Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Procediamo adesso con i nostri lavori. Siamo al punto 19 del nostro Ordine dei Lavori, la proposta di ordine del giorno, n. mecc. 202001173/002, presentata dalla Consigliera Tevere ed altri, che ha come oggetto: “Omicidio Procuratore Bruno Caccia - 26 giugno 1983. La famiglia attende ancora di conoscere la verità” SICARI Francesco (Presidente) Lascio la parola alla Presidente Tevere per l’illustrazione. Prego, ne ha facoltà. TEVERE Carlotta Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio la Conferenza dei Capigruppo per aver deciso di far passare questo ordine del giorno come primo atto dopo la votazione delle delibere. L’ordine del giorno che ci apprestiamo a votare mi vede come prima firmataria, ma ci tengo a sottolineare che si tratta di un atto condiviso e presentato dalla Commissione Legalità tutta. La vicenda del Procuratore Bruno Caccia, infatti, è una vicenda che questo Comune e questo Consiglio seguono da anni. Numerose sono state le audizioni della famiglia e dell’avvocato Repici in Commissione, affinché i Consiglieri potessero essere informati degli sviluppi processuali. Nel 2016 la Città si è anche costituita Parte Civile nel processo a carico di Rocco Schirripa. Immancabile la presenza della Città all’appuntamento che ogni anno, da otto anni, la Scuola Primaria D’Azeglio organizza, nell’ambito del progetto “La scuola adotta un monumento”, proprio davanti alla lapide voluta dalla famiglia e dal Sindaco dell’epoca, nella via in cui viveva e dove è stato assassinato bruno Caccia. Grazie, infatti, alla sensibilità della Dirigenza scolastica e della maestra Lucia, ma non solo, i bambini, nel ricordare con profondo affetto il Magistrato torinese, affrontano il tema del rispetto delle regole e della legalità con un approccio capace di emozionare e far riflettere genitori ed ospiti, che assistono commossi. Quest’anno avremmo voluto invitare la scuola a Palazzo Civico, ma l’emergenza sanitaria, ovviamente, ci ha obbligati a rimandare. L’anno scorso, su proposta del movimento Agende Rosse Torino, che è uno degli invitati permanenti della Commissione, è stato organizzato un convegno di approfondimento, al quale ha partecipato anche il dottor Mario Vaudano, Magistrato oggi in pensione, che fu Giudice Istruttore presso il Tribunale di Torino. L’Associazione Libera, come sappiamo, ha intitolato a Bruno Caccia, la cascina confiscata a Domenico Belfiore a San Sebastiano da Po e tra poco, per chi non lo sa, dirò chi è Belfiore e capirete quanto è stata significativa questa confisca. Tutte iniziative volte non solo a ricordare il prezioso lavoro del Magistrato, ma soprattutto, come chiede la famiglia da anni, a rimarcare, così come per altri delitti commessi negli anni dalle organizzazioni criminali, la necessità di sapere esattamente come sono andate le cose e perché. Il 19 febbraio 2020 la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di Rocco Schirripa e pertanto la sua condanna, quale responsabile dell’omicidio di Bruno Caccia, è divenuta irrevocabile. Una vicenda processuale lunga e complicata, che l’avvocato Repici ha esposto molto bene durante le sedute. In questa sede mi limito a riprendere le parole della requisitoria del Procuratore Generale della Cassazione, dottor Viola, riportate dagli organi di stampa, il quale definisce l’uccisione di Caccia come: “Connotata - e qui cito testualmente - da trame ampie e complesse”. Sempre cito testualmente: “Caccia è stato un servitore dello Stato con una condotta fuori dall’ordinario, non per i passi fatti in avanti, ma per i passi indietro fatti da altri”, e con le parole di Giovanni Falcone ricordo che: “Si muore perché spesso si è privi delle necessarie alleanze”. Lo stesso Viola ha aggiunto che: “Caccia è stata la prima vittima di mafia al Nord”, a Torino, aggiungo io. Oggi, pochi giorni dopo l’anniversario della strage di Capaci e a 25 giorni da quello di Bruno Caccia, le parole di Giovanni Falcone devono risuonare anche in quest’Aula virtuale e purtroppo paiono ben adattarsi anche alla vicenda che oggi ci occupa. “Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande”, così diceva il Magistrato siciliano, e negli anni troppe e troppo dolorose sono state le morti come queste. Era il 26 giugno 1983, nei giorni immediatamente successivi al delitto si succedettero telefonate agli organi di informazione, con le quali si rivendicò alle Brigate Rosse la paternità del grave delitto, rivendicazioni poi rivelatesi successivamente false. È