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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 6 Luglio 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 22
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2020-01258
MISURE DI ATTUAZIONE DELLE DECISIONI ASSUNTE IN MATERIA DI ALIENAZIONE DI PARTECIPAZIONI COMUNALI. AUTORIZZAZIONE ALLE MODIFICHE STATUTARIE NECESSARIE DELLE SOCIET? "TRM S.P.A." E "FARMACIE COMUNALI TORINO S.P.A.".
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo adesso con il nostro Ordine dei Lavori, siamo al punto 7, la proposta di
deliberazione: meccanografico 202001258/064 presentata dalla Sindaca Appendino e
dall’Assessore Rolando, che ha come oggetto:

“Misure di attuazione delle decisioni assunte in materia di alienazione di
partecipazioni comunali. Autorizzazione alle modifiche statutarie necessarie delle
società TRM S.p.A. e Farmacie Comunali Torino S.p.A.”

SICARI Francesco (Presidente)
Sono stati presentati 467 emendamenti, di cui 63 della Consigliera Artesio, 404 del
Vicepresidente Lavolta, che verranno messi in votazione successivamente con il
prospetto dell’accorpamento, in quanto è passata la mozione di accorpamento che
abbiamo appena votato. Ricordo che sulla delibera in questione, come da regolamento e
come da Statuto, i tempi di intervento sono raddoppiati, e quindi essendo stata fatta già
l’illustrazione durante la seduta di lunedì scorso, apriamo quella che è la discussione nel
merito della deliberazione.
Inizio con l’intervento del Vicepresidente Lavolta, che quindi ne ha facoltà; ricordo, un
componente per Gruppo ha a disposizione 20 minuti, tutti gli altri componenti dei
Gruppi hanno a disposizione 5 minuti per gli interventi. Prego, Vicepresidente Lavolta.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie, Presidente. L’attività di dispensazione al dettaglio dei medicinali costituisce un
elemento essenziale del Servizio Sanitario Nazionale nel nostro Paese; a definirlo è in
particolare una legge del 1978 che definisce la cosiddetta “assistenza farmaceutica”
specificando che l’Unità Sanitaria Locale eroga all’assistenza farmaceutica attraverso le
farmacie di cui sono titolari enti pubblici e le farmacie di cui sono titolari i privati. I
cittadini, che sono nello specifico assistiti, possono ottenere dalle farmacie, sia quelle i
cui titolari sono enti pubblici, sia quelle i cui titolari sono privati, su presentazione di
ricetta compilata dal medico curante, la fornitura di preparati galenici, e poi dirò il
perché questa sottolineatura, che tra l’altro mi ha fatto piacere essere stata richiamata in
corso di audizione pochi minuti fa da parte di alcuni operatori del settore e alcuni
farmacisti.
A disciplinare questo servizio, quindi, e a definirlo nella sua forma di tutela di interesse
pubblico e tutela generale sanitaria, si è, a più riprese, espressa la Corte Costituzionale,
che ha affermato chiaramente che il servizio gestito dalle farmacie è preordinato al fine
di assicurare un’adeguata distribuzione dei farmaci, costituendo parte della più vasta
organizzazione predisposta alla tutela della salute con una sentenza del 2007, che
abbiamo già condiviso nel corso di una discussione già avuta; è già stato specificato più
volte, si è richiamato più volte che si tratta di un autentico sevizio pubblico, e questo è
pacifico, a dispetto di quello che l’Assessore Rolando ci ha detto già nel 2017, nel
momento in cui si andava a svolgere una ricognizione delle nostre società partecipate, e
questo suo tratto caratterizzante - cioè quello dell’autentico servizio pubblico - è stato
ripetutamente constatato dalla Giurisprudenza, sia quella ordinaria e sia quella
amministrativa. C’è una sentenza, se non ricordo male del 1983, è la 312, che definisce,
ad esempio, che i farmacisti a prescindere dalla qualificazione del regime concessorio
autorizzativo cui sono sottoposte le farmacie, svolgono indubbiamente un servizio
pubblico di interesse; ce n’è poi un’altra, più recente, del 2006, che dice che sotto il
profilo funzionale i farmacisti sono concessionari di un servizio pubblico, bene. Alcune
di queste motivazioni hanno indotto alcuni colleghi della Maggioranza a non
preoccuparsi di quello che sarà il futuro delle farmacie comunali perché, a detta loro,
sarà sufficiente rivedere il contratto di servizio per garantire il soddisfacimento di questi
obiettivi di carattere generale. Al che, ci siamo permessi di suggerire, prima di
dismettere il 20% delle quote della società Farmacie Comunali Torino S.p.A., magari di
premurarci di modificare quel contratto di servizio, che sarà più difficile da modificare
in una fase successiva. Oggi, con questa delibera, il Consiglio comunale, in particolare
la sua Maggioranza, decide di non studiare - perché non è stato approfondito a
sufficienza, a contrario di quanto si diceva - l’impatto di una delibera che a tutti gli
effetti rinuncia al controllo di un servizio finalizzato alla tutela generale della salute e a
garanzia di un interesse pubblico; il Consiglio comunale, e nello specifico l’attuale
Maggioranza, decide oggi di far finta di nulla di fronte al fatto che il 9 giugno scorso,
non qualche giorno fa come diceva il collega Curatella, ma il 9 giugno scorso, la Giunta
ha pubblicato un bando che invita soggetti privati ad acquisire il 20% del capitale
sociale residuo detenuto dalla Città di Torino nella società Farmacie Comunali Torino
S.p.A., e lo fa senza che sia stata data ancora ad oggi risposta ad alcune domande,
perché non è vero che è stato fatto un approfondimento, approfondimento è quando
viene sottoposta una domanda e viene data una risposta; quali, alcune di queste
domande, avremo tempo per elencarle tutte, ne cito solo tre, la prima: vi è stata una
variazione del valore delle quote societarie stimate in fase di ricognizione quando
parlavamo della legge Madia nel 2017 rispetto all’attuale valutazione? Qual è il valore
in sintesi di queste quote, visto che sappiamo che le farmacie continuano a produrre utili
ma la redditività delle stesse è calato? A questa domanda non è stata data risposta, e la
risposta è importante perché il valore che noi individuiamo, abbiamo individuato in fase
di ricognizione probabilmente è molto più basso oggi rispetto a quello del 2017, e
questo porterebbe ad arrecare un danno economico. Ma siccome noi non vorremmo
neanche vendere quel 20%, abbiamo fatto altre domande, e abbiamo chiesto: il
presupposto del bando, cioè la ricerca di un soggetto privato che quindi prevede, da
questo punto di vista, la svendita del 20%, è la legge che ce lo impone, cioè la
ricognizione ex Madia, ex Testo Unico delle società partecipate, o è la necessità di
recuperare risorse? Questa domanda l’abbiamo posta ancora venerdì scorso in un
secondo approfondimento della delibera e l’Assessore a questa domanda non ha ancora
risposto. La domanda è semplice: l’Amministrazione della Città di Torino si muove su
questo percorso perché glielo sta chiedendo la legge o per scelta esplicita politica?
Perché se lo sta chiedendo la legge, abbiamo già detto che in realtà ci sono degli
elementi esimenti, in particolare il fatto che offra un servizio di interesse generale per
cui non lo dobbiamo considerare, non dobbiamo considerare la società Farmacie
Comunali Torino S.p.A. in una delle società che la Madia ci chiede, per cui ci chiede di
dismettere delle quote; se invece la scelta è politica, sarebbe stato opportuno che invece
l’Assessore, in modo molto esplicito, ci dicesse che la scelta deriva dal reperire risorse.
Allora io mi chiedo da questo punto di vista: ma se l’obiettivo è reperire risorse, che
cosa abbiamo chiesto a fare al Governo, all’unanimità, di venirci incontro rispetto alle
difficoltà economiche del Comune di Torino? Sappiamo che il Governo sta impegnando
delle risorse per far fronte alle difficoltà economiche dei Comuni e noi non aspettiamo
che il Governo ci dia una risposta, pur sapendo informalmente che queste risorse
verranno distribuite sui Comuni, ma procediamo speditamente e senza porci ulteriori
domande alla dismissione di un servizio pubblico. Terza domanda: ma in tutto questo,
sono stati mai incontrati gli operatori sanitari, cioè quelli che fino a qualche settimana fa
anche in molti post, venivano definiti come “eroi” nell’emergenza Covid? Questi “eroi”
non meritavano neanche di essere incontrati? A questa domanda non ci è stata data
risposta, la risposta ci è stata data direttamente dagli operatori sanitari che qualche
minuto fa abbiamo incontrato in una segretissima Conferenza dei Capigruppo, e questi
operatori sanitari definiti “eroi” qualche settimana fa oggi ci dicono che non sono mai
stati coinvolti dall’Amministrazione, che a loro non è mai stato chiesto un parere, che
con loro non c’è mai stato un confronto, e che a loro sarebbe piaciuto un esame
congiunto per sottoporre all’attenzione dell’Amministrazione, ad esempio, le
caratteristiche che li distinguono dalle farmacie private, e ne cito tre, perché anche qui
non si è voluto studiare; alcuni colleghi hanno detto che non cambia nulla e che le
farmacie private sono uguali alle farmacie comunali, bene. Le farmacie pubbliche
(comunali) hanno una carta di qualità dei servizi che le farmacie private non hanno; le
farmacie comunali garantiscono il servizio notturno, se mia figlia si fa male di notte e io
ho bisogno di un farmaco urgente, io posso accedere a un servizio che viene garantito
dalle farmacie comunali, perché? Perché nella nostra città le farmacie private non lo
garantiscono, perché? Perché probabilmente è diseconomico, perché le farmacie private
sono ispirate a principi che non sono esattamente quelli che dovrebbero - non sempre
perlomeno - non dovrebbero in termini prevalenti essere ispirati alle farmacie comunali.
I preparati galenici, a cui facevo riferimento prima, distinguono le farmacie comunali
dalle farmacie private, e avremo tempo più tardi per andare avanti.
Allora, io dico, e la faccio breve: perché l’Amministrazione ha avuto, il 9 giugno scorso,
una..., ha voluto imprimere un’accelerazione rispetto ad una riflessione che era
fotografata al 2017, rispetto alla quale avevamo già mosso dubbi e perplessità e sui
quali dubbi e sulle quali perplessità l’Amministrazione non aveva voluto prestare
attenzione? Perché poche settimane fa, in particolare, dicevo, il 9 giugno scorso,
l’Amministrazione ha voluto, senza far tesoro di un indirizzo politico che non ha voluto
esprimere durante l’emergenza sanitaria, ha voluto a tutti i costi pubblicare un bando,
senza coinvolgere il Consiglio comunale, a questo punto senza coinvolgere gli operatori
sanitari che fino a qualche giorno fa però descriveva retoricamente come degli “eroi”,
perché questa accelerazione? Vi è stata un’indicazione o una sollecitazione esplicita da
parte di qualche privato? Vi è qualche indicazione per cui, ad esempio la riduzione, del
valore economico di quelle quote societarie è diventato più interessante per qualche
società privata?
Vede, collega Mensio, che è intervenuto in Commissione consiliare dicendo che non
cambierà nulla con la concessione, lo chieda al Ministro Toninelli se è più facile
controllare una società pubblica, come ad esempio Autostrade, con la sola concessione,
o se è più facile controllare quella società con una partecipazione pubblica e la
concessione? Allora, sono tanti gli elementi che ci portano e hanno indotto me a
presentare degli emendamenti “ostruzionistici”, lo dico senza infingimenti, io sono
fermamente contrario al fatto che si passi da un rapporto societario che, ancorché in
Minoranza, garantisce un controllo pubblico a un rapporto concessorio, e lo dico anche
perché non esprimere un indirizzo politico perché negli ultimi quattro anni questa
Amministrazione ha rinunciato ad esprimere un indirizzo politico all’interno delle
Farmacie Comunali, non vuol dire che viene meno il ruolo pubblico di quella
partecipazione pubblica. Se io ho una bicicletta e non la utilizzo, non vuol dire che
quella bicicletta è automaticamente inutile, sono io che la sto trascurando e ne sto
trascurando l’utilità; da questo punto di vista quindi io insisto e chiedo per l’ennesima
volta che si facciano due cose: che si sospenda questa delibera, che si ascoltino le
motivazioni valide dei lavoratori, degli operatori che abbiamo sentito pochi minuti fa, e
che si proceda prima di qualunque ulteriore scelta ad una revisione generale, visto che
ormai l’Amministrazione di questo punto di vista non ci vuol sentire, rispetto al
contratto di servizio, in modo tale che l’art.32 della Costituzione non venga stropicciato
da questo approccio approssimativo e sbrigativo dell’Amministrazione comunale, e che
vi sia una riflessione ampia, più ampia dello sterile dibattito privo, se non di
strumentalità, e di retorica e di accuse reciproche rispetto a posizioni partitiche, no, che
invece si recuperi questo dibattito con una discussione ampia, all’altezza diciamo delle
sfide che questo servizio garantisce sul nostro territorio e, dal mio punto di vista,
dovrebbe continuare a garantire. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Adesso lascio la parola alla Capogruppo Artesio. Prego, ne ha facoltà.

ARTESIO Eleonora
Grazie. Questo delle Farmacie Comunali Torino S.p.A. è un caso di scuola, e poiché,
almeno per quel che mi riguarda, a scuola io cerco di apprendere, ho studiato e
ripercorso le tappe di questa vicenda e vorrei riproporle all’attenzione del pensiero mio
e soprattutto dei colleghi, anche se, ho ascoltato, si sono ritenuti già sufficientemente
convinti, in senso opposto al mio, dalle conversazioni intercorse in Commissione.
Quindi lo farò almeno a beneficio del verbale.
La questione dell’interesse pubblico e della funzione di pubblica utilità delle farmacie è
stata ampiamente sottolineata dal collega Lavolta, non è quindi casuale che il Comune
sia titolare della concessione, non è casuale che il Sindaco pro tempore di un Comune
sia chiamato agli interessi generali di tutela della salute della popolazione e di
eguaglianza delle opportunità nell’accesso alla tutela della salute. Sui principi quindi
non intervengo ulteriormente, ed era in ragione di questi principi che il Comune e i
Comuni gestivano direttamente in economia le farmacie, le Farmacie Comunali, di cui
vorremmo conservare memoria e competenza non soltanto nelle insegne. C’è
un’evoluzione da questa gestione in economia alla gestione in azienda speciale, secondo
la logica della flessibilità dei meccanismi di gestione tipici dei modelli aziendali che
pervadeva gli anni ’90 e gli anni 2000, e che ha portato nel 2000 a costituire una Società
per Azioni a capitale pubblico - a capitale pubblico - nel corso della quale costituzione,
anche con il concorso di una valutazione del decentramento che all’epoca seguivo come
responsabilità, aveva anche individuato quali fossero i livelli essenziali di distribuzione
di questi servizi nei diversi quartieri, era anche pervenuto ad un’operazione di cessione
ma nella salvaguardia della distribuzione territoriale che garantisse il principio di
capillarità in ragione di quello dell’eguaglianza di accesso.
Quel capitale pubblico resse fino al 2008, quando si costituì Farmacie Comunali Torino
S.p.A. con il 51% di capitale pubblico: il 51% al Comune, il 49% tra Farmagestioni e
Unioncoop. E questo sicuramente è già un elemento di evoluzione, l’introduzione della
partecipazione privata, sulla quale dovremmo riflettere, perché anche il pensiero
liberale, quello più rigoroso, quello più netto, quando ragiona di concorrenza
difficilmente riesce ad immaginare un principio di concorrenza dove i competitor sono
soltanto due, perché quali erano gli interlocutori alternativi alla gestione privata delle
farmacie? Solo le farmacie pubbliche. Non esistono dimensioni di competizione in
nome dell’efficienza, per usare gli argomenti del pensiero liberale, in cui uno dei due
competitor (voci sovrapposte), ed è invece quello che sta succedendo, cioè noi stiamo
passando da una situazione in cui il modello di distribuzione di servizio vedeva, fino al
2008, i due soggetti presenti in quel comparto, uno con la Maggioranza in ragione del
suo ruolo di concessionario e di tutore, garante degli interessi generali, e l’altro - quello
privato - da quel modello passiamo nel 2014 ad un modello in cui il Comune cede
ulteriori quote e riserva per sé solo il 20% con un nuovo ingresso di un altro socio
privato, Unifarma Distribuzione, e oggi, questa sera, in questo Consiglio, siamo
chiamati a rinunciare anche a quella quota del 20% attraverso delle modifiche di Statuto
che vengono prescritte all’interno della deliberazione.
Ora, mi si dirà, come mi si è detto in Commissione: “E certo, la privatizzazione non è
iniziata ora con la delibera di questo mandato amministrativo, è iniziata nel 2014”, o
addirittura, come mi è stato detto dal Presidente di Farmacie Comunali Torino S.p.A. “Il
vero processo di privatizzazione era cominciato nel 2008, quando il Comune decise di
coinvolgere nell’assetto societario, sia pure in funzione di minoranza, le organizzazioni
private”, e così scrive Farmacie Comunali Torino S.p.A., vantandola, peraltro, come
appunto l’elemento di agibilità, di flessibilità di gestione aziendale, quel passaggio del
2008. Ora, la lezione che io traggo da questo caso di scuola è quello per il quale si parte
prevedendo una società di capitale pubblico, e così funziona per qualche anno, si
procede prevedendo una maggioranza di capitale pubblico, e così funziona per qualche
anno, e poi si finisce con la dismissione della partecipazione pubblica.
Allora, se questo è il caso di scuola, io mi domando come facciano delle formazioni
politiche che giustamente, e in questo hanno tutto il mio supporto, chiedono di
convertire la natura giuridica di gestori privati di beni comuni e di farla tornare ad una
natura giuridica a totale partecipazione pubblica, possano su questo caso, che riguarda la
tutela della salute, essere così sereni nel dismettere completamente qualunque
partecipazione nella gestione di un servizio pubblico essenziale. Ma mi si dirà, come mi
si è detto in Commissione: “Ma mica stiamo parlando, proprio perché questo era un
settore che dal punto di vista economico aveva solo due competitor - le farmacie private
e le farmacie comunali -, non si può applicare un ragionamento tout court privato versus
pubblico o pubblico versus privato, perché comunque in questo comparto intervengono
solo soggetti che privatamente svolgono l’attività di esercizio delle farmacie, che per
missione, che per professione, che per deontologia perseguono gli stessi fini di interesse
generale, benissimo. Tra 10 anni vedremo se le partecipazioni in una società che non è
più pubblica, che è privata magari non deciderà di investire qualche soggetto con
interessi meramente finanziari, o con altri tipi di interessi rispetto all’erogazione dei
farmaci, alle misure di prevenzione della salute, agli interventi di domiciliazione dei
farmaci e delle prestazioni, agli indirizzi della popolazione verso il farmaco più
opportuno - quello da banco e quello più economico - tutti principi scritti all’interno del
nostro Statuto e delle regole, magari soggetti che già oggi presenti all’interno del
capitale societario acquisiscono, legittimamente, nelle loro attività imprenditoriali dei
rami d’azienda di altri comparti, magari quelli della protesica, potrebbero essere
interessati a mutare la natura prevalente dell’erogazione delle Farmacie Comunali.
Quindi, questo caso dovrebbe servirci da lezione per introdurre tutta una serie di
anticorpi per le situazioni nelle quali l’interesse pubblico dovrebbe essere prevalente.
Ma questi anticorpi questa discussione non li ha voluti introdurre, non ha voluto
nemmeno considerare le palesi contraddizioni che sussisteranno tra l’essere meramente
concessionario in rapporto agli elementi di garanzia che ora erano introdotti nello
Statuto, e che rilevavano ed enfatizzavano la funzione pubblica dell’Ente Locale; non si
è voluto, ragionando sugli emendamenti, nemmeno badare all’interesse economico, l’ho
detto prima, guardate che la valorizzazione delle quote è scritta in un modo nello
Statuto, è scritta in un altro modo nella delibera di indirizzo generale del 2019, ed è
peraltro non risolta la questione degli aspetti statutari nell’avviso pubblico; per cui noi
non sappiamo nemmeno con un avviso pubblico che anticipa la delibera, in esecuzione
di un indirizzo generale delle partecipate dell’anno scorso, se poi interverranno dei
contenziosi successivi perché magari gli elementi statutari non corrispondono alle
aspettative dei concorrenti in quella determinata gara.
Quindi, da questo punto di vista, io credo che si stia veramente tradendo un principio
comportamentale di tutela dei beni comuni che a me è caro, ma che ho sentito
proclamare anche da questa Maggioranza. E concludo su una questione di metodo: ogni
qualvolta vengo a proporre questi elementi, mi sento dire: “La questione è cominciata
prima”, la questione è cominciata prima? Non evidentemente con una mia
compartecipazione, già questo dovrebbe comportare una risposta alle mie obiezioni che
non è avvenuta; ma a parte questo aspetto, ma anche se la questione è cominciata prima,
oggi siamo chiamati a contenere e a ridurre le conseguenze di una questione cominciata
prima, non essendo inevitabili queste conseguenze, essendo evitabili, non cedendo
questo 20%. Ma ancora, voglio usare una metafora che so che è particolarmente irritante
per qualche Consigliere, e la metafora è la seguente: se i cittadini e le cittadine di Torino
ci hanno consegnato un veicolo con il quale noi abbiamo agevolmente guidato nel loro
interesse verso le loro direzioni per un certo numero di anni, e poi abbiamo cominciato a
dire: “Vendiamo gli specchietti retrovisori”, che fra l’altro guardare indietro magari ci
servirebbe ad imparare e a prevenire, ma questo è già troppo sofisticato; “Vendiamo gli
specchietti retrovisori”, ma tanto continuo a usare il veicolo; e poi venderemo un po’ le
gomme, ma tanto continuo a usare il veicolo, in nome delle cittadine e dei cittadini; e
poi vendo la batteria, piuttosto che i raggi delle ruote, a seconda del veicolo che vorrete
immaginare; e poi alla fine che me ne faccio della scocca e del telaio? Vendo tutto. Ed è
quello che stiamo facendo. Se poi si vuole dire che la colpa di aver ceduto il veicolo sia
quella di chi ha venduto gli specchietti retrovisori, liberi di fare questo tipo di
argomento e la democrazia, quella autentica, quella dei cittadini che esprimono poi nel
voto la loro opinione vi dirà se è stato un argomento convincente; personalmente, io non
ne sono convinta, soprattutto non sono convinta di un Comune che mi dice: “Rinuncio a
co-guidare anche in co-partecipazione perché tanto io regolo il Codice della Strada;
tanto io, titolare della concessione, sarò sempre in grado di garantire, di valutare, se nel
caso sanzionare”, salvo che a oggi nessuno ci sta dicendo né nello Statuto, né nel
contratto dei servizi, né nella carta di qualità come saranno introdotti questi elementi di
garanzia, e nessuno ci sta dicendo come quella cessione per 99 anni del canone di
concessione, cioè quelle licenze di esercizio per il quale il pubblico, e solo il pubblico,
può dire ad altri di esercitare funzioni di interesse generale e che oggi produce una
restituzione annuale pro quota al Comune di Torino, continui ad essere salvaguardato.
Insomma, quest’operazione mi pare un’operazione in sé profondamente sbagliata, nella
logica generale delle politiche con le quali il Comune rivendica per sé, in quanto
rappresentanza dei cittadini, la tutela degli interessi generali profondamente
contraddittoria, ed è questa la ragione per la quale io mi ostino a riproporre gli
argomenti che ho già sottolineato in Commissione, sperando in un ripensamento della
Giunta e della Maggioranza, e in una ricerca di tutti, almeno di tutti gli approfondimenti
su questioni che ho cercato di rappresentare e che mi paiono rilevanti. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Capogruppo Artesio. Adesso è iscritta la Consigliera Amore. Prego, ne ha
facoltà.

