Interventi |
NAPOLITANO Vincenzo Grazie, Presidente. dunque, io intervengo con un po’ di tristezza, con un po’ di imbarazzo. La tristezza è dovuta al fatto che quest’argomento è stato trattato più volte in Commissione, chiarito più volte, tra l’altro, da parte del nostro Assessore che si ritrova di nuovo oggi qui a ripetere dei dati precisi su come si sono svolte le cose, credo per la sesta, settima o forse addirittura l’ottava volta. Quindi, questo è l’imbarazzo. La tristezza un po’ perché questa discussione mi riporta, ci riporta a dei giorni piuttosto bui e tristi. Direi che i punti fondamentali di questa discussione diventano due: la lotta alla grande distribuzione, senza se e senza ma, e la povertà, la cosa di cui mi sembra che, poco si sia, o forse niente, si sia tenuto conto in quest’atto purtroppo. Perché, vede, Presidente, ovviamente, noi del Movimento 5 Stelle siamo tutti a favore del piccolo commercio, del commercio di prossimità; alla campagna elettorale ho partecipato anch’io e la sostengo tuttora. Ci sono dei periodi storici da tenere in considerazione e quello che stiamo vivendo è sicuramente particolare ed inedito, quindi va bene tutto, ma fare una guerra di religione adesso forse è sbagliato. Cioè, fare una crociata sulla grande distribuzione, benché tra l’altro i dati che ci sono stati più volte esposti dicono che quei soldi sono finiti comunque in gran parte nell’arco di pochissimi chilometri da chi ha ricevuto questi buoni. E poi c’è da dire che la questione del commercio di prossimità è da pensare in maniera totale. Qui stiamo parlando degli unici commercianti che hanno potuto lavorare in quella situazione. Molti non hanno potuto lavorare, hanno riaperto da pochissimo, molti non potranno neanche riaprire e quelli che hanno riaperto hanno dovuto riaprire con enormi limitazioni, che andranno avanti per un sacco di tempo. Quindi, diventa forse ancora più imbarazzante dire che chi è stato forse più fortunato degli altri debba ancora ricevere dei rimborsi per dei soldi che fondamentalmente non ha mai tirato fuori, ma ha avuto semplicemente dei minori ricavi. Quindi, anzi, devo dire, con molto, o poco, o niente, si è buttato, si è potuto buttare in un piatto molto ricco di 4.250.000 euro. Quindi, non so, io farei attenzione in questo momento a fare delle guerre di religione, anche perché spesso le guerre di religione uccidono. Quindi, in un momento dove bisognerebbe pensare alla povertà, soprattutto alla povertà delle persone, perché comunque i buoni spesa sono nati per poter sfamare delle famiglie che erano già in difficoltà o che di colpo si sono ritrovati nel buio totale. Quindi, stiamo parlando di qualcosa, che tra l’altro ha funzionato benissimo, una cosa per il quale io mi complimento ancora con l’Assessorato, perché dovevano arrivare in maniera urgente questi soldi e così è successo, se n’è potuto usufruire, ne hanno usufruito nel miglior modo che hanno potuto, perché comunque quando sei in enorme difficoltà i soldi cerchi di spenderli nel modo più utile per poter sfamare magari una famiglia numerosa, e quindi forse non è questo il momento di pensare se li hai spesi nel piccolo negozio o nel franchising o nel discount. Questo non per difendere la grande distribuzione, ma per difendere chi ha la pancia vuota e che noi con la pancia piena non riusciamo assolutamente a comprendere. Io il primo giorno che ho messo i piedi in Sala Rossa ho detto che il cittadino per me avrebbe avuto la priorità sempre e comunque, prima ancora dei miei principi. Ecco, questa è una delle situazioni dove i miei principi li metto da parte e penso alla povertà e a chi ha dovuto affrontare un terribile momento che, spero ed auguro, abbia potuto superare anche grazie a quest’intervento. Ho concluso. Grazie, Presidente. |