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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 4 Maggio 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 22
ORDINE DEL GIORNO 2020-00895
(ODG N. 8/2020) "RIAPRIAMO IL MARIA ADELAIDE PER L'EMERGENZA CORONAVIRUS" PRESENTATA IN DATA 30 MARZO 2020 - PRIMO FIRMATARIO PETRARULO.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Mi danno comunicazione che nel frattempo abbiamo recuperato il Capogruppo
Petrarulo, quindi tornerei su quello che è l’ordine del giorno. Capogruppo Petrarulo, lei
ci sente? Se riesce ad attivare il microfono.

PETRARULO Raffaele
Sì, ho avuto problemi con il microfono e non riuscivo ad entrare e usciva la voce.
Grazie, Presidente. Mi scuso, ma oggi giornata abbastanza terribile, quindi si vede che
ho problemi, dico, di connessione.

SICARI Francesco (Presidente)
Allora, torniamo subito su quello che è l’ordine del giorno, meccanografico
20200895/002, che ha come oggetto:

“Riapriamo il Maria Adelaide per l’emergenza Coronavirus”

SICARI Francesco (Presidente)
La parola, prego.

PETRARULO Raffaele
Grazie, Presidente. Allora, noi abbiamo discusso nella Commissione, è stata molto
articolata ed anche ben condotta, è stato importante che tutti i suggerimenti, tutti i
Consiglieri hanno dato in quella Commissione. Stiamo parlando di un ospedale, che è il
Maria Adelaide che è stato chiuso nel 2016, lo dico anche per chi ci ascolta
naturalmente, situato in lungo Dora Firenze, che è ancora in buone condizioni, perché
bene o male si parla dell’impiantistica elettrica, si parla un po’ della struttura, ma sono
spese che si possono sopportare e supportare, anche perché in quest’emergenza Covid,
naturalmente, dato che siamo nella fase 2, ma non è detto che poi non possa arrivare,
non è detto, sperando che non ci siano dei casi conclamati, potrebbe sicuramente portare
del sollievo alle strutture oggi esistenti sul territorio cittadino e non solo, dando quindi
una precipua funzione all’Ospedale Maria Adelaide e liberando alcuni reparti negli altri
ospedali: le Molinette, San Giovanni Bosco, Maria Vittoria, Martini e via discorrendo.
Quindi questo. Sappiamo anche che è stato utilizzato negli ultimi anni per ospitalità
della Sindone e dell’emergenza freddo, quindi con (incomprensibile) anche, quindi non
è un ospedale, non è una struttura da buttare in aria dopo 4 anni. C’è stata anche, non
voglio poi fare sempre il solito che poi prende i meriti di tutto, c’è stata una petizione
popolare di oltre 10.000 firme, anche il sottoscritto naturalmente l’aveva firmata, e la
Circoscrizione 7 si era impegnata anche su questo. Noi, ho sentito che il Presidente
della Regione, Cirio, ha fatto un sopralluogo ed aveva, quindi declinato per il momento,
spostando sull’OGR che erano molto più accessibili ed immediate, quello che era il
discorso sulle terapie intensive e via discorrendo. Io credo e penso, invece, che alla luce
poi di quello che è successo, che sta succedendo, che purtroppo ci sta vedendo secondi,
come Regione, per numero di contagi in tutta Italia, dopo la Lombardia, e non me ne
voglia, Presidente, non è che sia contento di essere secondo come Regione per contagi,
checché se ne dica. Tutti stanno facendo il massimo, ci mancherebbe, i sanitari, gli
infermieri hanno fatto il possibile e l’impossibile. Non è questa la sede su questa
mozione di andare a capire, su quest’ordine del giorno, di chi è la causa, di chi ha fatto
di più o di meno, perché mancano le mascherine, come ho fatto già con la mozione, che
(incomprensibile) fare prima, l’obbligatorietà sui mezzi pubblici e via discorrendo, non
è questo, perché se no andremmo a portare un discorso su quest’ordine del giorno, che
ci porterebbe fuori fase. Noi oggi dobbiamo fare sì che la Sanità possa ripartire e
ripartire in una maniera diversa. Abbiamo quest’ospedale che può avere un numero di
posti letto, con un minimo di manutenzione, naturalmente parliamo non di chissà di che
cifre, e quello che (incomprensibile). Non deve essere un ospedale di primo livello,
come il Pronto Soccorso delle Molinette, del San Giovanni Bosco, del Maria Vittoria,
del Martini, un ospedale di secondo livello, dove ci sia un minimo di funzionalità, che è
quella delle persone che ci stanno all’interno, quindi, che possono essere ricoverati, in