AMORE Monica
Grazie, Presidente Sicari. Allora, sulla vendita del rimanente 20% delle società
Farmacie Comunali Torino S.p.A. vorrei dire che il provvedimento fa parte di quella
serie di vendite che la Città appunto propone al Consiglio comunale perché
partecipazioni azionarie che non consentono di influenzare, in un senso o in un altro, il
servizio erogato, e perché con il ricavato di quella vendita il Comune potrebbe
aggiustare i conti del bilancio o fare investimenti utili che ora non si possono fare per
mancanza di fondi. Le farmacie sono sia di proprietà privata e sia pubblica; quelle di
proprietà pubblica sono ora di una società mista che fino al 2014 era del Comune, e
questo ci terrei a precisarlo. Poi è passata per l’80% a soci privati; con il 20%
rimanente, il Comune non decide più niente, non era così fino al 2014 quando la Città
aveva la proprietà della società appunto delle Farmacie Comunali Torino, ma
l’Amministrazione di allora, la stessa che oggi si oppone alla vendita di quel che
rimane, decise che la società dovesse passare dal controllo pubblico al controllo privato,
riservando al pubblico un ruolo marginale per Statuto, infatti il Comune che cosa fa?
nomina il Presidente, ma chi decide tutto? Sono: l’assemblea dei soci, dove di nuovo il
Comune partecipa con una piccola quota di minoranza; il Consiglio di
Amministrazione, dove sono in maggioranza i soci privati; e l’Amministratore
Delegato, nominato sempre dalla maggioranza dei soci che sono privati. In cambio di
questa partecipazione, ormai più che... io la definirei “simbolica”, la Città comunque
potrebbe incassare una cifra - se non erro - vicina a 15 milioni di euro che
permetterebbero di tappare i buchi di bilancio ereditati appunto dalle Amministrazioni
precedenti, e con gli avanzi dare linfa a progetti non simbolici ma significativi per i
cittadini, che aspettano di essere finanziati e che sono invece fermi per mancanza di
disponibilità finanziarie.
Detto questo, vorrei precisare sul contratto di servizio, che ci sono sia le autorizzazioni
diciamo commerciali, rilasciate appunto dal Sindaco a tutte le farmacie private, quindi
ogni 3.300 abitanti, dopo un bando regionale, o appunto in proprietà della società mista
FCT, e questa è una parte; poi ci sono le concessioni di gestione delle farmacie, ma solo
per quelle che sono di proprietà della società mista; queste hanno una concessione e un
contratto di servizio dove la società può effettivamente indirizzare la gestione, però può
scriverlo o modificarlo sempre il socio di maggioranza, il socio di minoranza può
proporlo, poi però si mette ai voti e se non piace alla maggioranza - cioè al socio privato
- decide come vuole, idem sulla carta di qualità dei servizi. Quindi c’è una distinzione
tra autorizzazione e concessione di servizio. Infine, dico che quest’ultima vale solo per
le farmacie di proprietà del Comune, di cui però ora è proprietaria una società in cui il
Comune non decide perché non ha i voti di maggioranza. Contratto di servizio e carta di
qualità dei servizi poi possono essere sempre modificati dal Comune, tanto dentro
quanto fuori dalla società con un protocollo di intesa, una convenzione, quindi tutto
questo nulla lo vieta, ma esercitando poteri di influenza e di persuasione, che sono
simili a quelli che gli rimangono ora come socio di minoranza. Quindi io la cosa che
voglio precisare, perché poi diventa veramente nauseante e diventa veramente..., è
veramente avvilente anche, che bisogna smetterla di girare la frittata ogni volta, perché
ad ogni azione c’è una conseguenza. In passato sono state fatte delle scelte, oggi ci
troviamo con una realtà diversa e bisogna affrontare quelle scelte con purtroppo alle
volte anche scelte impopolari, ma bisogna farlo e voglio ribadire che noi stiamo
cercando di risanare i conti di questo benedetto Comune. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliera Amore. Adesso ho iscritta la Consigliera Patriarca. Prego, ne
ha facoltà.

PATRIARCA Lorenza
Grazie, Presidente. Io mi unisco a quanto già stato sottolineato dal collega Lavolta nel
suo intervento, e mi chiedo il perché si agisca con la fretta su un tema così importante
come quello delle Farmacie Comunali. Una fretta che purtroppo abbiamo già visto
recentemente rispetto alla scelta di commissariamento del Teatro Regio, una scelta che è
sconsigliata, io ricordo la massima popolare che dice: “La gatta frettolosa fa i gattini
ciechi”, e mi sento di ripeterlo perché il tema appunto è un tema troppo importante per
potersi permettere di sbagliare. Purtroppo, appunto, le Farmacie Comunali - ci tengo a
ricordarlo - le Farmacie Comunali, l’hanno già detto i miei colleghi, hanno una missione
pubblica prevalente e un’attenzione particolare alle fasce deboli, forniscono dei servizi
che le farmacie private non forniscono, hanno una funzione di calmiere sui prezzi e,
ripeto, il dire che... come ho sentito raccontare dalla Consigliera Amore, come
probabilmente le hanno raccontato, che la presenza del Comune con il 20% delle quote
e con la nomina del Presidente e dell’Amministratore Delegato è un ruolo marginale e
irrilevante, è, ribadisco, un errore, e invece è vero esattamente il contrario, e di questi
tempi dopo aver vissuto un periodo di emergenza sanitaria che purtroppo non si è
interrotto, intervenire con una tale leggerezza, fretta e superficialità su un tema che
rischia, ripeto, di sottrarre ai cittadini un servizio di estrema importanza, proprio fatto
con questa leggerezza, con questa fretta e con questa superficialità da una forza politica
che per altri versi, per altri settori sbandiera la necessità di intervenire per rendere
pubbliche delle società che a loro dire sarebbero invece privati, e ora in questo caso
invece si affretta a liquidare un bene importante per la città e così significativo per i
cittadini mi sembra veramente una cosa totalmente incoerente. Attenzione, dico...
concludo richiamando questo fatto, attenzione perché non si può, in questo caso,
procedere come si fa per esempio con le fermate degli autobus che vengono soppresse e
poi ripristinate, non si può procedere in questo caso per tentativi ed errori, perché
l’errore non si può correggere, in questo caso non si può tornare indietro.
È per questa ragione che mi sento di chiedere anche io di fare un po’ più... di riflettere,
lo dico ai Consiglieri perché è vero che hanno una maggioranza per cui se continuano a
votare con questa mancanza, di indipendenza se si vuole, con questo essere schierati a
seconda del caso in un senso o nell’altro, non c’è nessuna possibilità che noi si riesca a
farli ravvedere su un errore, ripeto, gravissimo e su cui non si può ritornare.

SICARI Francesco (Presidente)
Ho iscritto la Vicecapogruppo Pollicino. Prego, ne ha facoltà per venti minuti, prego.

POLLICINO Marina
Grazie, Presidente. Sarò abbastanza breve. Nel mio intervento io prenderò a prestito le
parole dei lavoratori, anche a costo di ripetere qualcosa che è già stata detta dal
Vicepresidente Lavolta, i lavoratori che sono poi i cittadini che hanno una maggiore
consapevolezza della situazione in oggetto: i lavoratori attraverso le loro organizzazioni
sindacali hanno evidenziato l’importanza politica della valenza sociale delle farmacie
comunali, farmacie che fanno i turni di notte, che preparano i farmaci galenici, hanno
anche sottolineato come le farmacie comunali producano utili e a maggior ragione non
vadano liquidate. Ve l’immaginate Michéle Rubirola, neosindaca di Marsiglia, che ha
appena vinto un ballottaggio senza doversi appoggiare ai voti della destra, lei che si è
formata come medico nelle periferie della sua città si mettesse a liquidare i servizi
sanitari municipali? Ma a Torino si può fare, perché adesso emerge per l’ennesima volta
che l’appoggio al ballottaggio della destra alla Sindaca introduceva dei percorsi
obbligati sulla linea del criptoliberismo. Così, dopo SAGAT, IREN, inceneritore, è la
volta delle Farmacie. Il Comune è in liquidazione, non con il mio voto, però. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Vicecapogruppo. Adesso ho iscritto il Consigliere Fornari. Prego, ne ha
facoltà.

FORNARI Antonio
Sì, grazie Presidente. Io mi ricollego alla frase di una collega che è intervenuta prima
che ha detto: “L’errore non si può correggere”, e in parte sono d’accordo perché
obiettivamente nel 2014, quando gli ex Assessori che ora sono Consiglieri comunali
dello stesso Gruppo consiliare della Consigliera che è intervenuta prima e che ha detto
appunto che l’errore non si può correggere, hanno deciso di vendere il 31% di Farmacie
Comunali, oltre al 49 che era già stato venduto nel 2008, il Comune di Torino si è
ritrovato poi dal 2015 in avanti ad avere solo il 20%. Quindi attualmente il Comune di
Torino ha di questa società, che è Farmacie Comunali, solo il 20% e quindi nel
momento in cui nel 2014 quelli che ora si stanno stracciando le vesti e chiedono di non
procedere alla vendita di questo 20%, sono quasi gli stessi, o comunque ai tempi erano
addirittura in Giunta quindi avevano anche un peso politico importante all’interno della
Giunta, ma io non ricordo queste grandi battaglie per la difesa del 51% di Farmacie
Comunali; eppure in una società, mi hanno insegnato i rudimenti di Economia, si ha il
controllo quando si possiede il 51% delle azioni, non quando si controlla il 20, quindi se
nel momento in cui il Comune di Torino nel 2014 ha deciso di dismettere il 31%, tra
l’altro è un prezzo abbastanza basso rispetto ai 16 milioni attuali, fu venduto intorno ai
6,8 milioni e oggi si parla di 16 milioni, quindi se proprio vogliamo andare a vedere,
possiamo magari fare una Commissione di inchiesta per andare ad analizzare tutte le
dismissioni che sono state fatte in quegli anni, sono state più delle svendite e dei regali
piuttosto che delle vere dismissioni, a partire proprio dalle Farmacie Comunali che fu
venduta intorno ai 6,8 milioni rispetto a una valutazione attuale che è ben più alta.
Quindi quel 31% purtroppo è un errore che non si può correggere perché ora come ora il
Comune non si può ricomprare quel 31%; rimane con questa quota del 20% e che in
base anche alla legge attuale non ha un controllo su questa società e quindi ha poca voce
in capitolo su un settore - quello delle farmacie - che nessuno ha sottolineato, in cui la
stragrande maggioranza sono farmacie private, sulla città di Torino ci sono circa
450 farmacie, quelle comunali sono solo 35, quindi il 7-8%; quindi la stragrande
maggioranza sono tutte farmacie private. Se noi chiediamo a un cittadino di dirci quali
sono comunali e quali sono private, fa fatica a distinguerle perché offrono più o meno
tutte gli stessi servizi, quindi qualcuno diceva che quelle comunali offrono un servizio
più ampio, diverso, ma non è vero, perché ci sono le leggi nazionali e le leggi regionali.
Il settore delle farmacie è un settore più regolamentato, più controllato. Anche il prezzo,
qualcuno parlava di prezzi calmierati, ma quando mai? Cioè, i prezzi dei farmaci, la
stragrande maggioranza dei prezzi dei farmaci è decisa a livello nazionale, mica la
farmacia può avere margini di manovra.
Quindi, o raccontiamo le cose come stanno veramente, sennò prendiamo in giro i
cittadini; e questa cosa di dire sempre che l’Ente Pubblico, il Comune porta via
qualcosa, ma non è assolutamente vero. L’altro esempio, qualcuno citava delle
farmacie... degli orari notturni delle farmacie, un’altra stupidaggine che è stata detta a
verbale. C’è una legge regionale che regolamenta gli orari delle farmacie notturne, e il
Comune di Torino... o meglio, le farmacie della provincia di Torino hanno scelto
l’opzione che è quella di avere tre farmacie sulla città di Torino che hanno un’apertura
notturna fissa, così il torinese sa già che ad esempio la farmacia di piazza Massaua è
sempre aperta di notte, quella in via Nizza è sempre aperta di notte, quella in via XX
Settembre è sempre aperta di notte, ce ne sono tre su tutta Torino, ed è così dal 2005;
quindi è una stupidaggine quella che si va dire che viene tolto un servizio, cioè questo
servizio c’è già e tra l’altro queste farmacie - piazza Massaua e via Nizza sicuramente
mi pare, non so via XX Settembre - sono anche farmacie private che aprono di notte,
quindi non sono manco pubbliche, comunali o meglio. Quindi a maggior ragione,
quando andiamo a dire che si toglie un servizio ai cittadini, ma è una stupidaggine, il
settore delle farmacie è uno dei settori più regolamentato a livello nazionale e a livello
regionale, e quindi andare a vendere questa quota di 35 farmacie su 450, di un 20% su
una società in cui il Comune non ha voce in capitolo significa andare ad allarmare i
cittadini su un qualcosa che non è vero, perché tanto il servizio, come voglio
sottolineare, delle farmacie è regolamentato a livello regionale, è regolamentato a livello
nazionale, questo 20% del Comune di Torino non ha nessuna voce in capitolo.
Se qualcuno ha fatto un errore, come sottolineava la Consigliera, probabilmente è un
errore commesso nel 2014 e purtroppo sugli errori non si può correggere; quindi il
Comune non si può andare a ricomprare quel 31%, dobbiamo prenderne atto e in questo
momento qui magari chiedere a chi di dovere - quindi a livello regionale o a livello
nazionale - di verificare se effettivamente ci può essere un qualcosa su questo settore
delle farmacie da aggiungere in più. Io personalmente sono favorevole ad una maggiore
apertura, faccio un esempio di Francia e Germania dove tu puoi trovare farmacie
attaccate a 200 metri, a 100 metri di distanza, c’è maggiore libertà di apertura di
farmacie, in Italia invece sappiamo che c’è ancora un limite di numero di abitanti; se
veramente vogliamo tendere su un altro modello, io prenderei più come riferimento
Francia e Germania piuttosto che il nostro modello che è iperregolamentato,
ipercontrollato e abbiamo visto che tante volte sui prezzi dei farmaci non è che poi sia
stata fatta veramente una riduzione dei prezzi ma piuttosto è successo il contrario.
Concludo appunto dicendo che le preoccupazioni di alcuni Consiglieri veramente sono
abbastanza ipocrite, se nel 2014 hanno votato a favore di quelle scelte e ora qui ci
dicono di bloccare tutto.
Chiudo Presidente, grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliere Fornari. Adesso è iscritto il Consigliere Malanca. Prego, ne ha
facoltà.