noto invece che all’epoca il dottor Caccia indagava sul Casino di Saint Vincent ed era al vaglio degli inquirenti l’ipotesi del riciclaggio di denaro proveniente dai sequestri di persona commessi dalla criminalità organizzata. Due sono le condanne emesse e diventate definitive: 23 settembre 1992, la Corte di Cassazione rigetta il ricorso di Domenico Belfiore e conferma definitivamente la sua condanna all’ergastolo, quale mandante dell’omicidio di Bruno Caccia; ecco perché è significativa la confisca del suo immobile a San Sebastiano. Il 19 febbraio 2020, come già detto pocanzi, la Corte di Cassazione rigetta il ricorso di Schirripa e pertanto la sua condanna, quale uno dei responsabili dell’omicidio di Bruno Caccia, è divenuta irrevocabile. Ma durante l’ultima audizione del 21 aprile scorso, il legale della famiglia riferisce di procedimenti e di indagini ancora aperti presso il Tribunale di Milano. Oggi, dunque, come questo atto il Consiglio Comunale di Torino dimostra la volontà di voler andare oltre il doveroso e dovuto ricordo, chiedendo alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul fenomeno delle mafie di attivarsi ai sensi della propria Legge istitutiva e del proprio Regolamento sull’omicidio del Procuratore Bruno Caccia, omicidio che quasi 37 anni fa ha sconvolto la nostra città. Dopo la votazione, l’atto sarà inviato alla Commissione e sarà mia cura verificare la sua presa in carico, con l’auspicio che la nostra Commissione ed il Consiglio tutto possano essere tenuti al corrente, nelle forme e nei modi ritenuti più opportuni e nel rispetto delle normative e prerogative di legge, dei lavori della Commissione Parlamentare. Credo, infatti, che questo sia dovuto non solo a Bruno Caccia il Magistrato, Magistrato integerrimo ed inavvicinabile, motivazione per la quale, come si legge in una delle sentenze, fu ucciso, ma anche a Bruno Caccia l’uomo, marito di Carla e papà di Paola, Cristina e Guido, Bruno Caccia che non ha potuto vedere i propri figli crescere, che ha potuto conoscere solo quattro degli otto nipoti avuti, nipoti che non hanno potuto avere un nonno che li viziasse, che non ha potuto continuare semplicemente a svolgere un lavoro che amava e vivere la sua vita, e la domanda è una sola: perché? Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliera Tevere. Chiedo se ci sono interventi. Certo, prego, Capogruppo Tresso. TRESSO Francesco Grazie. Io, devo dire, sono molto contento di quest’atto, ringrazio tutta la Commissione Legalità, ringrazio anche la Presidente Tevere, che ha voluto farsi carico di quanto avevamo stabilito, cioè di presentare un atto a nome dell’intera Commissione. Credo doveroso, io ho anche un motivo personale, mi ricordo molto bene di quella sera del 26 giugno 1983, sono passati 37 anni, era una domenica sera, noi eravamo nel mezzo delle elezioni politiche di quell’anno e io fui coinvolto, io conoscevo bene Bruno Caccia e mi recai con un sacco di segatura a cercare di asciugare la macchia di sangue che era stata lasciata sul selciato di via Sommacampagna, quindi è un ricordo che ho indelebile, che mi accompagna e credo che sia giusto ricordare questa persona, che ha avuto un impegno forte per questa città, ha saputo dare con la sua testimonianza un esempio di quello che è un fortissimo senso delle istituzioni e del dovere. Una persona che non voleva la scorta, perché riteneva che servisse solo a creare maggiori vittime, e infatti fu colto, così, in maniera molto vile, mentre era solo, mentre portava a spasso il cane. Credo che sia assolutamente vero, così com’è stato ricostruito dall’atto, che, se oggi sono stati individuati, tra i vari procedimenti, la figura del mandante e la figura dell’esecutore, questo non ha assolutamente risolto in maniera esaustiva quello che è il caso dell’omicidio di Bruno Caccia, ed è vero che lascia delle ombre, ahimè, molto pesanti, come l’avvocato Repici ha avuto modo di raccontarci in una dettagliatissima esposizione che ha fatto in Commissione ancora di recente. La famiglia, giustamente, nel 2015, a distanza quindi già di 32 anni da quanto era stato commesso l’omicidio, ha detto e ha ribadito con forza con una lettera, con un atto molto semplice, aveva fatto una lettera alla Città chiedendo aiuto e dicendo: “Ci manca la verità”. Ed è proprio questo che credo non manchi solo alla famiglia, ma manca a tutta la comunità torinese, che in quella figura ha visto un esempio molto chiaro, molto limpido di dedizione alle istituzioni, e che non vuole accontentarsi di una mezza