questo caso quelli del Covid, che non siano quelle troppo gravi, che siano quelle che
siano naturalmente funzionali, quindi le sub intensive o anche le intensive, volendo si
può anche fare con i ventilatori ed i respiratori. Un minimo di laboratorio analisi ci deve
essere, una sala per quello che riguarda la radiologia, quindi il controllo, le ecografie di
quelli che sono, ci sta. Per tutto il resto, penso che servano gli ospedali di primo livello,
anche perché si collocherebbe in un’area che non è distante sia dal San Giovanni Bosco,
che poi dagli altri ospedali che potrebbero essere sull’asse di Torino, quindi su 10 - 15
minuti, con 10 minuti arriverebbero alle Molinette, con 5 al San Giovanni Bosco
(incomprensibile). Ecco, questo è l’ordine del giorno che io ho voluto istruire e ho detto,
naturalmente, che era aperto a tutti coloro che sono intervenuti ed hanno a cuore,
naturalmente, quello che è il benessere della popolazione cittadina torinese, non solo
perché Torino è torinocentrica, ma per la Sanità arrivano da tutta la Regione Piemonte,
quindi non è che possiamo dire che questo non serva. Liberare ed aiutare e far ripartire
un ospedale, in quest’ottica di secondo livello, ripeto, non in un’ottica in cui si va a
collocare un Pronto Soccorso, si va a collocare un’emodinamica, si va a collocare una
rianimazione, quindi, sarebbe qualcosa che possono essere forse, se qualcuno lo
desidererà, valutate in un secondo tempo, quello che interesserebbe, a mio parere, quello
che interessa alla cittadinanza e quello che interessa che in un eventuale... Perché, se noi
non facciamo prevenzione oggi, in un eventuale fase 2 che potrebbe essere in questa
maniera, oppure in un inverno, in un autunno in cui quello che può succedere, per
quello che riguarda il Coronavirus non è preventivabile, torneremmo di nuovo ad andare
a prendere una cosa come le OGR, ma le OGR non sono classificate per fare, quindi
l’ospedale, per fare un punto di assistenza, è una cosa temporanea. Io spero che si
riparta con le OGR che facciano il loro normale uso, che è quello di cultura, di
intrattenimento, di eventi, con tutte le cautele possibili che poi possono venire fuori da
questa miriade di DPCM, decreti, ordinanze e via discorrendo, che starci dietro ormai è
difficilissimo. Quindi, chiedo all’Aula, al lei, Presidente, naturalmente, un voto
favorevole, non per l’ordine del giorno che ho fatto io, ma un voto favorevole, perché i
cittadini di Torino meritano naturalmente una Sanità che li possa anche agevolare,
aiutare in quella che è la collocazione nei posti futuri ed in quello che potrebbe essere
un’eventuale, naturalmente, incancrenimento. Nessuno, lo dico, lo ripeto, e chiudo,
nessuno avrebbe mai pensato che il Piemonte, partito primo, fosse secondo per numero
di contagi, nessuno l’avrebbe pensato, e vi ricordo anche l’intervento quando si parlava
delle RSA della collega Scanderebech, che sulle RSA, infatti, aveva chiesto e ancora sto
aspettando, in fin dei conti, una Commissione di indagine comunale per quello che
riguarda le RSA. Io naturalmente non dico agli altri quello che faccio per me stesso, ho
detto la Consigliera Scanderebech e sono uno di quelli che firma, ma lei dice che
occorrono, naturalmente, 9 Consiglieri, siamo in 2, gli altri 7 bisogna trovarli. Io più che
parlare, ho fatto un atto, questo è un atto scritto. Quindi, confrontiamoci, naturalmente,
sono disponibile ad eventuali miglioramenti, se qualcuno li trova, ci mancherebbe,
nessuno penso che si vada a scandalizzare se c’è un emendamento migliorativo, però la
funzionalità di quest’ospedale è dettata da chi prima c’era, quindi non è possibile che
dal 2016 al 2020 sia un ospedale da buttare via e da gettare. Non è nella disponibilità
del Comune di Torino, lo sappiamo tutti, e fa parte della Regione Piemonte, però
naturalmente il Comune di Torino non può sempre essere spettatore, ma certe volte
vorrei anche fosse autore. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Capogruppo Petrarulo. Adesso gli interventi della Vicepresidente Ferrero,
prego, e poi del Consigliere Versaci. Prego, Ferrero.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Grazie, Presidente. Preferirei non attivare il video, così sentite meglio. Mi sente?

