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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 8 Giugno 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 24

Comunicazioni della Sindaca su “Commissariamento Teatro Regio”.
Interventi
APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Come già annunciato ed in realtà come già anche comunicato ai
lavoratori ed alle lavoratrici, in particolare ai Sindacati, con cui c’è stato un incontro la
scorsa settimana, in presenza di una situazione di eccezionale gravità ed in seguito ad un
confronto con i soci ed il Consiglio di Indirizzo, il Consiglio di Indirizzo stesso
procederà ad approvare il Bilancio di esercizio 2019 in perdita. La crisi è tale che non si
procederà al ripiano delle perdite, richiedendo al Ministro per i beni e le Attività
Culturali la nomina di un Commissario ministeriale per operare il necessario ed
improcrastinabile risanamento sul trend dei conti dell’Ente Lirico Torinese la cui
criticità è nota da anni. Dal 2015 ad oggi per chiudere i bilanci della Fondazione Teatro
Regio si sono dovuti erogare contributi straordinari o procedere ad anticipazioni degli
stanziamenti triennali da parte dei soci fondatori per un valore di circa 10 milioni, con
una perdita tendenziale, quindi per ognuno di questi anni, di circa 2 milioni. Faccio
riferimento dal 2015 in poi, perché mi sembra un arco temporale sufficiente, ma
potremmo andare ancora indietro negli anni. Questi interventi da parte dei soci non
hanno tuttavia portato alla risoluzione dei principali problemi del Teatro, che sono
sostanzialmente tre: il primo è un debito accumulato negli anni intorno ai 30 milioni di
euro, quindi un debito molto impattante, come potete immaginare, visto anche il valore
del bilancio del Teatro; un disavanzo strutturale di gestione intorno ai 2 milioni e mezzo
all’anno, che sono i famosi 2 milioni che citavo prima, per i quali si è intervenuto ogni
anno per non evidenziare quello che era un disavanzo strutturale, a livello ovviamente
dei conti a fine anno; ed una conseguente crisi di liquidità strutturale, una crisi di
liquidità che è frutto di una difficoltà nella gestione debitoria e di una difficoltà nel
mantenimento degli equilibri tra costi e ricavi. Nei prossimi giorni, quindi, verrà
convocato il Consiglio di Indirizzo per analizzare il Bilancio 2019 nel dettaglio ed in
seguito verrà convocata l’assemblea dei soci per la sua approvazione. Vorrei solo dare
qualche numero sul 2019, anche se evidentemente non è ancora chiuso e cioè che, per
quanto concerne i risparmi operati nell’anno, quindi sui costi, si è riusciti a recuperare
circa un milione di euro e si è riusciti ad invertire il trend della biglietteria, l’avevamo
anche evidenziato, quindi c’è stato un aumento dei ricavi. Tutto ciò, però non ha
permesso di compensare la riduzione dei contributi del FUS, che ha avuto un valore di
circa 1.200.000,00 e il non raggiungimento degli obiettivi legati al (incomprensibile).
Impossibile chiudere in pareggio senza un’ulteriore iniezione di risorse, risorse che oggi
non sono disponibili. Lo squilibrio concernente la gestione per il 2019, come dicevo, è
stimato nella prima fase di analisi, quindi nella prima fase di redazione del Bilancio,
intorno ai 2 milioni e mezzo. Ovviamente sono in corso, e per questo non c’è ancora il
documento definitivo, tutte le verifiche per quanto riguarda anche le varie partite di
Bilancio, quelle, come dire, patrimoniali, dei cespiti, che si fanno nell’ultima fase di
definizione del Bilancio con la società di revisione e i revisori contabili, a cui faccio il
mio augurio di buon lavoro, perché sono stati rinnovati entrambi. Solo in seguito, in
seguito a quest’ulteriore fase, il Bilancio verrà approvato dall’assemblea dei soci e
quindi dal Consiglio di Indirizzo. Bilancio che, come ho già detto, ai lavoratori ed alle
lavoratrici, tramite i propri sindacati e dico anche al Consiglio Comunale, ovviamente,
appena sarà definito e quindi chiuso, anche alla luce delle considerazioni che vorrà fare
il Collegio dei Revisori e la Società di revisione, sarà consegnato, e sarà reso, come
dire, trasparente, accessibile a tutti coloro che vorranno maggiori dettagli. Quindi le fasi
ed i prossimi passaggi sono sostanzialmente: il primo la chiusura del Bilancio, con i
passaggi che dicevo, tecnici, quindi con l’ultima parte di predisposizione ed il passaggio
con il Collegio dei Revisori e la Società di Revisione, il Consiglio di Indirizzo che si
riunirà nei prossimi giorni per valutare la bozza di Bilancio, che verrà poi approvata
dall’assemblea dei soci, che verrà convocata in seguito al Consiglio di indirizzo e a quel
punto verrà formalizzata la richiesta del commissariamento. Vorrei anche, in questa
sede, rispondere ad un tema che è stato sollevato più volte e cioè, con un bilancio
negativo ad oggi stimato in circa 2 milioni e mezzo, è automatico il commissariamento?
