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DI MARTINO Antonietta (Assessora) Grazie, Presidente. L’interpellanza ripropone un tema già ampiamente trattato in questo Consiglio e in V Commissione, di cui riassumo in premessa gli aspetti principali. La riduzione delle 15 sezioni delle scuole dell'infanzia prosegue il percorso di razionalizzazione già iniziato da diversi anni in conseguenza del calo demografico, un fattore accompagnato da una situazione di pensionamenti e di invecchiamento del personale che non ha precedenti per numero nella Città di Torino e questo in un quadro di ridimensionamento delle risorse finanziarie che non è banale e che impone particolare attenzione nell'utilizzo efficace ed efficiente delle risorse stesse. Il piano di razionalizzazione è anche coerente con gli indirizzi politici deliberati dal Consiglio Comunale, che prevedono una contrazione delle sezioni di scuola dell'infanzia, entro certi limiti, per poter meglio garantire la tenuta complessiva della gestione diretta, mantenendo personale il più possibile stabile e preservando la qualità delle nostre scuole, che vedrebbe diversamente una quantità eccessiva di posti vacanti. È una riduzione che mette al centro il bambino e la sua esigenza di fruire di opportunità educative. Considerando che nella scuola dell'infanzia la frequenza nel sistema cittadino è garantita a tutti. Nel 2019 c'erano già 1000 posti vuoti e altrettanti sono previsti nel 2020, mentre per la maggioranza dei bambini in età da nido questo non succede ed è per questo che le linee di indirizzo hanno evidenziato la necessità di puntare sui Nidi, la cui offerta è propria della città e l'Amministrazione ha mantenuto fede a questo impegno confermando i posti attuali nei Nidi per l'anno scolastico 20-21. Fatta questa necessaria premessa sono a rispondere nel merito della nuova situazione determinata dall’emergenza Coronavirus che i presentatori dell'interpellanza pongono come motivo per rinviare di un anno la razionalizzazione. In particolare tale motivazione riguarda, cito testualmente, “La sospensione improvvisa delle attività educative e didattiche di tutte le Scuole dell'Infanzia a partire dal 26 febbraio 2020 e la conseguente impossibilità di accompagnare gli alunni delle sezioni che dovranno essere razionalizzate alla comprensione della nuova organizzazione didattica che vedrà i bambini divisi su diverse classi con diverse maestre”. È vero, a causa della sospensione non è stato possibile accompagnare le bambine e i bambini interessati dal cambiamento di classe in questo processo di dimensionamento come avevamo previsto e come avremmo voluto, cambiamento che però non riguarda solo i bambini delle 15 sezioni e che non è un fatto eccezionale nella vita di una scuola, ma è comune a tutte le bambine e i bambini che, per ragioni indipendenti dalla loro volontà, ogni anno devono fare i conti con la stessa questione, coloro che passeranno alla primaria, chi cambierà l'insegnante perché quest'ultima ha deciso di chiedere il trasferimento o il passaggio allo Stato, o andrà in pensione e così via. Basti pensare che dei 30 posti che si liberano nelle scuole oggetto di razionalizzazione, solo 18 sono di ruolo, cioè a tempo indeterminato e di questi a tempo indeterminato 5 andranno in pensione il prossimo anni, quindi sono solo 13 le insegnanti che dovranno cambiare scuola a causa della razionalizzazione. Ma i problemi che avremo di fronte alla ripresa dei servizi, nella cosiddetta fase 2, sono assai più complessi di quelli illustrati dagli interpellanti e riguardano tutte le bambine e i bambini delle Scuole dell'Infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, ovviamente non solo torinesi. Non siamo ancora in grado di sapere quando e come riapriranno le nostre strutture e con ogni probabilità le modalità di erogazione, fruizione dei servizi, saranno diverse da quelle del passato perché bisognerà adottare una serie di misure di prevenzione, contenimento e contrasto della diffusione del virus Covid-19. L’auspicata riapertura comporterà quindi una profonda revisione dell'organizzazione e della fruizione dei servizi al fine della costruzione di un impianto adeguato ai bisogni educativi dei piccoli utenti e al sostegno delle loro famiglie, nonché rispettoso delle misure di tutela della salute di tutte le persone interessate. In questa nuova situazione la questione della relazione con le insegnanti, il progetto educativo, l'uso degli spazi dovranno essere affrontati in modo differente da quelli ai quali siamo stati abituati finora. Sono grandi temi, sui quali stiamo lavorando anche con