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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 1 Giugno 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 7
INTERPELLANZA 2020-01068
"OPERATORI SOCIO SANITARI, FORMAZIONE E RECLUTAMENTO" PRESENTATA IN DATA 4 MAGGIO 2020 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Passo all’interpellanza successiva. Verifico solo la presenza della Consigliera Artesio.

ARTESIO Eleonora
Presente.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Perfetto, grazie a lei, Consigliera. Allora, si tratta della numero meccanografico
202001068/002, che ha come titolo:

“Operatori socio sanitari, formazione e reclutamento”

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
È stata presentata in data 4 maggio del 2020, la prima firmataria è la Consigliera
Artesio, seguono Magliano, il Consigliere Curatella e dà risposta l’Assessora Schellino,
a cui passo la parola.

SCHELLINO Sonia (Vicesindaca)
Grazie. Il Comune di Torino attraverso la SFEP, in ottemperanza alla Legge
Regionale 1 del 2004, dispone dell’elenco aggiornato di tutti i qualificati sul territorio
torinese. In tutti i percorsi formativi OSS, SFEP svolge attività di monitoraggio
attraverso il Comitato tecnico-scientifico e la presenza agli esami di qualifica, per alcuni
corsi ne tiene anche la gestione. Nell’anno formativo 2018-2019 sono stati qualificati
302 Operatori sociosanitari, di cui 231 provenienti dagli 11 corsi finanziati con fondi
del Fondo Sociale Europeo, 71 provenienti da tre corsi autofinanziati da Randstad,
Synergie e Cooperativa Frassati e i corsi sono stati gestiti da CIOFS, ENGIM, ENAIP,
INFORCOOP, Istituto Flora, IUSTO e SVE. Al momento attuale, risulta che la quasi
totalità, intorno al 90% dei qualificati dell’anno ’19, lavora come OSS, la maggioranza
in RSA, in subordine in ospedale, tramite agenzie interinali e cooperative, una
percentuale più bassa lavora invece in comunità per disabili e a domicilio, soprattutto
attraverso cooperative. Una percentuale minima, intorno al 10%, non lavora o non
lavora in ambito assistenziale. Per quanto riguarda la tenuta lavorativa si fa rilevare che
nei corsi transitano allievi con una forte motivazione al lavoro, ma che non regge
l’impatto con il ruolo e con le condizioni di lavoro ce n’è un piccolo numero; si verifica
quindi che, terminato il corso, i qualificati lavorano qualche anno e poi lasciano. Molti
operatori qualificati, a seguito della crisi del 2008, in particolare uomini, sono tornati ai
precedenti mestieri. Diverso è quindi il follow-up se si considerano i qualificati di
cinque-sei anni fa. Essendo un lavoro piuttosto impattante anche dal punto di vista
emotivo è comprensibile che le persone non lo facciano per tutta la vita. Con le strutture
sociosanitarie e socioassistenziali coinvolte negli stage, SFEP ha una relazione costante
non solo di monitoraggio dello stage dei singoli allievi, svolto prevalentemente dalle
agenzie, ma in confronto rispetto all’efficacia della formazione nelle esperienze
lavorative e nel mantenimento di un legame costante tra formazione e mondo del lavoro,
attraverso incontri periodici uno o due volte all’anno. Le RSA coinvolte sul territorio
torinese sono 21; le comunità e i gruppi appartamento per disabili sono 42; i centri
diurni per disabili sono 27; gli ospedali coinvolti sono i presidi ospedalieri dell’ASL
Città di Torino, parte dell’Azienda Universitaria Ospedaliera Città della Salute e della
Scienza e l’Ospedale Koelliker. Questa costante collaborazione, che prosegue dalla
nascita dei corsi OSS, consente già a fine corso di mettere in connessione la richiesta di
lavoro con l’offerta lavorativa formata e anche in questa emergenza ha reso
particolarmente fluida la relazione e la richiesta di personale in seguito alla
D.G.R. 4 1141 del 20 marzo 2020. Sono arrivate alle agenzie e-mail e richieste
