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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 22 Giugno 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 32
MOZIONE 2020-01318
"SOSPENDERE LA PROCEDURA DI RICHIESTA DI COMMISSARIAMENTO DEL REGIO" PRESENTATA IN DATA 12 GIUGNO 2020 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo quindi adesso con il nostro Ordine dei Lavori e siamo arrivati al punto 17,
che verrà discusso congiuntamente con il punto 18 e con il punto 19, e parlo della
proposta di mozione n. mecc. 202001318/002 della Consigliera Artesio:

“Sospendere la procedura di richiesta di commissariamento del Regio”

e della mozione n. mecc. 202001320/002 della Consigliera Foglietta:

“La Sindaca si impegni a scongiurare il commissariamento del Teatro Regio”

SICARI Francesco (Presidente)
Su queste due mozioni è stato presentato un emendamento da parte del Consigliere
Petrarulo. E poi la discussione dell’ordine del giorno n. mecc. 202001382/002, che ha
come oggetto:

“Applicazione del Piano di Sviluppo del Teatro Regio di Torino, raggiungimento della
forma organizzativa speciale, salvaguardia dei contratti e dei livelli occupazionali”

SICARI Francesco (Presidente)
Come ho già detto, la discussione avverrà in modo congiunto, quindi si interviene in un
singolo intervento nel merito dei tre atti. Chiedo ai Consiglieri di iniziare a segnarsi
nell’apposita chat per quanto riguarda gli interventi.
Iniziamo con la Capogruppo Artesio. Prego, ne ha facoltà per cinque minuti.

ARTESIO Eleonora
Grazie, Presidente. Il contenuto della mozione a mia firma, così come l’indirizzo della
mozione della collega Foglietta, sono molto espliciti: chiedono di sospendere la
procedura di commissariamento di cui la Sindaca ci ha dato comunicazione in una
discussione in un precedente Consiglio Comunale. Nel poco tempo a mia disposizione
io non starò a sottolineare la inopportunità del commissariamento, per le tante ragioni di
prestigio del Teatro Regio per la città, di valore musicale, di produzione artistica, di
formazione professionale, ed entrerò esclusivamente sull’aspetto sul quale la Sindaca
aveva insistito, rispetto al fatto che la richiesta da sottoporre al Consiglio di Indirizzo
verso il Ministero sia una condizione obbligata. Lo faccio ripercorrendo esattamente la
dichiarazione della Sindaca, che faceva riferimento alla normativa in essere, in modo
particolare alla norma 367 del ‘96, articolo 21. La Sindaca lo ha letto in Aula e
dichiarava: “‘L’autorità di cui al comma 1 dispone in ogni caso lo scioglimento del
Consiglio di Amministrazione della Fondazione quando i conti economici di due
esercizi consecutivi chiudono con una perdita del periodo complessivamente superiore
al 30% del patrimonio disponibile’. Ora, poiché il patrimonio disponibile del Teatro è di
4 milioni e 7 circa, il disavanzo succitato rappresenta, immaginando che la chiusura sia
a due e mezzo, il 53% e questa percentuale quindi supera, evidentemente, in un anno, il
30% del patrimonio disponibile e pertanto il commissariamento è inevitabile”. Solo la
lettura delle dichiarazioni a verbale fa individuare una contraddizione. Si fa riferimento
all’automatismo di due anni e poi si dichiara che stiamo parlando della soglia del 30%
valicata in un anno. Ma che cosa dice ancora l’articolo 21 della 367 del ‘96? Dice:
“Oppure siano previste perdite di eguale gravità”. Faccio questo riferimento così
didascalico per dichiarare che quanto ci viene proposto non è l’esito di un compito
obbligatorio in capo alla Sindaca verso il Consiglio di Indirizzo, ma a mio modo di
vedere è una valutazione e una scelta di tipo politico che la Sindaca propone e compie
verso il Consiglio di Indirizzo, perché? Perché si potrebbe fare riferimento al secondo
periodo dell’articolo 21, ovvero quella parte del periodo in cui si dice: “Laddove siano
previste perdite di uguale gravità” e intervenire quindi per fare in modo che sul secondo
anno non siano prevedibili perdite di eguale gravità, o perlomeno che le perdite siano
inferiori al cosiddetto “30%”. Quindi, un’Amministrazione che ci ha spiegato per se
stessa di poter procedere ad un piano di rientro, invece per il Teatro Regio ci propone di
procedere, ad un anno dal superamento della soglia, al commissariamento. Come
potremmo fare, quindi, per evitare di riproporre nel secondo anno una condizione di
eguale gravità, oltre la quale si entri nel meccanismo dell’automatismo? Io cito un
esempio, non so, lo faranno altri colleghi, quali piani di sviluppo individuino o abbiano
individuato particolari misure di particolare efficacia, io dico soltanto una cosa, che nel
momento in cui ragioniamo degli oneri passivi del Teatro Regio e molti si scambiano
accuse sui conferimenti fatti in quota patrimoniale, anziché in liquidità, vorrei dire che il
fondo di dotazione consente conferimenti di entrambe natura e, anche laddove sono
avvenuti conferimenti patrimoniali, sono stati accompagnati da conferimenti di
liquidità, ma, a parte questo, che appartiene all’analisi del trascorso e delle eventuali
ragioni, noi abbiamo comunque sempre una permanenza di condizioni di oneri passivi
dovuti ai tempi con i quali gli Enti Pubblici conferiscono al Teatro Regio. Quindi, una
prima modalità, anche senza ancora ragionare - anche se credo dovrà essere necessario -
sulla quota di conferimento, una prima modalità è che non si induca il Teatro Regio in
una condizione di passività dovuta al ritardo del conferimento da parte degli Enti
Pubblici. Questo ragionamento che ho voluto anteporre a tutti...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

ARTESIO Eleonora
...a tutti gli argomenti di merito e di qualità è per individuare una strada che ci consenta,
anche con interlocuzioni di livello nazionale, di non arrivare già ai fatti compiuti.
Quindi, la Sindaca sospenda questo percorso ed ascolti anche queste motivazioni, anche
quelle formali. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
A lei. Prego, Vicecapogruppo Foglietta, cinque minuti.

FOGLIETTA Chiara
Grazie, Presidente. Io ho ascoltato con attenzione le motivazioni, che sono le mie stesse
motivazioni, le nostre stesse motivazioni, di tutti coloro che hanno sottoscritto la
mozione che è a mia prima firma. Tanto si è detto del Teatro Regio, ultimamente se ne
sta dicendo troppo sul Teatro Regio e stiamo perdendo la retta via. Io sposo in toto le
parole della Capogruppo Artesio quando dichiara che c’è un’ampia volontà di
sospendere la procedura di commissariamento. Quello che io scrivo nel mio atto è
quello che vengano ripristinate le condizioni finanziarie tali da evitare il
commissariamento del Teatro Regio. Per questo dico che tanto si è detto, ma adesso
sarebbe opportuno “fare” per scongiurare il commissariamento ed il fantasma del
declassamento del Teatro stesso. Io credo che ci si possa ripensare. Credo che la
Sindaca stessa non abbia la volontà, in realtà, di buttare il lavoro fatto in tutti questi anni
dai lavoratori, dalla Fondazione stessa, dalla Città e da tutti i soci. Credo che si possa
fare anche una call pubblica per capire chi sarebbe intenzionato a ripristinare queste
condizioni finanziarie. Quindi, quello che io chiedo, noi chiediamo, in maniera molto, in
realtà, semplice all’interno della nostra mozione, è che la Sindaca, proprio in qualità di
Presidente della Fondazione Teatro Regio, lavori affinché le condizioni vengano
ripristinate. Sindaca, non lo faccia perché glielo chiede solo il Consiglio Comunale, lo
faccia perché ci sono 373 lavoratori, di cui noi anche, come Città, abbiamo una
responsabilità, non ci possiamo permettere in nessun modo che la Fondazione Teatro
Regio venga declassata e che noi si perda una Fondazione ed un Teatro di portata
europea. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Adesso ho il Consigliere Giovara, che illustra il suo atto, e poi ci sono gli
altri interventi. Prego, Consigliere Giovara.

