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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 29 Giugno 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 14
INTERPELLANZA 2020-01316
"QUALE FUTURO PER IL TEATRO REGIO?" PRESENTATA IN DATA 12 GIUGNO 2020 - PRIMA FIRMATARIA PATRIARCA.
Interventi
PATRIARCA Lorenza
Buongiorno Presidente, buongiorno Assessora. Vede, io non condivido questa lettura,
ovviamente ognuno ha le sue posizioni, ma io ci tengo a sottolineare che visto che è la
terza volta in meno di un mese che discutiamo di Teatro Regio in Consiglio Comunale,
è evidente l’importanza che questo tema ha per la Città, che sono contenta di sentire che
voi condividete, importanza in un momento in cui l’emergenza coronavirus
monopolizza il dibattito politico e noi invece parliamo giustamente di Teatro Regio. Già
nel 2016 una relazione della Corte dei Conti aveva messo in evidenza la debolezza
strutturale degli enti lirici e aveva scritto, cito testualmente: “I fondi modesti erogati con
ritardo da parte degli enti fondatori, una partecipazione dei privati e degli sponsor
ancora troppo limitata, ricavi da biglietterie e abbonamenti in genere modesti, segno di
una non efficiente attività di promozione; oneri strutturali eccessivi, soprattutto quelli
per il personale.” Si tratta di una debolezza a cui il nostro Teatro purtroppo non fa
eccezione, come lei stessa ci ha spiegato in aula, ci ha spiegato la Sindaca in Aula lo
scorso 8 giugno, dichiarando che la richiesta di commissariamento era un automatismo
e oggi lei, Assessora, lo ripete, legato al deficit del Bilancio consuntivo del 2019 in
rapporto al patrimonio disponibile dell’Ente, un Bilancio consuntivo che peraltro non è
ancora stato approvato. Un deficit che le fonti sindacali però smentiscono, almeno per
quest’anno, perché ci hanno detto che il risparmio complessivo per l’anno in corso sugli
stipendi dei dipendenti messi in cassa integrazione e sulle mancate spese per le
rappresentazioni, anche a fronte dei mancati incassi, dovrebbe essere di oltre 5 milioni
di euro, il doppio quindi del disavanzo annunciato. Si tratta di un’informazione che
senz’altro non deve essere sfuggita né a lei, Assessora, né alla Sindaca perché la
Sindaca stessa dopo aver invocato l’automatismo in Aula l’8 di questo mese con un
passaggio logico poi incomprensibile ha poi dichiarato che si trattava di una sua scelta
di responsabilità per rilanciare il Teatro, per risolvere i problemi strutturali che lei non
era riuscita a gestire, la stessa posizione che lei ci ha illustrato poc’anzi. Ho sentito dire
la volta scorsa, settimana scorsa in quest’Aula che il Commissario è una fortuna per il
Teatro, che porterà nuovi finanziamenti, l’ho sentito dichiarare da lei ed è stato scritto
anche in un atto votato in questo consesso, che non ci sarebbero stati tagli a livello
occupazionale, che non ci saranno tagli a livello occupazionale, neppure le retribuzioni
ai dipendenti; faccio presente che non so come sia possibile garantire queste promesse,
visto che il Commissario come tutti ben sappiamo non può essere certo vincolato a
quanto gli chiederemo noi come Amministrazione comunale, e senz’altro per esempio il
tema del numero dei lavoratori con contratto a tempo determinato rimane un tema
importante, per esempio tutte le persone che si occupano in questo momento della
didattica sono tutte con contratto a tempo determinato. Quindi per esempio su questo
settore che invece in questo momento potrebbe essere fortemente rilanciato sul tema
della ripartenza delle scuole, il Teatro si troverebbe in qualche modo scoperto. Ecco
perché ritengo necessario ricordare ancora una volta che la scelta del commissariamento
del Regio è un errore, un errore che rischia di portare a un declassamento del nostro
Teatro, un declino da cui poi sarà difficile risollevarsi, quindi la lettura è
diametralmente opposta rispetto alla sua; una situazione che rischia di mettere in
discussione anche la vocazione turistica e culturale della nostra Città che fa fatica a
decollare, e che si alimenta di occasioni e di eventi oltre che di luoghi della cultura
come ben tutti sappiamo e lei ha ribadito. Gli esperti ci dicono che un euro investito
nella buona gestione di un teatro ha una ricaduta di 4 euro sul territorio, perché le
persone che arrivano in città per assistere ad uno spettacolo e si spostano, se spendono,
e quindi c’è una ricaduta generale. Si tratta di qualcosa che sanno bene nel resto
d’Europa, per cui per esempio in Francia dove i teatri lirici hanno circa il 90% di
finanziamenti statali, l’Opera di Parigi incassa 100 milioni di euro all’anno di contributi
ed è gestito direttamente dal Ministero della Cultura; in Germania i teatri sono quasi
interamente finanziati dallo Stato, in Austria l’Opera di Vienna riceve 85 milioni ogni
anno e potremo andare avanti di questo passo. In Italia la Scala di Milano, e quindi il
Teatro lirico più famoso al Mondo, riceve dallo Stato meno di 28 milioni e sappiamo
quanto poco riceva il nostro Teatro Regio. Per questo io, noi le chiediamo di
immaginare quale futuro immaginiate, ecco, per il nostro Teatro lirico, e sottolineo la
parola “nostro” perché si tratta di un gioiello che ha sempre rappresentato l’ambizione
della nostra Città, che pensava in grande e che nel 1740, quando Torino era la capitale
di uno staterello regionale, veniva inaugurato con 2.500 posti a sedere. Quindi non
abbandonate il nostro Teatro e con esso Torino a un probabile declassamento,
cominciando a versare quanto la Città...

PATRIARCA Lorenza
Sì, mi sto avviando alla conclusione, e sollecitando la Regione a fare lo stesso;
rivendicate la storia e l’eccellenza del Teatro Regio a Roma chiedendo finanziamenti
invece del commissariamento.
Grazie, Presidente.

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