Interventi |
TRESSO Francesco Sì, grazie Presidente. Io intervengo - facendo anche una dichiarazione di voto, che farò alla fine - dicendo che, sì, questo, come alcuni colleghi della Maggioranza hanno fatto notare, è un atto politico forte, e ci mancherebbe, e meno male che se ne parla, che ne sta parlando da tempo, perché questa è una considerazione, quella sul Teatro Regio, che deve riguardare tutta la città, è una politica che sulla città si vuole delineare, in funzione di quello che sia anche un periodo come quello che stiamo attraversando, in cui la fase di uscita dalla crisi deve puntare su alcuni asset particolari, su alcuni asset forti. Io credo che quello della cultura, del Teatro Regio, che la incarna anche in maniera rappresentativa, sia uno di quelli su cui puntare. Allora, credo abbia già ben esposto la collega Artesio quali sono le tecnicalità che non necessariamente devono portare verso questa scelta, e mi consenta anche chi mi ha preceduto, che dice che comunque non è la prima volta che una Fondazione si avvale del commissariamento, non mi sembra una ragione particolarmente robusta. Guardi, io, Presidente, nel mondo, per esempio, che più mi è vicino, forse, dell’edilizia ne ho viste proprio tante di imprese che hanno portato i libri in Tribunale, ma questo non avalla il fatto che allora sia una strada ineludibile e inevitabile, anche perché, viceversa, questa strada noi sappiamo bene a cosa porta: porta, di fatto, a un declassamento da Fondazione lirica a Teatro lirica e questo vuol dire sostanzialmente correre e giocare in un altro campionato, che poi ci vuole molto tempo per riuscire a recuperare. Quindi, anche questo tema della (incomprensibile), che ancora una volta dai Consiglieri di Maggioranza ci viene riproposto francamente non è neanche più stucchevole, è proprio che non ha più senso, non ha più neanche..., cioè, credo che stanchino loro stessi a raccontarselo. Voglio dire, la situazione del Teatro Regio sicuramente non era virtuosa dal punto di vista dei conti, però aveva una certa credibilità, aveva delle tournée internazionali, aveva un certo prestigio e questo concorreva all’immagine della Città di Torino. A distanza di quattro anni passati, cosa possiamo dire? Che, dal punto di vista dei conti, evidentemente non è stato risolto nulla, perché, nonostante siano stati declamati dei piani di rientro e ancora pochi mesi fa, ahimè, la Sindaca, in qualità di Presidente dell’Ente, diceva che la situazione era tutta sotto controllo, oggi siamo costretti, mi sembra, a queste scelte; ma, per contro, dal punto di vista anche dell’immagine, mi sembra che ne abbiamo perso parecchio: io non avevo mai visto un sopraintendente che venisse fischiato alla presentazione della stagione e, di fatto, avendo anche perso delle persone importanti sotto il profilo artistico. Allora, questo di definire che il volersi accanire su questi atti, che sono “debolucci” e “scarni” - sono stati definiti -, io lo trovo veramente al limite del ridicolo, ma nel senso anche proprio perché stiamo parlando di qualcosa che è veramente il cuore di quello che deve interessare alla città. “E certo! I cittadini pagano!”, “Certo! Noi paghiamo le tasse per la cultura!”, ma mi stupisce che chi fa questa osservazione sia proprio colui che di cultura vive, ma certamente, vivaddio, si paga sulla cultura! E poi i costi saranno alti, su quello si può ragionare, ma ricordiamo anche che tra l’altro non è l’unica Fondazione lirica italiana che ha del debito, mi sembra che ben altri sono anche in situazioni..., dal San Carlo di Napoli, all’Arena di Verona, che hanno comunque dei debiti, e il Teatro Regio non è neanche quello che ha accumulato dei debiti maggiori; certo, bisogna fare dei piani di rientro forti, ma voglio poi vedere come si fa a chiedere ai privati, alle fondazioni di investire su un Ente che è commissariato. Io credo che questo fosse il momento, invece, di una scelta forte e coraggiosa; in questo io avrei voluto che chi mi rappresenta, un Sindaco, una Sindaca, potesse essere interprete di un messaggio completamente diverso, completamento l’opposto, non un messaggio di pavidità, un messaggio di coraggio anche nel chiamare a risorsa e, diciamo, a poter contribuire quelle realtà private - e la Città ne ha di realtà private, non sono solo le fondazioni - per dire: “Qui ci stiamo scommettendo su un progetto forte per la città”. Proprio nel senso che, se io sono società straniera, una multinazionale straniera che deve investire in qualche posto in Italia o in Europa, andrò a cercare laddove c’è un tessuto importante sotto il profilo culturale, sotto il profilo dell’offerta, e sicuramente avere un buon livello di rappresentatività della città e del suo territorio, perché, giustamente è stato ricordato, il Regio è il Teatro regionale. Questo contribuisce, sì, ad attrarre gli investimenti, al pari di tante altre situazioni, ma in maniera importante; è questo che non si vuole cogliere, e invece lo si riduce tutto a un tatticismo in cui si vuole presentare questi atti perché almeno la Maggioranza vada... Ma quelli sono problemi vostri, chi se ne frega, chi se ne frega per la città, quelli saranno problemi vostri, dovete giustificarveli voi. Il problema vero è che qui manca una capacità di programmazione e di avere il coraggio, ancora una volta... TRESSO Francesco Vado a concludere immediatamente. Quindi, io annuncio che sono assolutamente favorevole, ho sottoscritto entrambi gli atti delle colleghe Artesio e Foglietta, e voterò favorevolmente a queste due mozioni. Grazie. TRESSO Francesco Presidente, in realtà io non intendo intervenire perché sono di tale bassezza questi tipi di interventi, però mi chiedo perché lei conceda in questa maniera indiscriminata i fatti personali, non mi sono mai permesso di nominare il Consigliere Giovara, poi se il Consigliere Giovara ha la coda di paglia questo è un altro discorso, però lei stia un po’ più attento nel fare le sue funzioni Presidente, io non l’ho minimamente nominato. Se poi il Consigliere Giovara si sente chiamato in causa, questo non deve essere causa di prevaricare quelli che sono i regolamenti comunali. Quindi, le chiederei veramente maggiore attenzione, la ringrazio. |