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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 22 Giugno 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 23

Comunicazioni della Sindaca su "Celebrazioni ed eventi previsti per San Giovanni".
Interventi
PIRONTI Marco (Assessore)
Buongiorno Presidente, mi sente?

PIRONTI Marco (Assessore)
Adesso?

PIRONTI Marco (Assessore)
Sì, buongiorno a tutti e buongiorno Presidente. Parto da una riflessione: quando mi sono
insediato quasi un anno fa, delle cinque domande che erano state poste, previste nella
prima conferenza stampa, due di queste furono proprio su San Giovanni e lì toccai con
mano quanto questo evento fosse importante per la nostra Città e soprattutto legato
anche alla declinazione un po’ particolare che questa Amministrazione aveva dato negli
anni, e quindi era un obiettivo primario quello di sviluppare anche quest’anno un evento
che potesse essere simbolico e significativo sotto vari aspetti. Ovviamente, il lavoro
cominciò già in epoche non sospette, dopodiché a marzo sappiamo bene tutti cosa
purtroppo è successo; il mese di aprile quindi abbiamo cercato di immaginare cosa si
potesse fare, ed eravamo davanti a un bivio sostanzialmente, quello di aspettare che la
tempesta passasse o immaginare alla luce di un nuovo scenario una nuova soluzione,
una nuova proposizione, ed è un po’ quello che abbiamo cercato di fare.

PIRONTI Marco (Assessore)
Mi sente meglio? Io più di così non...

PIRONTI Marco (Assessore)
Sì, provo anche ad alzare la voce, quindi eravamo davanti appunto, come dicevo, a
questo bivio, quello di... sperare che tutto passasse o che in qualche modo si potesse
proporre qualcosa di diverso, ma che non fosse in minus, cioè non fosse un
accontentarsi data la situazione emergenziale di un qualcosa aspettando tempi migliori.
Ne abbiamo discusso, abbiamo immaginato diversi scenari e l’idea che abbiamo
identificato e subito proposto è stata quella di, nel momento in cui la piazza diventava
fisicamente più stretta perché le limitazioni la rendono fisicamente più stretta, l’idea è
stata quella di allargare la piazza, allargarla in maniera virtuale; abbiamo quella sera
stessa, quando abbiamo messo a fuoco questa possibilità, contattato altre due città che
con Torino in quel momento stavano condividendo la stessa opportunità o problema, a
seconda di come la si potesse vedere, la festività dello stesso Santo Patrono. Abbiamo
sentito l’Amministrazione di Genova, abbiamo sentito l’Amministrazione di Firenze,
entrambe città che condividono con noi il San Giovanni come Santo Patrono, e abbiamo
trovato subito un forte interesse e una forte convergenza, e qui abbiamo anche
casualmente messo a fuoco un grande primo messaggio che abbiamo voluto dare
quest’anno con San Giovanni: se ci pensate bene, le tre città sono amministrate oggi dai
tre colori politici prevalenti nel nostro Paese, con loro abbiamo trovato subito
convergenza e su questo abbiamo cominciato a lavorare, un messaggio che i progetti
estremamente ambiziosi, perché in due mesi è stato progetto molto complesso, ma
progetti di reale impatto e progetti di valore debbano andare oltre quelli che sono gli
schieramenti o le idee politiche differenti, soprattutto in questa fase, una fase di
responsabilità in cui all’Amministrazione è richiesto di andare oltre per effettivamente
affrontare problemi rilevanti o necessità rilevanti dei propri territori. L’abbiamo
condiviso appunto con queste tre città e da allora è cominciato a procedere questo
effetto di convergenza, abbiamo creato dei tavoli di lavoro, dei gruppi di lavoro che
hanno portato un po’ all’evento che oggi vi stiamo raccontando e vi portiamo in
condivisione. Nasce appunto quest’idea di San Giovanni per tre, cioè tre città che
mettono insieme non solo i propri pezzi determinanti ma ne definiscono anche una
progettualità comune, l’idea infatti non era quella solo di mettere a fattor comune
l’enorme patrimonio culturale e artistico che queste tre città dispongono, ma soprattutto
quello di identificare progetti che nascessero con questa logica e fossero frutto di reale
