Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Passiamo all’ultima richiesta di comunicazioni in merito al “Commissariamento del Teatro Regio”. Lascio nuovamente la parola a lei, Sindaca, per la risposta. Prego. APPENDINO Chiara (Sindaca) Grazie, Presidente. Come già annunciato ed in realtà come già anche comunicato ai lavoratori ed alle lavoratrici, in particolare ai Sindacati, con cui c’è stato un incontro la scorsa settimana, in presenza di una situazione di eccezionale gravità ed in seguito ad un confronto con i soci ed il Consiglio di Indirizzo, il Consiglio di Indirizzo stesso procederà ad approvare il Bilancio di esercizio 2019 in perdita. La crisi è tale che non si procederà al ripiano delle perdite, richiedendo al Ministro per i beni e le Attività Culturali la nomina di un Commissario ministeriale per operare il necessario ed improcrastinabile risanamento sul trend dei conti dell’Ente Lirico Torinese la cui criticità è nota da anni. Dal 2015 ad oggi per chiudere i bilanci della Fondazione Teatro Regio si sono dovuti erogare contributi straordinari o procedere ad anticipazioni degli stanziamenti triennali da parte dei soci fondatori per un valore di circa 10 milioni, con una perdita tendenziale, quindi per ognuno di questi anni, di circa 2 milioni. Faccio riferimento dal 2015 in poi, perché mi sembra un arco temporale sufficiente, ma potremmo andare ancora indietro negli anni. Questi interventi da parte dei soci non hanno tuttavia portato alla risoluzione dei principali problemi del Teatro, che sono sostanzialmente tre: il primo è un debito accumulato negli anni intorno ai 30 milioni di euro, quindi un debito molto impattante, come potete immaginare, visto anche il valore del bilancio del Teatro; un disavanzo strutturale di gestione intorno ai 2 milioni e mezzo all’anno, che sono i famosi 2 milioni che citavo prima, per i quali si è intervenuto ogni anno per non evidenziare quello che era un disavanzo strutturale, a livello ovviamente dei conti a fine anno; ed una conseguente crisi di liquidità strutturale, una crisi di liquidità che è frutto di una difficoltà nella gestione debitoria e di una difficoltà nel mantenimento degli equilibri tra costi e ricavi. Nei prossimi giorni, quindi, verrà convocato il Consiglio di Indirizzo per analizzare il Bilancio 2019 nel dettaglio ed in seguito verrà convocata l’assemblea dei soci per la sua approvazione. Vorrei solo dare qualche numero sul 2019, anche se evidentemente non è ancora chiuso e cioè che, per quanto concerne i risparmi operati nell’anno, quindi sui costi, si è riusciti a recuperare circa un milione di euro e si è riusciti ad invertire il trend della biglietteria, l’avevamo anche evidenziato, quindi c’è stato un aumento dei ricavi. Tutto ciò, però non ha permesso di compensare la riduzione dei contributi del FUS, che ha avuto un valore di circa 1.200.000,00 e il non raggiungimento degli obiettivi legati al (incomprensibile). Impossibile chiudere in pareggio senza un’ulteriore iniezione di risorse, risorse che oggi non sono disponibili. Lo squilibrio concernente la gestione per il 2019, come dicevo, è stimato nella prima fase di analisi, quindi nella prima fase di redazione del Bilancio, intorno ai 2 milioni e mezzo. Ovviamente sono in corso, e per questo non c’è ancora il documento definitivo, tutte le verifiche per quanto riguarda anche le varie partite di Bilancio, quelle, come dire, patrimoniali, dei cespiti, che si fanno nell’ultima fase di definizione del Bilancio con la società di revisione e i revisori contabili, a cui faccio il mio augurio di buon lavoro, perché sono stati rinnovati entrambi. Solo in seguito, in seguito a quest’ulteriore fase, il Bilancio verrà approvato dall’assemblea dei soci e quindi dal Consiglio di Indirizzo. Bilancio che, come ho già detto, ai lavoratori ed alle lavoratrici, tramite i propri sindacati e dico anche al Consiglio Comunale, ovviamente, appena sarà definito e quindi chiuso, anche alla luce delle considerazioni che vorrà fare il Collegio dei Revisori e la Società di revisione, sarà consegnato, e sarà reso, come dire, trasparente, accessibile a tutti coloro che vorranno maggiori dettagli. Quindi le fasi ed i prossimi passaggi sono sostanzialmente: il primo la chiusura del Bilancio, con i passaggi che dicevo, tecnici, quindi con l’ultima parte di predisposizione ed il passaggio con il Collegio dei Revisori e la Società di Revisione, il Consiglio di Indirizzo che si riunirà nei prossimi giorni per valutare la bozza di Bilancio, che verrà poi approvata dall’assemblea dei soci, che verrà convocata in seguito al Consiglio di indirizzo e a quel punto verrà formalizzata la richiesta del commissariamento. Vorrei anche, in questa sede, rispondere ad un tema che è stato sollevato più volte e cioè, con un bilancio negativo ad oggi stimato in circa 2 milioni e mezzo, è automatico il commissariamento? Allora, qua abbiamo fatto un approfondimento con il Ministero, con i tecnici e cioè il fatto che secondo il Decreto Legislativo che la norma di riferimento 367 del ’96 all’articolo, 21 comma 1 bis, la lettura fatta con il Ministero ci dice che sì è automatico il commissariamento alla luce di quest’articolo 1 bis, che vi leggo, e cioè: “l’autorità di cui al comma 1 dispone in ogni caso lo scioglimento del Consiglio di Amministrazione della Fondazione quando i conti economici di due esercizi consecutivi chiudono con una perdita del periodo complessivamente superiore al 30% del patrimonio disponibile, ovvero sono previste perdite del patrimonio disponibile di analoga gravità” ora, poiché il patrimonio disponibile del Teatro è di 4 milioni e 7 circa, il disavanzo succitato rappresenta, immaginando che la chiusura sia a 2 e mezzo, il disavanzo succitato rappresenta il 53% e questa percentuale quindi supera, evidentemente, in un anno, il 30% del patrimonio disponibile e pertanto il commissariamento è inevitabile. La domanda, ovviamente conseguente è: potremmo coprire il disavanzo fino alla soglia del 29% del patrimonio disponibile? Cioè, potremmo intervenire con ulteriori risorse economiche per evitare questo disavanzo che genera il commissariamento? Ora, al di là delle evidenti difficoltà di reperimento di risorse pubbliche, di cui siamo tutti consapevoli, e non credo di doverne dare atto, come dire, in questa comunicazione, anche perché più volte abbiamo affrontato la questione delle risorse degli Enti Locali, ma in generale delle risorse che sono scarse alla luce di un’emergenza che non sarà di facile gestione, sociale, economica, di cui si parlava poco prima anche nelle comunicazioni, la sostanza è che, se anche fossimo riusciti a trovare le risorse, qua intendo noi, ovviamente i soci, non avremmo comunque risolto quella che noi riteniamo essere una situazione ormai insostenibile. Se è vero, e voglio anche fare trasparenza su questo, che il Bilancio di previsione 2020, anch’esso non ancora approvato dal Consiglio di Indirizzo, quindi non c’è ancora il documento, quando ci sarà anche questo sarà reso trasparente, non presenta il disavanzo di gestione 2019 ad oggi, è altrettanto vero che non lo presenta, parlo del 2020, per alcuni fatti eccezionali derivanti dalla chiusura del Teatro e dell’attività. Faccio un esempio, le mancate produzione e i FIS che è attualmente finanziato dallo Stato, sono voci