verità, che nasconde, invece, dietro dei sistemi e delle logiche che sono molto più complesse e che sicuramente c’è stato molto interesse, da parte di più parti, di occultare e di deviare. Quindi, quest’atto, che sostanzialmente rivendica da parte della Città la necessità di avere una maggiore chiarezza ed una maggiore conoscenza di come andarono i fatti e di risollecitare, quindi, la ripresa in mano, anche affidandosi alle Commissioni Parlamentari, mi sembra doveroso e spero che potrà essere portato avanti con tutta la veemenza possibile, da parte della Giunta, noi come Commissione Legalità vigileremo, perché ci siano delle nuove posizioni di voler affrontare e voler approfondire questo caso, possibilmente non accontentandosi minimamente di quello che è il percorso giudiziario ad oggi pervenuto, che pure ha avuto, com’è stato richiamato, ancora in periodi recenti, insomma, il rigetto del ricorso di Schirripa e quant’altro, ma sicuramente non ha messo in luce tutta una serie di verità, forse ben più scomode, che invece si celano sotto questo processo. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Capogruppo Tresso. Adesso ho segnata la Consigliera Scanderebech. Prego, ne ha facoltà. SCANDEREBECH Federica Sì. Grazie, Presidente. Banalmente perché voglio a verbale sottoscrivere l’atto, che non ho fatto in tempo a firmare in “cruscotto” e chiaramente il mio voto sarà assolutamente favorevole. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliera Scanderebech. Adesso ho la Vicecapogruppo Foglietta. Prego. FOGLIETTA Chiara Sì. Grazie, Presidente. Sarò brevissima anche io. Volevo ringraziare la Commissione per la stesura di questo atto e dichiarare il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Vicecapogruppo Foglietta. Adesso ho il Capogruppo Petrarulo. Prego. PETRARULO Raffaele Grazie, Presidente. Questo atto, che mi vede, naturalmente, in questa Commissione, da quando sono entrato nella Consiliatura, quindi dai primi di gennaio, ma è un atto, quello di Bruno Caccia, che per chi non solo vive a Torino, ma anche per chi ha lavorato come ausiliario del Tribunale e tutto quanto, è uno di quegli atti che grida vendetta. Grida vendetta perché in Italia spesso e volentieri sentire che a 37 anni non abbiamo ancora finito l’iter processuale, mi sembra una seconda Ustica e via discorrendo. C’è un qualcosa che non funziona nel sistema Italia. Purtroppo l’Italia è fatta da persone, alcune nobili e alcune meno nobili, sentiamo molte volte nei film, si guarda il quarto potere, ma forse questo è quello che esiste veramente oggi in Italia, e purtroppo quel quarto potere lo sanno solamente chi fa parte di quel quarto potere. Quello che ti fa rabbia e quello che disse l’avvocato in quella Commissione, di cui feci parte, la sentii tutta quanta, è che le indagini che furono svolte, oggi è difficile, perché oggi si richiede naturalmente alla Commissione Parlamentare di andare ad indagare ulteriormente su quello che è avvenuto allora, ma parliamo di 37 anni fa. È vero che oggi abbiamo delle tecniche veramente eccezionali, vengono svolte delle indagini che vanno oltre quello che è il limite umano, sicuramente qualcosa può succedere. Penso che nella sottoscrizione di quest’atto - l’ha detto bene la Presidente - occorre, naturalmente, oltre che impegnare la Sindaca, la Giunta e tutto quello che sia, inviarlo immediatamente a tutta la Commissione Parlamentare, affinché non ci siano i tempi morti a livello parlamentare, affinché il Parlamento, naturalmente, la Commissione preposta, ci dica qualcosa al più presto, perché qui dobbiamo aspettare ogni volta le nuove elezioni per sapere qualcosa su questo benedetto iter parlamentare... su questo iter della Commissione... dell’omicidio del Procuratore Caccia, anche perché è stato l’unico Magistrato torinese ucciso fuori dalle proprie mura, nel Piemonte, quindi in altra terra, e su questo occorre, naturalmente avere le idee chiare. Non sarà facile, però sicuramente è un documento importante, che, come Capogruppo della Lista Sicurezza e Legalità, come ben sapete, e insieme a tutti gli altri Capigruppo, abbiamo chiesto, ho chiesto ed ho avuto ampio mandato da tutti i Capigruppo, e in questo li ringrazio io, perché sono stato io il promotore della richiesta prima, ma non per farmene un merito, ma per far capire che in quella Capigruppo sono stati tutti i Capigruppo, delle forze di Destra, di Sinistra, 5 Stelle compresi naturalmente, poi a votare a favore che quest’atto sia il primo, dopo le delibere, per dare la giusta