SICARI Francesco (Presidente)
Sì, la sento.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Perfetto. Allora, io ritengo l’atto del Consigliere Petrarulo un atto da sostenere. Devo
dire che questo è un po’ il Paese sempre delle emergenze. Io da quando sono nata non
sento altro che parlare di emergenza, cioè, qualsiasi cosa diventa sempre un’emergenza
e le situazioni di emergenza sono spesso miopi, perché, appunto, devono gestire una
cosa in fretta e, nel gestire le cose in fretta, a volte, appunto, ci si trova a gestirle non nel
modo adeguato. Ora, io credo che sia importante in questo momento, però stabilire un
principio di continuità, sostanzialmente. Cioè, che tutto quello che si sta facendo in
questo momento, non sia solo per l’emergenza, ma che diventi sistema nel post Covid.
Cioè, è un momento in cui noi sappiamo che questo virus, per quanto letale, ha creato
comunque una situazione che doveva essere gestita, non la gestisce sicuramente il
Comune, è la Regione che deve riorganizzare il sistema sanitario, alla luce di questa
nuova emergenza, che potrebbe essere anche un’emergenza che in qualche modo ci ha
insegnato qualcosa, perché abbiamo scampato l’aviaria, abbiamo scampato la suina, la
SARS 1, questa non l’abbiamo scampata. Quindi, in fondo questa è una situazione che
potrebbe ripetersi e abbiamo bisogno di avere delle strutture sanitarie. Quindi, la
Regione deve sicuramente ripensare un sistema ospedaliero efficiente, deve sicuramente
ripensare anche a delle strutture intermedie tra l’iperspecializzazione e invece
l’assistenza domiciliare, come avevamo chiesto nella nostra mozione di
accompagnamento al Parco della Salute, Città della Salute, nel 2017, quindi le case
della Sanità, che non sono state attivate; ma la cosa principale, e credo che questa
mozione la intercetti, che si debba recuperare quello che è il patrimonio cittadino, cioè
quegli spazi che sono in realtà, già nella Città, riconosciuti, io penso all’Oftalmico,
penso, appunto, al Maria Adelaide, quegli spazi che in qualche modo sono anche storia
della Città di Torino, sono punti di riferimento della Città di Torino. Ecco, questo è il
momento in cui la Regione deve fare la sua parte e credo che questa mozione, con le
10.000 firme, debba in qualche modo portare anche la voce di quei cittadini che hanno
riconosciuto in questi ospedali, in questi punti, non solo di cura, ma di conforto, perché
il sapere che c’è una struttura che ti può accogliere, e che quella struttura c’è, che c’è
sempre stata, che in qualche modo ci appartiene, è anche un sistema, appunto,
psicologico di assistenza al malato. Io voterò a favore ed anche il nostro Gruppo voterà
a favore.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Prego, Consigliere Versaci.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie, Presidente. Velocemente, come ha anticipato la Vicepresidente Ferrero, come
Gruppo, voteremo a favore di quest’atto, che è stato affrontato in una IV Commissione
e questo atto è rivolto, è più una questione, ovviamente, come tutti gli ordini del giorno,
un atto politico che chiede alla Regione di rivedere un po’ tutti quelli che sono i nostri
ospedali, che sappiamo che per problemi economici in questi anni sono stati fatti dei
tagli, alcuni sono stati chiusi, come questo ad esempio, e crediamo che sia un momento
per dire - non per fare ovviamente polemica - ma semplicemente per dire che ci siamo
accorti tutti che in questo momento abbiamo bisogno di una Sanità che sia pubblica, alla
faccia di quelli che dicevano che era meglio la Sanità privata, che in questi anni hanno
regalato la Sanità ai privati, noi chiediamo, invece, che la Sanità debba rimanere
pubblica e che ci siano degli spazi, che esistono già nella nostra Città, che sarebbe
sbagliato perderli, e quindi, per questo motivo, voteremo a favore di quest’atto. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliere Versaci. Io non ho altri interventi. Prego, Capogruppo Artesio.

