Interventi |
LAVOLTA Enzo Ci ricorda i tempi, Presidente? LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Grazie, Presidente. Devo dire che la discussione è stata interessante. Mi dispiaccio solo del fatto che non sia stata data ancora una volta risposta alle domande che abbiamo posto e i Colleghi di Maggioranza abbiano, invece, preferito, probabilmente perché non avevano le risposte o non sono state a loro fornite, hanno preferito avviare una tenzone con le Amministrazioni precedenti. Sono dispiaciuto del fatto che il Collega Napolitano abbia chiesto a suo figlio quanto fa 100 meno 80, ma non abbia spiegato a suo figlio perché oggi lui vota di vendere il 20%, perché non lo ha detto a noi, e spero che almeno a lui lo abbia detto, a noi non l’ha spiegato. Sarebbe stato utile sentire la motivazione nel merito, ovviamente, perché dire che si vende il 20%, perché è una quota residuale, vuol dire, innanzitutto, ammettere che non si è capaci di garantire un indirizzo politico con quel 20%. È chiaro che, a proposito di indirizzo politico, parlando di TRM, se la prima cosa che fa, in virtù della quota minoritaria, il Presidente che nomina l’attuale Maggioranza in TRM a suo tempo, è definire il termovalorizzatore un biscottificio, è chiaro che, probabilmente, l’indirizzo politico che mi sarei aspettato non era tanto quello di ridimensionare o ridefinire le caratteristiche tecnico-impiantistiche dell’impianto di gestione dei rifiuti, quanto, piuttosto, ad esempio, magari garantire delle attenzioni sul piano di sorveglianza sanitaria. Perché, io ci tengo a dirlo ai Colleghi, le dismissioni di quote, avvenute in passato, sono sempre seguite ad una discussione ampia che hanno visto il coinvolgimento dei lavoratori; gli operatori che sono intervenuti oggi furono coinvolti sia nel 2008 e sia nel 2014, questa è una grandissima differenza, rispetto al passato e, ad esempio, prima di vendere le quote del termovalorizzatore, si decise di affrontare, definire, garantire un piano di sorveglianza sanitaria, perché si riconosceva un interesse generale che era l’interesse alla salute dei cittadini, rispetto a dei dubbi che, a vario titolo, venivano espressi, dubbi tutti legittimi, intendiamoci, ma che, proprio perché legittimi, avevano bisogno di risposte. Quindi, la principale differenza che io vedo, rispetto al passato, in questa dicotomia stucchevole - e che fa bene il Collega Napoli, su cui tornerò, a invitarci a maggior prudenza -, in questa dicotomia, però, manca una cosa che caratterizzava i due momenti rappresentati in questo dibattito, a tratti scomposto oggi, che in un caso c’era un dibattito, un confronto, una discussione e c’erano dei piani, potevano non piacere quei piani, potevano non piacere quegli atti di indirizzo, poteva non piacere quella politica di indirizzo, ma un indirizzo politico c’era, qui, noi, tornando al Collega Napoli, abbiamo una retorica di Sinistra e delle politiche di Destra, senza neanche troppo entrare, però, nel merito perché è uno sforzo che evidentemente non è richiesto. E non è un caso che il Collega Napoli voterà a favore e magari qualche altro Consigliere voterà contro o si asterrà, perché è esattamente così: laddove non si esercita un indirizzo politico, ci si accontenta di dire che si è troppo deboli. È come quando, tra due pugili, sul ring, uno è particolarmente colpito da pugni ripetutamente, si preferisce scendere dal ring perché si dice che è troppo forte l’avversario, si rinuncia. Cioè io lo capisco, io leggo nelle parole dei Colleghi, tutti, una rinuncia, una rinuncia anche un po’ triste, mi permetto di dire, perché, se il Collega Mensio ci dice che lui, fin da subito, sempre, ha ribadito che l’acqua pubblica l’avrebbe visto battersi fino in fondo, e allora non si è accorto che, per la prima volta nella storia di IREN - che gestisce l’acqua pubblica per due milioni e mezzo di abitanti -, lui la partecipazione pubblica l’ha fatta scendere sotto il 51%. Allora, a me non interessa evidenziare le contraddizioni, perché quelle meglio di me le rappresentano la Collega Montalbano e gli altri Consiglieri che sono intervenuti prima di me e che conoscono meglio di me il Movimento 5 Stelle torinese, a me interessa sottolineare quello che diceva la Collega Artesio e cioè che si continua a non rispondere ad una domanda, e io non ho timore di essere smentito da questo punto di vista - sarà per quello che non ho fatto particolare carriera -, ma io l’ho sempre detto, tutte le volte che sono intervenuto nelle sedi proprie, che bisognava garantire una partecipazione pubblica e che, nell’ambito della rimodulazione della partecipazione pubblica, comunque, questo principio si dovesse garantire e l’ho fatto sempre, l’ho fatto sempre. Quindi, mi dispiace che il gioco sia semplicemente quello di ribaltare responsabilità o individuare responsabilità altrui. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Mi piacerebbe, però, che questa sede, questo dibattito e queste discussioni ci aiutassero a capire qual è l’impostazione politica di quest’Amministrazione. Riprendo dopo, Presidente. |