GIOVARA Massimo
Grazie, Presidente. Nella sostanza immagino che siamo tutti d’accordo sul
salvaguardare i posti di lavoro e soprattutto i più deboli, i lavoratori che più faticano e
meno hanno vantaggi nel faticare. Rispetto alla questione del commissariamento, però,
purtroppo vedo che siamo tutti quanti un po’ troppo esperti, esperti con opinioni molto
diverse, quindi bisogna vedere fino a che punto lo siamo. Il commissariamento non è il
primo degli Enti Lirici. Il Ministro Franceschini ha commissariato anche l’Ente
Veronese, è una facoltà del Ministero, è una volontà che Chiara Appendino, con il suo
consueto senso di responsabilità ed onestà intellettuale, si è attribuita, ma che in realtà
dipende da ben altri fattori. I fattori sono un debito strutturale, ed è ottimo il paragone
che fa la Consigliera Artesio con il Bilancio del Comune di Torino, perché sembra una
piccola metafora del modo in cui è stato gestito anche il Bilancio di Torino, e nello
stesso modo - e io non ritengo che sia una giustificazione il fatto che tutti gli Enti lirici
sono messi male o peggio, non è una giustificazione per fare altrettanto male - il
Comune di Torino ha tentato tante strade, da quando ci siamo insediati, io mi sto ancora
chiedendo come mai il Sovrintendente precedente a Graziosi si è dimesso con un anno
di anticipo, sui giornali ho letto “per motivi personali”, adesso forse quelle motivazioni
vanno rilette in un’altra chiave. Fin da subito abbiamo individuato e visto che i debiti
del Teatro Regio erano ben più alti di quelli che immaginavamo, e soprattutto che erano
di ben altra natura, cioè non erano debiti temporanei, ma strutturali, ai quali si poteva
porre forse rimedio, oppure dare fiducia a chi ogni anno, come le fondazioni private,
coprivano... Dovete tenere presente che il Comune di Torino, cioè i cittadini torinesi,
hanno messo circa 4 milioni all’anno dentro il Teatro Regio, ed i cittadini italiani circa
14 milioni di euro, ricordiamo le cifre, per un Ente che ha fatto eccellenza, che è di
sicura qualità artistica, ma che ha questo tipo di costi, che rispetto ad altre situazioni
sono sicuramente alti. Rispetto a questo tema, se il debito strutturale è così grande e
nemmeno un Piano Industriale riesce ad essere pienamente accettato, io ho sentito dire
da Consiglieri di Minoranza, ma anche dall’ultimo Sovrintendente, che il Piano
Strutturale Industriale è velleitario e non si può raggiungere la forma speciale, ebbene,
noi ci abbiamo creduto, ci abbiamo provato, ci deve credere anche il Teatro alla forma
speciale. Questo permetterebbe al Teatro - ricordo che risale ad una mozione addirittura
di tanti anni fa, c’era ancora il Sovrintendente Vergnano - la richiesta della forma
organizzativa speciale permetterebbe al Teatro Regio di essere alla pari della Scala e di
Santa Cecilia di Roma. Io mi ricordo che in Commissione mi è stato detto che quella
Legge è stata scritta solo per quelle due strutture ed è stato detto a verbale, quella Legge
è una legge ad entem, e che nessun altro ente lirico avrebbe potuto ambire alla forma
organizzativa speciale, che permetterebbe al Teatro Regio di avere una triennalità sicura
e non incertezza sui fondi che vengono erogati. Questo è l’obiettivo di eccellenza che
dobbiamo porre per il Teatro Regio di Torino, e non una continua toppa, perché il buco
ci sarà sempre se non si interviene strutturalmente. Ed è per questo che io impegno la
Sindaca e la Giunta, visto che c’è una grande risposta rispetto all’Ente Lirico torinese,
vedo che si sta sviluppando un enorme amore, lo dico senza alcuna ironia, sono felice di
questo, che ci sia attenzione nei confronti della cultura una volta tanto, bene, allora
uniamoci tutti quanti e cerchiamo di trovare, anche con i Parlamentari, com’è stato
detto, un impegno affinché si tenga conto della road map che era già stata implementata.
Ripeto, ho visto molte persone cambiare idea, dopo che si è parlato di
commissariamento, ho sentito dire che il Piano Industriale era una buona cosa, e allora
mettiamoci insieme, cerchiamo di implementarlo veramente, perché il lavoro che ha
fatto Guido Guerzoni e che è stato finanziato dalle fondazioni private è un lavoro che
vale la pena di considerare non come velleitario, ma come una strada seria per mettere
in sesto la struttura finanziaria del più importante ente teatrale che abbiamo sul territorio
piemontese, non soltanto torinese. Ricordo ancora che il Ministro Bonisoli del
Movimento 5 Stelle aveva stanziato 8 milioni e mezzo di euro per ristrutturare
l’impianto scenico, che risale agli anni ‘70, quindi in tutti questi anni nulla è stato fatto
un questa direzione, ma il Movimento 5 Stelle lo ha fatto; e nell’elaborazione di una
pianta organica richiedo - cosa che è stata richiesta da tutti e sulla quale siamo tutti,
penso, d’accordo - di mantenere i livelli salariali e i livelli occupazionali.
“Intraprendere”, al quarto punto “qualunque azione utile per impedire il declassamento
dell’Ente”. Se siamo d’accordo su questi quattro punti, non vedo quale sia il motivo per
non votare questo ordine del giorno. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliere Giovara. Adesso ho la Consigliera Vicecapogruppo Pollicino.
Prego, ne ha facoltà.

POLLICINO Marina
Grazie, Presidente. Mi sentite?

SICARI Francesco (Presidente)
Sì, aspetti un attimo. No, ho prima Versaci, perché ha chiesto di intervenire dopo
l’illustrazione dei colleghi. Recupero Versaci. Ha ragione, mi scusi Consigliere, poi c’è
lei.

POLLICINO Marina
Va bene.

VERSACI Fabio
La ringrazio, Presidente. Di niente, può capitare con questo metodo. Io oggi sono un po’
colpito, nel senso che questo Consiglio oggi mi sta un po’ stupendo, perché oggi siamo
qui a discutere di una cosa sicuramente molto importante, come il Teatro Regio, si parla
che ovviamente dentro il Teatro Regio ci sono dei lavoratori, e ci mancherebbe altro che
qualcuno qui vuole fare perdere il lavoro a qualcuno in un momento drammatico come
quello che stiamo vivendo, però mi permetto, Presidente, di fare una puntualizzazione,
perché oggi abbiamo discusso in questo Consiglio di atti, come la prima deliberazione
dell’Assessore Rolando, che ha un impatto netto, subito, istantaneo sui conti della nostra
Città, ed è sembrato un dibattito quasi inesistente. Ora ho notato che su queste mozioni,
che io, ripeto, stiamo parlando di una cosa molto importante, però sugli atti in sé non
sono importanti, esattamente come quella delibera, le altre delibere che abbiamo votato
dopo. Io peso le cose. Effettivamente l’atto politico è un atto politico e io lo difendo,
però sull’impatto reale dei cittadini io faccio la differenza, perché, vede, Presidente, io
lo dico alle colleghe Foglietta ed Artesio con massimo rispetto, ci mancherebbe, non è
una cosa personale contro qualcuno, ma i loro atti sono un po’ debolucci e scarni dal
mio punto di vista, per quello io non voterò il loro atto, voterò contrariamente e voterò
favorevolmente all’atto del collega Giovara, ma per un semplice motivo: perché
banalizzare il voto su un argomento così, così complicato e complesso del “Sei
favorevole al commissariamento oppure non sei favorevole al commissariamento del
Teatro Regio?”, ma chi è che vorrebbe commissariare il Teatro Regio? Ma chi? La
Sindaca vuole commissariare il Teatro Regio? Perché? Perché quale sarebbe il
messaggio che si vuole far passare, che la Sindaca vuole far commissariare il Teatro
Regio con l’appoggio della Maggioranza, perché ce l’ha con i lavoratori? Perché poi, tra
l’altro, in queste settimane ho sentito sempre questo dibattito che si è sempre svolto
sulla tematica che, se si arriva al commissariamento, i lavoratori verranno licenziati,
tutte queste argomentazioni qui. Però io dico una cosa, che tra il dire e il fare c’è di
mezzo un disavanzo. Cosa vuole dire questo? Perché, Presidente, guardi, possono
passare tutti gli atti, possiamo dire alla Sindaca di... dire: “Guardi, noi, Sindaca... il
Consiglio Comunale non vuole, ripensi al commissariamento”, lei ci ripensa e dice:
“Okay, ci ripenso, non lo faccio il commissariamento, okay? Non porto avanti il
commissariamento, vado nel Consiglio di Indirizzo, discuto e dico: ‘No al
commissariamento, non dobbiamo fare il commissariamento’”. Poi qualcuno alza la
manina e dice: “Va bene, okay, come facciamo a risolvere questo problema?”, perché
poi c’è sempre il problema di dove troviamo il denaro. Quindi io invito i colleghi che
interverranno dopo di me a portare delle soluzioni pratiche, fattive e soprattutto che
siano imminenti, cioè nel senso che non è che possiamo stare qui a tergiversare, perché
mi sembra un po’, Presidente, che oggi si stia facendo solamente un po’ di esercizio di
dialettica politica su queste mozioni, perché, siccome delle colleghe della Maggioranza
hanno sottoscritto gli atti della Minoranza e probabilmente passeranno gli atti delle
Minoranze con i loro voti, allora si vorrà far pensare fuori che la Città non ha più una
Maggioranza, che non è più in grado di governare questa Città, perché la Sindaca è
andata sotto su una sua proposta e quindi, perché abbiamo votato le mozioni di due
colleghe delle Minoranze ed è passato a maggioranza dei voti, quindi non c’è più la
Maggioranza, ricordando a tutti che solo, ripeto, due ore fa, quando nessuno è
intervenuto, anzi, nessuno ha votato quasi, tranne il collega Napoli, abbiamo votato una
delibera molto, ma molto importante. Quindi, questa qui, Presidente, è pura dialettica
politica, perché l’obiettivo l’ho appena detto qual è. Siccome delle colleghe, che hanno
evidentemente una visione diversa dalla mia, ci sta, è legittimo in democrazia...,
probabilmente passeranno le mozioni delle colleghe Artesio e Foglietta e allora domani
ci sarà un altro esercizio di dialettica sui giornali, dove si proverà a far passare un
messaggio ben preciso. Quindi, Presidente, io sorrido, anche se mi dispiace, perché
stiamo parlando di un tema importantissimo come il Teatro Regio, quindi io dico
solamente questo, che io propongo, ma veramente, come diceva il collega Giovara,
troviamo una soluzione, però reale, non è che poi diciamo che c’è chi è contro il
commissariamento e chi è a favore, se non banalizziamo tutto e i problemi non si
risolvono mai. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliere Versaci. Adesso ho la Vicecapogruppo Pollicino, prego.