telefoniche, poi anche diffuse attraverso SFEP, a tutte le agenzie di Torino che avevano
elenchi di corsisti qualificati o in formazione. Si precisa che le nuove risorse coinvolte
nell’emergenza sono state reperite solo tra i corsisti perché gli OSS erano già impegnati
o non erano disponibili. A oggi circa il 40% dei corsisti sta lavorando nei presidi
sociosanitari e socio-assistenziali. La carenza o l’indisponibilità degli OSS, ad avviso
del Comitato tecnico, che è composto da Comune di Torino e agenzie formative del
territorio, è determinata da variabili multiple non approfondite attraverso strumenti di
ricerca, ma basate su elementi di osservazione ricorrenti sui territori che possiamo
ricondurre a queste problematiche: intanto la pesantezza del ruolo, si occupa di
sofferenza, di malattia, di morte, in modo diretto; le condizioni organizzative e di
minutaggio generano insorgenza di burnout, in particolare nelle RSA; il riconoscimento
economico dei servizi e la copertura dei contatti OSS è basso; ci sono scarsi sistemi
incentivanti. L’incontro domanda-offerta viene veicolato prevalentemente dalle agenzie
per il lavoro e dai datoriali privati direttamente, cooperative, associazioni o aziende
S.p.A.. Come si evidenzia dal punto precedente la collaborazione con questi Enti è
assidua e costante. L’ASL non ha richiesto collaborazioni, nel senso che veniva posto
dalla domanda, ma ha utilizzato proprie graduatorie di concorso ancora valide,
svuotando ulteriormente le RSA. Con la Regione Piemonte è attivo il dialogo con la
Formazione Professionale e con la Direzione Coesione Sociale, Settore
Programmazione socioassistenziale e socio-sanitaria, nell’ottica di affrontare le carenze
degli OSS alla luce della D.G.R. ultima, 1141, sostenendo gli allievi non ancora
qualificati immessi sul mercato del lavoro in modo straordinario. Per questa ragione,
oltre al sostegno dei tutor dei corsi, gli allievi attraverso…, scusate, oltre al sostegno dei
tutor dei corsi agli allievi attraverso telefonate, lezioni di rielaborazione in modalità
FAD, si è costruito un legame con i datoriali anche per il riconoscimento del credito
lavorativo all’interno del percorso ancora in atto. In questa occasione abbiamo
consolidato il pensiero che il bilanciamento tra formazione e competenze richieste dei
servizi non è più completamente adeguato. È necessario ripensare il percorso
complessivo anche aumentando le ore previste dallo standard formativo e attivare
contestualmente moduli di specializzazione da acquisire anche in formazione continua.
A titolo esemplificativo alcune esigenze su cui necessitano approfondimenti formativi
sono l’aumento dei bisogni sanitari nei servizi tipicamente assistenziali; la modifica del
rapporto educatori/OSS nella psichiatria; l’aumento del minutaggio assistenziale nei
servizi per la disabilità; l’interrelazione tra aspetti assistenziali, sanitari ed educativi con
il variare dei bisogni della popolazione, le nuove povertà, le nuove disabilità. In tal
senso, la Regione ha convocato il 21 maggio un incontro per la ridefinizione dello
standard formativo degli OSS, un incontro tecnico, in seguito all’accordo, ai sensi
dell’articolo 4 del Decreto Legislativo 28 agosto ’97… le Regioni e le Province
Autonome di Trento e di Bolzano concernente la revisione del profilo professionale
dell’Operatore Socio-Sanitario istituito con accordo sancito il 22 febbraio 2001 e per la
definizione dell’ordinamento didattico dei corsi di formazione. Quindi ci sono
interlocuzioni tecniche in corso e, se lo si desidera, naturalmente potremmo chiedere un
approfondimento tecnico anche alla Regione in un eventuale Commissione, che
ovviamente valuterete se è opportuno avere. Grazie.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Sì, grazie, Assessora Schellino.
Passo la parola alla Consigliera Artesio.