MALANCA Roberto
Grazie Presidente. Io sono tra il divertito e l’esterrefatto, non so non so come spiegare
questo tipo di sentimento perché ho sentito parlare di superficialità e di fretta nel
prendere questa decisione, ho sentito un appello a riconsiderare bene tutto, ma dopo
aver sentito una descrizione di scenari in maniera assolutamente sbagliata da persone
impreparate, da persone che non hanno neanche letto le delibere che sono passate,
questo non vale ovviamente per tutti, perché sicuramente ci sono persone che hanno,
magari mettendo in evidenza solo alcune questioni e non altre, dato qual è il quadro
della situazione. Sicuramente imperversa in questo dibattito un’enorme confusione, ho
sentito parlare di persone, alcune cose le ha messe evidenza il collega Fornari, ma si è
parlato che viene dismesso un servizio, quando poi dopo è stato detto da altre persone,
giustamente, che esiste un contratto di servizio che scade nel 2099. Si è detto, si è
parlato di eroi, perché stiamo parlando di dismissione di una quota insignificante di un
capitale sociale, non si è parlato di una dismissione di un servizio, né tantomeno di
conseguenze per i dipendenti. Forse non tutti ricorderanno che questa società
inizialmente, è stato fatto un minimo di storia dalla Consigliera Artesio, questa società
proviene dalla scissione di una società che aveva insieme i servizi delle farmacie e
quelli cimiteriali e con l'occasione della scissione e della trasformazione in S.p.A. poi
nel 2008 si passò a quella che era il 51% in quota comune e al 49% in quote private. Ma
il vero vulnus che ha creato questa situazione, che ha creato le premesse per cui diventi
ininfluente ai fini del controllo della società il 20% residuo, è stato proprio l'atto 2014 in
cui alcuni Consiglieri qui presenti, uno in particolare faceva, l’ha addirittura firmato in
quanto Giunta nel 2014, in cui non soltanto si è ceduto il 31%, quindi lasciando in mano
al Comune una quota risibile del capitale sociale, una quota con cui il Comune non può
fare nulla, non può modificare lo Statuto, non può agire, non può votare atti che non
siano graditi alla Maggioranza privata. Ma magari fosse stato fatto solo quello, in realtà
è stato cambiato ben altro in questa società, è stato ammesso per esempio l'ingresso di
soci come persone fisiche, a Statuto, è stato ammesso l'attività di questa società,
introducendo quello che è il commercio all'ingrosso di farmaci e mi si venga a dire qual
è il vantaggio per i cittadini torinesi che questa società possa fare il commercio
all'ingrosso e la rappresentanza verso altre farmacie di grandi multinazionali del
farmaco. Io non lo vedo tutto questo interesse verso i cittadini in questo tipo di
trasformazione. Dirò di più, il 20% garantisce una cosa al Comune, ancora oggi, fino
alla cessione, e cioè la responsabilità solidale in eventuali mal gestioni di questa azienda
S.p.A. Ci si dice come si potrà garantire l'effettuazione di questo servizio secondo i
grandi vantaggi che avrebbero i cittadini torinesi dalle Farmacie Comunali, che non
hanno dalle farmacie private? A parte il fatto che questi vantaggi non li vede nessuno
nell'applicare nella realtà e nella pratica, ma quei pochi vantaggi che ci sono, sono tutti,
a partire dalla carta dei servizi in avanti, sono tutti garantiti da un contratto, un contratto
che prevede anche delle penali ben precise, prevede 500 euro di penale se una farmacia
non apre nella giornata, 200 euro se non osserva l'orario di servizio. Per la mancata
consegna di farmaci entro 48 ore prevede 500 euro di penale. Allora queste applicazioni
di queste penali sono previste dal contratto di servizio che scade, come dicevamo, nel
2099, quindi non sono conseguenza del 20% nella quota proprietaria della Città di
questa società. Io credo che non ci siano parole per definire la confusione che oggi viene
fatta tra quello che è un contratto tra due enti, un Ente Pubblico e una società di fatto
privata e privatizzata da persone che oggi gridano allo scandalo, e una società che può
fare commercio all'ingrosso, e una società che può ammettere al suo interno persone
fisiche, come soci, come padroni della società, chiaro e quello che invece è quel 20% di
partecipazioni in questa società e dirò di più, un 20% lasciato dopo il 31% che è stato
venduto, lasciato devo dire in condizioni assolutamente vergognose, perché se andiamo
a vedere quali sono state le facilitazioni economiche e finanziarie di cui hanno goduto i
privati che hanno acquisito il 31%, che cosa è stata la lettera di garanzie che il Comune
aveva dato per consentire a queste aziende che hanno comprato quella quota di poter
pagare il Comune stesso, quindi delle cose veramente inconcepibili con quella che è la
normale gestione economica e finanziaria pulita di una società. Tutte queste cose qui
sono assolutamente ignorate, dimenticate e lasciate perdere. È stato detto: oggi si deve
fare una cosa diversa, non parliamo del passato. Bene, allora propongano un modo per
tornare in possesso di questa società, se ritengono che sia veramente fondamentale.
Propongano un modo per trovare il denaro da offrire a questi privati per uscire, per
togliere il commercio all'ingrosso, per togliere la possibilità che ci siano soci fisici, ma
forse non si può, e già, col 20% queste cose non si possono fare. Mi spiace, ma questa è
la ratio che c'è dietro al vulnus che è successo sei anni fa e oggi ci troviamo a discutere
dei cocci, ma i cocci non li vuole nessuno, nemmeno quelli che li hanno fatti. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego Consigliere Curatella, ne ha facoltà.

CURATELLA Cataldo
Grazie, Presidente. Non mi dilungherò troppo. Sono un po’ basito, perché la questione
non è una questione se o meno sono applicabili le penali previste dal contratto di
servizio che ha scadenza ormai al 2099. Il discorso un po' si rifà a quello che ha
accennato anche la Capogruppo Artesio nel suo intervento, alle ragioni per cui nel 2010
ci siamo ritrovati riuniti per la raccolta firme sull’acqua pubblica, perché, sembra non
c’entrare nulla il tema, ma una delle ragioni che portavamo sempre avanti quando
ragionavamo di quella raccolta firme e di Referendum, è che non si stava ragionando
solo ed esclusivamente del servizio idrico, ma si stava ragionando della gestione
pubblica dei servizi di interesse pubblico, e la salute, la Sanità credo che ricadano
all'interno di quell’ambito, come peraltro prevede anche il nostro Statuto già citato
all'articolo 23. A me lascia un po’ basito, perché non è una questione ah se fa male, se
crea problemi, applichiamo delle penali, ma è necessario e fondamentale la questione, è
una delle ragioni per cui sono basito, che si prendano delle decisioni, prendere delle
decisioni fondamentali rispetto al servizio.
Io, quindi agire prima che ci siano danni. È vero, nel 2014, come è stato detto più volte,
si è passati da una situazione di controllo del 51% al 20%, ma in questi quattro anni
come si è agito per cercare di continuare a riprendere il controllo pubblico di questo
servizio? Qualcuno diceva pocanzi: “Ci indichino un modo per tornare in possesso della
società”, ma le azioni o la ricerca di quali modi, quali relazioni politiche intraprendere
per tornare nel controllo pubblico di una società, di Farmacie Comunali nel caso
specifico, ma la delibera non riguarda solo le Farmacie Comunali, è un compito che
ricade proprio alla Giunta. È la Giunta che dovrebbe valutare, sulla base dell'indirizzo
politico quali azioni intraprendere per recuperare fondi per ridare voce a un servizio che
da pubblico, è stato depauperato del suo controllo passando dal 51 al 20 ed oggi si va
alla svendita, e invece si è affrontata la strada più semplice, come dice un famoso testo:
“È facile andare da una porta larga e agevole, ma dovremo affrontare la stretta via”,
adesso non mi ricordo qual è il salmo o il versetto che lo dice. Qui invece si affronta la
parte facile, perché si ha il 20%, servono soldi, come ha detto una Consigliera che mi ha
preceduto, Presidente di Commissione, e allora svendiamo, ma a questo punto, se
servono soldi al Comune vendiamo tutte le quote di IREN, vendiamo tutte le quote
SMAT, vendiamo tutto ciò che è in mano alla Città di Torino, vendiamo anche GTT a
questo punto e così salviamo il bilancio di Torino. Se questo è il modo di affrontare la
questione allora vendiamo qualunque partecipata pubblica, qualunque servizio pubblico
in possesso alla Città. Invece sarebbe stato più opportuno ragionare su come tornare dal
20 al 51%, uno, e seconda cosa, oltre all’audizione veloce oggi dei lavoratori in sede di
Capigruppo, credo che sarebbe stato opportuno, sarebbe stato d’uopo avere i Sindacati, i
lavoratori anche in Commissione, perché è vero che abbiamo fatto due Commissioni
sull’argomento, un primo sulla delibera e una seconda Commissione su degli
approfondimenti, ma sarebbe stato opportuno anche audire i Sindacati, audire i
lavoratori, chi si occupa, chi lavora nelle farmacie pubbliche, capire perché denunciano,
qualcuno diceva: “Trovo ridicolo che si parli dei turni di notte”, ed è arrivato a parlare
della normativa, ma sono gli stessi lavoratori che fanno presente che c'è un problema
associato alla carta dei servizi, associato ai turni di notte, vogliamo affrontarlo o
facciamo come quelli che finché abbiamo bisogno di essere notati, allora vi ascoltiamo,
venite, siamo partecipi, lottiamo con voi, ma nel momento in cui siamo la Maggioranza,
noi abbiamo deciso di andare su una strada e andiamo in quella (incomprensibile), non
ascoltiamo più nessuno. Come mi disse qualcuno un anno e mezzo fa, associato alle
Anagrafi: “Ma i lavoratori, ma i cittadini hanno sempre da raccontare delle altre cose,
non è vero che le cose non funzionano, devono sempre raccontare male per dire le cose
a loro modo”. Ascoltiamoli, non parliamone in modo così superficiale, perché è
veramente superficiale prendere un po’ in giro quello che ci viene detto, anche perché
loro sono in prima linea nelle farmacie comunali, noi siamo soltanto la parte politica
della Città, noi non viviamo h24 le attività svolte nelle farmacie comunali e quindi
trovo, non solo superficiale, anche irrispettoso dei lavoratori, andare a denigrare quello
che oggi nella sede dei Capigruppo hanno dichiarato. Quindi, probabilmente è meglio
prendersi un altro po' di tempo, ascoltare anche i lavoratori in Commissione e ragionare
insieme di qual è l'indirizzo politico che vogliamo dare. Poi, la Maggioranza ha i voti,
vuole votarsela, se lo faccia, si prenda la responsabilità di avere ipocritamente
privatizzato un servizio pubblico e poi, quando si parla di acqua pubblica probabilmente
è meglio tacere, perché si parla di acqua pubblica soltanto perché è bello parlarne, però
gli altri servizi li possiamo privatizzare. Trovo un po' ipocrita questo ragionamento.
Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliere Curatella. Adesso è iscritto a parlare il Consigliere Napolitano.
Prego, ne ha facoltà.

NAPOLITANO Vincenzo
Grazie, Presidente. Io credo che un servizio pubblico utile potrebbe essere, per i poveri
cittadini, rafforzare i servizi che riguardano gli psicologi, perché dopo tutto quello che
ho sentito dire oggi, veramente mi metto nei loro panni, sono terribilmente spaventato,
perché ho sentito dire veramente tutto e il contrario di tutto, con la speranza che i
cittadini ancora si bevano tutte le bugie che vengono raccontate in continuazione,
ignorando il fatto che magari abbiano un cervello proprio e che abbiamo imparato, come
ci hanno già dimostrato, a distinguere i fatti dalle parole. Stiamo parlando del non senso
totale. Cioè, fondamentalmente io ho provato così per cercare di capire se era un
problema solo mio quello di aver così tanta confusione in testa su quello che è stato
detto o no, ho provato a chiedere a mio figlio che ha 9 anni di risolvermi un problema,
allora: se hai il 100% delle farmacie e ne vendo l’80%, quanto ti rimane? E lui
giustamente mi ha risposto il 20%. Allora poi gli ho chiesto, immagina di non aver
venduto quell’80% e che oggi si venda il 20%, quanto sarebbe rimasto? L’80%. Quindi
forse tutto questo problema non sarebbe esistito se prima di noi non avesse governato
per più di due decenni un partito che adesso è qua ad insegnarci cos'è la democrazia,
quali sono i servizi fondamentali per i cittadini, su come si vendono le cose, perché poi
fanno anche insinuazioni su questo, cioè noi vendiamo in realtà per fare un favore ai
privati, mentre loro nel 2008 vendono il 49% delle azioni, valutate 40 milioni, ma loro
le vendono a 20 milioni. Nel 2014 vendono il restante 31% a sei milioni e otto, quando
il valore, la stima era stata fatta su 7 milioni, non sono riusciti ad arrivare neanche a
questo. Per rendere la cosa ancora più appetibile probabilmente per i privati, si è deciso
di fare delle dilazioni sui pagamenti impressionanti. Ci fu la decisione nel 2011 di
rateizzare i pagamenti da parte del socio privato fino al 2099 e poi si si pensava di
dilazionare ancora per il pagamento dell'IVA delle quote che sarebbero state acquistate.
Strana questa cosa, cioè voglio dire, da chi si permette di fare delle insinuazioni così
pesanti. Ci si accusa di tante cose, ci si accusa di voler privatizzare una cosa che è stata
privatizzata all’80%. Non lo so, davvero, se esiste della logica o no, come si fa a
privatizzare una cosa che è già stata privatizzata all’80% e ci si fa anche la morale
politica sul fatto che insomma noi non abbiamo a cuore i servizi essenziali per i
cittadini, mentre loro che hanno questa fantastica visione, bella, perché loro la visione
ce l'hanno, del vendere l’80% di un servizio essenziale, ti dicono, quando l'hanno
venduta, e questo è riportato sugli organi di stampa in virgolettato: “Questa non è
semplicemente una privatizzazione, ma l’adozione di una nuova filosofia di gestione dei
servizi, esercitata tramite lo strumento del contratto di servizio”. Attenzione perché
questo è un altro punto fondamentale sulle cose che ci stanno rivolgendo. “In questo
senso le dilazioni di pagamento vanno bene se aiutano a chiudere positivamente
l'operazione”. Cioè l’importante è svendere, poi anche se le facciamo pagare in 100
anni, pazienza. “Non è necessario incassare tutto nell'immediato, quanto varare una
nuova politica dei servizi”. Cioè, quindi quando loro si sono venduti l'ultimo 31%
giustificano con il fatto che non stanno privatizzando, stanno mettendo in campo una
nuova filosofia di gestione dei servizi, che tanto viene esercitata tramite lo strumento del
contratto di servizio, mentre adesso oggi questo contratto di servizio non vale più , non
serve più ad avere un controllo, noi siamo quelli che stanno mettendo in mano tutto al
privato, perdendo qualunque tipo di autorità sulla cosa. Un'altra delle accuse che ho
sentito fare oggi, addirittura ho sentito fare dei nomi, tipo di Salvini e non mi ricordo,
ancora qualcun altro, perché a volte cioè le cose troppo basse il mio udito non è in grado
di sentirle. Ecco quando loro fecero quest'operazione dello svendere l’ultimo 31%
rimasto per arrivare all’80% ovviamente il plauso arrivò proprio dal centrodestra,
perché ci si trova in sintonia tante volte con il centrodestra quando si fanno certe cose, e
infatti loro dicono che insomma hanno sempre attribuito la causa dei problemi al
bilancio di questa Città, alle municipalizzate, questa Giunta ha cambiato registro e
accogliamo questo con favore. Per questo motivo appoggeremo ovviamente il
provvedimento con il voto. Tra le tante altre bugie ho sentito parlare anche del fatto che
il Comune, la Giunta fa il bando prima ancora di passare in Aula, mentre in Aula sono
passate due delibere: una nel 2018 e una nel 2019, che tra l'altro, così, per curiosità sono
andato a vedere e non ha un voto contrario, non hanno un voto contrario, perché poi
loro, quando credono fermamente a quello che dicono, a quello che dicono, perché non
fanno, alla fine non si oppongono neanche mai, un voto contrario in determinate cose io
non l'ho mai visto, ho visto sempre e solo astenuti e in questo caso si erano astenuti in
otto; mentre nel 2014, guarda caso, gli unici due voti contrari sono stati dei nostri
Consiglieri; ne avevamo solo due all'epoca, mi spiace, quindi non siamo riusciti a
fermare questo disastro. Si parla anche dei lavoratori, adesso incominciamo con la
politica della paura, dobbiamo spaventare i cittadini, quindi se facciamo questa cosa i
lavoratori possono perdere il posto di lavoro. Anche qua se ci si va a documentare, la
Repubblica, noto giornale grillino, nel 2014 fa subito presente, dopo la votazione della
delibera che le farmacie comunali private vogliono tagli e licenziamenti. Un fax arriva
nella sede della nostra società, anticipando la richiesta. Secondo i partner bisogna
eliminare 10 posti di lavoro e chiudere la parafarmacia aperta di recente, solo così
possiamo aumentare gli utili, aumentare gli utili, come diceva un Consigliere prima. Le
farmacie private fanno solo utili e quindi, sempre per la strategia della paura, non ci
saranno più farmacie aperte di notte, altra colossale balla che il mio collega ha già
provveduto a smentire. Insomma, una bella collezione di bugie, di una strategia che è
veramente un insulto ai cittadini, un insulto veramente alla loro intelligenza, non
meritano r questo da parte nostra, dovremo avere un po' più di rispetto per loro.
Insomma, noi siamo qua a sentire gente che si è mangiata tutta la mela, ha lasciato solo
il torsolo, ci ha lasciato solo il torsolo in mano e ci chiedono di risolvere il problema
della fame dei cittadini con il torsolo che ci hanno lasciato. Si sono mangiati l’80% e
con 20% noi dobbiamo risolvere i problemi, ma questo è già successo ovviamente, quel
torsolo ce l’hanno già lasciato con il bilancio quando siamo entrati in Consiglio
Comunale, ce l'abbiamo fatta, ce l'abbiamo fatta con GTT, la stessa cosa si ripete anche
per il Teatro Regio, perché anche lì si sente dire il contrario di quello che si è detto un
attimo prima. Cioè, io prima citavo le parole di Andrea Araldi che diceva appunto che la
loro non è privatizzazione, ma una filosofia e soprattutto il contratto di servizio è quello
che avrebbe garantito ai cittadini di non subire nessun danno da questa operazione.
Anche nel caso del Teatro Regio, un anno fa, si sentivano due Deputate del PD dire che
bisognava assolutamente, come si dice, commissariare il Teatro, mentre oggi sappiamo
benissimo che ai cittadini un anno dopo dite l'esatto contrario. Non so, noi con quel
torsolo della mela che ci avete lasciato, la cosa che stiamo riuscendo a fare, e anche
bene, è prendere i semi, l'unica parte ancora utile di quello che ci avete lasciato, piantare
nuovi alberi che stanno, grazie al cielo, crescendo. Io spero vivamente che i cittadini
non si facciano più ingannare dalle vostre bugie e che ci diano ancora fiducia, perché
abbiamo bisogno ancora di tempo per far crescere quegli alberi, me lo auguro
vivamente, perché altrimenti tornerebbero in mano a chi ha causato questi problemi di
cui oggi stiamo discutendo. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliere Napolitano. Adesso è iscritto il Capogruppo Lo Russo. Prego,
ne ha facoltà.