convergenza di progettualità in essere fra le tre città. Ovviamente quest’idea è partita da
Torino, ha voluto dare un’impronta comunque innovativa e dove per noi innovativa non
è innovazione tecnologica, lo è, per alcuni aspetti lo è ancora, ma la nostra idea era
proprio di raccontare un paradigma diverso, innovativo sia per la fruizione di questa
nuova forma di spettacolo, ma soprattutto anche i meccanismi di offerta, perché fra le
varie industrie (incomprensibile) si parla oggi in estrema difficoltà, come più volte ne
abbiamo discusso, quella dell’intrattenimento, dell’arte, della cultura nelle sue più
ampie accezioni è quella che oggi ha non solo più sofferto, ma vede anche con più
difficoltà quelle che possono essere le prossime evoluzioni, è uno scenario che, che ci
piaccia o meno, che necessariamente dovrà essere diverso, e quindi richiede armi
diverse (incomprensibile) che sarà un nuovo scenario. Tutto questo, questo nuovo
progetto “San Giovanni x 3” visto che l’idea è nata a Torino, ha visto un grande
riconoscimento del lavoro di questa Amministrazione localizzando all’interno della
Mole il fulcro di tutto quest’evento, quindi la Mole, il nostro simbolo per eccellenza
sarà la casa anche fisica di questo evento. Ovviamente il tutto andava organizzato e
pensato per evitare qualsiasi rischio di assembramento, qualsiasi criticità che un
qualsiasi evento pubblico potesse generare, e quindi tutto quello che abbiamo costruito
all’interno della Mole, ma come vi racconterò più avanti anche all’esterno della stessa, è
stata costruita e ci siamo preparati anche per gestire nella maniera più sicura,
ovviamente quanto ad oggi si può immaginare, perché non volevamo solo rinchiudere
l’evento anche su un canale mediatico che poi vi racconterò molto ampio, ma volevamo
anche far toccare con mano ai nostri cittadini comunque un momento di festa, e questo
l’abbiamo declinato con il coinvolgimento di tanti soggetti del territorio che più avanti
andrò a (incomprensibile). Due mesi di lavoro impegnativo, di convergenza, di
costruzione di contenuti, ogni contenuto di questo programma che abbiamo immaginato
ha una sua ragione d’essere, ha un motivo e un messaggio che abbiamo, assieme alle
altre città, voluto raccontare. Lo abbiamo costruito, lo abbiamo costruito con
l’ambizione che potesse avere una rilevanza nazionale che, pur quando siamo partiti,
non avevamo nessuna certezza, quindi da questo punto di vista non solo Torino ma
anche le altre città hanno, come si dice, buttato il cuore oltre l’ostacolo immaginando
uno scenario assolutamente non prevedibile, quindi che quest’evento per come lo
stessimo costruendo potesse avere una rilevanza che andasse non solo oltre i confini
delle nostre singole città, ma addirittura oltre i confini del territorio locale e quindi che
avesse un impatto nazionale. L’abbiamo raccontato, abbiamo contattato diversi soggetti
e abbiamo ottenuto l’apprezzamento del canale principale che è il mondo RAI del
nostro territorio, abbiamo raccontato quest’evento che è stato apprezzato e portato alla
possibilità di essere trasmesso in diretta nazionale non solo alle nostre città ma a tutti
coloro che attraverso questo evento conosceranno un aspetto particolare di Torino
(incomprensibile) è partita da noi, ma soprattutto anche delle altre città, quindi non solo
proprio il paradigma che portasse a festeggiare San Giovanni di Torino anche ai
cittadini di Firenze e quelli di Genova, ma che addirittura fosse una proposizione, una
vetrina per chi probabilmente scoprirà che il Santo Patrono di queste tre città è lo stesso
e questo ha avuto un momento di convergenza. Quindi la RAI ha accettato in prima
battuta una media partner, quindi ci ha riconosciuto quest’evidenza, li abbiamo poi
convinti a darci una rilevanza ben più ambiziosa che è quella su cui contavamo
inizialmente, e questo evento sarà trasmesso in diretta nazionale sul canale RAI,
Digitale Terrestre in chiaro e il canale RAI Premium, il canale 25, avrà uno streaming
