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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 25 Maggio 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 21
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2020-01099
RINEGOZIAZIONE MUTUI CON LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI E SOSPENSIONE DELLA QUOTA CAPITALE DEI MUTUI MEF. DEBITO RESIDUO RISPETTIVAMENTE DI EURO 114.025.440,62 ED EURO 6.942.789,67.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie. La delibera, illustrata dall’Assessore Rolando, tenta di decongestionare la
pressione del debito, diluendola nel tempo, ma non interviene sul livello dei tassi di
interesse che è, credo unanimemente, per quanto contrattualmente stipulato, giudicato
nella sostanza ingiusto. Quindi, io non parteciperò al voto sulla deliberazione
dell’Assessore Rolando, proprio perché non interviene a modificare il quadro, un
quadro che io credo ritenga un livello politico di intervento più alto. I Comuni oggi sono
tutti a rischio, tanto quelli che prima della pandemia si trovavano in stato di disavanzo,
come la Città di Torino, quanto quelli che, pur avendo delle risorse, le stanno
velocemente prosciugando nella condizione dell’emergenza. Evidentemente in questa
condizione l’attività di coordinamento e di rappresentanza svolta dall’ANCI è stata
preziosa, tuttavia anche quell’attività si concentra sul chiedere risorse, e io sottoscriverò
la proposta avanzata ed illustrata dal collega Lavolta, ma ancora rimuove i problemi
strutturali che negli ultimi 20 anni hanno impoverito le Amministrazioni Comunali e
che hanno caricato sulle Amministrazioni Comunali tutta la responsabilità del patto di
stabilità interno e del pareggio di Bilancio. Il collega Lo Russo, intervenendo, ha voluto
ricordare un punto, un passaggio della mia proposta di mozione, che riguarda la recente
sentenza che ha definito i tassi del 4/5% contrasti con Cassa Depositi e Prestiti, dei tassi
non tollerabili nelle relazioni interistituzionali e ancor di più un aggiornamento
complessivo di critica alla condizione dei derivati e alle modalità con le quali essi sono
stati contratti, questione di cui parleremo su un’interpellanza specifica; ma il tema che è
posto dalla mia mozione è esattamente quello che viene giudicato necessario, cioè che
ogni singola Amministrazione non contratti soltanto nell’alveo di quello che è possibile
oggi, ma svolga un’azione di reciproca solidarietà per mettere in discussione i principi,
purtroppo dannosi, nei quali si sono trovati ad operare le Amministrazioni Comunali, e
in modo particolare io voglio sottolineare due temi: uno, avevamo chiesto nel 2017
l’istituzione di un audit pubblico sul debito, che potesse rendere consapevole tutta la
pubblica opinione, ma anche acquisire i livelli culturali più raffinati, messi in
discussione su quel debito pubblico e a Torino non l’abbiamo fatto, a Napoli lo hanno
fatto. Non si venga a dire che la condizione debitoria del Comune di Napoli è tutta
specifica, perché riguarda un periodo di commissariamento, è specifica a quella
condizione, quella condizione economica, finanziaria e contabile, ma non è specifica
alla critica generale, una critica generale che, appunto, va a colpire la questione relativa
ai vincoli che hanno indotto i Comuni, che rappresentano i bisogni della comunità
territoriale ad un pareggio di Bilancio a cui hanno dovuto sacrificare l’esigibilità dei
diritti primari dei cittadini. È un interesse generale il tema dell’aver contratto mutui con
Cassa Depositi e Prestiti che, pur essendo di natura privatistica, è partecipata dallo
Stato, ma si relaziona con altre parti dello Stato, cioè i Comuni, in modalità che
nemmeno dei livelli dei rapporti privati, perché tassi di interesse del 4% non si
trattengono nemmeno con una contrattazione di tipo privatistico. È interesse di tutti i
Comuni annullare i debiti che siano dovuti ad esposizione a rischio eccessivo, come
quello dei derivati. È interesse di tutti i Comuni opporsi a quelle proposte di
rinegoziazione che vanno soltanto ad intervenire sulle quote capitali, spostando il debito
nel tempo. Quindi, io credo che noi si sia mancati in quest’azione, esattamente di
coordinamento, e sentire la Sindaca dichiarare oggi alle radio, giustamente, che quanto è
stato previsto finora dal Governo, per le condizioni dei Bilanci dei Comuni non è
sufficiente e bisognerà chiedere di più, non può che trovarmi d’accordo, ma si chiede
sempre in un quadro che non mette in discussione i presupposti per i quali nel tempo ci
si è progressivamente indebitati. Quindi, io credo che, se niente sarà più come prima,
che è lo slogan con il quale viviamo in questi giorni, per tornare ad una condizione che
sia normale, nel senso che riconosce l’agibilità politico-istituzionale degli Enti Locali e
che non li sacrifichi a condizioni di carattere generale in maniera iniqua, sia proprio
necessario cambiare il racconto e rilanciare quel tema sull’ingiustizia del debito a cui
sono sottoposti gli Enti Locali. Grazie.

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