POLLICINO Marina
Bene, finalmente tocca a me. Grazie, Presidente. È quasi divertente ascoltare la
Maggioranza che fa la Maggioranza e l’Opposizione allo stesso tempo, comunque vado
avanti con il mio intervento.
Dopo quattro anni esatti dall’inizio della consiliatura, sentir risuonare in quest’Aula la
parola “commissariamento” del Teatro Regio ha il sapore amaro, più che di una
sconfitta, di un gettare la spugna rispetto ad una situazione che, come tutti sappiamo, si
ripercuoterà in primis sui lavoratori. E il fatto che si getti la spugna si ricava
esplicitamente dalle parole della Sindaca in questa stessa Sala, nella Sala Rossa,
quando, a proposito del Bilancio del 2019, si chiedeva: “Potremmo coprire il disavanzo
sino alla soglia del 29% del patrimonio disponibile?” e poi, disinvoltamente,
rispondeva: “La sostanza è che, se anche fossimo riusciti a trovare le risorse -
ovviamente i soci -, non avremmo comunque risolto quella che noi riteniamo essere una
situazione ormai insostenibile” e aggiungeva - io naturalmente sintetizzo - che il
Bilancio di Previsione del 2020, per alcuni fatti eccezionali derivanti dalla chiusura del
teatro e dell’attività a causa dell’emergenza pandemica, non presenterebbe un disavanzo
così negativo come il Bilancio del 2019. Quindi il commissariamento, a un anno dalla
fine della consiliatura, perché? Per una precisa e piratesca decisione politica. E la cosa
che colpisce è che questa scelta ci venga proposta come una scelta dolorosa, ma
necessaria, laddove è evidente che non si vogliono perseguire altre strade, che, invece,
nel corso del 2020 potrebbero essere ancora percorribili, escludendo il
commissariamento; quindi, di fatto una “non scelta”, perché l’Amministrazione torinese
se ne lava le mani. Appare soprattutto sospesa l’interlocuzione con il Governo e il
Ministro Franceschini, poiché, fatta mente locale sulla condizione dell’Ente e del suo
Bilancio, anche in prospettiva di ripresa con gli spazi offerti dall’evolversi della
pandemia, questo ritirarsi frettolosamente in buon ordine pare preannunciare ben altri
scenari. Proprio in questi giorni, visto che a Torino va di moda la salsa francese, appare
emblematica la vicenda dell’Opéra di Parigi, che si trova giunta a una svolta con il
cambio della guardia tra il Direttore uscente, Stéphane Lissner e il successore Alexander
Neef; si tratta di un passaggio da un sistema che finora è stato retto da un forte
intervento di sovvenzionamento pubblico a uno in cui la componente privata è
prevalente, ovvero del modello nordamericano, che Neef ha largamente sperimentato
nella direzione dell’Opera di Toronto e che piace particolarmente al Presidente Macron.
Per cui, stando anche agli orientamenti generali del Ministro Franceschini, tutto quanto
sta avvenendo a Torino sembra precludere a una cura macroniana di cripto-liberismo,
che non può essere esibito pienamente, ma che comunque viene perseguito. Tutto
questo si attuerà, purtroppo, sulle spalle dei lavoratori: al di là di tante parole inutili, il
catalogo è questo. Concludo dichiarando fin da ora il voto favorevole alle mozioni che
chiedono di rinunciare al commissariamento, e contrario all’ordine del giorno che lo
accetta come premessa necessaria. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Adesso ho segnata la Consigliera Patriarca. Prego, ne ha facoltà.

PATRIARCA Lorenza
Grazie, Presidente. Io, appunto, riprenderò... sicuramente molte cose sono già state dette
e mi associo a quanto, in particolare, la mia collega di Gruppo Foglietta e la collega
Artesio e la collega Pollicino hanno sottolineato.
Io volevo evidenziare in particolare un aspetto rispetto a questa scelta: noi abbiamo
ascoltato in Commissione le RSU dei lavoratori, abbiamo visto e abbiamo partecipato,
parlando con parecchi musicisti, alle manifestazioni di protesta che ci sono state in
piazza in queste ultime settimane, proprio a seguito della scelta della Sindaca del
commissariamento, e credo che, per quanto nessuno di noi possa dirsi esperto nel
settore, abbiamo raccolto in queste ultime tre settimane parecchie testimonianze e
parecchie informazioni, che ci fanno sicuramente convincere ancor di più del fatto che
questa si una scelta assolutamente politica e non necessaria, e assolutamente pericolosa
per la Città. Ci sono funzioni dello Stato - io l’ho già detto in Commissione - che sono
in sé un costo, ma che rappresentano comunque impegni essenziali per lo sviluppo di
una determinata comunità. Il Teatro Regio, fin dalla sua fondazione, dalla sua prima
fondazione nel 1740, è stato il simbolo delle aspirazioni della nostra città. Era un teatro
da 2.600 posti in una Torino che certo non si poteva dire una grande capitale, ma che
aveva aspirazioni in questo senso. È evidente che per anni, insomma, per la nostra città
il teatro è stato e rappresenta un’eccellenza, è riconosciuto come un’eccellenza
internazionale e noi non possiamo permettere in nessun modo che una macchia come
quella del commissariamento, ripeto, ancor più ingiustificata come in questo caso,
perché la situazione di debolezza finanziaria del Regio non è certo estranea ad altri Enti
Lirici; le produzioni Liriche costano moltissimo e pertanto non possono sopravvivere
senza ingenti investimenti. La scelta può essere quella di, in qualche modo, riconoscere
che è un costo, è un investimento necessario per lo sviluppo della città, necessario per il
rilancio della città, ancor più in momento in cui la città, ripeto, fatica a trovare una sua
vocazione e la vocazione che sembrava volersi dare era proprio quella culturale e
turistica, e quindi, ripeto, una scelta come quella della Sindaca, rivendicata come scelta,
seppur giustificata rispetto a delle difficoltà di bilancio strutturale, non è in nessun
modo, secondo me, sostenibile, anzi, è da ripensare proprio per il bene di questa nostra
città, perché, ripeto, il Regio è per Torino qualcosa che sta a tutti a cuore, non a caso
ogni giorni sui giornali se ne parla, non a caso ci sono state manifestazioni e non a caso
ci sono oggi tre atti su questo tema. Ripeto, è un qualche cosa che dobbiamo tutti
provare a ripensare e a fermare prima che sia tardi, perché, ripeto, il commissariamento
può essere il primo atto di un declino che non credo che neppure la Sindaca voglia.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Capogruppo Tresso, prego, ne ha facoltà, cinque minuti.