Allora, qua abbiamo fatto un approfondimento con il Ministero, con i tecnici e cioè il
fatto che secondo il Decreto Legislativo che la norma di riferimento 367 del ’96
all’articolo, 21 comma 1 bis, la lettura fatta con il Ministero ci dice che sì è automatico
il commissariamento alla luce di quest’articolo 1 bis, che vi leggo, e cioè: “l’autorità di
cui al comma 1 dispone in ogni caso lo scioglimento del Consiglio di Amministrazione
della Fondazione quando i conti economici di due esercizi consecutivi chiudono con
una perdita del periodo complessivamente superiore al 30% del patrimonio disponibile,
ovvero sono previste perdite del patrimonio disponibile di analoga gravità” ora, poiché
il patrimonio disponibile del Teatro è di 4 milioni e 7 circa, il disavanzo succitato
rappresenta, immaginando che la chiusura sia a 2 e mezzo, il disavanzo succitato
rappresenta il 53% e questa percentuale quindi supera, evidentemente, in un anno, il
30% del patrimonio disponibile e pertanto il commissariamento è inevitabile. La
domanda, ovviamente conseguente è: potremmo coprire il disavanzo fino alla soglia del
29% del patrimonio disponibile? Cioè, potremmo intervenire con ulteriori risorse
economiche per evitare questo disavanzo che genera il commissariamento? Ora, al di là
delle evidenti difficoltà di reperimento di risorse pubbliche, di cui siamo tutti
consapevoli, e non credo di doverne dare atto, come dire, in questa comunicazione,
anche perché più volte abbiamo affrontato la questione delle risorse degli Enti Locali,
ma in generale delle risorse che sono scarse alla luce di un’emergenza che non sarà di
facile gestione, sociale, economica, di cui si parlava poco prima anche nelle
comunicazioni, la sostanza è che, se anche fossimo riusciti a trovare le risorse, qua
intendo noi, ovviamente i soci, non avremmo comunque risolto quella che noi riteniamo
essere una situazione ormai insostenibile. Se è vero, e voglio anche fare trasparenza su
questo, che il Bilancio di previsione 2020, anch’esso non ancora approvato dal
Consiglio di Indirizzo, quindi non c’è ancora il documento, quando ci sarà anche questo
sarà reso trasparente, non presenta il disavanzo di gestione 2019 ad oggi, è altrettanto
vero che non lo presenta, parlo del 2020, per alcuni fatti eccezionali derivanti dalla
chiusura del Teatro e dell’attività. Faccio un esempio, le mancate produzione e i FIS che
è attualmente finanziato dallo Stato, sono voci che incidono, evidentemente, sui conti
del 2020 ed è altrettanto evidente che nel 2021 questo non ci sarà più e quindi
ritorneranno ad emergere quelle che sono le difficoltà strutturali dell’ente. È anche vero,
e di questo ne abbiamo discusso tante volte, che nel 2021 o comunque nei prossimi
mesi, il Teatro Regio, come tutti gli enti culturali, dovrà affrontare, come tutti gli Enti
Locali, come tutte le realtà private e pubbliche, dovranno affrontare la grande sfida
derivante dall’emergenza sanitaria ed economica, che metterà a dura prova, credo, tutto
il sistema economico, pubblico e privato. Quindi, se è vero che nel 2020, il Bilancio del
2020 oggi, previsionale, che deve essere ancora approvato, alla luce delle informazioni
che abbiamo, non presenterebbe un disavanzo così negativo come il Bilancio 2019, è
altrettanto vero che questo è dovuto, ripeto, ad un fatto, come dire, non strutturale, ma
conseguente dell’emergenza. Quindi, nel 2021 emergeranno nuovamente quelle che
sono le difficoltà strutturali già esistenti per le quali, dal nostro punto di vista, serve
necessariamente un intervento straordinario. E che cosa serve, e su questo abbiamo
ragionato insieme ai soci, il commissariamento? Per noi il commissariamento servirà a
mettere in ordine e lavorare su quattro fronti che riteniamo prioritari per poter dare un
futuro al Teatro. Il primo è ristrutturare il debito ed incidere sulla liquidità del Teatro.
