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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 11 Maggio 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 15

Comunicazioni della Sindaca su “Situazione emergenza senzatetto conseguentemente alla chiusura della struttura di piazza d’Armi”.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Possiamo passare all’ultima richiesta di comunicazioni che era rimasta nel nostro
Ordine dei Lavori, richiesta avanzata dai Capigruppo e dai Consiglieri Artesio,
Montalbano e Tresso, che riguarda: “Situazione emergenza sanitaria senzatetto
conseguentemente alla chiusura della struttura di piazza d’Armi”.
Lascio la parola, anche su questo tema, alla Vicesindaca Schellino. Prego, ne ha facoltà.

SCHELLINO Sonia (Vicesindaca)
Grazie mille. Allora, ho iniziato un po’ prima nel question time, che mi scuso perché
non avevo capito essere così corto e forse un tempo così corto per un tema così ampio è
davvero più indicato nell’ambito di una interpellanza. Quindi le considerazioni fatte
prima non le ripeto anche per economia dei tempi.

SICARI Francesco (Presidente)
Può dire tutto ciò di cui ha necessità per completezza di risposta. Qui stiamo facendo le
comunicazioni e sulle comunicazioni può intervenire per il tempo che ritiene necessario,
opportuno. Prego.

SCHELLINO Sonia (Vicesindaca)
Ah, benissimo, benissimo, grazie. Ho riassunto prima le caratteristiche di piazza
d’Armi; ho riassunto il fatto che si tratta non di un dormitorio, ma di un sito umanitario,
di un luogo salvavita, un luogo dove si può entrare senza esibire i documenti e dove
qualsiasi persona ha diritto a non morire di freddo e quindi ad essere accolta, qualsiasi
siano le sue condizioni, sia dal punto di vista giuridico, sia dal punto di vista
psicologico, psichiatrico o di qualsiasi altra attività. Dicevo prima, perché la Città nel
tempo ha accettato di aprire uno spazio come questo? Perché si ritiene, come dicevo,
che chiunque debba essere protetto dal rischio di morire di freddo. Infatti questo sito è
attivo solo nei mesi più freddi e normalmente al più tardi a marzo chiude. Per poter
aprire uno spazio così, la Città, con apposita ordinanza sindacale, deroga alle regole di
accoglienza consuete, allestisce uno spazio che garantisca uno standard minimo di
accoglienza dignitosa e mette a bando tale spazio per la gestione, chiedendo a una
organizzazione umanitaria di gestirlo, a fronte di un contributo per la copertura dei costi
di gestione. Lo scorso autunno è stato necessario prorogare i termini del bando perché in
un primo momento nessuno si era presentato per gestire il sito, conoscendone la
difficoltà e i rischi. Poi, come negli anni precedenti, la Croce Rossa, che ringrazio, ha
applicato e ha gestito il sito fino al 30 marzo e a fronte di una nuova ordinanza e
proroga di un mese, proprio a causa dell’emergenza Covid, fino al 3 di maggio. Sulla
criticità di gestione dell’ultimo periodo, sull’importanza del monitoraggio e del presidio
del corpo di Polizia Municipale e sull’impossibilità di proroga, sia per ragioni sanitarie
sia per ragioni di sicurezza e per la situazione di assembramento che costituiva un
problema anche dal punto di vista sanitario, ho già detto la settimana scorsa. Con il
termine del periodo invernale, invece, come accennavo nel question time,
contrariamente a quanto avveniva negli scorsi anni, non sono stati ridotti i posti nei
dormitori pubblici e privati, anzi, sono stati aumentati e per quanto riguarda i dormitori
afferenti alla Città, l’orario di permanenza è stato via via aumentato fino all’attuale
copertura h24. Grazie al Protocollo d’Intesa con Prefettura, Regione, Unità di Crisi e
cooperative, non solo sono stati aumentati gli spazi per consentire il distanziamento
fisico, ma sono stati aumentati i posti letto ed è stato allestito uno spazio per persone
senza dimora positive al Covid che necessitano di isolamento. Negli ultimi mesi sono
stati un po’ aumentati anche i posti di accoglienza per persone in attesa di permesso di
soggiorno in regola con i documenti, grazie a fondi provenienti da bandi ai quali la Città
ha… (incomprensibile) …e quindi i posti complessivamente sono aumentati. Veniamo
ora alla situazione delle persone che frequentavano il sito di piazza d’Armi, che
sapevano che avrebbe dovuto finire a marzo, che era stato prorogato e sapevano anche
le condizioni di criticità e che non avrebbe potuto durare a lungo, proprio per il rischio
anche in termini sanitari e non solo di tipo di sicurezza pubblica. In effetti non sono mai
stati fatti dei tamponi lì, non era un sito sufficientemente presidiato anche da quel punto
di vista. La mattina del 4 maggio sono stati raccolti i nomi delle persone che,
dichiarando di essere utenti di piazza d’Armi e di non avere altro modo di trovare un
riparo, hanno chiesto di poter accedere al dormitorio. È stato controllato che si trattasse
di persone che effettivamente avessero lasciato il loro nominativo alla Croce Rossa o ai
Vigili presenti in queste notti nel sito di piazza d’Armi ed è stata fatta una verifica
documentale per accertare i requisiti di accesso ai dormitori o ad altri programmi
dedicati a persone fragili, italiani o non italiani che fossero, comunitari o
extracomunitari. Quattro uomini e tre donne sono stati collocati entro i primi due giorni.
Due donne che avevano in un primo tempo rifiutato l’aiuto, per fortuna si sono convinte
e alla fine hanno accettato, mentre altri due uomini e una donna sono stati inseriti
venerdì. Parliamo quindi in totale di 10 soluzioni messe a disposizione dalla Città,
anche se uno dei primi collocati ha rinunciato dopo il primo giorno. Oltre ai posti messi
a disposizione dalla Città, la Prefettura ha provveduto a collocare in un CAS sette
uomini che hanno i requisiti per accedere al sistema di accoglienza straordinaria, mentre