LO RUSSO Stefano
È difficile intervenire dopo un intervento così appassionato del collega Vincenzo
Napolitano, che ci fa rimpiangere quelli di Gosetto, che ha voluto abbandonare la Sala
Rossa e al quale credo sia subentrato. Vedete, uno che osserva questa discussione da
fuori non capisce chi è il Movimento Cinque Stelle, chi è il PD, chi è il centrodestra,
perché, io ho atteso ad intervenire per capire come, di chi (incomprensibile) al dibattito,
vedo che ci sono anche ulteriori Consiglieri che interverranno. Sostanzialmente
potremmo definire questi vostri quattro anni di gestione della Città, ma già che ci siamo,
cioè il problema è questo, voi avete giustamente posto una serie di questioni che sono
assolutamente nobili dal punto di vista teorico, sono le famose 5 Stelle e queste 5 Stelle,
diciamo così, sono un pochino cadute nell’arco dell'attività di Governo di questa Città.
Io non so sinceramente se sono cadute, quali sono le ragioni per cui questo è accaduto,
ma oggi si sono susseguiti una serie di interventi che, come dire, rasentano davvero un
po’, in questo senso sì, l’abuso dell’intelligenza dei cittadini di Torino. Ha ragione il
Consigliere che mi ha preceduto, il Consigliere Napolitano, a sperare davvero che i
cittadini possano tornare a dare loro fiducia, l’ho detto prima, lo ribadisco adesso, noi
siamo assolutamente convinti che è bene che Appendino si ricandidi alle elezioni e che
tutti voi vi ricandidiate alle elezioni amministrative, in maniera tale che possiate dare
piena soddisfazione a tutto il bene che avete fatto a questa Città e venire in questo senso
ricambiati. Però, al di là dell’elemento specifico elettorale, che poco attiene, stiamo alla
questione di fondo, perché il dibattito si sta concentrando sulla questione delle
Farmacie, hanno già detto i Colleghi Lavolta e Patriarca, la ragione per cui non fu
venduta tutta la società è abbastanza nelle corde, basta leggere i verbali delle scelte che
furono fatte all’epoca e le ragioni politiche e amministrative, per cui la Città ha
conservato in questi anni una partecipazione minoritaria, sono del tutto fondate. Poi,
uno…, e apprendo, per certi versi in maniera un po’ stupita, che molti Consiglieri del
Movimento 5 Stelle pensano che avere partecipazioni minoritarie in società pubbliche
sia inutile dal punto di vista operativo, lo apprendo un po’ stupito. Io sarei curioso di
sentire, al di là degli interventi tra turboliberisti dei Colleghi Malanca e Fornari, mi
piacerebbe sapere cosa ne pensano le paladine e i paladini dei beni pubblici e dei beni
comuni, ma, al di là di questo, la cosa surreale, la piccola contraddizione che ci
permettiamo di far rilevare è che alcuni di questi interventi…, se togliete la maglia
Movimento 5 Stelle e infilate la maglia Forza Italia, o anche alcune maglie di alcune
posizioni che sono all’interno del Partito Democratico, cioè dei due partiti che hanno
ovviamente nel vostro immaginario collettivo distrutto il Paese, non c’è differenza.
Cioè, io sfiderei un elettore medio del Movimento 5 Stelle, che ha dato fiducia ad un
progetto politico, a dei valori, a tutto quello che, in qualche modo, avete legittimamente
rivendicato: il fatto che eravate migliori di chi c’era prima, che eravate più onesti di chi
c’era prima, che eravate più capaci di chi c’era prima, che voi avevate a cuore il bene
pubblico e quelli di prima, invece, avevano a cuore gli affari privati… ecco, provate a
mettervi nei panni di un vostro elettore medio, io ne conosco parecchi, per certi versi, e
tra l’altro ne conosco parecchi che, oggettivamente, solo dopo due, tre anni di questo
Consiglio Comunale hanno cambiato opinione, perché ossessionati dal PD. Peraltro, il
PD è il vostro incubo... cioè, non c’è intervento di un Consigliere del Movimento 5
Stelle che non citi il PD. Io, davvero, (incomprensibile) gli psicologi, gli psicoterapeuti
e gli psichiatri. Forse, credo anche io che qualche piccolo problema di ossessione e di
deliri ossessivo-compulsivi comincio ad intravederlo, perché dopo quattro anni…, posso
capire dopo quattro giorni, nella foga dell’onestà, onestà sotto Palazzo Civico, lo posso
capire; dopo quattro anni la capisco un pochino meno questa ossessione morbosa che
avete per il PD. Pigliate la tessera, potremmo anche proporre al Consigliere Carretta di
fare un tesseramento speciale per tutti voi, così vi tesserate al PD, venite alla nostra
bella direzione, ha un bel circolo, e vi sfogate lì, perché davvero sfogarsi in Sala Rossa
comincia a diventare abbastanza divertente. Però, mi permetto di far rilevare un’altra
contraddizione di questa discussione, che c’è un’altra azienda che, per certi versi,
simbolicamente - e viene interessata da questa deliberazione -, che, simbolicamente,
proprio per i valori e per il programma amministrativo, in questo caso del Movimento
5 Stelle, è la nemesi. Cioè, voi autorizzate la cessione completa di qualunque tipo di
sovranità di TRM, o meglio, adeguate lo Statuto a una cosa che avete già deciso di fare.
TRM è l’inceneritore, quello che avvelenava la gente, quei mafiosi del PD che facevano
i soldi sulla “monnezza” e invece voi avreste sicuramente affamato l’inceneritore con la
mirabolante raccolta differenziata sviluppata per Torino. Vi trovate…, io mi metto nei
vostri panni e, onestamente, quando immagino guardarvi allo specchio, secondo me,
dovete, veramente, come dire… fate delle sedute di auto mutuo aiuto per uscire da
questo loop in cui vi siete infilati, ma se uno scorre il vostro programma amministrativo
del 2016, scorre l’odio che avete fatto covare e l’odio che avete coltivato, penso ad
esempio a tutto il tema della zona di Mirafiori per quello che riguardava i fondi
compensativi del termovalorizzatore e oggi arrivate in Aula e spavaldi, orgogliosi, forti
della vostra identità, autorizzate la trasformazione di TRM in una società totalmente
privata - TRM, quella della “monnezza”, mi rivolgo al Consigliere Mensio, proprio a lui
mi rivolgo -, e beh, è uno spettacolo che vale la pena del biglietto. Allora, io mi
concentrerei, onestamente, invece che sulle ossessioni del passato, che mi rendo conto
vi disturbano il sonno e vedo anche la veglia, ad entrare in una dinamica un po’ più
corretta dal punto di vista politico. Quindi, banalmente, sarebbe sufficiente che abbiate
un minimo di decenza e di coerenza, perché la cosa divertente…, se uno scorre “il
Filippo”, l’Ordine dei Lavori di questa seduta, si accorgerà che ad un certo punto spunta
una mozione per la questione dell’acqua pubblica. Quindi, la cosa divertente qual è? È
che gli stessi Consiglieri, che vengono qui e che ci spiegano, ci spiegano, si alzano,
metaforicamente, perché ovviamente poi nel frattempo tutti sul divano siete - perché
poi, ovviamente, qui l’unica cosa che non riparte è questo Consiglio Comunale, siamo
in piena Fase 1, non si capisce per quale ragione, aperta e chiusa parentesi - arrivate,
salite sul piedistallo e spiegate. Ecco, allora, provate a chiedervi, ribadisco, un elettore
medio del Movimento 5 Stelle che vede che la sua Amministrazione ha guida
monocolore 5 Stelle… mentre a Roma, posso capire, dovete fare delle mediazioni con
quelli del PD, con Renzi - siete al governo con Renzi, cari amici e compagni del
Movimento 5 Stelle, Matteo Renzi, che è quello che vi regge le sorti ed il moccolo della
questione -, a Torino siete una Giunta monocolore, monolitica, monocolore ed avete
venduto tutto: SAGAT, adesso vendete le Farmacie, poi vendete TRM, tutto vi siete
venduti e poi fate le battaglie - ovviamente già sapendo prima che sono battaglie tutte di
posizionamento politico, perché neanche quando avete la maggioranza assoluta siete poi
in grado di, come dire, portarle avanti -, sulla SMAT, la SMAT, invece, quella roba lì,
non si sa bene per quale ragione. Allora, io inviterei i Colleghi Consiglieri Comunali,
che hanno avuto anche l’onore e il privilegio di arrivare, forti delle loro numerose
preferenze, a sedere sui banchi della Sala Rossa, ad avere un minimo più di decenza,
perché io vi ascolto volentieri, in molte delle situazioni che vengono evocate ero
presente o personalmente o comunque in Consiglio o in Giunta, quindi sicuramente io
appartengo a quella genìa che ha distrutto questa Città; non mi pare sia questa
l’opinione prevalente nella Città, è la vostra, la rispetto, mi pare di cogliere che i torinesi
la vedano in una maniera un po’ diversa. Io, ogni tanto, e concludo, vi chiedo: fatevi
venire, ogni tanto, il beneficio del dubbio, cioè, ogni tanto, il beneficio del dubbio
fatevelo venire che non state facendo tutto bene, perché i risultati non è che mi pare
siano così incoraggianti. Un’Amministrazione Comunale come questa, che, come dire,
di fatto, non ha prodotto significative cose, su nessuno dei fronti particolare… poi
faremo…, farà la Sindaca un Bilancio di mandato, verificheremo, rispetto al
programma, che cosa effettivamente è stato fatto; su questa questione specifica, è una
palese incongruenza rispetto a tutto quello che avete promesso in campagna elettorale.
Allora, io ve lo dico a mo’ di battuta, se, come dire, può esservi utile a farvi uscire
dall’ossessione del PD, mi farò carico di chiedere al Collega, al Segretario Provinciale,
al Collega Domenico Carretta, di aprire un tesseramento straordinario per tutti i
Consiglieri Comunali del Movimento 5 Stelle che, un po’ come…, avete presente
quando…, non so, forse date un po’ la sensazione di essere quegli amanti rifiutati che,
ad un certo punto, iniziano a parlare male di qualcuno perché vengono rifiutati. Ecco,
andiamo oltre, apriamo davvero una bella campagna di tesseramento a voi riservata,
così potrete, da dentro il Partito Democratico, assolutamente venire e liberamente
esprimere le vostre ossessioni e, in questi termini, anche, credo, rasserenare voi stessi e
il dibattito politico.

SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo con l’intervento del Consigliere Versaci. Prego, ne ha facoltà.

VERSACI Fabio
Grazie, Presidente. Io la ringrazio. Vorrei anche ringraziare l’Onorevole Borghezio per
aver dato la possibilità, perché ovviamente avrà votato al secondo turno Appendino, e
averci dato la possibilità di avere la maggioranza e di aver fatto eleggere molti
Consiglieri della Maggioranza e anche qualcuno della Minoranza che nel frattempo ha
deciso di passare in Minoranza. Quindi, ringraziamo l’Onorevole Borghezio, se lo può
ringraziare a nome del Consiglio Comunale. Poi, Presidente, mi fa veramente ridere, ho
sentito l’ultimo intervento dove si veniva a raccontare che noi abbiamo l’ossessione del
Partito Democratico. In un intervento di…, non so, non ho contato il tempo, non ho
avuto tempo…, un intervento dove si è parlato solo ed esclusivamente del Movimento 5
Stelle, attaccando Consiglieri personalmente, citandoli, parlando solo ed esclusivamente
del Movimento 5 Stelle, portando avanti che noi avessimo l’ossessione del PD, questo
è, per me, il capolavoro assoluto della giornata di oggi. Io lo ammetto, io lo ammetto,
Presidente, effettivamente, io dico una cosa: che in politica bisogna essere trasformisti,
bisogna avere la faccia per fare tutto ed effettivamente noi…, io personalmente non ce
l’ho questa faccia, perché qualcuno spera…, perché questa è la cosa fantastica, sentivo
sempre dire: “Eh, ma adesso sono quattro anni che siete qui e sono quattro anni, non
dovete più parlare del passato”. Questa cosa, no? Io parlerò sempre del passato, perché
il passato, purtroppo, ha influenzato il mio presente e influenzerà anche il futuro.
Quindi, rassegnatevi al fatto che parleremo del passato, perché queste cose si innestano
nel passato. Perché io, guardate, posso capire: su TRM potete dire: “Guardate, avete
fatto la battaglia, la state…”, ma su questa roba qua delle Farmacie Comunali, ma come
si fa a non parlare del passato. Cioè, ma davvero, ma come si fa a dirlo, a sostenerlo. Ma
sostenetelo pure, ma io me ne frego altamente, perché io, ve lo ripeto, non ho l’esigenza
di essere rieletto e me ne strafrego. Io sono convinto e tranquillo di quello che stiamo
facendo, ma non è che lo stiamo facendo perché siamo…, qualcuno adesso vorrà fare
passare il messaggio che noi siamo i privatizzatori, perché poi ovviamente cosa si fa? Si
mischia tutto; come diceva prima il Collega Malanca, c’è confusione. Io, Presidente le
dico una cosa, dica al Collega Malanca che non è che c’è confusione, si vuole creare
apposta confusione. Oggi, ho sentito…, che si parla delle Farmacie Comunali, abbiamo
parlato di SMAT, abbiamo parlato della salute pubblica, a un certo punto ho sentito
parlare anche della tutela della salute pubblica, che, da quello che si è sentito dire in
questo Consiglio, praticamente, per colpa di questa Maggioranza, che si è svegliata con
la voglia di privatizzare, perché aveva questa esigenza impellente di privatizzare le
Farmacie Comunali, si è svegliata perché ce l’ha anche un po’ con la salute pubblica,
perché poi ho sentito dire, nel 2010 raccoglievate le firme per… Ma mischiamo tutto,
tanto vale tutto. La capacità, Presidente, lo sa dove sta? È nella dialettica; se uno è bravo
nella dialettica, a parte in Consiglio, che lo seguono in pochi, purtroppo, ma anche poi
la capacità di avere qualcuno che ti fa uscire al di fuori, sui giornali che pompa la tua
teoria, se tu hai quella capacità lì, tu puoi sopravvivere politicamente per sempre, per
sempre. Perché le contraddizioni…, certo che abbiamo avuto delle contraddizioni, ma
mica perché crediamo in queste contraddizioni, perché ci siamo ritrovati a gestire delle
situazioni che ci hanno lasciato in eredità i campioni che parlano, che poi, avviso, lo
dico al Capogruppo Lo Russo e anche al Segretario Carretta, non ho bisogno di fare la
tessera del Partito Democratico, vi ringrazio, se lo voglio fare, prendo, vado a Roma,
vado a parlare con quel Partito Democratico, al massimo, non nel Partito Democratico
(incomprensibile). Vi ringrazio, ve lo dico di cuore, perché io poi dico una cosa, parlate
di voi stessi perché noi quando parliamo del Partito Democratico non parliamo
internamente delle vostre cose, non ce ne frega assolutamente nulla, noi parliamo di un
Partito che ha governato questa Città e che ci ha lasciato delle eredità. Quindi, se vi dà
fastidio che parliamo del passato, rassegnatevi, non sappiamo che fare, purtroppo
c’eravate voi qui, non c’ero io. Quindi, io continuerò a parlare del passato e me ne frego
altamente, me ne frego altamente, se purtroppo ho avuto delle contraddizioni che erano
di cause di forza maggiore. Poi, raccontiamo tutto quello che vogliamo, domani mattina
sui giornali facciamolo uscire, ma bello a lettere cubitali che i 5 Stelle hanno
privatizzato le Farmacie Comunali e hanno svenduto la salute pubblica, perché ce
l’hanno… Anche, ho sentito anche nominare gli operatori sanitari, gli eroi, tutto, vale
tutto, però tanto SMAT è una battaglia e quindi non bisogna farla, vale tutto, Presidente,
tutto, si può dire tutto. Io, ripeto, bisogna essere bravi a farle uscire fuori di qui queste
cose. Poi, c’è chi parla sempre a nome dei torinesi, questa è roba incredibile, i torinesi,
non una parte dei torinesi, no tutti i torinesi. C’è chi parla a nome di tutti i torinesi, i
torinesi ce l’hanno con voi perché non avete fatto niente, sempre i soliti quattro slogan,
che funzionano, probabilmente, non lo so, perché io non ho la percezione di tutti i
torinesi, se c’è che chi ce l’ha, mi fa piacere sentirlo in questo Consiglio Comunale tutti
i lunedì che ci racconta cosa pensano tutti torinesi. Quindi, Presidente, io davvero, tanto
ormai sarà sempre peggio, Presidente, lei lo sa benissimo, siamo sotto la campagna
elettorale, c’è già chi ha vinto le elezioni, c’è già chi ha vinto perché noi abbiamo fatto
tutto male e perderemo, però qualcuno ha già vinto perché loro sono stati bravi a
raccontare noi che facevamo le cose male. Quindi, sappiamo già che siamo in campagna
elettorale, quindi sentiremo ogni lunedì sempre le solite cose, a parlare di quello, di
quell’altro, dei paladini dei beni comuni, perché si vuole stuzzicare, si vogliono
mischiare i fatti e quindi poi vale tutto. Quindi, Presidente, rassegniamoci, che oggi è
luglio, fino a… non so quando indiranno le elezioni, penso febbraio-marzo, credo che
sarà tutti i lunedì così, magari o in videoconferenza o dal vivo, ma sarà sempre così,
anzi dal vivo è meglio perché effettivamente dal vivo ci sono anche i giornalisti che ci
vedono e ci fanno le fotografie così possiamo apparire più belli o più brutti, dipende
dalla giornata. Quindi, prepariamoci anche sotto il profilo del look. E poi dico un’altra
cosa, quando si fanno le battutine sulle preferenze, io posso dire una cosa, queste
pochezze lasciamole da un’altra parte, parliamo di contenuti se no, se vogliamo parlare
di preferenze, parliamo di preferenze, parliamo di spese di campagna elettorale e poi
giochiamo, perché se vogliamo giocare a queste pochezze, veramente, abbassiamoci
anche a queste pochezze, lo faccio, Presidente, mi abbasso anche a queste pochezze.
Parliamo di preferenze e di spese di campagna elettorale, così poi possiamo fare le
battutine sulle preferenze. Mi scusi, Presidente, se sono dovuto scendere a questo
livello, però, purtroppo, non sono capace di tenerlo più alto, perché il livello è sempre
peggio e sarà sempre peggio. La ringrazio.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Consigliera Foglietta, ne ha facoltà.

