Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Procediamo adesso al punto 13, devo soltanto capire se il Consigliere Carretta intende discutere la mozione. CARRETTA Domenico Certo. SICARI Francesco (Presidente) Perfetto, allora procediamo con i punti 13 e 14 che vengono discussi congiuntamente. Parlo della proposta di mozione, meccanografico 201902805/002, presentata dal Consigliere Carretta, che ha come oggetto: “Condizioni di irreperibilità e costi” e la proposta di ordine del giorno, meccanografico 202001218/002, presentata dalla Consigliera Imbesi e sottoscritta da altri Consiglieri, che ha come oggetto: “Modifica dell’articolo 11 della Legge Anagrafica (Legge n. 1228/1954)” SICARI Francesco (Presidente) Lascio ora la parola al Consigliere Carretta per l’illustrazione. CARRETTA Domenico Grazie, Presidente. beh, che dire. Sono arrabbiato, sono amareggiato, sono deluso, è un anno che aspetto di discutere quest’atto in Consiglio, ma soprattutto, al di là poi delle urgenze che ne hanno caratterizzato l’agenda, è un anno che aspetto di ricevere dall’Assessore al Bilancio una nota che, mi è arrivata certo dagli uffici, ma non è arrivata da parte sua, ci doveva essere una presa di posizione politica, circa delle disponibilità economiche da liberare, parliamo di piccole cifre, per quello che è la questione che è sollevata all’interno di questo atto. Vede, questo è per alcuni un piccolo momento di trascurabile vergogna che sta vivendo la Città di Torino in questo momento. Non è un atto che ha le velleità di un decreto che annulla la povertà, non ha nemmeno le pretese di atti più sicuramente fumosi di questo che pongono la Città dalla parte degli ultimi, proponendo tavoli e iniziative. È un atto che ha solo, diciamo, la voglia, la tenacia, di offrire un piccolissimo contributo per risolvere una situazione che io non conoscevo e che sono riuscito a conoscere grazie all’intervento di un mio amico, il Consigliere di Circoscrizione Augusto Montaruli che mi ha presentato una persone, quella sì che lavora tutti i giorni dalla parte degli ultimi e mi ha presentato, mi ha fatto aprire gli occhi sugli irreperibili. Ecco, io gli irreperibili pensavo fossero solo quelli che scappano da responsabilità magari di tipo fiscale, diventando invisibili, quindi, al fisco, per sfuggire da incombenze che pesano su di loro. In realtà ci sono degli irreperibili diversi, sono dei fantasmi. È gente che decide di diventare un fantasma per vergogna, perché sta vivendo un momento difficile ed anche un gesto come quello di avere un luogo diventa un’operazione titanica. E allora si nascondono, scappano, fuggono, diventano degli invisibili, come quegli invisibili che hanno per tanto tempo alloggiato sotto Palazzo di Città. E diventano invisibili e per ritornare ad una situazione di visibilità hanno bisogno di un pass d’accesso, che è dato dalla carta d’identità e la carta d’identità ha un costo minimo, circa 40 euro, adesso non mi ricordo, ma soprattutto nascondi dietro a quel gesto il gesto di presentarsi per fare una situazione di disagio e di fragilità che tante volte impedisce a queste persone di presentarsi e compiere questo semplice gesto per ritornare in un ciclo virtuoso di assistenza. Ecco, noi abbiamo chiesto sostanzialmente all’Assessore di reperire dei fondi, che se non sbaglio erano stati quantificati in una cifra esigua per quello che è un bilancio di Torino, parlo di un anno fa, era stata quantificata intorno ai 50.000 euro. Allora, dal silenzio dell’Assessore siamo passati ad un secondo piccolo momento di trascurabile vergogna, per come la vedo io, che è un atto che è arrivato ed è stato presentato in concomitanza al mio, dove sostanzialmente e non ne capisco veramente la ratio politica, si chiede di spostare quella che è la responsabilità del Comune verso il Governo, verso lo Stato e quindi di rivedere una tassa che è sicuramente una tassa statale e allora mi diranno, c’è un problema di erario, di danno erariale che potrebbe essere evidenziato. Beh, guardate, io lo trovo davvero una foglia di fico, a) perché ancora non so quella che è