le nostre insegnanti e siamo convinti che il nostro personale, in stretta collaborazione con le famiglie che vogliamo coinvolgere in questo processo, metterà la stessa passione e professionalità riconosciute da tutti per sostenere le bambine e i bambini in questa transizione rispetto alla quale mi pare sia molto ridimensionato il tema della continuità nella stessa sezione, perché dovremmo ripensare anche il concetto di sezione rispetto alla necessità di prevedere probabilmente piccoli gruppi isolati tra loro, modalità di accesso con orari distribuiti nel tempo, utilizzo diverso degli spazi disponibili e così via. In un'intervista su La Stampa il 2 aprile scorso, la prima firmataria di questa interpellanza pone, come prioritario per organizzare la fase 2 nella scuola, il tema delle strutture e degli spazi e non si può che concordare. Questa considerazione però non è solo applicabile alle scuole statali, ma diventa fattore importante anche nelle scuole comunali e le 15 sezioni delle 15 scuole oggetto della razionalizzazione, il fatto di non aver saturato tutti gli spazi sezione con un locale in più disponibile in ognuna ci consentirà di riprogrammare degli spazi in funzione di favorire una nuova organizzazione adeguati ai bisogni delle bambine e dei bambini, ma anche meglio rispondente alle esigenze di salute di tutte le persone interessate. Non ha quindi, purtroppo, alcun fondamento pratico e concreto la considerazione di un rinvio quale, cito di nuovo, strumento straordinario per poter garantire una gestione accettabile delle situazioni una volta che si ritorni alla normalità, semmai è vero il contrario. La riapertura dei servizi, come già detto, non coinciderà con il ritorno alla normalità così com'era prima, ma è molto probabile che si dovranno attivare modalità di funzionamento diverse per un tempo non ancora definito o definibile. Vi sono anche ulteriori considerazioni tecnico-amministrative non secondarie che rendono la proposta degli interpellanti non attuabile. In primo luogo, infatti, come noto, il periodo delle iscrizioni alle Scuole dell’Infanzia per l’anno 20-21 è ampiamente scaduto al 31 gennaio scorso. Le iscrizioni avvengono in contemporanea per tutti i soggetti gestori, scuole comunali, scuole statali e scuole paritarie. Alla data odierna, pertanto, tutti i genitori dei bambini in età hanno optato per le scuole anche secondo i posti disponibili e resi pubblici, appunto, all'inizio del periodo delle iscrizioni. Le famiglie si sono sicuramente orientate nella segnalazione nella scelta sulla base della disponibilità di posti. Sulla scorta delle domande è stata pubblicata la graduatoria provvisoria. È scaduto il termine per la presentazione dei ricorsi e l'approvazione della graduatoria definitiva di tutte le scuole comunali, convenzionate e statali delle Circoscrizioni 2 e 7, che sono le scuole che aderiscono al nostro sistema di iscrizioni, non è ancora avvenuta solo perché le Commissioni Circoscrizionali non hanno potuto provvedervi a causa della situazione di emergenza. Gli uffici della Divisione pertanto hanno attivato l'articolo 28 del Regolamento sulle Scuole dell’Infanzia e nei prossimi giorni, una volta esaminati i ricorsi giunti per l'attribuzione dei punteggi, si provvederà all'approvazione della graduatoria definitiva. Immaginate cosa significa modificare una decisione assunta in merito ai posti disponibili. Chi si intende un minimo di Diritto Amministrativo sa che non si cambiano le regole di un procedimento in corso, quindi non basterebbe scorrere le graduatorie, ma bisognerebbe riaprire ex novo le iscrizioni per permettere a tutti di scegliere con le nuove disponibilità; decisione non solo non sostenibile dal punto di vista della legittimità del procedimento amministrativo, ma di notevole impatto organizzativo, oltre che sulle nostre scuole, anche su quelle degli altri gestori, comprese le scuole statali tutte, che hanno già inviato i dati per l'assegnazione dell'organico e che potrebbero veder cambiare le accettazioni, il numero di allievi per classi e conseguentemente l'organico loro assegnato. Oltre a questi aspetti tecnici, rimangono inalterate le ragioni di merito già ricordate in premessa, in attuazione delle indicazioni espresse dal Consiglio Comunale e le linee di indirizzo del nuovo sistema integrato per l'Infanzia. E queste ragioni non sono venute meno con la nuova situazione che stiamo vivendo, ma semmai sono ancora più stringenti perché sarà da considerare per il piano del fabbisogno del personale, oltre ai vincoli di spesa, che limitano la capacità assunzionale della Città, e alle necessità