FOGLIETTA Chiara
Grazie, Presidente. Io ringrazio i colleghi che sono intervenuti prima di me e mi hanno
dato tantissimi spunti e sono d’accordo quando si dice che è importantissimo parlare del
passato e non a caso adesso io parlerò anche un po’ di quello che è stato, perché oggi
per me, visto il contesto, non sarebbe stato opportuno procedere con la vendita. Vede,
Presidente, quello che ci ha spinto a fare ostruzionismo, come lo sanno anche i
Consiglieri che fanno parte della Commissione Consiliare, è il tema della dilazione del
pagamento. In questo contesto, vedere ulteriormente una clausola del genere, non
proprio spiegata bene, soprattutto nell’illustrazione…, non ne staremmo neanche
parlando in Aula. Non lo condivido per due motivi: uno, per tutto quello che è il
pregresso, lo dico chiaramente, non mi nascondo dietro a un dito, si è già concesso
troppo, quindi non sono d’accordo su questa dilazione; secondo, perché non si è proprio
mai visto, in nessuna cessione, quanto abbiamo previsto in una questione del genere.
Allora, io mi pongo la domanda, è il socio privato che in qualche modo l’ha detto che o
fa così oppure non esercita una prelazione, oppure non capisco qual è la ratio nell’essere
così permissivi su questo punto. Quindi, pongo questa domanda: qual è l’interesse della
Città nel fare questa operazione? Fare cassa? Perché se l’interesse è fare cassa, allora
non capisco perché si debba prevedere una dilazione. Allora, spingiamo per incassare
tutto subito, Presidente, perché se non c’è interesse a fare cassa, ma mantenere il
controllo e gestire in qualche modo le Farmacie, come auspico che si possa fare, quindi
mantenendone il controllo, anche questa evidentemente non è la linea che bisognerebbe
intraprendere. Quindi, ribadisco, abbiamo fatto ostruzionismo, voteremo contro la
delibera e sono contenta che ci sia comunque un emendamento, per entrare in
discussione, che sottoscriverò, che chiede quanto meno di togliere questa dilazione,
perché io continuo a pensare che sia oggettivamente abbastanza incomprensibile. Vede,
Presidente, io ho citato - ma lei è molto attento e studioso, l’avrà capito -, ho citato un
estratto dell’intervento dell’allora Consigliera mia omonima di nome nella Seduta
Consiliare del 12 novembre 2014 in cui si votava la tanto citata delibera, in cui quei
brutti cattivi del PD hanno venduto una parte rilevante di Farmacie Comunali. È giusto
che voi continuiate a parlare ai cittadini e a raccontare quanto brutto era il passato.
Vedete, il problema non è tanto che noi ci facciamo grasse risate, il problema è che il
cittadino si è accorto che tutte le vostre bellissime bandierine, stelle, chiamatele come
volete, della campagna elettorale e anche gli interventi stessi della mia omonima che
adesso ha le chiavi della Città, sono completamente in antitesi con quello che state
facendo, completamente in antitesi, e a me va benissimo che adesso tutti intervengano,
dicano la loro, si invochi il Partito Democratico sempre: parlate più voi del Partito
Democratico di quanto non ne parlino gli eletti e va benissimo; il problema è mantenere
una coerenza, una coerenza, allora sì, parliamo del passato, parliamo di quello che è
stato detto in passato, parliamo delle decisioni contro le quali voi vi siete scagliati in
Aula. Sì, solo quei due che stavano seduti in Aula, perché, Presidente, mi permetta, ma,
in questo momento, vedo solo una grandissima sceneggiata.

SICARI Francesco (Presidente)
Ho iscritto adesso il Capogruppo Napoli.

NAPOLI Osvaldo
Ho ascoltato con estrema attenzione alcuni interventi su questa problematica delle
Farmacie, ma interventi che in alcuni casi esulavano dal problema farmaceutico,
chiamiamolo così. Allora, per quanto riguarda…, le specifico il problema, io devo dire
che voterò a favore per la vendita in quanto, al di là di quello che ha detto qualche
Collega Consigliere, Forza Italia è sempre stata su questa linea. Quindi, quella di
passare ai privati una partecipazione, quella che è, è esattamente quello che, mi dispiace
per qualcuno, è la linea che il Centrodestra ha sempre tenuto in tutti questi anni. Ho
soltanto un dubbio: chi è che parteciperà a quella cifra per prendere il 20%? Io dubito
che ci sia una partecipazione di chi vuole acquistare quel 20%, e quando, giustamente,
la Collega parlava di dilazione, ma non accetterà, io credo che non ci sia nessuno che
accetterà, anche con la dilazione di andare a prendere quel 20% e sotto un certo aspetto
mi dispiace. È per quello che voterò a favore, perché sono per privatizzare, ma sono
anche preoccupato che non ci sia qualcuno che parteciperà a quell’asta. Detto questo,
però, faccio l’aspetto politico, perché più che questo problema, negli interventi che ho
sentito, ho sentito parlare di politica, e guardate, per esperienza personale, succederà
sempre, ancora per altri cinquant’anni che chi subentra ad un’Amministrazione diversa,
parlerà sempre che la colpa è di quella che è passata prima, sarà sempre così. Mi
dispiace, forse in maniera esagerata, non bisognerebbe farlo, tutto quello che voi volete,
però, da quando faccio il Consigliere Comunale, dal 1975 e lo dico qui adesso, forse
qualcuno si stupirà, non è detto che non vorrei farlo, poi sarà la gente a decidere, anche
nel prossimo Consiglio Comunale, perché è un’esperienza stupenda Torino, debbo dire
la verità, dico: sarà sempre così che la colpa si darà sempre a chi c’era prima. Quindi
non c’è da scandalizzarsi né chi governa adesso e né chi governava prima, perché questa
sta nella storia politica amministrativa e sta nella natura della politica dare la colpa agli
altri in termini locali e in termini nazionali. Ebbene, io voglio dire questo, lo dico a tutti
i Colleghi, io l’ho detto in tempi non sospetti, nessuno può dire che non l’abbia detto io
per primo, continuate, e scusate se uso un termine forse sbagliato, ma per farmi capire
quindi enormemente, continuate in termine politico ad ammazzarvi nel dire di questo, di
quest’altro, di su, di giù, il resto, quando poi quotidianamente si legge sui giornali e per
chi con me lo vive anche direttamente, sappiamo tutti che avvengono incontri, colloqui
e così via per cercare di unire il Movimento 5 Stelle al Partito Democratico inizialmente
alle consultazioni regionali, ma per passare poi anche alle consultazioni comunali, tanto
che all’interno sia del Partito Democratico, che del Movimento 5 Stelle, non faccio
nomi, ma li conoscete tutti voi, dice: “Ma come si fa a governare in centro e non
governare insieme in periferia?”. Allora, vi rendete conto che state facendo... ha
ragione, il Collega, che diventa una sceneggiata. È una sceneggiata politica quella che
voi state facendo, perché come ho detto, e lo ripeto, in tempi non sospetti, smettetela,
perché fra otto mesi probabilmente, probabilmente, per mantenere in piedi il Governo
centrale dovrete andare per forza d’accordo anche a livello locale. È vero che la politica
il giorno dopo è un altro giorno, però fate attenzione, smettetela. È un consiglio, anche
qui, scusate, da un pochino modesto esperto di politica, perché, ripeto, il giorno dopo è
un altro giorno e vi troverete probabilmente, non le stesse persone, c’è chi rifiuterà,
deciderà di sì sullo stesso tavolo a trattare il candidato Sindaco e a trattare l’eventuale
coalizione che andrà alle prossime votazioni del prossimo anno al Comune di Torino.
Ebbene, io penso di avervi detto crudelmente la verità. Non ci sono dubbi, poi a Torino
il Partito Democratico può dire che non andrà mai col Movimento 5 Stelle, voglio
vedere io se arriva l’ordine nazionale cosa può succedere. Io ho Colleghi in Forza Italia
a cui non va qualche volta quello che io faccio, io lo faccio perché mi sento libero, non
sono certamente un sovranista e un populista; la mia storia personale, mia e della mia
famiglia, è diversa rispetto ad altri, poi delle altre si possono fare, si trovano i modi e si
trova la sintesi per andar d’accordo anche se non c’è storia fra di noi, però dico soltanto
che la mia storia politica mi consente di dire: “Attenzione, attenzione e attenzione”. Lo
dico per il bene vostro, se mi permettete di dirlo, ma nel senso buono del termine, non
mi permetterei mai di dare dei consigli, ma lo dico nell’interesse della Città.
(Incomprensibile).

SICARI Francesco (Presidente)
Capogruppo Napoli, la sento male. La sento malissimo.

NAPOLI Osvaldo
Mi sente, Presidente?

SICARI Francesco (Presidente)
Ora meglio. Prego, continui. Prego, prego. Capogruppo Napoli non la sento più, ha
disattivato anche il microfono.

NAPOLI Osvaldo
Adesso?

SICARI Francesco (Presidente)
Ora la sento. Prego.

NAPOLI Osvaldo
Ho detto che ci troveremo in autunno a gestire una situazione economica che esulerà
dalle parti politiche e dovremo avere la forza di lavorare insieme. Insultarsi oggi, dire
questo e quest’altro... Guardate al futuro. Il buon amministratore non amministra
soltanto oggi, ma amministra guardando il futuro. Allora, io vi prego, è un messaggio
che mando, politico, ci mancherebbe, che ognuno può essere libero di fare, perché per
me, voi lo sapete tutti, massima libertà, però ho un messaggio politico da dirvi:
“Smettetela, perché correte il rischio di dover poi stare insieme per forza, almeno una
parte di voi”. Allora, io dico per il bene della Città, moderiamo i toni, vediamo in
prospettiva quello che c’è da fare e speriamo in termine economico che i cittadini di
Torino, ma anche quelli nazionali, non possano cadere in una situazione disastrosa
economica che invece tutti noi vediamo. Io me lo auguro, auguratevelo anche voi.
Allora, io per primo, lo dico profondamente mettendomi le (incomprensibile),
smettiamo di fare delle polemiche e guardiamo i fatti concreti nell’interesse della Città,
nell’interesse della politica che deve mandare un messaggio alla gente diverso, rispetto
a quello che noi oggi invece mandiamo. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Capogruppo Napoli. Procediamo adesso con l’intervento del Consigliere
Mensio. Prego, ne ha facoltà.

MENSIO Federico
Grazie, Presidente. Io non volevo intervenire, ma visto che qui ormai si cita la
qualunque e soprattutto c’è questa idiosincrasia verso il gruppo politico di cui faccio
parte come se fosse la causa di tutti i mali di questa Città, avendo governato solo quattro
anni rispetto agli ultimi 25, io quello di cui vorrei capire è quando si parla di controllo
pubblico delle società. Controllo pubblico, lo dice l’Autorità Nazionale per la
corruzione è quando si ha la partecipazione pubblica maggioritaria del capitale sociale.
Allora, dire, ad oggi, che, dopo che sono state vendute più del 51% delle quote
pubbliche di qualunque società, sia Farmacie, sia l’impianto del Gerbido di TRM, tra
l’altro ricordo così, tanto vale farlo al momento, che l’impianto del Gerbido è stato
costruito con soldi pubblici, c’è stato un indebitamento con soldi pubblici, è stato
venduto una prima volta a un gestore di fondi privato, che poi a sua volta ha rivenduto a
un privato facendoci una plusvalenza di circa 50 milioni, venduto l’80%, come è stato
venduto l’80% di Farmacie Comunali. Non c’è più il controllo pubblico da quel
momento, non c’è più il controllo pubblico. Se qui vogliamo raccontarci le bugie che il
controllo pubblico si ha con l’1%, non è così. Diciamo che si ha il piedino all’interno di
una società di cui magari si può nominare un amministratore, che magari potrebbe fare,
come dire, da controllo inteso come: “Vado a vedermi i bilanci” o comunque “Ci metto
dentro il naso per sapere cosa c’è”. Questa è la realtà delle cose. Io capisco che l’adagio
di qualcuno, che non mi piace, che diceva: “Ripeto una bugia cento, mille volte, un
milione di volte, diventerà una verità”, io capisco che l’atteggiamento ormai è quello,
ma non è così. Se parliamo di controllo pubblico, il controllo pubblico si ha, come
dicono giustamente i detrattori di questa delibera, che, tra l’altro, parla solo di
cambiamento di Statuto, e questo dobbiamo ricordarlo, i detrattori di questa delibera,
quando parlano di acqua pubblica sono loro, i loro amministratori che nell’ultima
assemblea hanno votato per non modificare la forma societaria di SMAT, non gli
amministratori del Movimento 5 Stelle. Allora, visto che ce la raccontiamo tutta,
raccontiamoci che fa comodo avere la possibilità, all’interno, di avere il controllo, avere
un posto di sottogoverno, perché poi dobbiamo dircele tutte, perché poi ci raccontiamo
qui delle cose tra noi, i quattro o cinque ascoltatori sul canale YouTube o pochi di più,
però poi quando siamo dietro le quinte le cose sono diverse. Allora, la realtà è quella.
Allora, io sono uno che ha sempre sostenuto che una cosa o è pubblica o è privata, le vie
di mezzo forse funzionavano 10/15 anni fa, oggi non funzionano più. Io sono per la
società pubblica, assolutamente, su alcuni servizi, ma quando questa può essere
esercitata come pubblica. Ad oggi, grazie al passato che ci siamo trovati, perché è
inutile nasconderci che non ci siamo trovati un passato difficile, arriviamo da un passato
difficile, abbiamo fatto delle scelte politiche, giuste o sbagliate, questo non siamo noi a
doverlo dire, noi le riteniamo corrette, non dico giuste, diciamo corrette, per rimettere a
posto un Bilancio. Se ne avvantaggerà qualcun altro di questa rimessa in piedi del
Bilancio? Probabilmente, sì, probabilmente, sì, ma come diceva qualcuno, un buon
amministratore pensa alle generazioni future, un buon politico pensa alle prossime
elezioni. Ecco, allora noi ci riteniamo dei buoni o discreti amministratori, buoni lo
lasciamo dire a qualcun altro. Qualcun altro evidentemente, giustamente, nella sua
visione vede alle prossime elezioni e cioè tra un anno, ma siamo già in campagna
elettorale anche qui un altro adagio, ragazzo mio qua una volta era tutta campagna
elettorale. Ebbene, siamo in piena campagna elettorale. Quindi io non voglio sentire
parlare di controllo pubblico, Presidente, quando già in queste società esercitiamo una
forza minoritaria in termini di quote, primo. Secondo, si è parlato di acqua pubblica,
visto che tanto parliamo della qualunque, bene, parliamo di acqua pubblica, andiamo a
vedere come ha votato l’assemblea dei soci, dei Sindaci, di che colore politico erano
quelli che hanno deciso che la SMAT non può cambiare forma societaria, perché va
benissimo una SpA, ricordando che ci ricordano sempre che è una società pubblica, ma
dove dentro adesso il 10% è gestito da una società privata, sempre secondo qualcuno
(incomprensibile) pubblico, bene, perché fa comodo in quel senso prendere i dividendi.
Certo, è ovvio, perché una società a controllo pubblico, totalmente pubblica, una società
speciale pubblica, non distribuisce quei dividendi. È certo che fa comodo, perché poi
diciamo come stanno le cose, fa comodo anche a Torino, non dico di no, ma la realtà è
quella. Allora, non andiamo a nasconderci dietro il ditino, dicendo che noi dismettiamo
delle quote. La “monnezza”. Ecco, allora, se vogliamo fare un favore a tutte le
generazioni future, visto che parliamo di “monnezza”, come ha detto qualcuno,
proponiamo una bella legge per cui il gestore di chi fa la raccolta non può essere anche
gestore di un impianto di smaltimento, così vediamo, se andiamo sul mercato dello
smaltimento, chi la vince, se forse conviene fare meno rifiuti e smaltire meno e fare
meglio la raccolta differenziata, piuttosto che bruciare, perché è chiaro che quando uno
ha tutti gli impianti li manda nei propri impianti, è ovvio, e non ha la concorrenza.
Allora, mettiamo nelle mani della concorrenza il tutto e poi ne discutiamo. Io non sono
un privatizzatore, non mi sono mai considerato un privatizzatore, come non considero i
miei colleghi. Queste storie le abbiamo già sentite su SAGAT, le abbiamo sentite su
TRM, le sentiamo adesso su Farmacie Comunali e le sentiremo nei prossimi mesi. Non
so, spero nient’altro, ma quando c’è un bene pubblico, come l’acqua, che è un bene
fondamentale, su questo noi la battaglia la continueremo fino all’ultimo giorno.
Dopodiché, lo ribadisco, credo che noi tutti, Consiglieri e Giunta, ci siamo comportati
come bravi amministratori, cerchiamo di lasciare una Città a posto con i conti in ordine,
perché crediamo che questa Città debba poter continuare a vivere in modo sano sui
propri conti. Dopodiché, se questo ci punirà politicamente ce ne faremo una ragione,
cosa che, evidentemente, qualcun altro sono quattro anni che non se la fa, noi ce ne
faremo una ragione, ma sappiamo che nella nostra Amministrazione avremo lasciato i
conti a posto, sbagliando, facendo giusto, non saremo noi a deciderlo. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliere Mensio. Ora, abbiamo il Capogruppo Tresso. Prego, ne ha
facoltà per venti minuti.