su RAI Play e poi una piattaforma che abbiamo costruito, www.sangiovannix3.it, che
raccoglierà non solo l’evento clou che è la notte di San Giovanni, questo evento
televisivo, ma anche una serie di contenuti che verranno messi a fattor comune con
l’idea di creare una piattaforma che non solo raccontasse le tre città a San Giovanni, ma
con l’enorme sforzo fatto da tutti che avesse una cosiddetta “coda lunga”, cioè un
oggetto che contenesse tutti questi contenuti anche molto specifici (incomprensibile)
che possa essere una vetrina per eventualmente raccontare una Torino diversa, magari
intercettare nuovi target, nuovi obiettivi di turismo, stiamo parlando di turismo di
prossimità, magari far scoprire angoli particolari della nostra Città che possano
giustificare il ritorno anche in periodi successivi di visite nella nostra Città. Ma non
volevamo che fosse tutto rinchiuso nella Mole, come vi dicevo prima, e virtuale, ma
volevamo che ci fosse anche qualcosa di più, qualcosa che toccasse il nostro territorio e
potesse essere fruito fisicamente nella nostra Città, e ci saranno due momenti molto
significativi come li abbiamo immaginati e (incomprensibile) per la prima volta un
videomapping, una videoproiezione sulla Mole, in parte l’abbiamo già vista, in parte
siamo abituati a vedere la nostra Mole come oggetto su cui raccontare e lanciare qualche
messaggio, ma per la prima volta perché questo sarà un San Giovanni delle prime volte,
come vi racconterò anche più avanti, però per la prima volta un videomapping su tutti e
quattro i lati, quindi non solo su una facciata ma sulle quattro facciate perché volevamo
che quest’evento guardasse tutti gli angoli della nostra Città e non solo una parte della
stessa. Un videomapping che abbiamo caratterizzato per riprendere e rivalutare un
percorso purtroppo interrottosi sul (incomprensibile), abbiamo creato questo
videomapping costruito ad hoc, dinamico, quindi non sono delle immagini ma sono dei
filmati costruiti con la collaborazione del Museo del Cinema che caratterizzeranno la
nostra Mole, ma non solo il 24, sarà un regalo alla nostra Città per tutto il mese di
luglio, quindi andremo avanti anche per il mese di luglio affinché questo, da un lato non
creasse assembramento quel giorno, con l’ansia di vedere quest’evento il giorno di San
Giovanni, ma un qualcosa che la nostra cittadinanza e, si spera, anche turisti nuovi
scopriranno con quest’occasione un aspetto diverso di Torino, potranno godere di
questo spettacolo per tutte le sere da San Giovanni in avanti fino a (incomprensibile),
giorno del compleanno del Museo del Cinema e i famosi festeggiamenti del ventesimo
anniversario del nostro museo che ha caratterizzato la nostra Città negli ultimi anni e
che ha identificato una nicchia particolare, un messaggio particolare che la nostra Città
ha costruito negli anni. Ma volevamo anche dare un altro messaggio di unione
(incomprensibile) della Città, unendo il nord, il centro e il sud del nostro territorio.
Abbiamo identificato tre punti importanti, anche storicamente importanti per la nostra
Città, la Basilica di Superga, il Monte dei Cappuccini e il tetto del Lingotto e volevamo
che questi tre punti fossero uniti da un fil rouge, un qualcosa che potesse essere fruito
dalla nostra cittadinanza. Abbiamo ingaggiato un operatore (incomprensibile) forse dirà
qualcosa, se tornate con la mente al 2003, cioè a due anni dalle Torri Gemelle, dall’11
settembre 2001, lì furono ricostruiti in ricordo di queste torri che furono abbattute in
quell’evento drammatico queste due silhouettes con questi grandi fari che hanno sparato
nel cielo questi fasci luminosi, quell’azienda è un’azienda italiana, un’azienda che nasce
in Piemonte, i nostri fondatori sono (incomprensibile) che abbiamo contattato e
abbiamo voluto che caratterizzassero questo momento non solo come celebrazione di un
evento drammatico, ma soprattutto che fosse un momento di passaggio verso un nuovo
scenario che stiamo cercando di (incomprensibile), ma volevamo che quella logica del
San Giovanni delle prime volte, volevamo che Torino fosse la prima Città.