Nel 2018 il debito ammonta a 27,7 milioni di euro, quindi questo è il debito, sono i
famosi 30 milioni di cui parlavo prima, che ha oscillato, ma più o meno è sempre stato
su quell’ordine di grandezza, che genera evidentemente una scarsa solvibilità lo stato
debitorio del Teatro, seppur si sia lievemente ridotto nel corso dell’ultimo anno, si
mantiene su una media, negli ultimi sette anni, di oltre 28 milioni. La riduzione del
2018 sul 2017 di 3 milioni di debito non ha prodotto risultati apprezzabili. Se si sono
ridotti i debiti nei confronti delle banche, che sono passate da 17 a 11 milioni, è
cresciuto quello nei confronti dei fornitori, che invece tra il 2017 e il 2018 è aumentato
da 8 e mezzo a 10,4. Ora, si può, come dire, fare un’analisi solo sul tema del debito,
quanto incide il debito in termini economici sul Teatro, ma c’è un altro aspetto per noi
importante, legato al tema del debito e della liquidità, di cui si è discusso anche
ampiamente, già quando si è parlato nel piano industriale ed anche nelle Commissioni
Consiliari in cui si è discusso del futuro del Teatro, e cioè che, oltre al fatto che questo
debito e questa carenza di liquidità genera costi economici per l’ente, importante, perché
è un continuo ricorso a forme di (incomprensibile) come scontare contributi, eccetera,
genera dei costi finanziari, quindi degli interessi passivi, che poi sono risorse che non
vanno al Teatro, evidentemente; c’è un altro aspetto importante per il futuro del Teatro e
cioè che questa carenza di liquidità ha fatto sì che il Teatro non fosse in grado di pagare
in tempi certi e in tempi celeri i propri fornitori e i propri artisti e, non avvenendo
questo pagamento in tempi ragionevoli, è evidente che questo genera una non attrattività
del Teatro e una non attrattività da parte del Teatro nel riuscire ad alzare l’offerta
culturale. Quindi, il tema dell’addebito, della liquidità, non è solo un tema prettamente
economico della gestione dei conti del Teatro, ma è anche un elemento di forte criticità,
che deve essere invertito, quindi un Teatro che è capace a pagare, è un Teatro che è più
attrattivo e quindi può alzare ed innalzare il livello culturale. Quindi, il primo grande
tema che dovrà essere affrontato dal Commissario è la ristrutturazione del debito e la
generazione, di conseguenza, di un sistema in grado di generare liquidità e quindi di
dare garanzie rispetto ai fornitori, agli artisti ed ovviamente anche ai dipendenti. Il
secondo grande tema che verrà posto al Commissario è la necessità di
ripatrimonializzare la Fondazione. Riteniamo che l’unica strada per poter dare una base,
come dire, fondamenta solida al Teatro, sia una ripatrimonializzazione, che è fortemente
collegata al tema della ristrutturazione del debito e della liquidità del Teatro. Il terzo è la
necessità di dare avvio ai lavori di adeguamento della macchina scenica del Teatro.
Come sapete, l’allora Ministro Bonisoli e l’attuale Ministro Franceschini, che ha
confermato e firmato l’erogazione di queste risorse, ha stanziato per il nostro Teatro 8
milioni e mezzo proprio per investimenti. C’è la necessità di dare avvio a questo piano e
di farlo il più velocemente possibile. Il quarto tema è forse quello, tolgo il forse, è
certamente quello più delicato, per quanto riguarda il Teatro nella sua quotidianità e
cioè la necessità di riorganizzare la Fondazione al fine di ridurre il disavanzo di
gestione. Questo è un elemento, come qualcuno ha anche avuto modo di ribadire, l’ho
detto anche io qualche giorno fa, è un elemento che avevamo già analizzato nell’ambito
del famoso Piano di Sviluppo o Piano Industriale che aveva elaborato Guido Guerzoni,
e che evidenziava alcune forti criticità soprattutto in merito al rapporto costi - ricavi,
paragonando il Regio ad altre Fondazioni liriche. Ancora oggi il Regio, come sappiamo,
perché so che ne avete anche discusso in Commissione Consiliare, alla presenza anche
dell’Assessora Leon in questi anni, ancora oggi il Regio è lontano dalla media delle
alzate ai fini FUS, sia in confronto con le Fondazioni non commissariate, che hanno 246
alzate medie, sia rispetto alla media complessiva, che sono circa 200. Nel 2017, per
quanto riguarda il Regio, erano 128, le abbiamo incrementate nel 2018 a 141,
evidentemente ancora non sufficiente. Il Regio, come conseguenza di quanto detto
sopra, è la Fondazione Lirica con il numero più alto di dipendenti per alzate di sipario,
così come ha un costo di produzione per alzate di sipario, superiore rispetto alla media
delle altre Fondazioni Lirico-Sinfoniche, siamo a 72.000,00 euro, contro una media di
46.000,00. Questi dati sono dati di cui avevamo già ampiamente discusso e sono
all’interno del Piano di Sviluppo e dell’analisi, come dire, che avevamo fatto del Teatro.