purtroppo, in base agli accertamenti effettuati dalla Questura, il Comitato Ordine e
Sicurezza Pubblica ha preso atto che sei persone di quelle presenti nel presidio in piazza
non posseggono i requisiti necessari ai fini dell’accoglienza ed è stato comunicato alle
persone che seguivano in piazza. Inoltre, infine, alcuni giovani donne che erano presenti
in piazza d’Armi, nel momento della chiusura e alle quali erano stati ipotizzati dei
percorsi a fronte di informazioni sulla loro situazione e sul loro bisogno, hanno
dichiarato di non essere interessate e di essere in grado di trovare soluzioni in
autonomia. Come detto agli interessati che si sono rivolti alla Città, ci sono ancora dei
margini per inserire delle persone. Naturalmente parliamo di persone in possesso dei
requisiti per l’accesso a un dormitorio e con le accortezze di un inserimento in comunità
che devono essere protette, utenti e operatori, dal rischio di contagio. Ci tengo davvero a
sottolineare che l’inserimento in un dormitorio o in un qualsiasi housing o in uno spazio
gestito, richiede l’adesione a regole di comportamento e in questo periodo anche il
rispetto di norme igienico-sanitarie. Quindi le persone che vengono collocate in questo
periodo sanno che è una spazio h24 e che c’è un impegno a uscire il meno possibile,
come facciamo noi a casa, per ragioni di lavoro, per ragioni di spesa, per prendere una
boccata d’aria, fare una passeggiata, un po’ di esercizio fisico, chiaramente, però in
questo periodo non c’è la possibilità di arrivare alla sera tardi e uscire al mattino presto,
bisogna rispettare qualche regola in più anche. In ultimo, ma non ultima, la questione
dei bagni. All’inizio della pandemia, quando ancora i dormitori erano aperti per meno di
24 ore, avendo ben chiaro che con gli esercizi pubblici chiusi ci sarebbe stato il
problema per le persone senza dimora durante le ore non coperte dai dormitori, ci siamo
premurati di posizionare dei bagni chimici in giro per la città e l’Assessorato
all’Ambiente, che ne ha titolo, oltre a posizionarli, ne ha monitorato la manutenzione e
l’igienizzazione. Alcuni di questi bagni sono tutt’ora in prossimità di piazza Castello, in
zona Giardini Reali e non c’è alcuna intenzione di diminuirli o di rimuoverli, anche se
con i dormitori, per fortuna adesso h24, l’utenza è un po’ diminuita, ma sono lì e sono a
disposizione e sono manutenuti. Se c’era il rischio di emergenza sanitaria in piazza
d’Armi perché costituiva davvero un assembramento ormai, le persone erano troppe e si
fermavano in concentrazioni di persone, quindi sia per ragioni, come abbiamo detto, di
rischio sanitario, che di sicurezza, si è superato quello spazio, anche un assembramento
davanti al Palazzo ha dei rischi e per questo, dovendo inserire le persone all’interno dei
dormitori è necessario poter procedere con l’effettuazione di tamponi, per vedere che
tutte le persone che chiedono l’inserimento, possano essere considerate collocabili più
velocemente, perché le persone che abbiamo inserito in questi giorni, il CAS nel quale li
ha inseriti la Prefettura aveva degli spazi ad hoc dove possono stare un minimo in una
situazione di osservazione e noi li abbiamo inseriti in luoghi dove le persone appena
inserite possano restare per qualche giorno, verificando di non avere sintomi, di non
avere febbre, eccetera. Ma per procedere più celermente è necessario che vengano
effettuati i tamponi per essere sicuri. Questa criticità è stata più volte segnalata e l’Unità
di Crisi ha stabilito che è necessario fare i tamponi. L’impegno è stato preso da parte
dell’Unità di Crisi, che si sta attivando insieme alla Croce Rossa per procedere a fare
tamponi alle persone e fare poi delle collocazioni, come di dicevo prima… (audio
disturbato) …disponibili, adatti per poter avere una collocazione. Voglio soltanto però
guardare in un’ottica di medio termine, per una grande città il tema dell’accoglienza di
persone o che non sono in regola o che non vogliono aderire a delle regole di un
dormitorio e quindi l’allestimento di uno spazio umanitario, al di là dell’emergenza
freddo, ma anche il tema della crescita della domanda di spazi dormitorio più in
generale, è una questione che non può essere affrontata se non su scala più ampia,
almeno a livello di Area Vasta, se non di Città Metropolitana, e meglio ancora di
Regione, non senza reperimento di fondi dedicati e con la collaborazione più stretta col
Sistema Sanitario, a fronte dei molti casi di dipendenze, di patologie presenti
nell’utenza dei dormitori, fermo restando anche la criticità attuale dell’emergenza
sanitaria legata al virus. Questo anche alla luce del fatto che nei dormitori di Torino
trovano rifugio persone provenienti da fuori città, da fuori regione e queste pesano per
oltre metà dell’utenza. Quindi davvero è necessario allargare un po’ lo spettro. Ad onor
del vero alcuni passi in questo senso sono stati avviati sia a livello tecnico un paio di
anni fa, con un’indagine della situazione di allora, che sicuramente è peggiorata con
l’emergenza sanitaria, sia a livello politico. Ricordo infatti che appena prima
dell’emergenza Covid la Consigliera Comunale e Metropolitana Grippo si era fatta
promotrice di un incontro in Città Metropolitana, che venne poi purtroppo annullato
proprio a causa dell’inizio della pandemia, per affrontare appunto il tema dei senza
dimora come un problema complesso da programmare ed affrontare insieme ai propri
Comuni di riferimento e anche con l’assistenza, con il rapporto con il Sistema Sanitario
non solo ora, ma a maggior ragione ora in questo momento di contingenza. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Vicesindaca. Allora, adesso con ordine, ripeto che non sono stati estesi i
tempi di intervento, quindi i Gruppi avranno a disposizione, trattandosi di
comunicazioni, cinque minuti. Iniziamo con la Capogruppo Sganga. Prego, ne ha
facoltà.

