’epoca con la discussione che stiamo avendo oggi, è molto interessante perché fa
capire come, alla fine, ora mi è chiaro il discorso “per fare politica bisogna governare”,
perché così si può svendere e dare al privato e abbandoniamo ogni tipo di funzione
sociale che la Città dovrebbe avere, alla faccia dei beni comuni, alla faccia dell’acqua
pubblica che, quindi, lasciamo come prima stella, lasciamo come slogan, ma poi, alla
fine, negli atti reali svendiamo. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Adesso abbiamo la Consigliera Patriarca che ne ha facoltà per quattro
minuti, prego.

PATRIARCA Lorenza
Si parlerò meno, Presidente. Volevo solo ritornare sul rigore logico delle
argomentazioni dei miei colleghi. Maggioranza, appunto dove quando dicono: “Eh,
vabbè abbiamo più solo il 20 % tanto oramai non si può fare più nulla, il controllo non
c’è”, sembra un po' come quelle…, come il falegname, che dopo essersi tagliato una
mano dice: “Vabbè, tanto ormai lavorerò male e allora proviamo a tagliare…, faccio che
tagliarmi anche la seconda”. Mi pare che l’intervento più corretto sarebbe quello invece
di operarsi massimamente per vedere che cosa si può fare e, ripeto, la costruzione dello
Statuto e i contrappesi che erano stati creati e la tenuta della gestione espressa con la
Presidenza e l'Amministratore Delegato delle farmacie, garantivano di fatto comunque
un buon funzionamento, per cui quel falegname avrebbe comunque potuto lavorare e
sta… comunque potuto lavorare serenamente, se ben guidato e con gli ausili corretti.
Quindi, io chiedo di nuovo di ritornare sul ragionamento e di provare a dare coerenza
alle proprie posizioni, anziché, seguire un po' pedestremente le indicazioni che vengono,
probabilmente, dalla Capogruppo o da chi altri non lo so chi è che fa la politica del
Gruppo, chiedo di riflettere su cosa si sta facendo e per l'ennesima volta richiamo la
necessità di un cambiamento di rotta. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliera Patriarca. Avrei il fatto personale del Consigliere Lavolta, ma
credo voglia aiutarmi anche in questo caso, vero?

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Si, è un chiarimento rispetto alle sollecitazioni reiterate del Capogruppo Lo Russo, ma
le posso fare anche dopo, c'è ancora un accorpamento, vero?

SICARI Francesco (Presidente)
Assolutamente sì.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
E allora mi riservo di farlo successivamente, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Quindi io non ho altri iscritti a parlare. Allora, possiamo procedere con la
votazione mediante appello nominale dell'accorpamento degli emendamenti dal
numero 300 al numero 458 con il parere contrario della Giunta.
Prego, Vicesegretario.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale)

NAPOLI Osvaldo
Chiedo scusa, sono Osvaldo Napoli, non ho sentito il mio cognome. Voto (parola
incomprensibile).

SICARI Francesco (Presidente)
Quindi 22.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
Presidente, 7 favorevoli, 22 contrari e 3 astenuti.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Quindi, per il verbale, con 32 Consiglieri votanti, 22 voti contrari, 7 voti
favorevoli, 3 voti astenuti, il Consiglio respinge gli emendamenti.