TRESSO Francesco
Sì, grazie Presidente. Io intervengo - facendo anche una dichiarazione di voto, che farò
alla fine - dicendo che, sì, questo, come alcuni colleghi della Maggioranza hanno fatto
notare, è un atto politico forte, e ci mancherebbe, e meno male che se ne parla, che ne
sta parlando da tempo, perché questa è una considerazione, quella sul Teatro Regio, che
deve riguardare tutta la città, è una politica che sulla città si vuole delineare, in funzione
di quello che sia anche un periodo come quello che stiamo attraversando, in cui la fase
di uscita dalla crisi deve puntare su alcuni asset particolari, su alcuni asset forti. Io credo
che quello della cultura, del Teatro Regio, che la incarna anche in maniera
rappresentativa, sia uno di quelli su cui puntare. Allora, credo abbia già ben esposto la
collega Artesio quali sono le tecnicalità che non necessariamente devono portare verso
questa scelta, e mi consenta anche chi mi ha preceduto, che dice che comunque non è la
prima volta che una Fondazione si avvale del commissariamento, non mi sembra una
ragione particolarmente robusta. Guardi, io, Presidente, nel mondo, per esempio, che
più mi è vicino, forse, dell’edilizia ne ho viste proprio tante di imprese che hanno
portato i libri in Tribunale, ma questo non avalla il fatto che allora sia una strada
ineludibile e inevitabile, anche perché, viceversa, questa strada noi sappiamo bene a
cosa porta: porta, di fatto, a un declassamento da Fondazione lirica a Teatro lirica e
questo vuol dire sostanzialmente correre e giocare in un altro campionato, che poi ci
vuole molto tempo per riuscire a recuperare. Quindi, anche questo tema della
(incomprensibile), che ancora una volta dai Consiglieri di Maggioranza ci viene
riproposto francamente non è neanche più stucchevole, è proprio che non ha più senso,
non ha più neanche..., cioè, credo che stanchino loro stessi a raccontarselo. Voglio dire,
la situazione del Teatro Regio sicuramente non era virtuosa dal punto di vista dei conti,
però aveva una certa credibilità, aveva delle tournée internazionali, aveva un certo
prestigio e questo concorreva all’immagine della Città di Torino. A distanza di quattro
anni passati, cosa possiamo dire? Che, dal punto di vista dei conti, evidentemente non è
stato risolto nulla, perché, nonostante siano stati declamati dei piani di rientro e ancora
pochi mesi fa, ahimè, la Sindaca, in qualità di Presidente dell’Ente, diceva che la
situazione era tutta sotto controllo, oggi siamo costretti, mi sembra, a queste scelte; ma,
per contro, dal punto di vista anche dell’immagine, mi sembra che ne abbiamo perso
parecchio: io non avevo mai visto un sopraintendente che venisse fischiato alla
presentazione della stagione e, di fatto, avendo anche perso delle persone importanti
sotto il profilo artistico. Allora, questo di definire che il volersi accanire su questi atti,
che sono “debolucci” e “scarni” - sono stati definiti -, io lo trovo veramente al limite del
ridicolo, ma nel senso anche proprio perché stiamo parlando di qualcosa che è
veramente il cuore di quello che deve interessare alla città. “E certo! I cittadini
pagano!”, “Certo! Noi paghiamo le tasse per la cultura!”, ma mi stupisce che chi fa
questa osservazione sia proprio colui che di cultura vive, ma certamente, vivaddio, si
paga sulla cultura! E poi i costi saranno alti, su quello si può ragionare, ma ricordiamo
anche che tra l’altro non è l’unica Fondazione lirica italiana che ha del debito, mi
sembra che ben altri sono anche in situazioni..., dal San Carlo di Napoli, all’Arena di
Verona, che hanno comunque dei debiti, e il Teatro Regio non è neanche quello che ha
accumulato dei debiti maggiori; certo, bisogna fare dei piani di rientro forti, ma voglio
poi vedere come si fa a chiedere ai privati, alle fondazioni di investire su un Ente che è
commissariato. Io credo che questo fosse il momento, invece, di una scelta forte e
coraggiosa; in questo io avrei voluto che chi mi rappresenta, un Sindaco, una Sindaca,
potesse essere interprete di un messaggio completamente diverso, completamento
l’opposto, non un messaggio di pavidità, un messaggio di coraggio anche nel chiamare a
risorsa e, diciamo, a poter contribuire quelle realtà private - e la Città ne ha di realtà
private, non sono solo le fondazioni - per dire: “Qui ci stiamo scommettendo su un
progetto forte per la città”. Proprio nel senso che, se io sono società straniera, una
multinazionale straniera che deve investire in qualche posto in Italia o in Europa, andrò
a cercare laddove c’è un tessuto importante sotto il profilo culturale, sotto il profilo
dell’offerta, e sicuramente avere un buon livello di rappresentatività della città e del suo
territorio, perché, giustamente è stato ricordato, il Regio è il Teatro regionale. Questo
contribuisce, sì, ad attrarre gli investimenti, al pari di tante altre situazioni, ma in
maniera importante; è questo che non si vuole cogliere, e invece lo si riduce tutto a un
tatticismo in cui si vuole presentare questi atti perché almeno la Maggioranza vada... Ma
quelli sono problemi vostri, chi se ne frega, chi se ne frega per la città, quelli saranno
problemi vostri, dovete giustificarveli voi. Il problema vero è che qui manca una
capacità di programmazione e di avere il coraggio, ancora una volta...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

TRESSO Francesco
Vado a concludere immediatamente. Quindi, io annuncio che sono assolutamente
favorevole, ho sottoscritto entrambi gli atti delle colleghe Artesio e Foglietta, e voterò
favorevolmente a queste due mozioni. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
A lei. Prego, Capogruppo Petrarulo, ha cinque minuti.

PETRARULO Raffaele
Grazie, Presidente. Cosa dire? Io ho presentato due emendamenti, non so se lei li ha
illustrati e tutto quanto, ma li dico, ma per un semplice fatto, perché a mio parere le due
mozioni sono giuste, ma vanno inquadrate in quello che è il contesto del
commissariamento del Regio. Io parto da un articolo, scritto da un giornale nazionale,
quindi “La Stampa”, del 29 maggio 2020, non lo sto a leggere, ma è scritto quindi è
fonte, dove dice, appunto, che “Il Consiglio di Indirizzo del Teatro si accinge ad
approvare, con profondo rammarico, un Bilancio Consuntivo del 2019 che presenta un
passivo di 2,3 milioni di euro”. E quindi lo dice la Sindaca Chiara Appendino che con il
confronto con le fondazioni bancarie non ci sono i presupposti. “Chiederò al Ministro
Franceschini di individuare insieme la giusta figura per andare avanti”. E ancora, un
virgolettato: “‘Non è più possibile tollerare una situazione di continuo passivo per una
eccellenza come il Teatro Regio - dicono il Presidente della Regione Alberto Cirio e
l’Assessore alla Cultura, Vittoria Poggio -...’”, leggo l’articolo de “La Stampa”: “‘Serve
pertanto una scelta forte e per questo abbiamo condiviso con il Comune e le Fondazioni
bancarie una soluzione di netta discontinuità con il passato, che in questo momento solo
un commissario può garantire’ - chiuse virgolette -. Dai vertici della Fondazione
Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRT arriva un sostanziale allineamento
sulla decisione...”, quindi non c’è voglia di poter ripianare. E cos’ha fatto Petrarulo?
Perché naturalmente qui... se no poi facciamo tutti quelli... Qui non c’è da fare il
discorse se la politica... sbaglia la Sindaca o sbaglia qualcun altro, o si ha interesse per il
Teatro Regio, cosa che ce l’ha il sottoscritto e quindi a tutela dei lavoratori per due
motivi: 1) perché rivesto un incarico politico, e 2) perché sono anche un professionista e
quindi non mi piace venire qui a dire un qualcosa che sia di diverso. Vediamo, come ha
detto anche il Consigliere Versaci, che dice: “Ci sono soluzioni pratiche e fattive,
vedremo quindi quale sarà l’indirizzo”. Ecco, Petrarulo non si presta a fare un discorso
di chicchessia, e ho fatto due emendamenti sulla mozione sia della Consigliera Artesio,
sia della Consigliera Foglietta, che illustro molto semplicemente. Dove si “Impegna la
Sindaca, anche in qualità di Presidente della Fondazione Teatro Regio, a lavorare
affinché vengano ripristinare le condizioni finanziarie tali da evitare il
commissariamento del Teatro Regio di Torino”, cosa che anche il sottoscritto vuole, ma
a una condizione, se no ci prendiamo in giro, “richiedendo anche ai soci fondatori...”
questo è l’emendamento che andrà votato e quindi spero che i giornalisti lo ascoltino
come verranno votati da tutte le componenti delle forze politiche, dalla Maggioranza
alla Minoranza, e anche chi ci ascolta del Teatro Regio “richiedendo anche ai soci
fondatori e/o partner - quindi Regione, Fondazione, Compagnie, eccetera, eccetera - la
disponibilità di impegnarsi per iscritto per l’anno corrente alla copertura delle risorse
necessarie alla continuazione dell’attività del Teatro Regio di Torino”, questo
emendamento è depositato su tutte e due le mozioni, che quindi verranno votati, gli
emendamenti. Senza questi emendamenti noi andiamo ad interrompere un
commissariamento che, sia il giornale dice già quali sono le intenzioni dei soci partner,
poi io non voglio difendere la Sindaca Appendino, ma neanche attaccarla, ma la Sindaca
Appendino è la Presidente di un Consiglio di Indirizzo fatto da sette Consiglieri, dove
ognuno vota, uno per uno, ognuno nominato da altre persone. Voi dovete pensare anche
a un discorso molto semplice: nel Bilancio del 2018 - cosa che c’è qui, perché questi
sono gli atti in trasparenza sul sito, altri non ne ho trovati - c’è un “Credito verso
fondatori per versamenti ancora non dovuti con separata indicazione della parte già
richiamata” per oltre 5.547.540,00 euro, quando nel ‘17 era di 1.125.000. Che significa
questo? Significa che allora il patrimonio naturalmente, dove è detto anche, quindi
all’articolo 4 dello Statuto, fanno parte naturalmente “i contributi pubblici e privati,
erogati a qualsiasi titolo”, questi sono anche uno di questi; poi noi abbiamo anche un
Consiglio di Indirizzo che è fatto, come ho detto prima, da sette persone, e abbiamo
un... purtroppo il tempo è poco, l’ultimo che ho è il Collegio dei Revisori del Bilancio
del 2018, dove naturalmente viene sancito, a pagina 4 della relazione del Collegio dei
Revisori dei Conti, quindi articolo 3.4 dello Statuto, in cui parla di... c’è stata una
drastica riduzione di 2.090.000 da parte dello Stato rispetto all’anno precedente, quindi
al contrario nel 2018 il Comune apporta di più e la Compagnia di San Paolo eccetera
eccetera e ci sono state delle altre cose. Che significa questo? Per farla molto breve, se
no poi andiamo ad illudere tutti per niente e per fare altro: i soci fondatori, unitamente ai
soci (incomprensibile) volendo anche a quelli che siano, hanno l’intenzione di ripianare
quello che è il deficit o il disavanzo o quello che è la parte... credendo quindi nel Teatro
Regio un’eccellenza, cosa che crede il Consigliere Petrarulo da tempo, naturalmente con
le valutazione del caso, quindi andando a limare quelli che sono i costi che sono
eccessivi, e allora a questo punto tutti…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