che incidono, evidentemente, sui conti del 2020 ed è altrettanto evidente che nel 2021 questo non ci sarà più e quindi ritorneranno ad emergere quelle che sono le difficoltà strutturali dell’ente. È anche vero, e di questo ne abbiamo discusso tante volte, che nel 2021 o comunque nei prossimi mesi, il Teatro Regio, come tutti gli enti culturali, dovrà affrontare, come tutti gli Enti Locali, come tutte le realtà private e pubbliche, dovranno affrontare la grande sfida derivante dall’emergenza sanitaria ed economica, che metterà a dura prova, credo, tutto il sistema economico, pubblico e privato. Quindi, se è vero che nel 2020, il Bilancio del 2020 oggi, previsionale, che deve essere ancora approvato, alla luce delle informazioni che abbiamo, non presenterebbe un disavanzo così negativo come il Bilancio 2019, è altrettanto vero che questo è dovuto, ripeto, ad un fatto, come dire, non strutturale, ma conseguente dell’emergenza. Quindi, nel 2021 emergeranno nuovamente quelle che sono le difficoltà strutturali già esistenti per le quali, dal nostro punto di vista, serve necessariamente un intervento straordinario. E che cosa serve, e su questo abbiamo ragionato insieme ai soci, il commissariamento? Per noi il commissariamento servirà a mettere in ordine e lavorare su quattro fronti che riteniamo prioritari per poter dare un futuro al Teatro. Il primo è ristrutturare il debito ed incidere sulla liquidità del Teatro. Nel 2018 il debito ammonta a 27,7 milioni di euro, quindi questo è il debito, sono i famosi 30 milioni di cui parlavo prima, che ha oscillato, ma più o meno è sempre stato su quell’ordine di grandezza, che genera evidentemente una scarsa solvibilità lo stato debitorio del Teatro, seppur si sia lievemente ridotto nel corso dell’ultimo anno, si mantiene su una media, negli ultimi sette anni, di oltre 28 milioni. La riduzione del 2018 sul 2017 di 3 milioni di debito non ha prodotto risultati apprezzabili. Se si sono ridotti i debiti nei confronti delle banche, che sono passate da 17 a 11 milioni, è cresciuto quello nei confronti dei fornitori, che invece tra il 2017 e il 2018 è aumentato da 8 e mezzo a 10,4. Ora, si può, come dire, fare un’analisi solo sul tema del debito, quanto incide il debito in termini economici sul Teatro, ma c’è un altro aspetto per noi importante, legato al tema del debito e della liquidità, di cui si è discusso anche ampiamente, già quando si è parlato nel piano industriale ed anche nelle Commissioni Consiliari in cui si è discusso del futuro del Teatro, e cioè che, oltre al fatto che questo debito e questa carenza di liquidità genera costi economici per l’ente, importante, perché è un continuo ricorso a forme di (incomprensibile) come scontare contributi, eccetera, genera dei costi finanziari, quindi degli interessi passivi, che poi sono risorse che non vanno al Teatro, evidentemente; c’è un altro aspetto importante per il futuro del Teatro e cioè che questa carenza di liquidità ha fatto sì che il Teatro non fosse in grado di pagare in tempi certi e in tempi celeri i propri fornitori e i propri artisti e, non avvenendo questo pagamento in tempi ragionevoli, è evidente che questo genera una non attrattività del Teatro e una non attrattività da parte del Teatro nel riuscire ad alzare l’offerta culturale. Quindi, il tema dell’addebito, della liquidità, non è solo un tema prettamente economico della gestione dei conti del Teatro, ma è anche un elemento di forte criticità, che deve essere invertito, quindi un Teatro che è capace a pagare, è un Teatro che è più attrattivo e quindi può alzare ed innalzare il livello culturale. Quindi, il primo grande tema che dovrà essere affrontato dal Commissario è la ristrutturazione del debito e la generazione, di conseguenza, di un sistema in grado di generare liquidità e quindi di dare garanzie rispetto ai fornitori, agli artisti ed ovviamente anche ai dipendenti. Il secondo grande tema che verrà posto al Commissario è la necessità di ripatrimonializzare la Fondazione. Riteniamo che l’unica strada per poter dare una base, come dire, fondamenta solida al Teatro, sia una ripatrimonializzazione, che è fortemente collegata al tema della ristrutturazione del debito e della liquidità del Teatro. Il terzo è la necessità di dare avvio ai lavori di adeguamento della macchina scenica del Teatro. Come sapete, l’allora Ministro Bonisoli e l’attuale Ministro Franceschini, che ha confermato e firmato l’erogazione di queste risorse, ha stanziato per il nostro Teatro 8 milioni e mezzo proprio per investimenti. C’è la necessità di dare avvio a questo piano e di farlo il più velocemente possibile. Il quarto tema è forse quello, tolgo il forse, è certamente quello più delicato, per quanto riguarda il Teatro nella sua quotidianità e cioè la necessità di riorganizzare la Fondazione al fine di ridurre il disavanzo di gestione. Questo è un elemento, come qualcuno ha anche avuto modo di ribadire, l’ho detto anche io qualche giorno fa, è un elemento che avevamo già analizzato nell’ambito del famoso Piano di Sviluppo o Piano Industriale che aveva elaborato Guido Guerzoni, e che evidenziava alcune forti criticità soprattutto in merito al rapporto costi - ricavi, paragonando il Regio ad altre Fondazioni liriche. Ancora oggi il Regio, come sappiamo, perché so che ne avete anche discusso in Commissione Consiliare, alla presenza anche dell’Assessora Leon in questi anni, ancora oggi il Regio è lontano dalla media delle alzate ai fini FUS, sia in confronto con le Fondazioni non commissariate, che hanno 246 alzate medie, sia rispetto alla media complessiva, che sono circa 200. Nel 2017, per quanto riguarda il Regio, erano 128, le abbiamo incrementate nel 2018 a 141, evidentemente ancora non sufficiente. Il Regio, come conseguenza di quanto detto sopra, è la Fondazione Lirica con il numero più alto di dipendenti per alzate di sipario, così come ha un costo di produzione per alzate di sipario, superiore rispetto alla media delle altre Fondazioni Lirico-Sinfoniche, siamo a 72.000,00 euro, contro una media di 46.000,00. Questi dati sono dati di cui avevamo già ampiamente discusso e sono all’interno del Piano di Sviluppo e dell’analisi, come dire, che avevamo fatto del Teatro. Quindi, riorganizzare la macchina, il Teatro, significa anche procedere, ad esempio, alla redazione della nuova pianta organica, che è ferma al 1998; significa anche una revisione dei processi produttivi; la rivisitazione delle attività gestionali e, un altro tema che per noi è fondamentale, è l’introduzione del controllo di gestione, che ancora oggi è assente. Ora, riorganizzare la Fondazione, però, e voglio tornare su questo punto che ho già ribadito in sede di incontro sindacale a mezzo stampa e che voglio ripetere oggi, non significa, dal nostro punto di vista, e non è minimamente nel nostro interesse, non tutelare i livelli occupazionali. L’obiettivo che noi abbiamo con questa scelta, che certamente è una scelta complessa e anche, come dire, dolorosa, ed anche dirompente, è di mettere il Teatro nelle condizioni di poter avere basi solide e strutturali per una sua ripartenza duratura, e una ripartenza duratura passa dal ridisegno delle fondamenta. La redazione del Piano di Sviluppo aveva messo in evidenza le debolezze presenti, aveva indicato un percorso che oggi risulta attuabile, dal nostro punto divista, anche alla luce dell’esperienza di questi anni, solo tramite un intervento straordinario che rimetta in ordine i conti ed attui quelle modifiche strutturali che, senza i poteri straordinari di un Commissario non sono realizzabili. E voglio chiudere ribadendo anche qui quanto detto in sede di incontro con i sindacati e a mezzo stampa: è nostro obiettivo, e lo ripeto una seconda volta, tutelare il livello occupazionale e questo vale anche per i tempi determinati, tempi che sono determinati ormai da un minimo cinque ad un massimo di quindici anni, quindi una situazione anche questa evidentemente strutturale, che non nasce oggi, mi riferisco al tema dei precari e dei tempi determinati, e proprio l’obiettivo di tutelare il livello occupazionale, anche per quanto riguarda i tempi determinati, è quello che stiamo facendo in queste ore insieme al Teatro, nonostante il contesto mutato. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Sindaca. Iniziamo con gli interventi. Il primo ad essersi segnato è il Consigliere Curatella, che ne ha facoltà per cinque minuti. Prego. CURATELLA Cataldo Grazie, Presidente. Grazie, Sindaca per la risposta. Se poi il testo che ha letto possiamo averlo, la ringrazio. Allora, noi avevamo presentato questa richiesta comunicazioni il 28 maggio quando ci siamo svegliati con la notizia delle indagini che erano arrivate, che avevano coinvolto l’ex Sovrintendente Graziosi e alcune persone all’interno del Teatro Regio, con delle accuse abbastanza gravi legate a: (incomprensibile), turbativa d’asta, abuso d’ufficio, della Magistratura, non è nostro di interesse. Però, la richiesta di comunicazioni nasce dal fatto per capire quali impatti c’erano sul Teatro Regio associati a questa situazione. Scopriamo, neanche 24 ore dopo, che si propende per il commissariamento del Teatro. Questo un po’ ha lasciato basiti, soprattutto tenendo in conto quanto era stato dichiarato il 28 e 31 dicembre 2019, quindi a fine 2019, in relazione alla situazione del Bilancio 2019. Era stato, prendo testuali le parole: “Sono fondi certi, già deliberati dal CIPE, che saranno erogati al più presto. Stiamo lavorando bene, siamo molto soddisfatti dei risultati, abbiamo ridotto i costi, siamo stati molto bravi sulla biglietteria, mantenendo sostanzialmente il livello che avevo messo nel primo anno del Piano di Sviluppo”. Quindi, si annunciava, a fine dicembre, che il Bilancio 2019 era al sicuro. Si era ottenuto un sostanziale pareggio. Allora, vorrei un po’ capire questi mesi come si è lavorato per far sì che a causa dell’emergenza quei fondi che risultavano certi, che risultavano ormai già ammessi alla firma del Presidente del Consiglio e, come si è lavorato con le Fondazioni, perché all’improvviso si arriva in un momento in cui a 24 ore dall’avvio delle indagini, spariscono quei fondi. Quindi, quale impatto ha avuto quest’indagine? Ma soprattutto quale impatto ha avuto la gestione? Come la Città ha avvicinato? Perché, se all’epoca si diceva ed è stata anche presentata una lettera di intenti presso Graziosi, qual è stato l’elemento fondamentale per cui all’improvviso, dopo sei mesi in cui c’erano delle problematiche, erano state annunciate, lo stesso Sovrintendente Schwarz aveva indicato che era necessario fare degli adattamenti. C’erano state anche delle proposte ad inizio maggio degli artisti su come cercare un po’ di ripartire. In questi sei mesi quali interlocuzioni abbiamo avuto? Perché siamo arrivati a questo punto? Visto che nel 2018 c’era già stato l’avviso da parte del Movimento 5 Stelle a Jesi, che il Sovrintendente Graziosi aveva causato delle problematiche nella gestione a Jesi, come mai si è arrivato a tale definizione? Sono tutta una serie di situazioni che lasciano perplessi e soprattutto non vorremo che tutta questa gestione che è andata poi ad associarsi al passato sia pagata dai lavoratori che in questo momento vivono un momento di incertezza. Quindi, quello che volevamo capire con questa richiesta di comunicazione è che impatto ha avuto la scelta di Graziosi e la gestione di Graziosi, come la Città ha vigilato e come mai in questi mesi, a partire da dicembre, quando ormai era certo il Bilancio, dalle dichiarazioni fatte, con fondi ormai certi, si arriva poi a maggio dove non ci sono i fondi, e si arriva al commissariamento che rischiano di pagare i lavoratori. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliere Curatella. Adesso ho segnato il Capogruppo Tresso, ne ha facoltà per cinque minuti. Prego. TRESSO Francesco Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Non la sento più. TRESSO Francesco Scusi, adesso mi sente? SICARI Francesco (Presidente) Sì, ora la sento. Prego. TRESSO Francesco Volevo fare la richiesta di avere la risposta scritta da parte della Sindaca, gentilmente, grazie. Dunque, anche io rimango un attimino sorpreso da quelli che sono stati gli eventi che si sono succeduti ed è per questo che poi ho presentato le richieste di comunicazioni, perché al di là della strettissima connessione delle due situazioni, quella giudiziaria, su cui ovviamente non mi posso esprimere, ma che sicuramente incute un certo tipo di preoccupazione, proprio in merito a quella che sia l’immagine della Città, anche perché le persone coinvolte sono quelle che hanno condotto direttamente la Fondazione per un anno, a cui poi effettivamente già era risultato un po’ particolare che la Sindaca non avesse rinnovato l’incarico, perché questo sistema di cambiare frequentemente le persone intorno, la sta un po’ contraddicendo, Sindaca, io temo che per delle Fondazioni, come quelle del Teatro Regio, in cui effettivamente la Città si riconosce, ma non solo la Città, la Regione intera si deve riconoscere, proprio perché sono il caposaldo di una fondazione culturale come questa, in cui i lavoratori sono la parte integrante di questa Fondazione e la Città deve riconoscerci, ci aveva fortemente preoccupato. Noi abbiamo più volte espresso delle riserve che avevamo in merito all’operato del Sovrintendente. Certo, dal punto di vista anche della gestione, ci sembra di capire che non è stato tutto così trasparente e cristallino. Lei stessa ci dice che il 367 riveste su dei parametri che possono essere la perdita, o il Bilancio in rosso per due anni consecutivi, o sostanzialmente la perdita superiore al 30% del patrimonio, così ci ha riferito, ma per due anni consecutivi. Quindi, se questo si registra nel 2019, vuol dire che c’era già, però non si capisce bene se questo era già avvenuto per l’anno precedente, ovvero, se viceversa i disavanzi non sono tali da avere dovuto arrivare a questo tipo di scelta, che è una scelta veramente molto, molto difficile e che rende, diciamo, una situazione di gravissima, mette la situazione del Regio in una situazione gravissima anche dal punto di vista del disincentivare quelli che possono essere degli investimenti da parte dei privati. Questo è particolarmente, diciamo così, elemento di sorpresa, anche alla luce del fatto che lo stesso Sovrintendente aveva assicurato che invece si sarebbe raggiunto il pareggio di Bilancio anche grazie all’intervento della fondazione. Quindi, insomma è mancato un livello di interlocuzione sufficiente, perché non è possibile che tutto arrivi così, un po’ come fulmine a ciel sereno la settimana scorsa o dieci