Interventi |
PETRARULO Raffaele Grazie, Presidente. Questo atto, che mi vede, naturalmente, in questa Commissione, da quando sono entrato nella Consiliatura, quindi dai primi di gennaio, ma è un atto, quello di Bruno Caccia, che per chi non solo vive a Torino, ma anche per chi ha lavorato come ausiliario del Tribunale e tutto quanto, è uno di quegli atti che grida vendetta. Grida vendetta perché in Italia spesso e volentieri sentire che a 37 anni non abbiamo ancora finito l’iter processuale, mi sembra una seconda Ustica e via discorrendo. C’è un qualcosa che non funziona nel sistema Italia. Purtroppo l’Italia è fatta da persone, alcune nobili e alcune meno nobili, sentiamo molte volte nei film, si guarda il quarto potere, ma forse questo è quello che esiste veramente oggi in Italia, e purtroppo quel quarto potere lo sanno solamente chi fa parte di quel quarto potere. Quello che ti fa rabbia e quello che disse l’avvocato in quella Commissione, di cui feci parte, la sentii tutta quanta, è che le indagini che furono svolte, oggi è difficile, perché oggi si richiede naturalmente alla Commissione Parlamentare di andare ad indagare ulteriormente su quello che è avvenuto allora, ma parliamo di 37 anni fa. È vero che oggi abbiamo delle tecniche veramente eccezionali, vengono svolte delle indagini che vanno oltre quello che è il limite umano, sicuramente qualcosa può succedere. Penso che nella sottoscrizione di quest’atto - l’ha detto bene la Presidente - occorre, naturalmente, oltre che impegnare la Sindaca, la Giunta e tutto quello che sia, inviarlo immediatamente a tutta la Commissione Parlamentare, affinché non ci siano i tempi morti a livello parlamentare, affinché il Parlamento, naturalmente, la Commissione preposta, ci dica qualcosa al più presto, perché qui dobbiamo aspettare ogni volta le nuove elezioni per sapere qualcosa su questo benedetto iter parlamentare... su questo iter della Commissione... dell’omicidio del Procuratore Caccia, anche perché è stato l’unico Magistrato torinese ucciso fuori dalle proprie mura, nel Piemonte, quindi in altra terra, e su questo occorre, naturalmente avere le idee chiare. Non sarà facile, però sicuramente è un documento importante, che, come Capogruppo della Lista Sicurezza e Legalità, come ben sapete, e insieme a tutti gli altri Capigruppo, abbiamo chiesto, ho chiesto ed ho avuto ampio mandato da tutti i Capigruppo, e in questo li ringrazio io, perché sono stato io il promotore della richiesta prima, ma non per farmene un merito, ma per far capire che in quella Capigruppo sono stati tutti i Capigruppo, delle forze di Destra, di Sinistra, 5 Stelle compresi naturalmente, poi a votare a favore che quest’atto sia il primo, dopo le delibere, per dare la giusta importanza, come diceva la Presidente, ad una qualcosa che, dopo 37 anni, sembra andato nel dimenticatoio; qualcuno spesso si scorda, perché le cose vanno avanti. Non volevo rubare del tempo, perché qui non si ruba del tempo, ma occorre che rimanga agli atti, diceva bene Tresso prima, alcuni hanno avuto delle testimonianze dirette. Io sono entrato a lavorare come Consigliere per il Tribunale dopo l’85, quindi non lo conoscevo direttamente Bruno Caccia, non l’ho mai conosciuto; ne ho sentito parlare, naturalmente, nelle varie ricorrenze, però era una persona che era molto, molto ben vista, una persona che dava fastidio e, come spesso avviene in Italia, come avviene in politica, le persone che danno fastidio o vengono messe da parte o vengono messe a tacere o non vengono amate e portate avanti. Quindi, ben venga quest’ordine del giorno e io spero vivamente che ci sia un’accelerazione nel darlo alle persone competenti, in questo caso alla Commissione Parlamentare Antimafia, quindi quella che c’è alla Camera, che svolga le sue indagini, perché il potere purtroppo c’è, e anche dopo 37 anni sicuramente qualche cosa si potrà venire a sapere, oltre a quelle che bisogna sapere. Grazie. |