la posizione dell’Assessore al Bilancio, ma secondo, perché a questo punto ai firmatari, a chi voterà quell’atto, che in un certo senso cerca anche di rendere meno operativo l’atto che io ho presentato e che pazientemente, non io, ma gli invisibili aspettano da un anno, chiederei subito, un attimo dopo la votazione, di fare un esposto per danno erariale a tutti quei Comuni che questo provvedimento l’hanno adottato, hanno messo mano al portafoglio, come si direbbe, ma l’hanno fatto non per un atto di carità, ma per un atto umano, in una situazione in cui la coesione sociale diventa sempre più complicata, in cui l’esplosione di tensioni sociali rischiano davvero di affossare la nostra Città. Allora, ripeto, questo non è un atto che annulla per decreto povertà, non è un atto chissà che atto pomposo che si poteva presentare, è un atto semplice, umano, è un atto di coraggio che il Comune, questa Città deve dimostrare anche nei confronti degli invisibili, di gente che vede una situazione difficile e di gente che ha bisogno di un aiuto anche per venirne fuori, per inserirsi di nuovo in un circuito che riesca a restituire, almeno in parte, quella dignità che disavventure della vita hanno privato queste persone. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliere Carretta. Adesso lascerei la parola alla Consigliera Imbesi. IMBESI Serena Grazie, Presidente. Contrariamente al tono della voce che ho sentito dal Consigliere Carretta, io lo ringrazio per avere riportato un’altra volta quest’argomento all’ordine del giorno di questo Consiglio Comunale, perché, come avevo già avuto occasione di dire già durante la trattazione della mozione in Commissione, l’argomento lo abbiamo già attenzionato, l’ha attenzionato la Maggioranza e quest’Amministrazione già nei primi mesi del 2016. All’epoca era pervenuta una lettera, all’attenzione dell’allora Assessora Pisano ai Servizi Demografici, di un’associazione, Avvocato di Strada, nella quale veniva evidenziato un disservizio dell’Anagrafe centrale, disservizio che poi, appunto, non è stato riscontrato nella risposta ad una mia interpellanza in Aula. Era, appunto, stato segnalato un modus operandi, veniva detto che la richiesta di reinserimento negli elenchi anagrafici veniva posta come condizione il pagamento di questa sanzione di cui stiamo parlando e di cui anche ci parlava il Consigliere che è intervenuto prima di me. Appunto, noi abbiamo riscontrato che non è un modus operandi che i nostri uffici utilizzavano e questa sanzione, sanzione statale regolata dalla Legge di cui parla il mio ordine del giorno non veniva richiesto necessariamente il pagamento all’atto della reiscrizione a ruolo, ma appunto a ruolo, come qualsiasi sanzione viene pagata. Detto questo, nell’istruttoria della sanzione, ed è questa la cosa più importante da dire, è stato riscontrato, e l’abbiamo riscontrato nel tempo anche noi, che sono spesso le persone più fragili ad essere sanzionate, proprio perché vengono cancellate da questi elenchi e sono proprio le associazioni, il terzo settore che si fanno carico del pagamento della sanzione. All’epoca, quando nel 2016 abbiamo iniziato a parlare di quest’argomento, l’Assessora Pisano aveva anche incontrato alcune di queste associazioni con gli Avvocati di Strada che le aveva giustamente scritto e ci diceva che il caso di Torino non era quello poi annoverato e denunciato. Probabilmente magari si è all’epoca trattato di una questione, di una svista, ma comunque la nostra Città iscrive a ruolo le sanzioni. Però, come anche ha detto chi mi ha preceduto, molto spesso non sono solamente le persone più fragili ad essere cancellate, quindi a subire questa sanzione, ma anche chi decide di non farsi trovare, per svariati motivi, probabilmente anche di tipo fiscale. Ed è il motivo per cui io voterò contrariamente alla mozione del Consigliere Carretta, sono due: intanto perché la mozione va a cancellare, a chiedere l’azzeramento della sanzione per chiunque incorre in questa sanzione, quindi sia chi è fragile e quindi non ha la possibilità di pagarlo, ma anche chi furbescamente non vuole