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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 25 Maggio 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 14
INTERPELLANZA 2020-01027
"MISURE URGENTI PER LA RIPARTENZA DELLE SCUOLE" PRESENTATA IN DATA 27 APRILE 2020 - PRIMA FIRMATARIA PATRIARCA.
Interventi
DI MARTINO Antonietta (Assessora)
Grazie, Presidente. Il tema della ripartenza delle attività didattiche in presenza porta
certamente in primo piano la questione degli spazi scolastici che devono essere agibili,
funzionali, sicuri e porta in primo piano anche le necessità aggiuntive e della
rimodulazione degli spazi al fine di garantire le necessarie misure di distanziamento. Per
quando riguarda il primo punto, gli interventi di manutenzione, nella prima fase
dell’emergenza sanitaria, cioè i primi di marzo, si è programmata oltre ai cantieri di
manutenzione straordinaria già in corso l’esecuzione degli interventi di manutenzione
ordinaria avviando quattro cantieri di task force nelle rispettive quattro macroaree della
Città - nord, sud, est e ovest - per risolvere le segnalazioni pervenute dalle scuole.
L’idea era quella di sfruttare la sospensione delle attività didattiche per accelerarne
l’esecuzione; purtroppo, nella fase emergenziale immediatamente successiva di
lockdown totale, le esigenze di confinamento hanno richiesto inevitabilmente di
procedere con l’interruzione o la sospensione di molte attività, tra le quali anche i
cantieri di competenza dell’edilizia scolastica, in particolare quelli relativi alle opere di
manutenzione straordinaria e per quelli di manutenzione ordinaria si sono potuti
garantire solo gli interventi in emergenza. Ora, essendo in fase di ripresa le varie
attività, le ditte appaltatrici hanno trasmesso il materiale necessario per far ripartire i
cantieri in sicurezza sulla base delle ultime prescrizioni impartite dal Ministero, e questo
ha permesso di riavviare i vari cantieri entro questo mese di maggio al fine di proseguire
con gli interventi programmati. Risulta inoltre in corso la procedura per la consegna dei
cantieri di manutenzione ordinaria Bilancio ’20-’21 con i quali si proseguirà con le
elaborazioni derivanti dalle varie richieste espresse dalle scuole. Questi interventi di
manutenzione già programmati sono utili anche alla ripartenza a settembre perché
aumentano le funzionalità e potranno rendere agibili spazi che in attesa dell’intervento
sono stati temporaneamente chiusi. Ma la ripresa delle attività scolastiche pone in
evidenza nuove sfide derivanti dall’opportunità di studiare idonee soluzioni finalizzate a
garantire il distanziamento tra gli studenti anche attraverso la riduzione di alunni in aula,
emergono quindi nuove esigenze in conseguenza ad eventuali adeguamenti che si
rendessero necessari in funzione delle prescrizioni organizzative e di utilizzo degli
ambienti scolastici rivolte alla prevenzione dal contagio. Su questo occorre fare estrema
chiarezza per evitare dispersioni ed errate interpretazioni sul tema. Il primo punto che
vorrei chiarire è che per la riapertura delle scuole a settembre non sono ancora stati
emanati i protocolli nazionali di sicurezza per la ripresa delle attività didattiche, non
sono quindi ancora noti i dati precisi su cui impostare la pianificazione e il nuovo
modello organizzativo. Questo fatto non è assolutamente di poco conto perché alcune
specifiche, come ad esempio quale rapporto numerico minimo dovrà essere rispettato tra
personale e studenti se 1/5 o 1/10, oppure il rapporto tra il numero dei bambini e la
dimensione dello spazio fisico è fondamentale saperle con congruo anticipo, primo
perché da queste discenderanno sia le esigenze di adeguamento che le necessità di nuovi
spazi. Questo non vuol dire che si aspetta e basta, ma in attesa di queste specifiche, sia
le scuole che l’Amministrazione comunale si muovono comunque in collaborazione
operando sulla base di ipotesi di simulazioni o dati di fatto già noti sulla situazione
edilizia. Dal punto di vista politico, vuole il Comune tramite le proprie rappresentanze,
sapendo che le misure dipendono dalla situazione epidemiologica e non si può
prevedere con assoluta certezza da qui a settembre, si sollecita il Governo
nell’emanazione di un quadro di riferimento che comprenda i vari scenari che si
potrebbero presentare per il nuovo anno scolastico, ovvero: l’attuale scenario
epidemiologico, quello con peggioramento ma sempre con la possibilità di rientro in
presenza, e quello con miglioramento; per ogni scenario sarebbe opportuno indicare la
data di inizio dell’anno scolastico e le misure di prevenzione previste, nonché le risorse
necessarie per farvi fronte, in considerazione della loro necessaria continuità nel tempo,
e la richiesta è anche quella di predisporre con il dovuto anticipo le disposizioni da
attuare nel caso di peggioramento della situazione epidemiologica. Questi dati
servirebbero moltissimo, come dicevo prima, per impostare la pianificazione con più
precisione. Il secondo punto da chiarire riguarda le modalità di rapporto e
collaborazione tra scuole ed ente proprietario degli immobili nella programmazione e
gestione della fase della ripresa, modalità che dipendono dai rispettivi obblighi - sono
definiti dalle norme - ma che necessitano di riflessione e approfondimento e azione
sinergica in una situazione inedita come quella che stiamo affrontando.