Quindi, riorganizzare la macchina, il Teatro, significa anche procedere, ad esempio, alla
redazione della nuova pianta organica, che è ferma al 1998; significa anche una
revisione dei processi produttivi; la rivisitazione delle attività gestionali e, un altro tema
che per noi è fondamentale, è l’introduzione del controllo di gestione, che ancora oggi è
assente. Ora, riorganizzare la Fondazione, però, e voglio tornare su questo punto che ho
già ribadito in sede di incontro sindacale a mezzo stampa e che voglio ripetere oggi, non
significa, dal nostro punto di vista, e non è minimamente nel nostro interesse, non
tutelare i livelli occupazionali. L’obiettivo che noi abbiamo con questa scelta, che
certamente è una scelta complessa e anche, come dire, dolorosa, ed anche dirompente, è
di mettere il Teatro nelle condizioni di poter avere basi solide e strutturali per una sua
ripartenza duratura, e una ripartenza duratura passa dal ridisegno delle fondamenta. La
redazione del Piano di Sviluppo aveva messo in evidenza le debolezze presenti, aveva
indicato un percorso che oggi risulta attuabile, dal nostro punto divista, anche alla luce
dell’esperienza di questi anni, solo tramite un intervento straordinario che rimetta in
ordine i conti ed attui quelle modifiche strutturali che, senza i poteri straordinari di un
Commissario non sono realizzabili. E voglio chiudere ribadendo anche qui quanto detto
in sede di incontro con i sindacati e a mezzo stampa: è nostro obiettivo, e lo ripeto una
seconda volta, tutelare il livello occupazionale e questo vale anche per i tempi
determinati, tempi che sono determinati ormai da un minimo cinque ad un massimo di
quindici anni, quindi una situazione anche questa evidentemente strutturale, che non
nasce oggi, mi riferisco al tema dei precari e dei tempi determinati, e proprio l’obiettivo
di tutelare il livello occupazionale, anche per quanto riguarda i tempi determinati, è
quello che stiamo facendo in queste ore insieme al Teatro, nonostante il contesto
mutato. Grazie, Presidente.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. io accolgo con piacere l’interesse del Consiglio e la legittima
preoccupazione, che peraltro condivido e credo che non abbia colore politico rispetto
alla volontà di tutelare i lavoratori e le lavoratrici, cosa che, come ho avuto modo di
ripetere, condivido e ovviamente faremo tutto il possibile, tant’è che lo stiamo facendo
anche in queste ore, però vorrei fare qualche passo indietro, perché ho sentito, come
dire, alcune affermazioni che mi lasciano alquanto basita, non so se sia freddezza, per
citare la Consigliera Foglietta. Allora, innanzitutto specifichiamo una cosa, il Consiglio
di Indirizzo non è nominato dal Sindaco, com’è stato detto nell’ultimo intervento, il
Consiglio di Indirizzo è presieduto dal Sindaco e i soci identificano i partecipanti al
Consiglio di Indirizzo, quindi ogni socio: la Regione ha un suo rappresentante, che ha
condiviso peraltro il percorso che stiamo facendo, ce l’hanno le Fondazioni bancarie e
ce l’ha IREN e ci sono anche, come dire, i soggetti privati. Il Sovrintendente partecipa
al Consiglio di Indirizzo, perché ha la responsabilità della gestione. Ora, l’ho detto
anche pubblicamente e non c’è nulla da nascondere, al Sovrintendente è stata
comunicata questa scelta, non ha partecipato alla discussione rispetto a questa scelta. Al
Sovrintendente attuale è stata comunicata questa scelta, che, per rispondere anche alla
Consigliera Artesio, è una scelta. Io non mi sono nascosta dietro a tecnicismi, ho detto
chiaramente nel mio intervento iniziale che si poteva intervenire teoricamente con
magari un milione per ridurre quel disavanzo ed evitare il commissariamento ma evitare
il commissariamento avrebbe voluto semplicemente spostare, com’è già stato fatto tante
