Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Mi danno comunicazione che nel frattempo abbiamo recuperato il Capogruppo Petrarulo, quindi tornerei su quello che è l’ordine del giorno. Capogruppo Petrarulo, lei ci sente? Se riesce ad attivare il microfono. PETRARULO Raffaele Sì, ho avuto problemi con il microfono e non riuscivo ad entrare e usciva la voce. Grazie, Presidente. Mi scuso, ma oggi giornata abbastanza terribile, quindi si vede che ho problemi, dico, di connessione. SICARI Francesco (Presidente) Allora, torniamo subito su quello che è l’ordine del giorno, meccanografico 20200895/002, che ha come oggetto: “Riapriamo il Maria Adelaide per l’emergenza Coronavirus” SICARI Francesco (Presidente) La parola, prego. PETRARULO Raffaele Grazie, Presidente. Allora, noi abbiamo discusso nella Commissione, è stata molto articolata ed anche ben condotta, è stato importante che tutti i suggerimenti, tutti i Consiglieri hanno dato in quella Commissione. Stiamo parlando di un ospedale, che è il Maria Adelaide che è stato chiuso nel 2016, lo dico anche per chi ci ascolta naturalmente, situato in lungo Dora Firenze, che è ancora in buone condizioni, perché bene o male si parla dell’impiantistica elettrica, si parla un po’ della struttura, ma sono spese che si possono sopportare e supportare, anche perché in quest’emergenza Covid, naturalmente, dato che siamo nella fase 2, ma non è detto che poi non possa arrivare, non è detto, sperando che non ci siano dei casi conclamati, potrebbe sicuramente portare del sollievo alle strutture oggi esistenti sul territorio cittadino e non solo, dando quindi una precipua funzione all’Ospedale Maria Adelaide e liberando alcuni reparti negli altri ospedali: le Molinette, San Giovanni Bosco, Maria Vittoria, Martini e via discorrendo. Quindi questo. Sappiamo anche che è stato utilizzato negli ultimi anni per ospitalità della Sindone e dell’emergenza freddo, quindi con (incomprensibile) anche, quindi non è un ospedale, non è una struttura da buttare in aria dopo 4 anni. C’è stata anche, non voglio poi fare sempre il solito che poi prende i meriti di tutto, c’è stata una petizione popolare di oltre 10.000 firme, anche il sottoscritto naturalmente l’aveva firmata, e la Circoscrizione 7 si era impegnata anche su questo. Noi, ho sentito che il Presidente della Regione, Cirio, ha fatto un sopralluogo ed aveva, quindi declinato per il momento, spostando sull’OGR che erano molto più accessibili ed immediate, quello che era il discorso sulle terapie intensive e via discorrendo. Io credo e penso, invece, che alla luce poi di quello che è successo, che sta succedendo, che purtroppo ci sta vedendo secondi, come Regione, per numero di contagi in tutta Italia, dopo la Lombardia, e non me ne voglia, Presidente, non è che sia contento di essere secondo come Regione per contagi, checché se ne dica. Tutti stanno facendo il massimo, ci mancherebbe, i sanitari, gli infermieri hanno fatto il possibile e l’impossibile. Non è questa la sede su questa mozione di andare a capire, su quest’ordine del giorno, di chi è la causa, di chi ha fatto di più o di meno, perché mancano le mascherine, come ho fatto già con la mozione, che (incomprensibile) fare prima, l’obbligatorietà sui mezzi pubblici e via discorrendo, non è questo, perché se no andremmo a portare un discorso su quest’ordine del giorno, che ci porterebbe fuori fase. Noi oggi dobbiamo fare sì che la Sanità possa ripartire e ripartire in una maniera diversa. Abbiamo quest’ospedale che può avere un numero di posti letto, con un minimo di manutenzione, naturalmente parliamo non di chissà di che cifre, e quello che (incomprensibile). Non deve essere un ospedale di primo livello, come il Pronto Soccorso delle Molinette, del San Giovanni Bosco, del Maria Vittoria, del Martini, un ospedale di secondo livello, dove ci sia un minimo di funzionalità, che è quella delle persone che ci stanno all’interno, quindi, che possono essere ricoverati, in questo caso quelli del Covid, che non siano quelle troppo gravi, che siano quelle che siano naturalmente funzionali, quindi le sub intensive o anche le intensive, volendo si può anche fare con i ventilatori ed i respiratori. Un minimo di laboratorio analisi ci deve essere, una