TRESSO Francesco
Grazie, Presidente. Credo ne utilizzerò molti meno. Io ho ascoltato con attenzione il
dibattito molto articolato e ho molto rispetto per tutti i Colleghi che sono intervenuti,
anche se devo confessare che mi torvo un po’con fatica a dover intervenire su un
dibattito che si è fortemente incentrato su una contrapposizione di tipo politico e che,
sostanzialmente, si è incentrato unicamente su quello che è un discorso di eredità
ricevuta, di eredità che ora deve portare, diciamo così, a valutare scelte del passato. È
ovvio che, quando ci si trova a governare una città, si atterra su tutto un pregresso che è
quello che ha costituito una serie di elementi su cui poi uno deve impostare la politica
della propria Amministrazione. Io non entro nel merito di valutare se le scelte che
furono fatte all’epoca - che mi sembra che anche la Capogruppo Artesio ci abbia
illustrato anche in Commissione - erano partite con certi, diciamo, indirizzi e poi
gradatamente hanno poi modificato, per quel che riguarda per esempio il discorso delle
Farmacie Comunali, un asse che era stato indicato in una certa misura e poi dopo era
cambiato. Però, mi sembra che, da tutto il dibattuto che oggi ha imperniato la
discussione, sia mancato quello che è il vero tema di capire e ragionare in maniera un
pochino più laica quali siano effettivamente le cose che valgono per la Città in termini
di servizi che vengono erogati e di come l’Amministrazione, ovvero la parte proprio
comunale e la Città voglia porsi. Io credo che il vero tema in assoluto, ed è quello che io
lamento, sì, di questa Amministrazione, è la totale mancanza di una politica sulle
partecipate, tra l’altro delega che ricordiamolo è in capo alla Sindaca, proprio per la…,
come succede spesso in molte altre città d’altronde, proprio per l’importanza che
dovrebbe rivestire questo ruolo e di stretta sinergia con quelle che sono le politiche
dell’Amministrazione. Io non ho avvertito in questi quattro anni una scelta netta, una
scelta, a volte, anche coraggiosa magari sul ruolo delle partecipate e di quello che
voleva essere l’idea di una politica programmatica di questa Amministrazione in termini
di partecipate. Ho più avvertito, questo sì, in maniera piuttosto costante in corso di
questi anni, uno stillicidio di andare a vendere man mano, perché, diciamolo, è vero, ci
ricordava il Consigliere precedente, che quelle che votiamo oggi sono modifiche
statutarie, ma ovviamente prodromiche poi alla vendita e alla cessione, è veramente
stato uno stillicidio di vendita di quote, in un’ottica, devo dire, abbastanza confusa, che
non seguiva una linea di voler presidiare alcuni campi, di voler avere una politica di
investimento, di voler avere la necessità che la Città fosse forte su alcuni segmenti in cui
le partecipate giocano un ruolo importante. IREN ovviamente è stato il caso più
eclatante, ma non solo, anche, è già stato richiamato da altri, l’interpretazione della
Madìa, a mio modo, non corretta sotto alcuni aspetti, ha fatto sì che la Città uscisse da
altre realtà: è già stata citata SAGAT. Io trovo che quello sia un errore, per esempio,
non poter converge su delle politiche per il turismo non capendo e non sapendo cosa
succede a quel tavolo di amministrazione, ma ne posso citare altre: anziché magari
avere il coraggio di andare a fondere (incomprensibile) in un polo forte nel campo della
ricerca e dell’innovazione, si è preferito uscirne e cedere le quote anche di queste realtà.
Anche alcune suggestioni che ci sono state riportate con una decisione che io giudico un
po’ manichea tra pubblico e privato, non penso che sia questo il ruolo della politica. La
politica non può contrapporre un sistema pubblico ad un sistema privato, tanto se non
c’è la capacità di governare una realtà che invece è a capitale misto, che invece vede la
compartecipazione, il ruolo del pubblico deve essere fondamentale anche nel dare,
diciamo, una linea di indirizzo, ma anche di discussione all’interno di una realtà.
Quindi, io credo che il mantenere, comunque, una partecipazione pubblica all’interno di
alcune realtà di cui però politicamente bisogna scegliere quali siano e quali vogliano
essere forti, perché quello si crede sia il tema in cui la Città crede e in cui la Città vuole
essere presente, quello è un ruolo assolutamente importante, è il ruolo proprio della
politica. Viene citata più volte SMAT, ma io credo, l’ho detto più volte, anche su questo
tema mi sono espresso, ma io poi SMAT è una realtà che conosco piuttosto bene, ci ho
lavorato tanto, il tema mi sembra molto ideologizzato di nuovo; perché non si vuole
invece lavorare sul riutilizzo degli utili, nel senso di quello che, tra l’altro, prevedono
anche i patti statutari, di riutilizzarli nel piano di investimenti, di riutilizzarli per opere
di risanamento ambientale, anziché invece poi pagarci la spesa corrente? Allora, su
quello insistiamo, ma non andiamo a smontare invece un qualcosa che ha la sua
funzionalità da un punto di vista anche, diciamo così, economico e finanziario, perché il
rischio sarebbe molto molto elevato. Poi, si tratta, ovviamente…, nel caso specifico su
TRM, effettivamente è curioso l’atteggiamento, dopo che sono state fatte delle battaglie,
perché io capisco che bisogna fare “un po’ di necessità virtù”, però su questo mi sembra
che il Movimento 5 Stelle si sia sempre espresso con una certa veemenza, sul fatto di
quello che deve essere l’utilizzo di quell’impianto e quindi tutto il tema anche del ciclo
dei rifiuti e credo che sia comunque un pochino una sconfitta uscire, in questo senso,
anche da quell’amministrazione, ma ancor più per il discorso delle Farmacie Comunali,
che, peraltro, è un discorso che mi sono andato un attimo a vedere: i bilanci mi
sembrano anche estremamente positivi nell’ultimo periodo, è certo che in qualche
misura anche qui vuol dire capire se il pubblico, in qualche misura, vuole rimanere e se
la Città vuole rimanere anche all’interno di un sistema di presidio di sanità locale o se,
viceversa, lo delega in concessione completamente. Poi, ci mancherebbe, non vuol dire
questo che verranno meno i servizi o verranno meno degli elementi di deontologia
professionale da parte di chi eserciterà quel tipo di servizi, però è proprio il fatto di,
anche se numericamente, come ci è stato ricordato, incidono meno le farmacie
pubbliche, ovvero le Farmacie Comunali, su quello che è il totale degli esercizi cittadini,
però vuol dire proprio, di nuovo, abbandonare anche quel segmento lì. Come dico,
credo che tutto questo rispondesse ad un piano, che fosse stato chiarito, di cessione,
magari anche coraggiosa, perché si andava a vendere; allora, a questo punto, in maniera
anche più brutale si usciva completamente da alcune partecipazioni, a fronte di, magari,
volere risanare altre realtà o di fare una politica seria di investimenti. Quello che manca
qui è proprio la politica di investimenti, qui si tratta sempre e solo di chiudere in
maniera più o meno, diciamo da bilancino, poter pareggiare i conti con un
atteggiamento più, proprio, di natura sempre poco di investimento, ma molto di andare a
chiudere i conti. Questo credo e temo sia il vero tema, poi tutto quello che è a corredo,
che invece riguarda il poterci rinfacciare, tutte quelle che sono state le scelte del passato,
quelle che sono incapacità di poter governare, (incomprensibile), io credo, davvero,
bisogna a questo punto, per onore e anche di quello che è l’impegno che ci si è presi,
pensare a quello che sia effettivamente utile e necessario per la Città. Quando uno
prende in mano il governo della Città sa bene la situazione su cui atterra e quello che si
trova a dover governare, il bilancio lo conosce, sa da cosa è generato, sa qual è la
situazione delle partecipate e quindi fa una sua proposta che, ovviamente, deve essere
quella di sviluppo, non solo di guardare al limite di questa Legislatura, ma di vedere
anche per il futuro. Ricordiamoci anche che, peraltro, tutti questi sono anche utili che
entrano ogni anno, così come altre realtà, magari più importanti, ma, anche in questo
caso, sono comunque utili che servono poi a far quadrare i bilanci successivi. Viceversa,
mi sembra che questo discorso sia un po’ manchevole, sia stato mancante proprio in
tutta questa Legislatura e non vedo proprio, dietro, un’idea politica forte, non l’ho
proprio percepita e questo mi sembra che sia l’elemento più rilevante e mi spiace che,
ancora una volta, anche nel Consiglio Comunale odierno, si sia persa l’occasione di
parlarne e invece si è preferito giocare in termini politici. Grazie. In termini politici…,
voglio dire, di contrapposizione partitica, più che politica. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Capogruppo Tresso. Adesso ho la Consigliera Montalbano che ne ha
facoltà per dieci minuti. Prego.

MONTALBANO Deborah
Grazie, Presidente. Mi aggancio all’ultimo intervento che si è sviluppato, tra l’altro alle
ultime parole di quest’ultimo intervento. Si è buttata la discussione su quella che è una
contrapposizione politica e devo dire, ormai dopo un po’ di anni, che è un
atteggiamento che si sviluppa molto sovente in Consiglio Comunale, cioè ogni
qualvolta che il Movimento 5 Stelle, a prescindere dal programma elettorale, a
prescindere dalle posizioni sempre prese - e ancora magari stasera, su qualche post
Facebook dei suoi eletti ancora ribadite -, laddove si ritrova con delle delibere, arrivate
dalla Giunta sulla quale poi… e su questo ho anche grande tenerezza per i Consiglieri di
Maggioranza, non hanno potuto né dire “a”, né dire “b”, né dire “c”, e se la sono trovata
già fatta così: è l’unica maniera per restare Consiglieri Comunali e per continuare a far
parte di questo partito che, secondo queste menti, è il partito di rinnovamento di questo
Paese, e allora bisogna andare in Consiglio Comunale e come se ne esce? Si attacca il
Partito Democratico, si attacca il Partito Democratico che, sostanzialmente, con tutta
l’onestà intellettuale, che credo di poter rappresentare, ha perfettamente ragione a
sbattere in faccia al Movimento 5 Stelle che sugli inceneritori, come anche sulle
Farmacie, ma in linea in linea di massima su tutta quella partita che doveva essere di
rafforzamento della gestione pubblica all’interno di spazi strategici della Città e non
solo, ha tradito sia a livello nazionale e ancor di più a livello cittadino. Ed è qui che poi
iniziamo con tutti quegli interventi che sono rappresentativi di quella che è la più grande
ipocrisia credo umana; quindi, è uno di quegli elementi umani, che però quando in
politica si manifesta in maniera così imponente, devo dire che lascia abbastanza
interdetti. Se ad oggi noi stiamo vendendo l’ultimo 20% di quote, per quanto riguarda la
gestione delle Farmacie Comunali, è perché in questi quattro anni questa non è stata una
priorità di quest’Amministrazione e non si è lavorato per aumentare il capitale pubblico
all’interno di queste realtà. Se noi, oggi, invece di chiudere e affamare un inceneritore, e
lo stiamo completamente lasciando in piena autonomia alla gestione dei privati, vuol
dire che non si è lavorato in tal senso, non è stata una priorità e, soprattutto, laddove
anche, magari, si è provato, non si è arrivati a nessun risultato. Quest’Amministrazione
è famosa, credo, solo per un motivo, per aver anteposto alla politica e alle posizioni, ai
principi e ai valori della politica quello che è il regime del quadro dei conti e quindi, in
funzione di questo, si è sacrificato tutto e tutti. Questa è la realtà e io credo che si
potrebbe anche venire in Consiglio e ogni tanto dirla un po’ la verità, perché non è che
fa proprio male. Parliamo tanto di cambiare la politica, forse la politica ha bisogno di
avere dei riferimenti e degli eletti che, finalmente, inizino a essere un po’ più onesti e a
raccontare la verità, invece di cercare sempre di affossare la verità. Ora, naturalmente il
mio voto sarà contrario, Presidente, perché io, invece, ci credevo in quel progetto e sono
sicura, sono sicura che si sarebbe potuto fare molto di più, se davvero si fosse voluto.
Visto che si è parlato di acqua pubblica, io ci tengo a dire un paio di questioni, che poi è
tutto legato, perché parliamo di partecipate, parliamo di gestione pubblica all’interno di
settori strategici, ma anche sull’acqua pubblica, perché poi abbiamo i Consiglieri che
tentano di fare l’interpellanza, parlo di quelli di Maggioranza, che tentano di fare la
mozione, sapendo già qual è l’indirizzo della Giunta e della Sindaca. Ma anche
sull’acqua pubblica è stata una battaglia di facciata, non veniamoci a prendere in giro,
perché forse vi potete prendere in giro tra di voi, Consiglieri di Maggioranza, perché
non sapete più come guardarvi ad uno specchio, però gli altri, che non ci sono stati già
prima, non è che si fanno così tanto prendere in giro, perché, se davvero si voleva
l’acqua pubblica, il primo passaggio era non prendere più i dividendi a fine anno da
SMAT e nessuno lo ha fatto e nessuno, tantomeno, ha fatto pressione per farlo. Quindi,
finiamola, finiamola, tanto manca ancora qualche mese e poi questa sceneggiata, questa
pagliacciata è finita, però un minimo, un minimo di onestà intellettuale, ogni tanto, non
farebbe male, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Consigliera Scanderebech.

SCANDEREBECH Federica
Grazie, Presidente. Solo brevemente, per dichiarare la mia posizione e qui uso anzi
questo tempo per poi…, come dichiarazione di voto, in cui non interverrò. Le
privatizzazioni non riguardano, a parer mio, esclusivamente la Città di Torino, ma è
ormai un mutamento storico e culturale che si sta divulgando sempre più in tutta Italia.
La mia posizione in Aula, da anni, è nota, sono sempre stata favorevole a tutte le
privatizzazioni, alle cessioni di quote partecipate della Città, ho sempre votato negli
anni scorsi, nei precedenti passati, tutte le delibere che passavano dall’Aula inerenti
questo tema: ho votato la cessione di parte di AMIAT, ho votato la cessione di parte di
GTT, votai la cessione di parte delle Farmacie. Concordo, però, con il fatto, che veniva
sollecitato precedentemente dal Capogruppo Tresso, che manca, però, ad oggi, una
politica di investimenti, quindi questa delibera aveva un senso se ricondotta ad una vera
e reale e fattiva politica di investimenti, quindi in una cornice più ampia, in uno scenario
più ampio; mi sembra invece una delibera alquanto estemporanea in questo momento.
Quindi, per questo motivo, il mio voto non sarà assolutamente un voto contrario, sarà un
voto di astensione poiché, secondo me, a parere mio, doveva avere una cornice molto
più ampia, quindi bisognava interpretare non solo la vendita di questa parte di quote
partecipate, in maniera a sé stante, ma in un dibattito più complessivo e di più ampio
respiro, di più ampio respiro anche su una politica di veri investimenti che la Città
dovrebbe fare e che, ad oggi, secondo me, soprattutto in questo, è mancata, è mancata
assolutamente. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliera. Io non ho al momento altri Consiglieri iscritti. Quindi, direi
che possiamo chiudere quella che è la fase della discussione ed eventualmente uno degli
Assessori adesso può replicare. Chiedo alla Giunta se vuole replicare, questo è il
momento.

ROLANDO Sergio (Assessore)
Presidente. Non si sente?

SICARI Francesco (Presidente)
Sì, sì sente un po’ confuso ora, ma si sente. Prego.

ROLANDO Sergio (Assessore)
Volevo dire, come già è avvenuto in Commissione e come avvenne, l’unica cosa che mi
permetto di dire, come avvenne precedentemente, nel 2019, l’oggetto qui non è la
dismissione delle partecipazioni, in questa delibera, e il procedimento non è quello della
dismissione, che, ricordo a tutti i Consiglieri, è stato portato a termine con delibera nel
2019, è la modifica di alcuni passi che riguardano gli Statuti, che rendono, ovviamente,
più ragionevole l’iter che è stato scelto di dismissione, che corrisponde ai dettami
legislativi e ai dettami della trasparenza più completa. Ricordo a tutti che nei piani, sia
nel piano di dismissione delle alienazioni, sia nel piano di intervento (incomprensibile).
Io non ho nient’altro da dire e ringrazio tutti (incomprensibile).

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Assessore Rolando. Come Regolamento, dopo la replica dell’Assessore,
arriviamo alla trattazione, alla discussione degli emendamenti. Procederemo, quindi,
con la discussione in merito ai singoli accorpamenti e quindi, ora, alla conclusione di
ogni discussione sugli emendamenti, procederò a votazione. Quindi, andremo con
ordine: discussione e votazione, discussione e votazione.

SICARI Francesco (Presidente)
Quindi, interveniamo adesso sull’accorpamento che racchiude gli emendamenti dal
numero 1 al numero 22. Prego, Vicepresidente Lavolta.

LAVOLTA Enzo
Ci ricorda i tempi, Presidente?

SICARI Francesco (Presidente)
Assolutamente, sì. Sugli emendamenti abbiamo i tempi raddoppiati, quindi un
Consigliere per Gruppo ha sei minuti e gli altri Consiglieri del Gruppo quattro minuti.
Prego.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie, Presidente. Devo dire che la discussione è stata interessante. Mi dispiaccio solo
del fatto che non sia stata data ancora una volta risposta alle domande che abbiamo
posto e i Colleghi di Maggioranza abbiano, invece, preferito, probabilmente perché non
avevano le risposte o non sono state a loro fornite, hanno preferito avviare una tenzone
con le Amministrazioni precedenti. Sono dispiaciuto del fatto che il Collega Napolitano
abbia chiesto a suo figlio quanto fa 100 meno 80, ma non abbia spiegato a suo figlio
perché oggi lui vota di vendere il 20%, perché non lo ha detto a noi, e spero che almeno
a lui lo abbia detto, a noi non l’ha spiegato. Sarebbe stato utile sentire la motivazione
nel merito, ovviamente, perché dire che si vende il 20%, perché è una quota residuale,
vuol dire, innanzitutto, ammettere che non si è capaci di garantire un indirizzo politico
con quel 20%. È chiaro che, a proposito di indirizzo politico, parlando di TRM, se la
prima cosa che fa, in virtù della quota minoritaria, il Presidente che nomina l’attuale
Maggioranza in TRM a suo tempo, è definire il termovalorizzatore un biscottificio, è
chiaro che, probabilmente, l’indirizzo politico che mi sarei aspettato non era tanto
quello di ridimensionare o ridefinire le caratteristiche tecnico-impiantistiche
dell’impianto di gestione dei rifiuti, quanto, piuttosto, ad esempio, magari garantire
delle attenzioni sul piano di sorveglianza sanitaria. Perché, io ci tengo a dirlo ai
Colleghi, le dismissioni di quote, avvenute in passato, sono sempre seguite ad una
discussione ampia che hanno visto il coinvolgimento dei lavoratori; gli operatori che
sono intervenuti oggi furono coinvolti sia nel 2008 e sia nel 2014, questa è una
grandissima differenza, rispetto al passato e, ad esempio, prima di vendere le quote del
termovalorizzatore, si decise di affrontare, definire, garantire un piano di sorveglianza
sanitaria, perché si riconosceva un interesse generale che era l’interesse alla salute dei
cittadini, rispetto a dei dubbi che, a vario titolo, venivano espressi, dubbi tutti legittimi,
intendiamoci, ma che, proprio perché legittimi, avevano bisogno di risposte. Quindi, la
principale differenza che io vedo, rispetto al passato, in questa dicotomia stucchevole - e
che fa bene il Collega Napoli, su cui tornerò, a invitarci a maggior prudenza -, in questa
dicotomia, però, manca una cosa che caratterizzava i due momenti rappresentati in
questo dibattito, a tratti scomposto oggi, che in un caso c’era un dibattito, un confronto,
una discussione e c’erano dei piani, potevano non piacere quei piani, potevano non
piacere quegli atti di indirizzo, poteva non piacere quella politica di indirizzo, ma un
indirizzo politico c’era, qui, noi, tornando al Collega Napoli, abbiamo una retorica di
Sinistra e delle politiche di Destra, senza neanche troppo entrare, però, nel merito
perché è uno sforzo che evidentemente non è richiesto. E non è un caso che il Collega
Napoli voterà a favore e magari qualche altro Consigliere voterà contro o si asterrà,
perché è esattamente così: laddove non si esercita un indirizzo politico, ci si accontenta
di dire che si è troppo deboli. È come quando, tra due pugili, sul ring, uno è
particolarmente colpito da pugni ripetutamente, si preferisce scendere dal ring perché si
dice che è troppo forte l’avversario, si rinuncia. Cioè io lo capisco, io leggo nelle parole
dei Colleghi, tutti, una rinuncia, una rinuncia anche un po’ triste, mi permetto di dire,
perché, se il Collega Mensio ci dice che lui, fin da subito, sempre, ha ribadito che
l’acqua pubblica l’avrebbe visto battersi fino in fondo, e allora non si è accorto che, per
la prima volta nella storia di IREN - che gestisce l’acqua pubblica per due milioni e
mezzo di abitanti -, lui la partecipazione pubblica l’ha fatta scendere sotto il 51%.
Allora, a me non interessa evidenziare le contraddizioni, perché quelle meglio di me le
rappresentano la Collega Montalbano e gli altri Consiglieri che sono intervenuti prima
di me e che conoscono meglio di me il Movimento 5 Stelle torinese, a me interessa
sottolineare quello che diceva la Collega Artesio e cioè che si continua a non rispondere
ad una domanda, e io non ho timore di essere smentito da questo punto di vista - sarà
per quello che non ho fatto particolare carriera -, ma io l’ho sempre detto, tutte le volte
che sono intervenuto nelle sedi proprie, che bisognava garantire una partecipazione
pubblica e che, nell’ambito della rimodulazione della partecipazione pubblica,
comunque, questo principio si dovesse garantire e l’ho fatto sempre, l’ho fatto sempre.
Quindi, mi dispiace che il gioco sia semplicemente quello di ribaltare responsabilità o
individuare responsabilità altrui.

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Mi piacerebbe, però, che questa sede, questo dibattito e queste discussioni ci aiutassero
a capire qual è l’impostazione politica di quest’Amministrazione. Riprendo dopo,
Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Adesso ho il Consigliere Curatella. Prego, ne ha facoltà.