presenti negli altri settori, ricordiamo ancora una volta anagrafi, tecnici (incomprensibile) …del sociale, bisognerà anche considerare l'impatto economico finanziario nel bilancio comunale dell’emergenza sanitaria in corso. In proposito l'interpellanza in discussione riguardo al rinvio della decisione recita: “Il risparmio effettivo dell'operazione in relazione all’andamento della spesa dei sistemi educativi sarebbe risibile perché limitato a poche scuole e poche sezioni”. Intanto vorrei osservare che l'assunzione di 30 insegnanti in più peserebbe sul bilancio in un anno per oltre un milione di euro, una cifra che nell'attuale contingenza, ma anche considerata in assoluto, o in un rapporto alla spesa complessiva, a me non pare mai di poterla definire risibile, soprattutto perché sono risorse dei cittadini. Qua non è una questione di risparmio, ma di buon utilizzo delle risorse ad oggi disponibili per tutti i motivi che ho già elencato prima, vi si aggiungono quelli dell'emergenza sanitaria che chiamano anche il tema di avere più risorse per assumere più insegnanti, non per aumentare le sezioni, ma per gestire meglio la ripresa. In conclusione, io credo che, seppur comprensibile e legittimo il parere diverso sulle scelte o sui criteri da chi in questa fase è stato coinvolto nella razionalizzazione, la cura e l'attenzione da parte dell'Amministrazione per gli alunni, per le famiglie, per il personale, per i cittadini torinesi, si debba esprimere nell'affrontare le questioni con responsabilità, con scelte anche difficili, ma avendo veramente a cuore il benessere complessivo del servizio rivolto ai nostri piccoli utenti e di interesse collettivo, tenendo presente gli obiettivi di sistema integrato, di sostenibilità, sviluppo e qualità dei servizi a gestione diretta contenuti nelle linee di indirizzo che sono la visione politica e la strada già tracciate da questo Consiglio Comunale. Grazie, Presidente. DI MARTINO Antonietta (Assessore) Sì, grazie. Sì, vorrei replicare. DI MARTINO Antonietta (Assessora) Allora, ringrazio tutti i Consiglieri per i loro interventi, prendo atto che non ci sono obiezioni sui contenuti specifici della mia risposta, a quanto generici richiami a separazione di ruoli politici o amministrativi. Io vorrei far notare che la mia risposta è costruita sulla base di quanto richiesto dagli interpellanti, quindi non si può chiedere una cosa, qualcosa di preciso, e cioè in questo caso la continuità didattica nelle sezioni come motivo per il rinvio e poi stupirsi se l’Assessore risponde in modo puntuale a quanto richiesto, e mi spiace anche che si continui a dire: “L’Assessore risponde in modo tecnico e non in modo politico”, volutamente io ho fatto una premessa richiamando le linee di indirizzo perché quello che sta facendo l’Assessorato è sostenuto da un forte orientamento politico, le linee di indirizzo che sono state presentate dalla Maggioranza e sono state volute fortemente anche dalla sottoscritta, sono di indirizzo, è una visione politica che prevede delle azioni specifiche per lo sviluppo dei servizi, e poi non è vero che non sia prevista la contrazione delle sezioni delle scuole dell’infanzia, quindi leggetele bene queste linee di indirizzo. C’è questa prospettiva di riduzione proprio perché si deve andare a sostenere invece il discorso dei nidi dove non abbiamo una popolazione infantile che frequenta, almeno non ne abbiamo in una percentuale che abbiamo ritenuto sufficiente, e quindi nella buona Amministrazione, nell’uso delle risorse si è deciso per scelta politica di sostenere quella parte, di ridurre un po’ la parte della scuola dell’infanzia perché si potesse favorire la frequenza di tutti i bambini che in un caso è garantita, quella della scuola dell’infanzia, nel caso dei nidi no. Quindi mi spiace che qualcuno provi fastidio che un Assessore oltre che lavorare fortemente anche come indirizzi politici sia anche un Assessore competente, tecnico e risponda nel merito preciso delle richieste tecniche anche che vengono fatte nelle interpellanze. Pretendere che in questa risposta si parlasse anche compiutamente della fase 2, l’ho fatto nel momento in cui era attinente alla richiesta dell’interpellanza, e cioè l’impossibilità di garantire la relazione educativa a cui abbiamo sempre fatto riferimento nel passato, ma se si vuole che l’Assessore parli di questo tema, sono disponibilissima in una Commissione o in un’altra situazione in cui sarà possibile farlo, perché l’Assessore, l’Assessorato, i nostri uffici si sono già mossi, hanno già fatto delle azioni, quindi volentieri riferirò nella sede opportuna. Grazie. |