SGANGA Valentina
Sì, grazie, Presidente. Io ieri pomeriggio sono passata a vedere con i miei occhi la
tendopoli che ora sorge in piazza Palazzo di Città e, devo essere sincera, è un’immagine
forte che rimane impressa negli occhi e nelle menti, soprattutto quelle di chi, come me,
quel Palazzo era abituato a varcarlo tutti i giorni fino a qualche mese fa. Ora il Palazzo è
vuoto, perlomeno lo è dalla rappresentanza politica, mentre la piazza si sta lentamente
riempiendo, riempiendo di un grido di aiuto che pone l’attenzione di tutti noi su quello
che era sin da prima dell’emergenza uno dei più gravi problemi che toccano la nostra
città, che è quello appunto della povertà, quello di chi è senza casa, quello dei soggetti
più fragili, che più di tutti hanno bisogno di aiuto. Io ho ascoltato con molta attenzione
le parole dell’Assessora Schellino, e la ringrazio perché come sempre affronta le
difficoltà che si pongono sul piano pragmatico, quindi ben spiegando qual è il quadro
della situazione in cui ci troviamo ad operare e anche quali sono le questioni alle quali
non sempre come singola istituzione siamo in grado di rispondere. Ma assieme a questo
piano io credo che la politica debba puntare ad agire altresì sul piano culturale e sociale,
che parimenti forgia lo spirito e la coscienza di una città e della sua Amministrazione.
Ci accingiamo da questo punto di vista ad affrontare una situazione complessa e
dobbiamo farlo senza presunzione, ma anche senza paura. La Città per ora è riuscita a
ricollocare tutte le persone che, come ci è stato spiegato, avevano i requisiti per entrare
nei nostri dormitori o per accedere ai percorsi umanitari nei CAS. Sussistono però in
piazza persone che evidentemente non dispongono di quei requisiti, ma che almeno
nella fase di emergenza i Decreti del Governo ci impongono di tutelare. Io non credo di
poter e soprattutto di voler avanzare proposte risolutive, anche se comunque ne ho
sentite di interessanti, dall’uso di foresterie, all’allestimento appunto di uno spazio
umanitario di emergenza. Non avanzo proposte, ma resto convinta che una soluzione
vada trovata e vada trovata in fretta e per tutti. Agire sul piano culturale, agire sul piano
della coscienza della Città richiede per noi uno sforzo in più. Probabilmente non siamo
in grado di tirare fuori facili soluzioni dal cilindro, ma abbiamo il dovere di farci
promotori della necessità di avviare un confronto con i vari soggetti alla ricerca di
possibili soluzioni, quindi la parola d’ordine, dal mio punto di vista deve essere
“confronto” e certamente l’Amministrazione non potrà essere in grado di prendersi cura
di tutti i soggetti che versano in situazioni complesse, e penso a chi non ha i documenti
e richiede allo Stato appunto una regolarizzazione della sua posizione sul territorio e di
questo non può essere il Comune a farsene carico; penso a chi è in attesa di tampone e
quindi di accertamento della sua situazione sanitaria, anche su questo non starebbe al
Comune; penso a chi chiede legittimamente un ricovero dove avere un tetto sopra la
testa e dei servizi igienico-sanitari accessibili, ma allo stesso tempo chiede che la
propria salute non venga messa a rischio dal contagio. Allora, allestire spazi che
rispondono a tutte queste necessità è complesso. Noi cosa possiamo fare? Noi possiamo
e dobbiamo fare rete. Questo vuol dire che dobbiamo dare delle risposte anche quando
non ci competono formalmente, perché, come dice spesso tra l’altro la Sindaca
Appendino, le Amministrazioni Comunali sono le prime sentinelle delle fragilità della
comunità e quindi, diciamolo chiaramente, io credo che vada detto chiaramente che da
parte nostra c’è la massima attenzione al problema, ma che da soli non riusciamo a
rispondere a tutte le esigenze poste. C’è la necessità che intervengano i vari livelli di
Governo, c’è bisogno dell’aiuto del Terzo Settore, c’è bisogno dell’impegno della
Prefettura, c’è bisogno della cooperazione, della Protezione Civile Regionale. Allora, in
tutto ciò, in tutto questo percorso di dialogo però il Comune deve essere capofila e deve
essere un soggetto che si fa attivo, attivo a cercare una soluzione. Allora io credo che
per esempio giovedì ci sarà una Commissione Comunale, che quella Commissione
Comunale possa essere il luogo di dialogo, dell’avvio di un dialogo, in cui appunto il
Comune affiancato dalla Regione, affiancato dagli altri soggetti che ho elencato prima,
ascolti, ascolti gli altri interlocutori, e penso per esempio al Gruppo Abele,
all’Associazione Eufemia, all’ASGI, alla Pastorale Migranti. E se giovedì dovesse
essere troppo tardi, non è tardi per convocare anche tempestivamente una Conferenza
dei Capigruppo che possa audire quelle persone e si possa avviare finalmente un dialogo
per trovare una soluzione.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio, Capogruppo Sganga. Il suo Gruppo, lo comunico, ha finito il tempo per
intervenire.
Adesso il Capogruppo Tresso. Prego, ne ha facoltà per cinque minuti.