ARTESIO Eleonora
Grazie. Io volevo soltanto fare una riflessione di carattere generale, ricordando i presidi
che si erano svolti davanti all’ospedale, quando era stata annunciata la chiusura, ed
anche quando in allora ci veniva rassicurato rispetto al fatto che si sarebbero conservate
delle attività satellite rispetto alla casa madre CTO e che queste attività sarebbero state
concentrate proprio sulla dimensione di prossimità, sia come erogazione di prestazioni
ambulatoriali, sia come attività di rieducazione e di riabilitazione, in modo particolare
anche dedicate a quelle fasce di popolazione minorile, adolescenziale e di giovani
adulti, rispetto ai quali fosse necessario intervenire per condizioni di cronicità o per
condizioni invalidanti successive ad episodi traumatici. Quindi, sono testimone diretta
di un’azione di resistenza, sostenuta nei livelli istituzionali e nei livelli pubblici della
mobilitazione delle persone, rispetto alla necessità di mantenere il presidio. In questo
nuovo contesto, la risollecitazione che viene mossa dalla mozione del collega Petrarulo
va a sottolineare una situazione rispetto alla quale la razionalizzazione della rete
ospedaliera ha prodotto, nel nostro territorio, magari rispetto di parametri generali del
livello nazionale indicati nei piani di rientro, ma certamente un livello inadeguato di
relazione tra posti letto e necessità di salute espresse. Io voglio però sottolineare che, nel
momento in cui noi chiediamo, anche conservando la memoria e la ragione di quelle
mobilitazioni, il mantenimento di strutture ospedaliere dobbiamo farlo con l’occhio non
all’emergenza, ma al futuro, perché ad esempio, questa situazione di emergenza ci ha
fatto notare come tutte le offerte di prossimità siano assolutamente indispensabili e
preziose per riuscire a lavorare sul terreno della prevenzione e per accompagnare i
decorsi delle malattie, dopo la fase acuta. Quindi, pur non amando il fatto che si sollevi
il tema in un momento acuto, sull’onda, certamente di una necessità evidente, ma
essendo molto interessata al fatto che si recuperi quel patrimonio di offerta sanitaria nel
quadro complessivo di riordino del sistema di risposta ai bisogni di salute, io credo di
dover condividere almeno l’appello contenuto in questa mozione, sapendo che la strada
per completare razionalmente e funzionalmente questa richiesta sarà lunga, in confronto
con gli assetti patrimoniali, perché non è una dotazione dell’Amministrazione
Comunale, ovviamente, ma è un patrimonio delle Aziende Sanitarie, e fino alla
definizione di quale offerta sanitaria sia congrua e puntuale in quell’ambito territoriale e
dentro i percorsi di continuità di cure e di assistenza. Quindi, sapendo che è l’inizio di
un confronto, che potremo sviluppare, e che probabilmente, uscendo dalla condizione
emergenziale, potrà essere sostenuto con dati di evidenza, migliorato nella qualifica e
nelle funzioni da allocare in quel contesto, e quindi essere più strutturale nell’ambito
dell’offerta sanitaria. Perciò voterò a favore della mozione.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Adesso ho segnato il Capogruppo Napoli, prego, ne ha facoltà.
Capogruppo Napoli?

