Interventi |
SCANDEREBECH Federica Sì, grazie, Presidente. Grazie, Sindaca. Premetto che questo discorso che andrò a fare lo ridimensionerò nello specifico riferendomi solo al Corpo della Polizia Municipale, ma andrebbe esteso nella stessa maniera in riferimento a tutti i lavoratori dipendenti del Comune di Torino nella sua interezza. Giorni fa è apparsa la notizia a mezzo stampa che la Codacons abbia presentato un ricorso presso il Tribunale di Torino sulla questione della fornitura dei DPI. Semplificando si è convenuto che il datore di lavoro sia tenuto a fornire tutti i dispositivi per la messa in sicurezza dei suoi dipendenti. Chi è dunque datore di lavoro del Corpo della Polizia Municipale? Infatti l'articolo 2087 del Codice Civile chiarisce che il datore di lavoro è tenuto ad adottare nell'esercizio della propria attività istituzionale o di impresa tutte le misure che secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro. Inoltre l'articolo 18 del Decreto Legislativo numero 81 del 2008 recante norme in materia di sicurezza sul lavoro, impone espressamente al datore di lavoro di fornire al lavoratore gli strumenti di protezione individuale. Alla lettera D) cita: “Il datore di lavoro che esercita le attività di cui all’articolo 3 e i dirigenti che organizzano e dirigono le stesse attività secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale, sentito il responsabile del servizio di protezione e il medico competente ove presente”. A testimonianza del fatto che l’Amministrazione sia la responsabile titolata all'acquisto di DPI in tempi non sospetti e non in epoca di Coronavirus il Comune di Torino assumeva tre determine di impegno per l'acquisto di mascherine per il Corpo della Polizia Municipale, nel 2009 stanziando quasi 4.000 euro, nel 1998 ben 38 milioni di lire e nel 1997 altri 3 milioni di lire. La Sindaca e il Comandante del Corpo della Polizia Municipale erano a conoscenza delle richieste sindacali anche a loro indirizzate arrivate ad esempio con la circolare del 4 aprile del CSA in cui si sottolineavano le molteplici preoccupazioni in termini di prevenzione del Corpo e la scarsa distribuzione dei DPI al personale, seguita da altra comunicazione, sempre del CSA del 10 aprile in cui si dichiaravano ancora preoccupazioni sulla distribuzione e l’idoneità di alcuni dispositivi DPI per chi ne fosse in possesso. Effettivamente la Sindaca stessa è intervenuta durante il Consiglio Comunale del 6 aprile, dichiarando durante le comunicazioni sull'impiego dei Vigili Urbani durante l'emergenza Coronavirus di essere a conoscenza proprio della mancanza di dispositivi di protezione per il Corpo di Polizia Municipale. La Sindaca in quella sede dichiarava che le mascherine di cui dovrebbe essere dotato il Corpo di Polizia Municipale sono le FFP3, le FFP2 e al 6 aprile ancora il problema sussisteva e a quella data non erano a disposizione di tutto il personale del Corpo di Polizia Municipale. Questo dichiarava la Sindaca in quella data del 6 aprile. Oggi la Sindaca dichiara che all'incirca si è provveduto all'acquisto di 18.000 FFP3 ed FFP2, semplifico i dati che ci ha poc'anzi dato su un complessivo però di 75.000 unità del Corpo della Polizia Municipale. Banalmente, semplificando nuovamente, si tratta di una unità su 4 messe non a repentaglio. Anziché scaricare le responsabilità sempre sugli altri ed in particolare sulla Regione, si prenda le sue reali responsabilità, dettata anche dal Codice Civile e dalle leggi nazionali e dichiari pubblicamente con trasparenza quello che ha fatto per proteggere il Corpo della Polizia Municipale, i dipendenti del Comune tutto. È quello che purtroppo ancora ad oggi non ha fatto. Ho terminato, Presidente. |