sala per quello che riguarda la radiologia, quindi il controllo, le ecografie di quelli che sono, ci sta. Per tutto il resto, penso che servano gli ospedali di primo livello, anche perché si collocherebbe in un’area che non è distante sia dal San Giovanni Bosco, che poi dagli altri ospedali che potrebbero essere sull’asse di Torino, quindi su 10 - 15 minuti, con 10 minuti arriverebbero alle Molinette, con 5 al San Giovanni Bosco (incomprensibile). Ecco, questo è l’ordine del giorno che io ho voluto istruire e ho detto, naturalmente, che era aperto a tutti coloro che sono intervenuti ed hanno a cuore, naturalmente, quello che è il benessere della popolazione cittadina torinese, non solo perché Torino è torinocentrica, ma per la Sanità arrivano da tutta la Regione Piemonte, quindi non è che possiamo dire che questo non serva. Liberare ed aiutare e far ripartire un ospedale, in quest’ottica di secondo livello, ripeto, non in un’ottica in cui si va a collocare un Pronto Soccorso, si va a collocare un’emodinamica, si va a collocare una rianimazione, quindi, sarebbe qualcosa che possono essere forse, se qualcuno lo desidererà, valutate in un secondo tempo, quello che interesserebbe, a mio parere, quello che interessa alla cittadinanza e quello che interessa che in un eventuale... Perché, se noi non facciamo prevenzione oggi, in un eventuale fase 2 che potrebbe essere in questa maniera, oppure in un inverno, in un autunno in cui quello che può succedere, per quello che riguarda il Coronavirus non è preventivabile, torneremmo di nuovo ad andare a prendere una cosa come le OGR, ma le OGR non sono classificate per fare, quindi l’ospedale, per fare un punto di assistenza, è una cosa temporanea. Io spero che si riparta con le OGR che facciano il loro normale uso, che è quello di cultura, di intrattenimento, di eventi, con tutte le cautele possibili che poi possono venire fuori da questa miriade di DPCM, decreti, ordinanze e via discorrendo, che starci dietro ormai è difficilissimo. Quindi, chiedo all’Aula, al lei, Presidente, naturalmente, un voto favorevole, non per l’ordine del giorno che ho fatto io, ma un voto favorevole, perché i cittadini di Torino meritano naturalmente una Sanità che li possa anche agevolare, aiutare in quella che è la collocazione nei posti futuri ed in quello che potrebbe essere un’eventuale, naturalmente, incancrenimento. Nessuno, lo dico, lo ripeto, e chiudo, nessuno avrebbe mai pensato che il Piemonte, partito primo, fosse secondo per numero di contagi, nessuno l’avrebbe pensato, e vi ricordo anche l’intervento quando si parlava delle RSA della collega Scanderebech, che sulle RSA, infatti, aveva chiesto e ancora sto aspettando, in fin dei conti, una Commissione di indagine comunale per quello che riguarda le RSA. Io naturalmente non dico agli altri quello che faccio per me stesso, ho detto la Consigliera Scanderebech e sono uno di quelli che firma, ma lei dice che occorrono, naturalmente, 9 Consiglieri, siamo in 2, gli altri 7 bisogna trovarli. Io più che parlare, ho fatto un atto, questo è un atto scritto. Quindi, confrontiamoci, naturalmente, sono disponibile ad eventuali miglioramenti, se qualcuno li trova, ci mancherebbe, nessuno penso che si vada a scandalizzare se c’è un emendamento migliorativo, però la funzionalità di quest’ospedale è dettata da chi prima c’era, quindi non è possibile che dal 2016 al 2020 sia un ospedale da buttare via e da gettare. Non è nella disponibilità del Comune di Torino, lo sappiamo tutti, e fa parte della Regione Piemonte, però naturalmente il Comune di Torino non può sempre essere spettatore, ma certe volte vorrei anche fosse autore. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Capogruppo Petrarulo. Adesso gli interventi della Vicepresidente Ferrero, prego, e poi del Consigliere Versaci. Prego, Ferrero. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Grazie, Presidente. Preferirei non attivare il video, così sentite meglio. Mi sente? SICARI Francesco (Presidente) Sì, la sento. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Perfetto. Allora, io ritengo l’atto del Consigliere Petrarulo un atto da sostenere. Devo dire che questo è un po’ il Paese sempre delle emergenze. Io da quando sono nata non sento altro che parlare di emergenza, cioè, qualsiasi cosa diventa sempre un’emergenza e le situazioni di emergenza sono spesso miopi, perché, appunto, devono gestire una cosa in fretta e, nel gestire le cose in fretta, a volte, appunto, ci si trova a gestirle non nel modo adeguato. Ora, io credo che sia importante in questo momento, però stabilire un principio di continuità, sostanzialmente. Cioè, che tutto quello che si sta facendo in questo momento, non sia solo per l’emergenza, ma che diventi sistema nel post Covid. Cioè, è un momento in cui noi sappiamo che questo virus, per quanto letale, ha creato comunque una situazione che doveva essere gestita, non la gestisce sicuramente il Comune, è la Regione che deve riorganizzare il sistema sanitario, alla luce di questa nuova emergenza, che potrebbe essere anche un’emergenza che in qualche modo ci ha insegnato qualcosa, perché abbiamo scampato l’aviaria, abbiamo scampato la suina, la SARS 1, questa non l’abbiamo scampata. Quindi, in fondo questa è una situazione che potrebbe ripetersi e abbiamo bisogno di avere delle strutture sanitarie. Quindi, la Regione deve sicuramente ripensare un sistema ospedaliero efficiente, deve sicuramente ripensare anche a delle strutture intermedie tra l’iperspecializzazione e invece l’assistenza domiciliare, come avevamo chiesto nella nostra mozione di accompagnamento al Parco della Salute, Città della Salute, nel 2017, quindi le case della Sanità, che non sono state attivate; ma la cosa principale, e credo che questa mozione la intercetti, che si debba recuperare quello che è il patrimonio cittadino, cioè quegli spazi che sono in realtà, già nella Città, riconosciuti, io penso all’Oftalmico, penso, appunto, al Maria Adelaide, quegli spazi che in qualche modo sono anche storia della Città di Torino, sono punti di riferimento della Città di Torino. Ecco, questo è il momento in cui la Regione deve fare la sua parte e credo che questa mozione, con le 10.000 firme, debba in qualche modo portare anche la voce di quei cittadini che hanno riconosciuto in questi ospedali, in questi punti, non solo di cura, ma di conforto, perché il sapere che c’è una struttura che ti può accogliere, e che quella struttura c’è, che c’è sempre stata, che in qualche modo ci appartiene, è anche un sistema, appunto, psicologico di assistenza al malato. Io voterò a favore ed anche il nostro Gruppo voterà a favore. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. Prego, Consigliere Versaci. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie, Presidente. Velocemente, come ha anticipato la Vicepresidente Ferrero, come Gruppo, voteremo a favore di quest’atto, che è stato affrontato in una IV Commissione e questo atto è rivolto, è più una questione, ovviamente, come tutti gli ordini del giorno, un atto politico che chiede alla Regione di rivedere un po’ tutti quelli che sono i nostri ospedali, che sappiamo che per problemi economici in questi anni sono stati fatti dei tagli, alcuni sono stati chiusi, come questo ad esempio, e crediamo che sia un momento per dire - non per fare ovviamente polemica - ma semplicemente per dire che ci siamo accorti tutti che in questo momento abbiamo bisogno di una Sanità che sia pubblica, alla faccia di quelli che dicevano che era meglio la Sanità privata, che in questi anni hanno regalato la Sanità ai privati, noi chiediamo, invece, che la Sanità debba rimanere pubblica e che ci siano degli spazi, che esistono già nella nostra Città, che sarebbe sbagliato perderli, e quindi, per questo motivo, voteremo a favore di quest’atto. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliere Versaci. Io non ho altri interventi. Prego, Capogruppo Artesio. ARTESIO Eleonora Grazie. Io volevo soltanto fare una riflessione di carattere generale, ricordando i presidi che si erano svolti davanti all’ospedale, quando era stata annunciata la chiusura, ed anche quando in allora ci veniva rassicurato rispetto al fatto che si sarebbero conservate delle attività satellite rispetto alla casa madre CTO e che queste attività sarebbero state concentrate proprio sulla dimensione di prossimità, sia come erogazione di prestazioni ambulatoriali, sia come attività di rieducazione e di riabilitazione, in modo particolare