CURATELLA Cataldo
Grazie, Presidente. Io avevo firmato un emendamento, quello che è diventato il numero
21 della Consigliera…, della Capogruppo Artesio, perché ritenevo fondamentale
dividere le due strade: TRM e Farmacie Comunali, aprendo delle discussioni ad hoc
sulle due tematiche, che non possono essere confuse, però mi rendo conto che c’è
volontà di fare cassa, manca volontà politica per fare qualcosa di diverso, per avere un
po’ di coraggio, per cercare di risalire da quel misero 20% verso il 51%, e, alla fine,
tenendo in conto anche le dichiarazioni che sono state fatte, vediamo un’unità di intenti
tra quello che è oggi il Movimento 5 Stelle Torino e Forza Italia nella privatizzazione
dei servizi pubblici a Torino, partendo dalle Farmacie Comunali. Perché si sono tirati un
po’ i remi in barca, non si ha più voglia di remare per cercare di trovare delle soluzioni
diverse, ma si preferisce lasciare fare ad altri e limitarsi a ratificare scelte altrui. Un po’
mi dispiace, perché quattro anni fa si voleva cambiare la Città e cambiare la direzione
che aveva preso la Città. Prima la Capogruppo Artesio ha fatto l’esempio della
macchina a cui si vendevano prima gli specchietti e poi le ruote, ma l’intento era
ricomprare gli pneumatici, ricomprare gli specchietti per ridare valore alla macchina
Comunale, ai servizi pubblici in auge presso il Comune di Torino, invece, niente, si
preferisce continuare nella direzione che era stata avviata in precedenza, si è ridotto al
20%, eliminare completamente ogni tipo di intervento pubblico. Va bene così,
arriveremo poi alla fine dei conti a vedere se questo impoverimento della macchina
pubblica sarà valsa la candela o se sarà soltanto un mero lavoro ragionieristico sul
Bilancio della Città, ma poi la Città rimarrà senza nulla da dare, in particolare ai
cittadini. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliere Curatella. Adesso ho il Capogruppo Lo Russo, che ne ha
facoltà per quattro minuti. Prego.

LO RUSSO Stefano
Grazie, Presidente. alcune considerazioni le ha già fatte il Consigliere che mi ha
preceduto, il Consigliere Curatella. Proprio per l’esperienza che, in qualche modo,
l’Onorevole Napoli ha accumulato, diciamo così, dagli anni ’70 in avanti, lo inviterei ad
essere un pelino più cauto nell’essere profetico, nel senso che ci ha insegnato la politica
- io ho molti meno anni di lei, Consigliere Napoli - che, forse, prima di sbilanciarsi
rispetto a scenari futuribili, bisogna avere un po’ di accortezza. Questo lo dico perché è
del tutto evidente che noi siamo un pochino abituati forse un po’ all’antica e che cioè le
coalizioni politiche, soprattutto per quello che riguarda le amministrative, che hanno un
sistema elettorale a doppio turno, si basano su progettualità programmatiche e non tanto
su altri tipi di ragionamenti. Per queste ragioni, difficilmente io credo si possa andare
nello scenario che lei ipotizzava, Consigliere Napoli. Invece, rilevo quanto faceva
rilevare il buon Curatella e cioè che c’è un perfetto e pieno allineamento tra Forza Italia
e Movimento 5 Stelle per quello che riguarda le privatizzazioni, perché vede,
Consigliere Napoli, al PD si può dire di tutto e di più, e, come dire, noi siamo
abbastanza abituati ad incassare le botte che ci arrivano da Destra, dalla Lega e dai 5
Stelle, ma non si può dire che non ci sia un certo qual grado di coerenza. La scelta che
fu fatta all’epoca, fu quella di trovare un punto di equilibro, lo ricordava il Collega
Lavolta, tra l’esigenza di individuare forme gestionali che coinvolgessero il privato e,
contemporaneamente, avere - l’ha detto bene lui, lo ripeto io - la garanzia di una
partecipazione pubblica. Ora, questo modello, a lei può non piacere e per certi versi è la
ragione per cui, come dire, siamo in forze politiche differenti, è un modello che è
nostro, noi lo rivendichiamo. Quello che ci permettiamo di far rilevare è che non si
capisce più qual è il modello del Movimento 5 Stelle che governa questa Città, perché
rileviamo che noi… adesso, senza andare agli estremi citati dal Collega che mi ha
preceduto e cioè di un partito politico che si ricomprava le gomme, il volante e tutto
quanto il resto, perché mi rendo conto che la situazione economico-finanziaria
probabilmente non lo permetteva, ma, diciamo così, che tra ricomprarsi gli specchietti
retrovisori e lo svendere tutto, forse c’erano delle sacrosante vie di mezzo, che erano
esattamente le posizioni su cui ci eravamo attestati noi. Ora, io mi rendo conto che stare
nel mezzo, talvolta, tra la politica iperliberista di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle,
che vende ai privati tutto e che fa polemica politica dove gli conviene farlo, perché -
ricordava anche qui il Collega Lavolta - su IREN che gestisce il servizio idrico integrato
non una parola viene spesa in quest’Aula, eppure IREN, come dire, non è propriamente
una variabile indipendente dal sistema, però, come dire, anche da questo punto di vista
ci siamo abituati. In conclusione, Collega Napoli, apprendendo che lei voterà a favore
questa deliberazione, esattamente come i veementi interventi dei Consiglieri di
Maggioranza che hanno governato il dibattito sulla delibera e hanno messo in evidenza
Forza Italia e 5 Stelle, con un sol uomo privatizzeranno le Farmacie e TRM, ci
permettiamo di far rilevare che forse, prima ancora che fare profezie, proprio perché la
politica ci insegna che è piuttosto variabile, io attenderei l’estate e attenderei l’autunno,
perché è del tutto evidente che a Roma, come dire, forse più per una ragione di timore,
che per una ragione di convinzione, forse più per una ragione di convenienza, vi siano
spinte in questa direzione, ed è ovvio che, avendo un appuntamento elettorale come
quello delle Regionali ci siano alcuni esponenti del Partito Democratico che teorizzano
queste questioni, però la politica ci insegna che il tempo è lungo e che,
complessivamente, di norma, alla fine, è difficile che vengano messe insieme alchimie
impossibili. Quindi, noi prendiamo atto di questa volontà di 5 Stelle e Forza Italia di
privatizzare le Farmacie, cercate solamente di non scaricare anche voi tutti quanti
insieme sul PD, perché il PD la sua posizione ce l’aveva...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

LO RUSSO Stefano
… e continua a difenderla coerentemente, che è quella di una sacrosanta via di mezzo
tra una partecipazione e privata e comunque una compartecipazione pubblica.

SICARI Francesco (Presidente)
Adesso ho… Capogruppo Napoli stiamo discutendo gli emendamenti, quindi lei può
intervenire sull’accorpamento e ne avrebbe facoltà per sei minuti. Prego.

NAPOLI Osvaldo
Grazie, Presidente. Devo dire al Collega Lo Russo che è proprio esattamente il
contrario, io non scarico niente sul PD, io non scarico nessuna responsabilità sul PD,
anzi credo di essere stato estremamente obiettivo due Consigli fa e il resto, e il Collega
Lavolta giustamente mi ha bacchettato per il fatto che l’aveva già detto lui prima, io
credevo di essere stato l’unico, che addirittura Fassino aveva diminuito il debito.
Quindi, io non scarico niente sul PD, nemmeno per quanto riguarda il tema delle
Farmacie. Ho detto, è inutile che ripeta, son d’accordo sulle Farmacie, ho dei dubbi che
l’operazione possa andare a termine e mi dispiace sotto questo aspetto. Per quanto
riguarda invece la disquisizione politica, devo dire al Collega Lo Russo che non deve
rivolgersi a me, ma deve rivolgersi agli autorevoli organi parlamentari politici sia del
partito del Parlamento, sia Camera, che Senato, che ogni giorno, specialmente ieri e
l’altro ieri, hanno incominciato a stimolare, probabilmente per paura di perdere alcune
regioni, ma ci sta anche, non mi scandalizzo mica, oppure per vincere alcune regioni, al
contrario, ma hanno stimolato continuamente in questi due o tre giorni l’opportunità di
fare un’alleanza organica con il Movimento 5 Stelle, sia a livello nazionale, che a livello
locale. Piaccia o non piaccia al Collega Lo Russo e agli altri Colleghi del Partito
Democratico, può anche darsi che a livello torinese voi non possiate accettare anche se
vi arriva l’ordine di livello nazionale, però, scusate, ma la contraddizione e la sintesi fra
livello nazionale e livello locale, ad oggi, nel Partito Democratico questa discussione è
estremamente forte ed è estremamente delicata e, sotto un certo aspetto, è vero, si
aspetta... Io sono preoccupato per la situazione economica, per quello che la gente
subirà quando non ci sarà più la cassa integrazione a novembre, a dicembre, a gennaio e
chi per esso e avremo la crisi economica, più che i bisticci fra di noi; sono enormemente
preoccupato sotto quell’aspetto economico e per quello che la gente, probabilmente,
subirà e avrà delle grosse problematiche, rispetto al fatto di discutere fra di noi cose che
alla gente interessano poco, però è ovvio che il 21, il 22 di settembre sarà una data
estremamente importante, non tanto per chi vincerà le regioni - scusate se faccio anche
questa una mia modesta esperienza, che è ovvio che io non sono il verbo, lo dico
sempre, però parlo di politica -, il 21, il 22, che sono le votazioni, non saranno tanto chi
vincerà le elezioni regionali, il candidato, ma saranno le percentuali che i partiti
prenderanno che diventeranno determinanti per il proseguimento della Legislatura e per
quanto riguarderà anche eventuali alleanze a livello locale per le future amministrative.
Questa è la situazione e non c’è il minimo dubbio, guardate, potete dirmi tutto quello
che volete, ma la verità che dico adesso su questo la do, per quanto mi riguarda, al
100%, quelle percentuali diventeranno determinanti perché la situazione dei partiti
politici a livelli romani, compreso anche il mio, ma tutti, a quel punto lì basta leggere
ancora alcune agenzie di oggi, si dice e si parla, saranno tutte storie, saranno
fantapolitica, che addirittura qualcuno dice che si spaccherà il Movimento 5 Stelle e a
quel punto lì si potrà fare un’eventuale Maggioranza diversa rispetto a quella che c’è
adesso. Non lo sto dicendo io, lo stanno dicendo le agenzie di stampa oggi. Allora io
vengo a dire, siccome faccio modesta politica di esperienza, io non so se succederà o
meno, quindi non faccio delle profezie, dico soltanto che, ad oggi, nessuno può negare
che le contraddizioni fra livello nazionale, livello locale, la voglia di fare alleanze a
livello regionale dalla parte del Partito Democratico, dalla parte di tutti, guardate, metto
tutte nel calderone, e alla gente interessa poco, però al di là di tutto, esiste, e l’amico e il
Collega Lo Russo non può contraddirmi su questo, perché potrei mettermi lì a sfogliare
e far nome e cognome di tutte le dichiarazioni. Ma ci sta, io non mi scandalizzo mica,
sapete, se per caso, a livello nazionale, il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico si
mettono insieme per, eventualmente, vincere le elezioni regionali in varie regioni
italiane, io non mi scandalizzo mica, è la politica, sarà poi la gente a decidere se quel
tipo di alleanza è consono o meno e se hanno attitudine a stare insieme. È la stessa…,
posso dire una cosa e finisco. Non mi scandalizzo mica se a Torino, per caso, arriverà
un ordine, quello che c’è o meno, che “obbligherà”, fra virgolette, perché nessuno è
obbligato a farlo, quindi do l’indipendenza…, io non sono abituato a entrare in casa
degli altri, quindi il Partito Democratico giustamente di Torino, del Piemonte, può fare
quello che desidera, però vengo a dire… anche su Torino potrebbe arrivare, saranno poi
certamente loro a decidere.

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

NAPOLI Osvaldo
Finisco, Presidente. Però che ci sia questa problematica e questa dialettica politica,
l’amico e Collega Lo Russo, che certamente è uno estremamente preparato, anche sotto
l’aspetto politico-amministrativo, non può negare che esista. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Capogruppo Napoli. Io non altri interventi da parte dei Consiglieri. Non
essendoci altri interventi nel merito di questo accorpamento, chiedo allora al Segretario
Generale di procedere con la votazione per appello nominale con il parere contrario
della Giunta.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
Presidente, 3 favorevoli, 3 astenuti, 22 contrari.

SICARI Francesco (Presidente)
Perfetto, quindi per il verbale, con 28 Consiglieri votanti, 22 voti contrari, 3 voti
astenuti e 3 voti favorevoli, il Consiglio non approva gli emendamenti, respinge.

SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo adesso con il successivo accorpamento degli emendamenti, dal numero 23
al numero 293. Quindi, ora apriamo la discussione. Prego, Vicepresidente Lavolta, ne
ha facoltà per sei minuti.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie, Presidente. Una delle motivazioni che mi ha indotto a presentare alcuni, pochi in
realtà, emendamenti ostruzionistici, oggetto di questo ulteriore accorpamento, deriva
dall’idea maturata e, in realtà, consolidata, del Servizio Sanitario Nazionale nel nostro
Paese durante l’emergenza Covid. Si è consolidata in me l’idea che la nostra Sanità
debba essere pubblica, ci mancherebbe altro, e debba essere però anche capillare e
flessibile. La flessibilità deriva dalla consapevolezza che l’offerta del Servizio Sanitario
Nazionale, a livello locale, che si tratti di una città o di un piccolo paese, deve essere
sufficientemente capace di rispondere a delle istanze, delle esigenze che si differenziano
a seconda dei territori; circa la capillarità, anche questa ovviamente garantisce
l’accessibilità dei cittadini, ma garantisce anche il fatto che ci sia una prossimità utile a
rendere riconoscibile e immediatamente accessibile questo servizio. Allora, se è vero
quello che dicevo all’inizio e cioè che l’attività di dispensazione al dettaglio dei
medicinali costituisce un elemento essenziale del Servizio Sanitario Nazionale, è
particolarmente importante che, laddove vi è una partecipazione pubblica ne si
riconosca il valore, della capillarità. Non è un caso che quando, tanti anni fa ormai,
nello scorso mandato (incomprensibile) un indirizzo politico ad esempio si svolgevano
delle attività gratuite di misurazione della pressione, delle giornate di coinvolgimento
attivo alla cittadinanza per favorire la cosiddetta prevenzione, lo si faceva anche
guardate con una percentuale non maggioritaria, lo si faceva perché c’era la volontà
politica di farle quelle cose e quindi c’era un indirizzo politico. Non è più stato così
quando si è smesso di esercitare l’indirizzo politico e mi fa…, ad esempio mi dispiace
molto che il Collega Fornari, nel momento in cui riassume i numeri delle farmacie a
Torino, ad esempio, faccia confusione mettendo insieme pere e mele e cioè sommando
farmacie e parafarmacie. Credo che sia la dimostrazione plastica della difficile e
superficiale, più superficiale, che difficile, approccio diciamo al tema, perché se non si
riesce a distinguere una parafarmacia da una farmacia è evidente che chi esprime un
voto, probabilmente, prima di esprimerlo, dovrebbe riflettere su che cosa sta facendo. Io
insisto su quello che dicevo prima, non solo l’Assessore non ha risposto alle nostre
domande, ma la malizia che ci ha indotto, probabilmente, a esagerare col numero di
emendamenti ostruzionistici, deriva anche da un’altra cosa, abbiamo detto che il 9
giugno la Città pubblica un bando, mette a bando il 20% delle Farmacie Comunali, il
9 giugno, quasi un mese fa, ovviamente se non lo avessimo letto per caso sui giornali,
perché siamo abituati a leggere i giornali, non ce ne saremmo neanche accorti. Il
13 giugno, però, probabilmente perché sono più accorti di noi, alcuni farmacisti, alcuni
operatori sanitari, leggendo questo avviso pubblico, scrivono all’Assessore Rolando,
chiedendogli un incontro. Allora, se è tutto così sereno e tutto così semplice, così come
lo vogliono descrivere alcuni Colleghi, se è una cosa ineluttabile, necessaria che non si
può fare diversamente perché, per eredità…, da Cavour in poi è un’eredità impegnativa
che bisogna, in qualche modo, fare la fatica di sopportare, e io li ringrazio per questo
sacrificio di sopportazione che fanno e che ancora oggi hanno voluto richiamare, ma se
è tutto così lineare e tutto così semplice, perché non si è mai risposto a quella richiesta
dei farmacisti che chiedevano semplicemente delucidazioni? Mi sono fatto mandare,
perché non ci credevo, una copia di questa lettera, questa lettera chiede semplicemente
di favorire un esame congiunto, di condividere qualche riflessione e di comprendere le
motivazioni dell’Amministrazione. Se è vero quello che diceva il Collega Versaci, cioè
che il dibattito di oggi è stato incomprensibile per i più, no, forse, lo diceva il Collega
Napolitano che ha interpellato il figlio per capire cosa stesse capendo del dibattito, se da
questo dibattito non si è capito nulla, forse non sarebbe stato opportuno spiegare le
motivazioni direttamente agli operatori sanitari e ai farmacisti? Perché
l’Amministrazione non lo fa? Perché ha deciso di chiudersi in un fortino, evitando un
confronto? Perché si ha paura del confronto? Che cosa c’è dietro? Sono queste le
domande che noi ci poniamo. Non è possibile che qualcuno si candidi ad amministrare
la cosa pubblica e sfugga al confronto. Non è possibile che si decida di intraprendere
una scelta politica e non se ne assuma la responsabilità fino in fondo, perché urlare oggi:
è colpa del PD, è colpa di chi c’era prima, non è assumersi una responsabilità politica, è
lanciare la palla in tribuna. Ho terminato, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Perfetto, la ringrazio. Quindi adesso procediamo con la Capogruppo Artesio, che ne ha
facoltà per sei minuti. Prego.