farsi più trovare e quindi viene in qualche modo tutelato dal non pagare qualsiasi tipo di sanzione o di debito di tipo fiscale, e quindi questo è il motivo per cui nell’ordine del giorno che ho presentato, e ringrazio chi ha voluto sottoscriverlo, dico, appunto, di porre particolare attenzione a quelle che sono le fasce più deboli e quindi di non fare di tutta l’erba un fascio, ma di andare politicamente a dire quali sono - da Amministratori pubblici, che hanno questa sanzione e che la governano su delega e quindi non direttamente - a dire quali sono le fasce più deboli che hanno necessità di essere in qualche modo sgravate da questa sanzione. E poi, appunto, come stavo dicendo, perché non si tratta di una tassa comunale; noi ottemperiamo ad una legge, e quindi non è la responsabilità del Comune, è un servizio in delega. Io già nel primo anno in cui abbiamo fatto il primo bilancio dell’Amministrazione Appendino, mi sono informata per sapere se questa tassa fosse comunale oppure no e quanto cubasse, quello che mi fu risposto, non abbiamo avuto risposta durante la Commissione che citava il Consigliere Carretta, perché non erano presenti gli uffici dell’Assessore Rolando, ma quello che mi fu risposto è appunto che era un servizio in delega, com’è un servizio in delega quello del rifacimento del costo della carta d’identità, per la quale il Comune trattiene per sé solo una minima parte. A me dispiace, io ho cercato addirittura di anticipare il documento che ho fatto, l’ordine del giorno che ho fatto al Consigliere Carretta, proprio perché, vista l’importanza del documento, io speravo che si trovasse una convergenza su questo tema, proprio perché credo che stia a cuore a lui, quanto stia a cuore a me e a questa Maggioranza, quindi ho cercato di trovare la più ampia convergenza possibile, cercando di anticiparglielo molto prima di quando l’ho protocollata, proprio con la speranza anche di trovare dei punti in comune magari in seguito alla discussione che poi ha visto liberarlo per l’Aula e chiedere che venisse discusso in Aula, però purtroppo non ci sono riuscita, alle volte posso capire che capiti. Non abbiamo neanche avuto l’occasione di un secondo momento in Commissione per sentire gli uffici dell’Assessore Rolando, quindi penso che l’atto, io abbia provato in qualche modo a trovare una mediazione con altri Gruppi Consiliari, l’ho portato avanti proprio perché, a seguito di tutte le interlocuzioni che sono state fatte, di tutte le istruttorie che sono state fatte, che non hanno riguardato solo un tempo di questi mesi, da quando ha presentato l’atto il Consigliere Carretta, ma che sono in atto dal 2016, essendo una sanzione, diciamo, abbastanza datata, i tempi sono cambiati, le esigenze sono cambiate e sono cambiate e stanno cambiando in questo momento storico. Io cito, per esempio la necessità di avere la residenza nel Comune in maniera continuativa proprio per accedere al bando ATC, per accedere al reddito di cittadinanza e tutte le misure che sono già urgenti e probabilmente saranno ancora più urgenti nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliera Imbesi. Do adesso la parola al Consigliere Carretta. Prego. CARRETTA Domenico Grazie, Presidente. Certo che il tempo è passato. È passato un anno e forse quello che non ha sottolineato bene la Consigliera Imbesi è il fatto che in questo anno l’Assessore non abbia dato risposte o comunque non abbia dato indicazioni politiche. Poi a me dispiace che la Consigliera abbia colto nel mio tono di voce un senso di fastidio, no, non è fastidio, è rabbia. Avessi saputo anche dei termini dell’intervento successivo forse sarebbe stato un tono ancora peggiore, sgradevole. Mi dispiace, mi dispiace, Consigliera, che sia sgradevole per lei. A me dispiace soprattutto, e comunque per il verbale dico è vero, la Consigliera ha cercato di sottoporre quell’atto alla mia attenzione, e non essere riuscita a trovare una quadra con me, è chiaro, una quadra non la deve trovare con me, la quadra la deve trovare con quelli che aspettano questo piccolo atto e che per un’operazione come quella