Interventi |
TISI Elide Sì, grazie Presidente, io sarò rapidissima perché questo è un tema che abbiamo già più volte affrontato e approfondito in Commissione, anche con le varie organizzazioni oltre che i funzionari comunali che in materia di persone senza dimora nella nostra Città lavorano. Ne approfitto soltanto per sottolineare alcuni aspetti che sono emersi anche con una forte evidenza proprio negli approfondimenti che abbiamo sviluppato intanto, certamente una sottovalutazione rispetto ad una condizione di emergenza sanitaria che sapevamo fin dall’inizio avrebbe colpito proprio per le caratteristiche anche epidemiologiche le persone con maggiori fragilità, e soprattutto con delle regole - il distanziamento fisico, lo stare all’interno di un’abitazione - che avrebbe reso impossibile, per alcune categorie di persone, la possibilità di metterle in atto. Quindi certamente l’emergenza insomma che la nostra Città ha più volte affrontato negli anni passati come l’emergenza freddo in questo caso è stata conclusa senza valutare appunto che dal 31 di gennaio nel nostro Paese, e senza che questo abbia precedenti a mia memoria nella storia recente, dicevo... è stata dichiarata una emergenza nazionale di tipo sanitario; quindi io credo che di questa... diciamo così, valutazione poco attenta, questa sottovalutazione occorre veramente far tesoro anche per il futuro perché sappiamo che non siamo ancora fuori dal rischio epidemico, che il Covid è ancora presente e che, quindi in relazione, le attenzioni ad alcune categorie di persone, per l’appunto le più fragili e tra cui i senza dimora, non devono assolutamente essere abbassate. Certamente noi siamo comunque una Città che al di là di questa situazione di chiusura, come dire, improvvida di piazza D’Armi senza aver prima considerato delle soluzioni alternative, dicevo siamo una Città che comunque ha una presenza di persone in strada comunque ancora importante. Allora, io a questo mi aggancio per rilanciare una richiesta e un appello che ho già fatto sul rafforzamento, sull’attenzione alla nostra rete di servizi di accoglienza nel territorio, una rete preziosa fatta di uomini e donne che in molti casi si sono esposti insieme e molto spesso anche i nostri operatori sociali che lavorano con loro che hanno comunque consentito di garantire un livello di servizi che ha continuato ad essere attivo e presente; sappiamo che però i numeri sono insufficienti soprattutto in un momento in cui anche le turnazioni non sono più state possibili, (incomprensibile) aveva riportato l’Assessore ha aumentato leggermente il numero, ma probabilmente a questa tematica va posta ancora una grande attenzione sia per tutti coloro i quali ci lavorano e le audizioni che abbiamo fatto alle organizzazioni ci hanno confermato quanto siano preziose queste reti a Torino, ma anche a queste persone che sono ancora tante, che non possono essere invisibili, che dobbiamo assolutamente attenzionare nell’interesse ovviamente della Città per la tutela della loro salute e della salute pubblica. |