NAPOLI Osvaldo
Pronto?

SICARI Francesco (Presidente)
Okay, la sento. Prego.

NAPOLI Osvaldo
Beh, dicevo che è almeno 15 anni che si tagliano fondi alla Sanità. Ne so qualcosa, se
mi permettete, da Amministratore, positivo o negativo che sia, di lungo corso.
(Incomprensibile) si è visto anche personalmente, da Sindaco, chiudere interi reparti di
ospedale, fino alla sua chiusura completa. Centinaia di ospedali, soprattutto quelli più
piccoli, sono stati chiusi dalle Regioni. Al Servizio Sanitario Nazionale mancano, così si
diceva allora, fino a qualche mese fa, circa 10.000 medici e diverse migliaia di
infermieri. Beh, permettetemi, una strategia di desertificazione dell’Assistenza Sanitaria
Pubblica, per la verità, sono molto sincero, non solo in Italia, ma un po’ di tutt’Europa,
di cui oggi, permettetemi anche qua, raccogliamo i risultati, con questa insidia mortale,
chiamata Coronavirus. Governo e Regioni, di qualsiasi colore politico, e lo ripeto,
Governo e Regioni di qualsiasi governo politico, io credo che devono battersi il petto.
Ma voi ci pensate se un Direttore Generale avesse comprato un anno fa ventilatori,
macchinari per il pronto intervento su quell’aspetto, sarebbe stato mandato
immediatamente alla Corte dei Conti; se avesse visto distante, non avremmo perso
nemmeno un minuto. Ecco, invece oggi siamo qua a rimpiangere questo tipo di
discorso. Oggi si cercano e si sono cercati 300 medici. Sono arrivati i medici da aiutarci
da, dico per dire, da tutto il mondo, nelle aree del Nord. Si dimentica quanti di loro sono
stati mandati in pensione grazie a Quota 100. Ebbene, io credo che gli italiani paghino
oggi un prezzo alto per colpa degli errori che tutti noi, lo ammetto anche io come
Amministratore, errori commessi dai Governi Nazionali e Regionali, ripeto, al di là del
colore politico. Si rincorrono posti che non ci sono, non c’erano nelle terapie intensive;
si cercano macchinari per la respirazione meccanica, che ripeto, l’avessimo fatto un
anno fa quell’Amministratore andava alla Corte dei Conti. Quanti macchinari devono
essere installati in tempi di relativa calma, una volta cessata, ma io dico che la tempesta
del coronavirus imporrà a tutti ed impone a tutti, come tutti noi stiamo discutendo in
questi due mesi, Governo e Regioni, di ripensare il modello di assistenza per potenziare
quello attuale, ma anche per cambiarlo, penso io, nelle articolazioni istituzionali. Io dico
che il batti e ribatti, ed il controbatti del controbatti, tra Regione, Stato e Comuni, il
cittadino non capisce più qual è l’ordinanza che deve seguire. Anche questo è un
discorso estremamente delicato nei rapporti sanitari, ma nei rapporti di qualsiasi tipo di
incontro che deve fare il cittadino uscendo di casa. Non sa più quale decreto deve
seguire, quale ordinanza deve seguire. E devo dare atto che il Comune di Torino, lo dico
con profondo rispetto, come mia abitudine, ha svolto un atteggiamento estremamente
equilibrato. Beh, l’ultima idiozia, e finisco, che può fare la politica oggi, sarebbe
dimenticare quello che sta accadendo, e per caso azzuffarsi con polemiche da cortile che
non devono più esistere, e mi fa piacere che oggi il Consiglio Comunale di Torino
dimostra estremo equilibrio e moderazione e buon senso, e questo è un fatto positivo
che noi lanciamo alla comunità torinese, che è necessario che abbiano la sicurezza che
le Istituzioni locali sono vicino alla gente. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Capogruppo Napoli. Adesso l’intervento del Capogruppo Tresso, prego.