che lei giustamente sta portando avanti, dovranno rimandare ogni velleità di ricevere un piccolo contributo. Poi le posso dire, lo dico in chiusura, dopodiché ognuno si assume la responsabilità di quello che fa, è anche ingeneroso dire, intanto io non ho le conoscenze di altri e quindi me ne sono occupato per un brevissimo periodo, un anno, ho detto a verbale che io non conoscevo nemmeno questa situazione, però chi se ne occupa dal 2016, senza trovare una soluzione, forse dovrebbe anche farsi un esame di coscienza. E poi le chiedo davvero una cortesia, non dica che si fa di tutta l’erba un fascio, perché io la inviterei a venire con me da quelle suore che mi hanno sottoposto il problema, stare lì tutta la giornata e vedere se lì passano evasori fiscali, se passa gente che vuole fuggire da incombenze. Venga lì, davvero. Io ci sono stato, è stato davvero difficile immergersi in una realtà che non si conosce ed è stato anche complicato portare avanti un’argomentazione per cercare di dare un piccolo sollievo a quest’aspetto, a questa particolare faccia dell’umanità che comunque c’è, c’è a Torino. Ecco, io preferirei non voltarmi dall’altra parte, io preferirei evitare di parlare di tutta l’erba un fascio, io eviterei di parlare di abolire la povertà per decreto, salvo poi tirarsi indietro davanti ad interventi così piccoli che avrebbero lanciato un sassolino nello stagno in una città che sta soffrendo e che continuerà a soffrire. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Adesso ho la Capogruppo Artesio. Prego, ne ha facoltà per cinque minuti. ARTESIO Eleonora Grazie. La curiosa coincidenza del nostro ordine del giorno ci porta a discutere la proposta del collega del Partito Democratico in sequenza rispetto ad un dibattito in cui tutto il Consiglio Comunale è stato richiamato alla serietà ed alla consapevolezza intorno ai temi della povertà e quindi io torno su questi temi e torno con l’approccio che mi è proprio. Se ogni qual volta si individuano sistemi di protezione ed interventi di favore in nome del fatto che l’eguaglianza tra diseguali non è eguaglianza, e quindi per portare le persone più deboli a condizioni di accessibilità occorre individuare misure loro mirate e loro rivolte, se ogni volta che si fanno questi discorsi ci si preoccupa che questi interventi, che sono di tutela e di protezione possono essere artatamente utilizzati da soggetti non bisognosi a fini anche non nobili, allora la conseguenza che ne deriva, dal mio punto di vista, è la seguente: preferisco che si corra il rischio di favorire qualche furbetto, ma aiutare tutti i bisognosi, che piuttosto di proteggersi dai furbetti, si abbandonino i bisognosi. Questo è il mio approccio. Vale adesso sull’atto del collega, valeva quando ragionavamo della modalità da architettura bizantina con la quale le circolari del Comune andavano ad individuare la più minuta fattispecie delle condizioni economiche nei soggetti prima di erogare il sussidio di assistenza economica, in allora, evidentemente, non preoccupandosi di quella tempestività di cui giustamente, giustamente, sacrosantamente, ci stiamo preoccupando in questo tema di emergenza sanitaria. Quindi io sono molto favorevole all’intervento del collega. In merito al fatto che si debba intervenire e non si siano ancora confrontati tutti i modi per intervenire, tutti gli spazi di autonomia del Comune sulla materia nel tempo intercorso dal deposito della mozione ad oggi, voglio solo dire al collega di non scoraggiarsi, nel senso che ci sono stati, in questa nostra comune esperienza amministrativa, moltissime situazioni nelle quali, avendo proposto un’iniziativa all’Amministrazione, ci si è sentiti rispondere che ci sarebbe voluta una riforma legislativa, che demandare ad altri è sempre meglio che provare a ragionare in proprio. Posso solo ricordare la mia proposta di istituzione del difensore civico, che è diventata, da un’ipotesi di convenzione con la Città Metropolitana che avrebbe potuto istituirla, addirittura un’idea di riforma legislativa, e sarebbe costato fin meno di tutte le questioni che abbiamo discusso a proposito di GTT ad inizio di apertura. Quindi, non si faccia prendere dallo scoramento, collega, ci sono già passata prima, ce ne passeranno altri. Comunque, mi pare molto opportuno il documento da lei sottoposto, che avrà il mio voto favorevole. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Prego, Capogruppo Petrarulo, ha cinque minuti. PETRARULO Raffaele Grazie. Bisogna un po’ scindere le due cose, ci mancherebbe che non si va ad aiutare chi è veramente povero o chi ha avuto delle incombenze o delle disgrazie, perché, vedete, bisogna anche un po’, non me ne voglia la collega Artesio, io non è che per aiutare qualcuno debbo andare poi a danneggiare gli altri che hanno bisogno poi di fare delle notifiche per poter far valere i propri diritti, perché di questo si parla. La cancellazione del (incomprensibile) anagrafica avviene per dei controlli, che debbono essere fatti in maniera repentina. Non faccio nomi e non faccio citazioni. Voi pensate che c’era una badante, questo lo so perché ho avuto notizia e ho fatto degli approfondimenti che, morta la mamma di questa persona che fa di professione il medico, aveva chiesto più volte di poterla cancellare dagli elenchi dell’anagrafe. Questa risiede ancora lì dopo un anno, un anno e mezzo, 18 mesi e non ha quelle questioni che diceva qualcuno prima pocanzi di difficoltà economiche o altro, tutt’altro. Cioè, naturalmente le notifiche arrivano direttamente a quell’indirizzo, non parlo legalmente, ma sapete benissimo che la notifica di alcuni atti per essere perfezionata ai sensi del Codice Civile, ci sono due notifiche: uno è il 140, l’altro 140 (incomprensibile) in cui una riguarda l’irreperibilità, l’altra riguarda la compiuta giacenza quando c’è una gestione di residenza anagrafica. In questo caso risulta anagraficamente, risiede in quel luogo, ma di fatto, essendo morta la mamma 18 mesi fa, questa persona non dovrebbe più risiedere lì, ci dovrebbe essere una cancellazione d’ufficio. Perché dico questo, perché sono d’accordo nel non andare a punire coloro che sono quelli che sono, quelle persone che vivono in mezzo alla strada, quelle persone che non hanno fatto artatamente i furbi per non pagare le tasse, per non pagare dei debiti o fare altro, quelle vanno aiutate, quelle vanno incentivate, nel senso non devono pagare le sanzioni; ma delle due io non sono di quello che, per aiutare tutti, danneggio tutti. Io voglio aiutare quelli che sono in quelle condizioni, se no che ci stanno a fare i Servizi Sociali? Che si stanno a fare i servizi che debbono andare a verificare se queste persone sono in quella maniera? Che ci stanno a fare i vigili che devono fare i controlli e non dopo 18 mesi o con tanti passati i 16 mesi, e questo me l’hanno detto e poi ho fatto le opportune ricerche, risulta ancora risiedere anagraficamente in un luogo in cui non c’è da tanto tempo? Si cancelli. Perché questo. Perché mentre le persone che sono a posto, quelle che, poverine, risiedono, le vedi dormire sotto delle fermate del pullman, andate a vedere in corso (incomprensibile), naturalmente poi, di fronte all’aiuto che viene prospettato vogliono stare lì e non vogliono andare nei dormitori o altri posti, e quindi poi vengono cancellate, perché le notifiche partono a raffica e naturalmente i 143 (incomprensibile) irreperibilità. Per quello mi vede abbastanza, non Ponzio Pilato, in quello che dice non ha ragione uno o ha torto qualcuno, ma non mi vede così contento nel poter dare a tutti quella liceità di poter fare quello che si vuole, perché se no a questo punto veramente la liceità di questo non è un diritto, coì come però è un diritto per coloro che soffrono, per coloro che hanno dei debiti, per coloro che sono in mezzo alla strada, essere naturalmente tutelati da quello che è il Comune di Torino, da quello che è la Regione Piemonte, da quello che è il Governo nazionale, che tanto se ne parla dei buoni spesa. Ha fatto bene a dare i buoni spesa a chi era in difficoltà, ma è altrettanto giusto che chi prende in giro o fa delle dichiarazioni mendaci non può essere dato solamente il buffetto. La