anche dedicate a quelle fasce di popolazione minorile, adolescenziale e di giovani adulti, rispetto ai quali fosse necessario intervenire per condizioni di cronicità o per condizioni invalidanti successive ad episodi traumatici. Quindi, sono testimone diretta di un’azione di resistenza, sostenuta nei livelli istituzionali e nei livelli pubblici della mobilitazione delle persone, rispetto alla necessità di mantenere il presidio. In questo nuovo contesto, la risollecitazione che viene mossa dalla mozione del collega Petrarulo va a sottolineare una situazione rispetto alla quale la razionalizzazione della rete ospedaliera ha prodotto, nel nostro territorio, magari rispetto di parametri generali del livello nazionale indicati nei piani di rientro, ma certamente un livello inadeguato di relazione tra posti letto e necessità di salute espresse. Io voglio però sottolineare che, nel momento in cui noi chiediamo, anche conservando la memoria e la ragione di quelle mobilitazioni, il mantenimento di strutture ospedaliere dobbiamo farlo con l’occhio non all’emergenza, ma al futuro, perché ad esempio, questa situazione di emergenza ci ha fatto notare come tutte le offerte di prossimità siano assolutamente indispensabili e preziose per riuscire a lavorare sul terreno della prevenzione e per accompagnare i decorsi delle malattie, dopo la fase acuta. Quindi, pur non amando il fatto che si sollevi il tema in un momento acuto, sull’onda, certamente di una necessità evidente, ma essendo molto interessata al fatto che si recuperi quel patrimonio di offerta sanitaria nel quadro complessivo di riordino del sistema di risposta ai bisogni di salute, io credo di dover condividere almeno l’appello contenuto in questa mozione, sapendo che la strada per completare razionalmente e funzionalmente questa richiesta sarà lunga, in confronto con gli assetti patrimoniali, perché non è una dotazione dell’Amministrazione Comunale, ovviamente, ma è un patrimonio delle Aziende Sanitarie, e fino alla definizione di quale offerta sanitaria sia congrua e puntuale in quell’ambito territoriale e dentro i percorsi di continuità di cure e di assistenza. Quindi, sapendo che è l’inizio di un confronto, che potremo sviluppare, e che probabilmente, uscendo dalla condizione emergenziale, potrà essere sostenuto con dati di evidenza, migliorato nella qualifica e nelle funzioni da allocare in quel contesto, e quindi essere più strutturale nell’ambito dell’offerta sanitaria. Perciò voterò a favore della mozione. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Adesso ho segnato il Capogruppo Napoli, prego, ne ha facoltà. Capogruppo Napoli? NAPOLI Osvaldo Pronto? SICARI Francesco (Presidente) Okay, la sento. Prego. NAPOLI Osvaldo Beh, dicevo che è almeno 15 anni che si tagliano fondi alla Sanità. Ne so qualcosa, se mi permettete, da Amministratore, positivo o negativo che sia, di lungo corso. (Incomprensibile) si è visto anche personalmente, da Sindaco, chiudere interi reparti di ospedale, fino alla sua chiusura completa. Centinaia di ospedali, soprattutto quelli più piccoli, sono stati chiusi dalle Regioni. Al Servizio Sanitario Nazionale mancano, così si diceva allora, fino a qualche mese fa, circa 10.000 medici e diverse migliaia di infermieri. Beh, permettetemi, una strategia di desertificazione dell’Assistenza Sanitaria Pubblica, per la verità, sono molto sincero, non solo in Italia, ma un po’ di tutt’Europa, di cui oggi, permettetemi anche qua, raccogliamo i risultati, con questa insidia mortale, chiamata Coronavirus. Governo e Regioni, di qualsiasi colore politico, e lo ripeto, Governo e Regioni di qualsiasi governo politico, io credo che devono battersi il petto. Ma voi ci pensate se un Direttore Generale avesse comprato un anno fa ventilatori, macchinari per il pronto intervento su quell’aspetto, sarebbe stato mandato immediatamente alla Corte dei Conti; se avesse visto distante, non avremmo perso nemmeno un minuto. Ecco, invece oggi siamo qua a rimpiangere questo tipo di discorso. Oggi si cercano e si sono cercati 300 medici. Sono arrivati i medici da aiutarci da, dico per dire, da tutto il mondo, nelle aree del Nord. Si dimentica quanti di loro sono stati mandati in pensione grazie a Quota 100. Ebbene, io credo