SICARI Francesco (Presidente)
Siamo adesso all'ultimo accorpamento degli emendamenti: dal numero 459 al
numero 467.
Prego, Vicepresidente Lavolta, ne ha facoltà per sei minuti.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Ma il voto favorevole del collega Napoli letto, combinato e disposto, direbbe qualcuno,
con la cronaca di queste ore che vedrebbe come candidato Sindaco una persona che, tra
l'altro stimo personalmente, rispetto per Enzo Ghigo, mi fa intravedere sullo sfondo una
restaurazione che fa il paio, diciamo, con la volontà di garantire che il Sistema Torino,
così veniva citato da qualcuno, in qualche modo stia già riprendendo nuova forma e da
questo punto di vista, ci tengo a contrapporre a questa restaurazione, un'idea che non mi
convince fino in fondo, però mi piacerebbe che facesse parte della riflessione politica
anche nel nostro territorio che riguarda il tema della partecip…, un tema attualissimo,
tra l'altro, che riguarda il tema del sostegno statale attraverso diversi istituti vecchi e
nuovi nell'ambito della partecipazione anche di soggetti ad oggi privati e faccio
riferimento naturalmente a, lo dico anche in modo strumentale un po', alla
nazionalizzazione di molte attività economiche di vendita in Francia, abbiamo letto che
la Francia sta nazionalizzando 10 mila negozi per salvare i centri cittadini dall’e-
commerce, perché dico che è attuale come discussione. Perché credo che, come
abbiamo avuto modo di apprezzare tutti quanti per la prima volta dalla seconda guerra
ad oggi, assisteremo nelle prossime settimane, nei prossimi mesi alla definizione di un
piano che è molte volte superiore al famoso piano Marshall, un'iniezione di liquidità
straordinaria che, come ho detto in premessa, rispetto alle discussioni di questa delibera
credo che caratterizzerà positivamente anche le casse comunali. Allora, se volessimo
per un attimo essere un po' onesti e attuali e non giocare solo alla contrapposizione, chi
c’era prima, chi c'è adesso forse dovremmo avere anche l'ardire di capire la fase storica
che stiamo vivendo e la fase storica che stiamo vivendo sarà caratterizzata da una fase
economica, sicuramente difficile per molte famiglie, ma che potrà laddove questo
Governo ci riuscirà, essere compensata da… e magari affrontata con un imponente
intervento dello Stato in favore del sistema finanziario. E questo è un dato che di per sé
positivo, anche se mi piacerebbe ci fosse poi e ci sarà spero un dettaglio di verse misure
e la capacità di queste misure di essere realmente efficaci da atterrare laddove
veramente ce n’è bisogno. È un finanziamento statale a fondo perduto garantito in
termini compensativi da una partecipazione non è una cosa da comunisti, è una cosa che
viene periziato anche dal sistema finanziario, anche dal settore bancario,
l'Amministratore delegato di Unicredit ha parlato nel corso di queste settimane più volte
della necessità di aiuti a fondo perduto e l'iniezione diretta di capitale. Bene, ma queste
iniezioni dirette così vengono definite, di capitale, nel momento in cui vedono il
beneficiare delle aziende private possono vedere lo stato azionista? Eh, beh questo è un
dibattito interessante che forse supera anche i miei (parola incomprensibile) ideologici,
se si avesse anche solo la pazienza per un attimo di affrontare la contemporaneità e di
comprendere che cosa sta per capitare, non solo nel nostro Paese, ma più in generale nel
nostro continente. Allora, se io leggo questa fase che stiamo vivendo e sulla quale si sta
impegnando il nostro Governo, quello che sosteniamo a maggioranza, credo, del
Consiglio Comunale e mi fermo un attimo, mi giro verso la delibera che l'Assessore
Rolando ci porta in Consiglio Comunale oggi, non solo vede una distanza siderale, ma
vedo un’assoluta sincronia tra quelli che sono i tempi che stiamo vivendo e un'idea che,
probabilmente oggi lo capisco meglio, fa più riferimento a quella restaurazione, a quella
visione che appartiene ad una generazione che, evidentemente, continua a caratterizzare
le scelte politiche di questo territorio che è trasversale, intendiamoci, perché la
generazione di Enzo Ghigo è una generazione, diciamo, che ha trovato il favor anche
coscritti di altre forze politiche e quindi non vorrei che in realtà più che leggere la
contemporaneità noi si stia in qualche modo tutti quanti accompagnando la
restaurazione.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Prego, Capogruppo Lo Russo ha facoltà per quattro minuti, di intervenire.

LO RUSSO Stefano
Cercando di individuare e dando anche… provando a nobilitare un po' la discussione
che stiamo cercando di fare, a me pare che il collega Lavolta, centri il punto, per quanto
riguarda una mancata elaborazione culturale che anche all'interno delle forze politiche
che, ahimè, transitoriamente sostengono questo Governo, di fatto viene a mancare e
questo è stato reso esponenzialmente evidente dall'esplosione del Covid. Anche la
discussione di questa sera, collega Lavolta, dimostra con chiarezza che la parte politica
che abbiamo dall'altra parte e cioè del Movimento 5 Stelle, è di fatto lacerata tra una
visione, diciamo così, ascrivibile ad Adam Smith nel turbo liberismo addirittura di
impostazione settecentesca e un ircocervo culturalmente poco definito tra socialismo,
comunismo e un po' di economia Keynesiana, che tendenzialmente a seconda
dell'interlocutore che ci troviamo davanti, emerge in tutta la sua franchezza. Ora, è
evidente che questo è un tema molto complesso, rapporto tra Stato-mercato e welfare
state e mi pare di poter dire che molte delle considerazioni che sono state anche qui
espresse in maniera estremamente autorevole, penso all'intervento del Consigliere
Napolitano, penso all'intervento del Consigliere Versaci, che hanno pienamente
evidenziato, se vogliamo, anche in termini culturalmente elevati questo tipo di
discussione, dimostra in maniera estremamente chiara, caro collega Lavolta, che ci
troviamo di fronte a un contraddizione di fondo, cioè l'incertezza che ha la forza politica
che governa la Città e ahinoi anche il Paese, rispetto a questi tipi di problematiche che,
ovviamente, sono storicizzate e storicizzabili che devono essere in qualche modo
definite e configurare quello che è il profilo culturale che teoricamente dovrebbe essere
ancora precedente a quello politico, è, ovviamente quello politico e poi quello che
diventa il contenitore politico, cioè la forma partito. A me pare che questa discussione
che abbiamo fatto questa sera su TRM, sulle farmacie, denoti con chiarezza che del
Movimento 5 Stelle dentro questa Maggioranza e per certi versi io riconosco l’onestà
intellettuale alla Sindaca, lei è assolutamente più vicino alle teorie di Adam Smith che a
quelle comuniste e socialiste di una parte della sua Maggioranza, è evidente che vi siano
quegli elementi contraddistinti che rendono contraddittoria l'azione politica. Noi oggi
l’abbiamo fatto in maniera forse talvolta un po' velenosa, talvolta un po' ironica,
abbiamo messo in evidenza che forse c'è un nodo cruciale di fondo che è quello che di
fatto impedisce anche ragionamenti prospettici a questa forza politica, che ha acquisito
un consenso elettorale oggettivamente basato sull'odio verso qualcuno, un’invidia
sociale, un rancore sociale e che ha coltivato quest'odio, questo rancore sociale che poi
una volta chiamata l'onere del Governo, alla prova il Governo mette in evidenza tutti i
limiti strutturali di una mancata elaborazione da questo punto di vista e, ovviamente, c'è
dentro tutto il contrario di tutto, abbiamo posizioni da statalizzazione massiccia e
posizioni turbo liberiste che, ovviamente, si scontrano tra di loro e di fatto quello che
producono è casino, è blocco, è mancata risposta a quelle che sono le esigenze della
società contemporanea, che invece richiederebbe, ed è questa l'impostazione che
certamente nella nostra discussione interna noi stiamo facendo, ma che sicuramente è un
tema che coinvolge anche molti altri partiti e che correttamente ricordava il collega
Napoli, separa nettamente le forze europeiste dalle forze sovraniste e dentro il
Movimento 5 Stelle anche rispetto alla collocazione internazionale, rispetto a questo
tipo di impostazione, c’è tutto il contrario di tutto è evidente che poi quando si trovano
all’onere del Governo è normale che finiscano in 97° posizione, in 104° posizione a
livello locale e che ovviamente poi a livello nazionale piantino i casini che piantano,
pensiamo ad esempio alla Azzolina come sta gestendo la partita delle scuole, cito questo
come (parola incomprensibile) ne avrei tanti altri. Quindi, purtroppo noi ci troviamo…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

