Città di Torino

Consiglio Comunale

Città di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 8 Giugno 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 7
INTERPELLANZA 2020-00807
"EMERGENZA CORONAVIRUS: LA SINDACA CONOSCE LE SUE FUNZIONI?" PRESENTATA IN DATA 5 MARZO 2020 - PRIMO FIRMATARIO TRESSO.
Interventi
FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Passo all’interpellanza successiva, si tratta della n. mecc. 202000807/002, che ha come
titolo:

“Emergenza Coronavirus: la Sindaca conosce le sue funzioni?”

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
È stata presentata in data 5 marzo del 2020, il primo firmatario è il Consigliere Tresso, a
cui seguono la Consigliera Patriarca e il Consigliere Magliano.
Risponde la Sindaca Appendino a questo quesito per i cinque minuti. Grazie.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Devo dire che questa interpellanza mi ha un po’ stupito, perché,
vado a memoria, ma, se non ricordo male, il tema era stato affrontato dalla sottoscritta,
peraltro in Conferenza dei Capigruppo, poco dopo il fatto citato. Comunque rispondo
per le questioni che sono state poste. Al punto 1): “Perché la Sindaca non ha ritenuto di
adottare provvedimenti urgenti validi su tutto il territorio”, eccetera, con la delibera del
Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, per gli effetti dell’articolo 7, comma 1,
lettera C - ovviamente c’è molta normativa, quindi, Presidente, farò pervenire ai
Consiglieri la risposta che sto leggendo direttamente -, con la delibera del Consiglio dei
Ministri del 31 gennaio 2020, per gli effetti dell’articolo 7, comma 1, lettera C, e
dell’articolo 24, comma 1, del Decreto Legislativo 2 gennaio 2018, è stato dichiarato
per 6 mesi, dalla data del presente provvedimento, lo stato di emergenza, in
conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da
agenti virali trasmissibili. La citata delibera prevede che, essendo stato dichiarato uno
stato di emergenza nazionale, per l’attuazione degli interventi di cui all’articolo 25,
comma 2, lettera A e B, del Decreto Legislativo 2 gennaio 2018, numero 1, da effettuare
nella vigenza dello stato di emergenza, si provvede con ordinanza emanata dal Capo del
Dipartimento della Protezione Civile in deroga a ogni disposizione vigente e nel rispetto
dei principi generali dell’ordinamento giuridico, nei limiti delle risorse di cui al
comma 3. Si evidenzia inoltre che anche i successivi Decreti Legge emanati dal
Governo hanno ulteriormente ribadito che i Sindaci non possono adottare, a pena di
efficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare le emergenze in
contrasto con le misure statali, né eccedendo i limiti n oggetto (si veda, ad esempio,
l’articolo 3 del D.L. 19 del 25 marzo 2020 e seguenti). Risulta evidente che, in
mancanza di indicazione a livello nazionale e regionale, come peraltro citato
nell’interpellanza del Consigliere, sarebbe potuto essere quantomeno discutibile in
quella circostanza un eventuale provvedimento di ordinanza sindacale.
Per quanto riguarda il punto 2), si è trattato e si tratta di un’emergenza nazionale di tipo
sanitario e pertanto i provvedimenti vengono adottati a livello nazionale e regionale. Si
ribadisce, quindi, quanto ho appena detto al punto 1).
Per quanto riguarda il punto 3), premesso che la manifestazione in oggetto veniva
esaminata dal Tavolo tecnico, ovvero da tutti i Servizi tecnici in seduta comune, che
esprimevano parere tecnico positivo, rispetto all’ora in cui veniva effettuata la
manifestazione non vi erano indicazioni o divieti dell’autorità sanitaria e della Regione
Piemonte. Lo stesso Decreto Legge numero 6 del 23 febbraio 2020 prevedeva alcune
misure solo per quei Comuni o in quelle aree nelle quali risultava positiva almeno una
persona per la quale non si conoscesse la fonte di trasmissione, o comunque nei quali
fosse un caso riconducibile ad una persona proveniente da un’area già interessata dal
contagio del citato virus, e Torino non rientrava allora in quella situazione.
Per quanto riguarda il punto 4), premesso che si è trattato di un’emergenza nuova, che
mai si era presentata, il nostro Piano attualmente vigente prevede che, se c’è una
manifestazione in un’emergenza di tipo sanitario a rilevante impatto locale, venga
attivato il C.O.C. ed il Volontariato con funzione di supporto ed informazione alla
popolazione. Nel corso della revisione dell’attuale Piano di Protezione Civile si terrà
conto anche di questo ulteriore fatto, il fattore di rischio, negli eventi a rilevante impatto
locale nelle emergenze di carattere sanitario. Grazie, Presidente.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Grazie alla Sindaca Appendino. Passo la parola al Consigliere Tresso.