TRESSO Francesco
Sì, grazie. Grazie, Presidente. Io apprezzo dell’atto che ha proposto il collega Petrarulo
il fatto che si rifocalizza l’attenzione su una questione che, a parere mio, è
fondamentale, cioè il fatto che, causa una cattiva visione che ha penalizzato la
possibilità di avere delle strutture dedicate alle malattie infettive, probabilmente perché
si pensava che fenomeni come quello che stiamo vivendo non ci riguardassero da
vicino. Per carità, una pandemia non è certo un fenomeno facilmente prevedibile, però
sicuramente le strutture isolate, dedicate, quindi, a trattare compiutamente delle forme
infettive, non erano viste come delle strutture su cui andare a puntare, anche per
situazioni che magari non erano attuali, ma potevano poi accadere in futuro. In questo
senso credo che la maggiore difficoltà che si è attraversata, quindi, nella gestione, a
livello regionale, e che sicuramente ha comportato anche una responsabilità poi
nell’evoluzione del fenomeno, che ha visto la Regione in cui viviamo essere
pesantemente colpita, non per nulla siamo la seconda Regione in termini di contagi e,
ahimè, ancora di crescita, è stata quella di dovere avere dei luoghi promiscui e quindi
non poter differenziare sufficientemente i percorsi ed i trattamenti, questo, peraltro
anche a scapito di tutta quella che è la normale attività ospedaliera, e quindi la necessità
di avere, invece dei luoghi che siano preposti a questo. Ciò detto, è chiaro che voler
indicare che questa struttura, quella del Maria Adelaide abbia tutti i requisiti che devono
essere richiesti per identificare questa come una struttura Covid-19, così dice
l’“impegna” della mozione che oggi stiamo discutendo, è chiaro che dovrebbe rientrare
in un panel valutativo un pochino più ampio. Cioè, la Regione dovrebbe farsi carico di
dire, a fronte di un’esigenza che ritengo necessaria - questo è lo spunto che noi
possiamo dare - individuo quali sono, tra una scelta di possibili soluzioni, quelle che
ottimizzano i costi di investimento, la preesistenza di requisiti necessari, sotto il profilo
strutturale, sotto il profilo gestionale, sotto il profilo proprio anche, appunto, del poter
mantenere all’interno delle funzioni sotto il profilo, diciamo, della recezione,
dell’utilizzo e della dislocazione proprio anche degli spazi interni. Per cui, voglio dire,
sicuramente è vero che questa è una struttura che è stata ancora recentemente utilizzata,
quindi presumibilmente ha una serie di requisiti. Io francamente poi non ho elementi per
dire se ne abbia completi sotto quelli che ultimamente sono stati ancora rivisti come
necessità di aderire ad un certo tipo di specifiche. Detto questo, mi sembra che, in ogni
caso, questo fa anche parte, se vogliamo di una declinazione che già io avevo
individuato nell’atto che avevo proposto, cioè l’atto di indirizzo, all’Ordine del Giorno,
che chiedeva alla regione di definire alcuni punti che ritenevamo indispensabili, tra cui
quello di individuare strutture idonee a poter trattare separatamente i casi di Covid.
Quindi, in questo senso mi sembra che sia (incomprensibile) per quanto riguarda il fatto
di rimarcare quest’aspetto. Insisto, praticamente la struttura del Maria Adelaide, che
presumibilmente ha delle sue caratteristiche, andrebbe, però inquadrata in una possibile
valutazione, che dovrebbe essere fatta in tempi anche piuttosto rapidi, di quali siano,
identificare quale sia il numero di posti che si vogliono dedicare e quali siano le
soluzioni perseguibili proprio per valutare un tipo di investimento in funzione
dell’ottimizzazione delle risorse. Detto questo, mi sembra che la necessità, come
ribadivo, di rimarcare quello che è stato probabilmente negli anni un difetto di visione,
che invece richiede la necessità di mettere in campo delle risorse ed anche delle
soluzioni straordinarie, lo trovo un elemento condivisibile, insomma. Quindi, sotto
questo profilo, sono d’accordo sulla mozione che oggi il collega Petrarulo ha presentato.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Adesso ho il Capogruppo Magliano. Prego, ne ha facoltà.