LO RUSSO Stefano
… Ci troviamo di fronte a questa contraddizione. Loro voteranno, concludo Presidente,
la loro delibera, noi manterremo questi dubbi, il vero dramma è che questa Città, ahinoi,
ha perso quattro anni e purtroppo per noi, siccome, ce li dobbiamo tenere fino al
prossimo anno, ne perderà ancora uno.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Consigliera Grippo, quattro minuti.

GRIPPO Maria Grazia
Sì, grazie Presidente. Ma, ho a lungo riflettuto se fare un intervento o meno dopo aver
seguito, le assicuro attentamente, e volevo anche certificare ancora la mia presenza in
vita in questo Consiglio nonostante il dibattito a tratti estenuante, ma certamente è
molto, molto produttivo dal punto di vista della conoscenza e della presa di coscienza.
Io di conoscenza ho principalmente quella dei miei limiti e so per certo che nulla ho da
insegnare alla maggior parte delle colleghe e dei colleghi che sono intervenuti prima di
me, però ho cercato, davvero, di pormi all'ascolto delle ragioni che spingono la
Maggioranza a sostenere il provvedimento che sta per andare in votazione, sapendo che
è fin dai tempi di SAGAT e anche prima, la mia è un'impostazione completamente
diversa. Completamente diversa, ad esempio, nel ritenere e qui è già stato ricordato dal
mio Capogruppo in precedenza che l'avere partecipazioni minoritarie in società
pubbliche non è affatto inutile, dipende come questo, come questo si declina e però
debbo dire, Presidente, ho apprezzato di più che chi si è detto convinto che questa
partecipazione minoritaria sia del tutto inutile, mi è spiaciuto che non abbia
conseguentemente denunciato un’incapacità nel gestire qualche cosa che, peraltro, era
noto, era noto alla partenza, più invece mi ha spaventato chi e non sono stati pochi,
degli esponenti della Maggioranza ha detto di voler agire, di dover agire di nuovo per un
male necessario. Perché oggettivamente non è stato questo il modo di presentarsi
all'avvento della legislatura, mai abbiamo sentito parlare e lo dico rappresentando anche
solo una torinese, cioè io, però ci sarà qualcun altro che la pensa come me. Quindi la
necessità di un dubbio, di sentirsi dire: “guardate che nella più parte delle decisioni che
prenderemo, sceglieremo come opzione prioritaria quella del male necessario”, perché a
suon di male necessario si può, al massimo passare la nottata e il problema, se ne
vogliamo fare una questione di eredità è la preoccupazione che deve attanagliare
chiunque sarà, coloro che verranno domani, perché? Perché come ha già spiegato la
collega Patriarca, ottimamente il collega Lavolta e altrettanto il Capogruppo Lo Russo,
questa è una decisione che non è più reversibile, sono decisioni che non sono più
reversibili e nel momento in cui si sarà presa una decisione, effettivamente,
irreversibile, davvero chi erediterà l'Amministrazione nell'ormai prossimo futuro, si
troverà con una gatta da pelare che non sarà più di impostazione, ma di male necessario,
quindi. Non ho mai sperato nella possibilità che ci fosse un'inversione di rotta, ho
sperato che cadessero gli alibi e che ci fosse una capacità di auto valutarsi…
impossibilitati… forse devo concludere Presidente, concludo vedo che si è… le chiedo
scusa… come impossibilitati o incapaci di fare il meglio di così, perché in questo caso e
concludo davvero, Presidente, ci sarebbe stata l'opportunità da parte nostra comunque di
fornire una fattiva collaborazione che invece è impossibile oggi. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Consigliera Patriarca anche lei ha quattro minuti.