TRESSO Francesco
Sì, grazie, Presidente. Io ringrazio la Sindaca per la risposta che ci ha fornito. È chiaro
che è un’interpellanza che è un po’ datata, perché io l’avevo presentata il 5 marzo,
stiamo riferendoci a un evento che è avvenuto, cos’è, il 23 febbraio? Insomma, sono
quasi quattro mesi. Io credo che sia innegabile che la situazione era di difficile
valutazione, stavamo attraversando... eravamo nelle fasi ancora prodromiche di
un’emergenza che si stava manifestando in tutta la sua gravità e giustamente, come ci
ricorda la Sindaca, erano già stati emanati, in data 30 gennaio, dei decreti a livello
nazionale. Come giustamente la Sindaca ci ricorda, questi ovviamente sono
sovraordinati a quelle che altri tipi di normative allocano come competenze del Sindaco
e soprattutto tendono a non contrastare con indicazioni, appunto, di tipo sovraordinato.
In questo senso io mi riferivo al fatto che non fossero connotati alcuni elementi di
contrasto con le indicazioni date dal livello governativo, anzi, mi sembra che proprio
l’atteggiamento della Sindaca stessa di essersi, quindi, personalmente interessata, io ho
avuto un’interlocuzione anche con la Presidente della VI Circoscrizione, Carlotta
Salerno, così come i responsabili del Comitato Falchera, hanno avuto da parte della
Sindaca e da parte dell’Assessore Unia delle manifestazioni di preoccupazioni e di
interesse, che tutto sommato mi sembrano state anche più che adeguate, nel momento in
cui loro stessi si sono fatti carico di telefonare per sapere e di sollecitare una riflessione
attenta se fosse il caso o meno di proseguire con la programmazione del Carnevale, così
come era stato valutato, anzi, da quanto mi è stato riferito a voce, cercando di sollecitare
una presa di posizione nel senso di evitare di svolgere la manifestazione. A me sembra
che, da questo punto di vista, anche i responsabili locali, confrontandosi anche, come
dico, con la Presidente, abbiano assunto un atteggiamento estremamente responsabile,
dicendo: “Non possiamo...”, era molto tardi anche per prendere quella decisione,
“...rinunciare a quella che era la tradizionale parata...”, eccetera, “...ma rinunciamo
invece alla situazione di maggiore assembramento”, che era quella prevista in piazza
(incomprensibile). Però quello che invece ravviso essere abbastanza elemento grave è -
su questo si era già parlato e continuo a dirlo - che forse questi elementi andavano
trasmessi anche alla collaboratrice Cristina Seymandi, che viceversa ha avuto degli
atteggiamenti assolutamente di contrasto, nel senso che - a me è stato fatto leggere
anche i vari WhatsApp che sono stati circolati - lei ha insistito nel sottolineare il fatto
che non c’erano delle disposizioni scritte da parte degli organi preposti, per cui si
presumeva che si sarebbe potuto procedere con la manifestazione così come
programmata. Questo mi sembra particolarmente grave, perché vuol dire non dare una
interpretazione univoca, che, anzi, ha messo ulteriormente nelle mani dei responsabili
del Comitato una scelta che è diventata particolarmente più complicata, proprio perché
si è poi scelto di non fare i festeggiamenti in piazza Astengo, però questo invece era
programmato. E allora cosa vuoi dire un’interpretazione del genere? Torniamo su un
problema che è già stato più volte affrontato, di come forse certi collaboratori
dovrebbero esimersi dal prendere posizioni che spettano solo e unicamente
all’Amministrazione, non agli staffisti, questo dove essere molto chiaro. Ripeto che
comunque anche da parte dell’Amministrazione, qualora le ordinanze e le possibilità di
intervenire non erano assolutamente in contrasto con le indicazione a livello
governativo o regionale, ma, anzi, erano nell’ottica di garantire una maggiore tutela e
sicurezza nei confronti di quello che si stava per attraversare, dell’incombenza che si
stava verificando, forse un maggiore coordinamento a livello cittadino, che non
lasciasse quindi delle interpretazioni che potevano essere in carico ai singoli Comitati,
quindi in maniera diversa, perché altre manifestazioni si sono svolte non molto lontane
da Falchera, allora forse era meglio intervenire un poco tempestivamente, perché
purtroppo la Protezione Civile questo richiede, di intervenire - come giustamente è stato
fatto ricordare - convocando il C.O.C., ma alla fine il responsabile ultimo e unico è il
Sindaco o la Sindaca ai termini di norma, e quindi bisognava intervenire forse nel dare
un’interpretazione che fosse più compatta e non lasciasse adito poi a delle
interpretazioni da parte dei singoli, perché questo - io credo - la Città deve fare, cioè
riuscire a dare un’idea di maggiore definizione dei problemi e non lasciando quindi poi
adito a possibili diversità sperequative di comportamento. Questo richiedo.
Quindi io rimango dell’idea che si sarebbe potuto agire diversamente, proprio perché
non era assolutamente in contrasto con quello che il Governo aveva detto, e soprattutto
si potevano dare delle indicazioni un pochino più precise agli staffisti che avevano
collaborato nell’organizzazione di quegli eventi, che rimangono staffisti e non sono
un’espressione dell’Amministrazione. Grazie, Presidente.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Sì, grazie, Consigliere Tresso. Io non credo che lei potesse nominare delle persone
senza avvisarmi, comunque in ogni caso ognuno si assume le responsabilità dei propri
interventi.
Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)