che gli italiani paghino oggi un prezzo alto per colpa degli errori che tutti noi, lo ammetto anche io come Amministratore, errori commessi dai Governi Nazionali e Regionali, ripeto, al di là del colore politico. Si rincorrono posti che non ci sono, non c’erano nelle terapie intensive; si cercano macchinari per la respirazione meccanica, che ripeto, l’avessimo fatto un anno fa quell’Amministratore andava alla Corte dei Conti. Quanti macchinari devono essere installati in tempi di relativa calma, una volta cessata, ma io dico che la tempesta del coronavirus imporrà a tutti ed impone a tutti, come tutti noi stiamo discutendo in questi due mesi, Governo e Regioni, di ripensare il modello di assistenza per potenziare quello attuale, ma anche per cambiarlo, penso io, nelle articolazioni istituzionali. Io dico che il batti e ribatti, ed il controbatti del controbatti, tra Regione, Stato e Comuni, il cittadino non capisce più qual è l’ordinanza che deve seguire. Anche questo è un discorso estremamente delicato nei rapporti sanitari, ma nei rapporti di qualsiasi tipo di incontro che deve fare il cittadino uscendo di casa. Non sa più quale decreto deve seguire, quale ordinanza deve seguire. E devo dare atto che il Comune di Torino, lo dico con profondo rispetto, come mia abitudine, ha svolto un atteggiamento estremamente equilibrato. Beh, l’ultima idiozia, e finisco, che può fare la politica oggi, sarebbe dimenticare quello che sta accadendo, e per caso azzuffarsi con polemiche da cortile che non devono più esistere, e mi fa piacere che oggi il Consiglio Comunale di Torino dimostra estremo equilibrio e moderazione e buon senso, e questo è un fatto positivo che noi lanciamo alla comunità torinese, che è necessario che abbiano la sicurezza che le Istituzioni locali sono vicino alla gente. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Capogruppo Napoli. Adesso l’intervento del Capogruppo Tresso, prego. TRESSO Francesco Sì, grazie. Grazie, Presidente. Io apprezzo dell’atto che ha proposto il collega Petrarulo il fatto che si rifocalizza l’attenzione su una questione che, a parere mio, è fondamentale, cioè il fatto che, causa una cattiva visione che ha penalizzato la possibilità di avere delle strutture dedicate alle malattie infettive, probabilmente perché si pensava che fenomeni come quello che stiamo vivendo non ci riguardassero da vicino. Per carità, una pandemia non è certo un fenomeno facilmente prevedibile, però sicuramente le strutture isolate, dedicate, quindi, a trattare compiutamente delle forme infettive, non erano viste come delle strutture su cui andare a puntare, anche per situazioni che magari non erano attuali, ma potevano poi accadere in futuro. In questo senso credo che la maggiore difficoltà che si è attraversata, quindi, nella gestione, a livello regionale, e che sicuramente ha comportato anche una responsabilità poi nell’evoluzione del fenomeno, che ha visto la Regione in cui viviamo essere pesantemente colpita, non per nulla siamo la seconda Regione in termini di contagi e, ahimè, ancora di crescita, è stata quella di dovere avere dei luoghi promiscui e quindi non poter differenziare sufficientemente i percorsi ed i trattamenti, questo, peraltro anche a scapito di tutta quella che è la normale attività ospedaliera, e quindi la necessità di avere, invece dei luoghi che siano preposti a questo. Ciò detto, è chiaro che voler indicare che questa struttura, quella del Maria Adelaide abbia tutti i requisiti che devono essere richiesti per identificare questa come una struttura Covid-19, così dice l’“impegna” della mozione che oggi stiamo discutendo, è chiaro che dovrebbe rientrare in un panel valutativo un pochino più ampio. Cioè, la Regione dovrebbe farsi carico di dire, a fronte di un’esigenza che ritengo necessaria - questo è lo spunto che noi possiamo dare - individuo quali sono, tra una scelta di possibili soluzioni, quelle che ottimizzano i costi di investimento, la preesistenza di requisiti necessari, sotto il profilo strutturale, sotto il profilo gestionale, sotto il profilo proprio anche, appunto, del poter mantenere all’interno delle funzioni sotto il profilo, diciamo, della recezione, dell’utilizzo e della dislocazione proprio anche degli spazi