giorni fa. Quello che lei ci dice di voler garantire tra quelli che saranno le indicazioni date al futuro commissario, anche l’aspetto legato alla continuità lavorativa e le condizioni occupazionali, non sono elementi sufficienti a sanare, ad evadere il livello di preoccupazione, perché le condizioni occupazionali sono tali, come sappiamo, come lei stessa ha ricordato, anche nel riguardare un numero piuttosto ingente di lavoratori precari, ma che sono dei precari piuttosto sui generis. Anche nell’audizione che abbiamo avuto lunedì scorso con i rappresentanti dei lavoratori, c’è stato detto che si tratta anche di una sessantina di precari che spesso hanno una situazione che si ripropone da 10 - 15 - 20 anni, e quindi è un livello di precariato, ahimè, purtroppo consolidato, e quindi questo ci pone veramente in una situazione di grande, grande preoccupazione per queste persone. D’altronde è stato richiesto un accordo da sottoscrivere ed ancora non è stato sottoscritto da parte del Comitato di Indirizzo, so che ci sarà una riunione a breve e si spera che almeno quest’accordo, che è stato proposto dalle parti, venga sottoscritto per dare qualche elemento di garanzia in più. Certo che non si capisce anche la logica del commissariamento. Cioè, sfiduciare ulteriormente Schwarz, perché sostanzialmente ad un po’ di mesi dalla sua nomina, peraltro ricordiamo che la nomina è avvenuta a seguito di un concorso che chiedeva la messa in atto di un Piano di sviluppo, quello che è stato sostanzialmente quello redatto da Guerzoni. Ma allora, a pochi mesi ha avuto modo di attuarlo questo Piano di sviluppo ed in che misure sono state attuate? Non ci sembra che siano state attuate molte di quelle misure, probabilmente era un piano che aveva anche intrinseche delle valutazioni non proprio così corrette, perché lei dice che si sono dimostrate minori le entrate rispetto alle spese che sono elevate, però probabilmente anche tutta una serie di iniziative, che già all’epoca, si fece notare, sembravano un po’ troppo ottimistiche in termini di aumento della bigliettazione, di operazioni di marketing, forse non erano poi così robuste, come infatti sono state. Mi risulta che anche le azioni di fatto messe in atto sono ben ben limitate, poi se si è fatto qualcosa, ecco... Azioni che forse sono più di immagine, ricordiamo il costo della mensa ed altro, ma quanto possono incidere rispetto ai numeri che ci ha riportato, ben ben poco, sono ordini di grandezza inferiori rispetto a quello che era necessario. Allora, mi sembra che tutta questa vicenda denoti una gestione molto molto improvvisata che ahimè affossa… SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. TRESSO Francesco Sì, vado in conclusione. Che affossa una delle istituzioni più significative, anche proprio per il riconoscimento che la Città ha nei confronti del Teatro Regio. Ahimè la scelta delle persone, di darla, non è stata felice e di questo lei se n’è presa in toto la responsabilità e di questo la ringraziamo perché almeno è una responsabilità che si prende e, ahimè, la persona che ha chiamato a riprendere in mano la situazione, di fatto la esautora dopo poco tempo, in (incomprensibile) del commissariamento che vediamo che è un grosso rischio, proprio in primis per i lavoratori e in secondo per tutto quella che è la visibilità dell’istituzione stessa. Credo ci sia bisogno di una politica molto più forte nei confronti di quest’istituzione. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Adesso ho la Capogruppo Artesio. Prego, ne ha facoltà per cinque minuti. Ha un problema la Capogruppo Artesio sull’audio. Possiamo provare comunque a vedere se riesce a fare l’intervento. Io non la sento, ha disattivato il microfono non sento il suo intervento. Non la sento. Proviamo… Vado avanti con gli interventi e la recupero dopo. Nel mentre cerchiamo di risolvere questo problema. Quindi (incomprensibile) la Vicepresidente Ferrero. Prego, ne ha facoltà. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Sì, grazie, Presidente. Io ritengo che il Regio di Torino non sia solo un patrimonio cittadino ma un patrimonio culturale italiano che rappresenta proprio la cultura stessa italiana proposta nel mondo. Il Teatro Regio non è mai stato un luogo di conflittualità sindacale, di rivendicazioni dei lavoratori da tempo immemore. Anche la qualità delle produzioni di questo Teatro cittadino è stata autorevolmente riconosciuta in innumerevoli sedi. Io, dal momento in cui anche il Bilancio non è stato ancora approvato dagli organi competenti, vorrei che ci fosse ancora un ripensamento, che fossero ancora audite le parti, i rappresentanti dei lavoratori, che ci fosse ancora un’interlocuzione forte con il Teatro, proprio perché questo è un orgoglio cittadino e in questo momento, proprio nel momento in cui c’è stato anche un risparmio dovuto alla chiusura del Teatro, il ripensare e richiedere delle risorse alle Fondazioni per riuscire ad arrivare a tutelare quello che è il lavoro di quasi 400 dipendenti, si parla di un numero di dipendenti tra fissi e saltuari, un numero grande, significativo ed importante. Consideriamo che il Governo dà i soldi alle grandi aziende per superare questo periodo, perché non a chi fa cultura e magari non fa automobili? Questa è una richiesta che io faccio assolutamente personale, non condivisa dal mio Gruppo di Maggioranza, perché non ho avuto modo ancora di confrontarmi. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Adesso ho il Capogruppo Ricca. Prego, Ricca. RICCA Fabrizio Posso, Presidente? SICARI Francesco (Presidente) Assolutamente sì. Prego. RICCA Fabrizio Allora, io mi permetto, ascoltando il dibattito, di fare una considerazione anche perché mi pare di capire che siamo tutti dello stesso intento, quello di salvaguardare quelli che sono i posti di lavoro. È proprio per questo che mi permetto di fare anche un appello, di tutti insieme chiedere, al netto del possibile commissariamento, che potrebbe anche essere una strada, ma il commissariamento non deve prescindere da quella che è la tutela dei dipendenti ad oggi. Lo dicevano anche altri interventi prima di me, diventa fondamentale mettersi nella condizione di salvaguardare i posti di lavoro. Quindi, dato che tutti vogliono salvaguardare i posti di lavoro, tutti vogliono salvaguardare il Teatro Regio, se la strada è quella del commissariamento, almeno fare in modo che sia un commissariamento che non va a pesare sulle spalle e soprattutto sul portafoglio dei lavoratori, in quanto alla fine rischiamo che siano solo loro a pagare questa situazione. Quindi io mi permetto di dire che, se tutti insieme, ma davvero, se tutte le forze politiche che siedono all’interno del Consiglio Comunale, provassero ad avviare un’interlocuzione con il Ministero, qualcuno è più facilitato perché la Maggioranza, ma anche una parte della Minoranza è rappresentata all’interno della forza di Governo, e anche tutte le altre forze politiche, se si mettessero insieme ed andassero a chiedere al Ministro Franceschini di fare, al momento di un possibile commissariamento, un’operazione che non vada a toccare quelli che sono i posti di lavoro, i 60/70 precari, ma non solo, ma vorrei anche evitare che venissero fatti dei tagli orizzontali. Questo potrebbe secondo me essere un primo passo, perché se vedono tutta la Città compatta e io sono convinto che l’Amministrazione Comunale, interloquendo con quella regionale, potrebbe trovare una sponda sicuramente favorevole. Questo permetterebbe almeno di provarci, poi chiaramente ci deve essere la volontà e ci devono essere le intenzioni. Tutto il resto è un punto interrogativo, però se come Consiglio Comunale riuscissimo ad avere l’idea tutti quanti almeno l’idea di andare a tutelare i lavoratori, io credo che faremmo il bene loro e faremmo il bene sicuramente del Teatro Regio. Per il resto poi si può parlare di tutto, però iniziamo, ripeto, e concludo, Presidente, a tutelare i lavoratori. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliere Ricca. Allora adesso ho l’intervento della Consigliera Albano. Al Gruppo del Movimento 5 Stelle dono rimasti tre minuti e venti di intervento. Prego, ne ha facoltà. ALBANO Daniela Grazie, Presidente. Cercherò di essere molto breve. Io soltanto per unirmi alle preoccupazioni in relazione al commissariamento del Teatro e soprattutto per lanciare un appello per salvaguardare quella che è l’eccellenza artistica del Teatro Regio. Abbiamo un’orchestra importante che, appunto, ci è invidiata in tutta Italia e credo che sia importante soprattutto avere un occhio di riguardo per tutta quella che è la componente artistica del Teatro. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliera Albano. Solo un attimo. Adesso ho la Vicecapogruppo Pollicino, al Gruppo è rimasto un minuto e mezzo. Prego. POLLICINO Marina Grazie, Presidente. Non è esatto imputare a capriccio ciò che era fatto di costume, ma un’Amministrazione accorta avrebbe dovuto intuire i rischi di un andazzo simile. Che nessuno si avvedesse dell’imbroglio, che in una (incomprensibile) nella quale certe cose dovevano pur sapersi, è impensabile. Può darsi che per le finalità recondite la partita fosse avvolta nel riserbo o che, chi le maneggiava, ostentasse la stessa pigra nonchalance, che distingueva il vertice. Tranquilli, il brano che ho letto non è tratto da un quotidiano di queste ultime settimane, ma sono le parole con le quali lo studioso Tamburini descriveva il clima sociale ed amministrativo nel quale nacque a fine ‘600 il Teatro Regio. Tralasciando i passaggi più inquietanti di quei giudizi, la stessa nonchalance la incontriamo oggi. Sì, perché colloquiare con l’attuale Maggioranza sui temi del Regio in questi anni era del tutto inutile. Abbiamo un management di prim’ordine, abbiamo un piano industriale solidissimo, amen. Risultato a fine consiliatura, la parabola si conclude con il tonfo sordo del commissariamento, dietro il paravento dell’emergenza Covid, in sintonia con quanto già richiesto al Ministro Bonisoli dal PD. Ora la Sindaca potrà inserire nel catalogo delle battaglie perse anche la vicenda del Regio, come il TAV. peccato che le battaglie perse abbiano le loro vittime dimenticate e quelli sono 350 dipendenti con le loro famiglie che, senza nemmeno essere state consultate, attraverso le loro rappresentanze sindacali, verranno catapultate verso l’ignoto del commissariamento, commissariamento che avviene a valle del Decreto Rilancio, che per il ‘20 - ‘21 ripartisce 400 milioni di euro, viene aumentato il fondo previsto dal “Cura Italia”. SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. POLLICINO Marina Sì, arrivo. Le Fondazioni accedono al FIS e sono previsti, fino alla riapertura, la sospensione delle ritenute previdenziali e dei premi per l’assicurazione, il tutto senza condizionalità, eppure si va al commissariamento. I lavoratori temono che ancora una volta ne faranno le spese. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Le ho concesso un pochino di tempo in più, perché non le ho troncato l’intervento, quindi ci sarà elasticità su tutti i prossimi interventi. Proviamo a recuperare l’intervento della Capogruppo Artesio. ARTESIO Eleonora Grazie, Presidente. io intervengo per sottolineare un aspetto legato al fatto che la manifestazione del personale e dei professionisti che si è scorsa lunedì scorso e che abbiamo potuto accompagnare in videoconferenza, accanto a tutte le dichiarazioni che ho letto in questi giorni, anche in attesa dell’incontro della delegazione sindacale con la Sindaca, riponevano un’aspettativa nel ruolo del Consiglio Comunale relativamente a questa vicenda, tant’è che viene chiesto di organizzare una Commissione Cultura nella quale possano essere audite le parti, le loro preoccupazioni e non soltanto, ma anche le loro interpretazioni della situazione ed anche le loro aspettative sul futuro. Devo dire che svolgiamo questa discussione in sede di comunicazione in un ambiente e con argomentazioni, a cominciare da quelle che proporrò io, che probabilmente non sono ancora a livello dell’aspettativa di tutti i soggetti interessati e questa nostra difficoltà di entrare nel merito in maniera più stringente, deriva sicuramente da alcuni elementi ancora poco chiari, almeno a me poco chiari, della ricostruzione che c’è stata data dalla Sindaca pocanzi, perché certo l’immediatezza della decisione e le modalità della comunicazione, hanno creato uno sconcerto ed alcune difficoltà di comprensione, che perdurano fino a questo momento. Certo, che ci fossero difficoltà strutturali relativamente alla sostenibilità finanziaria ed alla possibilità di fare degli investimenti che nel tempo stesso richiedevano delle coperture di spesa e però nel tempo stesso andavano nella definizione della qualificazione dell’attività del Teatro Regio ci era noto, le polemiche relativamente alle modalità con le quali le istituzioni nel tempo avevano concorso ai propri impegni finanziari ci erano altrettanto noti, le critiche, le contestazioni, che erano state mosse nelle nomine del Sovrintendente ci erano altrettanto noti, quel che però non è chiara è l’incredibile modalità con la quale nell’arco di una giornata si è arrivati a questa determinazione. In tempi non sospetti avevo chiesto di poter accedere ai verbali del Consiglio di Indirizzo delle sedute dei mesi precedenti, ancora non l’ho avuto, mi rendo conto che adesso riveste quella richiesta una caratteristica un po’ più particolare, perché forse potrei comprendere il clima nel quale è maturata quella determinazione. Ma ciò che vorrei sottolineare è che il fatto stesso che la Sindaca abbia dovuto verificare, in base all’articolato delle norme, la necessità di un automatismo nel procedere al commissariamento, ci dice che nelle premesse quest’automatismo non era certo, non era condiviso, almeno non era condiviso dal punto di vista normativo e che quindi si è dovuto capire se il contesto specifico obbligasse o consentisse di procedere in quella direzione. Io continuo ad essere nell’opinione che in realtà si è consentito di procedere in quella direzione e si è consentito di farlo per una scelta che ha delle argomentazioni, che sono state fornite, ma che è prevalentemente una scelta politica, che è stata evidentemente condivisa con i soggetti che si sono nel tempo impegnati a salvaguardare le finanze del Teatro Regio. Ora, la questione ha, come hanno detto i colleghi, dei risvolti legati alla tutela dell’occupazione, di un’occupazione qualificata, che colpevolmente, nel tempo, è stata mantenuta precaria; ma ha anche un risvolto legato all’identità, all’immagine, alla programmazione, al ruolo