Quest’azienda l’abbiamo intercettata perché loro stanno lavorando su un progetto
altrettanto ambizioso nell’isola di Hart, a molti di voi probabilmente qualche immagine
l’avete vista, l’isola di Hart è questo isolotto vicino al Bronx, parliamo di New York,
che storicamente veniva usato per seppellire gli homeless, i senza dimora, nell’epoca del
Covid - sapete bene come il Covid ha toccato in maniera profonda l’isola di New York -
è stata riutilizzata tra virgolette per seppellire i numerosi morti Covid; stanno
organizzando su quell’isola un evento diciamo luminoso per ricordare questo momento
drammatico di quella città, verrà fatta nei prossimi mesi, noi volevamo che ci fosse
questo momento di rilancio, ricostruzione e di ricordo a Torino come prima Città, lo
sarà il 24, ci sarà questo spettacolo luminoso con diversi momenti che toccherà questi
tre punti simbolici della nostra città e in qualche modo interagiranno con il restante
territorio. Voglio subito chiarire che sarà uno spettacolo la cui potenza, potete
immaginare la potenza di questa tecnologia, sarà fruibile non solo da punti diversi della
nostra Città anche molto lontani, ma soprattutto la vicinanza a questi punti rende meno
efficace la fruizione di questo evento, quindi non ci sarà un motivo razionale per il quale
i nostri cittadini dovranno avvicinarsi a queste ricostruzioni, anzi la visione di insieme
sarà tanto più efficace quanto più lontano sarò da questi tre punti, tre punti panoramici,
tre punti che potranno essere goduti anche da diversi punti della nostra Città, ma
soprattutto da molto lontano, che era un po’ quell’obiettivo legato all’esigenza
ovviamente di non creare occasioni di assembramento. Ma volevamo anche che fosse
partecipato questo momento, paradossalmente se ci pensate, a differenza di tutti gli altri
San Giovanni, quest’anno essere fisicamente in un luogo non dà più valore di fruizione
rispetto agli altri, quindi volevamo che fosse diffusa dalle balere della periferia, ai
negozi della periferia, fino ai dehors del centro. Abbiamo fatto tutta un’azione di
sensibilizzazione con le associazioni di categoria - ASCOM, Confesercenti - abbiamo
raccontato questo progetto che hanno accettato, hanno accettato con piacere, e hanno
sostanzialmente condiviso l’idea di una notte bianca, negozi aperti, ma non negozi nel
centro di Torino, negozi aperti in tutta la Città per chi ovviamente vorrà aderire
all’iniziativa, avrà la forza e la voglia di partecipare a quest’evento per ridare vita a tutti
gli angoli della nostra Città, perché la percezione e la fruizione di quest’evento sarà
indipendente dal luogo fisico dove la si potrà avere. Ma abbiamo coinvolto anche i
nostri musei cittadini, da quelli più conosciuti a quelli meno conosciuti, che saranno
aperti fino alle 20.00, vogliamo che questo sia un ulteriore momento di condivisione e
di ritorno alla partecipazione attiva di questa industria culturale che, vi ripeto, è tra
quelle più colpite non solo fino ad oggi ma anche in prospettiva quella più difficile da
immaginare, modalità nuove di (incomprensibile).
Ovviamente, l’anno del Cinema era l’occasione per identificare e caratterizzare alcuni
eventi, ma addirittura per convincere le altre città a convergere su questo tema, un
esempio su (incomprensibile) tra i vari eventi che saranno oggetto di questa
trasmissione televisiva sarà una ricostruzione del Carlo Felice di Genova, l’orchestra del
Carlo Felice, e loro riprodurranno delle musiche legate ad Amarcord, quindi al tema
cinema, proprio in quest’idea di progetto condiviso tra le città, quindi le città che
condividono contenuti ed esperienze in un’idea di progetto comune. Ovviamente
abbiamo voluto valorizzare le nostre specificità locali, e le abbiamo volute coinvolgere,
e ringrazio qui, colgo l’occasione per ringraziare tutti i soggetti che con noi hanno
voluto costruire questo evento, faccio alcuni esempi: un vetrina importante sarà per il
Teatro Regio, ringrazio ancora il direttore Schwarz, il responsabile artistico Cascio
perché quando abbiamo raccontato questa esperienza, l’hanno apprezzata, condivisa e
hanno deciso con noi di partecipare, non voglio ovviamente anticipare una sorpresa che
invito a vedere durante la notte del 24, ma ci sarà una riproduzione artistica... (voci
sovrapposte).