PATRIARCA Lorenza
Faccio un ultimo tentativo per… sperando in un ravvedimento, magari tardivo, ma
comunque che ci sia. È evidente che la situazione non… appunto, mi ricorda, appunto,
che in una Commissione, durante una V Commissione avevo ricordato, come proprio
dai proventi delle farmacie comunali venissero molti degli investimenti, che quel
Comune, gestito dal centrosinistra faceva sull’istruzione, avevo ricordato, come sempre
facciamo in quella Commissione quando si parla di scuola l’importanza di investire su
questo settore, un investimento che io non ho visto purtroppo, in questa
Amministrazione non so se e prima ci fosse e non ero coinvolta direttamente, è evidente
che però, la ragione per cui sono qua in Consiglio Comunale era proprio quello e l’ho
detto quando mi sono presentata per difendere le ragioni dei più piccoli. Ora, mi è stato
ricordato che così non era a Torino e non poteva essere, ma, ripeto, quando mi sono
presentata ho parlato di etica della responsabilità, etica della responsabilità significa
sicuramente far politica… come, diciamo, centro dell'agire politico significa agire
concretamente, ma mossi da dei valori, da dei valori riconosciuti e condivisi e mettendo
al centro la persona. Allora, mi pare che questa decisione, cioè questa decisione di
lasciare andare, sapendo come hanno ricordato i miei colleghi in precedenza che il
quadro dei finanziamenti, insomma, oramai sembra certo, dovrebbe essere molto
positivo nel prossimo futuro e che probabilmente non ci sarà bisogno nell'immediato di
questa iniezione di liquidità che dovrebbe derivare dalla vendita dell'ultimo pezzo e
dalla rinuncia del controllo alle farmacie comunali. Quindi, io mi chiedo è possibile che
si ritorni a ragionare sui valori, sui sogni, sulle prospettive anziché su altro? Ecco, allora
io credo che questa scelta di abbandono della propria seconda mano, riprendendo la
parabola del falegname che ho evocato prima, sia un po' un abbandono di quello che è
un sogno che per qualche verso poteva essere utile. Quindi, io richiamo la necessità,
sicuramente, di fare delle scelte di investimenti diversi, per quanto mi riguarda
sicuramente molto di più di quanto venga fatto sul nulla che viene fatto ora per le fasce
dei più piccoli e sicuramente per le fasce deboli e ripeto, rispetto alla presenza delle
farmacie comunali ne avrebbero sicuramente un giovamento. Quindi, spero, spero e
faccio un ultimo appello ai colleghi, perché si rifletta su questo aspetto, sulla necessità
di non lasciar perdere. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Io al momento non ho altri iscritti. Possiamo allora procedere con la
votazione dell'accorpamento degli emendamenti dal numero 459 al numero 467, parere
contrario della Giunta. Prego, Segretario Generale possiamo procedere con l'appello
nominale.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
Presidente, 4 favorevoli, 21 contrari e 2 astenuti.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Quindi, con 27 Consiglieri votanti, 21 voti contrari, 4 voti favorevoli e
2 voti astenuti, il Consiglio non approva gli emendamenti.
Abbiamo finito quelli che sono tutti gli accorpamenti.

SICARI Francesco (Presidente)
E siamo adesso, nel caso volesse, al momento della replica da parte della Giunta.

ROLANDO Sergio
Niente da dire, grazie Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio, Assessore Rolando. Passiamo quindi alle dichiarazioni di voto da parte dei
Gruppi Consiliari e ho già iscritto il Vicepresidente Lavolta, che può intervenire per un
tempo di dieci minuti, prego.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Ma ne userò meno e lascerò al mio Capogruppo i minuti rimanenti. A me dispiace che
l'Assessore Rolando non abbia nulla da dire…