che il Regio ha nella nostra Città. Gira voce, anche sommessamente, ma non è un pettegolezzo, è una valutazione di carattere politico, che in un quadro generale, che non è mai stato sottaciuto dai Ministri, relativamente al numero delle Fondazioni Liriche in Italia, queste condizioni di debolezza strutturale e conclamata, nel caso del Regio stiamo parlando di debolezza conclamata, possa entrare anche nell’ordine dei ragionamenti complessivi, rispetto ai declassamenti dell’essere o non essere Fondazione Lirica. Allora, da questo punto di vista, il livello della discussione meriterebbe, a mio modo di vedere, un salto di qualità. Come qualcuno ricordava prima, gli interlocutori non sono affatto estranei alle Maggioranze di questo Consiglio Comunale, né lo sono alla parte significativa dell’Opposizione. Mentre attendiamo di comprendere e di conoscere quali siano nel dettaglio gli aspetti di carattere economico - finanziario, forse conviene aprire una discussione più generale, che è anche quella che poi garantisce. SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. ARTESIO Eleonora Che poi garantisce sulla tenuta dei livelli occupazionali e sul ruolo del Regio nel panorama delle Fondazioni Liriche proprio con il livello politico nazionale, perché questa questione non può essere liquidata come una questione esclusivamente di tipo finanziario. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Adesso ho la Consigliera Foglietta. Ne ha facoltà per cinque minuti. Prego. FOGLIETTA Chiara Grazie, Presidente. Io sono piuttosto perplessa dall’intervento che ha fatto la Presidente della Fondazione, ma non tanto perché ha sciorinato che non sono ancora definitivi i bilanci, non è stato ancora approvato, quanto per la freddezza con la quale è riuscita a dichiarare all’Aula che o si commissaria o non si può fare diversamente. Vede, Sindaca, lei è Presidente di questa Fondazione da quattro anni e se, quando era Sovrintendente il suo amico Graziosi, andava tutto bene ed il Bilancio era perfetto, mi chiedo come mai voi allora, voi, parlo per conto suo, in qualità di Presidente di Fondazione e dell’Assessora Leon, che sempre ci avete rassicurato sui conti della Fondazione, come mai adesso sia tutto buoi ed opaco. Il dubbio viene che dopo la vicenda della Procura di giovedì mattina, sia stato un grandissimo colpo di coda invocare il commissariamento. Bene ha fatto a ricordare che venerdì scorso lei non ha incontrato il Consiglio di Indirizzo, ha incontrato alcune persone, tra le quali non c’era, perché non è stato invitato, l’attuale Sovrintendente. Lei ha sciorinato tantissimi numeri, io ho anche segnato i famosi 8,5 milioni per risistemare ed ammodernare la macchina scenica. Lei aveva fatto un intervento, peraltro abbastanza recente, il 4 marzo, un video che poi ha lanciato sui suoi social, con l’Assessora Leon e il Sovrintendente Schwarz, in cui, appunto, dichiarava che erano stati sbloccati questi soldi e che si sarebbe potuto procedere con i bandi. Un uccellino mi ha detto che lei dà quasi per certa la gestione di questa macchina scenica e del riammodernamento, ad una persona che è Nastasi e vorrei sapere se me lo può confermare o non me lo può confermare. Vede, Sindaca, io sono piuttosto contenta di alcuni collegi, soprattutto della Maggioranza, abbiano chiesto che lei stoppi questo commissariamento. Faccio mie anche le loro parole, perché vede non è tanto il dire dovevano già farlo nel 2017, ma farlo ad un anno dalla fine del mandato elettorale, dopo che c’è stata un’emergenza Covid, che in realtà in nessun modo ha influenzato i Bilanci del 2020 e l’hanno già spiegato molto bene i colleghi, ma che influenzerà tantissimo la questione futura del Teatro. Io ho come l’impressione che in realtà il Teatro venga poi declassato, come previsto dalla Legge 160/2016. Sono altresì preoccupata dei livelli occupazionali, che non si è capito, che oggi l’ha ribadito, che li tutelerà, ma io finché non lo vedremo non possiamo che esserne certi. In questi quattro anni lei doveva fare di tutto per non arrivare a questa situazione, mi chiedo che senso abbia farlo adesso, nonostante tutti gli spergiuri del passato e il continuare a dire, anche in alcune Commissioni Comunali, al più tardi di un anno fa, quando c’era ancora il Sovrintendente Graziosi, dire che andava tutto bene. Non mi pare proprio. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Solo un attimo. Adesso ho il Consigliere Giovara. Può intervenire per i rimanenti tre minuti. Prego, ne ha facoltà. GIOVARA Massimo È con grande rammarico e delusione che vedo che, come sempre, quando si parla di un problema in Italia, diventiamo tutti automaticamente esperti. Ebbene, io faccio il contrario. Io non sono affatto esperto, anche se molti di voi sanno che mi sono occupato di questo problema. Vi invito a leggere un articolo della Gabanelli, in cui si parla dei problemi della lirica italiana, per avere un contesto un po’ più chiaro. Nel ’96 gli Enti Lirici erano così indebitati che dovevano fallire tutti, poi li salvò una riforma, la riforma Melandri. Ora, cosa ha fatto, invece, quest’Amministrazione? Io ve lo ricordo a tutti. C’era ancora il Sovrintendente Vergnano e abbiamo presentato una mozione di 15 pagine per far salire il Regio ad un livello superiore, al pari di Santa Cecilia e della Scala, che la Gabanelli cita come un Ente che si regge sulle proprie gambe, la Scala, l’unico Ente che si regge sulle proprie gambe in Italia. Abbiamo presentato questa mozione e ci è stato detto che, anche se la legge permetteva al Regio di salire di livello, quella legge era stata scritta su due enti lirici, era stata scritta ad ente liricum, quindi era inutile fare questo sforzo. E quindi già da subito abbiamo avuto delle resistenze rispetto a questo tema, dopodiché il Sovrintendente Vergnano si è dimesso con un anno di anticipo e, dopo che si è dimesso, magicamente abbiamo scoperto che l’Ente Lirico era in grave sofferenza economica, aveva dei debiti giganteschi. Ne abbiamo sentito parlare. Il debito del Regio ammonta esattamente al Bilancio della Cultura della Città di Torino, più o meno 20 e passa milioni, 20 e passa milioni, tra cui ci sono anche i soldi che mettiamo dentro al Regio tra questi 20 e passa milioni. Per il resto della Cultura rimane qualche centinaio di migliaia di euro. Io sono assolutamente d’accordo sulla tutela dei lavoratori, sono d’accordo sulla tutela di tutti i lavoratori dello spettacolo ed una forza di Sinistra o di Centro Sinistra, dovrebbe essere d’accordo anche lei sulla tutela di tutti i lavoratori dello spettacolo. Per quanto riguarda questo, abbiamo fatto anche delle Commissioni, dedicate al tema, proprio durante il lockdown Covid ed in questa Commissione è risultato, ad esempio, che i sindacati nella prosa non esistono, non parliamo dei piccoli club e di altri gruppi. Abbiamo visto sindacati molto agguerriti, abbiamo anche visto che ci sono dei lavoratori, probabilmente la maggior parte all’interno del Regio, che erano favorevoli ad un Piano di sviluppo che è scaturito da una mozione, perché quel Piano di sviluppo, scritto da un professionista, che ha avuto interlocuzioni con tutti i lavoratori del Regio, è stato scritto anche accogliendo diverse delle istanze che erano state presentate in questa mozione. Uscendo dalla questione