volte negli anni passati, pensiamo a quando ci fu la Legge Bray nel 2013, tanti Teatri
decisero di usare la Legge Bray per risolvere i problemi strutturali, evitare questa scelta
significava metterci una pezza e magari arrivare anche in campagna elettorale tutti
soddisfatti nel dire che in qualche modo avevamo risolto tutti i problemi del Regio,
nascondendo per l’ennesima volta sotto la polvere il fatto che quel Teatro non sta in
piedi, e mi spiace dirlo così, e lo dico, non so se sia freddezza o altro, con grande
rammarico. Io sono dispiaciuta di non essere riuscita in questi quattro anni, due anni con
il Piano industriale che evidenziava le difficoltà finanziarie ed economiche, non è che ce
le siamo inventati oggi, Consigliera, il Piano Industriale evidenzia le difficoltà
economiche, finanziarie e strutturali, il MEF, che non fa parte della politica, e la Corte
dei Conti, ha identificato delle problematiche strutturali. Poi sì, Appendino non è
riuscita a risolvere i problemi, non ci sono riuscita, non ci sono riuscita e tornassi
indietro, lo dico anche qua in Consiglio Comunale, probabilmente farei la scelta che sto
facendo oggi l’avrei dovuta fare qualche anno fa perché quei 10 milioni di euro che
sono stati messi potevano essere utilizzati per rifinanziare e ripatrimonializzare l’Ente. E
sì, non ci sono riuscita. Ma guardate che la scelta di commissariamento è un atto di
responsabilità per chi verrà dopo di noi, perché con un commissario noi possiamo fare
delle cose che sono nel Piano, che senza commissario non riusciremmo a fare. Io
capisco che si possa non condividere questa scelta, davvero, lo capisco, è una scelta
dolorosa, l’ho detto nel mio intervento, è una scelta dirompente ed è una scelta che
faccio personalmente e anche insieme ai soggetti con cui mi sono confrontata, con la
consapevolezza che è l’unica strada in questo momento e per il futuro del Teatro per
rilanciarlo, perché 30 milioni di debito accumulato negli anni sono una cifra enorme,
perché una non capacità di pagare i nostri artisti, significa che quel Teatro non riuscirà
ad attirare artisti internazionali. E poi permettetemi, Consigliera Ferrero, il Teatro è
stato luogo di tensioni per anni, quel Teatro è stato luogo di tensioni per anni. Io non
voglio ricordare la storia precedente alla mia, Noseda, Vergnano, tutto quello che è
successo, non lo voglio ricordare, perché non è questo il punto, noi dobbiamo guardare
avanti, e non voglio convincere nessuno rispetto alla scelta che sto facendo. È legittimo
pensare che questa scelta sia magari una scelta sbagliata, vorrei solo essere chiara,
questa scelta è frutto ed è frutto, ve lo assicuro, di un atto di responsabilità per cercare di
salvaguardare il teatro e metterlo nelle condizioni di guardare il futuro. Sento parlare di
uccellini, io non so quali uccellini la Consigliera Foglietta veda in giro in primavera -
estate, non lo so, so che la persona che lei ha citato, il dottor Nastasi, è Segretario
Generale del MIBACT, quindi fa parte del Ministero ha un ruolo molto importante
all’interno del Ministero presieduto da Franceschini e peraltro è incompatibile, perché il
Segretario Generale non può fare il Commissario, quindi non so cosa voglia dire che lui
debba mettere le mani sulla quota scenica, francamente a me questo tipo di approccio
non appartiene. Cioè, se c’è qualcosa che deve dire, lo dica direttamente, ci
mancherebbe, ma il Segretario Generale Nastasi, dottor Nastasi, è persona di fiducia del
Ministro Franceschini e fa il Segretario Generale del Ministero. Peraltro, da quanto io
ho potuto avere modo di conoscere e con cui confrontarmi, mi sembra una persona
molto competente, lo ammetto, una persona molto competente, ma non c’entra nulla con
un suo ruolo all’interno del Teatro, anche perché sarebbe assolutamente incompatibile.
