Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie, Presidente. Questo atto ha un aspetto contingente, che è stato superato dall’assunzione di iniziative in emergenza adottate dalla Città di Torino, congiuntamente all’Unità di Crisi. È un atto, però, che si muove su analisi e su prospettive, che credo potranno essere realistiche ed utili anche per l’immediato futuro. Il tema riguarda il problema della condizione abitativa di persone in difficoltà, siano esse persone che hanno perduto la residenza stabile ed usufruiscono dei servizi a bassa soglia; siano condizioni abitative che vanno individuate in condizioni imprevedibili, quali ad esempio la situazione di minori che si trovano improvvisamente nell’impossibilità di condividere con i genitori la casa e la famiglia, non per condizioni di malessere familiare e genitoriale, bensì per improvvise contingenze degli adulti; siano condizioni per le quali ci si ritrova, come sta accadendo nei periodi di quarantena, a dover trascorrere momenti della propria vita in modo separato e distante dalla normale residenza. Quindi, esiste un tema complessivo di fabbisogno abitativo, in alcuni casi strutturale - penso alle condizioni dei senza fissa dimora, ma anche all’emergenza abitativa della nostra città - in altri casi transitorio. Ora, rispetto alla contingenza, la Città ha attivato delle soluzioni abitative temporanee, in convenzione con organizzazioni di carattere privato, che hanno reso disponibili singole situazioni di alloggio. Non è escluso che un censimento ed una ricognizione di opportunità abitative nel patrimonio pubblico e convenzionato potrebbe aggiungerne ancora di più, non è altrettanto escluso che sistemazioni alberghiere possano dare soddisfazione ad esigenze contingentate nel tempo, che prevedono una rapida soluzione. Quindi il tema: “Meglio abitare per meglio curare” è un tema che rimane sempre attuale perché, rispetto al censimento ed alla ricognizione realizzati in fase di emergenza, si possono prevedere per il futuro modelli organizzativi di risposta abitativa che siano meno massivi, quindi meno legati alla concentrazione in un unico spazio di tante persone, quali sono oggi i dormitori, più articolati sul territorio, più flessibili nei modelli gestionali, data la contingenza delle possibilità d’uso e capaci di attivare reti ulteriori a quelle già presenti. Non avendo incontrato particolari obiezioni a questo impianto all’interno del dibattito consiliare in Commissione, mi sembra che possa essere un buon metodo quello per cui la mozione possa andare al voto dell’Aula in questa seduta, per poi però prevederne una calendarizzazione nei tempi certi, così come dettati dal nostro Regolamento, che ci permetta di confrontare con la Giunta quanto del realizzato in una fase di urgenza possa essere proiettato come esempio di migliore normalità del futuro. |