giudiziaria, perché qualcuno ha cercato anche di collegare, anzi molti di voi avete cercato di collegare la vicenda giudiziaria con il commissariamento, perché è un gioco facilissimo, è un gioco da romanziere, è bellissimo, soprattutto quando si è in campagna elettorale, collegare le due cose, perché è molto facile far credere alle persone che ci ascoltano che sia quello il collegamento, io andrei a vedere che cosa ha fatto in un anno William Graziosi. SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. GIOVARA Massimo Non è ancora arrivato in giudizio, ed io fare attenzione a chi è indagato ad attaccarlo, perché ci sono anche altri indagati, il precedente Sovrintendente è stato indagato per questioni di sicurezza, ci sono state delle persone finite in ospedale, dopo avvertimenti. Allora, io concludo dicendo che forse, prima di parlare e di strumentalizzare questa vicenda, bisognerebbe fare come ha fatto, ad esempio, il mio collega Ricca, dire lavoriamo insieme per tutelare i livelli occupazionali ed il futuro vero del Regio, non il futuro di un Ente che continuerà ad avere bisogno di milioni che comunque per forza finiscono negli interessi bancari e che comunque per forza vengono sottratti ad altre realtà culturali. Concludo dicendo che sono state le Fondazioni private a dire basta, non possiamo più mettere questi soldi, perché il Comune di Torino, come sapete tutti, è in grave sofferenza finanziaria. SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. GIOVARA Massimo Grazie, ho concluso, Presidente. Ho finito. SICARI Francesco (Presidente) Perfetto. Adesso ho una richiesta di intervento, forse è un errore perché mi è arrivata solo privatamente, non l’ha messo in chat pubblica, da parte della Consigliera Patriarca, che può intervenire per i due minuti rimanenti al proprio Gruppo del Partito Democratico. Prego, ne ha facoltà. PATRIARCA Lorenza Grazie. Scusi, credevo di avere scritto sulla chat pubblica ed invece no. Allora, io, appunto, sono in Consiglio solo da pochi mesi, ma in questi pochi mesi il Sovrintendente Schwarz è venuto in V Commissione a presentare le prospettive per il Teatro e assolutamente questa situazione che la Sindaca ha definito assolutamente drammatica e conosciuta da tempo, non è emersa sicuramente lui ha raccontato del mancato finanziamento da parte del MIBACT per oltre ben 2 milioni e che questo, 1 milione e 2 forse, ed ha sicuramente sottolineato che c’erano delle difficoltà, ma assolutamente minimizzando il problema, anche rispetto a domande specifiche di alcuni Consiglieri. Quindi io quello che voglio sottolineare, anche rispetto all’intervento che mi ha preceduto, che ha parlato, mi sembra, di altre cose e di passato, è che in tutti questi mesi spessissimo abbiamo sentito da parte della Maggioranza la narrazione del fatto che tutto quello che succedeva era colpa dell’Amministrazione precedente. Allora, io credo che chiunque governi una città, una città poi come Torino, debba prendersi le proprie responsabilità, perché, come dire, accusare gli altri va benissimo in campagna elettorale, ma quando poi si prendono le redini della gestione, bisogna poi rendere conto ai cittadini di cosa si fa e soprattutto dopo quattro anni, e rispetto al Regio sicuramente questo è molto vero, perché la Sindaca ha nominato due Sovrintendenti, un Consiglio di Indirizzo, ha voluto un Piano Industriale e credo che dire che il commissariamento derivi da una scelta delle fondazioni bancarie non sia giusto perché la stessa Sindaca l’ha imputata, invece, ad un fatto necessario, strutturale ed ad una sua decisione che presenterà al Consiglio di Indirizzo, subito dopo la definizione del Bilancio, che sa essere in situazione critica. Quindi, io credo che ci coglia, proprio perché tutti ci teniamo al teatro, il Teatro Regio è davvero un Ente Lirico di eccellenza, è un simbolo per la nostra Città e anche gli interventi di due Consiglieri di Maggioranza, che chiedono alla Sindaca di ripensarci, fanno proprio capire quanto quest’opinione sia molto condivisa. Quindi, io credo che tutti siamo dell’idea che si debba fare tutto il possibile per evitare un commissariamento, perché è vero che la Sindaca dà delle sue rassicurazioni, ma nel momento in cui è un commissario a decidere, sarà lui o lei a prendere quelle decisioni che nessuno può garantire, rispetto alla continuità, alla qualità del teatro e alle garanzie dei livelli occupazionali che sono state date, secondo me, senza davvero poterne essere certi. Grazie. Buongiorno. SICARI Francesco (Presidente) Scusate, soltanto un attimo. Con ordine. Non ho altri interventi segnati. Quindi, lascio la replica alla Sindaca. Prego, Sindaca. APPENDINO Chiara (Sindaca) Grazie, Presidente. io accolgo con piacere l’interesse del Consiglio e la legittima preoccupazione, che peraltro condivido e credo che non abbia colore politico rispetto alla volontà di tutelare i lavoratori e le lavoratrici, cosa che, come ho avuto modo di ripetere, condivido e ovviamente faremo tutto il possibile, tant’è che lo stiamo facendo anche in queste ore, però vorrei fare qualche passo indietro, perché ho sentito, come dire, alcune affermazioni che mi lasciano alquanto basita, non so se sia freddezza, per citare la Consigliera Foglietta. Allora, innanzitutto specifichiamo una cosa, il Consiglio di Indirizzo non è nominato dal Sindaco, com’è stato detto nell’ultimo intervento, il Consiglio di Indirizzo è presieduto dal Sindaco e i soci identificano i partecipanti al Consiglio di Indirizzo, quindi ogni socio: la Regione ha un suo rappresentante, che ha condiviso peraltro il percorso che stiamo facendo, ce l’hanno le Fondazioni bancarie e ce l’ha IREN e ci sono anche, come dire, i soggetti privati. Il Sovrintendente partecipa al Consiglio di Indirizzo, perché ha la responsabilità della gestione. Ora, l’ho detto anche pubblicamente e non c’è nulla da nascondere, al Sovrintendente è stata comunicata questa scelta, non ha partecipato alla discussione rispetto a questa scelta. Al Sovrintendente attuale è stata comunicata questa scelta, che, per rispondere anche alla Consigliera Artesio, è una scelta. Io non mi sono nascosta dietro a tecnicismi, ho detto chiaramente nel mio intervento iniziale che si poteva intervenire teoricamente con magari un milione per ridurre quel disavanzo ed evitare il commissariamento ma evitare il commissariamento avrebbe voluto semplicemente spostare, com’è già stato fatto tante volte negli anni passati, pensiamo a quando ci fu la Legge Bray nel 2013, tanti Teatri decisero di usare la Legge Bray per risolvere i problemi strutturali, evitare questa scelta significava metterci una pezza e magari arrivare anche in campagna elettorale tutti soddisfatti nel dire che in qualche modo avevamo risolto tutti i problemi del Regio, nascondendo per l’ennesima volta sotto la polvere il fatto che quel Teatro non sta in piedi, e mi spiace dirlo così, e lo dico, non so se sia freddezza o altro, con grande rammarico. Io sono dispiaciuta di non essere riuscita in questi quattro anni, due anni con il Piano industriale che evidenziava le difficoltà finanziarie ed economiche, non è che ce le siamo inventati oggi, Consigliera, il Piano Industriale evidenzia le difficoltà economiche, finanziarie e strutturali, il MEF, che non fa parte della politica, e la Corte dei Conti, ha identificato