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TRESSO Francesco Grazie, Presidente. Dunque, io ho presentato un ordine del giorno denominato appunto: “Deroga ai vincoli di fiscalità di Bilancio per i Comuni, le Province e le Città Metropolitane” per l’annualità in corso. È un ordine del giorno che, apparentemente, sembra, diciamo, molto tecnico, ma risponde con concretezza ai bisogni dei cittadini torinesi, a partire da quanti sono stati maggiormente colpiti dagli effetti del coronavirus. Perché? Perché, sostanzialmente, si chiede di poter liberare delle risorse, contravvenendo, diciamo, alla necessità di mantenere il pareggio di Bilancio, aspetto che, peraltro, probabilmente si sentiva già da tempo la necessità di rimarcare un’inadeguatezza di procedure che gestiscono il Bilancio pubblico, ancor prima dell’emergenza Covid diciamo, e che questa necessità di affrontare un’emergenza, che necessariamente è destinata a cambiare la struttura stessa della nostra società, conferma dicevo l’urgenza di una revisione di quest’apparato istituzionale che mi sembra essere ormai obsoleto, nel senso che dà sempre meno capacità di investimento, sempre meno capacità di autonomia nell’erogazione di servizi ai singoli Enti Locali. Quindi, l’ordine del giorno che io ho presentato (adesso vediamo, nel dettaglio cercherò di dire velocemente quelli che sono i punti dell’“Impegna”) è un segnale per dire che non si ritiene accettabile che, diciamo, il dogma del pareggio di Bilancio costringa i cittadini a subire, in tempi che già di per sé sono marcatamente difficili, anche il taglio dei servizi. Premetto che atto analogo è già stato votato, presentato e votato su iniziativa di Liste Civiche anche in altri Consigli Comunali, Milano in primis la settimana scorsa, ma anche La Spezia, Lecco, Mantova, Taranto per quanto mi risulta. Ci tengo ancora a dire che, vista l’attualità anche del Decreto ex aprile, ora, diciamo, diventato maggio, che è proprio alle porte di essere emanato, questa iniziativa non si sostituisce ad una richiesta di fondi per i Comuni, richiesta di fondi che, peraltro, sembra essere ormai acclarato che sarà decisamente minore di quelle che erano state le richieste da parte dei Comuni, condotte anche sotto l’egida dell’ANCI. Ricordo che i Sindaci avevano presentato, diciamo, delle stime sui disavanzi possibili di Bilancio, che portavano ad una valutazione tra i 5 e gli 8 miliardi i rischi di perdite a livello nazionale e, da quanto sembra appurato, il Governo mette per ora sul piatto della bilancia 3 miliardi, quindi siamo comunque sempre su un ordine di grandezza - parlo sempre con termini dubitativi, perché ancora nulla abbiamo di chiarissimo - di circa la metà di quello che effettivamente sono le perdite preannunciate. Gli stessi Uffici, che nell’ambito delle Commissioni ci hanno fornito dei dati, hanno valutato le possibili mancate entrate spalmate sull’annualità per la Città di Torino nell’ordine di circa 250 milioni valutati. Ecco, allora, mi sembra che sia necessario trovare un ulteriore strumento, come dico che non sostituisce solo la richiesta dei fondi, ma che cerchi di predisporre un piano di rientro del disavanzo. Io l’ho previsto articolato sul prossimo triennio, perché si sia garantiti che la Città possa recuperare, ovviamente con degli strumenti che sono ancora poi da definire, ma possa sostanzialmente non limitare l’erogazione di servizi su quest’anno ed anzi incentivare la ripresa di quelle categorie fortemente danneggiate, sto pensando al piccolo commercio, sto pensando alle piccole attività che potrebbero poter così fruire di agevolazioni fiscali sulla fiscalità comunale, particolarmente gradite e particolarmente efficienti in questo momento di recupero e di ripresa. Io sostanzialmente chiedo la facoltà straordinaria, ovviamente da condursi insieme agli altri Comuni (è un ordine del giorno, quindi chiede di proporre quest’istanza al Governo), per chiudere l’esercizio con un disavanzo di amministrazione che valuto massimo fino al 15%. Questa valutazione al 15% è semplicemente dettata da regole semplici, valutando la proporzionalità del periodo di chiusura, di lockdown, previsto di circa 2 mesi. Quindi, chiedo di poter derogare, con un disavanzo fino ad un massimo del 15% delle entrate consuntive, prevedendo, come dicevo, questo rientro nel prossimo triennio con l’approvazione quindi del Bilancio Preventivo 2021-2023. Chiedo poi ancora di ridurre del 25% gli obblighi di accantonamento previsti dai vari fondi e previsti dalle norme finanziarie e, proprio per dare maggiore capacità e possibilità di spesa al Comune, di prevedere la libera disponibilità delle entrate provenienti dalle sanzioni del Codice della Strada. In ultimo, ho ancora aggiunto un punto, che mi sembrava comunque anche già approfondito nel corso di precedenti valutazioni che nelle Commissioni avevano prodotto anche negli anni precedenti, di avviare una rinegoziazione, a livello sia nazionale, ma tutto sommato europeo, per la cancellazione dei prodotti finanziari derivati. Ecco, questo articolato di 7 punti, che io metto nella parte di “Impegna”, sostanzialmente, come dico, ribadisco ancora una volta, si tratta di un’iniziativa che io credo necessaria proprio perché, in questo momento, c’è bisogno di un’azione che riguardi praticamente la possibilità di avere una maggiore operatività fin da subito, senza solo rifarsi alla richiesta di contributi straordinari che, come abbiamo modo di immaginare (e vedremo come sarà poi la stesura finale del Decreto, ma è del tutto presumibile), non saranno certo sufficienti a colmare il gap che il Comune dovrà affrontare. Io spero vivamente che anche gli altri Consiglieri vorranno aderire a questa iniziativa, votando l’atto e, sostanzialmente, dando modo all’Amministrazione di avere da subito uno strumento che le consenta di fare una programmazione anche volta a definire delle misure di maggiore incentivo per tutta la Fase 2, che vada a dare un segnale concreto di maggiore vicinanza a quelle attività commerciali che hanno subito maggiore danno dall’emergenza legata al Covid. Grazie. |