SICARI Francesco (Presidente)
La interrompo subito, a meno che non siano dichiarazioni differenti, la dichiarazione di
voto è unica.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Questo non lo possiamo sapere. Ad ogni modo mi dispiace che l'Assessore Rolando non
abbia nulla da dire, non ha nulla da dire a noi, non ha nulla da dire ai lavoratori che il
13 giugno gli avevano chiesto un incontro, evidentemente, non ha avuto il tempo,
perché preso da altre priorità, ma questo sicuramente rappresenta una grandissima
differenza rispetto all'approccio che questa Amministrazione ha sempre avuto in casi
come questo e può piacere, a me non piace, ma questa differenza di approccio è stato
uno degli elementi che ha condizionato anche la nostra postura, la mia personale rispetto
a questo provvedimento. In secondo luogo mi dispiace che non abbia nulla da dire,
rispetto alle tante domande che abbiamo fatto dopo due Commissioni Consiliari e un
dibattito in Consiglio Comunale, ancora nessuno è stato in grado di dirci, se è così come
a valle della ricognizione e non potrebbe essere altrimenti questa deliberazione deriva
da una ricognizione, quindi da una lettura politica delle società partecipate dal perimetro
della Città di Torino ai sensi del Testo Unico delle società partecipate o se come alcuni
colleghi Consiglieri ci hanno più volte spiegato, questa è una scelta per fare cassa. Nel
primo caso è sbagliato, perché ci sono degli elementi esimenti che sfilano alla
ricognizione le società d’interesse generale, soprattutto quelle che garantiscono dei
servizi pubblici, se il tema è fare cassa, ne prendo atto, dico soltanto che ci sono altri
modi per fare cassa e che nel momento storico che stiamo vivendo c'eravamo tutti
quanti sforzati di chiedere al Governo un intervento straordinario e siccome questo
intervento straordinario ci sarà, motivo in più per trovare altri modi per recuperare
risorse. Mi dispiace che l’Assessore Rolando non abbia nulla da dire rispetto
all’aggiornamento al valore reale, oggi come diceva la collega Grippo, come ha
riportato la collega Patriarca, il collega Lo Russo, si è superata l'asticella, è un'asticella
grossa, per questo che io la chiamerei la barra, si è superata la barra e questa barra e
questa delibera barra in qualche modo, produce, inevitabilmente, il fatto che non si
possa più tornare indietro. La collega lo ha detto pochi minuti fa, la differenza rispetto
al passato, lo sappiano i colleghi che stanno per votare con la mano destra questa
delibera, che questo processo è irreversibile, mentre avrebbe potuto,
un'Amministrazione, soprattutto se è caratterizzata da una visione strategica, da una
caratterizzazione utile in termini di visione della gestione delle società partecipate,
avrebbe potuto comportarsi in tanti altri modi non c'è uno straccio di pianificazione, di
strategia, di definizione di priorità, non c'è nessun aggancio valoriale, non c'è nulla
nell’approcciare il tema società partecipate. Sono considerate nel modo più bocconiano
del termine, delle società, sono…, non sono strumenti considerati strumenti o
articolazioni della Pubblica Amministrazione, non sono degne, queste nostre società
partecipate di un indirizzo politico, chiaro, riconoscibile. Le pulsioni alle privatizzazioni
sono un topos, un luogo comune della Pubblica Amministrazione, con il collega Lo
Russo e gli altri, in più di una circostanza abbiamo assunto posizioni, certo scomode
alla politica, ma soprattutto scomode a chi spingeva per privatizzare, non lo sanno i
colleghi presenti in Consiglio Comunale, ma vi fu un momento storico in cui si voleva
privatizzare GTT e fu proprio un posizionamento politico, non ho bisogno di
rivendicare appartenenze, fu un posizionamento politico ad evitare quella
privatizzazione, perché si riconosceva il valore dell'interesse pubblico di quel servizio e
oggi noi ribadiamo il valore pubblico dello stesso, lo stesso valore pubblico per un altro
servizio. Lo ripeto, ci piacerebbe che l'Amministrazione valutasse quanti farmaci
equivalenti si sono venduti nelle nostre farmacie al posto di quelli di marca, quante
volte è stato consigliato ed è consigliato ai clienti di non eccedere con l'abuso dei
farmaci, quante volte è stata misurata gratuitamente la pressione alle persone anziane, ci
piacerebbe che si riflettesse sulla localizzazione, perché la scelta di quelle… della
localizzazione delle farmacie comunali non era una scelta caratterizzata da un indirizzo
economico finanziario, ma era una scelta utile a soddisfare i principi di prossimità, di
capillarità e di distribuzione omogenea sul territorio. Domani, da domani qualunque
nuova apertura o qualunque chiusura sarà condizionata solo ed esclusivamente dai
criteri di redditività, la redditività con la delibera barra di oggi diventa il principio
ispiratore della Pubblica Amministrazione a Torino, della Città di Torino. Con questa
delibera dismettendo la residua quota del 20% non si esercita nessun indirizzo politico,
ma di fatto si avvia un processo irreversibile al quale non si potrà, dal quale non si potrà
retrocedere. Mi dispiace, che se ne macchino, diciamo, di questa scelta alcuni colleghi,
la cui stima, ovviamente, nei confronti dei quali rimane immutata, ma che perdono
sicuramente di credibilità nel momento in cui fanno esattamente quello che io non avrei
mai pensato facesse un'Amministrazione del genere, basata su presupposti che erano
tutt'altri all'inizio di questo mandato e ancor prima nella retorica preelettorale. Sono
particolarmente dispiaciuto del fatto che le farmacie comunali non avranno da adesso in
poi la possibilità di aiutare i meno abbienti, perché non ci sarà, se non calati dall'alto e
non per una scelta di marketing studiata a tavolino, non ci sarà nessuna scelta orientata
in questo senso, mi dispiace che il Consiglio Comunale non avrà più nessun ruolo
nell’orientare o condizionare o interpellare i farmacisti della Società Farmacie Comunali
di Torino e se lo farà, lo farà con maggior difficoltà rispetto a quella che ha già
incontrato, già palesato un Consigliere di Maggioranza durante la giornata di oggi
nell'occasione di una Commissione Consiliare, capisco il suo imbarazzo, sappia che il
suo imbarazzo sarà ancora maggiore nel prossimo futuro dopo questo voto. Qualunque
scelta di riduzione della quota pubblica è sempre stata accompagnata da un'innovazione
che garantisse comunque un equilibrio, che tendesse comunque a garantire uno sforzo
utile finalizzato al controllo pubblico, la carta di qualità dei servizi nacque in un
dibattito con queste caratteristiche. La necessità di dotarsi della 231 nacque nel 2008
durante un dibattito di questa…, con le stesse caratteristiche di oggi, il piano di
sorveglianza sanitaria fu presupposto per riflettere sulla gestione di TRM e su tutto
quello che avrebbe potuto essere in relazione alla società, con la società IREN o a tutti
gli altri che avrebbero potuto manifestare un proprio interesse. Da tutti i dibattiti che
hanno sempre visto, ripeto, il coinvolgimento almeno dei lavoratori e laddove si è
potuto anche un dibattito più pubblico, è nato qualcosa, dal dibattito di oggi non è nato
nulla. È nata, perché si è riproposta con la stessa strumentalità una contrapposizione
sterile, inutile che di certo non ha fatto fare dei passi in avanti a questa
Amministrazione. Non possiamo quindi che dispiacerci del fatto che la tutela generale
della salute, l'interesse pubblico perdono ulteriore valore all'interno della nostra
Amministrazione e io ci tengo che rimanga a verbale, che questa scelta irreversibile con
questa delibera barra, con questa delibera asticella in qualche modo segna e segnerà
profondamente, io credo, il futuro e la percezione di questa Amministrazione,
soprattutto per chi ci osserva, forse un po’ incuriosito, forse un po’ stupefatto o forse
anche un po’ scocciato, in un dibattito che è vero, è stato surreale, ma perlomeno in
alcuni tratti abbiamo cercato di qualificare con argomentazioni che potessero essere,
spero, comprensibili e intellegibili ai più. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Adesso ho il Capogruppo Artesio, prego ne ha facoltà.