delle problematiche strutturali. Poi sì, Appendino non è riuscita a risolvere i problemi, non ci sono riuscita, non ci sono riuscita e tornassi indietro, lo dico anche qua in Consiglio Comunale, probabilmente farei la scelta che sto facendo oggi l’avrei dovuta fare qualche anno fa perché quei 10 milioni di euro che sono stati messi potevano essere utilizzati per rifinanziare e ripatrimonializzare l’Ente. E sì, non ci sono riuscita. Ma guardate che la scelta di commissariamento è un atto di responsabilità per chi verrà dopo di noi, perché con un commissario noi possiamo fare delle cose che sono nel Piano, che senza commissario non riusciremmo a fare. Io capisco che si possa non condividere questa scelta, davvero, lo capisco, è una scelta dolorosa, l’ho detto nel mio intervento, è una scelta dirompente ed è una scelta che faccio personalmente e anche insieme ai soggetti con cui mi sono confrontata, con la consapevolezza che è l’unica strada in questo momento e per il futuro del Teatro per rilanciarlo, perché 30 milioni di debito accumulato negli anni sono una cifra enorme, perché una non capacità di pagare i nostri artisti, significa che quel Teatro non riuscirà ad attirare artisti internazionali. E poi permettetemi, Consigliera Ferrero, il Teatro è stato luogo di tensioni per anni, quel Teatro è stato luogo di tensioni per anni. Io non voglio ricordare la storia precedente alla mia, Noseda, Vergnano, tutto quello che è successo, non lo voglio ricordare, perché non è questo il punto, noi dobbiamo guardare avanti, e non voglio convincere nessuno rispetto alla scelta che sto facendo. È legittimo pensare che questa scelta sia magari una scelta sbagliata, vorrei solo essere chiara, questa scelta è frutto ed è frutto, ve lo assicuro, di un atto di responsabilità per cercare di salvaguardare il teatro e metterlo nelle condizioni di guardare il futuro. Sento parlare di uccellini, io non so quali uccellini la Consigliera Foglietta veda in giro in primavera - estate, non lo so, so che la persona che lei ha citato, il dottor Nastasi, è Segretario Generale del MIBACT, quindi fa parte del Ministero ha un ruolo molto importante all’interno del Ministero presieduto da Franceschini e peraltro è incompatibile, perché il Segretario Generale non può fare il Commissario, quindi non so cosa voglia dire che lui debba mettere le mani sulla quota scenica, francamente a me questo tipo di approccio non appartiene. Cioè, se c’è qualcosa che deve dire, lo dica direttamente, ci mancherebbe, ma il Segretario Generale Nastasi, dottor Nastasi, è persona di fiducia del Ministro Franceschini e fa il Segretario Generale del Ministero. Peraltro, da quanto io ho potuto avere modo di conoscere e con cui confrontarmi, mi sembra una persona molto competente, lo ammetto, una persona molto competente, ma non c’entra nulla con un suo ruolo all’interno del Teatro, anche perché sarebbe assolutamente incompatibile. Ora io, ripeto, vorrei cogliere, come dire, l’aspetto positivo, che io condivido, che è la tutela del livello occupazionale del teatro, che mi preoccupa, sia come Presidente della Fondazione, si come Sindaca di questa Città, soprattutto in un momento economico e sociale come quello che stiamo vivendo. Comprendo, come dire, la non condivisione di un percorso così dirompente, lo comprendo, ma vorrei che si potesse almeno avere il dubbio, per chi non ci credesse, almeno avere il lontano dubbio, che quello che stiamo facendo non lo stiamo facendo perché qualcuno ce l’ha con il Regio, ma perché il Teatro Regio ha bisogno di interventi strutturali che sono indicati nel Paino Industriale, che noi non siamo riusciti a portare a termine fino in fondo, qualcosa siamo riusciti, non abbastanza, e che quel Piano industriale, con quelle logiche, quindi, che dicevo prima: ripatrimonializzare la Fondazione, ristrutturare il debito, garantire liquidità, attuare il Piano legato agli investimenti, possa permettere a chi sarà Presidente dopo di me, perché attenzione, voglio specificare, il Commissario, come qualcuno ha giustamente ricordato, interviene e sostituisce il Consiglio di Indirizzo e ha poteri anche di deroga rispetto alle norme nazionali, che il Consiglio di Indirizzo non ha. Ecco, forse il mio auspicio ed io farò di tutto da questo punto di vista, nel mio ruolo, finché sarò Sindaco, poi chi arriverà, chi farà il Sindaco dopo di me, chi dovrà fare il Presidente del Teatro dopo di me potrà pensare quello che vorrà di questa fase, certamente complicata, ma quello che io farò sarà certamente cercare di tutelare i lavoratori e le lavoratrici, cosa che stiamo facendo anche in queste ore, lo voglio ricordare, in particolare sui tempi determinati, ma io devo garantire a quel Teatro che possa tornare ad essere un Teatro paragonabile agli altri, un Teatro che è in grado di pagare i fornitori, che paga i dipendenti, che paga gli artisti, che non ha un fardello di debito da 30 milioni e che finalmente può tornare ad essere attrattivo. Ripeto, io penso, come diceva anche la Consigliera Capogruppo Artesio e l’Assessore Ricca e il Presidente Giovara, che la Commissione possa fare un buon lavoro da questo punto di vista sul tema della tutela dei lavoratori, come dire, anche elemento di riferimento, visto che il Consiglio di Indirizzo sarà sostituito dal commissario e su questo mi troverete, potete crederci o non crederci, vi assicuro, sia me, sia l’Assessora Leon, disponibili e pronti a fare la nostra parte. Cioè, non prendiamoci in giro, avessimo messo quest’anno il 2 milioni e mezzo per evitare il commissariamento, non avremmo risolto i problemi del teatro in un’ottica futura, ci avremmo messo una pezza, forse l’ennesima pezza, e quindi noi ci prendiamo questa responsabilità siamo disponibili ovviamente per tutti i confronti, faremo lo stesso anche con il sindacato, perché comunque il Bilancio 2019 non è ancora chiuso, quindi lo trasmetteremo ai lavoratori, alla Commissione Consiliare, che credo sarà interessata al tema, appena sarà definito, prima che vada, quando viene trasmesso sostanzialmente all’assemblea dei soci, in modo molto trasparente, oggi non c’è, come qualcuno diceva giustamente, non abbiamo gli elementi, appena ci saranno vi saranno trasmessi, ma credo che, al di là delle appartenenze politiche, al di là delle nostre storie personali, nessuno, né di Destra, né di Sinistra, né del Movimento, nessun Sindaco, credo, nella storia di Torino, voglia fare del male al Teatro. Stiamo cercando tutti e abbiamo tutti cercato, ciascuno con le proprie scelte, ci cui si assume la responsabilità, di cercare di risolvere una situazione che dal mio punto di vista è diventata irrisolvibile, non possibile da risolvere con strumenti ordinari. Noi continueremo a dialogare, ripeto, con i sindacati, continueremo a dialogare con la Commissione e vi aggiorneremo passo dopo passo. Il prossimo passo sarà sicuramente la trasmissione degli atti del Bilancio consuntivo 2019, appena lo avremo, così come rivisto dal Collegio dei Revisori e della Società di revisione e su questo siamo di nuovo disponibili a confrontarci, com’è corretto che sia, sia con la Commissione Consiliare, sia con il Teatro. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Sindaca. Con la replica abbiamo chiuso la trattazione delle richieste di comunicazione di questo Consiglio. |