PETRARULO Raffaele
Sì. Chiudo, naturalmente poi illustrerò gli emendamenti, me lo dica lei come si fa,
Presidente. Quindi, in queste mozioni in fondo ci deve essere, a mio parere - ma non è
un parere mio, ma è un parere a tutela dei lavoratori - anche un impegno scritto da parte
di tutti i soci fondatori, Regione, Compagnia e altri, Fondazioni, che si impegnano a
risanarlo o meno. Se non c’è il risanamento, c’è il commissariamento, non ci prendiamo
in giro, i soldi non vengono dal cielo! Quindi i contributi versati e gli impegni devono
essere scritti, perché chi fa il revisore dei conti sa benissimo che un impegno scritto,
dettato prima nel Previsionale, poi deve essere mantenuto nel Consuntivo. Qui parliamo
di fondazioni, chiederò poi dopo - e lo dico già subito e chiudo - all’amico Lubatti,
Presidente, di fare una Commissione di Controllo di Gestione su questo, invitando il
Collegio dei Revisori, anche perché, da quello che dice lo Statuto, ogni tre mesi va fatta
una relazione e vorrei capire in questa relazione quali sono stati gli step che hanno
apportato un disavanzo di questo tipo.

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

PETRARULO Raffaele
E tutti, Maggioranza e Minoranza, su questo emendamento supplementare, che non
inficia la bontà delle due mozioni a tutela del Regio, votino a favore. Naturalmente
l’appello... il voto è nominale (audio disturbato).

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio, Capogruppo Petrarulo. Adesso, ho il Capogruppo Lo Russo, prego ne ha
facoltà per tre minuti.

LO RUSSO Stefano
Grazie, Presidente. La ragione per cui il Partito Democratico ha presentato una mozione
che chiede alla Sindaca di evitare il commissariamento del Teatro Regio è una ragione
molto semplice ed è quella di suggerire alla Sindaca di fermarsi in tempo, prima di
commettere un secondo clamoroso errore. Ora, è vero che i cittadini le hanno dato
facoltà di dirigere la Città, però ha già dimostrato in questi lunghi quattro anni di non
sempre prenderci del tutto. In particolar modo, se proprio vogliamo essere piuttosto
puntuali, direi che il Regio è il paradigma di questa difficoltà che ha la Sindaca di essere
lucida nelle azioni che produce, e forse essere anche un pochino troppo tirata per la
giacca da personaggi di modesto valore che l’hanno circondata in questi anni e che,
purtroppo per noi, l’hanno convinta a fare delle cose, dimostrando due fondamentali
motivi: che quando un Sindaco è debole, poi viene trascinato per la giacca dal primo che
passa e, soprattutto, alla fine ha danneggiato l’istituzione cittadina.
Il 24 aprile 2018 la Sindaca, con un’operazione di forza dentro il Consiglio di Indirizzo,
nonostante la fortissima contrarietà dei Consiglieri di indirizzo - che, come giustamente
veniva fatto rilevare, rappresentano non solamente le istituzioni, ma rappresentano in
qualche modo la comunità cittadina -, imponeva il cosiddetto “suo sovrintendente”,
questo signor Graziosi non tantissimo conosciuto, ecco, diciamo così, nel mondo della
lirica italiana, che veniva imposto da una Sindaca che, diciamo così, facendosene un
baffo di quelle che erano state le critiche che erano in qualche modo state mosse,
costringeva addirittura alle dimissioni due Consiglieri di indirizzo e all’astensione di un
altro Consigliere di indirizzo, di fatto costruendo una forzatura senza precedenti e di
fatto, oltretutto, non rappresentando in qualche modo quello che lei sempre,
autocelebrandosi, rivendica essere il suo ruolo di composizione delle forze di questa
Città. Questo signore faceva suo il Piano, il cosiddetto “Piano di Sviluppo” elaborato e
qui sempre difeso da lei e dall’Assessora Leon come la grande salvezza di questo
Teatro, nonostante, anche qui - seconda grande considerazione - venisse di fatto
criticato da più parti e giudicato irrealistico. Questo Piano di Sviluppo non solo si è
dimostrato irrealistico nei fatti, ma ha poi portato, come dire, a una situazione di totale
conflittualità dentro il Teatro, con addirittura, nel 2019, l’anno dopo, le dimissioni
integrali del Consiglio di Indirizzo per far decadere il buon Graziosi. E quindi, se siamo
al punto in cui siamo, come dire, non è solo colpa del destino cinico e baro, cara
Sindaca Appendino, ma un pochino è anche colpa sua. Responsabilità, parliamo di
responsabilità, non di colpa. Allora, non è che non ci siano le condizioni per riprendere
in mano il filo del gomitolo che si è intrecciato, noi... lo scopo di questa mozione non è
quello di, se vogliamo, eccessivamente polemizzare, è di essere costruttivi; ma per
essere costruttivi, Sindaca Appendino, bisogna essere ogni tanto anche capaci di
riconoscere che si è sbagliato. Quindi, non commetta il secondo grande errore, dopo
averne commesso già uno gigantesco, perché che l’ha commesso gigantesco, direi che
parlano le carte, parlano i fatti, parla il fatto che sostanzialmente lei si è affidata alle
persone sbagliate, che hanno fatto i piani sbagliati, che non sono si sono verificati, come
dire, essere realistici. Allora, fermi la procedura, convochi un Tavolo con le Istituzioni,
compreso il Governo nazionale; guardi che, come dire, io penso che anche da questo
punto di vista il ministro Franceschini sia disponibile, se gli viene fatta una proposta
credibile, forte e condivisa su questo territorio, perché quando verrà scritta la storia di
questa, purtroppo, brutta vicenda della Città, andremo a verificare come lei si è
comportata, lei per mesi non...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

LO RUSSO Stefano
...Consiglio di Indirizzo e sostanzialmente è spuntata (incomprensibile) del
commissariamento. Quindi, fuor di polemica, nell’esclusivo interesse della più grande
istituzione culturale di questa città, Sindaca Appendino, rifletta, a prescindere dall’esito
della votazione della mozione, e verifichi se ci sono ancora... e pensiamo, noi siamo
assolutamente conviti che il Ministro Franceschini possa svolgere questo ruolo di regia,
se lei non è stata in grado di farlo, lo faccia fare al Ministro, per cercare di evitare un
fatto amministrativo che, è noto a tutti, produrrà unicamente il declassamento della più
importante istituzione culturale della nostra città.

SICARI Francesco (Presidente)
Capogruppo Napoli, ne ha facoltà per cinque minuti, prego.