PIRONTI Marco (Assessore)
Sì. Ci sarà una riproduzione artistica e musicale molto atipica, 50 elementi che
scoprirete poi dove suoneranno, con delle riprese altrettanto particolari, sarà anche
questa la prima volta per il Teatro Regio; ma ci sarà il nostro Museo Egizio, una
passeggiata del nostro direttore che racconterà un aspetto particolare dell’evento di San
Giovanni, ma ovviamente - e poi magari sono disponibile ad ulteriori approfondimenti -
ci saranno i droni, ci saranno i droni in stream che non abbiamo voluto abbandonare,
una nuova partita che quest’Amministrazione ha voluto identificare Torino e rilanciare
un messaggio di Torino particolare, ovviamente non potevamo farli volare come al
solito sulle teste dei nostri cittadini, ma non volevamo che fosse un minus, non
volevamo abbassare l’asticella, anzi l’abbiamo alzata, quest’anno i droni voleranno
indoor, voleranno all’interno della nostra Mole e se tutto andrà bene verranno ricordati
come il record mondiale dei droni indoor. La precedente esperienza era legata ad un
evento fatto a Londra che aveva visto il volo in contemporanea di 160 droni, quest’anno
cercheremo di farne volare 200 con un ulteriore messaggio: non uno spettacolo
tecnologico fine a se stesso ma uno spettacolo che riportasse l’uomo al centro dello
scenario tecnologico, lo spettacolo dei droni non sarà solo uno spettacolo tecnologico
ma ci sarà questo balletto virtuale tra i droni e corpo di danza di Torino Danza, insieme
racconteranno un aspetto particolare della nostra Città. Per il momento mi taccio e sono
disponibile ad eventuali approfondimenti.

PIRONTI Marco (Assessore)
Mi sente, Presidente?

PIRONTI Marco (Assessore)
Sì, volevo, se la Consigliera Scanderebech me lo consente, invertire le risposte partendo
da Napoli, con il quale sono molto arrabbiato perché ci ha bruciato un’idea su cui
avevamo lavo... cercato di lavorare, per tempi non ci siamo riusciti ma sicuramente in
calendario (incomprensibile) è stato proprio un mapping di chi avesse lo stesso minimo
comune multiplo, cioè San Giovanni, tra le varie città c’è Porto, la città portoghese con
la quale abbiamo un ottimo rapporto, siamo in molti progetti insieme, che abbiamo
contattato, non ci siamo riusciti nostro malgrado ma sicuramente è uno spunto su cui
avevamo lavorato e siamo contenti che anche per Torino l’idea di questo progetto possa
in qualche modo superare (incomprensibile) schieramenti politici con l’obiettivo che lei
ha correttamente identificato, è stato il primo messaggio a cui abbiamo voluto lavorare,
quello dell’unitarietà che è l’unico elemento dal quale non possiamo prescindere in
questo momento, e quindi da un lato lo ringrazio, dall’altra parte (incomprensibile) per
aver fatto sapere in giro quali fossero le nostre reali intenzioni, magari anche future.