L’approfondimento viene condotto tramite due spazi di confronto tra ente proprietario
degli immobili e titolare della manutenzione e dirigenti scolastici, che sono per le scuole
del primo ciclo quelle dell’infanzia, primarie, secondarie di primo grado e CPIA di
competenza del Comune, la Commissione Sicurezza e Patrimonio scolastico all’interno
della conferenza delle autonomie scolastiche che è gestita dal Comune di Torino; per le
scuole del secondo ciclo, ovvero le secondarie di secondo grado di competenza della
Città Metropolitana, una cabina di regia appositamente creata e gestita dalla Città
Metropolitana. Non c’è dubbio sul fatto che sulla base del protocollo nazionale di
sicurezza e sulla base delle indicazioni dell’Amministrazione scolastica statale, la
definizione del nuovo assetto organizzativo di ogni singola scuola comprendente orari,
gruppi di studenti, modalità di gestione del servizio, utilizzo degli spazi interni e la loro
rimodulazione, siano di competenza delle singole autonomie scolastiche, in proposito
l’art. 231 del Decreto Rilancio ha incrementato il fondo per il funzionamento delle
istituzioni scolastiche che viene quindi erogato direttamente alle scuole di 331 milioni.
Alla lettera F dell’elenco delle destinazioni dei predetti fondi troviamo l’adattamento
degli spazi interni ed esterni e la loro dotazione allo svolgimento dell’attività didattica
in condizioni di sicurezza, inclusi interventi di piccola manutenzione, di pulizia
straordinaria e di sanificazione, nonché interventi di realizzazione, adeguamento e
manutenzione dei laboratori didattici, delle palestre e di ambienti didattici innovativi,
dei sistemi di sorveglianza e delle infrastrutture informatiche, e questi interventi - dice
sempre il Decreto - o il completamento delle procedure per il loro affidamento a terzi,
vanno realizzati entro il 30 settembre, altrimenti le risorse andranno ridistribuite. Le
scuole hanno anche l’obbligo ai sensi dell’art. 18, comma 3 del Decreto Legislativo
8108 di richiedere all’ente proprietario gli interventi strutturali e di manutenzione
necessari per assicurare la sicurezza dei locali. Sul fronte dell’Ente comunale, gli
obblighi di legge riguardano la fornitura dei locali, degli arredi, l’esecuzione degli
interventi strutturali e di manutenzione ordinaria e straordinaria e quindi i Comuni
contribuiscono alla definizione del progetto complessivo della ripresa delle attività delle
singole scuole nell’ambito delle proprie competenze che riguardano appunto, oltre alla
manutenzione degli edifici, alla valutazione e assegnazione di spazi aggiuntivi, il
servizio di ristorazione scolastica, il trasporto e l’assistenza specialistica agli alunni
disabili. Con riferimento al punto 3) dell’interpellanza, è bene chiarire che il piano di
utilizzo di competenza dell’ente proprietario art. 139 Decreto Legislativo 112/98
riguarda le situazioni generali, quali: modifiche dei punti di erogazione, assegnazione di
strutture o parti di esse a seguito di richieste delle singole scuole, o necessità
sopraggiunte di inagibilità per le quali i dirigenti scolastici sono sempre coinvolti, ma
non riguarda o entra nel merito di piani di utilizzo degli spazi interni delle singole
scuole, quindi il piano di utilizzo di competenza del Comune non rientra nella fattibilità
di come i dirigenti scolastici vogliano usare o usino i singoli spazi della propria scuola,
e nemmeno rientra all’interno dell’organizzazione scolastica. Gli spazi vanno utilizzati
nel rispetto della destinazione d’uso che è prevista a monte della documentazione
tecnica dei vari organi, Vigili del Fuoco e ASL. Nel corso della Commissione Sicurezza
si è ribadito che nel rispetto dei ruoli di ciascuno è chiaro che in questa situazione
eccezionale si deve collaborare e che è necessario che le prescrizioni di sicurezza che
verranno emanate siano fattibili e gestibili per entrambi i soggetti, anche considerando il
tempo e le risorse a disposizione di ciascuno. Sempre nella Commissione sono state
evidenziate le criticità comuni a tutte le città italiane che non si possono ignorare e far
finta che non esistano, se si vuole affrontare il tema con concretezza per poi impostare
insieme delle soluzioni. È già stato ricordato che non sono ancora stati emanati i