Ora io, ripeto, vorrei cogliere, come dire, l’aspetto positivo, che io condivido, che è la
tutela del livello occupazionale del teatro, che mi preoccupa, sia come Presidente della
Fondazione, si come Sindaca di questa Città, soprattutto in un momento economico e
sociale come quello che stiamo vivendo. Comprendo, come dire, la non condivisione di
un percorso così dirompente, lo comprendo, ma vorrei che si potesse almeno avere il
dubbio, per chi non ci credesse, almeno avere il lontano dubbio, che quello che stiamo
facendo non lo stiamo facendo perché qualcuno ce l’ha con il Regio, ma perché il
Teatro Regio ha bisogno di interventi strutturali che sono indicati nel Paino Industriale,
che noi non siamo riusciti a portare a termine fino in fondo, qualcosa siamo riusciti, non
abbastanza, e che quel Piano industriale, con quelle logiche, quindi, che dicevo prima:
ripatrimonializzare la Fondazione, ristrutturare il debito, garantire liquidità, attuare il
Piano legato agli investimenti, possa permettere a chi sarà Presidente dopo di me,
perché attenzione, voglio specificare, il Commissario, come qualcuno ha giustamente
ricordato, interviene e sostituisce il Consiglio di Indirizzo e ha poteri anche di deroga
rispetto alle norme nazionali, che il Consiglio di Indirizzo non ha. Ecco, forse il mio
auspicio ed io farò di tutto da questo punto di vista, nel mio ruolo, finché sarò Sindaco,
poi chi arriverà, chi farà il Sindaco dopo di me, chi dovrà fare il Presidente del Teatro
dopo di me potrà pensare quello che vorrà di questa fase, certamente complicata, ma
quello che io farò sarà certamente cercare di tutelare i lavoratori e le lavoratrici, cosa
che stiamo facendo anche in queste ore, lo voglio ricordare, in particolare sui tempi
determinati, ma io devo garantire a quel Teatro che possa tornare ad essere un Teatro
paragonabile agli altri, un Teatro che è in grado di pagare i fornitori, che paga i
dipendenti, che paga gli artisti, che non ha un fardello di debito da 30 milioni e che
finalmente può tornare ad essere attrattivo. Ripeto, io penso, come diceva anche la
Consigliera Capogruppo Artesio e l’Assessore Ricca e il Presidente Giovara, che la
Commissione possa fare un buon lavoro da questo punto di vista sul tema della tutela
dei lavoratori, come dire, anche elemento di riferimento, visto che il Consiglio di
Indirizzo sarà sostituito dal commissario e su questo mi troverete, potete crederci o non
crederci, vi assicuro, sia me, sia l’Assessora Leon, disponibili e pronti a fare la nostra
parte. Cioè, non prendiamoci in giro, avessimo messo quest’anno il 2 milioni e mezzo
per evitare il commissariamento, non avremmo risolto i problemi del teatro in un’ottica
futura, ci avremmo messo una pezza, forse l’ennesima pezza, e quindi noi ci prendiamo
questa responsabilità siamo disponibili ovviamente per tutti i confronti, faremo lo stesso
anche con il sindacato, perché comunque il Bilancio 2019 non è ancora chiuso, quindi
lo trasmetteremo ai lavoratori, alla Commissione Consiliare, che credo sarà interessata
al tema, appena sarà definito, prima che vada, quando viene trasmesso sostanzialmente
all’assemblea dei soci, in modo molto trasparente, oggi non c’è, come qualcuno diceva
giustamente, non abbiamo gli elementi, appena ci saranno vi saranno trasmessi, ma
credo che, al di là delle appartenenze politiche, al di là delle nostre storie personali,
nessuno, né di Destra, né di Sinistra, né del Movimento, nessun Sindaco, credo, nella
storia di Torino, voglia fare del male al Teatro. Stiamo cercando tutti e abbiamo tutti
cercato, ciascuno con le proprie scelte, ci cui si assume la responsabilità, di cercare di
risolvere una situazione che dal mio punto di vista è diventata irrisolvibile, non
possibile da risolvere con strumenti ordinari. Noi continueremo a dialogare, ripeto, con i
sindacati, continueremo a dialogare con la Commissione e vi aggiorneremo passo dopo
passo. Il prossimo passo sarà sicuramente la trasmissione degli atti del Bilancio
consuntivo 2019, appena lo avremo, così come rivisto dal Collegio dei Revisori e della
Società di revisione e su questo siamo di nuovo disponibili a confrontarci, com’è
corretto che sia, sia con la Commissione Consiliare, sia con il Teatro. Grazie.

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