interni. Per cui, voglio dire, sicuramente è vero che questa è una struttura che è stata ancora recentemente utilizzata, quindi presumibilmente ha una serie di requisiti. Io francamente poi non ho elementi per dire se ne abbia completi sotto quelli che ultimamente sono stati ancora rivisti come necessità di aderire ad un certo tipo di specifiche. Detto questo, mi sembra che, in ogni caso, questo fa anche parte, se vogliamo di una declinazione che già io avevo individuato nell’atto che avevo proposto, cioè l’atto di indirizzo, all’Ordine del Giorno, che chiedeva alla regione di definire alcuni punti che ritenevamo indispensabili, tra cui quello di individuare strutture idonee a poter trattare separatamente i casi di Covid. Quindi, in questo senso mi sembra che sia (incomprensibile) per quanto riguarda il fatto di rimarcare quest’aspetto. Insisto, praticamente la struttura del Maria Adelaide, che presumibilmente ha delle sue caratteristiche, andrebbe, però inquadrata in una possibile valutazione, che dovrebbe essere fatta in tempi anche piuttosto rapidi, di quali siano, identificare quale sia il numero di posti che si vogliono dedicare e quali siano le soluzioni perseguibili proprio per valutare un tipo di investimento in funzione dell’ottimizzazione delle risorse. Detto questo, mi sembra che la necessità, come ribadivo, di rimarcare quello che è stato probabilmente negli anni un difetto di visione, che invece richiede la necessità di mettere in campo delle risorse ed anche delle soluzioni straordinarie, lo trovo un elemento condivisibile, insomma. Quindi, sotto questo profilo, sono d’accordo sulla mozione che oggi il collega Petrarulo ha presentato. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Adesso ho il Capogruppo Magliano. Prego, ne ha facoltà. MAGLIANO Silvio Grazie, Presidente. Questo è un atto che possiamo definire un atto sentinella, diciamo così. Perché lo definisco in questo modo, perché di fatto è un atto che pone l’attenzione sulla rete ospedaliera della nostra Città, ma pone quest’attenzione nel momento di massimo stress dovuto all’emergenza Covid. È evidente che sotto emergenza una petizione raccoglie tantissime firme, però è anche vero che noi siamo deputati, in quanto Consiglieri Comunali, a guardare anche un ottimo di programmazione, non solo di gestione dell’istante o dei sentimenti che in questo momento animano i cittadini. È evidente che c’è stato un problema, ma è evidente che il problema, ma questo lo dobbiamo riconoscere con grande chiarezza, non è soltanto e solo ed esclusivamente legato ai posti letto, ma c’è un problema di rete territoriale nella nostra Regione e nella nostra Città, nella nostra Provincia, perché quello che non ha funzionato oggettivamente è stato il rapporto tra i medici di base, i medici di famiglia e il sistema che doveva controllare il numero dei contagi, e quindi cercare di gestire il più possibile la non ospedalizzazione di coloro che potevano risultare positivi, ma queste sono tutte cose che in questi giorni, le leggiamo con attenzione rispetto ai management della Sanità, e su questo, a mio giudizio, quest’atto pone una questione. Poi io non entro nel merito su che cosa vuol dire creare un ospedale, ricreare un ospedale in quella zona. Io, a differenza di altri colleghi, non vedo l’intervento del privato nel sistema sanitario come fumo negli occhi o come Belzebù. Io penso che una buona collaborazione tra il pubblico ed il privato, dove il pubblico si occupa di controllarne l’efficacia e il privato riesca a gestirne l’efficienza, questo potrebbe essere tranquillamente un buon sistema che regge, come regge altrove in altre regioni ed in altri Stati. Nello stesso tempo non possiamo, da questo punto di vista, però, alla luce del Covid, non guardare ciò che già non funzionava prima. C’erano delle cose che non funzionavano, e non possiamo oggi dire che era tutto e che oggi è necessario riaumentare la spesa pubblica. La spesa pubblica, se vogliamo dirlo ai cittadini, diciamolo, ma sappiamo esattamente che la spesa pubblica non può essere esponenzialmente aumentata sulla Sanità, ma deve essere indirizzata ed efficientata il più possibile e con efficienza non intendo i tagli. Ma è evidente che in questa fase ci sono ancora