ARTESIO Eleonora
Grazie. Proprio per accompagnare e motivare gli interventi che ho realizzato in questa
discussione in Aula e in Commissione, ho cercato di ripercorrere tutti gli atti di questo
Consiglio Comunale, in modo particolare dal momento in cui il Comune di Torino
decise di mantenere la prevalenza del capitale pubblico nel 51%, ma di consentire la
possibilità attraverso una gara ad evidenza pubblica una partecipazione del privato, sia
pure in quota minoritaria. In quella discussione, ho potuto verificare che una delibera
della Giunta presentata a febbraio del 2008 è arrivata all'approvazione del Consiglio a
luglio dello stesso anno, forse qualcuno potrà sorridere e magari imputare alla
Maggioranza di allora il fatto di non essere così autorevole o se ritenete autoritaria da
riuscire a condurre e governare la discussione. In realtà quella pure all'interno di una
società a maggioranza pubblica fu una acuta, attenta, accesa partecipata discussione e
collaborazione da parte di tutti i Consiglieri, per arrivare a determinare in una maniera
più puntuale tutti gli elementi di relazione tra il soggetto pubblico e il soggetto privato,
in nome di quella che veniva chiamata coesione sociale, affinché gli interessi generali
diventassero elemento prevalente cui concorrere nella differenza delle partecipazioni e
dei ruoli, ma soprattutto venissero tutelate il più possibile le garanzie della popolazione
di riferimento e anche le funzioni del Comune che, come non mi sono stancata di
ripetere in questa settimana e mezzo, perché a questo si è ridotta la nostra discussione,
continua a essere una prerogativa che è solo del Comune. Quindi, io riprendo alcuni
degli argomenti che già in allora qualche collega, colleghi che in Maggioranza si
astennero, avevano espresso con una lucidità e anche con una onestà intellettuale, che io
giudico ammirevole e che francamente mi piacerebbe riuscire nel mio comportamento a
mantenere e ritrovare nella discussione che svolgiamo. Intanto, il primo argomento è
questo: questa vicenda di totale cessione della partecipazione pubblica è un’operazione
politicamente arretrata. È un’operazione politicamente arretrata, perché siamo in un
contesto, come ho detto in premessa, nel quale non stiamo valutando quali siano i
competitor che riescono a fornire le migliori garanzie in un quadro nel quale il pubblico
si limiterà a determinare gli obiettivi e a garantire il perseguimento di quegli obiettivi di
interesse generale. Qui siamo in un contesto nel quale il pubblico, che era l'unica
alternativa di gestione alla gestione privata, rinuncia alla propria facoltà. Quindi anche
in una logica meramente liberale, anche in un… meramente dal mio punto di vista, per
carità non è una sottovalutazione della cultura politica, anche in una logica liberale,
questa operazione è un'operazione di carattere arretrato. In una logica, quale quella di
tutela dei beni comuni, di valorizzazione della funzione pubblica, di modalità di
compartecipazione agli interessi generali, lo è per ragioni ovvie che non sto più qui a
ripetere. Questa operazione è, oltre che arretrata, non necessariamente vantaggiosa,
perché è un’operazione che avendo in campo da parte dell'Amministrazione Comunale
alcuni elementi certi di valorizzazione del proprio ruolo, a cominciare da quello del
canone di concessione per 99 anni, non ci consente oggi, nel momento in cui votiamo,
come Consigliere Comunale, la comprensione di quali saranno le garanzie di
mantenimento nel tempo e quali modalità rispetto a un interesse temporaneo, quello
della possibilità di un’entrata in relazione all'acquisto delle quote a seguito della gara,
avrà rilevanza rispetto ad un'entrata costante che nel tempo abbiamo potuto ricevere, in
funzione dell’essere titolari della procedura di concessione. È un’operazione, quindi
arretrata, non necessariamente vantaggiosa certamente rinunciataria, devo dire che non
mi era mai ancora accaduto, di vedere invertito e chiedo scusa della banalità con la
quale cercherò di spiegare la mia valutazione, quello che è un ragionamento come dire,
di grandissima ovvietà, quasi lapalissiano: “piuttosto che niente, meglio piuttosto”, qui
ci siamo sentiti teorizzare anziché “piuttosto” “meglio niente”. Che noi qui ci siamo
sentiti dire che poiché comunque i patti parasociali comportano una fortissima
negoziazione con i soggetti privati che nel tempo hanno acquisito la maggioranza per le
operazioni che avevo richiamato, poiché comunque la funzione operativa e quindi i
ruoli dell'amministratore delegato sono prevalenti, in ogni caso, serenamente si può
rinunciare alla nomina del Presidente, perché comunque non avremmo l'autorevolezza
di orientare nelle direzioni desiderabili per l'Ente Pubblico, comunque, comunque,
comunque, comunque rinunciamo. Quindi dal mio punto di vista, questa operazione non
è giustificabile nemmeno abbandonando l'approccio che io invece considero
fondamentale e necessario, quando si parla di questo tipo di servizi che continuo a
ribadire, sono dei presidi, perché lo dice la legge, non perché lo dice la Consigliera di
Torino in Comune, perché lo dice la legge, sono presidi di tutela della salute e l'Ente
Pubblico ha delle puntuali responsabilità sulla tutela della salute. Dal punto di vista
della evoluzione di questa deliberazione che ha come oggetto, è vero la modifica dello
Statuto, necessaria ad avviare la procedura di dismissione del 20% ancora detenuto dal
Comune, io devo dire che mi interrogo, se a fronte dello scarso dibattito con il quale
abbiamo accompagnato la deliberazione dalle Commissioni al Consiglio, scarso perché
ci voleva l’approfondimento che ho cercato di richiedere con gli emendamenti, al di là
di numero di ore che abbiamo dedicato oggi e che probabilmente hanno pesato e hanno
infastidito, quegli approfondimenti sarebbero stati necessari, avremo anche un eguale
scarso dibattito relativamente ad alcune clausole e passaggi che nella deliberazione sono
richiamati, perché, purché, “purché”, dice la di deliberazione vengano concordate e si
arrivi a determinazione su tutti gli strumenti di concessione”. Allora io voglio vedere,
voglio sapere come pubblicamente il Comune di Torino ci racconterà, attraverso la voce
della Giunta e attraverso la voce della Maggioranza, quali evoluzioni avverranno nella
concessione del servizio, quali evoluzioni avverranno nel contratto di servizio, perché
non ci si potrà più accontentare del fatto che, se oggi è difficile da socio di minoranza,
domani sarà impossibile, visto che ci avete spiegato per tutto il corso della giornata che
le tutele di carattere generale non verranno comunque meno. Quindi, io non posso che
rammaricarmi profondamente della modalità con la quale si è arrivati a questa
determinazione e questa volta, devo dire, sarà molto difficile raccontare la parabola che
ho nominato ripercorrendo la storia di questi ultimi vent'anni, quando da una gestione
diretta si è passati da una società tutta pubblica, poi a una società a maggioranza
pubblica, poi a una società minoranza pubblica e adesso ad una società senza pubblico.
Quindi, da questo punto di vista, mi sembra che l’operazione sia severamente criticabile
e certamente il mio voto è convintamente contrario.