TRESSO Francesco
Sì, grazie, Presidente. Ma io condivido l’intervento anche accorato della Capogruppo
Sganga e sono d’accordo su quando lei dice che il Comune deve farsi il coordinatore
delle iniziative e di avere veramente, Assessora, questa volta del coraggio, un atto di
coraggio, la situazione richiede uno sforzo di tipo eccezionale, perché, vede, lei già
parla e già nell’intervento di prima sul question time aveva parlato di come ci fornisce
tutta una descrizione abbastanza puntuale sul fatto che ogni anno c’è un’emergenza
freddo e quindi si trovano soluzioni per evitare che la gente muoia di freddo. Qui la
gente non muore di freddo, quest’anno è un anno eccezionale in cui il paradigma non è
più il freddo, ma il paradigma è il Coronavirus, è il Covid. Allora è chiaro che, seppur
sia stata rimandata, ma la chiusura del sito umanitario di piazza d’Armi andava valutata,
contestualizzata in questa che è la situazione emergenziale di quest’anno, una situazione
in cui l’aumento delle povertà anche in fasce, anche in categorie che erano impensabili
fino a qualche mese fa, ha reso e ha acuito particolarmente questo tipo di problematiche,
per cui ci sono persone che si trovano in condizioni drammatiche. Ora la Città non può
non avere un’attenzione prioritaria verso queste fasce e non può non pensare che lei non
abbia un ruolo di nuovo di tipo attivo, ma sia solo sospesa in attesa che arrivino
indicazioni di livello sovraordinato. Questo discorso, che tra l’altro accennava la
Capogruppo Sganga, di coordinare l’attività, la Città ha un ruolo attivo di
coordinamento che è fondamentale e mi sembra che in questo periodo siano state
numerosissime le voci di risposta del territorio, delle associazioni, del Terzo Settore,
che si sono in maniera più o meno spontanea autoregolate per fornire delle risposte.
Quello che è grave è che la Città non coordini questo tipo di risposte, però. Allora, c’è
una lettera che, come è stato citato, Eufemia, Gruppo Abele, e 35 associazioni hanno
sottoscritto, allora queste sono quelle reti virtuose che la Città deve sapere però
ascoltare, sentire che tipo di risposte possono offrire e coordinare. Anche i numeri che
lei ci ha fornito sono assolutamente insufficienti, sono risposte che non sono bastanti.
Sulle 96 persone che sono uscite dalla situazione di piazza d’Armi, alcune sì, lei ha
parlato, sono state reinserite in strutture, però sono numeri che sono infinitamente
minori, anche se qualcuno avrà rifiutato, anche se non sono tutte situazioni semplici da
gestire, ma bisogna industriarsi e in maniera propositiva trovare delle soluzioni nuove.
In sostanza, io credo che anche il fatto di potersi inserire in strutture solo a seguito di un
tampone negativo, ma se non ci sono i tamponi come facciamo? Bisogna riuscire a fare
un monitoraggio che sia più fattivo, farci parte diretta nel chiedere alla Regione che
comunque ci sia la disponibilità di fare questo tipo di controllo. Anche le persone che da
una settimana ormai sono accampate in piazza perché manifestano il loro disagio,
perché non possono trovare altre soluzioni, vanno comunque tutelate anche sotto il
profilo di un monitoraggio dal punto di vista di valutare, ci sia un’equipe che va
comunque a fare almeno la misura della temperatura, a controllare la situazione, se ci
sono delle sintomatologie che possono preoccupare. Non hanno neanche un bagno da
poter utilizzare. Abbiamo il bagno lì sotto, persino i bagni pubblici, ma perché non li
abbiamo aperti almeno in questa situazione? Cioè non possiamo continuare sempre solo
a rimandare dicendo: “Noi non possiamo fare nulla, dobbiamo aspettare che qualcuno ci
dica cosa fare”. Quindi io credo che le cose che sono state fatte siano assolutamente
insufficienti. È stato demandato, ad esempio, anche il discorso degli aiuti alimentari è
stato completamente demandato all’iniziativa di chi si è volontariamente offerto per
poter sopperire. Ma noi non possiamo lasciare delle persone in questa situazione senza
pensare di riuscire a coordinare quel tipo di iniziativa. Il Comune ci metta delle risorse
in proprio, viva Dio, troveremo poi il modo di risanarle, ma qui c’è una risposta da dare
in maniera immediata, emergenziale. Non per nulla c’è stata anche una comunicazione
dell’Ordine dei Medici che ha segnalato questa gravità, quindi non è che ce lo stiamo
dicendo tra di noi Consiglieri dell’Opposizione e in questo caso mi sembra di dire anche
della Maggioranza. Ci sono degli organi autorevoli esterni che lo segnalano come crisi e
criticità di tipo emergenziale. Quindi io credo che quanto sia la richiesta delle
associazioni che hanno sottoscritto questa lettera, cioè di industriarsi per trovare delle
soluzioni abitative, reali, però non solo subordinate ad una graduatoria che poi non potrà
essere di fatto mantenuta; riaprire i bagni pubblici, almeno quelli nelle stazioni dove si
stanno concentrando le persone, in dotazione maggiore, evidentemente quelle che ci
sono oggi non sono bastanti; e infine la necessità di provvedere da subito all’emergenza
cibo, quindi allargando delle misure che non vanno a toccare tutte le persone, ma ahimè,
però purtroppo i voucher sono stati esauriti in fretta, qui dobbiamo invece provvedere a
fornire dei pasti a queste persone che onestamente non hanno… (incomprensibile).
Questo lo dico anche nella necessità di dare a tutta la popolazione delle maggiori
garanzie, e vado a chiudere, per poter gestire questa situazione. È una situazione
intollerabile, non ci possiamo limitare a dirci che…, lei cita giustamente un
coordinamento anche a livello metropolitano, ma viva Dio, la nostra Sindaca è anche
Sindaca della Città Metropolitana, quindi giustamente facciamo le azioni in questo
senso. Quindi assolutamente un’azione più proattiva, una situazione più propositiva,
facciamoci sentire e troviamo le soluzioni in tempi rapidi, grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Consigliera Grippo.

GRIPPO Maria Grazia
Presidente, ma magari se voleva intervenire prima la Capogruppo Artesio, che è la
prima firmataria delle comunicazioni, proprio per una forma di cortesia da parte mia.

SICARI Francesco (Presidente)
Per me non ci sono problemi. Artesio, può intervenire, recupero Grippo dopo.

