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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 6 Luglio 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 22
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2020-01258
MISURE DI ATTUAZIONE DELLE DECISIONI ASSUNTE IN MATERIA DI ALIENAZIONE DI PARTECIPAZIONI COMUNALI. AUTORIZZAZIONE ALLE MODIFICHE STATUTARIE NECESSARIE DELLE SOCIET? "TRM S.P.A." E "FARMACIE COMUNALI TORINO S.P.A.".
Interventi
MALANCA Roberto
Grazie Presidente. Io sono tra il divertito e l’esterrefatto, non so non so come spiegare
questo tipo di sentimento perché ho sentito parlare di superficialità e di fretta nel
prendere questa decisione, ho sentito un appello a riconsiderare bene tutto, ma dopo
aver sentito una descrizione di scenari in maniera assolutamente sbagliata da persone
impreparate, da persone che non hanno neanche letto le delibere che sono passate,
questo non vale ovviamente per tutti, perché sicuramente ci sono persone che hanno,
magari mettendo in evidenza solo alcune questioni e non altre, dato qual è il quadro
della situazione. Sicuramente imperversa in questo dibattito un’enorme confusione, ho
sentito parlare di persone, alcune cose le ha messe evidenza il collega Fornari, ma si è
parlato che viene dismesso un servizio, quando poi dopo è stato detto da altre persone,
giustamente, che esiste un contratto di servizio che scade nel 2099. Si è detto, si è
parlato di eroi, perché stiamo parlando di dismissione di una quota insignificante di un
capitale sociale, non si è parlato di una dismissione di un servizio, né tantomeno di
conseguenze per i dipendenti. Forse non tutti ricorderanno che questa società
inizialmente, è stato fatto un minimo di storia dalla Consigliera Artesio, questa società
proviene dalla scissione di una società che aveva insieme i servizi delle farmacie e
quelli cimiteriali e con l'occasione della scissione e della trasformazione in S.p.A. poi
nel 2008 si passò a quella che era il 51% in quota comune e al 49% in quote private. Ma
il vero vulnus che ha creato questa situazione, che ha creato le premesse per cui diventi
ininfluente ai fini del controllo della società il 20% residuo, è stato proprio l'atto 2014 in
cui alcuni Consiglieri qui presenti, uno in particolare faceva, l’ha addirittura firmato in
quanto Giunta nel 2014, in cui non soltanto si è ceduto il 31%, quindi lasciando in mano
al Comune una quota risibile del capitale sociale, una quota con cui il Comune non può
fare nulla, non può modificare lo Statuto, non può agire, non può votare atti che non
siano graditi alla Maggioranza privata. Ma magari fosse stato fatto solo quello, in realtà
è stato cambiato ben altro in questa società, è stato ammesso per esempio l'ingresso di
soci come persone fisiche, a Statuto, è stato ammesso l'attività di questa società,
introducendo quello che è il commercio all'ingrosso di farmaci e mi si venga a dire qual
è il vantaggio per i cittadini torinesi che questa società possa fare il commercio
all'ingrosso e la rappresentanza verso altre farmacie di grandi multinazionali del
farmaco. Io non lo vedo tutto questo interesse verso i cittadini in questo tipo di
trasformazione. Dirò di più, il 20% garantisce una cosa al Comune, ancora oggi, fino
alla cessione, e cioè la responsabilità solidale in eventuali mal gestioni di questa azienda
S.p.A. Ci si dice come si potrà garantire l'effettuazione di questo servizio secondo i
grandi vantaggi che avrebbero i cittadini torinesi dalle Farmacie Comunali, che non
hanno dalle farmacie private? A parte il fatto che questi vantaggi non li vede nessuno
nell'applicare nella realtà e nella pratica, ma quei pochi vantaggi che ci sono, sono tutti,
a partire dalla carta dei servizi in avanti, sono tutti garantiti da un contratto, un contratto
che prevede anche delle penali ben precise, prevede 500 euro di penale se una farmacia
non apre nella giornata, 200 euro se non osserva l'orario di servizio. Per la mancata
consegna di farmaci entro 48 ore prevede 500 euro di penale. Allora queste applicazioni
di queste penali sono previste dal contratto di servizio che scade, come dicevamo, nel
2099, quindi non sono conseguenza del 20% nella quota proprietaria della Città di
questa società. Io credo che non ci siano parole per definire la confusione che oggi viene
fatta tra quello che è un contratto tra due enti, un Ente Pubblico e una società di fatto
privata e privatizzata da persone che oggi gridano allo scandalo, e una società che può
fare commercio all'ingrosso, e una società che può ammettere al suo interno persone
fisiche, come soci, come padroni della società, chiaro e quello che invece è quel 20% di
partecipazioni in questa società e dirò di più, un 20% lasciato dopo il 31% che è stato
venduto, lasciato devo dire in condizioni assolutamente vergognose, perché se andiamo
a vedere quali sono state le facilitazioni economiche e finanziarie di cui hanno goduto i
privati che hanno acquisito il 31%, che cosa è stata la lettera di garanzie che il Comune
aveva dato per consentire a queste aziende che hanno comprato quella quota di poter
pagare il Comune stesso, quindi delle cose veramente inconcepibili con quella che è la
normale gestione economica e finanziaria pulita di una società. Tutte queste cose qui
sono assolutamente ignorate, dimenticate e lasciate perdere. È stato detto: oggi si deve
fare una cosa diversa, non parliamo del passato. Bene, allora propongano un modo per
tornare in possesso di questa società, se ritengono che sia veramente fondamentale.
Propongano un modo per trovare il denaro da offrire a questi privati per uscire, per
togliere il commercio all'ingrosso, per togliere la possibilità che ci siano soci fisici, ma
forse non si può, e già, col 20% queste cose non si possono fare. Mi spiace, ma questa è
la ratio che c'è dietro al vulnus che è successo sei anni fa e oggi ci troviamo a discutere
dei cocci, ma i cocci non li vuole nessuno, nemmeno quelli che li hanno fatti. Grazie.

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