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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 6 Luglio 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 22
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2020-01258
MISURE DI ATTUAZIONE DELLE DECISIONI ASSUNTE IN MATERIA DI ALIENAZIONE DI PARTECIPAZIONI COMUNALI. AUTORIZZAZIONE ALLE MODIFICHE STATUTARIE NECESSARIE DELLE SOCIET? "TRM S.P.A." E "FARMACIE COMUNALI TORINO S.P.A.".
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie, Presidente. Intervengo su questo corpo di emendamenti, perché all’interno di
questa sessione, in particolare tra l’emendamento 114 e l’emendamento 153, erano
contenuti tutti i riferimenti di merito e, a mio modo di vedere, di perfezionamento e di
garanzia che avevo cercato di introdurre all’interno della proposta di deliberazione. Mi
soffermerò soltanto su alcuni di questi anche per essere, mi auguro, più chiara rispetto a
Colleghi del Consiglio che hanno, evidentemente, equivocato o non completamente
assunto i riferimenti che io svolgevo nella dichiarazione generale. Intanto, voglio
ricordare che l’emendamento 137 fa riferimento alla valorizzazione del canone di
concessione. Come detto, non casualmente in capo all’Ente pubblico è la concessione
dell’attività, che il Comune aveva valutato nell’anno 2000 in un valore di 80 miliardi di
lire dell’epoca e diluito in 99 anni, con una progressiva restituzione di questo debito
verso il Comune che produce, ogni anno, un’entrata da parte del Comune. Nel 2015, che
è l’ultimo dato che ho acquisito, era di 1 milione e 17 mila euro. Quindi, la mia
preoccupazione era di procedere, nelle modifiche che vengono indotte in questa
deliberazione, con alcuni elementi di certezza anche sugli aspetti economici. Invece,
tutti gli altri emendamenti fanno esattamente riferimento a quelle modalità, dal
Contratto di Servizio al Piano quinquennale di gestione, che riguardano l’esercizio della
responsabilità di tutela pubblica del Comune nei confronti dei servizi e delle Farmacie
che sono considerati presidi di salute pubblica. Mi dispiace sottolineare che, quando ho
ascoltato alcuni degli interventi, forse non è chiarissimo quanto il Comune dovrà
svolgere, se, come sono convinti i Colleghi di Maggioranza, attraverso la moral suasion,
dovrà, comunque, e sarà comunque capace di garantire le stesse funzioni di vigilanza
che garantisce oggi.
Cosa sottolineo? Sottolineo che tutti quei criteri, che vanno dalle garanzie di
dislocazione, uno dei temi: la capillarità anche in zone economicamente non
vantaggiose, forse proseguire in una logica che trasferisce farmacie in quartieri più
periferici o meno popolati o con minore capacità di spese, da quei quartieri ai centri
commerciali, come è accaduto, non è una condizione di tutela dell’equità di accesso a
questi servizi, oppure, si è fatta ironia sulla questione del costo dei prodotti, ma certo,
infatti la norma cosa dice, in rapporto alle Farmacie a gestione pubblica? Il buon
andamento dell’amministrazione della farmacia, in rapporto al miglior interesse del
paziente-cliente, compreso l’orientamento su quei farmaci da consiglio, che non sono
quelli da prescrizione medica, che non sono quelli su cui è imposto il preziario dalle
industrie farmaceutiche. Lo dico per i colleghi che ironizzavano sul fatto che qualche
Consigliere è incompetente e in quanto incompetente dice cose imperfette. Oppure,
ancora, mi è spiaciuto ascoltare una certa banalizzazione della salute pubblica e di
un’eventuale esagerazione da parte di chi sosteneva che esiste, comunque, una
responsabilità del Comune, esercitata anche attraverso questi presidi, di tutela della
salute pubblica, perché in uno degli emendamenti io chiedo…, poiché lo Statuto,
all’articolo 23, dice: “In ogni caso, il socio pubblico Comune di Torino, in qualità di
titolare della proprietà delle licenze delle Farmacie, garantisce il perseguimento
dell’interesse pubblico della tutela della salute”, allora, non è la Consigliera Artesio su
cui si può fare ironia, è l’articolo 23 dello Statuto delle Farmacie attuali che dice che il
Comune, in quanto socio pubblico, garantisce il perseguimento della tutela della salute.
La mia domanda, da emendamento, era: con quali integrazioni il Comune intende
garantire la tutela della salute pubblica con una nuova configurazione che può andare a
modificare lo Statuto? Le mie domande nel Piano quinquennale e nel Contratto di
Servizio erano tutte in questa direzione, sapendo che l’emendamento 144 faceva
riferimento ai compiti di monitoraggio, che il Comune svolge. La mia domanda era
quindi: se il Comune non sarà più socio, ancorché di Minoranza, come svolgerà i
compiti di monitoraggio? Come si vede, mi sembra che le questioni non fossero né
disinformate, perché fondate tutte sui contenuti testuali della normativa in essere e degli
atti preesistenti e tutti volti a inserire negli atti futuri gli stessi elementi di garanzia che,
mi si dice, in nome della responsabilità comunque istituzionale, saranno in ogni caso
perseguiti.

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