ARTESIO Eleonora
Come vuole, non c’è problema nemmeno da parte mia.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, prego. Andiamo con Artesio e poi Grippo. Prego, Capogruppo. Può intervenire la
Capogruppo Artesio, però non la sento.

ARTESIO Eleonora
Mi sente ora?

SICARI Francesco (Presidente)
Ora la sento.

ARTESIO Eleonora
La casalinga di Voghera, categoria alla quale orgogliosamente mi iscrivo dopo aver
visto gli esiti di questa vicenda condotta dai teorici dell’inclusione sociale, si porrebbe
una domanda semplice: se in questo momento si vanno ad indagare le situazioni
personali delle persone per ricollocarle, perché se si doveva chiudere piazza d’Armi non
lo si è fatto prima per verificare le alternative praticabili? È una domanda semplice, a
cui non c’è giustificazione, forse solo un tentativo di spiegazione perché ci si augurava,
come al solito, che le persone, disperdendosi, sarebbero diventate invisibili e non
avrebbero creato un problema all’Amministrazione Comunale. Non è andata così. La
seconda questione: come mai quando si è capito che il disagio era talmente forte da
portare le persone ad aggregarsi, da portare le persone a rendersi visibili, da portare le
persone ad esibire le loro condizioni, non si è mai risposto alle PEC che le
organizzazioni di tutela, quei famosi avvocati di strada che orgogliosamente andiamo ad
audire nelle Commissioni varie, inviavano al Comune e a quelle PEC hanno dato
risposta soltanto la Prefettura e la Questura, che peraltro hanno cooperato a risolvere le
situazioni personali di numerose persone? Terza questione: quando abbiamo discusso
dei dormitori in questo Consiglio Comunale ci è stato detto che si attendevano i
Protocolli Regionali. Nei Protocolli Regionali, da cui è esitata l’individuazione di
alcune sedi di ospitalità aggiuntive ed alternative, l’Amministrazione Comunale di
Torino ha avanzato il tema di piazza D’Armi, delle persone che lì vi trovavano ricovero
notturno? Delle condizioni soggettive e generali di tipo sanitario a cui quelle persone
andavano incontro? Dai numeri e dalle soluzioni alternative non direi, perché
l’alternativa dei dormitori è praticabile in scarsissime unità, date le regole di
funzionamento conseguenti anche alle misure di tutela sanitaria e questo tipo particolare
di situazione non risulta essere stata messa sotto osservazione. Quindi io sono ben
contenta se giovedì in IV Commissione approfondiremo il problema, comprenderemo le
motivazioni di una decisione irrazionale in un momento in cui l’emergenza freddo si è
congiunta con l’emergenza sanitaria, individueremo le eventuali forme di cooperazione
attraverso tutte quelle strutture di reti, di snodi, di pianificazione, di coordinamento, che
in questo momento non hanno saputo dare risposta altra che la strada alle persone in
condizione di maggiore bisogno, rispetto alle quali oggi soltanto organismi di tutela si
stanno facendo avanti, soltanto organismi di cura, come quelle delle organizzazioni
mediche stanno esprimendo preoccupazioni, soltanto reti di solidarietà stanno
avanzando disponibilità alla cooperazione. Io credo davvero che questo tipo di vicenda
sia stata emblematica di come si cerca di allontanare da sé la carne viva e l’emozione
pulsante dei problemi sociali di una povertà estrema di cui la nostra città è un
avamposto. Ho finito.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio, Capogruppo. Come fatto, in questo caso, se la Consigliera Grippo…,
credo di sì, faccio andare avanti la Consigliera Montalbano, in quanto sottoscrittrice di
una richiesta di comunicazioni sul tema. Prego, Consigliera Montalbano.

MONTALBANO Deborah
Grazie, Presidente. Chiedo sempre conferma se mi sentite.

SICARI Francesco (Presidente)
Sì, la sento. Prego.