ARTESIO Eleonora
Grazie, Presidente. Intervengo su questo corpo di emendamenti, perché all’interno di
questa sessione, in particolare tra l’emendamento 114 e l’emendamento 153, erano
contenuti tutti i riferimenti di merito e, a mio modo di vedere, di perfezionamento e di
garanzia che avevo cercato di introdurre all’interno della proposta di deliberazione. Mi
soffermerò soltanto su alcuni di questi anche per essere, mi auguro, più chiara rispetto a
Colleghi del Consiglio che hanno, evidentemente, equivocato o non completamente
assunto i riferimenti che io svolgevo nella dichiarazione generale. Intanto, voglio
ricordare che l’emendamento 137 fa riferimento alla valorizzazione del canone di
concessione. Come detto, non casualmente in capo all’Ente pubblico è la concessione
dell’attività, che il Comune aveva valutato nell’anno 2000 in un valore di 80 miliardi di
lire dell’epoca e diluito in 99 anni, con una progressiva restituzione di questo debito
verso il Comune che produce, ogni anno, un’entrata da parte del Comune. Nel 2015, che
è l’ultimo dato che ho acquisito, era di 1 milione e 17 mila euro. Quindi, la mia
preoccupazione era di procedere, nelle modifiche che vengono indotte in questa
deliberazione, con alcuni elementi di certezza anche sugli aspetti economici. Invece,
tutti gli altri emendamenti fanno esattamente riferimento a quelle modalità, dal
Contratto di Servizio al Piano quinquennale di gestione, che riguardano l’esercizio della
responsabilità di tutela pubblica del Comune nei confronti dei servizi e delle Farmacie
che sono considerati presidi di salute pubblica. Mi dispiace sottolineare che, quando ho
ascoltato alcuni degli interventi, forse non è chiarissimo quanto il Comune dovrà
svolgere, se, come sono convinti i Colleghi di Maggioranza, attraverso la moral suasion,
dovrà, comunque, e sarà comunque capace di garantire le stesse funzioni di vigilanza
che garantisce oggi.
Cosa sottolineo? Sottolineo che tutti quei criteri, che vanno dalle garanzie di
dislocazione, uno dei temi: la capillarità anche in zone economicamente non
vantaggiose, forse proseguire in una logica che trasferisce farmacie in quartieri più
periferici o meno popolati o con minore capacità di spese, da quei quartieri ai centri
commerciali, come è accaduto, non è una condizione di tutela dell’equità di accesso a
questi servizi, oppure, si è fatta ironia sulla questione del costo dei prodotti, ma certo,
infatti la norma cosa dice, in rapporto alle Farmacie a gestione pubblica? Il buon
andamento dell’amministrazione della farmacia, in rapporto al miglior interesse del
paziente-cliente, compreso l’orientamento su quei farmaci da consiglio, che non sono
quelli da prescrizione medica, che non sono quelli su cui è imposto il preziario dalle
industrie farmaceutiche. Lo dico per i colleghi che ironizzavano sul fatto che qualche
Consigliere è incompetente e in quanto incompetente dice cose imperfette. Oppure,
ancora, mi è spiaciuto ascoltare una certa banalizzazione della salute pubblica e di
un’eventuale esagerazione da parte di chi sosteneva che esiste, comunque, una
responsabilità del Comune, esercitata anche attraverso questi presidi, di tutela della
salute pubblica, perché in uno degli emendamenti io chiedo…, poiché lo Statuto,
all’articolo 23, dice: “In ogni caso, il socio pubblico Comune di Torino, in qualità di
titolare della proprietà delle licenze delle Farmacie, garantisce il perseguimento
dell’interesse pubblico della tutela della salute”, allora, non è la Consigliera Artesio su
cui si può fare ironia, è l’articolo 23 dello Statuto delle Farmacie attuali che dice che il
Comune, in quanto socio pubblico, garantisce il perseguimento della tutela della salute.
La mia domanda, da emendamento, era: con quali integrazioni il Comune intende
garantire la tutela della salute pubblica con una nuova configurazione che può andare a
modificare lo Statuto? Le mie domande nel Piano quinquennale e nel Contratto di
Servizio erano tutte in questa direzione, sapendo che l’emendamento 144 faceva
riferimento ai compiti di monitoraggio, che il Comune svolge. La mia domanda era
quindi: se il Comune non sarà più socio, ancorché di Minoranza, come svolgerà i
compiti di monitoraggio? Come si vede, mi sembra che le questioni non fossero né
disinformate, perché fondate tutte sui contenuti testuali della normativa in essere e degli
atti preesistenti e tutti volti a inserire negli atti futuri gli stessi elementi di garanzia che,
mi si dice, in nome della responsabilità comunque istituzionale, saranno in ogni caso
perseguiti.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio, in quanto sono finiti i sei minuti ed è stata precisa. Adesso ho il
Consigliere Curatella che ne ha facoltà anche lui per sei minuti. Prego.

CURATELLA Cataldo
Grazie, Presidente. Diciamo che è un po’ anomala quest’accelerazione che si sta dando,
perché, come in molte discussioni che si stanno facendo, non solo nel Consiglio
Comunale di Torino, in questa emergenza, post emergenza Covid, c’è quasi una corsa
alla svendita del patrimonio pubblico, dei beni pubblici e non solo, di alcune attività
private, ma non c’entra. Io mi chiedo, uno, come diceva un Consigliere che mi ha
preceduto, come mai manca ogni confronto con chi operava nel settore, che ha anche
chiesto di parlare un attimo con l’Amministrazione, ma soprattutto mi chiedo quali
garanzie saranno date con questa liberazione dell’intervento pubblico, anche se
minoritario delle Farmacie Pubbliche, sia lato utenza, quindi i cittadini, per garantire
quello che è previsto dal Contratto di Servizio e quindi, se già oggi con il 20% che
sembra esserci una qualche difficoltà, perché qualcuno che mi ha preceduto negli
interventi sulla delibera ha detto: “Ah, no, però il Comune anche con il 20%, al
momento, deve solo rispondere in solido se no la gestione non va bene”. Quindi, uno:
come si garantisce, non avendo più neanche il 20%, che è quello che è previsto dal
Contratto di Servizio, che gli emendamenti della Capogruppo Artesio (incomprensibile)
molto bene, come si fa a dare questa garanzia, avendo svenduto queste quote, uno;
seconda cosa, se si è fatto un minimo di indagine per capire cosa è successo nelle altre
amministrazioni che ormai hanno privatizzato questo settore da anni, ben prima che
arrivasse il Covid, non solo dal punto di vista, quindi, dei cittadini, ma anche dei
lavoratori, dal punto di vista dei contratti aziendali. Perché mi risulta che in altre città in
cui è avvenuta la privatizzazione delle Farmacie Comunali, ad esempio Milano, ad
esempio Bologna, c’è stato un problema dal punto di vista dei contratti aziendali, nel
senso che si è passati da contratto pubblico a contratti precari, assumendo giovani
precari per un periodo limitato, a tempo determinato, e quindi con continue modifiche di
personale, con chiusure per spostamenti, andando sempre in un’ottica di logica privata,
spostarsi da, magari, una periferia che ha pochi clienti e andare verso il centro
commerciale, com’è stato già detto prima. Quindi, l’attenzione per le periferie. Come si
fa a garantire l’interesse pubblico? Sì, c’è il Contratto di Servizio, ma, a parte le penali,
quali altri strumenti abbiamo? Perché magari chi prenderà questo 20%, dice: “Vabbè,
ma tanto mi pagheranno le penali, tanto vale, pago la penale, ma decido io, faccio quello
che voglio”. Quindi, mi sembra strana questa corsa, all’improvviso in un periodo in cui
sarebbe bene aspettare un attimo, perché in questo momento ci sono un po’ le iene sul
mercato, che cercano di comprare al meno possibile. Terza cosa: quali garanzie diamo
ai cittadini e soprattutto ai lavoratori? Quali garanzie avranno che non si troveranno
dall’oggi al domani ad avere dei contratti precari, abbandonati a se stessi e quindi
finiranno in quel mondo di cui tutti parlano, ma nessuno parla di lavoratori abbandonati
a se stessi che devono, ogni giorno, rincorrere e cercarsi da fare qualcosa, soprattutto in
una situazione come questa in cui si parte da un servizio pubblico e si va verso un’ottica
completamente privata con la scusa del Contratto di Servizio. Quindi, mi pare un po’
assurdo andare così di corsa, soprattutto in un periodo di questo genere. Sarebbe stato
più opportuno avere maggiori riflessioni e un maggior confronto, anche tenendo in
conto cosa è successo nelle altre città italiane che hanno svenduto questo patrimonio.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Adesso la Consigliera Patriarca. Prego, ne ha facoltà, quattro minuti.

PATRIARCA Lorenza
Sì, grazie Presidente. Farò un intervento breve, proprio per richiamare alcune delle
osservazioni che sono state fatte. Mi è sembrato che in molti degli interventi dei
Consiglieri di Maggioranza ci fosse quasi un rimpianto per quello che è stato fatto e
rispetto alla gestione pubblicistica delle Farmacie ci fosse comunque il rimpianto per il
fatto che si sia ormai arrivati ad avere solo il più 20% e quindi, a quel punto, va bene
così, diamo via tutto che così tanto non cambia nulla, posto che abbiamo ampiamente
discusso e argomentato sul fatto che, il fatto che non cambi nulla non è affatto così, però
mi sembra che il rimpianto per il passato e invece questa accelerazione, questa decisa e
questa pervicacia, invece per seguire l’obiettivo della privatizzazione, ripeto, sembra
totalmente incoerente con invece quella che era alla posizione espressa mentre la si
presentava, cioè si diceva tanto oramai abbiamo fatto 30, facciamo 31. Quindi, io mi
chiedo è proprio così, cioè siete davvero conviti che non cambi nulla? Siete davvero
convinti che oramai non ci sia più nulla da fare? Io, ripeto, io non ero presente quando si
fece il primo passo, ma, sicuramente, se l’Amministrazione di allora decise, prese
questa decisione lo fece perché, probabilmente, avrà valutato che c’era comunque un
vantaggio, ma si tenne, sicuramente, tutta una serie di… il controllo, ecco, quello che
poteva essere il controllo sulla gestione, per cui il Presidente, l’Amministratore
delegato, una serie di strumenti di indirizzo, ecco, quindi proprio perché questa
dimensione pubblica e questa funzione pubblica della farmacia è necessaria, lo
sappiamo tutti, il pubblico, rispetto a certe funzioni, interviene proprio dove…, per
garantire, rispetto a determinate funzioni, anche la situazione che il privato non si
accolla, perché non sarebbe, in qualche modo, economicamente vantaggiosa. Quindi,
questa scelta di mantenere almeno una parte, è stata una scelta che andava nella
direzione auspicata dal Movimento 5 Stelle, per quello che trovo incoerente anche
alcune affermazioni, allora mi chiedo se, forse non ha capito bene io, a quel punto
chiedo scusa non ho ben compreso, viceversa, mi sembra davvero che non ci sia rigore
logico tra un rimpianto precedente e invece un agire attuale, attraverso un’espressione di
voto. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliera Patriarca. Soltanto un attimo, io non altri Consiglieri che si
sono segnati per intervenire in merito a questo accorpamento. Quindi, chiedo al
Segretario Generale di procedere alla votazione dell’accorpamento degli emendamenti
che vanno dal numero 23 al numero 293 con il parere contrario della Giunta.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
Presidente, 5 favorevoli, 22 contrari e 3 astenuti.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Quindi, con 30 Consiglieri votanti, 22 voti contrari, 5 favorevoli e 3 astenuti, il
Consiglio respinge.

SICARI Francesco (Presidente)
Proseguiamo adesso con l’accorpamento degli emendamenti dal numero 294 al numero
299, per il quale si è già segnato il Consigliere Lavolta che ne ha facoltà per sei minuti.
Prego.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie, Presidente. Forse ne userò anche meno, non lo so, lei mi interrompa nel caso in
cui vada lungo. Gli interventi dei Colleghi, in realtà, hanno messo, solo a tratti, in
evidenza quali sono le reali divergenze politiche e, in effetti, hanno, sulla base anche
dell’intervento del Collega Napoli, secondo me, chiarito che continuano a esserci,
nonostante questa Amministrazione sia l’Amministrazione dell’antipolitica, alcune
visioni che affondano, diciamo, le proprie radici in ideologie e ispirazioni politiche
sufficientemente note. Così come intravedo una cultura di ispirazione liberale ad
esempio negli interventi del Collega Fornari, un po’ più confusa, diciamo, e rabberciata
nel Collega Malanca e decisamente, invece, non trovo la cultura politica di riferimento
nel Collega Napolitano, non foss’altro perché non si è accorto che il nocciolo, diciamo
del semino, l’ha definito così, del torsolo della mela che sarebbe a lui rimasto, in realtà,
più che essere seminato, sta finendo nel termovalorizzatore, però incomincia ad
acquistare, acquisire, diciamo, secondo me, rispetto chi, onestamente, lo ammette e
dice: “Io ho una cultura che si ispira a quei valori per cui faccio fatica ad accettare l’idea
dello Stato e quindi del Comune imprenditore” e, salvo rarissimi servizi pubblici
essenziali, in realtà nessuno - perché, come abbiamo detto prima, sull’acqua, in realtà,
anche sull’acqua, si è voluta ridurre la partecipazione pubblica in IREN -, si pensa che
la mano pubblica dovrebbe cedere tutto ai privati, perché è utile garantire una reale
concorrenza libera. È un’opzione politica, è un’impostazione ideologica che,
perlomeno, è schietta, è riconoscibile e con la quale, forse, ci si riesce anche a
confrontare; è più difficile confrontarsi con il nocciolo, con il semino, diciamo, del
torsolo. E, da questo punto di vista, invece, ci tengo ad affermare il principio opposto,
cioè, pur avendo anch’io dei riferimenti che, però, sono un po’ più socialisti e liberali,
diciamo, nell’approccio politico, io credo, ad esempio, che non si debba soltanto
limitarsi a valutare l’utile a fine anno, secondo me bisognerebbe, quando si parla di
Farmacie Comunali, che si valuti, ad esempio, quanti farmaci equivalenti sono stati
venduti al posto di quelli di marca, quante volte è stato consigliato ai clienti di non
eccedere con l’abuso dei farmaci, quante volte è stata misurata, lo accennavo prima,
gratuitamente la pressione alle persone anziane. Una farmacia è pubblica, o anche se
mantiene una percentuale di partecipazione pubblica, laddove, comunque, si sforza di
aiutare i cittadini a fare un uso corretto e dunque, questo è il mio giudizio personale non
da medico, moderato dei medicinali. Una farmacia con una partecipazione pubblica
aiuta i consumatori a risparmiare, evitando quindi ad esempio i farmaci inutili, ma
anche privilegiando non necessariamente quelli di marca; quelli di marca contengono lo
stesso principio attivo rispetto a quelli che di marca non lo sono, ma su quelli di marca
sappiamo essere caricati, ad esempio, i costi della pubblicità delle grandi case
farmaceutiche. Quale tipo di accorgimenti, io ne ho citati solo alcuni, può avere un
farmacista privato che, seppur richiamato, diciamo a soddisfare un interesse pubblico,
comunque, a fine giornata, deve fare i conti con i costi e con il bilancio della propria
farmacia, garantendo a sé e ai suoi collaboratori una redditività utile a continuare a fare
quella scelta di vita? Io faccio fatica a pensare che ci sia una serenità, la stessa serenità
di approccio ed è il motivo per cui, nel corso del tempo, abbiamo sempre voluto, ci
siamo battuti, anche quando la battaglia era più dura, perché forse i Consiglieri non lo
sanno, ma la vendita del 100% delle Farmacie è stata un’opzione più volte reiterata nel
tempo, non è la prima volta diciamo che ci sono pulsioni e spinte forti in tal senso e io
credo che la partecipazione, seppur residuale, comunque, laddove si decide di attuare un
indirizzo politico, possa consentire, ad esempio, di soddisfare alcuni dei servizi che
malamente ho voluto riassumere. Ripeto, il fatto che l’Amministrazione tutte queste
preoccupazioni fino adesso in questi quattro anni non le abbia avute, il fatto che
l’Amministrazione non abbia voluto imprimere un indirizzo politico nella gestione delle
Farmacie Comunali, non vuol dire che questo non si potesse fare. Liquidare il 20%,
dicendo che tanto è uguale, vuol dire riconoscere, dal mio punto di vista, il fallimento o
comunque l’assenza totale di un indirizzo politico, che avrebbe potuto esserci e quindi,
non si svende il 20% perché non si è capaci di attuare un indirizzo politico, ci si sforza
piuttosto di costruirlo un indirizzo politico. Noi ci siamo, se serve; più volte abbiamo
fatto appelli alla Sindaca che se c’è bisogno, insomma, di contribuire a definire degli
indirizzi noi siamo anche disponibili a toglierci la maglietta e a indossare solo ed
esclusivamente la maglietta della Città. Questo potrebbe favorire quello che dice il
Collega Napoli, ma, se si continua così, ho paura - e ho concluso, Presidente - che, in
realtà, prevalgano le magliette e intanto qualcuno si sta sfilando evidentemente i
pantaloni.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Consigliere Mensio.

MENSIO Federico
Mah, io lo ribadisco ho sentito delle cose di nuovo che non mi sono chiare, ma…
perlomeno non mi sono chiare da parte della Minoranza. Ho sentito parlare di non
vendere la quota pubblica perché così non c’è la cosa economicamente vantaggiosa, mi
domando se quella quota pubblica dovesse servire mai a coprire, come ha già ricordato
anche il mio Collega, eventuali buchi di gestione delle società parapubbliche, no?
Perché poi, di fondo, di questo parliamo, cioè il pubblico ci sta bene, finché copre quelle
che sono le magagne, a volte, perché questa è la realtà; devo ricordare forse cosa è
successo con la mitica gestione di Alitalia? Forse è meglio di no. Stante questo, il
controllo pubblico, lo ribadisco, si esercita quando si ha o la maggioranza delle
(incomprensibile) o, come nel caso di IREN, i patti parasociali che danno alla
maggioranza dei voti, perché questa è la realtà, non è vero che… dal punto di vista delle
quote, quindi delle azioni è vero i soci pubblici sono meno del 51%, anzi 50,01%, ma è
pur vero che i patti parasociali consegnano più del 54% dei voti disponibili. Questa è la
realtà delle cose, poi possiamo continuare a contarcela finché vogliamo, no?
Detto questo, anche qui, parliamo sempre di acqua pubblica; io non ho detto che sono
contro i servizi pubblici. Per me dovrebbero rimanere tutti i servizi essenziali: rifiuti,
trasporti e acqua in mano pubblica, la differenza è che l’acqua non è stata venduta, i
cittadini, con un referendum, si sono espressi chiaramente nel 2011 su come doveva
essere la gestione dell’acqua, cosa che non è stata fatta per i rifiuti, cosa che non è stata
fatta per i trasporti, d’altro canto, quando si è deciso di vendere prima TRM e poi
AMIAT per l’80% a socio di maggioranza privato, evidentemente una scelta è stata
fatta, non da questa Amministrazione, una scelta di non tenere pubblici quei servizi. In
ultimo, invece, fortunatamente o sfortunatamente questo sarà sempre… (audio
mancante) …di venderla, di farla privatizzare anche quella; quest’Amministrazione ha
deciso che quel servizio, che era ancora tutto pubblico, non doveva essere venduto e
privatizzato. Chiudo ricordando che la Legge Madìa voluta da una esponente, nota
esponente del Partito Democratico fa comodo quando serve ad attaccare o a difendere
determinate posizioni da parte di Minoranze su alcune loro posizioni, ma fa molto meno
comodo quando ricorda che le partecipazioni non strategiche degli Enti Pubblici vanno
cedute.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Vicepresidente Lavolta, per fatto personale.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
(Incomprensibile).

SICARI Francesco (Presidente)
È l’unica persona che è intervenuta.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Uso i quattro minuti del Gruppo, se il Gruppo me lo consente, non è un problema.

SICARI Francesco (Presidente)
Sul prossimo intervento, sul prossimo accorpamento, tanto avrà sei minuti anche su
quello. Ora, andiamo avanti.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Voglio aiutarla, Presidente, mi dica come aiutarla e l’aiuto.

SICARI Francesco (Presidente)
Può intervenire per i sei minuti del prossimo accorpamento; è un grande aiuto questo
che mi può dare. Mensio sull’Ordine dei Lavori, prego.

MENSIO Federico
Presidente, mettiamoci d’accordo, perché in una Commissione è stato detto che non si
interviene per fatto personale se non viene citata la persona. Io dissi, perché riguardava
me, che, invece, si poteva fare perché ci si sentiva tirati in causa.

ORATORE
L’abbiamo superato (incomprensibile).

SICARI Francesco (Presidente)
… Allora, un attimo non vorrei aver perso…
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