NAPOLI Osvaldo
Grazie, Presidente. A me dispiace dovere dire... ogni tanto dico che non sono un
ragazzo del coro, però nella mia vita personale qualche volta bisogna avere del coraggio
e bisogna avere la schiena dritta. Allora, io allora faccio una domanda, con due milioni e
mezzo all’anno di perdita, dai 20 ai 30 milioni di debito, mancanza totale di liquidità e
la Magistratura, che giustamente - e mi auguro che siano tutti innocenti - che svolge
un’attività di controllo su quanto avvenuto, vi faccio una domanda: ma cosa ci vuole
ancora per mettere un commissario? E, vedete, voglio fare un altro esempio: quando
voi... qualcuno parla dei lavoratori, dei dipendenti, che bisogna tutela totalmente e
verranno tutelati totalmente, io voglio farvi una domanda: ma quando si commissaria un
Comune, piccolo o grande che sia, il commissario prefettizio manda a casa i dipendenti?
Allora, vedete, se fosse vero questo, allora bisogna subito investire Franceschini, Di
Maio e chi per esso per cambiare la legge, perché i dipendenti, quando arriva il
commissario prefettizio dei Comuni, non vengono licenziati e qua non verranno
licenziati. E, vedete, io penso che - lo dico perché ho detto prima che bisogna, certe
volte, superare la politica - io non voglio mettere in difficoltà l’Appendino, perché
l’Appendino è già in difficoltà di per se stessa, non ha bisogno di essere messa in
difficoltà sul Teatro Regio, è già in difficoltà di per se stessa in termine politico. Allora
io credo che, prima di mettere in difficoltà, ci sono gli interessi della Città. Allora, chi
conosce bene la materia - e io da ieri sera, sono molto sincero, mi sono molto
interessato alla materia -, è necessario che il commissario, cosa che farà, perché è quello
che deve fare, deve mettere ordine, deve riportare l’efficienza, deve portare risorse e,
permettermi, lo dico a chi ha dei dubbi, il commissario prefettizio - chiedete
informazioni - potrà arrivare a portare al Teatro Regio fino alla cifra di 10 milioni di
euro, chiedete informazioni se per caso dico qualcosa che non va, potrebbero arrivare
sino ad un massimo di 10 milioni di euro rispetto ai 20, ai 30 che ci sono, non entro in
merito. Voi questo lo sapevate? Allora, io dico, davanti... e lo dice... vi faccio anche
questo... Forza Italia è l’“abc”, se qualcuno avrà qualcosa da dire: ordine, efficienza,
risorsa ed aggiungo nella maniera più tassativa che rimanga Schwarz, perché deve
continuare il calendario di attività che lui ha programmato. Allora i lavoratori, davanti
alla presenza di Schwarz, che garantisce il proseguimento, perché devono sentirsi non
tutelati? Io personalmente, se ci succederà qualcosa di diverso, certo, potrebbe non
tutelarsi... sentirsi non tutelato quelli che al limite non hanno fatto il proprio dovere, ma
io sono convito che l’abbiamo fatto tutti il proprio dovere; io sono convito, però, che
Schwarz farà quello che deve fare. Allora, vedete, quella dei lavoratori io credo che sia
una fake news. Allora io ritengo - e lo dico veramente in maniera molto chiara - che il
commissariamento è una fortuna sotto un certo aspetto. Io non mi sono mai
scandalizzato quando viene commissariato un Comune, eppure quando viene il
commissario prefettizio teoricamente fa l’ordinaria amministrazione, mentre invece vi
ho detto qua che il commissario del futuro Regio dovrà portare sviluppo, perché
sicuramente chi dovrà poi nominarlo, Franceschini o chi per esso, nominerà un
personaggio di alto livello, perché il Regio è il Regio di Torino, e che quindi
sicuramente lo farà. Allora, io dico e lo ripeto, scusate se su questo sono molto forte,
dovete dirmi e dovete rispondermi in maniera concreta: i dipendenti davanti ai
commissari e ai Comuni vengono licenziati? No! E davanti a un deficit di due milioni e
mezzo ogni anno, responsabilità non sta a me dirlo, non mi interessa dirlo, e davanti a
un debito di 20-30 milioni, davanti alla mancanza totale di liquidità, davanti alla
possibilità che il commissario possa portare, ripeto, cosa che nessuno sapeva, sino a un
massimo di 10 milioni, noi diciamo di no al commissario perché c’è un problema
politico contro l’Appendino? A me dell’Appendino non interessa proprio nulla,
l’Appendino faccia la sua strada. L’Appendino, criticata o non criticata, saranno gli
elettori che lo decideranno la prossima settimana, ma sulla difesa del Teatro Regio io vi
posso dire... - per quanto mi riguarda, nella mia onestà intellettuale, che mi ritengo
anche politicamente, con tutte le critiche che potrò o non potrò ricevere -, io dico che
questa è la soluzione migliore per risolvere il problema del Regio e - aggiungo e finisco
- vi ho detto alcune cose che nessuno vi ha detto in questi giorni. Allora, non andiamo a
mettere subbuglio nei confronti dei dipendenti, è un’ingiustizia e una scorrettezza nei
loro confronti. L’importante è, ripeto, e scusatemi se mi ripeto, ordine, efficienza e
risorse che potrebbero arrivare, e il calendario di attività che rimanga quello che ha
detto Schwarz, rimanendo lui al proprio posto; se questo rimane, facciamo l’interesse
della città. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Capogruppo Napoli. Adesso, ho il Consigliere Napolitano, prego ne ha
facoltà.

NAPOLITANO Vincenzo
Grazie, Presidente. Dunque, io sono un po’ basito, devo essere sincero, sarà la mia
inesperienza, ma faccio veramente fatica ad abituarmi a questo tipo di politica, cioè a
quello delle parole, delle chiacchiere, del... Non lo so, io a volte ho l’impressione,
Presidente, che stiano scherzando, cioè quando fanno... ho sentito tante cose, la
metafora del Bilancio del Comune, probabilmente hanno talmente tanta fiducia in noi,
visto che il primo commissariamento che abbiamo, grazie al cielo, evitato era stato
proprio quello del Comune di Torino, quando abbiamo aperto il cassetti, una volta
entrati a Palazzo. Ho sentito parlare di “gettare la spugna”, ma secondo me in realtà
bisognerebbe parlare di come si getta, si gettano, si sono gettati milioni di euro, invece,
in un buco nero, cioè commissariare non è gettare la spugna, ma può essere anche un
atto coraggioso, come diceva il Consigliere Napoli prima di me, per poter rimettere in
piedi una cosa che davvero da troppo tempo non sta più in piedi e produce, pur essendo
un’eccellenza, cioè è la prima eccellenza che io conosco che produce debito e migliaia
di euro di perdita. Ad un certo punto io mi sono anche rallegrato, perché finalmente da
un partito di Sinistra, che tra l’altro fino ad ora è stato silente, io mi ero persino convinto
che oggi non ci fossero, si sono scatenati tutti quando c’è da fare propaganda sul teatro,
ovviamente usando i lavoratori, come sono soliti a fare, per cercare di portare qualche
voto evidentemente a casa. Ad un certo punto ho sentito parlare di proteste in piazza e
ho detto: “Oh, finalmente si sta parlando dei lavoratori dello spettacolo”, perché forse a
qualcuno è sfuggito, perché è stato forse non particolarmente attento, ma due settimane
fa c’è stato in piazza Castello un sit-in dei lavoratori dello spettacolo del Piemonte, tra
l’altro di cui io faccio parte, quindi, voglio dire, ho sottoscritto l’atto di Giovara, del
Presidente Giovara e sicuramente non posso essere io ad essere a favore di un
commissariamento, che secondo alcuni porta all’immediato licenziamento dei lavoratori
dello spettacolo. Quando ho sentito parlare di protesta, ho detto: “Vai, finalmente si
parla anche di noi, finalmente qualcuno si è accorto che c’è gente che è meno tutelata
dei lavoratori del Teatro Regio”, ai quali comunque io sono assolutamente solidale, ma
quello che sto dicendo l’ha ripetuto proprio a quel sit-in Carlo Caputo, che è il pianista
del Teatro Regio, che dice che: “Alcune persone qui, come noi dipendenti del Regio,
sono più fortunate, perché hanno una tutela, come la cassaintegrazione, e sperano di
tornare al proprio lavoro”, mentre tutto il resto del mondo che ruota attorno alla cultura,
perché vi do una notizia, la cultura non è solo il Teatro Regio, a me viene il sangue agli
occhi quando sento parlare solo del Teatro Regio quando si parla di cultura, cioè ci sono
a Torino milioni, cioè migliaia, scusate, di persone che lavorano attorno alla cultura,
attorno agli spettacoli, attorno alla musica, che non è solo la lirica. Non possiamo
pensare di continuare... cioè di rassegnarci, ho sentito dire persino che la lirica è una
cosa costosa, che il Teatro Regio è una cosa costosa, dobbiamo assolutamente
rassegnarci e dare dei milioni di euro a un posto che è malato, che è gravemente malato
e che bisogna curare e che non si cura accanendoci così in questo modo. Non è stata
l’unica piazza che ho visto riempirsi in questi giorni, perché la settimana scorsa c’è stata
un’altra protesta davanti al Carignano, anche di questo oggi non ho sentito…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

NAPOLITANO Vincenzo
Sì, mi scusi Presidente. Ho sentito parlare, però, che citare un commissariamento di altri
teatri non va bene, è sbagliato, non è una buona cosa, non fa onore, mentre ho sentito
invece parlare di altri teatri con debito invece; quindi, teatri con debito si possono usare
come esempi positivi, gli altri commissariamenti assolutamente no. L’ultima cosa e
concludo, Presidente, volevo semplicemente capire dal Partito Democratico, che oggi è
assolutamente contrario al commissariamento del Teatro Regio, come mai nel giugno
del 2019 due Deputati, Fregolent e Gribaudo, hanno chiesto il commissariamento del
Teatro Regio, questa cosa non la capisco, oggi invece ci si muove, si dice: “No, non si
può più commissariare, ci sono 373 lavoratori che finirebbero licenziati” e un sacco di
altre cose che proprio non stanno né in cielo e neanche in terra…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

NAPOLITANO Vincenzo
…30 milioni di debito, continuiamo a finanziare due milioni e mezzo di perdita al mese,
cioè cose con cui si potrebbe fare un sacco di cultura, un sacco di musica, tanti locali,
tanti tecnici, tanti musicisti, tante altre persone potrebbero...