SICARI Francesco (Presidente)
Adesso ho la Vicecapogruppo Pollicino. Prego ne ha facoltà.

POLLICINO Marina
Grazie, Presidente. Nel dibattito tenutosi finora, è stato citato continuamente, quasi fino
allo sfinime… allo svenimento, il PD, evidenziando il fatto che in passato avesse
avviato un processo di dismissioni che però, ora arriva al suo esito finale, ma ciò che a
noi adesso importa è che una Giunta accettata più che indicata da una forza monocolore,
abbia fatto un'inversione a “u” su alcuni temi identitari, appiattendosi su una linea
liberista, anzi come l’ho definita più volte cripto-liberista, perché celata, che in
precedenza, a parole era avversata e lo dimostra proprio il voto, forse poco convinto,
dell’attuale Sindaca, nella precedente consiliatura, quando il no era di moda, noi non
abbiamo cambiato idea e ci opponiamo nettamente a quest'atto. Quanto poi al prosaico,
“me ne frego” che è più volte risuonato in streaming sui fatali colli torinesi, mi sa che
qualche esponente affetto da labirintite politica e non intimamente insidiato da una
cultura raffinata, l’avrà derivato da qualche filastrocca orecchiata dalla Regione
subalpina. Il Gruppo Misto, i Consiglieri Curatella, Montalbano e Pollicino, ribadisce il
suo voto contrario e di ciò me ne fregio. Ci tengo a specificare che la Consigliera
Scanderebech ha già espresso la sua intenzione di votare in dissenso al Gruppo. Grazie,
Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego Capogruppo Tresso, ha dieci minuti.