importanza, come diceva la Presidente, ad una qualcosa che, dopo 37 anni, sembra andato nel dimenticatoio; qualcuno spesso si scorda, perché le cose vanno avanti. Non volevo rubare del tempo, perché qui non si ruba del tempo, ma occorre che rimanga agli atti, diceva bene Tresso prima, alcuni hanno avuto delle testimonianze dirette. Io sono entrato a lavorare come Consigliere per il Tribunale dopo l’85, quindi non lo conoscevo direttamente Bruno Caccia, non l’ho mai conosciuto; ne ho sentito parlare, naturalmente, nelle varie ricorrenze, però era una persona che era molto, molto ben vista, una persona che dava fastidio e, come spesso avviene in Italia, come avviene in politica, le persone che danno fastidio o vengono messe da parte o vengono messe a tacere o non vengono amate e portate avanti. Quindi, ben venga quest’ordine del giorno e io spero vivamente che ci sia un’accelerazione nel darlo alle persone competenti, in questo caso alla Commissione Parlamentare Antimafia, quindi quella che c’è alla Camera, che svolga le sue indagini, perché il potere purtroppo c’è, e anche dopo 37 anni sicuramente qualche cosa si potrà venire a sapere, oltre a quelle che bisogna sapere. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Adesso ho segnata la Vicepresidente Ferrero, prego ne ha facoltà. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Grazie, Presidente. Io intanto ringrazio tutto l’arco costituzionale per aver voluto portare oggi, proprio come prima azione del nostro Governo della Città, questa mozione e soprattutto per il fatto che... io ringrazio anche in particolare il Consigliere Petrarulo, che mi ha preceduto nell’intervento, perché è stato lui che con forza ha voluto spingere affinché la trattassimo e la trattassimo per prima. Ci sono delle situazioni di stato, delle insabbiature, ci sono una serie di situazioni del nostro sistema, anche costituzionale, che devono in qualche modo emergere, emergere non solo per la famiglia, a cui io porgo sempre il mio più forte ed efficace sostegno, ma perché non è solo la famiglia, Bruno Caccia è qualcosa che ricorda ed appartiene a tutti, è un bene comune di quella resistenza al malaffare che ci deve in qualche modo coinvolgere tutti. Noi abbiamo bisogno di figure di riferimento, Bruno Caccia è una di queste figure. Ce lo ricorda il Tribunale, che gli è stato intitolato, ma ce lo dobbiamo ricordare ogni giorno e soprattutto dobbiamo veramente..., la legalità si declina su questi argomenti, sul fatto di riuscire anche a svolgere queste matasse intricate. Io penso, gli eroi li abbiamo. Io penso alle figure di Falcone, alle figure di Borsellino, a delle figure eccezionali, l’Italia pullula di figure che si sono imposte con determinazione per contrastare il malaffare. Il malaffare è diffuso, in una città come Torino è silenzioso, perché prende il malaffare la forma della stessa città, in una città che è silenziosa, in qualche modo riesce ad infilarsi, in una città che è pudica, che in qualche modo non esprime a voce alta i propri sentimenti, il malaffare riesce a permearla. Ecco, noi non ci dobbiamo dimenticare che il malaffare esiste, che è molto radicato, che è un sistema veramente quasi come fosse un polpo che avvolge con i suoi tentacoli, ecco, tentacolare, che avvolge la nostra società. Solo uscendo da un sistema tentacolare possiamo pensare di riuscire a ricostruire anche sicurezza e fiducia nelle Istituzioni. Quindi, io credo che questa sia..., e ringrazio la Consigliera Tevere, che in due Commissioni ha portato avanti questo tema, di averlo svolto, di averlo svolto bene e di averlo fatto comprendere a tutti e oggi votiamo una mozione che è molto importante per questa Città. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Capogruppo Magliano. MAGLIANO Silvio Grazie, Presidente. Solo anche io per ringraziare del lavoro svolto la Presidente e il Vicepresidente della Commissione e per annunciare il voto favorevole dei Moderati, io convintamente ho sottoscritto l’atto, perché non c’è mai troppa verità su questo fatto. Per cui mi pare una bella pagina del Consiglio Comunale. È tutto qui. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Ci sono altri interventi? Se non ci sono allora altri interventi, chiedo al Vicesegretario di procedere con l’appello nominale. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). 35, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) 35. Okay. Ricapitolando, con 35 Consiglieri votanti e 35 voti a favore, il Consiglio Comunale approva l’ordine del giorno. |