MONTALBANO Deborah
Grazie, la ringrazio. Ma, allora, questo per me sarà un intervento che mi tocca nel vivo,
mi tocca personalmente, quindi spero di non essere troppo emotiva. Il Covid e questa
emergenza sanitaria su tutti i settori, non solo sulle emergenze sociali, aveva una
certezza, che avrebbe messo in luce quelle che erano tutte le mancanze di quello che è il
sistema sociale, a livello nazionale, a livello regionale, ma anche soprattutto a livello
comunale, anche perché io sono un Consigliere Comunale, quindi sto nella cerchia di
quello che è il mio ambito, ed è quello territoriale. E qual è stato l’atteggiamento in
questi quattro anni nei confronti degli ultimi? Si è entrati in Comune con tanto di
bandiere, come riscossione, riscossione sociale degli ultimi che entravano in Comune e
che avrebbero dovuto cambiare completamente, specialmente alcuni settori, non tutti,
per carità, ma alcuni settori. Il settore delle Politiche Sociali era completamente da
rivoluzionare perché era sbagliato, perché era insufficiente, perché poneva tutta una
serie di criticità e lasciava fuori tutta una serie di cittadini, cittadini che poi hanno votato
questa Amministrazione perché hanno trovato una speranza di un cambiamento, di una
nuova visione, di nuovi aiuti e cioè di poter ricevere davvero, davvero dalla politica un
atteggiamento diverso e delle risposte diverse. Mi accorsi molto…, diciamo così, io
sono una che ci vede lungo, sarà che arrivo dalla strada, ma nel giro di un anno io mi
accorsi quale sarebbe stato l’andazzo sul settore delle Politiche Sociali. Feci una
battaglia, feci una battaglia interna, la persi, la persi, non ho problemi a dirlo.
Dopodiché passano quattro anni, arriva l’emergenza Covid, che è quella che non
risparmia davvero nessuno, e le cose vengono fuori. Io a sentire l’Assessora Schellino,
anche adesso quando mi fa il resoconto su tutta la gestione dei dormitori, mi viene da
mettermi le mani nei capelli, perché proprio in funzione del fatto che se andavano a
chiudere, o comunque io non lo potevo sapere come Consigliera Comunale, ma
sicuramente la Giunta sì, l’Assessora sì, si sarebbero poi andate a chiudere strutture
come piazza D’Armi, allora forse a maggior ragione bisognava accettare e recepire
quelle proposte del 12 marzo portate in Capigruppo e non finirò mai di ringraziare la
Consigliera Artesio, che si fece portavoce di quelle istanze. H24 al 12 marzo i
dormitori, strutture in disuso da mettere a disposizione dei dormitori, caserme, RSA.
Avevo fatto un grande elenco. Qualcuno in Giunta un po’ più lungimirante
dell’Assessora Schellino aveva detto: “Lo teniamo come piano B”. Poi il piano B è
rimasto lì. Poi sono arrivati i contagi, poi è arrivato quello che è arrivato ed è scoppiata
la bomba sui dormitori. Poi ci ritroviamo piazza d’Armi, che sì, sì, è l’emblema, è
l’emblema di tutto quello che questa Amministrazione…, dell’atteggiamento che ha
questa Amministrazione nei confronti degli ultimi, perché io in quattro anni ho visto
semplicemente questo: o ci appoggiamo al Terzo Settore e ci responsabilizziamo della
responsabilità che è in capo all’Amministrazione utilizzando il mondo dei privati e del
volontariato oppure releghiamo le nostre responsabilità alla Questura e alla Prefettura di
Torino. Lo abbiamo visto con la Cavallerizza, lo abbiamo visto quando è arrivata la
sospensione degli sfratti per il Covid. Perché, signori miei, la Prefettura ha chiamato i
dirigenti del Comune di Torino per dargli la data, quando sarebbe partita la sospensione
degli sfratti. Cioè politicamente, politicamente questo settore non è debole, di più, si
gira dall’altra parte ogniqualvolta c’è una patata bollente da dover gestire. Peccato è,
peccato è che quando parliamo però di Politiche Sociali parliamo della vita cruda delle
persone, signori miei, parliamo della vita cruda delle persone. Ora, visto che poi le
Minoranze sono sempre quelle che fanno solo opposizione tanto per farla, innanzitutto
posso dire che io rivendico le decisioni prese, anche di andare all’Opposizione, oggi più
che mai, oggi più che mai, perché poi sono i fatti che danno ragione alle proprie azioni,
non le chiacchiere, oppure non so, le indagini con cui devi anche pagarti gli avvocati per
poterti fare archiviare. Ma, detto questo, veniamo a piazza d’Armi. Allora, basta
chiamare le mense, le mense che danno da mangiare, quelle ancora aperte…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

MONTALBANO Deborah
Sì, concludo. Basta chiamare le mense attraverso i volontari della Protezione Civile e
riuscire…, almeno in questa settimana si poteva almeno far arrivare del cibo a quelle
persone perché sono dei volontari, sapete chi c’è lì, ci sono le associazioni, ragazzi che
vanno a cercare il cibo per portarlo lì sotto a quelle persone, gli attivisti di “Potere al
Popolo”. Ma Sonia Schellino, ma di che cosa stiamo parlando? Di che cosa stiamo
parlando? Prima di chiudere piazza d’Armi tu dovevi capire dove dover mettere quelle
persone in una epidemia come quella che stiamo vivendo. E la sicurezza sanitaria per
queste persone? I decreti non valgono per queste persone?

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

MONTALBANO Deborah
Sì, concludo, Presidente, ma sono indignata, schifata dall’operato dell’Assessora Sonia
Schellino, schifata.

SICARI Francesco (Presidente)
Prima di proseguire, giusto per il verbale, avendo il Gruppo Misto utilizzato sei minuti
per l’intervento, non ci saranno ulteriori interventi.
Adesso lascio la parola alla Consigliera Grippo, che ne ha facoltà per cinque. Prego.