ARTESIO Eleonora
Grazie. La domanda era semplice, la risposta è stata molto diffusa e poco puntuale. La
domanda semplice era la seguente: “La Città di Torino concorre per la competenza
formativa alla definizione della qualifica e dell’individuazione delle graduatorie del
personale che rientra nelle competenze di OSS” e questo già la dice lunga sul fatto che il
Comune di Torino ha un ruolo diretto relativamente a tutte le tematiche del socio-
assistenziale, lo dico rispetto a coloro che ritengano che il Comune non sia parte in
causa rispetto alla tematica delle RSA. Durante la condizione della pandemia, abbiamo
avuto delle criticità rilevanti nel comparto sanitario ospedaliero, laddove era necessaria,
tanto la competenza clinica medico-infermieristica e la competenza socio-sanitaria del
personale OSS, tant’è che sono state autorizzate anche le assunzioni di personale in
formazione. Nelle situazioni di RSA, a conseguenza delle condizioni di quarantena dei
lavoratori dipendenti e a conseguenza delle esigenze di maggiore tutela, sicurezza e
distanziamento delle persone malate ricoverate nelle RSA, l’organico del personale OSS
è risultato ampiamente insufficiente e i soggetti gestori delle stesse RSA si sono trovati
in significativa difficoltà al reclutamento del personale con questa qualifica, ancorché il
D.G.R. Regionale avesse autorizzato anche l’assunzione di personale in formazione. La
domanda era molto puntuale: “A fronte della verifica evidente del significativo ruolo
professionale del personale OSS - ne avessimo avuto bisogno la manifestazione che si è
svolta alcuni giorni fa in piazza Castello ha reso anche pubblicamente evidente quanto
diffusa sia questa professione, quanto significativa sia e altrettanto quanto sia
sottovalutata -, a fronte di questa situazione, l’Amministrazione Comunale, che pure
converge sulla formazione, che pure converge nel concorso, almeno per la
partecipazione economica, alla gestione delle RSA per i soggetti incapienti, che pure
converge alle tematiche di tutela della salute delle persone non autosufficienti e disabili
gravissimi, si è resa disponibile, si è fatta parte diligente nel rendere disponibili, nei
confronti dei soggetti che erano in difficoltà, vuoi le ASL, vuoi le RSA, a rendere
disponibile le competenze professionali che, nel tempo, anche con contributi europei e
regionali aveva contribuito a formare, selezionare e rendere quindi abili a quella delicata
funzione? La risposta è stata che lo si è fatto attraverso le agenzie interinali che hanno
fatto da ponte tra le varie graduatorie attive e le domande dei datori di lavoro e che
comunque le persone erano in gran parte impiegate, in quanto il lavoro gravoso rende da
un lato appetibile per ciascun datore di lavoro trovare delle graduatorie attive, dall’altro
queste stesse persone troverebbero facile occupazione, ma il lavoro è significativamente
sottoposto a burnout. Resta ancora da definire tutto il parametro su cui direi che il
Comune non può essere esente, del minutaggio, delle condizioni organizzative del
lavoro, del riconoscimento economico con diverse situazioni di inquadramento salariale
della figura stessa. A me pare che come sempre il Comune di Torino abbia atteso, abbia
atteso che qualcuno chiedesse, abbia atteso che qualcun altro si attivasse. Non ritengo
che la risposta sia nel merito soddisfacente, ma non mi aspetto nemmeno che
rimandandolo in Commissione possa esserci una soddisfazione maggiore. Quindi io
ritengo esaurito questo determinato argomento, non ritengo affatto esaurito il tema
complessivo della definizione di questo profilo, della considerazione che riceve sia sotto
gli inquadramenti normativi, sia da parte delle committenze e ritengo quindi che il
Comune di Torino, volendo, avrebbe molto da dire sulla qualità assistenziale che si
traduce anche in queste figure professionali che dobbiamo garantire alle persone malate,
siano esse ricoverate in ospedale, siano essere ricoverate in RSA. Grazie, ho finito.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Grazie, Consigliera Artesio.
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