TRESSO Francesco
Sì, grazie Presidente. Io ribadisco quanto avevo già espresso nel mio precedente
intervento, cioè sul fatto che oggi votiamo una delibera, che di fatto conferma
un’assenza di una politica e di una strategia sulle partecipate. Ne prendiamo atto, di un
percorso che era già stato ampiamente intuito nel corso di questi anni, ma che man
mano ha continuato a stupire per la mancanza di una visione di regia, di gestione su
quello che è il discorso delle partecipate. Di fatto prevale e questo la dice lunga, la
mentalità del ragioniere, cioè di quello che deve cedere, vendere un pezzettino alla volta
per riuscire poi a far quadrare il Bilancio. Alcuni che mi hanno preceduto hanno parlato
di altre fasi della vita politica di questa Città in cui i dibattiti sono stati (parola
incomprensibile) molto più ampi, molto più articolati in cui sono state prese in
considerazione delle scelte anche più drastiche, quali per esempio la vendita di GTT, di
una società che quindi gestisce un servizio essenziale, un servizio pubblico, ma io avessi
visto almeno un coraggio di fare delle scelte nette, che andassero in una direzione,
magari per sanare alcune partecipate e cederne completamente altre, ma almeno ci
sarebbe stata una scelta politica alla base di questo nel dire: “Questo è un servizio che
vogliamo presidiare, questo è servizio che possiamo esternalizzare”. Qui invece la regia
è completamente stocastica, lasciata al caso e vista la funzione di volta in volta di quello
che serve per riuscire a chiudere il ragionamento del momento, riuscire a chiudere il
Bilancio del momento. Anche sul Bilancio di un anno come questo, peraltro potranno
essere fatti dei ragionamenti un pochino più di respiro, di orizzonte, cercare di capire
qual era la situazione reale, invece, si va a cedere ancora una volta un pezzettino senza
che ci sia una votazione sensata su quello che è il vero significato di alcune partecipate
per la Città. (incomprensibile) contesto che queste (incomprensibile) rivestono per la
Città stessa. Mi sembra che anche gli argomenti che oggi sono stati riportati dal Gruppo
di Maggioranza, non hanno supportato delle scelte alla base, tantomeno
l'Amministrazione, la Sindaca Appendino non si è espressa, eppure lei ha la delega alle
partecipate, l’Assessore Rolando ci ha fatto un ragionamento molto attento, ma di fatto
non ha dato alcun elemento di tipo politico e questa è proprio un po’ la mancanza, no, la
carenza che oggi riscontriamo, la mancanza di una politica alla base. Non aggiungo
molto altro, perché è già stato detto tanto e ahimè forse anche troppo, perché di poco si
è parlato sui contenuti mentre, invece, molto è stato detto dal punto di vista delle scelte
e delle contrapposizioni partitiche. Ribadisco, a me spiace che si perdano delle
occasioni, che non ci sia da parte della Maggioranza anche la volontà di approfondire
debitamente dei temi che sono comunque importati. Io ho una visione concettualmente
proprio diversa da quello che dice o un… cioè un Governo della società, quindi è
interamente pubblica ed è a maggioranza pubblica, oppure non ha senso (parola
incomprensibile) la partecipazione pubblico-privato, io penso che sia un discorso, tra
l’altro obsoleto, anacronistico, non è più questa la visione, oggi bisogna, invece, riuscire
a creare delle condizioni di Governo misto, ma in cui il pubblico ha una parte
fondamentale nella partecipazione, proprio perché deve esprimere quella che è una
volontà politica dell’Amministrazione, di un ente locale e bisogna necessariamente far
conto con questo tipo di modalità, che invece non vuole essere affrontata,
evidentemente, viene alienata con una facilità che è anche un po' impressionante, perché
anche questa compattezza di visione da parte di tutti i Consigliere della Maggioranza
stupisce un poco, perché dà poi, ovviamente… io sono convinto che ognuno vota
secondo la propria buona fede e avrà fatto dei propri personali approfondimenti, però mi
stupisce che ci sia (parola incomprensibile) con una simile rapidità di giudizio e che
forse nessuno si ponga almeno il problema di voler approfondire in maniera un pochino
più esaustiva, quelle che sono le problematiche (parola incomprensibile). Penso che si
sia abbastanza compreso che per tutte le ragioni che ho espresso il mio voto sarà
negativo.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio, Capogruppo Tresso. Io non ho altre richieste di intervento in merito alle
dichiarazioni di voto. Considerato che nessuno ha chiesto l’intervento direi che allora
possiamo procedere alla votazione della deliberazione. Chiedo al Segretario di
procedere con la votazione tramite appello nominale. Grazie.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale).

SICARI Francesco (Presidente)
Segretario, il Capogruppo Magliano comunica in chat il proprio voto contrario.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
Visto.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
Allora, 22 favorevoli, 12 contrari e 2 astenuti.

SICARI Francesco (Presidente)
Okay. Quindi, con 36 Consiglieri votanti, 12 voti contrari, 22 voti favorevoli e 2 voti
astenuti, il Consiglio Comunale approva la deliberazione.

SICARI Francesco (Presidente)
Darei lo stesso esito per l'immediata eseguibilità dell'atto a meno di contrari palesate.

LO RUSSO Stefano
Il contrario è Lo Russo. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Perfetto. Allora, mettiamo in votazione l’immediata eseguibilità dell’atto. Possiamo
procedere in tal senso con l’appello nominale. Prego, Vicesegretario.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
Presidente, Magliano è di nuovo contrario?

SICARI Francesco (Presidente)
Sì, ha scritto nuovamente contrario.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
21 favorevoli, 12 contrari e 2 astenuti.

SICARI Francesco (Presidente)
Per il verbale, con 35 Consiglieri votanti, 12 voti contrari, 2 voti astenuti e 21 voti
a favore, il Consiglio concede l'immediata eseguibilità.
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