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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 25 Maggio 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 25
MOZIONE 2020-00299
(MOZIONE N. 22/2020) "UN S? PER L'ACQUA PUBBLICA" PRESENTATA IN DATA 28 GENNAIO 2020 - PRIMA FIRMATARIA ALBANO.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie. Non stupirà la mia dichiarazione di voto favorevole alla mozione che ha come
prima firmataria la collega Albano perché ho accompagnato questa iniziativa del
Consiglio Comunale nei confronti di SMAT fin dalle origini di questo mandato. Quello
che volevo sottolineare non è di particolare complessità giuridico formale né è volta a
confutare le tesi dei colleghi che sono intervenuti prima, è un ragionamento di assoluta
semplicità. Io da un lato mi rendo conto che l’impulso che il Comune di Torino ha dato
è un impulso che avrebbe dovuto corroborare e probabilmente sarebbe stato anche
superfluo e complementare se si fosse completata la procedura di trasformazione a
livello di legge nazionale del Servizio Idrico Integrato in gestione pubblica. Non mi
sfugge, quindi, il fatto che la Città di Torino compia un atto significativo in un quadro
normativo nazionale che ancora non ha completato il proprio percorso e non
casualmente non lo ha completato perché esattamente le stesse resistenze che
rintracciamo in questa discussione sono rinvenibili a livello nazionale. Tuttavia, proprio
perché sono profondamente convinta del ruolo anche simbolico delle politiche
pubbliche locali nei confronti degli orientamenti di carattere nazionale sono proprio
convinta che si debba proseguire nel tracciato che è stato delineato fino a questo
momento e che ci si debba misurare con i pronunciamenti dei comuni soci di SMAT
relativamente alla traduzione fino in fondo degli esiti referendari sull’acqua pubblica.
L’unica osservazione che mi permetto di fare sulle obiezioni che sono sin qui pervenute
è la seguente: a ciascuna delle complessità, che sono state evidenziate dal gruppo di
lavoro degli esperti, ci sono state, le abbiamo ricevute tutti come Consiglieri comunali,
altrettante risposte rispetto alla praticabilità, invece, della soluzione, quindi se vi viene
detto che il tema è sicuramente complesso non posso negarlo, che il tema sia
impossibile, invece, lo confuto profondamente e quindi caso mai un Consiglio che
voglia determinare la propria volontà si potrà misurare anche con le argomentazioni,
che il rappresentate delegato della Sindaca fornirà in momento di assemblea, con le
argomentazioni di segno opposto che sono state prodotte. Il tema che però qui mi pare
ricorra e che io leggo sotto una luce, come dire, di grande vetustà politica è il seguente:
cioè l’indifferenza dei mezzi rispetto alla determinazione dei fini. Sembra appunto
ricorrere nel ragionamento di molti colleghi un tema che per decenni ha orientato
moltissime scelte delle politiche pubbliche, quello per il quale l’importante è definire i
fini, quindi se i fini sono pubblici non significativi sono le modalità e i mezzi che
perseguono questi fini e dentro a questo racconto normalmente chi si propone di usare
mezzi diversi da quelli pubblici sostiene che questa sia la modernità, che questa sia
l’efficienza, che questa sia l’efficacia, quasi sempre negando persino la natura del
principio, cioè che il principio per sé in quanto pubblico allora non possa essere
efficiente, allora non possa essere efficace, allora non possa essere moderno. Perché
dico che questo ragionamento dissociativo tra i fini e i mezzi, perché dal mio punto di
vista i fini pubblici si perseguono con mezzi pubblici, perché ritengo che questo
atteggiamento e questo concetto dissociativo, anche se si ammanta di un abito
contemporaneo, profondamente vecchio? Perché stiamo arrivando alla prova dei fatti
con la evidenza che quando i mezzi sono mezzi misti, confusi, che hanno modalità di
composizione diverse dalle finalità originarie di composizione interna, di loro natura
giuridica, di loro possibilità di diversi equilibri interni, poi alla fine anche i fini vengono
sfocati e quando abbiamo avuto la prova provata di questa situazione? Ad esempio,
anche recentemente quando mettendo molto in discussione la gestione pubblica di un
bene pubblico, quale quello della tutela della salute ci siamo poi trovati a misurarci con
modelli diversi di risposta, più o meno fragili, più o meno deboli e molto dipendenti dal
governo pubblico delle situazioni che laddove aveva ceduto gli strumenti non riusciva
neanche più a orientate il governo. Quindi, io sono proprio convinta che si debbano
avere mezzi analoghi per fini analoghi e che se il fine è pubblico, anche i mezzi devono
essere pubblici. Voto a favore della mozione.

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