delle condizioni, ci sono ancora delle dimensioni del sistema sanitario che non trovano il giusto finanziamento, come ce ne sono altre che invece, purtroppo, rappresentano ancora delle sacche, a mio giudizio, di spesa inefficiente. Però, nello stesso tempo, io mi rendo conto che un atto di questo tipo, di fatto, dice che la Città di Torino, sul tema della rete ospedaliera, e della rete dei servizi alla persona vuole avere una parte in causa. Per cui io lo voterò, sapendo che, però, ho tutti i miei dubbi e le mie perplessità rispetto a come noi possiamo con un atto andare in qualche modo ad orientare le scelte anche di radicamento sul territorio dei servizi. Il Maria Adelaide è in quella zona, e in quella zona abbiamo già un altro ospedale, a gestione privata, ci mancherebbe, ma convenzionato con Regione Piemonte, peraltro dotato di Pronto Soccorso, non so se in questa fase ha più senso parlare di ospedale, oppure iniziare a pensare a dei poli di rapporto con il territorio su una rete territoriale molto più forte di quella che c’è stata consegnata all’inizio dell’emergenza Covid, perché penso che oggettivamente quello sarà una risposta ed una ristrutturazione della Sanità che sarà necessario fare, perché oggettivamente sul Covid, e vado alla conclusione, si è cercato di rispondere il più velocemente possibile, partendo da un numero di posti letto in rianimazione oggettivamente scarso, ma non possiamo non dirci che dal punto di vista della gestione della fase acuta delle patologie abbiamo degli ospedali di tutta eccellenza, che hanno dimostrato di essere d’eccellenza anche in questa fase. Forse dovremmo, invece, iniziare a pensare che, sui territori, i servizi che diamo ai nostri cittadini, i servizi sanitari, debbano essere completamente ripensati, perché sono proprio il blocco che non ha retto, per cui abbiamo scaricato sui medici di famiglia delle responsabilità enormi, li abbiamo di fatto lasciati da soli, perché il SISP non era in grado di gestire l’afflusso dei dati; e forse perché, questo e concludo veramente, si è pensato negli ultimi 15 anni che si poteva trasportare beni, persone e servizi in giro per tutto il mondo, senza rendersi conto che trasportando tutto in giro per tutto il mondo, anche i virus potevano viaggiare alla stessa velocità con la quale noi trasportiamo beni e servizi e persone. Per cui, darò il mio voto con questi punti però di critica costruttiva, non critica polemica, ma critica costruttiva, perché è evidente che è più complesso il tema e la rete dei servizi che noi dobbiamo garantire non può e non deve basarsi solo sull’ospedalizzazione che oggettivamente ha un costo enorme, ma che invece può trovare delle soluzioni alternative che, per assurdo, in altre regioni hanno permesso che il virus non esplodesse come è esploso da noi, perché si è cercato di non ospedalizzare a tutti i costi. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Io non ho altri interventi in questo momento, e quindi procederei con la votazione dell’ordine del giorno. Prego, Vicesegretario, possiamo fare l’appello per la votazione. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale) NAPOLI Osvaldo Io sono favorevole, Presidente, ma non ho avuto modo di fare una piccola dichiarazione di voto. Se mi permette un secondo solo. Io mi rifaccio alle parole di Tre... SICARI Francesco (Presidente) Stiamo votando. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) Stiamo votando, non si può rivolgere al Presidente. NAPOLI Osvaldo Niente, allora chiedo scusa. In tutti i casi, tenendo presente gli indirizzi, il Comune deve tenere i rapporti con la Regione (incomprensibile). FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) Favorevole? NAPOLI Osvaldo Favorevole, chiedo scusa, favorevole. Chiedo scusa. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale) SICARI Francesco (Presidente) Segretario, il voto della Capogruppo Artesio risulta? FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) Favorevole. SICARI Francesco (Presidente) Perché ha scritto in chat. Perfetto. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) Presidente, 30. SICARI Francesco (Presidente) 30 favorevoli. Quindi, con 30 favorevoli, per il verbale, il Consiglio approva l’ordine del giorno. |