GRIPPO Maria Grazia
Grazie, Presidente. Io capisco lo stato d’animo della collega che mi ha preceduto,
cercherò però di rimanere ai fatti e di mostrare all’Assessora Schellino che continua a
perseverare nel salto logico. Io la ringrazio anche per aver ricordato il mio impegno in
Città Metropolitana per affrontare il tema dei senza fissa dimora, però quello era un
tempo di ordinaria amministrazione. Nel momento in cui siamo usciti da quel tempo
con l’avvento della pandemia, doveva cambiare l’approccio, invece l’approccio non è
cambiato. C’è un rapporto di causa-effetto, l’ha già detto chi è intervenuto prima di me,
tra la chiusura di un luogo, che la stessa Assessora definisce salvavita e quanto sta
accadendo oggi davanti a Palazzo Civico. Quindi non ci sono scuse, non ci sono scuse
che tengano e giovedì, lo dico alla Capogruppo del Movimento 5 Stelle, che pure mi
pare abbia a cuore quello che sta accadendo, giovedì è troppo tardi, giovedì non si
deciderà niente, giovedì saranno altri quattro giorni di vita per quelle persone senza le
necessarie tutele e senza una protezione sociale. Tra l’altro sono persone, come dicevo,
che non sono spuntate dal nulla. Noi sappiamo che sono esuli di un luogo che
perlomeno dava loro delle garanzie e che rappresentano, quelli che ci sono davanti a
Palazzo Civico, solamente la metà del problema causato dalla chiusura evidentemente
troppo drastica e, checché se ne dica, evidentemente troppo precoce del sito umanitario
di piazza D’Armi. Quindi, per cominciare, io mi sarei aspettata oggi che venisse
ammesso l’errore, che l’Assessora Schellino e magari anche la Sindaca Appendino che
avrebbe dovuto metterci la faccia in questa vicenda, ammettessero di aver fatto una
scelta perlomeno precipitosa, una scelta che noi consideriamo sbagliata, una scelta che
non ha tenuto conto delle caratteristiche delle persone rimandate in strada, tra cui,
l’abbiamo già sentito dire, sono molti quelli che non hanno i requisiti giuridici per
accedere ai dormitori tradizionali e che quindi, a saldi invariati, se la situazione
continuerà ad essere questa, in strada ci resteranno, e di chi è la responsabilità? La
responsabilità è diretta del Comune, diretta. E bisogna ammettere finalmente, cosa che
non è avvenuta da parte dell’Assessora, che la proroga di un mese rispetto al calendario
dei servizi previsto dall’emergenza freddo non è stata usata dall’Amministrazione per
trovare soluzioni alternative da offrire nella cosiddetta fase 2 anti Covid ai 100 ospiti di
piazza D’Armi, non si sono cercate soluzioni alternative. Si sperava che il problema si
risolvesse da sé e non si ammette neanche oggi che in tempi di pandemia con la
chiusura di quel sito, benché posticipata da marzo a inizio maggio, si è scelto
deliberatamente di correre un grosso rischio e che è in conseguenza di quel rischio che
la situazione è precipitata, perché questo è successo, Presidente, la situazione è
precipitata, basta affacciarsi da una finestra di Palazzo Civico per vederlo, basta leggere
quello che scrive l’Ordine dei Medici che ci avverte del pericolo di emergenza sanitaria
rappresentato dall’assembramento di fronte a Palazzo di Città. Poi guardi, Presidente,
che bisognerebbe trovare anche il coraggio di ammettere che è stata una stupidaggine
dichiarare, come fatto dall’Assessora Schellino ai giornali, che il lockdown è terminato.
Mi sarebbe piaciuto sentirla ammettere che è stato meschino da parte sua bollare come
facinorosi i volontari che in questi giorni si sono adoperati per sfamare e accudire i
senza fissa dimora. Io invece li ringrazio, Presidente, non so che cosa avremmo fatto
senza di loro, non so cosa avrebbe fatto la gente in strada senza di loro. Quindi noi oggi
chiediamo che l’Amministrazione riconosca il suo errore e vi ponga rimedio.
Chiediamo che cerchi oggi delle alternative credibili e che in assenza di alternative
credibili riveda la sua posizione, che torni sui suoi passi finché è in tempo e chiediamo
che la condizione degli esiti di piazza d’Armi diventi una preoccupazione prioritaria
anche dell’Unità di Crisi, al di là dei tamponi, come avrebbe dovuto essere fin
dall’inizio, fin da prima di chiudere questo luogo che la stessa Assessora definisce
salvavita. Mi creda, Presidente, e qui concludo, io non mi aspetto di suscitare oggi
quella partecipazione civile che è mancata nelle parole e nei fatti durante gli ultimi
giorni, ma almeno mi aspetto un’assunzione di responsabilità laddove in gioco non è la
salute di un singolo, ma la salute di tutta la comunità. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliera Grippo. Io non ho altri interventi dei Consiglieri, anche perché
in alcuni casi i tempi di intervento sono finiti per i Gruppi. Quindi, anche essendo state
fatte alcune domande, lascio una replica alla Vicesindaca Schellino. Prego.