protocolli nazionali di sicurezza per la ripresa delle attività scolastiche, questo fa sì che
le scuole - come loro stesse ci hanno segnalato in Commissione - non siano in grado da
subito di segnalare con completezza all’ente proprietario le nuove richieste di
manutenzione spazi legati alla futura nuova organizzazione. Dal momento in cui ci
saranno disposizioni governative definitive, occorreranno tempi adeguati, questa è la
seconda criticità, per provvedere a confrontarle con le ipotesi fatte e a definire
l’impianto organizzativo finale. Altra criticità: la riapertura comporterà nuovi costi
materiali sia per le scuole, che per l’ente locale, che per i soggetti che forniscono i
servizi scolastici, si ritiene che gli stanziamenti governativi alle scuole e Comuni
potrebbero non essere sufficienti, e in ogni caso dovrebbero essere garantiti con
continuità nel tempo. Dal canto suo, la Città sta prevedendo l’incremento dei fondi che
tradizionalmente sono assegnati direttamente alle scuole per la piccola manutenzione, e
degli stanziamenti per la manutenzione ordinaria, che è quella che più serve in questo
momento per le esigenze di riapertura a settembre, fermo restando la prosecuzione dei
cantieri con ristrutturazioni e manutenzione straordinaria. Sulle nuove esigenze di spazi,
in Commissione si è dato atto che la situazione delle scuole della città è variegata, non è
tutta uniforme. Gran parte delle scuole hanno diversi spazi aula, a volte anche più del
doppio oltre a quelli occupati dalle classi e quindi queste scuole potranno più
agevolmente gestire la nuova situazione; altre, soprattutto nel centro, hanno saturato con
le classi quasi tutti gli spazi disponibili. La definizione della quantità di spazi aggiuntivi,
come abbiamo detto, è anch’essa legata ai nuovi protocolli non usciti, è in particolare
legata al rapporto numerico al numero alunni-insegnati e alunni-dimensione dello
spazio; ma è importante sottolineare che la possibilità per le scuole di utilizzare spazi
aggiuntivi esterni è legata all’aumento di insegnanti e personale addetto alla pulizia e
sorveglianza. Sul fronte dei Comuni, trovare ulteriori spazi da assegnare è fattibile, ma
pensare che i Comuni possano raddoppiare, triplicare oppure oltre gli spazi aula
internamente o esternamente i nostri edifici scolastici, che lo ricordo, sono in tutto 314,
garantendo le attuali disposizioni normative sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, e nello
specifico dei luoghi adibiti ad uso scolastico, enfatizzare la scuola nei parchi, nei
giardini o altri spazi esterni come soluzione prioritaria, e cioè praticabile non solo per le
attività didattiche, le uscite e i progetti che si possono sempre programmare ma anche
per aumentare la dotazione in via permanente di spazi aula per tutto l’anno scolastico di
tutte le scuole, costituiscono, a mio avviso, una mistificazione della realtà che crea
aspettative irrealizzabili. È bene ricordare che per poter usare uno spazio uso scolastico
occorre che siano rispettati i vincoli normativi in vigore in materia, che ne disciplinano
e ne regolamentano l’uso, vincoli che riguardano: il rispetto della normativa
antincendio, nonché le caratteristiche edilizie e igienico-sanitarie. Allievi e studenti non
si possono mettere dappertutto, meno che mai nelle strutture dismesse perché non
agibili, nelle caserme o nelle aule del Consiglio Comunale, a meno di ristrutturazioni
pesanti che richiederebbero anni per la loro realizzazione e non servirebbero per la
gestione contingente. Lo stesso Politecnico che si era lanciato a fare questi esempi si è
poi affrettato a cancellarli dal rapporto “scuole aperte”. La collaborazione con l’ufficio
Patrimonio è già attiva, sono state indicate come utilizzabili le strutture di via Rubino e
via Negarville, altre due strutture di proprietà del Comune sono in valutazione tecnica
per poterle mettere a disposizione in tutto o in parte delle scuole. Altre disponibilità
sono assicurate dal Politecnico di Torino previa valutazione che è in corso, mentre
l’Università degli Studi di Torino ha bisogno di tempo per poter confermare l’offerta di
spazi perché non ha ancora deciso se farà a settembre lezioni online o lezioni in
presenza. Per il resto, nella riunione della Conferenza delle autonomie scolastiche, dato
