Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Non stupirà la mia dichiarazione di voto favorevole alla mozione che ha come prima firmataria la collega Albano perché ho accompagnato questa iniziativa del Consiglio Comunale nei confronti di SMAT fin dalle origini di questo mandato. Quello che volevo sottolineare non è di particolare complessità giuridico formale né è volta a confutare le tesi dei colleghi che sono intervenuti prima, è un ragionamento di assoluta semplicità. Io da un lato mi rendo conto che l’impulso che il Comune di Torino ha dato è un impulso che avrebbe dovuto corroborare e probabilmente sarebbe stato anche superfluo e complementare se si fosse completata la procedura di trasformazione a livello di legge nazionale del Servizio Idrico Integrato in gestione pubblica. Non mi sfugge, quindi, il fatto che la Città di Torino compia un atto significativo in un quadro normativo nazionale che ancora non ha completato il proprio percorso e non casualmente non lo ha completato perché esattamente le stesse resistenze che rintracciamo in questa discussione sono rinvenibili a livello nazionale. Tuttavia, proprio perché sono profondamente convinta del ruolo anche simbolico delle politiche pubbliche locali nei confronti degli orientamenti di carattere nazionale sono proprio convinta che si debba proseguire nel tracciato che è stato delineato fino a questo momento e che ci si debba misurare con i pronunciamenti dei comuni soci di SMAT relativamente alla traduzione fino in fondo degli esiti referendari sull’acqua pubblica. L’unica osservazione che mi permetto di fare sulle obiezioni che sono sin qui pervenute è la seguente: a ciascuna delle complessità, che sono state evidenziate dal gruppo di lavoro degli esperti, ci sono state, le abbiamo ricevute tutti come Consiglieri comunali, altrettante risposte rispetto alla praticabilità, invece, della soluzione, quindi se vi viene detto che il tema è sicuramente complesso non posso negarlo, che il tema sia impossibile, invece, lo confuto profondamente e quindi caso mai un Consiglio che voglia determinare la propria volontà si potrà misurare anche con le argomentazioni, che il rappresentate delegato della Sindaca fornirà in momento di assemblea, con le argomentazioni di segno opposto che sono state prodotte. Il tema che però qui mi pare ricorra e che io leggo sotto una luce, come dire, di grande vetustà politica è il seguente: cioè l’indifferenza dei mezzi rispetto alla determinazione dei fini. Sembra appunto ricorrere nel ragionamento di molti colleghi un tema che per decenni ha orientato moltissime scelte delle politiche pubbliche, quello per il quale l’importante è definire i fini, quindi se i fini sono pubblici non significativi sono le modalità e i mezzi che perseguono questi fini e dentro a questo racconto normalmente chi si propone di usare mezzi diversi da quelli pubblici sostiene che questa sia la modernità, che questa sia l’efficienza, che questa sia l’efficacia, quasi sempre negando persino la natura del principio, cioè che il principio per sé in quanto pubblico allora non possa essere efficiente, allora non possa essere efficace, allora non possa essere moderno. Perché dico che questo ragionamento dissociativo tra i fini e i mezzi, perché dal mio punto di vista i fini pubblici si perseguono con mezzi pubblici, perché ritengo che questo atteggiamento e questo concetto dissociativo, anche se si ammanta di un abito contemporaneo, profondamente vecchio? Perché stiamo arrivando alla prova dei fatti con la evidenza che quando i mezzi sono mezzi misti, confusi, che hanno modalità di composizione diverse dalle finalità originarie di composizione interna, di loro natura giuridica, di loro possibilità di diversi equilibri interni, poi alla fine anche i fini vengono sfocati e quando abbiamo avuto la prova provata di questa situazione? Ad esempio, anche recentemente quando mettendo molto in discussione la gestione pubblica di un bene pubblico, quale quello della tutela della salute ci siamo poi trovati a misurarci con modelli diversi di risposta, più o meno fragili, più o meno deboli e molto dipendenti dal governo pubblico delle situazioni che laddove aveva ceduto gli strumenti non riusciva neanche più a orientate il governo. Quindi, io sono proprio convinta che si debbano avere mezzi analoghi per fini analoghi e che se il fine è pubblico, anche i mezzi devono essere pubblici. Voto a favore della mozione. |