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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 4 Maggio 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 19
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2020-00886
PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE (APPROVATO CON DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE IN DATA 8 APRILE 2013 - MECC. 2013 00966/028). APPROVAZIONE NUOVA APPENDICE "MURAZZI PO-FIOCCARDO".
Interventi
TRESSO Francesco
Sì, grazie, Presidente, mi sente?

TRESSO Francesco
Okay, bene. Dunque, la delibera che oggi votiamo viene a valle di una discussione che è
stata abbastanza utile, anche perché l’abbiamo sviluppata in due incontri in
Commissione e c’è stato modo anche di sentire i pareri dei diretti interessati, cioè sia gli
abitanti della zona Fioccardo, sia le associazioni remiere e anche i referenti
dell’associazione dei Murazzi, che speriamo potrà quanto prima ridare vitalità anche a
quell’area della città. Io credo che quanto oggi viene proposto sia un percorso che ha
avuto uno sviluppo utile e sicuramente è stato fatto uno studio approfondito in termini
specifici su quello che è il rischio idraulico per un’area importante della fascia cittadina.
È stato fatto uno sforzo, che peraltro era già partito tempo fa anche con altri soggetti
istituzionali, in particolare faccio riferimento al Centro Funzionale di ARPA Piemonte,
per mettere a disposizione della Città quelle che sono competenze e modalità operative,
che sicuramente possono e devono essere molto utili nella gestione dell’emergenza.
È un tassello questo che facciamo, adesso io non voglio fare la parte di chi dice: “Si può
sempre far tutto meglio”, però voglio invece, con un certo vigore, diciamo, rammentare
che questo percorso della revisione del Piano, che è frutto di una mozione che è stata
votata ormai quasi tre anni fa - richiede poi di giungere ad un compimento, e questo
dell’aspetto, diciamo, anche del rischio legato a fenomeni (incomprensibile) e, in
assoluto, in termini di un’accezione ancora più ampia, di dissesto idrogeologico,
richiedono anche di avere un’attenzione non solo a quella parte perifluviale del Po, ma
intanto ricordiamo che Torino è una città che insiste su quattro corsi d’acqua, quindi ci
sono altre situazioni altrettanto gravose sulla Dora Riparia, sul Sangone stesso, sulla
Stura di Lanzo, per cui questo tipo di attenzione, per quanto il Po è il principale fiume
cittadino e ci sono delle realtà oggettivamente che sono state molto più vulnerabili, ma
ricordiamo che per esempio nel 2000 la Doria Riparia ha creato ben altri tipi di
problemi in altre parti della città, insomma. Quindi, questo stesso medesimo tipo di
attenzione va esteso anche ad altre zone.
Sempre in termini di dissesto idrogeologico, ricordiamo anche tutto quello che è il
reticolo minore collinare, e che quindi richiede un’attenzione anche la (incomprensibile)
diciamo di tutti quei processi di dissesto che intersecano con la viabilità, per esempio - e
non solo, anche su strutture, diciamo, antropiche - in tutta quella che è la parte nostra
della collina. Quindi, voglio dire, quest’attenzione, che sicuramente è stata rivolta con
un buon livello di approfondimento, va poi estesa anche ad altre zone; ma non solo, ci
sono altre tipologie di rischi - e credo che l’emergenza che stiamo vivendo è ancora una
volta segnale che una Città, proprio nell’ottica della resilienza che viene molto
richiamata, deve essere capace di affrontare nuovi tipi di emergenza -, e per esempio un
elemento che è stato sicuramente evidenziato da questo tipo di emergenza è il fatto che
bisogna innestare tra loro anche delle capacità di reazione che vanno oltre il semplice
interessamento degli uffici, diciamo, più di natura tecnica, ma per esempio è
fondamentale riuscire ad individuare quelle catene di comando, e quindi quelle funzioni,
perché tutto un sistema di Protezione Civile si basa su funzioni, che hanno molta fluidità
nel far lavorare insieme i Servizi Sociali, per esempio, o chi si occupa dell’assistenza,
diciamo, alle persone con funzioni più prettamente tecnica. Quindi c’è bisogno anche di
lavorare bene su tutto un sistema di procedure, che sono poi il corollario finale di un
(incomprensibile) di emergenza.
In questo senso, quindi, chiedo davvero con, insomma, una certa forza all’Assessore e
agli uffici di proseguire in questo cammino per darci almeno in chiusura di Legislatura
la possibilità di arrivare a vedere la fine di questo percorso.
Ancora nello specifico, mi riferisco comunque a due aspetti, che secondo me proprio il
tassello dell’emergenza idraulica per la fascia del Po richiede di mettere a punto, uno è
stato citato anche dall’Assessore, il fatto che esiste ed è stato messo a punto anche un
sistema di adattamento basato su una stazione specifica posta sul Rio Sappone, però
ricordiamoci che questa stazione, che al momento è stata installata in via sperimentale e
senza oneri da parte della Città, andrà poi invece acquisita, se no andiamo poi a perdere
quel sistema. Questo per dire che ci sono... il Piano di Emergenza dovrà avere quella
funzione, ci sono da individuare una serie di spese, che sono necessarie per rendere il
sistema di emergenza funzionale, non ci sarà solo questa e magari ne verranno fuori
altre, per cui anche su questo bisognerebbe poi accoppiare all’approvazione poi futura
del Piano di Emergenza una delibera che individui, diciamo, da parte del Bilancio quelle
somme da mettere a disposizione per rendere operativo lo stesso.
In ultimo, il fatto che lo stesso adeguamento, anche ad aspetti normativi che son stati
richiamati e li avevamo approfonditi in Commissione, per esempio l’adeguamento delle
carte di Piano a quella che è la Direttiva Alluvioni rende necessario adeguare anche
alcuni aspetti del Piano Regolatore secondo il profilo della mappatura, diciamo, delle
carte del dissesto idrogeologico, perché alcune zone non sono ancora adeguate. Questo è
un percorso che, ahimè, avremmo voluto vedere un pochino più sviluppato da parte
anche della revisione del Piano, mi sembra che anche... della Variante generale al Piano
Regolatore, temo che su quello siamo ancora una volta un po’ indietro, anzi, molto
indietro, per usare i termini giusti, e quindi però bisogna anche... perché i due strumenti
di Piano devono essere poi coerenti, quindi bisogna anche fare questo lavoro che quindi
sollecito da parte dell’Amministrazione di curare.
Per il resto, io credo che questo lavoro vada comunque in una direzione positiva, per cui
approfitto già di questo intervento per dichiarare il mio voto favorevole, anche
all’emendamento, perché, peraltro, ha recepito, tra gli altri, anche alcuni aspetti che
avevo segnalato, per esempio quello di individuare, nelle procedure, anche la fase post-
emergenza, che ha tutta una sua rilevanza e importanza, perché deve consentire di
svolgere sollecitamente il censimento dei danni, per richiedere poi le risorse
economiche (incomprensibile). Grazie.

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