MAGLIANO Silvio
Grazie, Presidente. Questo è un atto che possiamo definire un atto sentinella, diciamo
così. Perché lo definisco in questo modo, perché di fatto è un atto che pone l’attenzione
sulla rete ospedaliera della nostra Città, ma pone quest’attenzione nel momento di
massimo stress dovuto all’emergenza Covid. È evidente che sotto emergenza una
petizione raccoglie tantissime firme, però è anche vero che noi siamo deputati, in quanto
Consiglieri Comunali, a guardare anche un ottimo di programmazione, non solo di
gestione dell’istante o dei sentimenti che in questo momento animano i cittadini. È
evidente che c’è stato un problema, ma è evidente che il problema, ma questo lo
dobbiamo riconoscere con grande chiarezza, non è soltanto e solo ed esclusivamente
legato ai posti letto, ma c’è un problema di rete territoriale nella nostra Regione e nella
nostra Città, nella nostra Provincia, perché quello che non ha funzionato oggettivamente
è stato il rapporto tra i medici di base, i medici di famiglia e il sistema che doveva
controllare il numero dei contagi, e quindi cercare di gestire il più possibile la non
ospedalizzazione di coloro che potevano risultare positivi, ma queste sono tutte cose che
in questi giorni, le leggiamo con attenzione rispetto ai management della Sanità, e su
questo, a mio giudizio, quest’atto pone una questione. Poi io non entro nel merito su che
cosa vuol dire creare un ospedale, ricreare un ospedale in quella zona. Io, a differenza di
altri colleghi, non vedo l’intervento del privato nel sistema sanitario come fumo negli
occhi o come Belzebù. Io penso che una buona collaborazione tra il pubblico ed il
privato, dove il pubblico si occupa di controllarne l’efficacia e il privato riesca a
gestirne l’efficienza, questo potrebbe essere tranquillamente un buon sistema che regge,
come regge altrove in altre regioni ed in altri Stati. Nello stesso tempo non possiamo, da
questo punto di vista, però, alla luce del Covid, non guardare ciò che già non funzionava
prima. C’erano delle cose che non funzionavano, e non possiamo oggi dire che era tutto
e che oggi è necessario riaumentare la spesa pubblica. La spesa pubblica, se vogliamo
dirlo ai cittadini, diciamolo, ma sappiamo esattamente che la spesa pubblica non può
essere esponenzialmente aumentata sulla Sanità, ma deve essere indirizzata ed
efficientata il più possibile e con efficienza non intendo i tagli. Ma è evidente che in
questa fase ci sono ancora delle condizioni, ci sono ancora delle dimensioni del sistema
sanitario che non trovano il giusto finanziamento, come ce ne sono altre che invece,
purtroppo, rappresentano ancora delle sacche, a mio giudizio, di spesa inefficiente. Però,
nello stesso tempo, io mi rendo conto che un atto di questo tipo, di fatto, dice che la
Città di Torino, sul tema della rete ospedaliera, e della rete dei servizi alla persona vuole
avere una parte in causa. Per cui io lo voterò, sapendo che, però, ho tutti i miei dubbi e
le mie perplessità rispetto a come noi possiamo con un atto andare in qualche modo ad
orientare le scelte anche di radicamento sul territorio dei servizi. Il Maria Adelaide è in
quella zona, e in quella zona abbiamo già un altro ospedale, a gestione privata, ci
mancherebbe, ma convenzionato con Regione Piemonte, peraltro dotato di Pronto
Soccorso, non so se in questa fase ha più senso parlare di ospedale, oppure iniziare a