SCHELLINO Sonia (Vicesindaca)
Grazie mille. Cerco di rispondere ad alcune domande. Allora, in piazza d’Armi ci
sono…, in piazza d’Armi, scusate, in piazza davanti a Palazzo, ci sono probabilmente
ancora alcune persone con dei requisiti, ma se noi non abbiamo un elenco completo e il
fatto di stare lì a manifestare in quel modo invece di seguire il consiglio che era stato
dato di dare i nomi come abbiamo fatto il primo giorno che abbiamo raccolto i nomi di
35, mi pare, persone che hanno dichiarato di chiedere aiuto e hanno appeso… e sono
state man mano contattate man mano che si facevano le verifiche dei documenti, non ha
semplificato le cose, anche perché in piazza non ci sono solo persone che stavano a
piazza d’Armi, o meglio, ci sono persone che non stavano a piazza d’Armi e alcune
persone che stavano a piazza d’Armi non ci sono perché appartengono a categorie, tra
quelle che ho raccontato all’inizio, nel question time, di persone che generalmente
utilizzano lo spazio durante l’inverno e provvedono altrimenti di loro iniziativa. Ci sono
persone che quando lunedì è stato chiesto loro se avessero bisogno di aiuto, hanno
risposto: “No, ci arrangiamo per i fatti nostri”. Quindi in piazza c’è un mix di persone. Il
racconto, la retorica che in piazza ci sono tutti quelli che dormivano a piazza d’Armi, mi
dispiace, ma non è così. Ci sono alcuni che dormivano a piazza d’Armi, che stiamo
cercando di sistemare nel più breve tempo possibile e se non ci fosse tutta quella
bagarre sarebbe stato anche un po’ più facile, ci sono persone che sono lì in modo
pretestuoso, vecchie conoscenze anche nostre, persone che hanno avuto un tot di
percorsi di inclusione, uscendone poi sbattendo la porta, persone che sono state espulse
dai dormitori. Avete ragione nel dire: “La lettera delle associazioni mette a
disposizione”. Ma quelle associazioni ben le conosciamo, Eufemia è uno degli snodi.
Quelle associazioni hanno degli spazi, ma vi posso anche dire che in piazza ci sono
persone che sono state espulse proprio dai dormitori di quelle associazioni ed espulse
per comportamenti scorretti, chiamando la Polizia e facendole portare fuori in manette.
Io sono contenta se ora sono disposti a riprenderle, sono molto contenta, però so anche
che quelle persone sono finite a piazza d’Armi perché sono state espulse da dormitori,
per esempio. Non tutti ovviamente, come sempre cito dei casi e non tutto l’elenco.
Quindi a piazza d’Armi c’era gente che lunedì stesso ha detto che non aveva bisogno
d’altro, c’è gente che ha lasciato il nome e che in base al controllo dei nomi stiamo
cercando di aiutare o abbiamo già aiutato, noi o la Prefettura. Tra i nomi che ci sono
stati lasciati lunedì ci sono persone che a nostro modo di vedere hanno ancora diritto al
CAS e quindi appena sarà completato il controllo documentale perché non è un
controllo che facciamo noi, va fatto in sede di Questura, ma abbiamo già detto alla
Prefettura: “Guardate che probabilmente, già solo dai nomi che abbiano, ci sono persone
ancora inseribili nei CAS”. Tutto quel putiferio lì fuori non aiuta, un minimo più di
collaborazione sarebbe stato molto più utile a velocizzare il tutto. In più c’è chiaramente
il problema di fare un minimo di controllo sulla situazione sanitaria. Avessimo avuto la
possibilità lunedì mattina di fare i tamponi a tutti quelli che chiedevano aiuto, di
smistarli e di controllare i documenti e di inserirli subito, certo che avremmo fatto più in
fretta. Purtroppo, il Comune ancora non fa i tamponi, però quello avrebbe aiutato a fare
più in fretta. Tra le persone che ci sono lì, ribadisco, non sono tutte persone che
provengono da piazza d’Armi, c’è anche un pretestuoso modo di protestare in generale
di persone, che ripeto, hanno già avuto percorsi, li hanno già abbandonati, sono uscite,
insomma, non siamo proprio così sprovveduti da non avere un minimo di capacità di
censimento di persone che sono già passate dagli aiuti della Città un certo numero di
volte o anche di associazioni, proprio perché grazie a quella rete di privato sociale, di
Piano di inclusione, eccetera, ci confrontiamo anche con le altre associazioni e quindi
sappiamo che cosa ha fatto uno per una persona, che cosa ha fatto un altro, quando per
qualcuno è stato dichiarato che non era veramente più possibile fare niente. Vorrei
ribadire per l’ennesima volta che i bagni di fronte al Comune sono inagibili, sono non a
norma. Io ho chiesto un miliardo di volte, anche perché lo chiedevano i tassisti,
banalmente, se si potevano riaprire e avevo anche chiesto ovviamente a chi ne ha la
gestione…, la gestione, la tutela di quegli spazi, se poteva essere pensabile lavorare ad
esempio con il mondo delle cooperative, cooperative sociali intendo o di associazioni di
persone fragili per pensare di rimetterli a norma e di farli gestire, per esempio, da una
cooperativa di persone fragili, da una cooperativa “B”; insomma, ci sono molte
possibilità, naturalmente con un bando, con tutto quello che deve fare un Ente Pubblico,
ma mi è sempre stato detto che sono in condizioni di sicurezza tali da dover stare chiusi.
Ci sono però, come ho detto prima, i bagni chimici e sono stati messi in giro per la città
proprio all’inizio di questa emergenza, ce ne sono ai Giardini Reali, quindi transitare
fino ai Giardini Reali non è una cosa impossibile. Le mense pubbliche non sono chiuse,
ci sono e sono anche state potenziate dalla Città, quindi queste persone, se c’è qualcuno
che gli porta il cibo in piazza, benissimo, sennò potrebbero tranquillamente andare alle
mense, che in questo periodo sono a disposizione e abbiamo fatto di tutto per far avere
loro anche contributi e possibilità di fornire dei pasti in più. Perché non venivano
controllati prima i documenti a piazza d’Armi? Perché, per le caratteristiche del sito,
non… si entra senza mostrare i documenti. Nell’ultimo mese la Croce Rossa insieme
alla Polizia Municipale ha fatto un po’ più di controllo sui documenti ed è la ragione per
cui di alcune persone che hanno lasciato il nominativo lunedì avevamo la certezza che
erano proprio persone presenti a piazza d’Armi, per altri è stato necessario un minimo di
riconoscimento di chi era presente nel sito, però avendo avuto le componenti della
Polizia Municipale in rinforzo per l’ultimo mese, è stato anche abbastanza… un po’ più
semplice identificare le persone. I posti in più, mi si chiedeva del Protocollo con
l’emergenza Covid, i posti in più, quelli che ha pagato la Regione, sono posti per
positivi e quindi, siccome i posti per positivi sono piuttosto onerosi, la Regione ne ha
finanziati in due tranche, ne ha finanziati una ventina prima e, visto che ne servivano
ancora, ne ha finanziati più o meno un’altra… 20 e qualcosa dopo. Quindi anche la
Regione, pur avendo deciso di pagare questi posti, perché hanno valenza sanitaria ed è
quindi corretto che siano a loro spese, li hanno aperti man mano che si ne presentava il
bisogno e quindi non l’hanno fatto tantissimi insieme, ma li hanno fatti in due tranche,
insomma, scelta di modalità di dare un contributo della Regione, alla quale naturalmente
ci adeguiamo. Quello che voglio ancora sottolineare è che, essendoci, l’ho già detto
prima, una situazione sanitaria anche per la città, non solo e soprattutto per le persone
che sono lì, ma anche per la città, l’Unità di Crisi e la Croce Rossa stanno organizzando
la modalità di fare dei tamponi a queste persone. Sarà valutato poi se chiedere loro di
spostarsi per farlo in un altro luogo o con dei camper sul posto, insomma, queste sono
cose che verranno a brevissimo, spero, specificate dalla Croce Rossa per poter fare i
tamponi e così acceleriamo anche la possibilità di inserire in dormitorio chi ne ha i
requisiti e posti ce ne sono ancora, sia nel sistema dei dormitori, nel sistema
complessivo dei dormitori della Città, perché a parte il sito emergenziale, che appunto
non è un dormitorio, tutti gli altri posti appositamente aperti per la stagione invernale
non solo non sono stati eliminati alla fine del periodo invernale, ma sono stati anche
aumentati con l’emergenza Covid, quindi c’è ancora un margine per inserire un po’ di
persone. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Vicesindaca. Quindi con la replica chiudiamo anche la trattazione di questa
ulteriore richiesta di comunicazioni.
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