SICARI Francesco (Presidente)
Consigliere Napolitano, la invito a concludere.

NAPOLITANO Vincenzo
…vivere le loro famiglie. Ho concluso e chiedo scusa se ho rubato un po’ di tempo in
più.

SICARI Francesco (Presidente)
Adesso ho la Vicepresidente Ferrero, ne ha facoltà per tre minuti.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Sì, grazie. Grazie, Presidente. Io sono felice che alcuni della mia Maggioranza negli
interventi precedenti abbiano detto che nessuno voglia di fatto il commissariamento e
quindi io faccio un intervento breve per capitoli. La situazione del Teatro Regio è, nel
contesto dei teatri lirici italiani, uno dei teatri meno indebitati. Il Piano industriale ha
bisogno di un’applicazione, di tempo per applicazione, verifica e anche aggiustamento.
Il momento storico della nostra città ha bisogno di lavoro, abbiamo bisogno di lavoro
come il pane, sono 373 lavoratori, 373 famiglie che in questo momento tremano, perché
questo sarebbe l’unico commissario che non taglia sul lavoro e io ne sarei molto lieta,
ma sarebbe l’unico commissario che non taglia sul lavoro. Questa città è molto provata
e non merita, dopo questi mesi di lockdown, questi mesi, questi anni di difficoltà
economica, non merita un commissariamento. Parliamo di 2,4 milioni in un anno, non al
mese, ci mancherebbe. Io credo che cercare e tentare almeno di scongiurare il
commissariamento sia un atto dovuto, poi si faranno le valutazioni del caso, ma che si
cerchi di inserire il teatro lirico cittadino all’interno di una visione più ampia - e per
questo io ho chiesto un’interlocuzione dei Parlamentari piemontesi - più ampia dei teatri
e di tutta la lirica italiana ha veramente un significato più vasto di cui noi amministratori
dobbiamo prendercene carico. Quindi io non mi sento in opposizione alla mia
Maggioranza, mi sento semplicemente di voler tentare ancora un’ultima carta, che è
quella di inserire in un contesto più ampio e quindi di avere una visione più dall’alto di
quella che è la situazione del nostro Teatro. Come dico, 373 posti di lavoro meritano
una riflessione non profonda, profondissima. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Consigliera Albano.

ALBANO Daniela
Grazie, Presidente. Io faccio un breve intervento soltanto perché vorrei chiarire una
cosa: come ha già detto il collega Versaci, il mio voto non è un voto contro la Sindaca o
contro la Maggioranza, il mio è un voto contro il commissariamento del Teatro, perché
vorrei che al Teatro fosse data ancora una possibilità. Quindi, a scanso di ogni
fraintendimento, oggi siamo qua, io non sto votando contro Appendino, ma sto votando
a favore di una mozione di cui condivido, appunto, le richieste, semplicemente,
appunto, perché secondo me questo Teatro può avere ancora una seconda possibilità.
Forse quello che abbiamo fatto non è stato sufficiente, però sicuramente qualcosa è stato
fatto e si potrebbe andare avanti in quella direzione, invece di gettare la spugna in
questo modo. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Non ho altri interventi. Quindi, recupero il fatto personale del Consigliere Giovara,
prego ne ha facoltà per tre minuti.

GIOVARA Massimo
...precisare e far comprendere meglio le mie parole all’ingegnere Tresso rispetto al fatto
che lui si stupisce di una cosa che ho detto, ma che probabilmente io non ho espresso in
maniera comprensibile ad un ingegnere. Io non stavo dicendo, ovviamente, che non
bisogna sovvenzionare la cultura, Consigliere Tresso, lei è molto abile con le parole,
stavo dicendo che bisogna riflettere sul fatto che continuare a mettere soldi pubblici in
un ente che strutturalmente - e lei lo ha capito benissimo questo - da tanti anni non si
regge più economicamente, richiede una riflessione profonda, come quella che hanno
appena chiesto i colleghi, e questo glielo dice uno degli unici due lavoratori dello
spettacolo che sono presenti in questa Sala, a mia conoscenza, da tantissimi anni.
Quindi, una piccola riflessione io fossi in lei la farei. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliere Giovara. Prego, Capogruppo Tresso, per fatto personale, anche
lei tre minuti.

TRESSO Francesco
Presidente, in realtà io non intendo intervenire perché sono di tale bassezza questi tipi di
interventi, però mi chiedo perché lei conceda in questa maniera indiscriminata i fatti
personali, non mi sono mai permesso di nominare il Consigliere Giovara, poi se il
Consigliere Giovara ha la coda di paglia questo è un altro discorso, però lei stia un po’
più attento nel fare le sue funzioni Presidente, io non l’ho minimamente nominato. Se
poi il Consigliere Giovara si sente chiamato in causa, questo non deve essere causa di
prevaricare quelli che sono i regolamenti comunali. Quindi, le chiederei veramente
maggiore attenzione, la ringrazio.

SICARI Francesco (Presidente)
Ringrazio anche lei. Mi sembra di aver concesso quanto più possibile fatti personali, ma
ogni volta quando c’è un’interpretazione che non piace, capisco che si chieda l’esatto
opposto. Va bene, non importa. Prego, Consigliera Buccolo.

