Interventi |
GRIPPO Maria Grazia Grazie, Presidente. Ripeterò in questa sede quanto già anticipato in Commissione e che in un certo qual modo l’Assessore Rolando ha richiamato tra le righe nella presentazione della delibera. Non si può certo dire non ad un atto che mette nelle condizioni coloro che devono pagare, gli strati di utenti imprenditori, oppure di privati cittadini, che li metta nelle condizioni di avere un pochino più di fiato. Mi sarei aspettata, a questo stadio dell’attività dell’Amministrazione, rispetto agli effetti delle misure di contenimento della pandemia, che ci si potesse già muovere su una linea un pochino più coraggiosa e quindi non costantemente sulla difensiva, come abbiamo visto fare sino a qui. Non è un caso, a mio avviso, che questa delibera sia stata discussa in sede di Commissione contestualmente ad un atto di indirizzo, proposto dal collega Mensio di cui, credo, se ci sarà il tempo, si discuterà nel corso di questa seduta, che in qualche modo pone un tema, che è altrettanto caro alla sottoscritta, che è il tema delle agevolazioni. Un argomento sul quale si deve ragionare, è nostro dovere ragionare, non soltanto per il senso di responsabilità che dovrebbe muovere la nostra azione perché ci si aspetta che noi si abbia una visione un pochino più ampia di quella del vivere alla giornata, ma anche perché, e lo ricordava lo stesso Assessore Rolando, l’ARERA, già il 5 maggio scorso, ha prodotto una delibera che richiama un principio che è particolarmente caro alla Maggioranza che governa questa Città, e che è il principio del “Chi inquina, paga”, in base al quale, dal momento che, e mi riferisco alle utenze non domestiche, molte attività sono state costrette a chiudere i battenti e per effetto di questa chiusura non hanno prodotto rifiuti e, in questa condizione, chiaramente, non hanno prodotto nemmeno inquinamento. Ora, in base a questo principio, ARERA ha deliberato, che ha ricordato lo stesso Assessore, si tratterebbe di metterci nelle condizioni, come Comune di Torino, perlomeno di individuare questi giorni di chiusura, cosa che peraltro non è molto difficile, dal momento che alcune attività sono anche messe nelle condizioni di dover comunicare al Comune il periodo in cui non hanno lavorato e cercare di intraprendere un percorso che sia anche un po’ autonomo, rispetto all’attività che sta svolgendo il Governo con i vari Decreti, ultimo dei quali il Decreto Rilancio. Io oggi ho detto in Commissione che, a parte il dispiacere di non vedere ancora traccia di quest’attività, se non in qualche promessa, mi sarei astenuta dal presentare, cosa che avrei avuto ancora il tempo di fare, un atto di accompagnamento a questa delibera, per andare a testare la sensibilità della Maggioranza sull’argomento, come dicevo, mi sarei astenuta, perché voglio prendere per buono l’impegno che, in modo diretto o indiretto si è presa l’Amministrazione con il sostegno degli uffici, ossia di arrivare ad un discorso e ad un ragionamento di agevolazioni in occasione del saldo. Non sono cose che si inventano da un giorno all’altro, soprattutto in tempi di vacche magre. Quindi, io ho preso per buono l’impegno dell’Amministrazione, io e il mio Gruppo voteremo positivamente alla delibera, perché, scusate l’adagio, anche abusato da queste parti, ma piuttosto che niente, meglio piuttosto, il punto è muoviamoci. Se l’intenzione, che è stata esplicitata in Commissione da parte dell’Assessore e degli uffici che con lui collaborano è in effetti quella di andare nella direzione di mettere a punto delle agevolazioni possibili, e non soltanto possibili, ma richieste dall’autorità di regolazione che prima citavo, muoviamoci per tempo, muoviamoci affinché questo sia effettivamente realizzabile nell’anno in cui le attività sono state piegate dall’effetto pandemia, anche perché, nelle stesse parole dell’Assessore, abbiamo compreso come non sia un interesse prioritario degli imprenditori, e credo nemmeno dei normali cittadini, non andare a pagare le tasse che sono dovute al Comune di Torino, perché io credo che comunque sia ormai patrimonio di consapevolezza collettiva il fatto che il versato si debba tradurre nei servizi alla collettività. Il punto è che questo ci dimostra che, se in diversi le rate le hanno già pagate, evidentemente, quelli che non le hanno pagate è perché non avevano la liquidità per farlo. Quindi è un tema, è un problema che in qualche modo dobbiamo porci, dobbiamo porci nel modo strutturale e la (incomprensibile) delle rate non è un modo strutturale, è, lo ripeto, un vivere alla giornata, che noi oggi prendiamo, perché piuttosto che niente è meglio piuttosto, ma senza dimenticarci che si poteva, volendo, fare meglio. Grazie. |