sanzione amministrativa non viene pagata da chi oggi è al di fuori della legge. Cioè, incominciamo a capire bene le cose, perché qui tutti quanti siamo tutti buoni per parlare. La sanzione amministrativa, molti reati penali vengono depenalizzati e passano in sanzione amministrativa. Mettiamo quelli che usano (incomprensibile) o il bene pubblico per cento volte, diventa poi insolvenza fraudolenza, vai a fare il reato penale, ma poi diventa amministrativo. Allora, a questo punto dobbiamo capirci bene cosa dobbiamo andare a (incomprensibile). Allora se naturalmente qui, siccome non sono di quelli che vado contro a quello che è l’aiuto in generale, mi vedrà astenuto, lo dico subito così non perdiamo tempo dopo, astenuto, che non è Ponzio Pilato, nei confronti sia della mozione di Carretta, che quella dell’Imbesi, per questi motivi, perché se fosse delimitato a coloro che, qualcuno ha detto pocanzi, quelle persone che hanno avuto difficoltà, ma sono reperibili per quello che riguarda il discorso, io sono d’accordo e sono concorde, ma siccome non sarà così, perché il mondo è fatto di molti furbi, non di pochi furbi, non è per tanti buoni ne passano pochi furbi, è tutt’altro, basta andare a vedere quanti sono quelli che grazie all’irreperibilità non ritirano più i documenti e poi è difficile andarli a stanare per quello che siano le liberazioni, perché la diversità è tra coloro che hanno bisogno e tra coloro che, invece, lo fanno artatamente. Allora, siccome non è facile andare a distinguere, li vedo, l’esperienza di tutti i giorni nel lavoro ti fa capire chi lo fa artatamente o no, ma siccome non siamo giudici, nessuno di noi può fare il giudice, almeno di questi qua che sono i 40 Consiglieri Comunali, nessuno è giudice di questi, noi dobbiamo attenerci ai fatti e i fatti spesso e volentieri. SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. PETRARULO Raffaele I fatti spesso e volentieri non sono quelli che sono la parvenza. Non è il vestito che fa il monaco spesso e volentieri, è la persona che diventa monaco, se lo è veramente. Per questi motivi mi asterrò sia sulla mozione di Carretta, sia sulla mozione dell’ordine del giorno di Imbesi, sull’ordine del giorno di Carretta e sull’ordine del giorno di Imbesi. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Sì, Consigliera Imbesi può intervenire nel merito della discussione. Prego. IMBESI Serena Grazie, Presidente. Io non voglio giudicare i sentimenti del proponente della mozione, non è mio compito farlo e non lo farò. Io ho solo parlato di tono. Io ho deciso di presentare, di concerto con la Maggioranza quell’ordine del giorno, proprio perché io voglio aiutare chi è in una determinata situazione, mi avete insegnato sempre tutti che le mozioni sono degli indirizzi politici che alla fine la Giunta o le opinioni della Giunta valgono ben poco, perché bisogna esprimerci politicamente con gli atti e questi sono atti politici. Quindi, io rimarco il fatto che per la mia opinione personale nel documento del Consigliere Carretta non si facesse distinzione tra chi ne ha assolutamente necessità, e noi questo lo sappiamo da anni, non perché ci ha chiamato qualcuno, ma perché abbiamo conosciuto la situazione, l’abbiamo analizzata e abbiamo cercato di trovare delle situazioni ed abbiamo cercato di andare a fondo di determinate situazioni. Quindi, politicamente io non voglio aiutare, eliminando una sanzione, chi magari sta cercando di agire in maniera furbesca, voglio aiutare le persone che sono in difficoltà, questo sì. Non ci siamo riusciti, io all’epoca ebbi un’interlocuzione con una Parlamentare, all’epoca il Governo era giallo-verde, adesso siamo alleati con il PD, e quindi sicuramente, visto che tocca entrambe le sensibilità quest’argomento, sicuramente con i nostri alleati riusciremo a portare avanti quest’argomento ed a cambiare la legge. Io sono assolutamente fiduciosa rispetto a questo. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliera Imbesi. Io al momento non ho altre richieste di intervento, quindi direi che possiamo procedere con la votazione dei due atti. |