BUCCOLO Giovanna
Grazie, Presidente. Io ho ascoltato un po’ tutti gli interventi che sono stati fatti oggi e
onestamente mi fa sorridere, Presidente, sentire delle frasi, anche da parte
dell’Opposizione, come “gettare la spugna” o “mancanza di coraggio” da parte nostra o
da parte di chi davvero magari non si è mai occupato in questi anni, ovviamente mi
rivolgo a chi ha detto queste frasi e condivido anche il discorso del collega Versaci, che
spesso è pure solo esercizio di mera dialettica politica: ci si prepara l’intervento, si viene
in Aula, si dice la qualunque, la politica del “dichiarato” e non dell’“agito”, come
spesso si dice, e lo dico proprio perché tutto si può dire, ma non che ci sia stata da parte
di questa Amministrazione un’attenzione e un impegno in questi anni, dal Piano di
Sviluppo, per fare un esempio, ma anche i soldi - come ha detto anche il mio collega
Giovara - stanziati dal Ministro Bonisoli, 1.800.000 euro stanziati con la delibera da
parte del Comune per la realizzazione di lavori urgenti, di adeguamento alle normative
della sicurezza, anche antincendio, così come è alta e continuerà ad esserci anche
l’attenzione per i lavoratori. Ringrazio anche il collega Giovara, che ha presentato un
atto all’Ordine del Giorno, che dà indirizzi specifici proprio anche su questi temi,
rimarcando un’attenzione in merito a questi temi sul lavoro, dei livelli occupazionali,
salariali e contrattuali. Poi, però, c’è la realtà, una realtà con cui spesso ci si scontra, una
realtà che nessuno... ovviamente, nessuno di noi vorrebbe arrivare a commissariare un
Ente, però c’è una realtà, appunto, da prendere..., c’è una realtà che è indiscutibile,
ovvero sono i problemi di bilancio strutturali che ci sono. Ed ha ragione sia il collega
Napoli e anche Petrarulo, quando si dice che bisogna poi trovare anche delle risorse,
perché verba volant, scripta manent, è facile parlare, è molto più difficile poi
riconoscere la realtà dei fatti e fare. Tra l’altro, come ha ricordato anche il collega
Napolitano, è stato condiviso... anche il Ministro Franceschini condivide quest’azione,
anche i due Deputati che ben un anno prima, nel giugno 2019, del Partito Democratico
chiedevano a gran voce di commissariare il Teatro, e noi comunque è passato un anno e
abbiamo provato, provato in tutte le strade possibili e quindi l’impegno c’è stato.
Chiudo, Presidente, ovviamente ringraziando chi su questi temi davvero ha sempre
lavorato e non viene in Aula soltanto per fare mera dialettica politica. Grazie,
Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
A lei. Io non altri Consiglieri iscritti. Faccio intervenire la Sindaca, in quanto il tema è
di sua competenza, cioè di cui stiamo discutendo. Prego, Sindaca.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Ringrazio tutti i Consiglieri e le Consigliere intervenute.
Francamente io non ripeterò quello che ho già detto qualche settimana fa, perché non è
la prima volta che discutiamo del Teatro Regio, non è la prima volta che discutiamo
della situazione, come dire, anche dei conti del Teatro, però devo nuovamente fare
alcune precisazioni che ho già fatto, ma le riporto anche per il verbale, cioè il tema del
D.L. 367/1996, che è stato citato, articolo 21, comma 1 bis, e quindi del fatto se un
bilancio negativo, ad oggi stimato in circa due milioni e mezzo, generi in automatico un
commissariamento oppure no, la risposta è: “Sì” e questa non è, come dire,
un’interpretazione che noi diamo perché magari qualcuno la ritiene o vuole dare una
lettura politica di convenienza, è una lettura che viene data in seguito a un confronto con
i tecnici del Ministero. Lo dico perché, se ogni volta torniamo sul punto, che va
benissimo per la discussione dialettica, ma si vuole dare, come dire, un connotato o una
narrazione rispetto a un fatto che è stata la prima verifica che è stata fatta dai nostri
tecnici insieme a quelli del Ministero, ci incartiamo. Quindi, il tema, come dire, del
patrimonio e di quanto incide la perdita sul patrimonio, e quindi dell’effetto di quella
perdita, non posso che ripete quanto ho già detto la scorsa volta e che è stato confermato
dalle interlocuzioni che abbiamo avuto con il Ministero. Vorrei anche ripetere qui, per
la seconda volta, quello che è, come dire, il percorso che noi, o meglio, si farà, se questo
evidentemente sarà l’effetto di un’approvazione di bilancio che non è ancora avvenuta -
e ci tornerò su questo - del commissariamento: cioè, il tema qua non sono
esclusivamente i due milioni e mezzo, e voler vedere e fare un’analisi solo su due
milioni e mezzo è miope. Il tema è che, come peraltro, ripeto, non l’ha detto Chiara
Appendino, uno può anche discutere di quello che dice Chiara Appendino, ma quando
un organo di controllo come il MEF fa una relazione in cui dice che è dal 2010 che c’è
uno sbilancio tale per cui è evidente che è necessario un intervento strutturale e che il
rapporto debiti-crediti è andato a peggiorare dopo il 2013, in particolare a causa
dell’attribuzione di immobili al posto di contributi per l’attività, questo che cosa ci dice?
A me non interessa il dibattito sulle responsabilità politiche, ripeto, però ci dice che lì
c’è una situazione strutturale che dal 2010 al 2020 non si è risolta e io francamente non
credo che non si sia risolta perché in questi 10 anni siano state scelte persone incapaci o
incompetenti, io penso che non si sia risolta perché è talmente radicata questa difficoltà
che è economica, finanziaria, di liquidità e, come dire, strutturale che anche il Piano
industriale che noi abbiamo fatto, in cui io ho fortemente creduto e in cui continuo a
credere, poi uno può condividere o non condividere, quello sì, puoi condividere o non
condividere quel Piano industriale, ma quel Piano industriale ha bisogno di strumenti
straordinari per essere attuato. E quali sono gli obiettivi? Il primo è ristrutturare il debito
e incidere sulla liquidità del Teatro, come ho detto, ed è stato anche ricordato, nel 2018
ammonta a circa 27,7 milioni. Poi io ho sentito dire: “Siamo paragonabili ad altri teatri”,
non è tanto così, perché molti teatri nel 2013 hanno deciso di andare in Legge Bray,
utilizzando quello strumento per andare in qualche modo a ridurre quel disavanzo
strutturale che c’era. Poi se vogliamo dire che in generale il sistema della lirica è in
grossa difficoltà (incomprensibile), siamo assolutamente d’accordo mi sembra evidente,
ma, come dire, che il nostro Teatro sia un teatro che non ha bisogno di interventi
straordinari per essere risanato o che non abbia bisogno di un risanamento, stiamo
raccontando, come dire... ci stiamo raccontando una favola, che forse è comoda
politicamente, ripeto, forse sarebbe più comodo per me politicamente mettere
un’ulteriore pezza e, come dire, rimandare il tema al prossimo Sindaco, chiunque sarà, o
al prossimo Presidente, però francamente io penso che proprio per ristrutturare il debito,
proprio per rilanciare il Teatro e quindi farlo tornare ad essere attrattivo, l’ho detto tante
volte, ad esempio in termini di artisti, che devono essere pagati, perché se un artista non
viene pagato, al Teatro Regio non ci viene. Allora, per rimettere a posto la liquidità, per
rimettere a posto il debito, per ripatrimonializzare la Fondazione, che è necessaria per
ristrutturare il debito, per dare avvio ai lavori di adeguamento, che, è stato ricordato, gli
8 milioni e mezzo della macchina scenica del Teatro, che è un intervento che ha fatto il
Ministro Bonisoli, confermato poi dal Ministro Franceschini, quindi in continuità, al di
là del cambio di Governo, e per riorganizzare la Fondazione al fine di ridurre il
disavanzo di gestione, è necessario un intervento strutturale. Ma, ripeto, il punto non è
solo... e vorrei che allargassimo l’orizzonte, e lo dico a tutti i Consiglieri e le
Consigliere che sono intervenute, il tema non è solo il disavanzo di quest’anno, questi
due milioni e mezzo di disavanzo ce li abbiamo da anni, da anni e io mi sento di dire
che le varie Amministrazioni, tra cui anche la mia è intervenuta più volte, più volte
immettendo ulteriori risorse economiche nel Teatro e tentando una strada di
risanamento, che è il primo elemento per tutelare i lavoratori e le lavoratrici. Allora,
l’ultima volta che abbiamo discusso di questo tema si era... avevo detto pubblicamente,
l’ho detto in Consiglio, l’ho detto anche, come dire, alle organizzazioni sindacali che il
tema della tutela del lavoro, dei lavoratori e delle lavoratrici, è un tema che, come dire,
ci interessa a tutti e tutte, credo, al di là del ruolo, al di là del partito politico e al di là
delle sensibilità personali che abbiamo, è ovvio che quello ci interessa e non a caso ci
stiamo muovendo ovviamente in tal senso; e al Ministero che nominerà un commissario,
se questa sarà ovviamente la strada, il commissario avrà evidentemente un’indicazione
rispetto... di questo genere. Però immaginare, come ho sentito da qualcuno, che la
soluzione del problema sia, come dire, una soluzione “tampone”, fatta per rimandare a
un anno, e mi riferisco in particolare ad alcuni interventi della mia Maggioranza,
francamente lo posso capire magari dalle Minoranze, che hanno un ruolo di un certo
tipo, non riesco tanto a capirlo da una Maggioranza, che ha una responsabilità di
governo, onestamente, che va al di là di quello che invece può decidere di fare
legittimamente la Minoranza e l’Opposizione.
Detto ciò, vorrei anche spiegare qual è il percorso, perché ho sentito, anche non oggi in
Aula, ma, come dire, ovviamente leggo il dibattito pubblico che c’è, il
commissariamento, come detto, è frutto automatico di un disavanzo di bilancio che deve
incidere in maniera significativa rispetto al patrimonio.

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Cosa sta succedendo? Perché, ad esempio, non ho ancora incontrato personalmente il
sindacato o non ho ancora dato comunicazioni successive rispetto all’ultima volta?
Perché, per quanto sia stimato ad oggi un disavanzo, che confermo, di gestione di
2.400.000-2.500.00 circa, c’è una Società di Revisione, peraltro nuova, c’è un Collegio
dei Revisori nuovi, che stanno verificando, come è corretto che sia, e vagliando come
dire le varie partite di bilancio, che non sono solo legate alla gestione, come dire,
diretta, ma che riguardano una serie di partite, pensiamo ai cespiti, eccetera, e quindi,
quando sarà finito questo lavoro, sarà mia premura, come mi sono impegnata, credo,
con tutto il Consiglio, non solo la Maggioranza, ma anche le Minoranze, di dare in
maniera molto trasparente, come è corretto che sia e come mi è stato chiesto anche da
molti Consiglieri, come dire, il numero su cui ci sarà e verrà certificato sostanzialmente
il disavanzo e anche i documenti di bilancio allegati. Oggi quei documenti non ci sono
ancora, non perché qualcuno qui voglia discutere nascondendo un dato, ma non ci sono
perché, ripeto, il documento non è ancora chiuso. Quindi io non posso che confermare
nuovamente quello che ho detto settimane fa e cioè: 1) che il commissariamento è frutto
del disavanzo, 2) quando avremo i numeri corretti...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Vado a chiudere, Presidente. Quando avremo i numeri corretti, verranno comunicati con
grande trasparenza sia al sindacato, che l’ha richiesto, sia ai Consiglieri del Consiglio
Comunale; verrà convocata a quel punto l’Assemblea dei soci - cosa che non è ancora
stata fatta perché non c’è ancora il documento - e il Consiglio di Indirizzo e al quel
punto verrà avviata, come dire, di conseguenza la procedura. In tutto ciò nessuno si
sottrarrà al confronto, però i numeri parlano chiaro, cioè i numeri parlano chiaro, i
numeri sono quelli che vi ribadisco qui, che non sono solo l’effetto solo di un disavanzo
di gestione di un anno, ma sono l’effetto di un Ente che strutturalmente è in crisi ormai
da 10 anni e che ha bisogno di un approccio diverso, certamente traumatico, mi rendo
conto, per mettere delle fondamenta che siano solide per il rilancio del Teatro e per la
tutela dei lavoratori e delle lavoratrici. Grazie, Presidente e mi scusi se sono stata un po’
lunga.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Ci sono altri interventi da parte dei Consiglieri? Se non ci sono interventi,
allora possiamo procedere con quelle che sono le votazioni in merito ai tre atti che
abbiamo appena discusso congiuntamente.
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