che come detto spazi aggiuntivi potranno essere utilizzati dalle scuole solo se saranno
certe di avere un organico di personale adeguato, e che non tutte le scuole ne avranno
bisogno essendoci strutture con diversi spazi in più rispetto alle classi, si è stabilito
come percorso di collaborazione sostenibile per entrambi i soggetti che nel corso del
mese di giugno in apposite commissioni o gruppi di lavoro interni, le scuole
determineranno - per quanto loro possibile in mancanza del quadro nazionale - le nuove
esigenze sia di manutenzione che di spazi e parallelamente all’Amministrazione
comunale fisserà le priorità di intervento e la loro calendarizzazione. Le commissioni
interne scolastiche si avvarranno del supporto dei seguenti riferimenti: un tecnico
dell’edilizia scolastica e un tecnico della ristorazione scolastica; anche le Circoscrizioni
hanno dato disponibilità a collaborare con loro referenti e, per eventuali problematiche
inerenti gli alunni disabili, è disponibile al confronto sia col Comune che con le scuole
il Disability Manager della Città di Torino. Per quanto riguarda il punto 4)
dell’interpellanza, chiede se è previsto il ripensamento di alcune deliberazioni di
ridimensionamento degli edifici scolastici che potrebbero - cito l’interpellanza -
“comprimere gli spazi ora disponibili per gli studenti in alcune scuole del primo ciclo” è
necessario ricordare che il ridimensionamento riguarda la riorganizzazione della rete
scolastica, viene approvato con delibera della Regione in conformità ai criteri della
Regione stessa. In ogni caso, il dimensionamento approvato per l’anno scolastico ’20-
’21 non è prevista la soppressine di plessi, cioè dismissione dell’utilizzo di plessi
scolastici, ma solo l’appartenenza amministrativa; pertanto gli spazi a disposizione delle
singole attività didattiche indipendentemente dall’autonomia di appartenenza non sono
stati ridotti, ed anzi si avranno più gli spazi degli uffici di segreteria e direzione che in
alcune scuole non sono più necessari. Grazie, Presidente.

DI MARTINO Antonietta (Assessora)
Grazie, Presidente. Io vorrei innanzitutto rassicurare la Consigliera Patriarca che le
considerazioni e i chiarimenti che ho fatto riguardo agli spazi, riguardo alla necessità
che fossero adeguati non erano riferite al testo della sua interpellanza, ma era
semplicemente l’obbligo che ho sentito di chiarire gli elementi del tema che sono molto
complessi, e sfatare alcune dichiarazioni che sento dire che i bambini possono essere
messi in qualunque posto, questo non è così, ma non era riferito al testo
dell’interpellanza, anzi ringrazio la Patriarca per l’interpellanza proprio perché mi ha
permesso di fare questi chiarimenti. Ringrazio anche Tresso perché vorrei dire a lui e
anche ai Consiglieri che il lavoro non parte adesso, né per questo fatto degli spazi della
manutenzione e né per i centri estivi, come ho già chiarito nella risposta
all’interpellanza, la linea seguita è quella di non fare annunci prima del tempo, e
aspettare di avere tutto il quadro completo per poter poi offrire alla cittadinanza quello
che veramente si potrà fare, ma questo non vuol dire che non si sta lavorando, faccio un
esempio: noi avevamo lavorato anche per i centri estivi dei nidi, ma se io avessi
annunciato che si aprivano i centri estivi dei nidi con l’uscita del DPCM del 17 maggio
e quindi la previsione di fare attività solo dai 3 anni in poi, ecco che avrei creato
un’aspettativa che al momento non esiste; magari in futuro si sente dire che il Governo
sta aprendo anche alla possibilità dello 0-3, non si sa, però io penso che si apprezzi il
fatto di non fare propaganda, non fare annunci, ma fare un lavoro serio e che magari può
non essere visibile perché magari le Commissioni non si riesce a calendarizzarle nel
tempo giusto, o comunque ci sono tante richieste e tanti argomenti più pressanti, ma la
mia disponibilità alla comunicazione con i Consiglieri c’è, e vorrei chiudere con la
condivisione con quanto ha riferito Patriarca che in questi momenti è necessario una
stretta collaborazione in sinergia tra tutti i soggetti interessati, in questo caso i primi
soggetti interessati sono le scuole e la Città e quindi mi impegno a continuare con
quest’azione di sinergia e collaborazione. Grazie.

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