pensare a dei poli di rapporto con il territorio su una rete territoriale molto più forte di
quella che c’è stata consegnata all’inizio dell’emergenza Covid, perché penso che
oggettivamente quello sarà una risposta ed una ristrutturazione della Sanità che sarà
necessario fare, perché oggettivamente sul Covid, e vado alla conclusione, si è cercato
di rispondere il più velocemente possibile, partendo da un numero di posti letto in
rianimazione oggettivamente scarso, ma non possiamo non dirci che dal punto di vista
della gestione della fase acuta delle patologie abbiamo degli ospedali di tutta eccellenza,
che hanno dimostrato di essere d’eccellenza anche in questa fase. Forse dovremmo,
invece, iniziare a pensare che, sui territori, i servizi che diamo ai nostri cittadini, i
servizi sanitari, debbano essere completamente ripensati, perché sono proprio il blocco
che non ha retto, per cui abbiamo scaricato sui medici di famiglia delle responsabilità
enormi, li abbiamo di fatto lasciati da soli, perché il SISP non era in grado di gestire
l’afflusso dei dati; e forse perché, questo e concludo veramente, si è pensato negli ultimi
15 anni che si poteva trasportare beni, persone e servizi in giro per tutto il mondo, senza
rendersi conto che trasportando tutto in giro per tutto il mondo, anche i virus potevano
viaggiare alla stessa velocità con la quale noi trasportiamo beni e servizi e persone. Per
cui, darò il mio voto con questi punti però di critica costruttiva, non critica polemica,
ma critica costruttiva, perché è evidente che è più complesso il tema e la rete dei servizi
che noi dobbiamo garantire non può e non deve basarsi solo sull’ospedalizzazione che
oggettivamente ha un costo enorme, ma che invece può trovare delle soluzioni
alternative che, per assurdo, in altre regioni hanno permesso che il virus non esplodesse
come è esploso da noi, perché si è cercato di non ospedalizzare a tutti i costi. Grazie,
Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Io non ho altri interventi in questo momento, e quindi procederei con la
votazione dell’ordine del giorno. Prego, Vicesegretario, possiamo fare l’appello per la
votazione.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale)

NAPOLI Osvaldo
Io sono favorevole, Presidente, ma non ho avuto modo di fare una piccola dichiarazione
di voto. Se mi permette un secondo solo. Io mi rifaccio alle parole di Tre...

SICARI Francesco (Presidente)
Stiamo votando.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
Stiamo votando, non si può rivolgere al Presidente.

NAPOLI Osvaldo
Niente, allora chiedo scusa. In tutti i casi, tenendo presente gli indirizzi, il Comune deve
tenere i rapporti con la Regione (incomprensibile).

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
Favorevole?

NAPOLI Osvaldo
Favorevole, chiedo scusa, favorevole. Chiedo scusa.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale)

SICARI Francesco (Presidente)
Segretario, il voto della Capogruppo Artesio risulta?

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
Favorevole.

SICARI Francesco (Presidente)
Perché ha scritto in chat. Perfetto.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
Presidente, 30.

SICARI Francesco (Presidente)
30 favorevoli. Quindi, con 30 favorevoli, per il verbale, il Consiglio approva l’ordine
del giorno.
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