Sono d’accordo con il Consigliere Napoli perché è proprio questa la parte di coraggio
che abbiamo voluto assumere, sicuramente quando ci sono questi tipi di situazioni si ha
due scelte: o contenere i costi, o assumersi una responsabilità e un coraggio
dell’investimento. Purtroppo, ed è qui il coinvolgimento con le associazioni di categorie
con tutti i soggetti del territorio, volevamo non solo avere logiche di supporto in attesa
di uscire da quest’emergenza, ma di un rilancio che potesse in qualche modo
rappresentare un motivo di attrazione diversa, di conoscenza diversa del nostro
territorio. E quindi è stata proprio questa Consigliere Napoli, la nostra idea che, mi
permetta, coraggiosa in questo momento perché sicuramente è più semplice contenere i
costi ma vuol dire limitare l’effetto del lungo periodo di un’azione della Pubblica
Amministrazione. Torno invece alle sollecitazioni della Consigliera Scanderebech, parto
dalla cosa che mi preme chiarire: in realtà, e non è un meccanismo nuovo, è quello che
ha caratterizzato tutti questi eventi, e lo spiego anche ai cittadini che hanno oggi la
voglia e la pazienza di ascoltarci, il meccanismo di ingaggio dei (incomprensibile), le
aziende che decidono di offrire qualcosa alla Città, è perfettamente il contrario, cioè non
siamo noi che scegliamo e magari diamo anche mandato e magari diamo anche dei soldi
a dei soggetti terzi, ma, aperto questo bando, questa manifestazione di interesse, sono le
singole aziende che, sposando la nostra idea, decidono (incomprensibile) dire qualcosa,
dopodiché noi scegliamo le cose più opportune, più in linea con quella che è la nostra
macroidea dell’evento. Il coinvolgimento dei francesi, non siamo noi ovviamente andati
in Francia a sceglierli, ma è stata un’ulteriore prova di reazione e di reattività di una
Pubblica Amministrazione; in realtà l’idea già ante Covid e anche poi successivamente
era quella di continuare con partner storici, in questo caso parlando di droni parliamo di
Intel, quindi di multinazionale americana che negli anni precedenti aveva in qualche
modo condiviso quest’idea di progetto innovativo. Abbiamo cominciato con loro ma ad
un certo punto ci hanno comunicato che, a causa del Covid, non potevano assicurarci
fino all’ultimo il (incomprensibile) sia della tecnologia che delle persone, quindi
abbiamo dovuto rivedere, in accordo anche con i nostri partner, chi in qualche modo
potesse non farci perdere quello stream, quella logica di sviluppo e di connotazione
tecnologica che avevamo cominciato negli anni precedenti. Non abbiamo coinvolto
un’azienda francese, abbiamo coinvolto una startup francese leader mondiale che ha... e
vi invito ad andare anche sul loro sito per curiosità, ha organizzato spettacoli in giro per
il mondo con Amministrazioni tipo Dubai o El Faris, quindi eventi molto più complessi
e molto più di impatto. Quando ci hanno offerto questi, abbiamo chiesto un’unica cosa:
che quello che avrebbero fatto a Torino l’avrebbero fatto per la prima volta e che
avrebbe lasciato il segno, ma non di per sé, non per la tecnologia di per sé, perché il
vero messaggio che anche con questo evento volevamo confermare e confortare era
quello che a Torino anche le cose impossibili si riescono a fare, ma soprattutto si
riescono a fare in periodi estremamente complicati quali quello che stiamo vivendo.
Quello che vi dicevo, l’asticella che non va abbassata, in questo momento è una cosa
che non possiamo permetterci, dobbiamo in primis noi raccontare alle persone del
nostro territorio e alle aziende del nostro territorio che non bisogna, come diceva
Gandhi, aspettare che la tempesta finisca, ma bisogna imparare a ballare sotto la
pioggia. Presidente, mi lasci solo qualche minuto (incomprensibile).

PIRONTI Marco (Assessore)
Ha ragione. Sul discorso spese: già era tra le precondizioni, non potevamo..., sebbene il
progetto è molto più complesso, molto più ampio e di maggiore impatto rispetto agli
anni precedenti, non potevamo dare il messaggio di spendere anche solo quello che
abbiamo speso negli anni precedenti, ricordo intorno ai 140.000,00 euro la spesa a
carico del Comune; avevamo fatto una delibera in cui il mandato era al massimo
50.000,00 euro; oggi stiamo ancora condividendo gli ultimi costi con le altre
Amministrazioni, dovremmo essere intorno ai 40, ed era questo l’altro messaggio che
volevamo dare. L’invito ai fuochi, attenzione che qualsiasi evento che si fa in piazza
poteva o creare un rischio di assembramento o, a maggior ragione, creare un rischio di
selezione; fare un evento per pochi, come il farò in piazza Castello o anche i fuochi per
pochi eletti, perché avremmo dovuto limitarne l’accesso, avrebbe comportato due effetti
che abbiamo con coraggio voluto evitare: il primo, di fare una selezione, voleva essere
uno spettacolo con la più ampia percezione, non con una limitazione (incomprensibile);
la seconda è che questo avrebbe comportato, per la messa in sicurezza delle nostre
piazze, un costo che la nostra Amministrazione non poteva permettersi in questo
periodo. Grazie e mi scuso, Presidente.

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